Redazione Notizie D'Abruzzo

Raffaele Paolucci Conte di Valmaggiore 100 anni dopo l’affondamento della Viribus Unitis

 

Raffaele Paolucci Conte di Valmaggiore 100 anni dopo l’affondamento della Viribus Unitis

Raffaele Paolucci nacque a Roma il primo giugno 1892 da Nicola ufficiale della Regia Marina nativo di Orsogna e da Rachele di Crecchio che era nata a Castrovillari perché il padre Antonio nativo di Lanciano esercitava la funzione di pretore. Egli si definiva quindi un perfetto abruzzese della provincia di Chieti. Nel 1910 si iscrisse alla facoltà di Medicina dell’Università di Napoli interrompendo le lezioni per adempiere come volontario al servizio militare nella Compagnia di Sanità Militare dove fu nominato sergente. Il 4 aprile 1916 si laureò a pieni voti e con lode. Della sua partecipazione alla prima Guerra Mondiale diremo in seguito.

La carriera accademica e politica

Nel1919 fu congedato dall’esercito con il grado di tenente colonnello. Il suo interesse preminente era la Chirurgia Generale e quindi frequentò le Cliniche Chirurgiche delle Università di Napoli e di Siena. Nel 1920 fu nominato assistente ordinario presso la Clinica Chirurgica di Modena. In questo periodo contribuì a fondare il reparto di chirurgia dell’ospedale di Lanciano. Alla attività chirurgica associava quella politica. Nel 1921 Dino Zanetti fonda l’associazione “Sempre pronti per la Patria e per il Re”. La associazione che contava 80.000 membri in tutta Italia era nota anche come Camicie Azzurre in quanto indossavano una camicia di colore azzurro Savoia. Paolucci divenne comandante generale di questa organizzazione comprendente reduci, mutilati e decorati. Era un raggruppamento pacifico e disarmato, creato per opporsi alle squadre fasciste. Questo elemento mette in chiaro il fatto che Paolucci, non fu mai fascista, era invece un ardente monarchico. Bisogna però tener conto che nel ventennio esisteva una diarchia tra Monarchia e Regime. Nel 1921 dietro insistenza di Giovanni Gentile pur non avendo ancora l’età legale (29 anni invece dei 30 richiesti) fu eletto deputato al parlamento tra le file del Blocco Nazionale costituito dai nazionalisti capitanati da Luigi Federzoni. Nel 1924, allora non esisteva l’aspettativa per gli incarichi parlamentari, conseguì la Libera Docenza in Patologia Chirurgica e nel 1925 ebbe l’incarico per la medesima disciplina nell’Università di Bari. Nel 1928 sposò Margherita, figlia del generale Pollio ex capo di Stato Maggiore dell’Esercito da cui ebbe Nicoletta che sposò il prof. Giovanni Marcozzi allora suo aiuto. Poiché Marcozzi divenne in seguito ordinario di Clinica Chirurgica a Perugia alcune male lingue dissero che le pubblicazioni più importanti di Marcozzi erano quelle di nozze. In realtà con grande correttezza Paolucci allontanò il genero dalla Clinica Chirurgica e Giovanni Marcozzi divenne aiuto di Pietro Valdoni allora Patologo Chirurgo a Roma. La sua carriera si deve quindi a Valdoni e Marcozzi fu richiamato a Roma a ricoprire la cattedra di Semeiotica Chirurgica quando il suocero era ormai scomparso essendo deceduto all’improvviso a soli 66 anni nel 1958.Una famigerata legge fascista imponeva che tutti i dipendenti dello Stato e quindi anche i professori universitari si iscrivessero al Partito Nazionale Fascista pena la decadenza dall’incarico. Quasi tutti i professori universitari, tranne dodici, si iscrissero al Partito facendo di necessità virtù se si può chiamare virtù il salvaguardare la propria posizione. Tra i dodici fu costretto nel 1931 a lasciare la cattedra il Clinico Chirurgo di Bologna Bartolo Nigrisoli che godeva di grande apprezzamento nella propria facoltà e nel mondo accademico chirurgico. Antonio Gasbarrini patologo medico a Bologna, conterraneo ed estimatore di Paolucci convinse la Facoltà a