Redazione Notizie D'Abruzzo

I media digitali e la fine dello star system, il rapporto Censis

Nel 2018 la televisione registra una leggera flessione di telespettatori, determinata dal calo delle sue forme di diffusione più tradizionali. La tv digitale terrestre e la tv satellitare si attestano, rispettivamente, all'89,9% e al 41,2% di utenza tra gli italiani: entrambe cedono il 2,3% di pubblico nell'ultimo anno. Continuano a crescere invece la tv via internet (web tv e smart tv possono contare su una utenza del 30,1%, +3,3% in un anno) e la mobile tv (che è passata dall'1% del 2007 all'attuale 25,9% di spettatori, con un aumento del 3,8% nell'ultimo anno). L'incremento di utenti dei servizi video digitali è uno dei cambiamenti più rilevanti del 2018: in un anno gli italiani che guardano i programmi delle piattaforme di tv on demand sono aumentati dall'11,1% al 17,9%, con punte del 29,1% tra i giovani under 30. La radio continua a rivelarsi all'avanguardia nei processi di ibridazione del sistema dei media. Complessivamente, i radioascoltatori sono il 79,3% degli italiani. Se la radio tradizionale perde 2,9 punti percentuali di utenza (oggi al 56,2%), come l'autoradio (con il 67,7% di utenza, -2,5% rispetto allo scorso anno), la flessione è compensata dall'ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc (lo fa il 17% degli italiani) e soprattutto attraverso lo smartphone (con una utenza al 20,7%, +1,6% rispetto allo scorso anno). Gli italiani che usano internet aumentano dal 75,2% al 78,4% (+3,2% rispetto allo scorso anno e +33,1% dal 2007). Quelli che utilizzano gli smartphone salgono dal 69,6% al 73,8% (+4,2% nell'ultimo anno, mentre ancora nel 2009 li usava solo il 15% della popolazione). Gli utenti dei social network crescono ancora, dal 67,3% al 72,5% della popolazione. Aumentano gli utenti di WhatsApp: il 67,5% degli italiani, l'81,6% degli under 30. Più della metà della popolazione usa i due social network più popolari: Facebook (56%) e YouTube (51,8%). Notevole è il passo in avanti di Instagram, che arriva al 26,7% di utenza (e al 55,2% tra i giovani). Mentre Twitter scende al 12,3%.

Nel 2007 i quotidiani erano letti dal 67% degli italiani, ridotti al 37,4% nel 2018 (anche se nell'ultimo anno registrano un +1,6% di utenza). Il calo non è stato compensato dai giornali online, che nello stesso periodo hanno incrementato l'utenza solo dal 21,1% al 26,3%. Ma gli altri portali web di informazione sono consultati dal 46,1% degli italiani. Restano stabili i settimanali (con il 30,8% di lettori, -0,2% in un anno) e i mensili (con il 26,5% di lettori, -0,3%). Anche i lettori di libri continuano a diminuire anno dopo anno. Se nel 2007 il 59,4% degli italiani aveva letto almeno un libro nel corso dell'anno, nel 2018 il dato è sceso al 42% (-0,9% rispetto allo scorso anno). Né gli e-book (letti solo dall'8,5% degli italiani, -1,1% nell'ultimo anno) hanno compensato la riduzione.

Il valore dei consumi complessivi delle famiglie non è ancora tornato ai livelli pre-crisi (-2,7% nel 2017 rispetto al 2007), ma la spesa per smartphone è più che triplicata nel decennio (+221,6%, per un valore di quasi 6,2 miliardi di euro nell'ultimo anno), quella per computer è aumentata del 54,7%, i servizi di telefonia si sono riassestati in basso per effetto di un riequilibrio tariffario (-10,4% nel periodo 2007-2017, per un valore però di quasi 17,5 miliardi di euro nell'ultimo anno) e la spesa per libri e giornali ha subito un collo (-38,8% nel decennio). Complessivamente, nel 2017 la spesa per cellulari, servizi di telefonia e traffico dati ha raggiunto i 23,7 miliardi di euro.

