Cronaca

Uccise la moglie e un’amica nel chietino, il Pm chiede l’ergastolo

Il pm Giancarlo Ciani ha chiesto la condanna all'ergastolo per Francesco Marfisi, il 51enne che il 13 aprile dell'anno scorso uccise con numerose coltellate la moglie Letizia Primiterra e l'amica di lei, Laura Pezzella. Il processo si sta tenendo in Tribunale a Chieti dinanzi al giudice Isabella Maria Allieri con il rito abbreviato. Il processo riprenderà il 27 giugno con la replica dell'accusa, quindi il giudice si ritirerà per la sentenza. Marfisi, che secondo la perizia disposta dal giudice era pienamente capace di intendere e di volere al momento del fatto, ha lasciato l'aula per tornare in carcere a Pescara dove è recluso, mentre era ancora in corso la ricostruzione dei fatti da parte dell'accusa perché, come ha riferito al termine dell'udienza il suo difensore, l'avvocato Rocco Giancristoforo, manifestava conati di vomito e uno stato d'ansia fortissimo. La difesa nel suo intervento ha puntato soprattutto a dimostrare l'inesistenza di alcune aggravati, sostenendo che non ci fu premeditazione perché dalla condotta tenuta quel giorno da Marfisi non trasparirebbero gli elementi della pre organizzazione né ideale né cronologica, dei delitti. Ma per la difesa non è configurabile neppure un'altra delle aggravanti, la crudeltà, perché tutti i colpi inferti alle due donne erano potenzialmente mortali e inferti in parti vitali, in un lasso di tempo molto breve ,e ripetuti, che si tratta, in realtà, di uno stato di ira violento ma non, ha sostenuto Giancristoforo, di crudeltà. Le parti civili costituite, ovvero i famigliari delle due vittime, si sono associate alle richiesta dell'accusa per quanto riguarda la condanna in sede penale mentre dal punto di vista delle richieste risarcitorie chiedono complessivamente a Marfisi danni per oltre 3 milioni di euro. 

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Si spacciò per amico del figlio e truffò anziano, arrestato nel Teramano

Aveva adescato un 70enne in viale Cavour, a Teramo facendo ricorso al consueto escamotage di fingersi amico del figlio al quale avrebbe dovuto, in questo caso, consegnare un computer che costava 2mila euro. Addirittura era riuscito anche a far credere all'anziano che all'altro capo del telefono ci fosse il figlio: in realtà c'era il complice che gli aveva impartito le disposizioni per consegnargli il denaro. Secondo la ricostruzione fatta dagli agenti della squadra mobile di Teramo, che hanno identificato e arrestato un 33enne napoletano, quale autore della truffa, l'anziano era salito sull'auto dello sconosciuto per farsi accompagnare in banca dopo aveva prelevato dal conto corrente la somma richiesta. Soltanto qualche ora dopo, vista l'inutile attesa del ritorno per la consegna del computer, il 70enne aveva capito che si era trattato di un raggiro. Le indagini hanno portato all'emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere per truffa aggravata nei confronti del 33enne napoletano, notificatagli direttamente in carcere a Poggio Reale dove è detenuto per analoghi e precedenti reati.

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Operaio ferito a Castel di Ieri

Un grave incidente sul lavoro si è verificato in un cantiere edile di Castel di Ieri: un operaio di 41 anni si è procurato un profondo taglio alla coscia sinistra mentre stava lavorando con un frullino elettrico. Sul posto è intervenuto dopo pochi minuti, il personale del 118 di Castelvecchio subequo, che hanno dovuto compiere un'operazione molto complicata per raggiungere a piedi l'operaio ferito. Il cantiere infatti si trova all'interno del centro storico, proprio nei pressi della torre campanaria, inaccessibile agli autoveicoli. Il ferito è stato trasportato all'ospedale San Salvatore per essere sottoposto a un delicato intervento chirurgico alla gamba.

