In settimana si sono conclusi i periodici avvicendamenti del quadro ufficiali del Comando Provinciale della Gdf di Pescara. Infatti, sono giunti in città e sono stati assegnati al Nucleo Polizia economico finanziaria di Pescara il Tenente Colonnello Vito Casarella e il Capitano Fabio Felice Innamorati, ufficiali entrambi in possesso di lunga esperienza operativa e che contribuiranno certamente ad elevare ancor più gli standard operativi del reparto. I due ufficiali sono stati ricevuti dal Comandante Provinciale, Colonnello Vincenzo Grisorio, che gli ha rivolto un saluto di benvenuto e l'augurio di buon lavoro, nonché illustrato il contesto territoriale ed operativo caratterizzante il territorio della provincia, in cui sono chiamati ad operare.
Leggi Tutto »Nel 2017 in Abruzzo 2274 provvedimenti di sfratto
''Nel 2017 l'Abruzzo, in controtendenza con la stragrande maggioranza delle regioni d'Italia, ha registrato 2274 provvedimenti di sfratto (80% in più rispetto al 2016), 2087 richieste di esecuzione pari al 82% in più rispetto al 2016 e 783 sfratti eseguiti ovvero 11,7 % in più rispetto all'anno precedente. Maglia nera la Provincia di Pescara che è una tra le province con il più alto rapporto tra sentenze di sfratto e famiglie: nel 2017 sono cresciuti del 160% i provvedimenti di sfratto (1660), quadruplicano le richieste di esecuzione 1305, ovvero il 388% in più rispetto al 2016. Sempre nel 2017 gli sfratti eseguiti sono stati 451 ovvero il 34% in più rispetto al 2016''. Così una nota del'Unione Inquilini di Pescara, che per sensibilizzare l'argomento annuncia per domani 10 ottobre a ''Sfratti Zero, un presidio e volantinaggio a partire dalle ore 10.30 in Piazza Sacro Cuore Pescara''. La situazione abruzzese si inserisce nel contesto nazionale dove ''Ogni anno 65/70 mila famiglie subiscono sentenze di sfratto, nel 90 per cento motivata da morosità. Ogni anno oltre 35.000 famiglie sono sfrattate con l'uso della forza pubblica. Sono 650.000 le famiglie collocate nelle graduatorie per una casa popolare, alle quali non viene data nessuna risposta concreta''.
Leggi Tutto »Cento alberi da piantumare tra via Inghilterra e via Aldo Moro a Montesilvano
Cento alberi saranno presto ripiantumati tra via Inghilterra e il boulevard (via Aldo Moro). E’ la conseguenza dell’attuazione del regolamento comunale che prevede una norma eccellente per la tutela del verde pubbico: per ogni albero abbattuto dai privati nei propri terreni ne devono essere piantati due. Siccome quasi mai chi taglia una pianta (perché malata o perché può rappresentare un rischio potenziale di caduta) provvede alla sua sostituzione, il Comune chiede al cittadino di accollarsi, poi, le spese.
«Quando autorizziamo i cittadini a fare gli abbattimenti, previa relazione di un tecnico abilitato», sottolinea l’assessore Ernesto De Vincentiis, «poi, imponiamo loro di piantumarne un numero doppio. I cittadini non sempre hanno interesse alla sostituzione nelle loro aree. Il nostro regolamento, quindi, consente la possibilità, per il cittadino, di far provvedere il Comune alla ripiantumazione in un’area pubblica, fornendo, però, le piante o pagando il lavoro. A brevissimo partiranno le richieste ai cittadini, altrimenti dovremo fare una ordinanza di ingiunzione».
Leggi Tutto »Montesilvano, bando aperto per individuare una sede del centro sociale a Villa Carmine
«Villa Carmine è uno dei quartieri più popolosi di Montesilvano, nonché dei più storici. La popolazione anziana presente è particolarmente corposa. Crediamo quindi che attivare un centro anziani anche in questa zona della città, possa essere un servizio utile per questa porzione dei montesilvanesi». A dirlo è l’assessore alle Politiche della Terza Età, Maria Rosaria Parlione.
Il Comune di Montesilvano ha infatti emanato un avviso pubblico per individuare una sede per il nuovo centro sociale. L’immobile di circa 100/150 metri quadri, deve essere nella zona compresa tra il confine della città con Cappelle, il lungofiume, via Fosso Foreste e il tratto di via Togliatti escludendo la parte collinare e l’agglomerato di Montesilvano Colle.
La locazione avrà una durata almeno di sei anni. I locali devono essere preferibilmente al piano terra o comunque comodamente raggiungibili; per l’individuazione delle proposte verranno presi in esame la fruibilità dei locali, intesa come facilità di accesso da strada o piazza o parcheggio pubblico, la disponibilità del proprietario, a propria cura e spese, a provvedere all’adattamento dei locali per le esigenze per l’uso a cui vanno destinati.