I giovani si muovono con agilità nel sistema della comunicazione digitale, sfruttando più di chiunque altro tutte le opportunità offerte. Tra gli under 30 la quota di utenti di internet supera il 90%, mentre è ferma al 42,5% tra gli over 65. Più dell'86% dei primi usa lo smartphone, ma lo fa solo il 35% dei secondi. Più del 70% dei giovani è iscritto a Facebook e usa YouTube, contro circa il 20% degli anziani. Più della metà dei giovani consulta i siti web di informazione, contro appena un quinto degli anziani. Quasi il 47% dei primi guarda la web tv, contro appena il 9,5% dei secondi. Oltre il 35% dei giovani ascolta la radio attraverso il telefono cellulare, mentre lo fa solo il 4% dei longevi. Su Twitter c'è un quarto dei giovani e un marginale 3% scarso degli over 65.

In merito al ruolo svolto dai social network nella comunicazione politica, gli italiani si dividono tra fautori e detrattori in due parti quasi uguali. Il 16,8% ritiene che svolgono una funzione preziosa, perché così i politici possono parlare direttamente ai cittadini, senza filtri. Il 30,3% pensa che siano utili, perché in questo modo i cittadini possono dire la loro rivolgendosi direttamente ai politici. Invece, il 23,7% crede che siano inutili, perché le notizie importanti si trovano sui giornali e in tv, il resto è gossip. Infine, il 29,2% è convinto che siano dannosi, perché favoriscono il populismo attraverso le semplificazioni, gli slogan e gli insulti rivolti agli avversari. In sintesi, i giudizi positivi sulla disintermediazione digitale in politica sono espressi da una percentuale che sfiora la metà degli italiani: complessivamente, il 47,1%.

Nell'era biomediatica uno vale un divo. Uno degli effetti della disintermediazione digitale è la fine dello star system tradizionale. Con la conseguente rottura del meccanismo di identificazione e proiezione sociale che in passato veniva attivato dalla fascinazione esercitata dal pantheon delle celebrità: prima venerate e oggi smitizzate nel disincanto del mondo. Il divismo aveva impregnato gran parte della cultura di massa del '900, legato al medium per eccellenza di quella cultura: il cinema. Oggi la moltitudine dei soggetti, novelli Prometeo dell'era digitale, ha trascinato quel pantheon giù dall'Olimpo. Uno vale un divo: siamo tutti divi. O nessuno, in realtà, lo è più. La metà degli italiani (il 49,5%) è convinta che oggi chiunque possa diventare famoso (tra i giovani under 30 la percentuale sale al 56,1%). Un terzo (il 30,2%) ritiene che la popolarità sui social network sia fondamentale per essere una celebrità (la pensa così il 42,4% dei giovani). Mentre un quarto (il 24,6%) sostiene che semplicemente il divismo non esiste più. E comunque appena un italiano su 10 prende a modello i divi come miti a cui ispirarsi (il 9,9%).

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Mazzocca: alla Marcozzi ricordiamo che Governo ha tolto all’Abruzzo 200 mln di fondi del Masterplan

" 'Scingiapaje' è il termine in uso in molti paesi abruzzesi per definire chi, come Sara Marcozzi, alza grandi quantità di paglia per dare l’impressione di lavorare alacremente, senza concludere niente. Ricapitoliamo i fatti: l’esponente regionale del movimento 5 stelle, supportata da un manipolo di fidi scudieri, seguendo l’esempio del ministro Toninelli, ha svolto un sopralluogo a colle Sant’Antonio, al confine tra i comuni di Chieti e Bucchianico dove tre anni fa si incendiò un sito di stoccaggio rifiuti di una ditta privata. Lì giunta, non senza fatica, si lamentava dello stato di abbandono e della presenza di una frana che impediva l’accesso al sito e ricordava le numerose interrogazioni presentate a proposito". Lo afferma Mario Mazzocca, sottosegretario alla Presidenza della Regione Abruzzo.

