E' stato trovato senza vita Matteo Martellini, di Città Sant'Angelo disperso da 36 ore sul Gran Sasso. L.e ricerche, portate avanti con un considerevole numero di tecnici non soltanto del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico ma anche della Guardia di Finanza, si sono concluse poco fa con l'individuazione del cadavere del giovane in un canalino del Monte Camicia del massiccio del Gran Sasso, alta 2564 metri, posta nella sua parte sud-orientale. La salma e' stata trasferita dai soccorritori all'obitorio dell'ospedale dell'Aquila e posta a disposizione dell'autorita' giudiziaria che potrebbe disporre dell'autopsia prima di concedere il nullaosta per i funerali. L'allarme e' scattato venerdi' alle 23,30 da parte di un amico, che sapendo che il giovane era andato sul Gran Sasso, non lo aveva visto tornare. La sua auto e' parcheggiata a Fonte Vetica e la bicicletta a Vado di Sole.
Leggi Tutto »Rottamazione-ter e saldo e stralcio, ultima chiamata per 1,8 milioni di contribuenti
Lunedi' 2 dicembre scade il termine per il pagamento della rata per chi ha aderito alla "rottamazione-ter" e al "saldo e stralcio" delle cartelle (ci sono comunque 5 giorni di 'tolleranza'). Si tratta dell'ultima chiamata per 1,8 milioni di contribuenti che dovrebbe portare nelle casse dello Stato almeno 1,2 miliardi di euro che si aggiungeranno agli 1,6 miliardi gia' incassati a luglio in occasione della prima rata della rottamazione-ter, per un gettito complessivo nel 2019 di 2,8 miliardi atteso dai due provvedimenti di definizione agevolata dei debiti iscritti a ruolo. L'obiettivo di incasso per l'anno in corso e' contenuto nell'atto aggiuntivo tra Mef e Agenzia delle entrate-Riscossione illustrato il mese scorso dal presidente dell'Ente Antonino Maggiore durante l'audizione allla Camera. In quella occasione e' emerso che la prima rata della rottamazione-ter, scaduta il 31 luglio, ha registrato pagamenti superiori alle attese e pertanto a fine anno il risultato complessivo potrebbe anche essere piu' alto del previsto. In effetti la platea dei contribuenti interessati e' molto ampia. La scadenza del 2 dicembre (il termine fissato al 30 novembre cade di sabato ed e' posticipato al lunedi' successivo) riguarda il pagamento della prima rata di circa 385 mila contribuenti che hanno aderito al "saldo e stralcio" e di circa 267 mila "ritardatari" della "rottamazione-ter", cioe' chi ha usufruito della riapertura dei termini fino al 31 luglio 2019 per presentare la domanda (la scadenza iniziale era fissata al 30 aprile 2019). A questa platea si aggiungono circa 1 milione 170 mila contribuenti che hanno aderito alla "rottamazione-ter" entro il 30 aprile, compresi coloro che hanno mancato l'appuntamento della prima rata fissato allo scorso 31 luglio. Per questi ultimi, infatti, e' prevista la possibilita' di rientrare nei benefici della "rottamazione" saldando prima e seconda rata entro il 2 dicembre. Alla stessa data e' fissato il termine per il pagamento della seconda rata della "rottamazione-ter" per i contribuenti che hanno versato la prima entro lo scorso 31 luglio. Il mancato, insufficiente o tardivo pagamento anche di una sola rata, oltre la tolleranza di cinque giorni prevista per legge (sono validi i pagamenti effettuati entro il 9 dicembre 2019), determina l'inefficacia della definizione agevolata, il debito non potra' essere piu' rateizzato e l'Agente della riscossione dovra' riprendere le azioni di recupero
Leggi Tutto »L’84% degli italiani risparmia parte dello stipendio ogni mese
Gli italiani sono 'formiche' nella gestione del denaro: l'84% risparmia parte dello stipendio ogni mese, a fronte di una media europea del 75%. Non sono pero' altrettanto fiduciosi (40% e' pessimista) su un futuro con una pensione dignitosa. Come primi maestri di educazione finanziaria hanno i genitori (53%) e tra le priorita' dei costi affrontare il pagamento delle bollette di luce e gas (83%) e sanita' (60%). Risparmiare e' una scelta fatta soprattutto per le spese inattese (71%) e in classifica mettono prima Internet e la banda larga (56%) dell'affitto (27%).
