“Finalmente ci siamo. Dopo incontri, diffide, sollecitazioni varie e una lunga attesa, la Regione ha comunicato l’approssimarsi della definitiva concessione del finanziamento dei lavori per la riduzione del rischio idrogeologico in via Bonavia”. E’ soddisfatto del risultato il Sindaco Enrico Di Giuseppantonio, che da anni ha richiesto l’intervento della Regione per arginare il movimento franoso, che ha interessato il costone ovest di via Bonavia. Nel marzo 2015, a causa delle maltempo che provocò nuovi smottamenti, il Sindaco Di Giuseppantonio fu costretto a emettere un’ordinanza per lo sgombero e il divieto di utilizzo di parte delle aree e dei manufatti presenti nell’area. Due anni orsono, via Bonavia ha subito ulteriori, significative e preoccupanti erosioni dovute alle importanti nevicate di metà gennaio e alle successive piogge. La frana, inoltre, causò il distacco di grossi massi, che finirono di cadere sulla strada provinciale SP 81 Fossacesia – Rocca San Giovanni. L’importo che la Regione ha deciso di stanziare è di un milione di euro, sufficienti per eseguire un primo lotto funzionale di opere. E’ stato chiesto al Comune l’invio dei dati aggiornati, che sono stati immediatamente trasmessi. I lavori, presumibilmente, potrebbero avere inizio entro la fine di quest’anno. Inoltre, il sindaco ha chiesto gli ulteriori finanziamenti per realizzare gli ulteriori interventi già progettati.
Leggi Tutto »Elezioni Teramo, Zelli: Gli elettori di Azione Politica, si sentano liberi di non votare.
Gianluca Zelli, coordinatore regionale di Azione Politica, in vista del ballottaggio a Teramo, spiega la posizione del suo movimento che, in occasione delle amministrative, nel primo turno, ha appoggiato con una propria lista il candidato sindaco Mauro Di Dalmazio.
“Con Rudy Di Stefano, abbiamo avviato un confronto con i nostri candidati consiglieri sui programmi e sulla nostra visione di città. Quella che, convintamente e con energia, abbiamo sottoposto al giudizio dei teramani lo scorso 10 giugno - continua Zelli - Il nostro lavoro non è finito. Il nostro impegno sul territorio rimane vivo con l’obiettivo di assumere un ruolo civico di continuo stimolo al miglioramento, alla crescita, rispetto al governo che sarà decretato dalle urne”.
Zelli, poi, conclude: “Oggi non esistono condizioni che esprimano il nostro progetto di ascolto e fattività per far ripartire Teramo. Pur restando fedeli ai principi e ai valori ispiratori del centrodestra, non condividiamo idee, proposte e metodi imposti dalla coalizione teramana. Per queste ragioni, la nostra indicazione è di non votare”.
Ad Alanno la Festa della Birra: tre giorni di eventi
Sarnno tre giorni di eventi quelli in programma ad Alanno per la Festa della Birra.
"L'evento, organizzato dalla nostra associazione culturale Alanno cultura&tradizione, in collaborazione con la sezione locale dell'Avis e patrocinato dal Comune di Alanno, sarà l'occasione per trascorrere piacevoli serate con musica, spettacoli, tipicità gastroniniche e ovviamente ottima birra", afferma la presidente Gilda Magnalardo.
L'appuntamento è in programma per venerdì 29, sabato 30 giugno e domenica 1 luglio a partire dalle ore 20,00 in Piazza De Gasperi ad Alanno Scalo.
La giornata mondiale del rifugiato.
La giornata mondiale del rifugiato.