"Considerando che il governo capeggiato dai 5 stelle ha scippato al Comune di Chieti ben 11 milioni destinati alla riqualificazione delle periferie e che sempre il suo governo del “cambiamento” ha tolto all’Abruzzo 200 milioni di fondi del Masterplan (tra cui quelli destinati alle bonifiche delle discariche presenti nel SIR Alento Saline), ci saremmo aspettati una qualche forma di protesta per convincere i suoi compagni di partito in parlamento a restituire i soldi tolti all’Abruzzo. Invece la nostra eroina non solo appoggia le scelte del governo, ma alza una grande quantità di paglia al cielo prendendo a pretesto Colle Sant’Angelo".

"Nel merito:

1)      Se la signora Marcozzi vivesse in Abruzzo saprebbe che in questa regione ci sono più di mille frane attive e che questa amministrazione regionale è intervenuta con investimenti importanti, pure se non sufficienti, per scongiurare l’isolamento dei paesi in cui vivono migliaia di persone assicurando la percorribilità delle loro strade rispetto a quella che porta al disabitato sito in questione.

2)      Dopo l’incendio l’ARTA eseguì la caratterizzazione del sito non rilevando inquinamento del suolo e delle acque. Non essendo in presenza di un suolo inquinato, la Regione non ha alcun potere di intervento su un’area, peraltro privata, non pericolosa per la salute dei cittadini. La Regione può intervenire dove l’inquinamento del sito è certificato, se ne ha le risorse. Queste cose la Marcozzi dovrebbe saperle benissimo, ma o non ha ascoltato le risposte alle sue interrogazioni o finge di ignorarle.

Se i 5 stelle intendono svolgere in questo modo la campagna elettorale, temiamo che fino al 10 febbraio vedremo librarsi nell’aria grandi quantità di paglia sollevate da veri professionisti di questa antica arte: gli 'Scingiapaje'"

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Premio Borsellino, Don Aniello Manganiello: Gesu’ vince sempre sulla camorra

"Gli 'irrecuperabili' non esistono, ed e' questa la convinzione che ha mosso il mio impegno su Scampia, che ogni giorno mi spinge a lavorare per cambiare Napoli, come Borsellino voleva cambiare Palermo". Lo ha detto Don Aniello Manganiello, il parroco di Scampia, che questa mattina ha incontrato, a Pescara, gli studenti dell'Istituto Alberghiero Ipssar 'De Cecco' e dell'Istituto Comprensivo Pescara 4 per presentare il suo volume 'Gesu' e' piu' forte della Camorra', nell'ambito del XXIII Premio nazionale Paolo Borsellino. "Gesu' - ha proseguito - vince sempre sulla camorra attraverso decine di storie di 'convertiti': c'e' Davide, faceva il pusher a Milano e oggi e' volontario in parrocchia, animatore della messa; c'e' un ex boss del cartello di Secondigliano, che guidava una ventina di scagnozzi, e oggi e' un onesto lavoratore; c'e' Mario, ex tossicodipendente, oggi recuperato ed e' capotreno sulla Vesuviana che collega Napoli a Sorrento. Sono storie vere, vissute sulla pelle, che raccontano che chiunque puo' uscire dal 'giro' della microcriminalita', basta volerlo". "La paura, quando ti trovi a vivere, a operare in un quartiere come Scampia, e' normale - ha aggiunto - io all'inizio non volevo accettare Scampia. Ma poi quel quartiere, con la sua gente, ti entra dentro. Il problema allora non e' l'avere o meno paura delle minacce, ma e' quello di soccombere alla paura. Io l'ho avuta, ma ho deciso di reagire, o non sarei rimasto 16 anni a Scampia. Piuttosto ho sofferto la solitudine in cui spesso mi sono ritrovato, l'essere lasciato solo. Quando nel 2008 ho partecipato al servizio de le Iene, ho portato Giulio Golia nei luoghi dello spaccio, gli ho indicato chi erano le 'sentinelle', i 'pali', i codici usati per vendere la droga, e poi l'ho portato nel mercato dove io dicevo che i commercianti erano costretti a pagare il pizzo, e gli stessi commercianti lo negavano, li' sono arrivate le minacce di un clan, che mi minacciava perche' io stavo danneggiando i loro guadagni, perche' lo stavo denunciando dinanzi a una telecamera". 