chiamare il prof. Raffaele Paolucci ad occupare la cattedra lasciata libera da Nigrisoli. Questo fatto determinò in Paolucci un grande imbarazzo perché non voleva apparire come un soggetto che si era avvantaggiato per le altrui disgrazie. Per accettare la chiamata pretese di conoscere l’opinione del rettore che era favorevole e si decise solo dopo che con grande generosità e nobiltà d’animo Nigrisoli tenne un discorso in facoltà favorevole alla di lui chiamata. Fino al 1943 fu riconfermato deputato nelle file del Partito Nazionale Fasciata e dal 1924 esercitò la funzione di vice presidente della Camera dei Deputati. Nel settembre del 1935 fu richiamato alle armi e partecipò alla guerra di Etiopia al comando dell’ambulanza chirurgica speciale. Nell’ospedale da lui organizzato furono operati non soltanto i feriti italiani ma anche quelli abissini e pazienti della popolazione civile vittime di traumi e di malattie. Rientrato in Italia fu nominato colonnello e in seguito maggiore generale medico per meriti speciali. Durante il secondo conflitto mondiale fu richiamato in servizio operando presso la Direzione Generale della Sanità Militare della Marina mantenendo l’incarico sino all’8 settembre del 1943. Essendo come abbiamo detto monarchico e non fascista seguì il Re nel regno del Sud e riprese l’incarico di generale medico con il Regio Esercito. Con la nascita della Repubblica fu epurato per breve tempo da ogni incarico. Reintegrato nei diritti civili fu chiamato a dirigere la Clinica Chirurgica nell’Università di Roma. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche e di un trattato di chirurgia in cinque volumi eseguì oltre trentamila interventi chirurgici. Dedicò i suoi interessi alla chirurgia addominale e toracica ed era nota la sua accuratezza, atraumaticità ed eleganza mostrate durante le operazioni. Di grande cultura e dotato di una non comune capacità oratoria teneva splendide lezioni di Clinica Chirurgica frequentate non solo da studenti e colleghi ma anche da personalità della cultura. Ebbe numerosi e valorosi allievi. Abbiamo già ricordato Marcozzi; tra i tanti dobbiamo ricordare due figure di grande spicco. Ettore Ruggeri Clinico Chirurgo a Napoli e Giorgio Di Matteo Clinico Chirurgo alla Sapienza nonché pro rettore e presidente della Società Italiana di Chirurgia così come il suo maestro era stato vice presidente dell’International Society of Surgeons. Poiché gli invidiosi non mancano mai, un primario chirurgo del policlinico abile anche a tentare di ferire con la lingua soleva definirlo come l’affondatore che non sa affondare il duodeno e durante le festività natalizie, comprata una zampogna da un pastore abruzzese, gliela regalò alludendo al fatto che gli abruzzesi non sono altro che pastori. Non sapeva evidentemente che quando Andrea Bafile, capitano abruzzese della Marina, caduto sul Piave, medaglia d’oro alla memoria fu tumulato alle pendici della Maiella Madre gli elogi funebri furono tenuti da Paolucci e da D’Annunzio che erano tutt’altro che pastori. Ripresa anche l’attività politica fu eletto senatore nella seconda legislatura e deputato nella terza per pochi mesi prima della morte; in quell’Aula sedevano vicini l’eroe abruzzese e la Medaglia d’oro Luigi Durand de la Penne che il 19 dicembre 1941 aveva affondato nel porto di Alessandria la corazzata inglese Valiant. In questo consesso conobbe Remo Gaspari, anche lui alla sua seconda legislatura che ne riportò una forte impressione come quella di un personaggio che metteva la sua attività di medico e di servitore della patria al di sopra di tutto. Riposa ad Orsogna secondo le sue volontà espresse alla madre in una lettera prima dell’impresa di Pola. Se fosse morto con onore voleva infatti essere sepolto ad Orsogna da cui lo sguardo spazia dalla Maiella al mare.

