Redazione Notizie D'Abruzzo

D’Alfonso: danni per 115 milioni alle aziende agricole per la neve

È di circa 115 milioni di euro il conto dei danni alle colture ed alle strutture ricovero per animali delle aziende agricole abruzzesi a causa degli eccezionali fenomeni atmosferici che hanno interessato la regione nello scorso mese di gennaio. Il dato emerge da una ricognizione effettuata dal Dipartimento regionale dello Sviluppo rurale e della pesca sulla base delle 3689 domande pervenute. Nel dettaglio, sono pari a circa 27 milioni di euro i danni subiti dalle colture e circa 85 quelli alle strutture. Dal conteggio va, però, scorporato l'importo dei danni alle aziende dei Comuni che sono rientrati nel cratere sismico (che hanno una contabilità a parte e danni intorno ai 29 milioni di euro). Il dato è stato comunicato, questa mattina, nel corso di una riunione presieduta dal presidente della Giunta regionale dell'Abruzzo Luciano D'Alfonso, ed alla quale hanno preso parte, tra gli altri, l'assessore regionale alle Politiche agricole, Dino Pepe, il sottosegretario alla presidenza, Mario Mazzocca, il presidente di Anci Abruzzo, Luciano Lapenna, il direttore del Dipartimento Agricoltura, Antonio Di Paolo, ed i referenti del Dipartimento della Protezione civile regionale. D'Alfonso, in particolare, ha annunciato la richiesta al Ministro per le Politiche Agricole, Maurizio Martina, di un piano dedicato sia per il ristoro dei danni causati alle aziende dagli eventi calamitosi sia per il rilancio delle stesse attività produttive. E' stato anche fatto il punto sui danni al sistema della viabilità e del suolo di competenza comunale. Al momento, agli uffici del Genio civile di Pescara e Chieti sono prevenute schede per una ammontare di danni pari a 74 milioni di euro per i Comuni della provincia di Pescara e ad 80 milioni di euro per quelli della provincia di Chieti mentre per la provincia di Teramo è ipotizzabile una cifra decisamente superiore. La Protezione civile regionale, ha, inoltre, comunicato che è pari a circa 18 milioni di euro l'entità concordata delle somme urgenze per le spese dei Comuni di prima assistenza. Risorse che, come ha assicurato il presidente della Giunta, prossimo ad essere nominato Commissario delegato nell'Ordinanza Abruzzo che sarà pubblicata a breve in Gazzetta ufficiale, saranno liquidate dalla stessa Protezione civile regionale sulla base della delibera del Consiglio dei Ministri del 20 gennaio scorso. Restacil discorso relativo ai danni alle imprese che non sono stati ancora quantificati. Gli uffici regionali del settore Sviluppo economico interagiranno con le associazioni di categoria e le Camere di Commercio per arrivare, in tempi rapidi, ad una definizione dei danni.

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E’ un 33enne abruzzese il campione italiano di memoria 2017

E' abruzzese, ha 33 anni e frequenta l'ultimo anno del Dottorato di Ricerca in economia all'Universita' Politecnica delle Marche: e' Silvio Di Fabio, il vincitore della quinta edizione del Campionato Italiano di Memoria Open organizzato da Matteo Salvo, primo International Master of Memory Italiano organizzato a Milano. Di Fabio, originario di San Salvo, in provincia di Chieti, ha recentemente partecipato anche al Campionato di Memoria francese, conquistando la quinta posizione su un totale di 20 concorrenti in gara. "Sapevo di avere una buona memoria e mi sono avvicinato alle tecniche proprio per potenziarla. In particolare, volevo migliorare l'apprendimento delle lingue straniere, fondamentali per poter svolgere al meglio il mio lavoro nel settore della ricerca", spiega con soddisfazione il neo campione.

