Redazione Notizie D'Abruzzo

D’Alfonso: percorso condiviso sulla riforma Adsu

 "Un percorso condiviso tra Regione, Università e Adsu, per razionalizzare e migliorare la 'quanti-qualità' dei servizi offerti agli studenti che frequentano gli atenei abruzzesi". L'argomento è stato al centro di una riunione, che si è tenuta questa mattina a Pescara, a cui hanno partecipato i rettori Paola Inverardi, Luciano D'Amico e Sergio Caputi; i presidenti delle Adsu Tonio Di Battista, Pierluigi Beomonte e Paolo Beradinelli; i rappresentanti degli studenti Dario Valeri, Angela Lozzi e Luca Rossi. L'incontro è stato convocato dal presidente della giunta regionale Luciano D'Alfonso e dall'assessore Marinella Sclocco, alla luce della recente norma nazionale che impone il riordino delle aziende per il diritto allo studio regionali, con l'istituzione di un unico soggetto erogatore (in particolare per quanto riguarda le borse di studio). "Il nostro obiettivo - ha sottolineato D'Alfonso - è stilare una sorta di masterplan collaborativo, che ci permetta di avere un quadro definito dell'attuale situazione delle aziende e consenta di pianificare gli interventi da mettere in campo, così da assicurare uniformità di gestione e omogeneità dei servizi in tutta la regione, nella consapevolezza delle oggettive peculiarità dei diversi territori". 

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La spesa sanitaria pubblica si riduce

 

Sale a 35,2 miliardi di euro la spesa di tasca propria per la sanita' (+4,2% nel periodo 2013-2016). E l'area della ''sanita' negata'' continua ad espandersi: nell'ultimo anno 12,2 milioni di italiani hanno rinunciato o rinviato prestazioni sanitarie (1,2 milioni in piu' rispetto all'anno precedente). E' quanto emerge dal Rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute presentata oggi al ''Welfare Day 2017''. Non si ferma il boom della spesa sanitaria privata. La conseguenza sociale e' un gorgo di difficolta' e disuguaglianze crescenti che risucchiano milioni di persone. Sono 13 milioni gli italiani che nell'ultimo anno hanno sperimentato difficolta' economiche e una riduzione del tenore di vita per far fronte a spese sanitarie di tasca propria, 7,8 milioni hanno dovuto utilizzare tutti i propri risparmi o indebitarsi con parenti, amici o con le banche, e 1,8 milioni sono entrati nell'area della poverta'. Nel pubblico poi le liste di attesa sempre piu' lunghe e sarebbe proprio questo secondo il Censis la ragione principale per cui tanti italiani vanno nel privato e pagano a tariffa intera. Per una mammografia si attendono in media 122 giorni (60 in piu' rispetto al 2014) e nel Mezzogiorno l'attesa arriva a 142 giorni. Per una colonscopia l'attesa media e' di 93 giorni (+6 giorni rispetto al 2014), ma al Centro di giorni ce ne vogliono 109. Per una risonanza magnetica si attendono in media 80 giorni (+6 giorni rispetto al 2014), ma al Sud sono necessari 111 giorni. Per una visita cardiologica l'attesa media e' di 67 giorni (+8 giorni rispetto al 2014), ma l'attesa sale a 79 giorni al Centro. Per una visita ginecologica si attendono in media 47 giorni (+8 giorni rispetto al 2014), ma ne servono 72 al Centro. Per una visita ortopedica 66 giorni (+18 giorni rispetto al 2014), con un picco di 77 giorni al Sud. Le distanze tra le sanita' regionali infine si ampliano, almeno per quello che riguarda quanto viene recepito dai cittadini. Il 64,5% degli italiani e' soddisfatto del Servizio sanitario, mentre il 35,5% e' insoddisfatto. Al Sud pero' i soddisfatti sono solo il 47,3%, mentre sono il 60,4% al Centro, salgono al 76,4% al Nord-Ovest e arrivano all'80,9% al Nord-Est. Il 31,8% degli italiani e' convinto che nell'ultimo anno il Servizio sanitario sia peggiorato, solo il 12,5% pensa che sia migliorato e il 55,7% ritiene che sia rimasto stabile. Al Sud il 38,9% dei cittadini pensa che la sanita' della propria regione sia peggiorata, il 13,3% che sia migliorata e il 47,9% che sia rimasta uguale. Al Centro il 34,2% ritiene che sia peggiorata, l'11,4% migliorata e il 54,3% rimasta uguale. Al Nord-Ovest il 25,2% la giudica peggiorata, l'11,8% migliorata, il 63% rimasta uguale. Al Nord-Est per il 26,1% e' peggiorata, per il 13,1% e' migliorata e per il 60,8% e' rimasta uguale. 

