Decise le candidature per le prossime elezioni regionali col " patto del babà", il dolce oversize che il padrone di casa ha offerto al termine di un pranzo a base di timballo di melanzane e brasato. Il centrodestra tutto si è ritrovato nell'abitazione romana di Silvio Berlusconi, ed era la prima volta dai tempi delle consultazioni che il leader di Fi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, tenevano un vertice per parlare del futuro di quel centrodestra che per metà sta all'opposizione e per metà al governo. L'incontro è durato anche più del dovuto visto che il leader della Lega, nelle vesti anche di vicepremier e ministro dell'Interno, per oltre un'ora si è assentato per effettuare una telefonata con l'omologo tedesco e riunire i suoi, in una pertinenza del Viminale che affaccia sulla stessa piazza Grazioli, per discutere di manovra. Il comunicato congiunto alla fine parla di centrodestra "unito", pronto a presentare candidati comuni in tutte le 7 Regioni in cui si voterà da qui alla fine del 2019. In particolare, in Abruzzo potrebbe esserci un candidato di Fdi, mentre la Lega rivendica la Sardegna, anche se in ballo c'è pure il Piemonte. Nella dichiarazione finale c'è poi un passaggio che riguarda la manovra, un sostanziale impegno a sostenere le misure presenti nel programma di centrodestra. Di fatto, Forza Italia e Fratelli d'Italia hanno garantito a Salvini i loro voti sulla flat tax, mentre hanno bocciato il reddito di cittadinanza. Silvio Berlusconi, in particolare, avrebbe incalzato Salvini su quelle misure varate dal governo che giudica "illiberali" e "liberticide".
Leggi Tutto »Autostrade A24 e A25, Toninelli annuncia: stop ai rincari da ottobre a dicembre
Saranno sospesi gli aumenti dei pedaggi su A24 e A25 nell'ultimo trimestre dell'anno. Lo ha assicurato il ministro Trasporti e infrastrutture Danilo Toninelli. "Ho incontrato personalmente - riferisce il ministro - i sindaci e i rappresentanti sindacali che sono venuti fin sotto il mio ministero per testimoniare la loro rabbia sui rincari dei pedaggi dell'autostrada A24-A25. Ho detto loro che abbiamo intanto ottenuto da Strada dei Parchi, per il periodo ottobre-dicembre 2018, una neutralizzazione degli aumenti delle tariffe scattati nel dicembre scorso". "Ho spiegato ai primi cittadini - aggiunge Toninelli - qual e' l'impegno senza precedenti che questo governo sta portando avanti allo scopo di ridiscutere con i gestori autostradali tutte le concessioni, in termini di costi da sostenere e servizi resi a chi viaggia".
Bene la sospensione dell'aumento deipedaggi dell'A24 e dell'A25 ma bisogna risolvere la questione definitivamente. Questa la posizione della Cgil, che ha partecipato all'iniziativa sotto il ministero dei Trasporti. "La manifestazione di oggi contro il caro pedaggi dell'autostrada A24-A25 ha ottenuto un primo risultato. Il ministro - scrive la Cgil di Roma e Lazio e la Cgil di Roma est Rieti Valle dell'Aniene - si e' impegnato a sospendere l'aumento delle tariffe intervenuto dal primo gennaio del 2018, ripristinando le tariffe in vigore nel 2017, e a inserire questa disposizione nel decreto legge Genova. Si tratta pero', appunto, di una sospensione. Il sindacato - aggiunge la Cgil - continuera' a sostenere le lotte dei sindaci e a vigilare sull'operato del governo che entro tre mesi dovra' individuare gli strumenti per risolvere il problema. Il rischio infatti e' che a partire dal prossimo gennaio non solo vengano ripristinate le tariffe del 2018 ma che queste vengano ulteriormente aumentate per un rincaro totale pari al 25%".
"Toninelli ha riferito che, dopo una contrattazione con il concessionario, si è stabilita una sospensione degli aumenti dei pedaggi per il periodo 1° ottobre 31 dicembre e che vi è l'impegno nel prossimo Pef a una più complessiva ridiscussione delle tariffe. Sulla sicurezza il ministro ha annunciato che chiederà di includere già nel decreto Genova i 192 milioni di euro stanziati nella precedente legislatura nel decreto Mezzogiorno. La riunione si è conclusa con l'accordo di rivedersi tra un mese. La lotta dunque paga. Si tratta di un passo in avanti e mi impegno a seguire con grande attenzione gli sviluppi di questa vertenza a tutela delle cittadine e dei cittadini". Così la deputata Dem Stefania Pezzopane, della Presidenza del Gruppo Pd della Camera.