 

Paolucci nella prima Guerra Mondiale

Richiamato in servizio il 4 gennaio 1915 e destinato ad un ospedale sito sul Carso, ottenne una medaglia di bronzo per meriti sanitari. Laureatosi in Medicina fu nominato tenente medico presso l’ottavo reggimento bersaglieri e, su sua richiesta, trasferito in marina. Assegnato al comando superiore dei MAS guidato dal capitano di vascello Costanzo Ciano partecipò allo sviluppo di tecniche di immersione subacquea allo sviluppo delle quali il suo contributo medico fu essenziale. Partecipò alla realizzazione di speciali mezzi d’assalto costituiti da torpedini semoventi chiamate mignatte ideate dal maggiore del genio navale Raffaele Rossetti. I due intrepidi marinai dopo sette ore di immersione penetrarono il 1 novembre 1918 nel porto di Pola e affondarono la nave appoggio Wien e la corazzata Viribus Unitis le cui ancore adornano ora l’ingresso del Ministero della Marina che dà sul Lungotevere. Collocati gli ordigni i due marinai emersero e avvertirono il comandante della corazzata che la nave sarebbe saltata in aria per cui facesse mettere in salvo i marinai. Non avendo i mezzi per procedere da soli gli austriaci chiesero dove esattamente era collocata la torpedine e al loro rifiuto Paolucci e Rossetti furono rinchiusi all’interno della nave da cui furono poi tirati fuori qualche minuto prima che si verificasse l’esplosione. Anche Durand de la Penne e il suo compagno Bianchi avvertirono Morgan, comandante della Valiant che la nave era minata e che poteva mettere in salvo i marinai. Anche loro che si rifiutavano di dare ulteriori informazioni furono rinchiusi in una cabina. Gli inglesi però, meno cavallereschi degli austriaci, ce li lasciarono dentro fino all’affondamento della corazzata da cui si salvarono miracolosamente.

Paolucci e Rossetti, presi prigionieri e liberati il 5 novembre furono insigniti della medaglia d’oro. A questa onorificenza per Paolucci vanno aggiunte una medaglia d’oro al merito della croce rossa italiana e medaglie degli Stati Uniti, della Gran Bretagna, della Polonia e la Legione d’onore francese tutte per meriti di guerra. Non mancò qualche critico che osservò che se le navi austriache non fossero state affondate sarebbero state preda di guerra e quindi Paolucci e Rossetti avevano affondato navi che stavano per diventare italiane. A prescindere dal fatto che il primo novembre, pur andando bene le cose per l’esercito italiano, non era ancora noto quando la guerra sarebbe finita, si devono considerare due cose. La prima è che Paolucci e Rossetti compirono una impresa di eccezionale difficoltà rischiando la propria vita. La seconda è che non è affatto detto che quelle navi sarebbero state consegnate all’Italia. Bisogna ricordare che il presidente americano Wilson, il principale autore della “vittoria mutilata” si opponeva alla sovranità dell’Italia sull’Istria e la Dalmazia e sosteneva la creazione dello stato jugoslavo che con molta probabilità si sarebbe appropriato di quelle navi che avrebbero continuato quindi ad essere una minaccia per la libera navigazione dell’Italia nell’Adriatico.

A dieci anni dalla scomparsa una statua fu eretta ad Orsogna in ricordo di Raffaele Paolucci. Alla inaugurazione del monumento erano tra gli altri presenti i Professori Di Matteo, Stefanini e Valdoni. La bella cerimonia fu presieduta dal Ministro delle Poste e dal Sottosegretario all’Interno,Spataro e Gaspari ,entrambi abruzzesi.

 

 

 

 

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Partono i lavori dell’Osservatorio Nazionale sulla Comunicazione Digitale

Partono i lavori dell’Osservatorio Nazionale sulla Comunicazione Digitale, promosso e organizzato da PA Social, associazione nazionale per la nuova comunicazione, e dall’Istituto Piepoli. Una struttura di analisi, ricerca e approfondimento e un punto di riferimento per esperti di comunicazione e cittadini, che indagherà sul rapporto tra opinione pubblica e comunicazione digitale.L’Osservatorio Nazionale sulla Comunicazione Digitale, il cui Direttore è Livio Gigliuto, fornirà chiavi di lettura e dati oggettivi sulla trasformazione della società attraverso la realizzazione collettiva di studi, ricerche, analisi e letture. Sono tre le principali tematiche di riferimento: Pubblica Amministrazione, coordinato da Sergio Talamo; Utilities, coordinato da Gianluca Spitella e Imprese coordinato da Marco Bani.Ad oggi hanno aderito e daranno un contributo decisivo importanti partner istituzionali come InfoCamere, Anci Comunicare, gli Istituti Fisioterapici Ospitalieri, l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e Istituto Dermatologico San Gallicano, Federsanità Anci, i partner tecnologici Eco della Stampa, Doxee, IPress Live, Cittadini di Twitter, Gastone Crm, IlGiornaledellaProtezioneCivile.it.