Il 20 giugno si celebra la giornata mondiale del rifugiato; trovo opportuno ricordare che nel 429 a.c., si tenne ad Atene la prima rappresentazione del dramma di Euripide, gli Eraclidi. La trama è semplice; i figli e le figlie di Ercole fanciulli orfani di padre e di madre, accuditi solo dalla nonna Alcmena erano perseguitati dal re di Argo. Esuli, si rifugiano ad Atene presso il simulacro della dea. Per il re di Atene Demofonte, doveva essere una sorta di monarchia costituzionale, i supplici sono inviolabili. E non esita a sostenere una guerra contro gli Argivi avendo rifiutato ad essi l’estradizione dei rifugiati. E’ evidente che questo principio di accoglienza e di protezione è connaturato alla cultura occidentale ben prima che il cristianesimo si diffondesse in Europa. Su un punto però bisogna riflettere; il numero dei rifugiati era esiguo e quindi non esistevano difficoltà in ordine alla accoglienza e all’integrazione. Inoltre non esistevano all’epoca trafficanti di uomini che facevano del trasferimento di masse di persone una criminale industria clandestina. Sono poi venute ideologie come quella degli integralisti cristiani e dei marxisti ortodossi. Per gli uni Dio ha creato il mondo senza frontiere e chiunque ha diritto di spostarsi dove vuole, per qualsiasi motivo, senza dover richiedere alcun permesso. Per gli altri il proletariato e quindi i migranti economici costituiscono una classe sovra nazionale che dovrebbe godere degli stessi diritti attribuiti loro dai cristiani. E’ però evidente che queste sono utopie che si scontrano con la realtà dei fatti
L’effetto Salvini
Il numero dei clandestini che traversano il mare per approdare in Italia sono stati nel 2016 circa duecentomila con un costo annuo di assistenza di circa cinque miliardi di euro in una nazione che ha quattro milioni di cittadini in povertà assoluta e due milioni e settecentomila, di cui quattrocentocinquantamila bambini, che hanno dovuto procurarsi il cibo presso le mense degli istituti di assistenza. Se si considera che un viaggio dal centro Africa alle coste italiane viene a costare circa settemila euro si può calcolare che nel 2016 il ricavato dei trafficanti sia stato di circa un miliardo e quattrocentomila euro. Molti italiani pensano che ci sono idealisti favorevoli all’assistenza senza se e senza ma per tutti, ma ci sono anche quelli che, nascosti sotto la maschera del buon samaritano, puntano ad un guadagno facile e sicuro. Non è quindi la paura del diverso, ma l’affarismo che si fa sulla pelle del diverso che urta tante coscienze. È questo sentimento che spiega perché attualmente Salvini nei sondaggi ha trascinato la lega a superare i 5 stelle. MInniti era riuscito a ridurre gli sbarchi del 70%; non aveva però ottenuto nessuna solidarietà e collaborazione dall’Europa. E’ da vedere cosa otterrà l’attuale governo. Si apriranno i porti delle altre nazioni mediterranee? I confini di queste nazioni saranno considerati come i confini dell’Europa? Verrà modificato l’anacronistico trattato di Dublino? Diminuiranno ulteriormente gli sbarchi in Italia?. Su questi punti si giuoca il successo personale di Salvini e del suo partito. Salvini ha nel programma alcuni punti che non costano, come l’immigrazione clandestina e la riforma della legge sulla legittima difesa. Più costosa appare la modifica della legge Fornero e l’introduzione della flat tax. Il programma dei 5 stelle è molto più impegnativo. La legge sul reddito di cittadinanza, che tanti consensi a procurato al sud, deve avere una copertura economica per essere firmato dal Presidente della Repubblica.
Se a dicembre i sondaggi continueranno a premiare la Lega, Salvini sarà tentato di passare all’incasso. L’assorbimenti di Forza Italia è quasi completato e la Meloni non è che un piccolo satellite nel firmamento leghista. Per andare a elezioni anticipate sarà necessario che non sia possibile alcun altro governo. I 5 stelle si manterranno compatti; LEU aderirà sicuramente ad un governo di centro sinistra. Tutto quindi è nelle mani del PD. Per evitare nuove elezioni il Partito Democratico dovrà mantenersi compatto nel sostenere con un accordo di governo o attraverso un appoggio esterno un governo con i Grillini; qualsiasi consistente divisione porterà a nuove elezioni con Salvini a godere dei favori del pronostico.
di Achille Lucio Gaspari
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La battaglia del solstizio. Centesimo anniversario
La battaglia del solstizio. Centesimo anniversario.
