Cronaca

Rapinatore preso grazie al gruppo whatsapp in uso alla Polizia

Avrebbe rapinato una donna che sta prelevando allo sportello bancomat e la fa cadere, per poi darsi alla fuga, ma, a distanza di alcune ore, sarebbe stato individuato, grazie alla diffusione delle immagini della videosorveglianza su un gruppo WhatsApp in uso al personale di Polizia. Un 42enne pescareseè stato denunciato per il reato di rapina aggravata. Il fatto è avvenuto ieri pomeriggio, nei pressi dell'ospedale civile.

L'uomo si è avvicinato alla donna, una 35enne, l'ha minacciata con un oggetto contundente e le ha intimato di consegnare i soldi. La vittima, però, ha stretto la borsa tra le mani. L'arrivo di un dipendente della struttura sanitaria ha messo in fuga il malvivente, che è riuscito comunque a prendere un badge ed un mazzo di chiavi. Medicata in pronto soccorso, la 35enne è stata giudicata guaribile in dieci giorni. Dell'accaduto sono stati informati gli agenti del Posto fisso di Polizia dell'ospedale, che hanno subito avviato le indagini. Acquisiti i filmati della videosorveglianza della banca, le immagini sono state diffuse su WhatsApp: il personale della squadra Volante ha riconosciuto l'uomo, già noto alle forze dell'ordine, e nella notte è riuscito a rintracciarlo.

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Rogo sulle montagne del pescarese

Un incendio si è sviluppato nel primo pomeriggio sulle montagne di Bussi sul Tirino. A bruciare, secondo le prime informazioni, è un'area di macchia mediterranea, non distante da una pineta. Data la zona impervia e il vento forte, è stato richiesto l'intervento di un Canadair, di cui si attende l'arrivo.

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Scopre sul web gli oggetti che gli erano stati rubati

Depredavano le abitazioni residenziali di località montane marsicane, tendenzialmente disabitate nel periodo invernale, per poi vendere la refurtiva su famosi siti internet online, producendo un volume di affari di grande rilievo. Si tratta di un 38enne e un 33enne di Roma che, con l'accusa di furto aggravato in abitazione, sono stati raggiunti dai Carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo, in collaborazione con i militari della Compagnia di Roma Casilina, che hanno eseguito nei loro confronti, rispettivamente, la misura cautelare degli arresti domiciliari e quella del divieto di dimora nella Provincia dell'Aquila congiuntamente all'obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Avezzano su richiesta del pm Roberto Savelli, che si è avvalso delle indagini condotte dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia coordinati dal capitano Silvia Gobbini.

Gli investigatori, a seguito di una denuncia presentata a novembre 2017, hanno avviato una serie di accertamenti finalizzati all'individuazione degli autori di un furto in abitazione messo a segno a Cappadocia. Grazie alla segnalazione effettuata ai Carabinieri di Tagliacozzo dalla denunciante, che, navigando su un noto sito internet, aveva riconosciuto alcuni oggetti sottratti dall'abitazione, i militari hanno in breve tempo rintracciato gli indagati nei rispettivi domicili di Roma, dove sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro, non solo il materiale asportato presso l'abitazione della denunciante, ma anche molti altri beni di largo consumo (costituiti principalmente da elettrodomestici e oggetti di arredamento) sottratti durante le incursioni operate nei territori marsicani

I militari dell'Arma hanno provveduto immediatamente a bannare tutti gli annunci di vendita inseriti su internet attraverso i propri dispositivi elettronici. I successivi accertamenti hanno permesso di accertare come i due uomini si sono resi responsabili di numerosi furti in abitazione perpetrati tra ottobre 2017 e gennaio 2018 nelle località Marsia di Tagliacozzo, Camporotondo di Cappadocia e Castelvecchio di Sante Marie alcuni dei quali commessi con l'aggravante di aver coinvolto il figlio minorenne della donna. All'esito delle operazioni che hanno permesso di recuperare gran parte della refurtiva, molti degli oggetti trafugati sono stati riconosciuti e restituiti ai legittimi proprietari. I restanti beni, sequestrati durante le perquisizioni, sono rimasti in custodia giudiziale presso la Compagnia di Tagliacozzo. I Carabinieri invitano tutti i cittadini, vittime di episodi di furto nelle zone interessate agli eventi, a consultare sul sito www.carabinieri.it l'apposita sezione denominata "Oggetti Rinvenuti" attraverso il seguente link: https://www.carabinieri.it/cittadino/servizi/banche-dati/oggetti- rinvenuti, e/o a contattare la locale caserma per procedere alla restituzione dell'eventuale refurtiva recuperata. 