"Il giorno dopo la messa in onda del servizio mi e' arrivata la telefonata dal vertice della Curia napoletana, dal Cardinal Sepe, che mi rimproverava per quella intervista, quindi invece di sostenermi mi rimproverava, e anche gli altri parroci della mia comunita' non hanno speso una parola per sostenermi. E allora il ritrovarsi da solo, l'essere rimproverato anziche' incoraggiato, e' stato pesante e desolante. La mia esperienza, la mia fede nel Vangelo, la mia convinzione, mi hanno poi spinto avanti, convincendomi, attraverso le storie personali incontrate, che gli 'irrecuperabili' non esistono"

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Ascanio Celestini e Cisco nel weekend in Abruzzo 

La settimana degli spettacoli, in Abruzzo, si apre venerdì 12 ottobre con lo spettacolo di Ascanio Celestini all'Auditorium del Parco dell'Aquila. Sempre venerdì, al Teatro Comunale di Atri, in scena "Le notti bianche", con Angelica Di Pancrazio e Alberto Anello. Al Piccolo Teatro Guascone di Pescara in programma "La bambina che sapeva volare", con Manola Rotunno. Concerto del pianista Franois-Jol Thiollier al Teatro Massimo di Pescara. Al Sound di Teramo c'è la band elvetica Len Sander. Musica indie al Beat Cafè di San Salvo, dove c'è Amelie Tritesse, e al Malto Divino di Chieti, in compagnia di Giuliano Clerico. Sabato 13 ottobre, musica classica all'Auditorium Flaiano di Pescara, con il concerto del Colibrì Ensemble, "Rota e Prokofiev - Tra lupi e gattopardi", alla Sala Ipogeo di Teramo, dove si esibisce l'Ensemble di Musica Barocca Braga. Sul palco dell'Irish Cafè dell'Aquila arrivano i NeinTeenHey!Tees, mentre al Cult Cafè di Giulianova spazio al rock degli Empty Space. Domenica 14 ottobre, al Museo delle Genti di Pescara, in scena lo spettacolo teatrale "Sutor", con Edoardo Oliva e Vincenzo Mambella. Al Piccolo Teatro Guascone di Pescara replica de "La bambina che sapeva volare". All'Auditorium del Parco dell'Aquila concerto di Cisco, storico frontman dei Modena City Ramblers, accompagnato da I Dinosauri. Jazz al Florian Espace di Pescara, dove fa tappa la Germano Mazzocchetti Ensemble. Giovedì 18 ottobre, infine, musica rock al Sound di Teramo: protagonisti Elius Inferno & The Magic Octagram. 

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Messa in sicurezza delle autostrade abruzzesi, è ancora scontro tra Regione e Ministero