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Sanità, oltre 200 assunzioni alla Asl L’Aquila nel 2018

Saranno 208 le assunzioni alla Asl  Avezzano-Sulmona-L'Aquila che saranno effettuate entro il 2018, tra cui oltre 100 infermieri e una cinquantina di medici. Gli ingressi si tradurranno - si legge nel comunicato della Asl provinciale "in un miglioramento dei servizi in tutto il territorio". Il piano assunzioni è stato deliberato nei giorni scorsi dal dg della Asl Tordera "ed avrà riflessi positivi in tempi rapidi". Saranno oltre 100 gli operatori che verranno immessi in organico tra infermieri (la quota più corposa), fisioterapisti, ostetriche, logopedisti, educatori professionali e puericultrici: "si tratta di figure essenziali soprattutto per il funzionamento dei reparti ospedalieri e di specifiche attività di riabilitazione e di assistenza". Le assunzioni in questo settore, tra l'altro, permetteranno di stabilizzare parte degli operatori, soprattutto infermieri, che potranno così contare, dopo anni di precariato, su un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Il piano prevede l'assunzione di 44 dirigenti medici in 18 diverse specialità. A beneficiare di nuovo personale, come numero di assunzioni, saranno in particolare la neonatologia, la chirurgia, la psichiatria e la radiodiagnostica. Nell'ambito del settore tecnico e amministrativo, prenderanno servizio 39 persone tra operatori socio sanitari, assistenti e collaboratori amministrativi (impiegati) nonché assistenti sociali. Un altro passaggio decisivo viene considerato quello nelle Unità operative complesse, che vedranno la presenza di 12 nuovi primari: "servirà a nominare i direttori dei reparti che, soprattutto a causa dell'imminente pensionamento degli attuali titolari, dovranno subentrare nella nuova gestione. Le nomine, da effettuare attraverso appositi avvisi pubblici, riguardano unità operative dislocate in tutta la provincia, dalla rianimazione all'ortopedia - si legge ancora nella nota. A completare la griglia 3 psicologi e un dirigente amministrativo. Le 208 assunzioni si aggiungeranno a quelle già autorizzate nel 2017 e negli anni precedenti che in parte sono già avvenute e che saranno portate a compimento nel 2018, tra cui 14 dirigenti medici, 2 dirigenti farmacisti, un dirigente veterinario, 5 oss, 3 tecnici di laboratorio, 6 ausiliari specializzati, 3 dirigenti amministrativi. 

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Usura ai danni di agricoltore, quattro condanne

Il Tribunale di Chieti ha condannato quattro persone per usura, con l'aggravante di aver commesso il fatto in danno di una persona che esercitava attività artigianale. Otto anni di reclusione e 15.000 euro di multa sono stati inflitti a un 63enne originario di Ortona O.D., all'epoca dei fatti direttore di una filiale di banca, estranea alla vicenda; 7 anni e 10.000 euro ciascuno sono stati inflitti a R.D.R., 58 anni, A.C., 57 anni e ad A.G., 62 anni.

I quattro sono stati anche condannati a risarcire i danni in separato giudizio e ad una provvisionale di 10.000 euro alla moglie e ai due figli della vittima che si sono costituiti parte civile. La vittima era il titolare di una ditta individuale che operava nel settore dell'agricoltura: l'uomo, probabilmente a causa della difficile situazione economica in cui si trovava, si tolse la vita, impiccandosi, alla fine di gennaio del 2012. I fatti contestati nel processo ai quattro imputati riguardano le condizioni usurarie per alcuni prestiti fatti all'agricoltore. Questi fra aprile del 2011 e gennaio del 2012 ricevette 50.000 euro, dei quali 40.000 euro arrivano da A.G. e 10.000 da O.D. Un prestito che la vittima garantì consegnando a A.G. due assegni da 20.000 euro ciascuno e poi altri due assegni, da 15.000 euro e da diecimila. A tali somme si aggiunsero 6.500 euro ovvero il ricavato della vendita, su suggerimento di R.D.R. di un trattore. Somma questa che, secondo l'accusa venne consegnata a R.D.R, che a sua volta la diede a  O.D. Sempre secondo l'accusa R.D.R era la persona incaricata da  O.D di procedere alla riscossione delle rate del prestito che era stato concesso. Per quanto riguarda l'accusa di usura a carico di A.C., scaturisce da due prestito fatti alla vittima: un primo prestito di 30.000 euro nel giugno del 2010 per il quale erano stati pattuiti interessi consistenti nella restituzione di una somma oscillante fra 2.500 e 2.600 euro da pagare il giorno 4 di ogni mese. Per il secondo prestito di 35.000 euro gli interessi da pagare ammontavano a 4.000 euro al mese