Di Fabio ha battuto tre record nazionali, rispettivamente nelle discipline di memorizzazione di codici binari (Binary numbers) ricordando senza errori un numero binario composto da 1.681 cifre ed in quella di memorizzazione di numeri (Spoken numbers), ricostruendo esattamente un numero lungo 206 cifre. Infine, ha battuto il record nazionale nella disciplina dei mazzi di carte, memorizzandone 315 (poco piu' di sei mazzi) in 30 minuti.  Le prove prevedevano 6.600 codici binari da memorizzare in 30 minuti e da riscrivere in 60 minuti; 360 nomi e visi da memorizzare in 15 minuti e da riscrivere in 30 minuti. Inoltre i candidati sono stati sottoposti a 750 immagini astratte da memorizzare in 15 min e riscrivere in 30 minuti e poi ancora numeri casuali e la memorizzazione del maggior numero possibile di parole casuali su un totale di 360, date storiche e altro ancora.

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Bimbo autistico rifiutato dalle scuole, il Ministero attiva accertamenti

 Un bimbo autistico di dieci anni di Lanciano e' stato rifiutato da tre scuole medie per l'iscrizione al prossimo anno scolastico: a denunciare la vicenda la mamma del ragazzino che si e' rivolta al sindaco, Mario Pupillo, segnalando l'accaduto anche alla polizia. Sul caso si e' attivato il ministero dell'Istruzione, provvedendo agli opportuni accertamenti tramite l'Ufficio Scolastico regionale, per far si' che sia al piu' presto trovata una soluzione perche' "tutte le studentesse e gli studenti, a maggior ragione se in situazione di difficolta', hanno diritto a frequentare serenamente la scuola dell'obbligo".

Secondo il racconto della madre del ragazzo tre delle quattro scuole medie lancianesi avrebbero rifiutato l'iscrizione del figlio, la piu' piccola perche' non era in grado di prenderlo in carico, mentre le due piu' grandi si sarebbero giustificate con il fatto che avevano troppi alunni diversamente abili iscritti nelle prime classi e che non potevano prenderne altri, anche per rispettare i criteri dettati dai decreti ministeriali.

Per il bambino di Lanciano "domani - ha spiegato il sindaco Pupillo - ci sara' un incontro in Comune con la mamma e l'assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Lanciano, Giacinto Verna, per favorire un esito positivo della vicenda". "Abbiamo esteso l'invito anche ai dirigenti scolastici degli istituti coinvolti - ha aggiunto il sindaco - affinche' vengano chiariti i contorni della vicenda raccontati dalla mamma del bambino, che mi ha informato della questione direttamente". "Auspichiamo una rapida soluzione della vicenda - ha concluso Pupillo - nell'unico e preminente interesse del bambino e del suo diritto allo studio".

 

 

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"Il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca si è immediatamente attivato in relazione al caso di Lanciano dove una mamma ha denunciato che il figlio sarebbe stato rifiutato da più scuole in quanto autistico". Lo riferisce il Miur precisando che "il ministero ha attivato l'Ufficio scolastico Regionale e si stanno facendo i dovuti accertamenti". "L'Ufficio sta predisponendo una relazione per fare luce sull'accaduto, ma soprattutto per far sì che sia al più presto trovata una soluzione. Tutte le studentesse e gli studenti, -conclude- a maggior ragione se in situazione di difficoltà, hanno diritto a frequentare serenamente la scuola dell'obbligo".

Sul caso dell'esclusione di un bimbo autistico di Lanciano rifiutato da tre scuole medie nella iscrizione al prossimo anno scolastico, il sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, ha dichiarato"Domani ci sara' un incontro in Comune con la mamma del bambino e l'assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Lanciano, Giacinto Verna, per favorire un esito positivo della vicenda. Abbiamo esteso l'invito anche ai dirigenti scolastici degli istituti coinvolti, affinche' vengano chiariti i contorni della vicenda raccontati dalla mamma del bambino, che mi ha informato della questione direttamente. Auspichiamo una rapida soluzione della vicenda nell'unico e preminente interesse del bambino e del suo diritto allo studio. Lavoriamo di concerto con i dirigenti e la mamma per questo obiettivo, senza clamori e a tutela del bambino". La vicenda e' stata raccontata dalla mamma del ragazzo, secondo la quale tre delle quattro scuole medie lancianesi avrebbero rifiutato l'iscrizione del figlio, la piu' piccola perche' non era in grado di prenderlo in carico, mentre le due piu' grandi si sarebbero giustificate con il fatto che avevano troppi alunni diversamente abili iscritti nelle prime classi e che non potevano prenderne altri, anche per rispettare i criteri dettati dai decreti ministeriali. Molto dispiaciuta la donna si e' rivolta al sindaco Pupillo, segnalando l'accaduto anche alla polizia

 

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Pescara, due mezzi in fiamme nel deposito Tua

Due autobus della Tua  in fiamme nella sede di Pescara. Alle 13.50, si e' sviluppato l'incendio. Immediato e' scattato l'intervento dei dipendenti preposti all'antincendio aziendale, poi sono arrivati i Vigili del Fuoco, con due squadre e due autobotti. Il rogo e' stato domato nel giro di un'ora. 