"Una battaglia giusta e democratica. Giù le tariffe autostradali e subito gli investimenti per la messa in sicurezza delle infrastrutture regionali" è quanto dichiara il Presidente del Consiglio Giuseppe Di Pangrazio, che questa mattina ha preso parte alla manifestazione indetta dai sindaci al Ministero dei Trasporti contro il caro pedaggi. "La Regione Abruzzo è vicina ai sindaci e ai territori, basta con tariffe alte e bassi investimenti. Dobbiamo invertire questa rotta - continua Di Pangrazio - e restituire ai cittadini la possibilità di muoversi per andare a lavorare, studiare e curarsi anche con le autostrade regionali. Confermo che il Tavolo permanente che abbiamo istituto in Consiglio regionale sarà operativo e continueremo a monitorare gli impegni presi dal Ministro Toninelli affinché si trasformino in azioni concrete. Con rammarico questa mattina ho dovuto registrare le numerose lamentele di cittadini che sottolineavano l'assenza di molti esponenti politici regionali e nazionali dell'area di governo".
Leggi Tutto »Codacons, più di un milione di pensioni sopra i 3.000 euro
Le pensioni d'oro superiori ai 3mila euro mensili costano alla collettività circa 30 miliardi di euro all'anno, e rappresentano una grave forma di disuguaglianza economica e sociale. Lo afferma il Codacons, commentando la proposta del M5S di intervenire sulle pensioni più alte. Confrontando gli ultimi dati Istat e Inps, il Codacons ricorda come in Italia siano poco più di 1 milione (il 6,8% del totale) le pensioni d'oro superiori ai 3mila euro mensili, per un controvalore che sfiora i 30 miliardi di euro annui. "Se da un lato quindi c'è chi può contare su pensioni di lusso, dall'altro ci sono 1,68 milioni di pensionati con un assegno che non raggiunge i 500 euro mensili (10,8% del totale) e che fanno la fame non potendo contare su un reddito dignitoso", prosegue il Codacons. ''Per questo riteniamo corretta la decisione di intervenire sulle pensioni più alte ed eliminare le gravi disuguaglianze che pesano sulla collettività. Una misura tuttavia estremamente difficile da attuare nel nostro paese, considerato che si tratta di diritti già acquisiti'', conclude il presidente Carlo Rienzi.
Leggi Tutto »Uecoop: Ripresa mattone troppo lenta
La ripresa del settore delle costruzioni è ancora troppo lenta considerato che la crisi è costata la perdita di 1 posto di lavoro su 3 negli ultimi 7 anni in Italia nel mercato edilizio cooperativo con un calo del 33,4% dell’occupazione. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop in relazione agli ultimi dati Istatsul valore della produzione nelle costruzioni, che ha fatto registrare una crescita tendenziale dell'1,3% nei i primi sette mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nonostante una progressiva ripresa delle compravendite con quasi 90 miliardi di euro investiti dalle famiglie nel mattone nel solo 2017 – spiega Uecoop – il settore edilizio che non è ancora tornato ai livelli precedenti alla crisi del 2008/2009 e dalla quale non si è ancora risollevato visto che solo nelle cooperative di costruzione sono stati persi oltre 18mila addetti negli ultimi 7 anni. Una strage occupazionale – sottolinea Uecoop – "a fronte della quale è urgente intervenire a sostegno del settore con misure che favoriscano il recupero strutturale ed energetico degli edifici esistenti oltre alla realizzazione di nuove costruzioni di qualità, comprese quelle di edilizia pubblica".