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Marsilio a Roma in difesa del tribunale di Vasto

E' annunciata anche la presenza di Marco Marsilio, neo presidente della Regione Abruzzo, alla manifestazione in programma mercoledì 21 marzo a Roma, davanti al Ministero di Giustizia, in risposta alla chiamata alle armi dell'avvocato Angela Pennetta in difesa del Tribunale di Vasto. "Il governatore Marsilio mi ha confermato la sua presenza al sit-in - dichiara l'avvocato vastese - al quale parteciperanno anche 28 sindaci del nostro territorio per la salvezza del tribunale di Vasto. La presenza a Roma di Marsilio rende la trasferta ancora più importante". La partenza dei sindaci avverrà da Vasto dal piazzale del bus terminal, con un autobus messo a disposizione della penalista vastese promotrice dell'evento, e si concluderà in via Arenula all'ingresso del dicastero del ministro Bonafede.

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Febbo chiede le dimissioni dei vertici degli enti strumentali

L'assessore alle Attività produttive e Turismo, Mauro Febbo, ha incontrato i responsabili degli enti strumentali e delle partecipate che hanno più stretti rapporti con le deleghe a lui assegnate. "Ho iniziato a prendere visione dell'attuale situazione dei diversi Servizi dei Dipartimenti legati alle mie deleghe. Adesso bisogna sviluppare un piano di lavoro lineare per portare a termine obiettivi concreti per la crescita della Regione", spiega Febbo. "Oggi ho incontrato i responsabili degli enti che dipendono dalle mie Direzioni, ovvero il presidente Arap Giampiero Leombroni, il presidente di Fira Alessandro Felicci, il presidente di Abruzzo Sviluppo Manuel De Monte e il presidente del Collegio dei Liquidatori del Consorzio Industriale Pescara-Chieti Camillo D'Angelo. A loro ho chiesto di rassegnare le proprie dimissioni a seguito dell'avvicendarsi del nuovo governo regionale di centrodestra, che ovviamente saranno valutate in riferimento agli obiettivi condivisi di strettissima attualità", conclude Febbo, precisando che nei prossimi giorni continuerà a confrontarsi con tutta la struttura regionale.

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Turismo, l’Abruzzo in vetrina al Salone di Parigi

Il Dipartimento Turismo, Cultura e Paesaggio della Regione Abruzzo, da ieri fino al 17 marzo, partecipa al Salon Destinations Nature & Mondial du Tourisme al Paris Expo, Viparis - Portes de Versailles (Padiglione 4 Stand G097), il salone di riferimento per i viaggiatori amanti del trekking e più in generale per le vacanze all'aria aperta, dedicato a sport, natura e turismo attivo, che nella passata edizione ha visto un pubblico di circa 172.000 visitatori. La Regione presenterà gli elementi di attrattività di una Destinazione capace di catturare l'interesse degli operatori turistici e di un pubblico alla ricerca di escursioni, sentieri a piedi, in bici, a cavallo, cammini, nordic walking, nei boschi e nei parchi naturali dove ritrovare il benessere psicofisicoinsomma della soluzione ideale per partire al di fuori delle destinazioni più conosciute. Il Dipartimento proporrà al mercato francese - che muove un flusso turistico verso l'Italia di 3,5 milioni di arrivi, con circa 10,6 milioni di presenze, con un trend in costante aumento - la sua migliore offerta turistica, per far conoscere le diverse tipologie di proposta disponibili: dalla vacanza attiva al turismo slow, dai pacchetti per la famiglia a quelli più specifici per il pubblico estero che è sempre più attratto dal nostro territorio. Proseguendo, quindi, nella strategia di presenza sui principali mercati obiettivo, l'Abruzzo continua a raccontare e proporre un viaggio di scoperta, smart ma anche suggestivo, "wild" ma anche spirituale, capace di sorprendere sempre. Filo conduttore di tutte le tappe di questo ricco e intenso calendario fieristico è senza dubbio l'offerta di viaggio lento, dai cammini al trekking, al cicloturismo, ai percorsi spirituali per far assaporare gli aspetti più intimi di ogni luogo: un'attenzione in linea con il tema del 2019, Anno Internazionale del Turismo Lento.