Stando ad una prima ricostruzione dei Carabinieri della Compagnia di Pescara, il rogo si sarebbe sviluppato per cause accidentali. In particolare, uno dei due mezzi si trovava nell'area 'Carrozzeria' ed e' andato completamente distrutto. Le fiamme si sono poi propagate all'area 'Meccanica', dove era parcheggiato l'altro autobus, parzialmente danneggiato dall'incendio. Non ci sono feriti. I danni, coperti da assicurazione, sono in corso di quantificazione. In una nota, la Tua Spa spiega che "da una prima ricostruzione, il principio d'incendio potrebbe essere scaturito da un cortocircuito elettrico a bordo di un autobus (parte del cruscotto). Tua - si legge ancora - e' in stretto contatto con il corpo dei Vigili del Fuoco intervenuti per accertare l'esatta dinamica dell'accaduto ed ha avviato anche un'indagine interna per l'accertamento dei fatti".

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San Valentino: Assemblea dei soci associazione Amici del Museo dei Fossili e delle Ambre, concerto e degustazione

L’Associazione Amici del Museo dei Fossili e delle Ambre nasce il 30 ottobre del 2004 a San Valentino in Abruzzo Citeriore, alla presenza dell'allora Sindaco Giannino Ammirati, di  Emiliana Santoli e Alberto Tanfi, donatori dei fossili e di Mariangela Coccato e Concezio Antonucci, donatori delle ambre. L'occasione è concomitante con l’apertura del Museo dei Fossili e delle Ambre stesso, inaugurato in precedenza, il 31 gennaio 2004.

L'attività dell'Associazione si sviluppa nell'integrazione con il territorio e la cittadini in particolare attraverso il Museo dei Fossili e delle Ambre con le iniziative inerenti le collezioni in mostra, le informazioni sulle attività, le novità, oltre agli approfondimenti su alcuni temi e aspetti meno noti di San Valentino che riguardano in particolare il territorio, l’ambiente, le tradizioni.

 

Così come riportato sul sito dell'Associazione: "Il Museo è un capitolo importante, un presidio della cultura scientifica. Una novità per la nostra storia, ricca invece di valori e di contenuti umanistici.  Un viaggio in parallelo quindi, perché le testimonianze di milioni di anni fa parlino con le nostre pietre e viceversa.  Una svolta, soprattutto rivolta ai giovani e al mondo della scuola, che cercheremo di accompagnare attraverso il racconto affascinante della nascita della vita con quello della tradizione.  Il  museo come  punto e momento di incontro e di confronto, dove scambiare esperienze e valori, uno spazio che accolga e restituisca in cultura, i propri tesori. E' necessario tutelarli, ma soprattutto valorizzarli in funzione e in sintonia con il nostro territorio e con le persone che lo abitano, i giovani innanzitutto. Un museo deve essere un luogo sociale, emozionante e ben organizzato".

L'assemblea di soci è allo stesso tempo un momento di aggregazione e interratività;  l'niziativa proseguirà alle 19,00 il  Concerto del duo Stefania Di Giuseppe, pianoforte e di Roberta Marinucci, soprano. Musiche di Puccini, Chopin, Tosti. Al termine ci sarà un buffet offerto da soci e la degustazione del Gelato all'Ambra della Gelateria di San Valentino.  


L'appuntamento in programma per sabato 25 marzo alle ore 18,00  in Via Cupoli 10, presso il Palazzo Delfina Olivieri De Cambacérès a San Valentino in A.C.

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Salva il suolo! Firma online la petizione

Ogni anno in Europa spariscono sotto il cemento 1000 kmq di suolo fertile, un'area estesa come l'intera città di Roma.