«Andiamo avanti - dice ancora la Parlione – con il radicale processo di riorganizzazione che abbiamo condotto proprio nell’ambito dei centri sociali, volto alla razionalizzazione dei costi, ma soprattutto a valorizzare i centri di aggregazione per gli anziani, adeguandoli alle loro esigenze. Nel corso di questo anno, abbiamo infatti individuato nuove sedi che oggi ospitano i centri. In via Marrone, abbiamo aperto il centro sociale intitolato al maestro e soldato Gravino Di Pietro; in via San Domenico abbiamo aperto il centro intitolato a Vittorio De Zelis, maestro ebanista e benefattore. Invariata la sede di Montesilvano colle, dove è sempre attivo il centro intitolato ad Ernesto Di Silverio. Infine un quarto centro verrà attivato in via Salentina e con l’individuazione di una sede a Villa Carmine il numero salirà a cinque».
I soggetti interessati che intendono mettere a disposizione un locale nella zona di Villa Carmine dovranno fare pervenire, pena l’esclusione, la propria candidatura entro e non oltre il termine perentorio del 31 ottobre 2018, indirizzando a Comune di Montesilvano – settore Amministrativo.
Leggi Tutto »Martino chiede investimenti di risorse in lavoro
"Speriamo che il cambiamento di strategia sulla politica economica del nostro Paese a sostegno della crescita ci permetta di uscire dalla stagnazione in cui l'Italia e' condannata da anni, frutto della politica dei governi di sinistra, risultando uno dei Paesi dell'Unione piu' indietro di tutti. E' necessario oggi stare al passo con l'innovazione tecnologica e con i mutamenti imposti dall'economia digitale e dalla competizione globale. Per fare questo basilari sono gli investimenti delle risorse in lavoro e non nel reddito di cittadinanza, la riduzione della pressione fiscale su famiglie e imprese, l'ammodernamento e la messa in opera di infrastrutture importanti come la Tav o la Tap o il terzo valico su cui al governo i 5 stelle sembrano essere sordi". Cosi' Antonio Martino deputato di Forza Italia.
Leggi Tutto »Imprenditori ucraini in Abruzzo
L'Amministrazione Comunale di Città Sant'Angelo ha ospitato una delegazione di imprenditori e rappresentanti di alcune associazioni di categoria provenienti dall'Ucraina, guidata dal Presidente della Camera di Commercio ed Industria Nazionale di Kiev, Mykola Zasulsky, dal Direttore Generale Rappresentante per l'Italia del desk Camera di Commercio di Kiev Gemona Vasile e da Paolo Di Lullo, Presidente Oonorario dell'associazione CIBFEA (Camera Italia per i Balcani e Paesi della Federazione Euroasiatica). Il presidente della Camera di Commercio di Kiev Mykola Zasulsky ha sottolineato che "questa è una importante occasione di crescita e poi consolidamento per i rapporti fra Ucraina e Abruzzo perché per molti nostri imprenditori commerciali, fino ad oggi l'Abruzzo a livello imprenditoriale era una terra quasi sconosciuta, e che invece presenta importunità opportunità che vogliamo sfruttare". L'occasione nasce nell'ambito del workshop gratuito, promosso e organizzato dalla CIBFEA che si svolgerà il 10 ottobre a Montesilvano, e nel corso del quale le aziende potranno incontrarsi direttamente in uno scambio one to one, supportato da interpreti di lingua russa.
Leggi Tutto »Cna, oltre 70 pratiche per aprire un bar
Prima ancora di servire il primo caffè, il titolare di un bar deve affrontare 71 adempimenti burocratici per aprire la propria attività e spendere, tra bolli, corsi e autorizzazioni, 14.667 euro. Va peggio all'aspirante autoriparatore che sogna un'officina tutta sua: si trova davanti fino a 86 adempimenti, per una spesa di 18.550 euro. E ancora più caro è il conto per aprire una falegnameria, con quasi 20 mila euro di spese. Sono i calcoli della Cna nella prima edizione dell'Osservatorio "Comune che vai, burocrazia che trovi". Attraversando l'Italia, la Cna mostra come cambiano le regole per aprire un'attività, così come i costi, i tempi e gli enti con cui devono interfacciarsi gli imprenditori. Per aprire un salone da acconciatore, per esempio, è necessario un corso triennale con uno stage conclusivo di 500 ore nel Lazio e di più del doppio (1.200 ore) in Lombardia e in Sicilia. Solo le trafile per avere un'insegna coinvolgono fino a 12 enti e, nel caso di comuni come Catania, La Spezia, Siena e Torino, richiedono oltre 60 giorni per ottenere il nulla osta.