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Inaugurata la Casa delle Associazioni a Montesilvano

«Le associazioni sono il cuore pulsante di una comunità. Le loro attività sono sempre più preziose  e un’Amministrazione ha il dovere di sposare le iniziative portate avanti da quelle realtà che conoscono le problematiche del territorio. La nostra Amministrazione ha voluto dire grazie alle associazioni per tutto quello che da anni fanno per la nostra città, dando loro un piccolo segno, attraverso la creazione della Casa delle Associazioni». Con queste parole il sindaco Francesco Maragno questa mattina, insieme all’assessore all’associazionismo Maria Rosaria Parlione e agli altri membri della Giunta, ha inaugurato la Casa delle Associazioni, la sede condivisa dei sodalizi montesilvanesi. All’interno dei locali al secondo piano dell’immobile ex Artigianluce, 12 associazioni, individuate attraverso un bando condivideranno 5 stanze. Si tratta di: Associazione Nazionale Libera Caccia Montesilvano, Amare Montesilvano, Università Popolare della Terza Età; Associazione CIPAM, Contribuenti Montesilvano, Partipari Onlus, Protezione Consumatori; Avis, Confraternita Misericordia Montesilvano; Progetto Incontro, Movimento per la Vita Montesilvano; Amici Bocca del Serchio. «Questo luogo -  ha detto ancora il sindaco  -  è divenuto un vero polo della solidarietà: al piano terra, infatti, abbiamo aperto un anno fa, la mensa per i poveri e il primo emporio solidale della città. Al primo piano trovano posto alcuni migranti del progetto SPRAR, ma ben presto creeremo un progetto di housing sociale, rivolto a quei montesilvanesi che vivono una situazione di disagio abitativo. E ora il secondo piano con tutte le associazioni, speriamo possa diventare un luogo di condivisione di progettualità e iniziative per il bene della nostra comunità».

«La creazione della Casa delle Associazioni -  ha ricordato l’assessore Parlione -  è stato uno dei punti programmatici del programma di governo della nostra Amministrazione. Oggi, il sogno di creare un luogo di scambio e interazione tra le associazioni attive sul nostro territorio per agevolare la loro azione a sostegno delle persone e delle famiglie, con particolare attenzione a quelle in difficoltà, è finalmente diventato realtà. Al nostro insediamento abbiamo incontrato le associazioni del nostro territorio per conoscerle e analizzare le loro esigenze. Molte di loro hanno espresso il bisogno di avere una sede, dove poter organizzare e sviluppare le loro attività. Con questa Casa delle Associazioni abbiamo dato una risposta a quel bisogno».

Alla inaugurazione, oltre a tutte le associazioni coinvolte e alle rappresentanze delle autorità, era presente anche il coro folkloristico Città di Montesilvano che ha arricchito la cerimonia con una coinvolgente esibizione e il parroco don Nazzareno Romano, vicario parrocchiale della Chiesa di Sant’Antonio.   

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Inchiesta Pescaraporto, nel mirino la variazione della destinazione d’uso

Chiusura indagini con avviso a cinque persone, tra cui il governatore della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, nell'inchiesta conosciuta come 'Pescaraporto' sulla variazione di destinazione d'uso di un'area vicino al porto di Pescara. Le accuse sono di falso in atto pubblico e abuso patrimoniale. L'inchiesta, condotta dal procuratore capo di Pescara, Massimiliano Serpi, e dal pm Anna Rita Mantini, e giunta a conclusione ieri, oltre a D'Alfonso, vede indagati il suo ex segretario particolare Claudio Ruffini, il capo di gabinetto del sindaco di Pescara, Guido Dezio, l'avvocato Giuliano Milia e il dirigente del servizio regionale del Genio civile di Pescara, Vittorio Di Biase.

La vicenda cosiddetta Pescaraporto ha inizio con la richiesta di variazione della destinazione d'uso, da uffici e alberghi a residenze, di due dei tre edifici di 21 metri che avrebbero dovuto essere costruiti sul lungomare di Pescara nei pressi dell'area ex Edison, accanto all'ex Cofa, dalla società 'PescaraPorto' che risulta intestata a due società minori: Viana, di cui sono azionisti i costruttori Andrea e Luca Mammarella, e Uropa, di cui sono soci Ugo, Roberto e Paola Milia, figli di Giuliano Milia, legale di fiducia del presidente della Giunta regionale d'Abruzzo, Luciano D'Alfonso. Sono state alcune intercettazioni, relative ad altre indagini, a fare scattare l'inchiesta giudiziaria che - condotta dal procuratore capo di Pescara , Massimiliano Serpi e dal pm Anna Rita Mantini, con cinque indagati per falso in atto pubblico e abuso patrimoniale - poggia, in particolare, su una conversazione in cui D'Alfonso chiede a Ruffini di recarsi da Milia per parlare del caso Pescaraporto, alla luce di un documento in cui il dirigente del Genio civile sottolinea la "situazione di potenziale pericolo" nell'area dell'intervento edilizio e chiede a Comune e Autorità di bacino "di verificare regolarità e compatibilità idraulica delle attività".