Ricorrono in questi giorni i cento anni dall’inizio della battaglia del solstizio d’estate. Tutto era cominciato il 24 ottobre del 1917 quando le truppe austro tedesche ruppero il fronte della II° Armata nella zona di Caporetto sul fiume Isonzo. Si disse che era stato un attacco di sorpresa, ma non era affatto così. Sin dall’inizio di settembre il Servizio Informazioni dell’esercito sapeva che qualcosa di grosso si sarebbe scatenato sul fronte italiano Era infatti noto che la VII Armata tedesca al comando del generale Von Bulow era in fase di trasferimento dal fronte francese a quello italiano. Nei giorni seguenti le informazioni si arricchirono. Ci sarebbe stato un attacco in trentino, ma si trattava di una mossa atta ad attirare in quel punto le riserve italiane. Una serie di disertori ungheresi e croati rivelarono fin nei minimi particolari il piano ideato dal generale Kraft von Demelsingen. L’attacco sul fronte dell’Isonzo sarebbe iniziato alle ore 3 del 24 ottobre con un bombardamento di artiglieria anche a gas e presto nella mattina ancora oscura e nebbiosa si sarebbe scatenato l’attacco austro-tedesco. E allora perché ci un crollo della II Armata? Il suo comandante, il generale Capello riteneva di poter facilmente bloccare l’attacco e partire al contrattacco con la sua armata forte di 900.000 uomini. Era convinto di aprirsi la strada per Lubiana e di vincere da solo la guerra. Mantenne perciò i suoi uomini schierati in posizione di attacco, non approntò linee di difesa ben organizzate e mantenne le artiglierie avanzate con l’ordine di non rispondere al fuoco ma iniziare a sparare solo sulle truppa avanzanti. Il Maresciallo Cadorna aveva invitato i comandanti ad assumere una posizione difensiva ma non aveva fatto nulla per correggere gli errori di schieramento dei suoi comandanti.
Il crollo di Caporetto
In poche ore le prime linee furono sbaragliate; le artiglierie troppo avanzate subito neutralizzate. Molte unità rimasero isolate per la distruzione delle linee telefoniche. Un giovane tenente, Erwin Rommel che sarebbe diventato famoso nella Seconda Guerra Mondiale portò i suoi soldati ad avanzare rapidamente nelle valli trascurando i capisaldi in quota che restarono isolati e dovettero arrendersi. Nei primi giorni il caos fu indescrivibile. Interi battaglioni si arresero senza sparare un colpo e si consegnarono agli austriaci al grido di viva l’Austria. Dopo oltre due anni e mezzo di vita di trincea, dopo dieci battaglie in cui per conquistare pochi chilometri di territorio si verificavano predite giornaliere anche di 30.000 uomini non ce la facevano più e pensavano, dandosi prigionieri, di salvare la vita. Non immaginavano la durezza delle prigioni austriache dove tantissimi di loro morirono per fame e per malattie. 350.000 uomini furono presi prigionieri; molti altri fuggivano gettando le armi. Cadorna fece un comunicato dando la colpa alla viltà e al tradimento dei soldati, cosa che era falsa, perché tranne qualche rara eccezione, le unità abbandonate, senza ordini e circondate non erano in grado di difendersi. Ci furono fucilazioni e decimazioni. Il Comando Generale sembrava aver perso la testa. Cadorna si rivolse al Maresciallo Foch comandante generale degli eserciti alleati per chiedere qualche divisione in aiuto. Si sentì rispondere che uomini e artiglierie non ci sarebbero state date perché la situazione era troppo pericolosa. Le truppe sarebbero arrivate quando il fronte si fosse stabilizzato, ciò è quando non sarebbero state più necessarie, Consigliarono anche di ritirarsi fino all’Adda o addirittura al Mincio, abbandonando all’invasione tutto il Veneto ed anche una parte della pianura padana. Chi non perse la testa fu il Governo e fu il Re che esortarono i soldati a riprendersi e a tenere duro. Cadorna che aveva commesso molti errori ma era un buon comandante recuperò il suo sangue freddo e la rotta si trasformò in una ritirata organizzata. Fu necessario far arretrare anche la invitta II armata comandata da S.A.R. il Duca d’Aosta.
La linea del Grappa e del Piave
La nostra ritirata si arrestò su una linea ben fortificata, quella del Montello, del Monte Grappa e del Piave che con la piena di quei giorni aiutò le nostre truppe. Gli austro tedeschi tentarono di forzare questa linea, ma la loro spinta offensiva si era esaurita e dovettero arrestarsi. Durante l’inverno e la primavera l’esercito venne ristrutturato e rafforzato con nuove unità e nuove artiglierie. Enorme fu lo sforzo umano ed industriale di tutta la Nazione. I giovani della classe 1999, appena diciottenni furono chiamati alle armi e si presentarono come volontari molti diciassettenni.