Un'altra stangata arriva poi, se l'imprenditore vuole assumere un apprendista. Gli adempimenti previsti in caso di apprendistato professionalizzante, secondo i calcoli della Cna, hanno un costo medio di 400 euro. E la burocrazia pesa anche sui lavori per adattare i locali alle esigenze dell'impresa o per consentire l'accesso ai disabili con costi che, solo per le pratiche, arrivano intorno ai 5.500 euro, anche per semplici lavori di ristrutturazione interna. La Cna segnala, infine, la complessità della normativa in materia di salute e sicurezza, che "si traduce anche in onerosità". La spesa media va da 1.854 euro per attività di gelateria e acconciature, considerate a basso rischio, a 2.119 per i bar, a 4.414 per l'autoriparazione e a 5.784 euro per la falegnameria.
Leggi Tutto »Cresce il numero di parrucchieri ed estetisti
Sono oltre 141 mila e crescono dell'1,2% tra 2017 e 2018. Si tratta soprattutto di parrucchieri (circa 103 mila) e istituti di bellezza (35 mila) ma ci sono anche quasi 2mila imprese di manicure e pedicure. Il 63,7% delle imprese e' a guida femminile (+1,7%), il 14% ha proprietari under 35 mentre nel 7,5% dei casi sono nati all'estero (+7,4%). Roma e' prima con 9.865 imprese, +3,6% in un anno, vengono poi Milano con 7.102 imprese (+0,8%), Napoli e Torino con quasi 6 mila imprese e rispettivamente +2,7% e +0,5%. E' quanto emerge dall'elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati del registro imprese al primo trimestre 2018 e 2017. La maggior concentrazione di imprese femminili sul totale si trova ad Aosta, 83%, e Biella, 82%, il primato per le imprese giovani a Crotone, in Calabria (25%) e Isernia (23%), in Molise, quello per le imprese straniere a Milano (15%) e Teramo (14%).
Leggi Tutto »Parità di genere, l’Italia migliora
L'Italia migliora in tema di pari opportunità anche se la sua posizione è inferiore alla media europea, e si colloca appena al 14/o posto fra i 28 paesi membri. Le donne italiane sono ancora molto discriminate in casa, nella parità salariale, nell'occupazione. Lo dice l'Eige (European Institute for Gender Equality) che oggi - in una conferenza organizzata con il Dipartimento per le Pari Opportunità - ha presentato il 3/o rapporto sull'indice di uguaglianza di genere 2017 (periodo 2005-2015) che assegna all'Italia un punteggio di 62,1 (su un massimo di 100 che indica la totale parità) contro un 66,2 di media europea (+4%). Il rapporto (che dal prossimo anno diventerà annuale) lancia anche un allarme con la prima stima sul costo sociale che il nostro paese si trova ad affrontare come conseguenza della violenza maschile sulle donne: 26 miliardi di euro l'anno, praticamente una manovra finanziaria. In generale, il nostro paese è quello che ha fatto registrare i maggiori progressi tra gli stati membri, passando in dieci anni dal 26/o al 14/o posto. "Il rapporto - ha commentato Alessandra Ponari, capo del Dipartimento per le pari opportunità - è uno strumento utile per le decisioni politiche, per individuare le priorità su cui bisogna intervenire, e permette di aumentare la consapevolezza sulla parità uomo-donna. Bene i miglioramenti ma dobbiamo proseguire e migliorare ancora".
Leggi Tutto »Crac Curti-Di Pietro, la Cassazione rende definitive le condanne
A cinque anni dalla sentenza di primo grado la Corte di Cassazione chiude la vicenda giudiziaria relativa al crac Curti-Di Pietro, rigettando i ricorsi presentati dalle difese dei due imprenditori. Per Guido Curti e Maurizio Di Pietro diventa così definitiva la condanna a sei anni inflitta in primo grado e confermata in appello. Annullamento senza rinvio, invece, per la sentenza di condanna a un anno per Nicolino Di Pietro, fratello di Maurizio, per intervenuta prescrizione. I tre imprenditori erano finiti a processo al termine di una lunga e certosina attività di indagine portata avanti dalla Procura di Teramo, con l'accusa di bancarotta fraudolenta perché accusati di aver portato al fallimento tutta una serie di società. Un crac milionario, di circa 20 milioni di euro, e per il quale in primo grado il Tribunale di Teramo aveva condannato a sei anni Curti e Maurizio Di Pietro e a tre anni Nicolino Di Pietro. Condanne confermate in appello, con la parziale riforma per il solo Nicolino al quale la pena era stata ridotta a un anno, e sulle quali adesso è arrivata la sentenza della Cassazione.
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