In base alla ricostruzione della Procura, Milia si sarebbe servito di una copia dell'atto del Genio civile in suo possesso per scrivere una minuta con cui chiedere allo stesso ente di modificare l'orientamento espresso precedentemente. Dopo ulteriori incontri e presunte pressioni, il 15 marzo 2016 Di Biase scrive una nuova nota, che - sempre secondo la Procura - ricalca l'appunto scritto da Milia, risultando "ideologicamente falsa" e finalizzata a favorire la società Pescaraporto. Il documento, sempre secondo la ricostruzione della Procura concepito per blindare il cambio di destinazione d'uso richiesto da Pescaraporto, in realtà non sortisce gli effetti sperati, visto che il Consiglio comunale di Pescara il 24 febbraio 2017 boccia la richiesta. 

"Mi aspettavo di essere il primo a ricevere questo atto e invece per l'ennesima volta lo leggo dalla stampa. Spero di individuare prima o poi questa manina o queste manine così interessate allo spettacolo giudiziario", dice il governatore interpellato a margine di un evento a Pescara.  "Francamente - prosegue D'Alfonso - sono molto infastidito e troverò qualche iniziativa per mettere alla berlina coloro che organizzano questa gestualità distributiva prima che l'interessato sappia e conosca". Una "spettacolarizzazione - continua il governatore - che non accenna a cessare in Abruzzo e soprattutto a Pescara. Penso di sapere anche qual è la veste dell'ambito delle manine che procedono a distribuire queste carte. Sono manine di contrattualizzati dello Stato - dice D'Alfonso rispondendo ai cronisti - che non riescono a capire che il loro compito è di accertare la verità, non di produrre nocumento alla storia di vita delle persone". "Questa mattina mi è stato chiesto se sapevo e ho risposto: fatemi leggere i giornali e poi dirò. Detto questo - afferma il governatore abruzzese - mi sembra si tratti di un'inchiesta che farà molta fatica a cercare di mettere in evidenza la distinzione fra verosimiglianza e verità e mi dispiace che farà molta fatica, perché io penso che debba essere facile mettere in evidenza la verità. Io parteciperò anche a questo procedimento giudiziario versando in atti patrimonio conoscitivo e documenti, nella speranza che trovino idoneità di lettura e rilettura. Penso - sottolinea ancora D'Alfonso - che debba essere garanzia del cittadino quando viene sottoposto ad accertamento conoscitivo, che si leggano con attenzione tutti gli elementi. Ricordo che parliamo - spiega D'Alfonso - di una concessione edilizia del 2012 e parliamo di un'attività inibitoria per quanto riguarda le vicinanze del fiume che questa Giunta e questa persona giuridica hanno stabilito come attività inibitoria. Sono pronto ora - conclude il governatore - a rendere ulteriore collaborazione affinché la complessità del diritto urbanistico e amministrativo trovino facilitazione di lettura"

 

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Guido Campli nuovo presidente del Tribunale di Chieti 

Il giudice Guido Campli è il nuovo presidente del Tribunale di Chieti. Lo ha deciso oggi il plenum del Consiglio superiore della magistratura dopo che lo scorso 19 luglio la quinta commissione del Csm aveva indicato Campli all'unanimità. Campli, che ha 55 anni, viene dalla Corte di Appello di Ancona. A Chieti, dove potrebbe insediarsi anche a breve, prenderà il posto di Geremia Spiniello. Nominato giudice nel 1990, Campli è stato dal 14 maggio 1991 giudice del Tribunale di Gela, dal 19 dicembre 1994 giudice del Tribunale di Vasto, dal 28 dicembre 2004 giudice del Tribunale di Pescara e dal 23 giugno 2011 è consigliere della Corte d'Appello di Ancona. Erano state nove le domande presentate di altrettanti magistrati aspiranti alla funzione di presidente del Tribunale teatino. 