"Il Decreto 'Genova' che il parlamento si appresta a convertire in legge, contiene una svista quando afferma che dai fondi destinati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per il Masterplan Abruzzo, vadano prelevati 250 milioni per la messa in sicurezza dei tratti autostradali A24 e A25". Non ha dubbi il presidente vicario della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli e ha fiducia che un emendamento 'in tale direzione potrà arrivare prima della conversione in legge e consentire di far ricorso ai fondi statali - per una struttura di interessa statale - che ci sono e debbono essere utilizzati'. Ad affermarlo, è stato lo stesso Giovanni Lolli che oggi, insieme con il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio e il direttore generale della Regione, Vincenzo Rivera, ha tenuto una conferenza stampa per esaminare il dossier di atti che si è formato dal 9 luglio scorso, ad oggi. Secondo Lolli, la delibera di Giunta regionale del 9 luglio 2018, che secondo una interpretazione del Ministro Danilo Toninelli consentirebbe al Mit di prelevare la somma di 250 milioni per gli interventi sulle autostrade abruzzesi già programmati, "non ha autorizzato l'utilizzo dei fondi del Patto per lo sviluppo-Masterplan Abruzzo, ma fa solamente riferimento a fondi assegnati, non trasferiti e non riferibili a procedure contrattuali esecutive o in esercizio". "Non si capisce perché", si domanda il presidente vicario, "fondi già destinati all'Abruzzo per azioni di contrasto al dissesto idrogeologico o per lo sviluppo economico del territorio, debbano essere utilizzati per una infrastruttura di interesse nazionale e che quindi vanno finanziati con fondi nazionali; che, tra l'altro, sono già disponibili".

"Vogliamo che finisca questa condizione di civil tenzone tra Stato e Regione, che non si giustifica solo perchè ci sono le elezioni. Noi vogliamo una condizione di piena collaborazione, lo Stato e il Governo devono aiutare. Noi stiamo patendo una fronda su molte questioni aperte, come la fragilità derivante dai luoghi ad alto tasso di sismicità e quella coincidente con questa infrastruttura della gomma". Lo ha detto il senatore del Pd, Luciano D'Alfonso, nel corso della conferenza stampa sul prelievo dei fondi del Masterplan per l'Abruzzo, con il dl Genova varato dal Governo, che li ha destinati alla messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25. "Non vogliamo pensare che ci sia un ministero contrariante - ha proseguito D'Alfonso -. Noi, da sempre, abbiamo potuto contare sulla collaborazione del Mit, al di là di chi ci fosse alla guida politica". Poi D'Alfonso si è soffermato sul comunicato stampa a firma del ministro Toninelli, sempre sul dl Genova, nel quale veniva citata "l'intesa" con la consigliera del M5s, Sara Marcozzi, candidata alla presidenza della Regione alle prossime elezioni. "Penso ci sia stato uno strattonamento delle giacchette ministeriali, per fare in modo che nel comunicato del ministro Toninelli ci fossero anche quelle due gocce d'inchiostro, che riportavano il nome di una consigliera regionale di opposizione, descritta come colei che poteva chiarire ciò che non è chiaro della norma o della condotta ministeriale - ha detto il senatore -. Noi vogliamo che ci sia un'interlocuzione istituzionale, come si confà dentro un ordinamento civile, tra i vertici delle regioni Abruzzo e Lazio, il ministero delle Infrastrutture e il ministero delle Finanze, anche in occasione del prossimo Cipe, dove si dica chiaramente che l'eventuale prestito mensile, si dà luogo per attivare i cantieri, e si esaurisce nel dicembre del 2018". 

"La vicenda della messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25 ha una vittima che è l'Abruzzo e gli abruzzesi, e due colpevoli che sono Pd e M5S". Lo ha detto il capogruppo in Consiglio regionale di Forza Italia Lorenzo Sospiri che ha espresso la posizione del suo partito sulla questione che da giorni sta creando polemiche tra i vari gruppi politici e il Governo. "Sia Pd che M5S bisticciano perché sanno di avere la coscienza sporca. E' stata la Regione governata da D'Alfonso che il 9 di luglio di quest'anno ha offerto in quota parte 80 e 20% a carico della Regione Lazio, fondi che secondo loro non potevano essere rendicontati entro il 31 dicembre 2018 per anticipare la cassa, e non la messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25, cosa - ha detto ancora Sospiri - di cui diamo per scontato che al concessionario, debba essere lo Stato a finanziare l'intera messa in sicurezza, grazie ad un emendamento presente nella Finanziaria del Governo Pd del 2016; una volta che tu dai al Ministero la possibilità di capire che tu i soldi non li spendi, e che li vuoi utilizzare per altro, chi li va cercando per una manovra finanziaria senza copertura, li utilizza". L'esponente di Forza Italia ha poi aggiunto: "Io non capisco perché i lavori di prolungamento dell'asse attrezzato o la riqualificazione di tutto il materiale rotabile, non siano stati considerati una priorità per l'Abruzzo. In realtà - ha concluso Lorenzo Sospiri - parliamo di 200 milioni di euro che sul fondo complessivo da 14 miliardi del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti sono una inezia"