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Istat: -0,1% vendite al dettaglio ad aprile

Ad aprile 2017 il valore delle vendite al dettaglio registra una lieve flessione (-0,1%) rispetto al mese precedente, sintesi di una crescita dello 0,4% della componente alimentare e di una flessione dello 0,4% di quella non alimentare. Risulta, invece, invariato il volume delle vendite, che deriva da un aumento dello 0,6% per i prodotti alimentari e da una diminuzione dello 0,4% per quelli non alimentari. Nella media del trimestre febbraio-aprile 2017 l'indice complessivo del valore delle vendite al dettaglio aumenta dello 0,5% rispetto al trimestre precedente; l'indice in volume aumenta dello 0,1%. Nello stesso periodo, le vendite di beni alimentari registrano una crescita dello 0,7% in valore e una variazione negativa dello 0,3% in volume; quelle di beni non alimentari aumentano dello 0,4% in valore e dello 0,3% in volume. Rispetto ad aprile 2016, le vendite al dettaglio aumentano dell'1,2% in valore e dello 0,3% in volume. Per i prodotti alimentari si rileva una marcata crescita (+4,1% in valore e +1,9% in volume). Le vendite di prodotti non alimentari, al contrario, diminuiscono dello 0,7% in valore e dello 0,6% in volume. Rispetto ad aprile 2016, le vendite al dettaglio registrano un aumento del 4,3% nella grande distribuzione, a fronte di una diminuzione dell'1,7% per le imprese operanti su piccole superfici.

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In Italia ci sono 250mila smart worker

In Italia lo smart working è già stato sdoganato da molte aziende quali Microsoft Italia, ma anche Enel, Vodafone, Ferrovie dello Stato e Unicredit, solo per citarne alcune. Guardando ai risultati dell'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, attualmente gli smart worker in Italia sono circa 250mila: tanti sono infatti i lavoratori dipendenti che possono decidere sostanzialmente in autonomia i propri orari, i propri strumenti e le proprie postazioni di lavoro. A conti fatti, dunque, sono già in tutto e per tutto 'lavoratori 'agili' circa il 7% dei dipendenti tra dirigenti, quadri ed impiegati, segnando così un clamoroso aumento del 40% rispetto al 2013, anno in cui in Italia il concetto di smart working era poco più che un sussurro nei soli corridoi delle multinazionali. Ancora oggi, del resto, la prestazioni smart sono caratteristica peculiare delle grandi aziende, mentre nell'universo delle Pmi questa nuova modalità deve ancora prendere slancio: qui, infatti, solo il 5% dei business ha realizzato dei progetti di questo tipo durante il 2016. Ora ci si interroga su cosa cambierà con l'applicazione delle nuove regole. I dati relativi al 2016 dicono infatti che il dipendente 'agile' in Italia è nel 69% dei casi di sesso maschile, ha mediamente 41 anni ed è occupato perlopiù del settentrione (tra gli impiegati smart individuati in Italia il 52% vive infatti al Nord, il 38% al Centro e il 10% al Sud).

