Redazione Notizie D'Abruzzo

Mons. Valentinetti: Prego e chiedo preghiere per le vittime della slavina

Prego e chiedo preghiere per le vittime della slavina, per i loro famigliari, per i dispersi, per i soccorritori, per i volontari e per tutti quelli che si prodigano ad aiutare chi, in questo momento, e' in difficolta'". Sono queste le parole di monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, mentre segue con ansia e dolore gli aggiornamenti sull'hotel di Farindola, nel territorio della diocesi, e, insieme alla Caritas, continua a mettersi in ascolto delle esigenze della sua gente ancora attanagliata in casa dalla neve e dalla mancanza di elettricita', per l'attivazione di reti di solidarieta'. "E' una tragedia - continua il presule - perche' la morte e' sempre una tragedia, ancor piu' quando arriva improvvisa, inaspettata. La morte, cosi' come la sofferenza, e' un mistero che possiamo affrontare nel silenzio, o tra le grida, che possiamo fronteggiare con rabbia, e che siamo costretti ad accettare o ad accogliere con fede. E' un mistero, pero', anche la vita, che entra spesso con gioia nella nostra storia; sono un mistero tante situazioni che si perpetuano nella nostra esistenza e fanno meraviglia. E' sul mistero che accogliamo che dobbiamo puntare il nostro sguardo e il nostro cuore per trovare la forza di abbracciare anche il mistero che ci fa dolore". Per l'occasione l'arcivescovo chiede ai suoi parroci la celebrazione della messa con la colletta in tempo di terremoto e invita a continuare con le reti di aiuto che si stanno attivando spontaneamente. "E' doveroso ringraziare i soccorritori - afferma l'arcivescovo - i volontari e coloro che in questi giorni stanno facendo di tutto per risolvere le difficolta della nostra gente, ma e' anche giusto notare come, in queste situazioni si attivino reti amicali e famigliari di aiuto reciproco che riempiono di carita' la nostra fragile umanita'". E' un messaggio di speranza quello che l'arcivescovo vuole lanciare, poggiato sull'esperienza di tanti che nella difficolta' riescono a leggere anche segni positivi: "Avere speranza - conclude monsignor Valentinetti - vuol dire saper porgere lo sguardo sulle situazioni positive - seppur minori delle disgrazie - che si realizzano anche nei momenti piu' bui. E' solo un esempio, ma possono aiutarci le parole di un parroco, bloccato in paese con la sua gente, che rispondeva al nostro tentativo di metterci in contatto con lui, cosi': 'Metri di neve e al quarto giorno senza energia elettrica. I telefoni funzionano solo per brevi tratti. Ai tanti disagi, pero', corrisponde tantissima solidarieta''. Questa esperienza che penso sia un po' di tutti, ci dia forza e coraggio". 

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Sono ancora 60 mila le utenze disalimentate, senza corrente in Abruzzo

La task force di 1400 uomini messa in campo in Abruzzo da e-distribuzione, la societa' del gruppo Enel che gestisce le reti elettriche di media e bassa tensione, ha ridotto a meno di 60.000 le utenze disalimentate sul territorio regionale. Un numero sempre consistente, che, secondo le stime di e-distribuzione oggi sara' possibile portare a meno di 30.000 il numero complessivo dei clienti ancora disalimentati. Stamattina in Abruzzo sono circa 59.000 i clienti disalimentati. L'Aquila va verso la normalizzazione del servizio, con interventi in corso che riguardano un numero limitato di utenze; Teramo: 38.000 clienti disalimentati; Pescara: 10.500 clienti disalimentati; Chieti: 10.500 clienti disalimentati. Dall'inizio dell'emergenza la task force di e-distribuzione, in campo con quasi 600 mezzi operativi e piu' di 500 gruppi elettrogeni, ha progressivamente rialimentato oltre 160.000 utenze. Situazione in miglioramento nelle Marche, dove prosegue l'impegno per la normalizzazione del servizio in giornata. Le operazioni di ripristino sono state ostacolate nella notte dal permanere di problemi di viabilita' in alcune aree montane e dall'insorgere di nuovi guasti. La situazione e' comunque in miglioramento: ad Ascoli 3.000 disalimentati sono concentrati nella Provincia di Ascoli. A Macerata e Fermo si va verso la normalizzazione del servizio. Aggiornamenti sulla situazione della rete elettrica vengono pubblicati sui siti aziendali e vengono fornite puntuali informative a protezione Civile e istituzioni sullo stato di avanzamento degli interventi con previsioni dei tempi di ripristino del servizio. E-distribuzione ricorda che opera in stretto contatto con le Autorita' Locali e regionali per gestire le situazioni piu' critiche con misure temporanee, anche attraverso l'installazione gruppi elettrogeni