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Istat: lavoratori irregolari in lieve calo nel 2016 a 3,7 milioni

Nel 2016, le unità di lavoro irregolari sono 3 milioni 701 mila, in prevalenza dipendenti (2 milioni 632 mila), in lieve diminuzione rispetto al 2015 (rispettivamente -23 mila e -19 mila unità). Il tasso di irregolarità, calcolato come incidenza delle unità di lavoro non regolari sul totale, è pari al 15,6% (-0,3 punti percentuali rispetto allìanno precedente). Lo rileva l'Istat, segnalando che l'incidenza del lavoro irregolare è particolarmente rilevante nel settore dei Servizi alle persone (47,2% nel 2016, in calo di 0,4 punti percentuali rispetto al 2015), ma risulta significativo anche nei comparti dell'Agricoltura (18,6%), delle Costruzioni (16,6%) e del Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (16,2%). 

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Chiesta ad Anas la gestione della strada alternativa alla Fondovalle Sangro

 La Provincia dell'Aquila, Isernia e Chieti e i comuni di Castel Di Sangro, Ateleta, Gamberale, Pizzoferrato, Castel del Giudice, Sant'Angelo del Pesco e Quadri hanno approvato, attraverso atti presidenziali e di giunta, di richiedere ad Anas, su autorizzazione del Ministero delle Infrastrutture, la gestione temporanea della Strada Provinciale n.88 "Sangrina" e la Strada Provinciale n. 225 (ex SS 558 Sangritana 2^), dalla stazione di Gamberale a Quadri. Oggi, questo asse rappresenta il percorso alternativo alla ss 652 interessata, da qualche mese, da lavori di completamento (Fondovalle Castel di Sangro - Atessa). In effetti, come specificato nell'atto trasmesso, la continuità della ss 652, nel tratto dalla stazione di Gamberale a Quadri è stata garantita dal 2001, dalla gestione delle Province di Chieti e Isernia, per una lunghezza complessiva di km 8,830, suddivise in km. 7,400 ricadenti nella provincia di Isernia e km. 1,430 in quella di Chieti. A causa degli oltre 800 passaggi giornalieri, soprattutto di autocarri che rifornivano e smerciavano la produzione dell'importante nodo industriale della Val di Sangro, la strada ha subito un notevole deterioramento e costretto la Provincia di Isernia a limitare il traffico pesante risultando, per mancanza di risorse finanziarie, impossibile garantire la messa in sicurezza soprattutto dei ponti. Tale situazione ha creato un forte disagio alle popolazioni che utilizzavano le strade, in direzione Lanciano e Castel di Sangro, per motivi di lavoro o svolgere attività commerciali, agricole e gli alunni che frequentano le scuole superiori. In attesa del completamento della strada statale SS 652, il Presidente della Provincia dell'Aquila, Angelo Caruso, ha intrapreso un'azione con il Dipartimento dell'ANAS Abruzzo e Molise promuovendo, con Province e Comuni della Val di Sangro, una serie di incontri che hanno determinato una dettagliata ricostruzione delle azioni che hanno interessato i tratti stradali e che offrono motivate e ampie giustificazioni alla richiesta avanzata dalle amministrazioni interessate. In definitiva viene chiesto al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (Servizio Viabilità) di autorizzare l'ANAS ad assumere la gestione della S.P.88 Sangrina (Provincia di Isernia) e della S.P. 225-ex SS 558 Sangritana2^- (Provincia di Chieti) al fine di garantire la continuità della viabilità statale, senza limitazione alla circolazione di alcun veicolo, dallo svincolo della Stazione di Gamberale all'innesto della Variante di Quadri, nel periodo strettamente necessario alla realizzazione dei lavori di completamento della SS 652 "Fondovalle Sangro", attualmente in corso di realizzazione. Si chiede, inoltre, la partecipazione delle Regioni Abruzzo e Molise, al processo di adeguamento delle strade, mediante il rilascio di contributi finalizzati a interventi che si renderanno necessari, anche per le opere di ripristino della viabilità comunale di Pizzoferrato (Chieti) e Gamberale (Chieti).