I dati emergono dalla settima edizione dell'European Payment Consumer Report (Ecpr) di Intrum basato sulle risposte di oltre 24.000 consumatori di 24 Paesi europei (oltre 1.000 in Italia). L'indagine, che punta a ottenere informazioni sulla vita quotidiana, evidenzia che chi non paga le bollette in tempo e' perche' non ha la disponibilita' economica immediata, in linea con il trend europeo. Il 69% afferma di avere pagato tutte le bollette in tempo negli ultimi 12 mesi (77% media europea). Dopo le spese inattese, le buone ragioni per risparmiare sono i consumi (47%). Acquisto di casa (17%) ed educazione (17%) sono i fanalini di coda. Il 26% mette da parte meno del 5% dello stipendio mensile (come in Europa), mentre il 27% mette da parte fra il 5% e il 10%. Il 16% degli italiani non mette da parte soldi mensilmente (25% media europea).
Il 20% afferma di non essere preoccupato di non riuscire a permettersi in futuro l'acquisto di una casa e il 39% non sa se preferirebbe spendere il proprio denaro per godersi il presente oppure per il futuro. Fermo restando che negli ultimi sei mesi il 78% degli intervistati (83% nel 2018) non ha richiesto un prestito e il 60% non ne avrebbe bisogno nemmeno per fare fronte a spese improvvise, tra chi invece l'ha chiesto l'ammontare va dal 10% al 25% dello stipendio mensile. Se si parla di economia familiare pero' negli ultimi 6 mesi, il 51% (20% nel 2018) ha chiesto almeno una volta un prestito o ha aumentato il limite della propria carta di credito per fare acquisti per i propri figli. Quanto a modalita' di pagamento il 68% preferisce i contanti e il 48% paga comunque con la carta di credito. In tutta Europa invece il 52% preferisce il bancomat. Il 56% del campione italiano e' d'accordo pero' nell'affermare che la tecnologia ha semplificato la gestione delle proprie finanze. In campo entra il tema sostenibilita': il 53% degli intervistati riferisce di essere piu' propenso ad acquistare prodotti di natura etica. La sostenibilita' d'altra parte sembra un freno per gli acquisti: per il 38% ha causato una limitazione delle spese
Leggi Tutto »Ortona, Di Nardo: giunta ha fallito, si torni al voto
Leggi Tutto »“Nella giornata di oggi, in Consiglio comunale, è andata in scena la crisi politica della Giunta Castiglione, recentemente azzerata dal sindaco. Una crisi profonda e irreversibile, che è l’ovvia conseguenza dell’assoluto fallimento di questi due anni e mezzo di amministrazione comunale. Riteniamo a questo punto necessario tornare al voto, come chiesto già da tempo, piuttosto che tentare di rimettere insieme i cocci, attraverso accordicchi di potere, che forse potrebbero consentire al sindaco di vivacchiare ancora qualche tempo, ma non certo di governare e fornire le risposte di cui la città e i cittadini ortonesi hanno bisogno”. Così Angelo Di Nardo, capogruppo in Consiglio comunale di Fratelli d’Italia, Lega, Libertà e Bene comune per Ortona, al termine della seduta odierna del Consiglio, che ha visto i banchi riservati ai membri della giunta desolatamente vuoti.
“In attesa di conoscere lo sbocco di questa grave crisi politica – prosegue Di Nardo – consideriamo una grande e duplice vittoria l’approvazione delle mozioni da noi proposte da parte del Consiglio”.
E’ stata infatti approvata, all’unanimità, la proposta di delibera sulla Sasi, che comporterà la convocazione del presidente Basterebbe per riferire nell’ambito della Conferenza dei capigruppo. “La convocazione urgente era un atto dovuto – rimarca il capogruppo del centrodestra - in seguito all’inspiegabile aumento delle tariffe, a fronte delle condizioni sempre più precarie e delle continue interruzioni che interessano la rete idrica locale”.
Approvata, all’unanimità, anche la mozione sulla Legge Meloni. “Con l’approvazione di questa mozione – spiega Di Nardo – il Comune assume l’impegno ad acquistare i seggiolini dotati di dispositivi antiabbandono in favore delle famiglie più bisognose”.
Pronto soccorso, mancano 2 mila medici
Leggi Tutto »Pronto soccorso, mancano 2 mila mediciLa prima proposta è “per evitare l’esplosione del sistema”. È l’incipit, a suo modo allarmante, dell’ultimo comunicato della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu) che lancia l’Sos al presidente Mattarella per chiedere il via libera all’ingresso nella medicina di urgenza di giovani neo laureati.