Senza un suolo sano e vivo non c'è futuro per l'uomo. Oggi il suolo è violentato, soffocato, contaminato, sfruttato, avvelenato, maltrattato, consumato. Un suolo sano e vivo ci protegge dai disastri ambientali, dai cambiamenti climatici, dalle emergenze alimentari. Tutelare il suolo è il primo modo di proteggere uomini, piante, animali.

Nonostante questo, in Europa, non esiste una legge comune che difenda il suolo. I cittadini di tutta Europa chiedono di difenderlo dal cemento, dall’inquinamento e dagli interessi speculativi. Insieme a noi, oltre 400 associazioni chiedono all'UE norme specifiche per tutelare il suolo, bene essenziale alla vita come l'acqua e come l'aria.

COSA CHIEDIAMO
Chiediamo che il suolo venga riconosciuto come un patrimonio comune che necessita di protezione a livello europeo, in quanto garantisce la sicurezza alimentare, la conservazione della biodiversità e la regolazione dei cambiamenti climatici.

Chiediamo un quadro legislativo che tuteli i suoli europei dall'eccessiva cementificazione, dalla contaminazione, dall'erosione, dalla perdita di materia organica e dalla perdita di biodiversità.

#People4Soil è un'Iniziativa dei Cittadini Europei sostenuta da più di 400 associazioni. Tieni pronta la tua carta di identità e clicca qui per firmare la petizione e difendere il suolo.

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Agromafie, la crescita del crimine nel food

Dal Rapporto Coldiretti-Eurispes 2017 emerge a quali rischi si possa andare incontro acquistando cibi low cost e di provenienza incerta. La sicurezza alimentare della filiera corta e controllata è un’alternativa concreta al pericolo di consumare cibi adulterati

 

Fare acquisti in filiera corta e scegliere prodotti garantiti dagli agricoltori non è solo una scelta dettata da una forte attenzione alla qualità dei cibi e alla loro freschezza. Si tratta anche di tutelare la sicurezza alimentare di quel che si porta in tavola.  “Occorre vigilare sul sottocosto e sui cibi low cost dietro i quali spesso si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi se non l’illegalità o lo sfruttamento”. Lo ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo alla presentazione del quinto Rapporto #Agromafie2017 elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. 
Quello delle agromafie è infatti un fenomeno preoccupante e purtroppo in crescita. Il volume d'affari complessivo annuale è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nell’ultimo anno. Tale stima rimane, con tutta probabilità, ancora largamente approssimativa per difetto.
La filiera del cibo, della sua produzione, trasporto, distribuzione e vendita, ha tutte le caratteristiche necessarie per attirare l’interesse di organizzazioni che via via abbandonano l’abito “militare” per vestire il “doppiopetto” e il “colletto bianco”, riuscendo così a scoprire e meglio gestire i vantaggi della globalizzazione, delle nuove tecnologie, dell’economia e della finanza 3.0. Sul fronte della filiera agroalimentare, le mafie, dopo aver ceduto in appalto ai manovali l’onere di organizzare e gestire il caporalato e altre numerose forme di sfruttamento, condizionano il mercato stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e la creazione ex novo di reti di smercio al minuto. 
   