"Con questa nuova regolamentazione dello smart working i numeri potrebbero però cambiare - ha spiegato Carola Adami, ceo di Adami & Associati - in quanto tra il Ddl sembra confezionato appositamente per aiutare quelle donne che ad oggi rinunciano ad un'occupazione stabile per evitare di allontanarsi ogni giorno dalla propria abitazione e dai propri figli". I casi da cui prendere esempio per esportare la modalità di smart working anche nella propria azienda, come anticipato, non mancano di certo. Basti guardare ad Enel: dopo una partenza sperimentale con 500 dipendenti che hanno avuto la possibilità di lavorare lontano dai propri uffici per un giorno alla settimana, si è passati alla fase vera e propria dell'iniziativa, che ha visto entrare in modalità smart working ben 7.000 dipendenti in tutta Italia. Quando si parla di digitalizzazione del mondo del lavoro e di Industria 4.0, del resto, si parla in fin dei conti anche di questo: la tecnologia deve e può essere al servizio sia dei lavoratori che delle imprese, per un miglioramento reciproco.

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In Italia oltre 640 furti al giorno in appartamento

Sono 643 al giorno, circa 27 ogni ora, uno ogni 2 minuti. Questi i furti in appartamento che ogni anno vengono compiuti in Italia. Facile.it, principale sito italiano di confronto assicurativo, ha svolto su questo tema un'indagine su un campione di oltre 5.000 italiani riuscendo a far chiarezza su molti punti legati all'argomento. Prima domanda: quando sono entrati e da dove? Il primo dato che colpisce è quello relativo al momento in cui i ladri hanno messo a punto il loro furto. Nel 40% dei casi l'intrusione è avvenuta mentre i proprietari erano in vacanza e, per questo motivo, proprio ora che molti italiani stanno per partire è importante mettere in pratica alcuni accorgimenti semplici, ma efficaci. Intanto cercare di non reclamizzare troppo la nostra assenza, anche sui social, e chiedere a qualcuno di continuare a ritirare la posta in nostra assenza ultimo, caricare i bagagli al riparo da occhi indiscreti, magari in garage e non meno importante, fare in modo che la serratura della nostra porta sia di ultima generazione. Secondo l'indagine di Facile.it nel 38% dei furti i malintenzionati sono infatti entrati nell'appartamento semplicemente?facendo una copia delle chiavi. È importante inoltre scegliere infissi di buona qualità (nel 21% l'intrusione è avvenuta a seguito della rottura di una finestra), ma anche fare attenzione a non lasciarli aperti a lungo, anche se in un piano alto, visto che il 13,3% degli intervistati ha dichiarato che i ladri si sono introdotti in casa arrampicandosi ed entrando da una finestra aperta. E' del 13%, infine, la dimensione del campione di intervistati che si trovava in casa (sveglio o meno) mentre subiva il furto. Purtroppo, scorrendo i risultati dell'analisi di Facile.it, emerge chiaramente come nella maggior parte dei casi gli italiani pensino a proteggersi solo dopo aver effettivamente subito il furto. Se molti considerano contromisure "tangibili", c'è anche chi, in numero sempre crescente, pensa invece a limitare i danni con un'assicurazione contro i furti. Nel primo caso le contromisure più comunemente adottate dai derubati sono l'installazione di un antifurto con centralina telefonica (27% degli intervistati) ed il rafforzamento o montaggio di inferriate alle finestre. Nel 4% dei casi si pensa a montare telecamere di videosorveglianza anche se, circa la metà delle volte, per risparmiare non le si collega ad un vero impianto e si spera che, semplicemente, la loro presenza funga da deterrente. Spera nella fortuna, o nel calcolo delle probabilità, il 29% degli intervistati che dichiara di non aver preso particolari contromisure dopo il furto. Per quanto riguarda le coperture assicurative, tra chi ha subito un furto, solo il 28% ne aveva una contro questa evenienza, ma la percentuale di chi oggi pensa a sottoscrivere una polizza contro i ladri è pari al 41%. Di certo ad incidere su questo netto cambio di passo la maggiore conoscenza del prodotto e, altro elemento non trascurabile, il suo costo. Oggettivamente basso rispetto ai benefici che porta. "Il costo di una polizza contro i furti - spiega Giordano Gala, responsabile new business di Facile.it - è pari a circa l'1% del massimale assicurato. Per questo motivo è importante stimare con cura il valore degli oggetti che abbiamo in casa perché è in base a questa stima che verrà calcolato il premio da corrispondere, ma soprattutto è in base al loro reale valore che verrà poi liquidato il rimborso dalla compagnia in caso di furto".