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Aperta un’inchiesta sulla demolizione dell’ex fornace Moscufo

La procura di Pescara ha aperto un fascicolo sui lavori di demolizione dell'ex fornace di Moscufo. Il pm Salvatore Campochiaro ipotizza violazioni delle norme in materia ambientale. Ci sarebbe anche un indagato, che risulterebbe coinvolto nei lavori di demolizione. Nei giorni scorsi i carabinieri forestali di Pescara hanno acquisito documentazione nel Comune di Moscufo e all'ufficio Suap di Pescara. L'area oggetto del procedimento rientra nell'elenco dei siti industriali dismessi dalla Regione e dunque potenzialmente contaminati. Nel mirino e' finito l'iter autorizzativo dei lavori, che risulterebbe carente della necessaria documentazione e, in particolare, della Segnalazione certificata di inizio attivita' (Scia). Lo scorso febbraio il Comune di Moscufo aveva emesso un provvedimento cautelare, con cui aveva ordinato la sospensione dei lavori di demolizione del fabbricato, di sistemazione e spostamento della strada esistente e del piazzale di stoccaggio del materiale inerte. 

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Incendio a Città Sant’Angelo, Arta: nessun incremento significativo delle concentrazioni degli inquinanti

Nessun incremento significativo delle concentrazioni degli inquinanti (polveri sottili PM10 e PM2.5, biossido di azoto, monossido di carbonio, benzene) rispetto ai valori mediamente rilevati nella stagione in corso e Indice di Qualità dell'Aria (IQA) "accettabile": sono i dati rilevati ieri dalla centralina Arta di Montesilvano, in corso Umberto, la più vicina al capannone che ieri è stato distrutto da un incendio, a Città Sant'Angelo. Lo rende noto la stessa Arta, in attesa dei risultati sui campioni prelevati sul posto. La visione delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona confermano che è esclusa l'origine dolosa. Tra le prime ipotesi fatte dai Vigili del fuoco vi è quella di un corto circuito. I danni provocati dall'incendio, che ha completamente distrutto il capannone, sono ancora in corso di quantificazione. 

L'Arta, infatti, sollecitata dal sindaco della città angolana, Gabriele Florindi, ha subito raggiunto l'area per gli accertamenti di competenza. Sono in corso al laboratorio del Distretto provinciale di Pescara le analisi sui campioni di aria e acque di spegnimento prelevati dai tecnici. Non appena disponibili, i risultati verranno trasmessi ai Comuni interessati, alla Asl di Pescara e tempestivamente diffusi, fa sapere l'Agenzia. 

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Porto di Pescara, interrogazione di Castaldi (M5S) 

Un'interrogazione al ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, in cui si chiede l'interessamento e la rivendicazione della sua competenza esclusiva in merito ai lavori riguardanti il porto di Pescara, è stata presentata dal senatore del M5S, Gianluca Castaldi. Nel documento si chiede se il ministro "attraverso adeguati atti e iniziative, non intenda rivendicare la propria competenza esclusiva in materia di Via relativa a nuovi porti e modifiche di porti esistenti avocando a sé la procedura per svolgere la Valutazione di impatto ambientale; se non ritenga utile e necessario, in questo tipo di Valutazione ambientale, considerare anche gli effetti dei cambiamenti climatici su opere che hanno una vita utile di 50-100 anni".

"Le opere vanno però fatte con trasparenza, nell'interesse degli italiani, nel rispetto dell'ambiente e senza furbizie o forzature per aggirare le regole. A Pescara, invece, da anni si cerca di costruire un porto come se fosse un puzzle, un pezzo alla volta, per non svelare da subito la vera immagine del progetto finale. Sono stati appaltati progetti, come il taglio della diga foranea e la realizzazione di una scogliera sommersa, senza completare le procedure valutative ambientali a livello nazionale", spiega Castaldi.