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Barriere fonoassorbenti, incontro in Comune con i vertici Rfi

Stabilire la tempistica di realizzazione degli interventi di mitigazione acustica lungo il tracciato ferroviario della città di Montesilvano. Questo il tema dell’incontro che si è svolto questa mattina a palazzo di città tra il sindaco Francesco Maragno, il consigliere delegato Mauro Orsini e i tecnici di Rfi.

«L’installazione di barriere fonoassorbenti lungo il tracciato ferroviario che insiste sul territorio di Montesilvano -  specifica il consigliere Mauro Orsini  - è un’opera attesa da moltissimi anni dai residenti. Abbiamo promosso diversi incontri con RFI per avviare l'intervento di risanamento acustico obbligatorio, stabilito dalle leggi comunitarie e nazionali a tutela della salute dei cittadini. Ora siamo agli ultimi decisivi passi. Con la progettazione definitiva approvata,  una volta ottenute le autorizzazioni paesaggistico ambientali previste e la consegna del progetto alla ditta appaltante, potranno finalmente partire  i lavori lungo il tracciato ferroviario per tutelare il diritto alla salute dei residenti che da anni subiscono il rumore assordante del passaggio dei treni. Ringrazio Rfi, il sindaco e l'ufficio lavori pubblici per avere portato a termine con impegno e professionalità un lavoro che la città e le leggi chiedevano da tempo».

«Questi lavori  - aggiunge il sindaco Maragno -  sono particolarmente attesi da chi vive a ridosso della ferrovia. L’installazione delle barriere fonoassorbenti contribuirà a migliorare la qualità della vita di queste persone, riducendo l’inquinamento acustico, il tutto con la massima attenzione all’impatto estetico sull’immagine del territorio».

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Minorenne stuprata e ricattata, telefoni e tablet degli arrestati sotto esame

Dal controllo dei telefonini e dei tablet sequestrati ai due minorenni arrestati ieri mattina dai carabinieri della Compagnia di Vasto per aver ridotto per due anni in schiavitù e abusato sessualmente di una loro coetanea, si stanno cercando conferme su quelle che al momento sono solo intuizioni. I militari vogliono verificare se le immagini e le foto della ragazza, ripresa a sua insaputa in un momento di intimità con il fidanzatino, siano state viste o fatte circolare nella cerchia di amici dei due ragazzi ristretti nell'istituto per minorenni a Casal del Marmo a Roma. Unica certezza finora è che quelle immagini inequivocabili non sono state trasmesse su alcuna piattaforma social. Il maggiore Amedeo Consales, comandante della Compagnia dei carabinieri di Vasto ha dichiarato che solo ieri mattina alla vista dei carabinieri i due minorenni "hanno iniziato a rendersi conto della gravità delle loro azioni nei confronti della ragazza. I genitori di questi due ragazzi sono anch'essi delle vittime inconsapevoli". Un'ultima parola l'ufficiale dei carabinieri la dedica alla ragazza che "con coraggio è riuscita a liberarsi dalla sudditanza psicologica e a riferire fatti e luoghi ben precisi che ci hanno permesso dei riscontri oggetto dell'ordinanza del magistrato"

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Epidemia di gastroenteriti nel Teramano nel 2010, tutti assolti