Leggi Tutto »Export, in Abruzzo aumenta il contributo dei mezzi di trasporto del Pescarese
Le grandi aziende dell'automotive del Chietino non sono più sole. A supportare le buone performance delle esportazioni abruzzesi arriva adesso il contributo importante del territorio pescarese. A rilevarlo è lo studio realizzato per la Cna Abruzzo da Aldo Ronci, che ha preso in esame l'andamento delle esportazioni nel secondo trimestre del 2018. La ricerca è stata presentata a Pescara nel corso di una conferenza stampa tenuta dal presidente e dal direttore regionale della Cna Abruzzo, Savino Saraceni e Graziano Di Costanzo. Tra aprile e giugno di quest'anno i mezzi di trasporto hanno ottenuto un incremento di 115 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell'anno passato, mentre l'insieme degli altri prodotti destinati oltre confine è decresciuto di 44 milioni. In valore percentuale, rivela l'indagine, l'export dei mezzi di trasporto cresce dell'11%, superiore al 6,8% nazionale; mentre il resto del paniere dei prodotti destinati alle esportazioni subisce il processo contrario, ovvero un decremento del 3,8%. Dato, questo, in netta controtendenza con quello nazionale, che parla al contrario di un aumento del 3,7%. Stavolta però, confermando quanto già accaduto nel primo trimestre dell'anno, non è solo la provincia leader della produzione di mezzi di trasporto e delle attività ad essi collegate, Chieti, a gonfiare le cifre del made in Abruzzo, ma anche la provincia pescarese: perché, dati alla mano, nel comparto legato in vario modo a due e quattro ruote, il Pescarese fa registrare un aumento di ben 86 milioni di euro su un totale di 115 (con addirittura il 720% di aumento, e destinazioni che riguardano soprattutto i mercati sudamericani). Mentre nel Chietino, che da sempre in materia gioca la parte del leone, grazie alla presenza sul suo territorio di grandi aziende, l'incremento si ferma molto più giù, ovvero a quota 32 milioni (+3,2%). Le variazioni dell'export nelle province abruzzesi sono state del tutto disomogenee: a Pescara, grazie ai mezzi di trasporto, nel secondo trimestre del 2018, rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, cresce di ben 80 milioni, all'Aquila di 13, a Teramo rimane stazionario, mentre a Chieti addirittura decresce di 17. Per quanto riguarda l'export negli altri settori, le cifre, emerge dallo studio, suggeriscono una certa dose di ottimismo rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: se l'insieme dell'export regionale nel primo trimestre dell'anno precedente aveva fatto segnare 2.196 milioni di euro di fatturato, dodici mesi dopo la quota sale a 2.267, con un incremento di 71 milioni di euro. E con un aumento, quanto alle destinazioni, sia in direzione dei Paesi aderenti all'Unione europea sia ai Paesi extra Ue.
Se dati positivi si registrano nel settore dei mezzi di trasporto, a preoccupare è tutto il resto del mondo produttivo abruzzese, fatta eccezione per abbigliamento e pellami (+ 16 milioni; 17,5% in più), gomma e plastica (+1;3; +7,8%) prodotti elettrici (+7; +11,8%). Per tutti gli altri andamento negativo, come dimostrano i numeri degli apparecchi elettronici (-5; -8%), dei prodotti alimentari (-7; -5%), dei farmaceutici (-7; -8,4%), dei prodotti in metallo (-8; -6,5%), dei macchinari e apparecchiature (-64; -25,8%). "I dati suonano a conferma soprattutto delle difficoltà che incontra il mondo della micro impresa e dell'artigianato, cioè quello meno attrezzato ad affrontare le sfide poste dai mercati esteri e dalla globalizzazione - commenta il presidente della Cna Abruzzo, Saraceni - E che proprio per questo è più bisognoso di sostegno pubblico e di politiche in grado di consentire loro di attrezzarsi con più efficacia a queste sfide". Da parte sua, Di Costanzo pone l'accento "sui limiti e i problemi che più in generale la nostra regione manifesta: perché a fare il paio con i limiti che segnalano le nostre esportazioni, ci sono anche i dati relativi alla scarsa capacità di spesa dei fondi comunitari da parte dell'Abruzzo"
Leggi Tutto »Cresa, le start up innovative in Abruzzo sono 215
Al 20 agosto 2018 le start up innovative in Abruzzo sono 215, pari al 2,2% delle 9.610 registrate in Italia. Rispetto al 23 gennaio 2017 sono aumentate del 30,3%, crescita inferiore a quella nazionale (+42,9%) che pone la regione al 13° posto nella relativa graduatoria. Le start up abruzzesi sono prime in Italia per specializzazione nella fornitura di energia elettrica (16 imprese) e fabbricazione di prodotti in metallo (6 imprese) e, sebbene con valori assoluti molto esigui, nella fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (3 imprese), costruzione di edifici (3 imprese) e riparazione di computer e di beni per uso personale (1 impresa). E' quanto emerge dalle elaborazioni che il Cresa ha svolto sui dati resi disponibili dalla sezione speciale del Registro delle imprese.