La battaglia del solstizio
Gli eserciti degli Imperi Centrali erano esausti; non avrebbero sopportato un ulteriore anno di guerra. Doveva decidersi tutto con una battaglia finale. I tedeschi erano tornati sul fronte occidentale e gli austriaci decisero di compiere il massimo sforzo con una grande battaglia scatenata a metà giugno. Sul Piave i nostri ragazzi resistevano mentre E.A: Mario componeva la famosa canzone “La leggenda del Piave” Sui ruderi di alcuni casolari diroccati ignote mani scrissero “Meglio vivere un giorno da leoni che cento da pecora “ e “ o tutti eroi o tutti accoppati” Gli austriaci riuscirono a passare in qualche punto il Piave ma furono fermati e dovettero riattraversare il fiume. Analoga resistenza sul Montello e sul Grappa che fece nascere la canzone “Monte Grappa tu sei la mia Patria” Il mio nonno paterno, capitano di artiglieria non commise l’errore del precedente ottobre. Quando gli austriaci iniziarono il tiro di preparazione, ordinò il fuoco di contro batteria. Molti pezzi austriaci furono distrutti. I grossi calibri opportunamente arretrati iniziarono il tiro a lunga gittata sulle zone di raccolta delle truppe nemiche, scompaginandone le formazioni. Fu in questi giorni che cadde Francesco Baracca, colpito da un colpo di fucile mentre mitragliava a bassa quota. Sono necessari 5 abbattimenti di aerei avversari per essere dichiarato asso; Baracca ottenne 34 vittorie, record ancora insuperato nell’aeronautica italiana. La aeronautica allora non c’era; l’aviazione faceva parte dell’esercito e Baracca essendo ufficiale del secondo squadrone di cavalleria mise sul suo aereo il simbolo del suo squadrone, il cavallino rampante che poi nel 1923 la madre del pilota concesse in uso ad Enzo Ferrari.
Alla fine di giugno l’attacco austriaco era definitivamente fallito. Il 24 ottobre 1918, nell’anniversario della sconfitta di Caporetto, l’esercito italiano passava all’offensiva dando inizio alla battaglia di Vittorio Veneto; il tre novembre le truppe italiane entravano a Trento e a Trieste. La mattina del quattro novembre una gran folla si radunò in piazza del Quirinale, c’era anche mio nonno. I Re si affacciò al balcone ed annunciò la vittoria. Con il sacrificio di 650.000 morti e di 1.500.000 feriti e mutilati si era conclusa la nostra ultima guerra di indipendenza.
di Achille Lucio Gaspari
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Frana di Fossacesia, dalla Regione un milione di euro
Un milione di euro è la cifra stanziata dalla Regione Abruzzo per finanziare il primo lotto di interventi per arginare il movimento franoso che ha interessato il costone ovest di via Bonavia a Fossacesia. Nel marzo 2015 il maltempo ha causato il distacco di grossi massi che sono caduti sulla strada provinciale SP 81 Fossacesia - Rocca San Giovanni. Gli smottamenti hanno reso impossibile l'utilizzo di parte di via Bonavia che si snoda in pieno centro, a ridosso della chiesa parrocchiale. Sono state dichiarate inutilizzabili le abitazioni delle aree coinvolte soprattutto dopo che, negli ultimi due anni, via Bonavia ha subito ulteriori, significative e preoccupanti erosioni: le cause sono da ricondurre alle importanti nevicate dal 2015 in poi e alle copiose piogge. "Finalmente ci siamo - dice il sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio -: dopo incontri, diffide, sollecitazioni e una lunga attesa, la Regione ha comunicato lo stanziamento del finanziamento per iniziare i lavori indispensabili per la riduzione del rischio idrogeologico in via Bonavia. Si tratta però - prosegue Di Giuseppantonio- di una cifra che coprirà solo una parte iniziale di interventi perché per realizzare i lavori di consolidamento del versante della collina occorrono altri 3 milioni di euro". L'inizio dei lavori è previsto entro la fine di quest'anno.
Leggi Tutto »Pescara, uomo trovato morto in un capannone di via Tiburtina
Un ragazzo di trent'anni è deceduto nel pomeriggio di oggi a Pescara dopo essere stato trovato in un capannone di viale Tiburtina solitamente frequentato da senza tetto e tossicodipendenti. Una volta scattato l'allarme alla sala operativa del 118, sul posto sono arrivati i sanitari che hanno tentato di rianimare in tutti i modi il giovane che è stato caricato in ambulanza dove sono state praticate tutte le manovre rianimatorie che però si sono rivelate inutili visto che il giovane è spirato poco dopo. Sul posto anche gli agenti della Squadra Volante della Questura. Si sospetta una overdose.
Leggi Tutto »Roseto: Azione Politica, nasce il circolo.