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Fermata in aeroporto con 63mila euro

Una donna in partenza per il Belgio (Charleroi) è stata bloccata dalla Guardia Finanza all'aeroporto di Pescara con 63mila euro in contanti. E' accaduto ieri quando le Fiamme Gialle, congiuntamente a Funzionari dell'Agenzia Dogane e Monopoli, hanno fermato nell'area doganale dell'aeroporto la cittadina belga. La donna ha inizialmente negato di detenere valuta, anche se i militari hanno proceduto ad effettuare un controllo sul bagaglio a mano dove, sono stati trovati i contanti, nella maggior parte in pezzi da 500 euro. Alle domande dei finanzieri la donna ha risposto che la valuta trovata in suo possesso era frutto di risparmi e che sarebbe servita per l'acquisto di immobili. E' stato eseguito, così in base alla legge italiana il sequestro amministrativo della somma di oltre 26 mila euro pari al 50% del denaro contante eccedente la soglia di 10 mila euro (limite di movimentazione ammesso al seguito della persona, somma oltre la quale è obbligatorio presentare la dichiarazione valutaria). 

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Studio Cisl, in Abruzzo occupati crescono di 8 mila unità 

L'Abruzzo nel 2018 ha recuperato quasi 8mila occupati rispetto al 2017, ma non riesce a riprendere i numeri degli anni precedenti la crisi economica. Questo il dato saliente su cui si è discusso questa mattina presso la sede regionale della Cisl Abruzzo, alla presenza del professore Pino Mauro, economista e docente dell'Università D'Annunzio. "C'è un segnale incoraggiante perché l'occupazione cresce di 8 mila unità con una percentuale dell'1,4% che rappresenta un dato al di sopra di quella nazionale. Questo è il dato confortante, ma all'interno però dell'occupazione vi sono settori che crescono di più - ha detto Pino Mauro - e altri che viceversa perdono occupati. Per esempio il manifatturiero dopo la grande spinta avuta negli anni precedenti, registra qualche segnale di sofferenza. Viceversa crescono il settore delle costruzioni e dei servizi. Se noi però prendiamo nel complesso l'intero complesso occupazionale e lo confrontiamo con la fase pre crisi e cioè a dieci anni prima, ancora mancano all'appello 12 mila posti di lavoro e questo è il dato che va assolutamente evidenziato". "La seconda cosa da sottolineare - ha aggiunto - è che si conferma anche l'andamento trainante delle esportazioni che però assume sempre più il volto dei mezzi di trasporto. Oltre il 50% delle esportazioni è rappresentato dai mezzi di trasporto dei nostri operatori e questo significa che noi abbiamo un numero ristretto di operatori e abbiamo un ammontare di esportazioni molto elevato. Quindi in definitiva, in un periodo di recessione, visto che i dati sul Pil nazionale parlano di una crescita fra lo 0,2 e 0,4%, credo che si debba operare assolutamente e con immediatezza su tre fronti: uno puntando sugli investimenti pubblici perché è l'unico modo per far crescere l'occupazione e affinché si possa mettere in atto un piano infrastrutturale; il secondo è quello di ripristinare un circuito virtuoso tra banche e imprese, fondamentale soprattutto per quelle imprese che hanno adottato sistemi di ristrutturazione e hanno bisogno di liquidità e infine la cosa più importante a medio termine è quella dell'innovazione perché la competitività oggi avviene fra territori più che fra Paesi, è necessario che il territorio abruzzese subisca un processo di modernizzazione".

Il segretario interregionale della CISL Abruzzo-Molise Leo Malandra si rivolge alla Regione Abruzzo: "Il quadro della nostra regione è ancora negativo dal punto di vista occupazionale perché non riusciamo ancora a raggiungere i livelli del 2008, e questo ci pone il tema che l'Abruzzo non può più attendere. Abbiamo bisogno di Infrastrutturazioni, competitività del territorio, innovazione e sostegno al credito per le piccole imprese e quelle artigiane che rappresentano il tessuto che oggi ha bisogno di sostegno, come pure ha bisogno di sostegno la grande industria rispetto alle Infrastrutture che devono essere modernizzate".

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