Tra le province emerge Teramo con 65 start up (30,2% del totale regionale), seguita a brevissima distanza da Pescara (61 pari al 28,4%) e L'Aquila (60 pari al 27,9%). Le 29 start up localizzate a Chieti costituiscono il solo 13,5%. Rispetto al 23 gennaio 2017 Teramo emerge per un incremento (+23 startup pari al +54,8%) molto superiore a quello regionale. Supera l'aumento regionale anche Pescara (+16 startup pari a +35,6%), mentre L'Aquila e Chieti registrano incrementi inferiori (rispettivamente +20,0% e +3,6%), quest'ultimo dovuto a una sola start up in più.
Le specializzazioni provinciali premiano soprattutto Teramo che emerge nella graduatoria nazionale in tre campi di attività: al primo posto per la costruzione di edifici (con 3 imprese) e al terzo posto per la fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (con 2 imprese) e per la fornitura di energia elettrica gas vapore (con 11 imprese). Le altre province spiccano ciascuna per una sola attività: L'Aquila e Chieti entrambe al secondo posto rispettivamente per l'alloggio e per la riparazione di computer e di beni personali e per la casa mentre Pescara al quinto posto per fabbricazione di autoveicoli rimorchi e semirimorchi.
La presenza di donne nel capitale e nell'amministrazione delle start up abruzzesi è inferiore alla media nazionale (10,71% rispetto a 13,2%) e in calo rispetto a gennaio 2017, così come accade anche per la presenza di giovani (14,9% rispetto a 19,3%). Per la presenza di stranieri il valore abruzzese supera quello nazionale (3,7% rispetto a 3,1%) e risulta in aumento. Tra le province spicca la provincia di Teramo (9,2%) che risulta sesta a livello nazionale.
Leggi Tutto »Elezioni in Abruzzo il 10 febbraio, Lolli spiega l’iter della decisione
"Ci siamo mossi velocemente nel rispetto delle regole e per garantire la partecipazione di cittadini e candidati. Abbiamo esaminato i pareri dell'ufficio legislativo del Consiglio regionale, quello dell'avvocatura regionale e anche quelli, di diverso orientamento, delle forze di opposizione. La prima data utile è stata il 10 febbraio prossimo". Il presidente reggente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli (Pd), prima di firmare il decreto, ha ricostruito il percorso che lo ha portato alla decisione. Non prima di aver sottolineato che "la proposta di votare il 10 febbraio è stata formulata dal sottoscritto dopo averla concordata con il presidente della Corte d'Appello dell'Aquila, la dottoressa Fabrizia Francabandera, che ringrazio molto per il contributo decisivo, e sentito il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio". "Abbiamo valutato - continua - che se compresso il termine di 120 giorni dalla pubblicazione del decreto di scioglimento del consiglio regionale del 22 agosto scorso, per assicurare il cosiddetto diritto di elettorato passivo, cioè la possibilità di candidatura, prevalentemente a sindaci e funzionari pubblici, avrebbe potuto causare molti ricorsi finalizzati ad invalidare le elezioni, quindi ci siamo attenuti a quel termine con la conseguenza che la prima data utile è risultata il 23 dicembre". Lolli spiega poi che "considerando che per le festività natalizie e di fine anno, non si sarebbe potuto votare né in quel giorno, né nelle due settimane successive, siamo arrivati al 13 gennaio".