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Due condanne per i pozzi contaminati dagli scarichi della conceria nel Chietino

 Il giudice del Tribunale di Chieti Isabella Maria Allieri ha condannato a due anni e due mesi di reclusione ciascuno il legale rappresentante fino a ottobre del 2005 e amministratore di fatto nel periodo successivo della conceria di pelli Sagifur di Rapino, e il liquidatore della ditta da ottobre del 2005: erano entrambi accusati di disastro ambientale colposo e adulterazione di acque. Il giudice li ha anche condannati al risarcimento dei danni in separato giudizio alle parti civili ovvero il Comune di Rapino ed un privato il cui pozzo venne contaminato. I fatti risalgono al 2011.

Il processo è nato dalle indagini che portarono al rinvenimento di concentrazioni ampiamente superiori ai limiti tabellari di sostanze cancerogene, dicloropropano, tricloetilene e di tetracloroetilene, solventi organici rinvenuti a valle dello stabilimento Sagifur e finite nella falda acquifera sottostante il sito della conceria a causa, sostiene l'accusa, di una negligente ed imprudente gestione dell'impianto di depurazione in cui venivano riversate le acque generate dal ciclo produttivo e nelle quali i solventi, utilizzati nelle fase di lavorazione delle pelle, venivano trascinati senza essere sottoposti al ciclo di depurazione. Quanto all'accusa di aver adulterato le acque rendendole pericolose alla salute pubblica, sostanze inquinanti vennero rinvenute in alcuni pozzi della zona, a valle della Sagifur, e ciò indusse il sindaco ad emettere due ordinanze, a giugno del 2011 e a maggio del 2012, che vietavano l'utilizzo dell'acqua dei pozzi su tutto il territorio comunale per la durata di 6 mesi. 

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Carabinieri sgominano banda di ladri d’auto

I carabinieri di Ascoli Piceno con l'operazione "Kuga" hanno sgominato una banda che rubava le auto in varie regioni. L'operazione dei carabinieri ha interessato anche le zone di San Benedetto del Tronto, Cerignola, Vasto e Foggia, per stroncare l'attività di una banda che nell'ultimo anno aveva colpito sulla costiera adriatica tra Emilia Romagna e Puglia: la metà dei furti è stata riscontrata sulla costa sambenedettese. Decine i militari, di Ascoli Piceno e Foggia, impegnati nell'esecuzione di cinque misure cautelari in carcere e dieci di sottoposizione all'obbligo di dimora. Provvedimenti emessi dal gip del Tribunale di Ascoli su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di quattordici italiani originari del Foggiano e di un romeno. Soggetti ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere finalizzata ai furti di auto e alla ricettazione di parti di esse, concorso in furto e tentato furto aggravato e continuato. L'indagine era iniziata nel novembre 2017 quando nella provincia di Ascoli si registrarono numerosi furti di autovetture in ore notturne. Si trattava di veicoli seminuovi e di pregio: per i furto venivano utilizzate centraline riprogrammate, scelte in base all'azienda produttrice dell'auto nel mirino. In una prima fase, attraverso le impronte digitali analizzate dai Carabinieri del Ris di Roma, si era arrivati all'arresto di tre soggetti e alla denuncia di uno, ed erano state recupera di quattro auto. Quasi un anno di accertamenti hanno permesso poi l'emissione e l'esecuzione delle misure cautelari: i militari hanno individuato tutti i 15 presunti componenti del sodalizio criminoso. Suddivisi in batterie, partivano ogni settimana da Cerignola gruppi di tre o quattro persone a bordo di autovetture prese a noleggio per raggiungere località rivierasche di Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. I malviventi si impossessavano di autovetture utilizzando chiavi modificate e centraline 'scodificate': poi le vetture venivano portate nella zona di Cerignola e smontate per venderne i componenti. Uno degli indagati ha agito mentre si trovava già agli arresti domiciliari per altra vicenda. 