Cosa accade, per avere toni così definitivi e proposte così dirompenti? Tra l’altro in un settore della sanità così delicato e che può riguardare tutti? È la carenza di medici in Italia, in particolare quelli del Pronto soccorso a spingere il presidente del Simeu, Francesco Rocco Pugliese a lanciare una raccolta firme condivisa da 200 direttori di Pronto soccorso perché è “urgente tamponare i prossimi 5 anni”. La proposta prevede l’assunzione di medici non specialisti, anche neo-laureati, da iscrivere però contemporaneamente in sovrannumero alle Scuole di specializzazione in Medicina d’urgenza. Una via che appare obbligata dettata dal fatto che al
Pronto soccorso dal nord al sud, “sono a rischio chiusura: i medici mancanti sono ormai oltre 2.000 e non si riescono più a coprire i turni”. Il documento dell’Accademia dei direttori Simeu è indirizzato in primis al capo dello Stato Sergio Mattarella ed al ministro della Salute, Roberto Speranza. La prima proposta, per evitare l’esplosione del sistema”, si legge nel documento presentato il 15 novembre scorso e ufficializzato in un incontro al Senato, è proprio l’introduzione dell’”ospedale d’insegnamento”. In altri versi è necessario prevedere l’assunzione temporanea nei Pronto Soccorso di medici non specialisti, anche neo-laureati, o con una specializzazione diversa, da iscrivere contestualmente in sovrannumero alle scuole di specializzazione di Medicina di emergenza. Un modo per inserire i giovani neo laureati o addirittura ancora studenti dentro un sistema lavorativo e quindi di esperienza professionale.
La loro formazione, sempre secondo la proposta della Società italiana di medicina di emergenza urgenza,
avverrebbe per la parte pratica nei dipartimenti d’emergenza, integrata poi dalla formazione teorica nelle sedi universitarie.
In questa maniera, sottolinea il
presidente del Simeu, Francesco Rocco Pugliese, “si ovvierebbe in tempi rapidi alla drammatica carenza di medici nei Pronto Soccorso, con un provvedimento che consentirebbe nell’arco dei prossimi cinque anni di comporre i futuri organici di Ps con soli specialisti in Medicina d’emergenza urgenza”. Tali medici sarebbero destinati nell’immediato, si spiega nel documento, “alla gestione di pazienti con codice a minore priorità ed eseguirebbero la formazione pratica sul campo sotto la supervisione dei direttori”. Per evitare che ci siano tensioni professionali la proposta della Società italiana di medicina di emergenza urgenza,
fa presente che si tratta di “dequalificare i medici d’urgenza ma è necessario tamponare l’emergenza. La nostra è una proposta urgentissima, una misura-tampone temporanea ed eccezionale”.
La Simeu nella sua lettera al presidente Mattarella e ai senatori, ha chiesto anche di “risolvere le carenze strutturali e organizzative”, a partire dalla previsione di un numero congruo di posti letto, e di intervenire sul “grave disagio lavorativo cui sono sottoposti i medici d’urgenza, e che rende poco attrattiva questa professione”. Ciò anche intervenendo decisamente contro il fenomeno delle aggressioni sul luogo di lavoro e prevedendo una valorizzazione economica del lavoro in Emergenza. L’obiettivo, ha concluso Pugliese, è pure “arrestare l’attuale fuga dai Pronto soccorso di professionisti preziosi e difficilmente sostituibili”. Il problema non è solo legato alla carenza di medici di pronto intervento, ma a conti fatti tra
il 2011 e il 2017 il Sistema sanitario nazionale, ha perso più di 4mila unità e l’età media è passata da 51,0 a 52,9 anni. Ciò che più preoccupa, tuttavia, è l’avvicinamento alla pensione del gruppo più folto di professionisti, i circa 25mila medici che nel 2019 hanno tra i 62 e i 66 anni, nonché gli ulteriori 22mila che nel 2019 hanno tra i 57 e i 61 anni.
Quota 100 ha accelerato il congedo di questa parte di lavoratori.
Alle difficoltà causate dall’impatto dei pensionamenti va aggiunta l’insufficiente compensazione causata dal cosiddetto imbuto formativo, il grande ingorgo formatosi all’ingresso della carriera medica in ragione del basso numero di borse di specializzazione disponibili. C’è poi da ricordare il numero chiuso per gli aspiranti giovani che intendono abbracciare la professione medica. Dal pronto soccorso, all’età e fuga dei medici verso la lesione, al numero chiuso degli studi, sono tre problemi che se non risolti tra breve segneranno davvero la crisi del sistema sanitario.