Si è chiusa con l'assoluzione di tutti gli imputati la vicenda giudiziaria per l'epidemia di enteriti e gastroenteriti che nel 2010 portò in ospedale numerose persone, tra cui molti bambini, che si trovavano in vacanza ad Alba Adriatica. A processo, davanti al giudice Flavio Conciatori, erano finite sei persone, tra gli allora vertici del Ruzzo e della controllata Spt, con accuse che andavano dal disastro ambientale all'epidemia colposa fino alle lesioni. Per capire le ragioni dell'assoluzione bisognerà attendere il deposito delle motivazioni, ma è presumibile che a segnare la strada sia stata la super perizia rimessa dai consulenti nominati dal Tribunale. Se l'accusa aveva infatti individuato un nesso di causalità tra i malori avvertiti da cittadini e turisti e l'inquinamento del Torrente Vibrata e, di conseguenza, del tratto di mare antistante Alba Adriatica, imputandolo al malfunzionamento dei sei depuratori della Val Vibrata, gestiti all'epoca proprio dalla Ruzzo Reti, i periti del Tribunale erano arrivati a conclusioni diverse. Per i due professionisti, infatti, tutti gli impianti di depurazione "incriminati" (quelli di Villa Rosa-Alba Adriatica, Corropoli, Sant'Omero, Nereto e Sant'Egidio alla Vibrata), negli anni 2007-2010, "erano proporzionati e funzionali alla corretta attività di depurazione delle acque reflue", con lo stato di alterazione delle acque del Torrente Vibrata connesso alla forte presenza di scarichi abusivi.

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Vasto, 14enne schiavizzata e abusata, arrestati due minorenni

 L'avrebbero costretta per due anni ad avere rapporti sessuali con la continua minaccia di diffondere foto e video che, a sua insaputa, la ritraevano in atteggiamenti compromettenti. Sono stati arrestati dai carabinieri di Vasto con le accuse gravissime di riduzione in schiavitù e violenza sessuale di gruppo due minorenni che avrebbero violentato la ragazza, al momento sedicenne, per due anni. I risvolti della tristissima vicenda sono stati riferiti dal maggiore Amedeo Consales in una conferenza stampa convocata dai Carabinieri di Vasto. E sarebbe stato proprio il conforto di un'amica alla quale la ragazza era stata capace di confidare e raccontare il suo dramma, a convincere la ragazza a rivolgersi ai carabinieri. La mamma della vittima, come emerso, era completamente all'oscuro del dramma vissuto dalla figlia. 

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Aggressione con mazza da baseball a Chieti, l’accusa è di tentato omicidio

E' stata riqualificata da lesioni aggravate in tentato omicidio l'accusa nei confronti dei presunti responsabili dell'aggressione avvenuta a Chieti Scalo la notte del 7 maggio del 2016, nei confronti di un giovane di 24 anni di Chieti che venne colpito con pugni e con una mazza da baseball finendo in ospedale in condizioni piuttosto gravi. Per questa vicenda un 23enne di San Giovanni Teatino, è accusato oltre che di tentato omicidio in concorso con altre tre persone la cui posizione però è stata stralciata, anche di concorso in porto senza giustificato motivo di una mazza da baseball e di tentata violenza privata nei confronti di un secondo giovane, pure di Chieti. Il giovane ha chiesto il rito abbreviato ed oggi il gup del Tribunale di Chieti Andrea Di Berardino ha disposto il rinvio dell'udienza al 25 giugno prossimo per poter ascoltare la vittima.

Lo scorso febbraio il caso era approdato a dinanzi al Gup del Tribunale teatino, Luca De Ninis, il quale aveva rimandato il fascicolo in Procura chiedendo che il reato formulato, ovvero lesioni aggravate, venisse riqualificato in tentato omicidio. Il fatto avvenne non molto lontano sa un noto pub di Chieti Scalo, ma i motivi dell'aggressione, commessa ad opera di una decina di persone, diverse delle quali mai identificate, non sono stati mai chiariti. 

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