"Qui - chiarisce Lolli - ho accolto il riferimento previsto dalle norme di poter 'effettuare la propaganda elettorale', il periodo che la legge individua nei 30 giorni precedenti la data del voto per dare modo ai cittadini di farsi pienamente una idea delle proposte in campo, ma anche ai candidati di organizzare riunioni e comizi: un obiettivo che non sarebbe stato possibile raggiungere se la campagna elettorale si fosse svolta durante le festività". In tal senso Lolli sottolinea che "non a caso, nella storia Repubblica non si è mai votato nel mese di gennaio. Tra l'altro, questo avrebbe comportato grossi problemi per il funzionamento degli uffici pubblici preposti alla organizzazione e al controllo delle elezioni. Tutto ciò considerato, la prima data utile possibile è risultata quella del 10 febbraio". "Faccio notare infine che la decisione è stata adottata in un tempo breve essendo le consultazioni cominciate nel mese di settembre, impossibilitati a farle ad agosto per il periodo di ferie, e tenendo solo conto di dati oggettivi senza che nessuna considerazione di ordine politico potesse influenzare la scelta della data", conclude
Leggi Tutto »Vertice Berlusconi – Salvini ad Arcore, attesa per le decisioni sulle regionali
Due ore di riunione ad Arcore tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Un incontro al quale hanno preso parte anche Antonio Tajani e Giancarlo Giorgetti e che fonti di Forza Italia definiscono un "incontro positivo" anche se ambienti del centrodestra precisano che nessuna decisione è stata presa. Che il leader della Lega avesse deciso che la 'visita' al Cavaliere dovesse rimanere in ambito privato è ormai noto tanto che i dossier più caldi come la decisione sulla presidenza della Rai e le alleanze per le elezioni amministrative sono state rinviate ad un successivo incontro. Raccontano che ormai FI non avrebbe problemi a dare i suoi voti a Foa, ma Berlusconi prima di dare il suo via libera ufficiale attende che il Carroccio chiarisca la sua posizione non solo in termini di alleanze per le amministrative, ma anche riguardo alcuni punti ora all'esame del governo come la flat tax o il famoso tetto per la pubblicità in tv ormai cavallo di battaglia del movimento cinque stelle. Nulla di deciso, insomma, ma tutto rinviato ad un nuovo incontro programmato per la prossima settimana nel quale si dovrebbe sbloccare ufficialmente sia su Viale Mazzini sia sui candidati per le elezioni amministrative. Ad invocare l'avvio di un tavolo del centrodestra era stata anche la leader di Fdi Giorgia Meloni. Quello di stasera, si ribadisce negli stessi ambienti, è stato insomma un primo giro di tavolo, "un'infarinatura di tutti i temi" sui quali però non è stata presa ancora nessuna decisione. E se è vero che gli azzurri hanno incassato il sì del leader della Lega a considerare il centrodestra "una condizione necessaria", dall'altra parte chi è vicino al vicepremier ci tiene a ribadire che per la Lega i piani restano distinti: da un lato il governo con i cinque stelle con cui Salvini ha l'obiettivo di arrivare fino alla fine dalla legislatura e dall'altro la coalizione di centrodestra con la quale andare avanti in vista delle elezioni regionali. Due realtà che il segretario della Lega tiene ben distinte. E per capire se la coalizione riuscirà a trovare un'intesa bisognerà dunque aspettare il prossimo incontro al quale prenderà parte anche Giorgia Meloni.
Leggi Tutto »Tajani: in Abruzzo stiamo lavorando a una coalizione di centrodestra
Per le prossime europee Lega e FI correranno da soli ma "per le regionali, noi vogliamo andare uniti, vediamo se la Lega vuole andare unita a noi, non mi sembra che voglia correre con il M5s. In Abruzzo mi sembra che ci sia stata una marcia indietro, noi stiamo lavorando per una grande coalizione di centrodestra anche perche' FI, dati alla mano, nel centro-sud e' il partito piu' forte". "Riemergera' il centrodestra, lo vedremo alle prossime regionali, ma serve un accordo politico complessivo"Lo afferma il presidente dell'Europarlamento e vice presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, a Rtl 102.5. "Io - ha aggiunto riferendosi al governo giallo-verde - scommetto tutto quello che ho sul fatto che non arrivera' a scadenza, ci sono troppe differenze tra i due partiti. Mi sorprenderebbe che solo per interessi di potere vadano avanti a lungo. Lega e M5s hanno interessi troppo diversi, ci sono troppi litigi tutti i giorni, sulla politica industriale, sulla Tav, sulla Tap, anche sul reddito di cittadinanza stesso, non e' coalizione che puo' avere vita lunga, e' coalizione di interesse, e' un accordo contro natura e non durera' a lungo". E sul tema alleanze: "Vogliamo un centrodestra vincente. L'obiettivo strategico di FI e' staccare Salvini dal Movimento 5 Stelle, e, noi vogliamo staccarlo e farlo rientrare nel centrodestra, perche' e' impossibile governare con questo cocktail contro natura".