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Hotel Rigopiano, la testimonianza di uno dei soccorritori

"Scavavo con la pala, con le mani, con un ramo... la sonda ci aveva fatto capire che li', sotto tre metri di neve, c'era qualcuno. E io nella mia testa ci parlavo, con quella persona. Arrivo, arrivo, resisti...ti riporto io a casa. Sei troppo forte, non puoi morire cosi', dai che arriviamo. E invece". E' la dura testimonianza del maresciallo Lorenzo Gagliardi, che comanda la stazione del soccorso alpino della guardia di finanza di Roccaraso, raccolta da Repubblica, fra i primi soccorritori ad arrivare all'hotel Rigopiano travolto dalla slavina. "Ci hanno allertato alle 19.30", racconta, "inizialmente dovevamo andare a Campotosto, dove c'era una slavina con una persona sotto, ma poi li' sono stati impiegati quelli dell'Aquila. Lungo la strada abbiamo trovato tutti i mezzi dei soccorritori bloccati dalla neve, dagli alberi caduti, dai detriti. Tra l'ultimo pezzo di strada libero e l'albergo Rigopiano c'erano 8 chilometri". L'hotel l'hanno raggiunto alle 4 di notte e della struttura, dice, "non c'era quasi piu' niente", "solo una collina bianca". "Poi abbiamo visto quella macchina", "a 50 metri dall'hotel, in uno spiazzo, con il motore acceso. Era l'unica a non essere stata rovesciata dalla valanga. Dentro c'erano due uomini, Giampiero Parete e Fabio Salzetta, ancora vivi grazie all'impianto di riscaldamento dell'auto". Intervistato anche dal Corriere della Sera, il maresciallo Gagliardi non nasconde la difficolta' del percorso per arrivare all'albergo. "Dovevamo stare molto attenti a eventuali nuove slavine, dovevamo aggirare alberi caduti, c'era una bufera di neve fortissima. Insomma: era una situazione rischiosa ma non c'era una soluzione b". "Per entrare dove poi sono state recuperate le prime vittime abbiamo scavato un buco, una specie di tunnel verticale nella neve che in quel punto, cioe' sopra il solaio della struttura crollata, era alta due-tre metri", dice. "Questo turno non si chiude come avrei voluto. Se avessi salvato qualcuno strappandolo alla neve e alle macerie sarebbe tutta un'altra storia"

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Lavori pubblici, pagamenti in 172 giorni

Restano ancora stabilmente oltre i 60 giorni di legge i tempi medi di pagamento delle imprese da parte delle amministrazioni pubbliche, nei lavori pubblici. La direttiva europea 2011/7/Ue ha fissato per la prima volta un termine, di 60 giorni, per i pagamenti delle Pa, ma il Monitoraggio che l'Ance svolge periodicamente con sondaggi a campione presso le imprese segnala che nel settore lavori pubblici i tempi medi sono ancora ben oltre, quasi tre volte superiori: 172 giorni nel secondo semestre 2016, 112 giorni di ritardo medio, e per la prima volta in peggioramento (da 108 a 112 giorni) rispetto al trend di graduale riduzione dei ritardi in corso dal 2013 a oggi.

Tra le imprese di costruzione intervistate nel monitoraggio Ance il 69% segnala ritardi nei pagamenti della Pa. Il dato e' in miglioramento, perche' solo nel primo semestre 2016 era pari al 79%, e quasi sempre negli anni scorsi era intorno all'80%. Tuttavia l'Ance segnala che il peso medio dei lavori pubblici sul totale del fatturato risulta pari a circa il 22% per le imprese che non segnalano ritardi contro una media del 62% per quelle che segnalano ritardi. Il tempo medio di pagamento alle imprese dalla Pa nel settore lavori pubblici e' stato nel sondaggio Ance di ottobre 2016 pari a 172 giorni, contro i 60 di legge, in leggero peggioramento rispetto ai 166 giorni nel secondo semestre 2015 e a 168 giorni nel primo semestre 2016. Ragionando in termini di ritardi, cioe' di quanti giorni oltre i 60 di legge, si e' trattato di 112 giorni nel secondo semestre 2016, contro i 106 del 2? semestre 2015 e 108 del 1° semestre 2016.