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Visitata a Chieti la paziente respinta perché ‘troppo grassa’

E' stata accolta nel Consultorio di Chieti e sottoposta a visita e agli esami strumentali necessari la ragazza che, nei giorni scorsi, aveva chiamato i Carabinieri riferendo che una ginecologa, medico specialista ambulatoriale convenzionato con la Asl, si sarebbe rifiutata di visitarla perché la riteneva "troppo grassa". Lo fa sapere, con una nota, la Asl Lanciano Vasto Chieti, ricordando che l'episodio è stato riportato con grande evidenza dagli organi di informazione, come anticipato dal quotidiano Il Messaggero con un articolo poi ampiamente ripreso. Il personale del Consultorio, si legge, "era comunque subito intervenuto per gestire la situazione, dandole sostegno psicologico e fissandole un nuovo appuntamento con un altro specialista". Questa mattina la paziente è stata visitata da una ginecologa strutturata del Consultorio, dipendente Asl, che l'ha sottoposta agli accertamenti necessari e, informa la nota, "le ha dato appuntamento per un nuovo incontro a fine agosto".

La paziente, riferiscono dall'unità operativa di Assistenza consultoriale della Asl, "è stata presa in carico con la professionalità, la delicatezza e la riservatezza che il nostro servizio garantisce sempre con il proprio personale. Vorremmo rassicurare tutte le donne sulla qualità del servizio offerto e che continueremo a garantire in futuro. Un singolo episodio, del quale ci rammarichiamo e su cui faremo le opportune verifiche e valutazioni, non deve in alcun modo far venire meno la tranquillità e fiducia delle nostre pazienti". La Direzione sanitaria della Asl Lanciano Vasto Chieti, conclude la nota, ha sollecitato subito una relazione alla responsabile del servizio per accertare come si sono svolti i fatti e, qualora fosse confermata la versione emersa in questi giorni, avviare le procedure sanzionatorie previste dalle leggi. 

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Le rubano la borsa sotto l’ombrellone, entra in casa grazie ai pompieri

Ha dovuto chiamare i Vigili del fuoco del distaccamento di Vasto per fare rientro a casa una turista campana in vacanza a San Salvo alla quale le hanno rubato la borsa lasciata incustodita sotto l'ombrellone in un tratto di spiaggia libera. I pompieri, con l'ausilio di un'autoscala, sono entrati attraverso il balcone nell'abitazione, sita al quarto piano nel complesso residenziale Marina del Santo, riuscendo così ad aprire la porta d'ingresso

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Zanzara tigre, la mappa delle zone più infestate

Nella settimana che va dal 26 luglio al 1° agosto, saranno 67 le province con l'indice potenziale di infestazione di zanzara tigre più alto, in una scala di intensità che va da 0 a 4. Sono i dati del bollettino meteo zanzare di Vape Foundation divulgati dall'azienda Anticimex. In particolare, al Nord, le regioni più interessate dall'allarme saranno il Friuli Venezia Giulia con Gorizia, Pordenone e Udine a indice 4 e Trieste a 3, seguita dalla Lombardia che registrà i livelli più alti principalmente sui territori di Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Monza-Brianza, Pavia e Varese. Bergamo e Como seguono registrando un il livello medio-alto di 3. In Veneto si registrerà lo stesso indice nelle province di Padova, Rovigo, Venezia, Verona e Vicenza. In Liguria più esposte Imperia e Savona, preferite a Genova e La Spezia, a livello 3. Il Piemonte segue a ruota con Alessandria, Asti, Novara e Vercelli, distanziate da Biella, Cuneo e Torino che si attesteranno al livello 2. Verbano-Cusio-Ossola si fermerà al livello 1.

Al Centro, in particolare nel Lazio, l'allarme più alto si concentrerà su Latina, Roma e Viterbo con indice 4; in Basilicata saranno Matera e Potenza a registrare l'indice più alto. Massima concetrazione anche sull'Umbria e Marche, quasi al completo con unica eccezione Ascoli Piceno. Il livello 4 interesserà anche le province toscane di Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato seguite da Arezzo, Firenze, Livorno e Lucca che stazioneranno su livello medio-alto 3. Fanalino di coda l'Abruzzo che registra su tutte le province, tranne Teramo, indice 2.

Il Sud della Penisola vede in pole position Campania e Calabria, con le province quasi al completo, ad eccezione di Avellino e Salerno per la prima, Cosenza per la seconda. Sarà presa d'assalto anche la Puglia. Per quanto riguarda le isole, in Sicilia a salvarsi è solo Palermo con indice 0. Anche la Sardegna nel mirino con Cagliari, Carbonia- Iglesias, Medio Campidano, Olbia - Tempio, Oristano e Sassari a livello massimo; a seguire le province di Ogliastra e Nuoro, a livello 3.

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