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Asl attiva servizio di controllo dei funghi

In Marsica cresce del 20% la raccolta funghi nei prati da parte degli appassionati nel contempo pero', nel 2016, sono stati giudicati tossici, e quindi non consumabili, 52 quantitativi su un totale di 139 esaminati. Cosi' ad Avezzano, al distretto sanitario, l'Asl attiva il servizio di controllo gratuito della commestibilita' fino al 30 novembre, insieme con la consulenza di un micologo, al pronto soccorso, per casi urgenti visti i tre episodi di avvelenamento dello scorso anno. L'attivita' di verifica sara' garantita, nel distretto di via Monte Velino, per due giorni a settimana, lunedi' e giovedi' dalle 16 alle 18. Il servizio (attivo gia' dal primo giugno scorso) e' gratuito. Il consiglio degli specialisti e' quello di far sempre analizzare i miceti colti nei boschi. I piu' a rischio, tra coloro che vanno per funghi, sono in genere i raccoglitori che arrivano in Marsica da altri territori e che conoscono poco le zone di raccolta e quindi le caratteristiche dei prodotti che vi crescono.

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Acqua Gran Sasso, cambierà il punto di captazione

La soluzione definitiva per evitare qualsiasi interferenza dei Laboratori nazionali del Gran Sasso dell'Infn e dell'autostrada A24 sul sistema acqua del Gran Sasso e' quella "di ricorrere a un punto di captazione diverso da quello attuale, all'interno della montagna". Lo ha ribadito il vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, in un incontro ad Assergi organizzato dagli stessi Laboratori, su richiesta della Provincia di Teramo, presenti i sindaci del comprensorio. L'8 maggio scorso, per un presunto caso di inquinamento dell'acqua proveniente dall'invaso del Gran Sasso, la Asl teramana adotto' per 12 ore un provvedimento di non potabilita' che getto' nel panico 32 comuni del teramano. Oggi, Lolli ha parlato di intervento ormai irrinunciabile.

"Abbiamo tempo per studiare la complessa rete di captazione dell'acqua che 'confina' in maniera pericolosa con Laboratorio e autostrada - ha detto -. Ma dovremo farlo necessariamente entro il 2019, termine nel quale nel Traforo saranno effettuati lavori per l'ampliamento dei by-pass tra le due canne". Nelle more di questo obiettivo, saranno messi in campo i sistemi di analisi in tempo reale attraverso l'acquisto di una strumentazione piu' sofisticata ma, soprattutto, sara' adottato un nuovo protocollo per la condivisione delle valutazioni sugli interventi di manutenzione sulle infrastrutture. Anche Stefano Ragazzi, direttore dei Laboratori nazionali del Gran Sasso dell'Infn, che ospitano oltre mille ricercatori all'anno, ha auspicato un diverso sistema di captazione dell'acqua e ha sottolineato come la collaborazione di sistema renda tutti piu' tranquilli: "Ho detto che dormirei piu' sereno perche' non sapendo esattamente quale acqua venga raccolta e inviata all'acquedotto non ho l'assoluta certezza di fare operazioni che non diano problemi all'acqua. Quando abbiamo fatto una lavorazione, abbiamo cercato l'accordo della Asl e della Ruzzo per mettere a scarico precauzionalmente l'acqua". 