Leggi Tutto »Azione Politica apre a Roseto un nuovo circolo. A darne notizia è il referente vibratiano del partito, Tony Lattanzi, nel corso di un evento/dibattito dal titolo “Territorio e civismo: centrodestra, secondo tempo”, in corso di svolgimento nello stabilimento Cabana Park. In apertura, i presenti hanno ricordato l’assessore comunale Antonio Frattari, scomparso la notte scorsa.Referenti per l’area rosetana del partito saranno Franca Berardinelli e Andrea Di Stanislao. All’evento, a cui stanno assistendo molti simpatizzanti e curiosi e moderato dal giornalista Lino Nazionale, prendono parte anche Enio Pavone, della lista civica Roseto al centro, e Paolo Prosperi, presidente dell’associazione commercio e turismo Pineto.“Partiamo dal civismo come valore e lavoriamo alla sensibilizzazione con proposte ed eventi sul territorio per incidere sui temi che più stanno a cuore alle persone: lavoro, turismo, sociale. - spiegano Berardinelli e Di Stanislao - I partiti si sono appiattiti su loro stessi: Azione Politica, oggi, in grado di rispondere alle necessità espresse dalla cittadinanza, promuove ascolto ed è ispirata a condivisione e concretezza”.Obiettivo del circolo è farsi portavoce in maniera fattiva delle istanze del territorio, dei bisogni reali dei cittadini: “il nostro interesse non è accumulare voti, ma aprire momenti di riflessione, fare, e diventare elementi propulsori per la rivitalizzazione del territorio” proseguono i due promotori.“I motivi che mi hanno spinto a sposare il progetto di Azione Politica - aggiunge Tony Lattanzi - stanno nella necessità di recuperare il rapporto con le persone. I partiti tradizionali hanno perso il contatto con la realtà, ormai. Noi siamo tra la gente e ne portiamo avanti le istanze condivise”.Il circolo, che si costituisce oggi, sarà il motore di un calendario di iniziative tematiche con l’obiettivo di coinvolgere e aprire un dibattito vivo e pubblico sui temi cari ai rosetani.
La Dompé amplia il suo insediamento industriale a L’Aquila
L'azienda farmaceutica Dompé amplia il suo insediamento industriale in via Campo di Pile all'Aquila, dove è presente dal 1993: domani sarà inaugurata la nuova area di produzione e di ricerca che, secondo quanto si è appreso, ha come unicità quella di produrre nello stesso sito sia farmaci di sintesi, sia principi biotecnologici, fra cui l'Ngf (Nerve growth factor) che cura una malattia rara dell'occhio fino ad oggi senza terapia, che fu oggetto degli studi che portarono al Nobel Rita Levi Montalcini. Il sito aquilano si estende su di un'area di circa 120 mila metri quadri (di cui 36 mila coperti per le attività di produzione, ricerca, logistica, utility e uffici). Il gruppo dà lavoro complessivamente a circa 700 persone, di cui circa 250 nell'insediamento aquilano.
Leggi Tutto »Sede del 112, Biondi candida L’Aquila
Istituire all'Aquila la centrale del numero unico delle emergenze 112. L'istanza è stata formulata dal sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, in una nota inviata al presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso. "Come il 911 negli Stati uniti il 112 è stato introdotto con la direttiva 91/396/CEE, per rendere disponibile ai cittadini un numero di emergenza valido in tutti gli Stati membri dell'Unione europea e grazie ad esso gli operatori della centrale smistano le chiamate, dopo aver localizzato il chiamante e individuata l'esigenza, all'ente competente per la gestione: Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato (113), Vigili del fuoco (115), Emergenza sanitaria(118)" ha scritto il primo cittadino. Ai sensi della norma europea, già diverse Regioni, tra cui Lombardia, Emilia Romagna e Marche, hanno già adottato, o lo faranno entro l'anno, il numero unico 112. La lettera è stata inviata per conoscenza al dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, al dipartimento di pubblica sicurezza e alla direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della sanità. "Nei giorni scorsi la nostra città ha ospitato gli stati generali della sanità - spiega il sindaco - Tra le varie eccellenze che hanno partecipato all'incontro c'era il direttore generale dell'Agenzia regionale emergenza urgenza della Lombardia, Alberto Zoli, che ha illustrato ai presenti i vantaggi e le opportunità, per operatori e utenza, della presenza sul territorio di una centrale in grado di fronteggiare le molteplici richieste di intervento attraverso il numero unico 112". Biondi conclude ricordando che"anche in virtù della sperimentazione del protocollo di comunicazioni 5G avviata all'Aquila e delle potenzialità di sviluppo di applicazioni che ne derivano, per le capacità che questa terra ha saputo dimostrare di fronte alla tragedia immane del sisma e per simboleggiare le capacità dell'Abruzzo tutto di far fronte alle emergenze, candido sin da ora la città che mi pregio di amministrare quale sede della centrale del numero unico 112".
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