"A noi interessa il futuro del centrodestra, l'alternativa, in prospettiva, al governo del M5S. Stiamo lavorando come FI per un governo futuro con una coalizione di centrodestra, perche' solo un governo di centrodestra puo' risolvere i problemi degli italiani, a cominciare dalla disoccupazione giovanile". , ha concluso Tajani.
Leggi Tutto »Elezioni, Abruzzo al voto il 10 febbraio
L'Abruzzo tornerà al voto il 10 febbraio 2019 per il rinnovo del Consiglio regionale. La decisione e' stata sancita d'intesa con la Presidente della corte d'appello dell'Aquila Fabrizia Francabandera e sentito il presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio. Domani Lolli firmera' il decreto di fissazione della data delle elezioni con la conseguente convocazione dei comizi elettorali.
Fioccano le reazioni. Il primo a commentare è Fabrizio Di Stefano. "Se finora il 10 febbraio era noto come il Giorno del Ricordo, d'ora in poi diventerà anche il giorno della vergogna dell'Abruzzo", dice Fabrizio Di Stefano. "E' bene essere chiari: si tratta di una scelta politica grave, che prolungherà di fatto l'agonia dell'Abruzzo, che prima è stato malgovernato e poi è stato abbandonato da D'Alfonso. La scelta di fondo da compiere era semplice, ossia tra la politica con la P maiuscola, e quindi voto il 10 novembre, o la politica con la P minuscola che ha avuto un ultimo, inutile senso di autoconservazione e di salvaguardia della poltrona per qualche settimana in più a danno dei cittadini. Restiamo e resto in azione e proseguirò con ancora maggiore determinazione il mio cammino per restituire alla nostra Regione e agli abruzzesi forza, dignità e un governo capace e autorevole".
Forza Italia presenterà un ricorso al Tar contro il decreto del presidente vicario Giovanni Lolli, di convocazione, per il prossimo 10 febbraio, delle elezioni regionali anticipate. Lo ha annunciato il consigliere regionale di Fi, Mauro Febbo. "E' una data inaccettabile, intollerabile, inopportuna: faremo ricorso al Tar", ha spiegato il presidente della commissione di vigilanza.
"Ho già chiamato i nostri legali per impugnare dinanzi al Tar la folle scelta della giunta regionale di indire le prossime elezioni regionali per il 10 febbraio. Ritengo tale decisione non condivisibile, non corretta, contraria al bene dell'Abruzzo e che determinerà un evidente sperpero di denaro pubblico", ha detto dal canto suo il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri commentando la decisione del Presidente Lolli di indire le elezioni il prossimo 10 febbraio 2019. "Il Presidente Lolli, con il garbo che lo contraddistingue, mi ha personalmente comunicato che intende indire le elezioni per il 10 febbraio 2019, peraltro Giorno del Ricordo delle vittime delle Foibe - ha detto il Capogruppo Sospiri -. L'ho ringraziato per la cortesia, l'ho salutato, ma è evidente che sarà battaglia sul profilo legale. Ho già interpellato i nostri legali per impugnare al Tar la decisione, come già avvenuto in altre Regioni, una decisione che contrasteremo in ogni sede possibile. Non solo: considerando che Forza Italia non sta in Regione per scaldare sedie a spese degli abruzzesi, a partire dalla scadenza dei 90 giorni dallo scioglimento dell'assise determinata dalle dimissioni dell'ormai ex Presidente D'Alfonso, ovvero dal 22 novembre, sino al ritorno alle urne, noi restituiremo i soldi delle indennità, tolte ovviamente le tasse".
"E' inaccettabile la scelta del Pd di tornare alle urne nel 2019, a un anno dall'incompatibilità e a sei mesi dalle dimissioni del Presidente D'Alfonso". A sostenerlo è il consigliere regionale del M5S, Sara Marcozzi, candidata alla presidenza della Regione alle prossime amministrative. "Una decisione - aggiunge - che espone a un pericolo enorme l'economia della nostra regione. La legge, infatti, stabilisce che possano essere approvati solo atti "indifferibili" e "urgenti". Il bilancio è certamente un atto indifferibile ma solo relativamente alla parte ordinaria, vale a dire l'approvazione di quella parte di bilancio che riguarda le spese correnti o quelle obbligatorie".
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