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Bluserena: 1,2 milioni di presenze e 80 milioni di fatturato

"Chiudiamo la stagione estiva con un milione e duecentomila presenze, duecentocinquantamila in più rispetto al 2017. Numeri che confermano la bontà di un progetto trentennale, semplice ma impegnativo: investire per migliorare, lavorando ogni giorno al raggiungimento di standard qualitativi sempre più alti e vicini alle aspettative dei clienti". Così l'amministratore Bluserena spa Silvio Maresca, che al TTG Travel Experience di Rimini ha presentato i numeri 2018 del gruppo alberghiero, le novità previste per la stagione 2019. "L'aumento del 26% delle presenze - spiega Maresca - da una parte è un vanto aziendale, dall'altro uno stimolo a proseguire nella cura costante dei nostri villaggi, accuratamente progettati e realizzati per essere riconoscibili agli occhi del cliente. I villaggi Bluserena - aggiunge Maresca - sono diventati col tempo il modello della migliore ospitalità italiana. Buoni risultati che arrivano per la grande attenzione alla qualità, all'ottimizzazione organizzativa, all'analisi e al miglioramento continuo dei processi. Tutti i nostri collaboratori sono impegnati al perseguimento di questi obiettivi, per questo riusciamo a offrire elevati standard qualitativi ed un rapporto qualità-prezzo tra i più competitivi sul mercato". Nella stagione estiva appena conclusa sono stati ospiti delle strutture Bluserena un milione e duecentomila clienti. Le 4mila camere del gruppo sono dislocate su 12 strutture, di cui sette di proprietà, delle regioni Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia, Abruzzoe Piemonte. Dieci sono i villaggi 4 stelle, a cui si aggiungono un Ecolodge Resort 5 stelle e un Hotel 5 stelle. Numeri che hanno portato il fatturato 2018 in crescita per il quinto anno consecutivo, arrivando ad 80 milioni di euro (67 milioni nel 2017), vale a dire un incremento del 20% rispetto allo scorso anno. In aumento anche gli occupati che passano dai circa 2000 del 2017 agli oltre 2500 di quest'anno. Così come in crescita sono i riconoscimenti da parte dei clienti che dal 2012 decidono di raccontare la propria soddisfazione sulla vacanza appena trascorsa tramite il web con le oltre 12mila recensioni di Google e Tripadvisor con giudizio "eccellente" e "molto buono". Riconoscimenti, questi, che hanno permesso a tutti i villaggi Bluserena di ricevere 49 Certificati d'eccellenza e 11 Travellers' Choice Tripadvisor. Nel 2018 in Italia sono stati assegnati a Bluserena 3 dei 25 Travellers' Choice, categoria "hotel per famiglie". Gli ospiti del Serenè Village di Marinella di Cutro (Kr), del GranSerena Hotel di Torre Canne di Fasano (Br), del Serenusa Village di Licata (Ag) e del Torreserena Village di Marina di Ginosa (Ta) hanno fatto le loro vacanze ad emissioni zero. 

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