Nel 2016 si quindi e' fermata la tendenza a un progressivo miglioramento dei tempi medi di pagamento registrata nel triennio 2013-2015, quando numerose misure furono approvate dal Governo per contrastare il fenomeno dei ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione. In particolare, l'Ance ricorda le misure del biennio 2013-2014 per lo smaltimento dei debiti pregressi (che ha consentito di ridurre di circa un terzo i ritardi medi per i lavori pubblici); dal 2016 il superamento del Patto di stabilita' interno ('che rappresentava una delle principali cause dei ritardi', sottolinea l'Ance), e la messa a regime dell'anticipazione del prezzo con il nuovo Codice pubblici (dlgs 50/2016). Queste misure hanno determinato una riduzione complessiva di circa un terzo dei ritardi medi di pagamento alle imprese: tra inizio 2013 e fine 2015, si e' passati da 160 a 108 giorni di ritardo, con una diminuzione pari a 48 giorni dei tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione. Il dato risale ora a 112 giorni medi, e resta comunque consistente: quasi sei mesi medi per pagare, contro i due al massimo fissati dalla legge.

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Spoltore, rientrano a casa le famiglie di S. Teresa

Tornano a casa le famiglie che ieri, a causa dello straripamento del fiume Pescara in Via Arno e in Via Mincio a Santa Teresa, hanno dovuto lasciare le loro abitazioni. Il Sindaco Luciano Di Lorito, considerando il miglioramento delle condizioni meteorologiche e il graduale contenimento dello stato di allerta, ha deciso di far rientrare le persone, circa 50, nelle loro abitazioni. “Continueremo a monitorare la situazione con il supporto dei nostri tecnici comunali, della Polizia Municipale, della Protezione Civile e della Croce Rossa, ma ora l’allerta relativa all’innalzamento del fiume sta man mano rientrando, quindi ci è sembrato opportuno riportare le persone a casa”, ha spiegato il primo cittadino.

 

 

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Duecento sfollati al Progetto Case de L’Aquila

L'Aquila apre gli alloggi antisismici del progetto C.a.s.e. agli sfollati del terremoto dell'Alto Aterno: domani, infatti, arriveranno 180 persone rimaste senza casa a Capitignano. Gli uffici comunali hanno gia' perfezionato le assegnazioni e verificato l'accensione degli impianti. Gia' stasera, invece, 38 sfollati provenienti da Campotosto e dalla frazione di Ortolano colpita da una slavina saranno alloggiati nel Residence Azzurro. A servire i pasti sara' il Comune, che ha richiamato molti lavoratori in servizio ed e' arrivato a una squadra di 150 tra operai, tecnici e funzionari. Quanto alla situazione aquilana, questa notte sono stimate 1.500 persone che passeranno la notte nei moduli scolastico a uso provvisorio (Musp), le scuole prefabbricate che ieri notte hanno ospitato 2.500 aquilani spaventati. In questo momento si stanno servendo i pasti dopo che a pranzo sono state sfamate 1.200 persone. In distribuzione anche 300 brandine secondo le richieste, che si aggiungono alle 150 di ieri, quando molti cittadini hanno dovuto portarsi le attrezzature da casa. Dal punto di vista delle strutture, e' stato pulito il piazzale dell'Aeroporto dei Parchi 'Giuliana Tamburro' di Preturo, dove i mezzi della Protezione civile potranno atterrare anche la notte. Sono conclusi i sopralluoghi negli uffici comunali, dove non sono stati riscontrati danni, da domani cominceranno i controlli anche alle scuole elementari e medie e agli asili nido, poi i cimiteri. 

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Isolati 50 migranti e volontari Cas nel teramano

Cinquanta migranti e tre volontari del Cas Rocca Santa Maria sono rimasti isolati, senza acqua e corrente elettrica da piu' di 48 ore, a causa del terremoto e delle abbondanti nevicate delle ultime ore: a renderlo noto sono le cooperative 'Domus Caritatis' e 'Senis Hospes', quest'ultima responsabile del centro d'accoglienza per migranti titolari di protezione internazionale, riferendo di avere "piu' volte segnalato alle istituzioni le condizioni di estrema precarieta' in cui versano gli ospiti e i volontari".

"Nonostante sia intervenuto l'esercito nel Comune di Rocca Santa Maria - si legge nella nota - a ora nulla e' stato fatto per mettere in salvo le persone del Cas. Cosi' i responsabili di Domus Caritatis hanno fatto un tentativo di far arrivare al centro d'accoglienza almeno un furgone con generi alimentari e di prima necessita'. Purtroppo senza esito". "Domus Caritatis - conclude la nota - e' seriamente preoccupata per le condizioni dei migranti e del personale della cooperativa sociale visto che le scosse di terremoto continuano nella vicinissima zona di Montereale".