Le minacce sul territorio italiano
Nel 2016 si è registrata un’impennata di fenomeni criminali che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo nostrano. Non si tratta più soltanto di “ladri di polli” quanto di veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole, con furti di interi carichi di olio o frutta, depositi di vino o altri prodotti come file di alveari, intere mandrie o trattori caricati su rimorchi di grandi dimensioni. A questi reati contro l’agricoltura, secondo il Rapporto Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, si affiancano racket, usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione nelle campagne mentre nelle città, silenziosamente, i tradizionali fruttivendoli e i nostri fiorai sono quasi completamente scomparsi, sostituiti i primi da egiziani e i secondi da indiani e pakistani che, pur sapendo proferire a stento poche frasi compiute in italiano, controllano ormai gran parte delle rivendite attive sul territorio.
Tra tutti i settori “agromafiosi”, quello della ristorazione è forse il comparto più tradizionale e immediatamente percepito come tipico del fenomeno. In alcuni casi sono le stesse mafie a possedere addirittura franchising e dunque catene di ristoranti in varie città d’Italia e anche all’estero, forti dei capitali assicurati dai traffici illeciti collaterali. Il business dei profitti criminali reinvestiti nella ristorazione coinvolgerebbe oltre 5mila locali, con una più capillare presenza a Roma, Milano e nelle grandi città.
Dalle infiltrazioni nel settore ortofrutticolo del clan Piromalli all’olio extra vergine di oliva di Matteo Messina Denaro fino alle imposizioni della vendita di mozzarelle di bufala del figlio di Sandokan del clan dei Casalesi e al controllo del commercio della carne da parte della ‘ndrangheta e di quello ortofrutticolo della famiglia di Totò Riina, i più noti clan della criminalità si dividono il business della tavola mettendo le mani sui prodotti simbolo dell’agroalimentare italiano.
Solo nell’ultimo anno le Forze dell’Ordine hanno messo a segno diverse operazioni contro le attività della malavita organizzata, con arresti, sequestri e confische contro personaggi di primissimo piano della mafia che hanno deciso di investire ed appropriarsi di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta. Il risultato è la moltiplicazione dei prezzi che per l’ortofrutta arrivano a triplicare dal campo alla tavola, ma anche pesanti danni di immagine per il Made in Italy in Italia e all’estero. 
   
Importazioni pericolose
Quasi un prodotto agroalimentare su cinque che arriva in Italia dall’estero non rispetta le normative in materia di tutela dei lavoratori, a partire da quella sul caporalato, vigenti nel nostro Paese: dal riso asiatico alle conserve di pomodoro cinesi, dall’ortofrutta sudamericana a quella africana in vendita nei supermercati italiani fino ai fiori del Kenya.
Si stima che siano coltivati o allevati all’estero oltre il 30% dei prodotti agroalimentari consumati in Italia, con un deciso aumento negli ultimi decenni delle importazioni da paesi extracomunitari dove non valgono gli stessi diritti sociali dell’Unione Europea. Riso, conserve di pomodoro, olio d’oliva, ortofrutta fresca e trasformata, zucchero di canna, rose, olio di palma sono solo alcuni dei prodotti stranieri che arrivano in Italia che sono spesso il frutto di un “caporalato invisibile” che passa inosservato solo perché avviene in Paesi lontani, dove viene sfruttato il lavoro minorile, che riguarda in agricoltura circa 100 milioni di bambini secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), di operai sottopagati e sottoposti a rischi per la salute, di detenuti o addirittura di veri e propri moderni “schiavi”. Ecco una sintesi delle bad practices su alcuni prodotti di importazione.

Il caporalato nel piatto
Concentrato di pomodoro dalla Cina. Lavoro forzato dei detenuti
Riso basmati dal Vietnam. Lavoro minorile e sfruttamento
Nocciole dalla Turchia. Sfruttamento delle minoranze curde
Rose dal Kenya. Lavoro sottopagato e senza diritti
Fragole dall’Egitto. Rischio salute sul lavoro per prodotti chimici fuorilegge in Europa
Fiori dalla Colombia. Sfruttamento del lavoro femminile
Canna da zucchero dalla Bolivia. Abuso di stimolanti per aumentare la resistenza al lavoro
Carne dal Brasile. Lavoro minorile e sfruttamento
Aglio dall’Argentina. Lavoro minorile e sfruttamento
Banane dall’Ecuador. Trattamenti a base di prodotti chimici fuorilegge in Europa
 
(Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati dipartimento di stato Usa sul lavoro, Laogaibook, Unicef, lLO)

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Silvi, nuovo corso annuale per aspiranti volontari di Protezione Civile

Si inaugura domani con 40 iscritti il nuovo corso per aspiranti volontari di Protezione Civile a Silvi. Un boom di richieste rispetto al previsto, il doppio, probabilmente in virtù dell'onda emotiva degli ultimi avvenimenti che hanno colpito la nostra regione lo scorso gennaio.

Al corso è ancora possibile iscriversi, purché si sia maggiorenni, fino a martedì 21 marzo mattina tramite la registrazione sul sito internet della Protezione Civile di Silvi (www.protezionecivilesilvi.it) o via email. Le lezioni saranno il martedì e il giovedì, dalle ore 21 alle 23, con otto incontri teorici e due pratici comprensivi di un test finale di ammissione.