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Consiglio Abruzzo risparmia 300mila euro a imprese

Il Consiglio regionale risparmia circa 949mila euro dalla gestione delle attivita' del 2016 e destina 300 mila euro al sostegno di piccole imprese nel cratere abruzzese del terremoto del Centro Italia. Ad annunciarlo e' il presidente dell'assemblea abruzzese, Giuseppe Di Pangrazio, al termine della seduta pomeridiana della stessa in cui e' stato approvato il rendiconto 2016 che, come successo lo scorso anno, conferma il taglio alle spese di funzionamento e quindi il risparmio di fondi". Il Consiglio ha approvato una indicazione politica; per distribuire concretamente le risorse ci sara' bisogno di specifici progetti di legge.

"Diamo segnali positivi alla collettivita' - ha spiegato Di Pangrazio -. Ringrazio il Consiglio Regionale per la sensibilita' mostrata nell'approvazione del rendiconto 2016 dal quale emerge la nostra attenzione alle spese e la conferma di regione virtuosa e poi per la sensibilita' nel destinare fondi alla imprese abruzzesi del cratere del terremoto del centro Italia e a categorie bisognose". Infatti, nel provvedimento si prevedono anche 300mila per interventi a favore di categorie sociali piu' deboli, oltre al vincolo della somma di 339mila euro per l'accantonamento del tfr dei dipendenti. La discussione in aula e' stata a tratti tesa con la presentazione di un emendamento, poi ritirato da parte del capogruppo di centro democratico, Maurizio Di Nicola, esponente della maggioranza di centrosinistra,teso a destinare i 600mila euro alla protezione civile "alle prese con continue emergenze " e di proposte per assegnare fondi alla cultura da parte del consigliere del Pd Luciano Monticelli. I grillini hanno parlato di "solita spartizione clientelare". 

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Teramo, salta il consiglio e il sindaco azzera la giunta

Il primo consiglio comunale del comune di Teramo dopo la revoca delle dimissioni del sindaco salta per l'assenza della maggioranza che non si presenta in aula (dopo il primo appello andato a vuoto al secondo hanno risposto solo 11 consiglieri di opposizione, gli unici presenti in un'aula altrimenti deserta), con il sindaco che dopo avere azzerato la giunta, emettendo un decreto di revoca della stessa, si prende un'altra settimana di tempo per trovare i numeri per andare avanti. "Con grande senso di responsabilita' da parte di tutti, i diciotto consiglieri hanno ribadito che non vogliono il commissariamento perche' sarebbe deleterio per il territorio - ha detto il sindaco Maurizio Brucchi al termine della riunione di maggioranza che si e' svolta nel primo pomeriggio - hanno apprezzato sia dal punto di vista amministrativo sia politico l'azzeramento della giunta, che e' un atto politico forte e che vuol dire rimettere ancora una volta la palla al centro. Questa settimana che ci separa dalla seconda convocazione servira' a trovare una soluzione condivisa a tutti gli argomenti che sono sul tavolo". Durissima la posizione delle opposizioni consiliari, con il consigliere del M5S Fabio Berardini che ha dichiarato come quanto accaduto oggi confermi la "profonda crisi, politica e sociale, in cui e' sprofondato il Comune di Teramo. Il sindaco ha detto piu' volte che il consiglio sarebbe tornato a parlare di temi e invece oggi non si e' aperto il consiglio perche' non si e' trovata la quadra sugli assessori". Duro anche il commento del capogruppo del Pd Gianguido d'Alberto. "Oggi solo l'opposizione ha dimostrato di avere a cuore le sorti della citta' - ha detto - La maggioranza ha dimostrato l'ennesima fuga dal consiglio comunale. Sono fuggiti dal confronto perche' non si e' trovata la quadra sulle poltrone. E' intollerabile, a maggior ragione perche' l'amministrazione e' sull'orlo del tracollo dal punto di vista finanziario".

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