Asl L’Aquila lancia screening per 200mila persone
Screening mammella, collo utero e colon: la Asl provinciale dell'Aquila ha attivato un numero verde per stabilire un filo diretto con i cittadini. L'iniziativa, avviata dalla direzione dell'azienda sanitaria, ha l'obiettivo di sensibilizzare la popolazione sulla necessita' di fare prevenzione e sottoporsi a controlli periodici. Il numero verde 800169326 e' gratuito da rete fissa, se si chiama dal cellulare un avviso indirizza la telefonata al fisso 0862.368702 che prevede un costo in base al gestore prescelto. Il filo diretto con la Asl e' attivo dal lunedi' al venerdi', dalle 9.00 alle 14.00 e dalle 15.00 alle 17.00. Agli operatori si possono chiedere tutte le informazioni su come quando e dove fare gli accertamenti. L'obiettivo della Asl, con scadenze diversificate in base alla programmazione, e' controllare una popolazione di oltre 200mila persone su tutto il comprensorio della provincia. Nello scorso anno, come totale dei tre tipi di screening, la Asl ha effettuato 21.605 esami, 5.300 in piu' rispetto al 2017. Modalita' per i singoli screening. Per i controlli della mammella e del collo dell'utero la Asl invia lettere a domicilio dell'utente, fissando un appuntamento e indicando la struttura a cui rivolgersi. Per la mammografia l'esame si effettua in ospedale mentre per il cervicocarcinoma occorre rivolgersi ai consultori familiari presenti sul territorio provinciale. Nello screening del colon, invece, e' lo stesso utente che provvede al prelievo delle feci tramite una provetta spedita dalla Asl a domicilio insieme a una lettera in cui spiega come eseguire l'operazione e a chi consegnare il materiale organico (centri di raccolta che si trovano nei distretti sanitari). E' il cosiddetto esame di primo livello a cui seguono ulteriori accertamenti solo nel caso in cui l'analisi delle feci risulti positivo, cioe' riveli delle anomalie. Allo screening del colon sono invitate a sottoporsi persone tra i 50-69 anni, cosi' come per quello della mammella: in entrambi i casi i controlli vanno ripetuti ogni 2 anni. La prevenzione del cervicoarcinoma (tumore collo dell'utero) riguarda invece la fascia anagrafica 25-64 anni e l'intervallo di tempo in cui rifare l'esame varia da 5 o 3 anni a seconda dell'eta' della donna. Al numero verde 800169326, oltre alle informazioni sullo screening, si possono chiedere anche appuntamenti per fare la vaccinazione nell'area di L'Aquila
Leggi Tutto »Rapporto ‘Stato del territorio Ue’, tra le eccellenze c’è L’Aquila
Dal rilancio del mercato del lavoro a L'Aquila, all'innovazione sociale a Bolzano, dalla pianificazione urbana a Perugia alla governance di Torino: le citta' italiane sono protagoniste in Europa di pratiche virtuose che trainano la transizione digitale sul territorio. Emerge dal rapporto 'Stato del territorio Ue', curato dai ricercatori del programma europeo Espon, che e' stato presentato a Helsinki. A fare scuola nel mercato del lavoro e' L'Aquila che, grazie alla creazione del Gran Sasso Science Institute, ha attirato dall'estero capitale umano e oggi "sta registrando un aumento del numero di giovani ricercatori stranieri altamente qualificati con ricadute positive sull'economia, rivitalizzazione sociale e crescita di start-up di alto livello tecnologico". Bolzano si distingue per il progetto di intelligenza artificiale gAALaxy, un sistema d'innovazione sociale per offrire assistenza agli anziani che vivono soli. Le case delle persone coinvolte sono state dotate di dispositivi 'smart' che consentono un monitoraggio costante, contatti regolari con familiari o personale specializzato, e una risposta rapida in casi di emergenza. Perugia e' invece un esempio di 'smart city' nella pianificazione urbana grazie alla piattaforma WiseTown, che facilita l'interazione tra l'amministrazione locale e la cittadinanza per la modernizzazione dei servizi pubblici e la gestione della citta'. Infine, Torino e' citata da Espon come un modello di "coordinamento, pianificazione e interazione" nella governance di una citta' metropolitana, "forte capacita' amministrativa e giuridica", nonche' "coinvolgimento dei cittadini in iniziative europee".