Le materie trattate riguardano tutte quelle attinenti alle attività di volontariato nella Protezione Civile. Tra queste il ruolo operativo, la sicurezza del volontario durante le operazioni e il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuali, il comportamento in caso di interventi, la valutazione dei rischi e degli incendi, i disturbi post traumatici da stress e le comunicazioni radio. Particolare attenzione verrà data al rischio idrogeologico, problema che sta rappresentando criticità sempre superiori nel nostro territorio.

La prova pratica finale consisterà in un montaggio di una tenda da campo, di quelle comunemente usate durante gli interventi soprattutto in occasione dei recenti terremoti, e lo spegnimento di un incendio controllato. Il corso è gratuito.

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Cade durante allenamento di motocross, grave un 59enne

Un 59enne di Chieti, E.D.G., e' ricoverato in gravi condizioni all'ospedale del capoluogo teatino per le lesioni riportate in un incidente avvenuto ieri, mentre era impegnato in un allenamento di motocross, ad Alanno dove l'uomo si recava abitualmente. L'uomo, secondo quanto appreso, nel primo pomeriggio si stava allenando sulla pista del crossodromo di Alanno, quando, in curva, ha perso il controllo della moto ed e' finito a terra. Indossava il casco e tutte le protezioni previste. Inizialmente le sue condizioni non sembravano gravi, tanto che il 59enne e' tornato a casa in macchina, autonomamente. Successivamente i familiari lo hanno accompagnato in ospedale. Dagli accertamenti dei medici del Pronto soccorso e' emerso, tra l'altro, un trauma toracico. L'uomo e' stato quindi ricoverato; la prognosi e' riservata. 

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Chieti, arrivato il nuovo procuratore Testa

Si e' insediato oggi Francesco Testa, il nuovo procuratore capo della Repubblica di Chieti, che nell'aula della Corte d'Assise del palazzo di giustizia ha prestato il giuramento davanti al presidente del Tribunale Geremia Spiniello e ai giudici Camillo Romandini, presidente Sezione Civile, e Isabella Alieri, al funzionario giudiziario Paola Grossi, presenti i magistrati componenti dell'ufficio ovvero i sostituti Lucia Campo, Marika Ponziani, Giuseppe Falasca e Giancarlo Ciani e tutti i giudici del Tribunale teatino unitamente al presidente dell'Ordine degli avvocati Pierluigi Tenaglia, al presidente della Camera Penale Goffredo Tatozzi, al questore Raffaele Palumbo e a i comandanti provinciali di Carabinieri e Finanza, Luciano Calabro' e Serafino Fiore. Testa ha preso possesso dell'ufficio con qualche giorno di anticipo rispetto alla data del 3 aprile: nato a Catania, 46 anni, sposato, una figlia, prende il posto di Pietro Mennini, diventato procuratore generale della Corte d'appello a L'Aquila.

Il nuovo procuratore di Chieti, che per 14 anni e' stato sostituto procuratore a Catania, proviene dalla Rappresentanza permanente d'Italia all'Onu a Vienna, dove e' stato esperto giuridico. ''Non speravo in un'accoglienza piu' calorosa di questa, ve ne sono veramente grato con tutto il mio cuore. Per me inizia un'esperienza importante, anche da parte mia contate sul massimo che potro' far per dare un servizio giustizia efficiente, efficace, tempestivo e al passo con i tempi - ha detto fra l'altro Testa nel suo intervento di saluto. Sul piano operativo la mia esperienza nella Procura di Catania mi ha dato modo di capire quanto e' importante la collaborazione con le forze dell'Ordine e avere qui i tre massimi rappresentanti della provincia per me e' un gesto di grande considerazione e vorrei avere l'occasione di sviluppare al meglio possibile i rapporti con l'ufficio. Un particolare saluto voglio rivolgere ai miei quattro colleghi che mi hanno riservato un'accoglienza formidabile e come loro anche io sono piu' che sicuro che potremo lavorare bene, potremo dare il massimo delle nostre capacita' professionali e intellettuali per far funzionare bene quest'ufficio e per dare un servizio giustizia veramente efficiente e tempestivo''.

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