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Regione attiva email di segnalazione dei danni in agricoltura

"Ci troviamo di fronte a una situazione di forte emergenza, ingigantita dagli ultimi eventi sismici che stanno mettendo in ginocchio il comparto agricolo". Lo sostiene l'assessore alle politiche agricole, Dino Pepe, commentando l'emergenza neve e terremoto. "Ci siamo attivati immediatamente - dice Pepe - i nostri uffici regionali centrali e periferici stanno monitorando i primi danni subite dalle attrezzature agricole e capannoni. Ci troviamo, pero', a dover affrontare una situazione emergenziale, a partire dalla mancanza di energia elettrica che ancora oggi, come e' noto, non trova soluzione definitiva. Invito gli operatori del settore agricolo e le organizzazioni professionali agricole - sottolinea Pepe - a far pervenire al nostro Dipartimento (indirizzo mail dpd@regione.abruzzo.it) tutte le segnalazioni utili, nello spirito di collaborazione. Sono certo che, anche grazie alla vicinanza garantitami personalmente e da subito dal ministro dell'agricoltura Martina, nessun agricoltore rimarra' solo e verra' aiutato a rialzarsi"

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Maltempo, a Chieti danni per 2 milioni a infrastrutture

 ''Continueremo a lavorare sull'emergenza neve e sulle situazioni critiche lasciate dal maltempo e soprattutto al conteggio dei danni che stimiamo intorno ai 2 milioni di euro''. A tracciare una prima stima dei danni provocati dalle nevicate e' il sindaco di Chieti Umberto Di Primio. Il quale parla di danni visibili ad infrastrutture e strutture come rete fognaria, manto stradale, marciapiedi e alla economia cittadina con la paralisi delle attivita' produttive nonche' di quelle del piccolo e medio commercio, in favore delle quali, dice Di Primio ''e' necessario che Governo nazionale e Regione - noi come Comune lo faremo - assumano immediatamente provvedimenti di agevolazione fiscale, una moratoria sui mutui ed incentivi alle attivita' e alle aziende''.

''A quattordici giorni dalle prime nevicate di gennaio - prosegue Di Primio - abbiamo strade deteriorate dal ghiaccio, dal sale e dai mezzi spazzaneve, senza escludere arterie viarie principali, dove si sono create vere e proprie voragini. Interventi straordinari che richiedono investimenti economici importanti e un sostegno economico della Regione e del Governo immediati. Con la Regione - sottolinea Di Primio - dobbiamo assolutamente trovare un accordo per stilare un piano straordinario di interventi su strade, frane, dissesto idrogeologico e sicurezza scuole. Occorrono fondi perche' si possa intervenire sulle nuove criticita', sui danni provocati dagli eccezionali eventi atmosferici che, per quanto riguarda il Comune di Chieti, configurano lo stato di emergenza per il quale abbiamo assunto anche provvedimenti nella Giunta straordinaria convocata questa mattina''. 

Senza fissa dimora aiutano gli sfollati del terremoto e spalano la neve. E' avvenuto a Chieti nella struttura della Capanna di Betlemme della Comunita' Papa Giovanni XXIII. Gli ospiti della struttura hanno distribuito coperte e spalato la neve. Hanno inoltre allestito 30 posti letto per accogliere le famiglie costrette a stare fuori casa. Molti di loro sono italiani sui 50 anni che hanno perso lavoro e sono finiti in strada.

"A Chieti per la neve e il maltempo - ha spiegato Luca Fortunato, responsabile della capanna di Betlemme di Chieti in un'intervista a inBlu Radio, network delle radio cattoliche italiane - novemila famiglie sono rimaste senza luce e riscaldamenti per 30-40 ore. In questa prima fase dell'emergenza abbiamo ospitato e invitato la gente a venire a prendere qualcosa di caldo nella nostra comunita' che accoglie i senza tetto. In piu' ci siamo proposti di distribuire delle coperte che generalmente utilizziamo per i clochard. Abbiamo avuto la possibilita', nel nostro piccolo, di dare un conforto alla popolazione. E avendo la corrente abbiamo fatto anche ricaricare alle persone i loro cellulari".

"Soprattutto nella distribuzione delle coperte - ha proseguito Luca Fortunato - ci siamo fatti aiutare dai clochard che vivono nella nostra Comunita'. E' stato bello, abbiamo combattuto questa emergenza con una lotta pacifica della solidarieta'. Sono stati tutti coinvolti. In questa fase d'emergenza alcuni clochard hanno anche spalato la neve per rendere accessibile la nostra struttura"

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