Leggi Tutto »Ferito durante la caccia al cinghiale a Monteodorisio
Incidente di caccia nelle campagne di Montedorisio, in localita' fondovalle Sinello. Un cinquantunenne era impegnato con amici in una battuta di caccia al cinghiale quando e' stato raggiunto da un colpo di fucile alla regione inguinale. Con una forte emorragia e' stato trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di Vasto dove i medici hanno disposto l'immediato trasferimento al policlinico di Chieti in eliambulanza. Sul luogo dell'incidente sono giunti i Carabinieri della stazione di Cupello, coordinati dalla Compagnia di Vasto, per identificare i cacciatori presenti e ricostruire l'episodio
Leggi Tutto »Sospese per il buio le ricerche del 30enne disperso sul Gran Sasso
Sospese a causa del buio le ricerche del 30enne di Citta' Sant'Angelo disperso da ieri sul Gran Sasso. Le attivita', che fino ad ora hanno dato esito negativo, riprenderanno domani all'alba. Il lungo sentiero del Centenario, gia' sorvolato in entrambi i versanti da due elicotteri del 118 e dei Vigili del Fuoco, sara' nuovamente percorso nella giornata di domani. Oggetto delle ricerche saranno anche sentieri e canali che il giovane potrebbe aver percorso per sfuggire al maltempo che nel pomeriggio di ieri si e' riversato sul Gran Sasso. Le ricerche oggi sono state condotte da un considerevole numero di tecnici non soltanto del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, ma anche della Guardia di Finanza. L'allarme e' stato lanciato attorno alle 23.30 di ieri, quando il giovane non e' tornato a casa. La sua auto e la sua bicicletta sono state trovate a Campo Imperatore
Leggi Tutto »L’Italia si colloca al penultimo posto nell’UE per gli Investimenti Diretti Esteri
L'Italia si colloca al penultimo posto nell'Unione Europea per gli Investimenti Diretti Esteri (Ide). Nel 2018, infatti, questi ultimi ammontavano al 20,5% del pil, pari a 361,1 miliardi di euro (contro 21,7% nel 2017). Tra i paesi dell'Ue monitorati dall'Ocse, solo la Grecia registra un risultato peggiore del nostro. E' quanto emerge da un'analisi effettuata dalla CGIA di Mestre evidenziando che l'Italia non è un Paese attrattivo per gli investitori stranieri. "Purtroppo, le tante problematiche a cui sono sottoposti quotidianamente i nostri imprenditori hanno innalzato nel tempo una ipotetica barriera d'ingresso che 'dirotta' altrove gli interessi degli investitori esteri", sottolinea la CGIA. "D'altronde, con tante tasse, una burocrazia asfissiante, poca certezza del diritto, una giustizia civile lenta e poco efficiente, tempi di pagamento della nostra Pubblica Amministrazione tra i più elevati d'Europa e un deficit infrastrutturale spaventoso, non c'è da meravigliarsi se l'Italia si colloca al penultimo posto nell'Unione Europea per gli Investimenti Diretti Esteri", aggiunge la CGIA. "Premesso che, ad esempio, ArcelorMittal, Embraco, Whirlpool e molte altre multinazionali non sono certo delle onlus, ma delle realtà fortemente determinate a perseguire i propri interessi spesso in barba agli accordi preventivamente sottoscritti con le parti sociali, è altrettanto evidente che le responsabilità di un loro possibile addio vanno ricercate anche in un clima generale di avversione nei confronti delle aziende presenti nel nostro Paese", sottolinea il coordinatore dell'Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo.
Secondo gli ultimi dati Istat disponibili (anno 2017), le multinazionali, ovvero le imprese a controllo estero residenti in Italia, sfiorano le 15.000 unità, danno lavoro a poco più di 1.350.000 addetti e producono 572,3 miliardi di euro di fatturato all'anno. Dei 372,1 miliardi di euro di Ide presenti nel nostro paese nel 2017, il 27,8 per cento circa (pari a 103,4 miliardi di euro) ha interessato il settore manifatturiero (in particolar modo alimentari/bevande, autoveicoli, metalli e prodotti di metallo, etc.). Seguono la attività professionali, scientifiche e tecniche, in parte ascrivibili a consulenze aziendali di vario tipo, che incidono per il 21,4% (79,5 miliardi di euro) e il commercio e l'autoriparazione con il 10,8% (40 miliardi di euro). Gli ambiti dove la presenza pubblica è più significativa sono anche quelli dove si registrano i livelli più bassi di investimenti diretti esteri. E' il caso del settore artistico con 742 milioni, di quello riferito all'acqua, reti fognarie e rifiuti con 401 milioni e nella sanità/assistenza sociale con 110 milioni di euro
Leggi Tutto »