Cronaca

Caso mense a Pescara, nuovi sequestri

Nuovi sequestri nell'ambito degli accertamenti sulla vicenda dei circa 180 bambini iscritti in numerose scuole di Pescara, finiti in ospedale con sintomi gastroenterici provocati con tutta probabilità dal batterio Campylobacter, come appurato con gli esami di laboratorio. Li hanno eseguiti Asl e Carabinieri del Nas che oggi hanno ispezionato il centro cottura che si trova all'interno di un istituto comprensivo del centro del capoluogo adriatico. Nel corso dell'ispezione, il personale del Servizio igiene della nutrizione e degli alimenti (Sian) e i militari per la tutela della salute hanno acquisito una serie numerosa di campioni di alimenti e pasti test, ai fini degli accertamenti da parte dell'istituto zooprofilattico. Asl e Nas negli ultimi giorni hanno già ispezionato i due centri cottura che servono le mense delle scuole pescares

Alcuni dipendenti delle società che gestiscono il servizio di refezione scolastica a Pescara, dopo la vicenda dei circa 180 bambini iscritti in numerose scuole di Pescara finiti in ospedale con sintomi gastroenterici provocati con tutta probabilità dal batterio Campylobacter, hanno raggiunto il laboratorio dell'ospedale per sottoporsi, su base volontaria, ad analisi e coprocoltura. Saranno i laboratori dell'Unità Operativa Complessa di Microbiologia e Virologia clinica ad occuparsi degli accertamenti sui campioni, mentre prosegue l'analisi dei campioni prelevati sui bambini finiti in ospedale. 

La nota della Cir Food

"Vista l'ordinanza del Comune di Pescara del 5 ottobre 2017, in cui, recentemente, si è vietato l'utilizzo dell'acqua destinata al consumo umano per le utenze in distribuzione" in due scuole di Pescara, "è ragionevole pensare che episodi epidemici dell'infezione rilevata non siano da associare ai cibi somministrati dalla Società". Lo afferma, in una nota, Cir Food, che insieme a BioRistoro Italia gestisce il servizio di refezione scolastica di Pescara, a proposito della vicenda dei circa 180 bimbi finiti in ospedale, sottolineando che i sopralluoghi di Asl e Nas nei due centri cottura "hanno rilevato la piena conformità del rispetto delle norme igieniche, delle procedure di Autocontrollo e delle relative schede di monitoraggio".

"E' tuttora in corso un'indagine epidemiologica da parte della Asl sulle persone che hanno avvertito malesseri, la cui causa, abbiamo appreso dagli organi di stampa, essere il batterio Campylobacter" prosegue la nota diffusa da Cirfood. "Nelle giornate di lunedì 4 e martedì 5 giugno, dal centro di cottura 'Giardino' e dal centro di cottura 'Carducci' sono stati prelevati dagli organi ufficiali di controllo dei campioni di acqua di rubinetto, dei pasti-campione rappresentativi della produzione della settimana antecedente, oltre a varie materie prime utilizzate per la preparazione, che sono stati inviati per analisi all'Istituto Zooprofilattico di Teramo. Al momento - è un altro passo della nota - su indicazione dell'Autorità pubblica, i campioni non sono stati ancora sottoposti ad analisi". "Episodi epidemici di infezione da Campylobacter sono associati prevalentemente al consumo di acqua o latte contaminati, alimenti a rischio consumati crudi e, occasionalmente, a carne di pollo. Mentre il contagio diretto da uomo a uomo è piuttosto raro", afferma ancora la società, citando come fonte Epicentro ISS. "Vista l'ordinanza del Comune di Pescara del 5 ottobre 2017, in cui, recentemente, si è vietato l'utilizzo dell'acqua al consumo umano (per uso potabile, per incorporazione negli alimenti e come bevanda) per le utenze in distribuzione nel plesso scolastico di via Cerulli e nel plesso scolastico di via di Sotto nella città di Pescara, è ragionevole pensare - è un altro passo della nota - che episodi epidemici dell'infezione rilevata non siano da associare ai cibi somministrati dalla Società. Questa ipotesi risulta peraltro corroborata dalla circostanza che le preparazioni previste dal menù della settimana scorsa non prevedevano alimenti tra quelli correlati alla infezione da Campylobacter". Cirfood conclude affermando di avere "contestualmente avviato delle verifiche interne di approfondimento". 

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Identificato il molestatore di donne in centro a Teramo

Sarebbe stato identificato il molestatore seriale che nelle ultime settimane aveva seminato il panico a Teramo, nella zona del centro storico, tra largo Melatino e via Noè Lucidi. I carabinieri hanno infatti individuato un 31enne teramano che sarebbe responsabile di almeno 4 episodi di molestie ad altrettante donne teramane tra i 25 e i 35 anni, avvicinate e fatte oggetto di frasi e proposte oscene, bersaglio di gesti di esibizionismo e, in un caso, anche di contatto fisico. L'indagine era scattata nei giorni scorsi quando una donna aveva riferito di essere stata avvicinata da uno sconosciuto che dopo essersi denudato mostrando i genitali le aveva palpeggiato il seno, fuggendo subito dopo per la sua reazione di protesta. L'episodio, verificatosi in via dei Mille attorno alle mezzanotte, si è scoperto essere poi il terzo della serie. Il più recente, l'ultimo, due giorni fa, con analoghe modalità, nei pressi di via del Baluardo.

Le immagini di alcune telecamere, qualche testimonianza di residenti, hanno aiutato i carabinieri diretti dal tenente colonnello Riziero Asci a individuare il 31enne ed attribuirgli altri due episodi verificatisi nel mese di maggio, sempre nella stessa zona. Per lui è scattata la denuncia per violenza sessuale, molestie e atti osceni: sulla sua posizione e sui provvedimenti da adottare dovrà decidere il giudice

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Arci, XVII Congresso nazionale a Pescara

Un milione di soci e socie, 4401 circoli, 17 comitati regionali, 105 comitati provinciali: sono questi i numeri dell’Arci, la più grande associazione culturale italiana di promozione sociale che terrà il suo XVII Congresso nazionale da domani, giovedì 7 giugno, a domenica 10 giugno a Pescara negli spazi dell’Aurum (Largo Gardone Riviera). Dal 1957, anno della sua fondazione, l’associazione, radicata su tutto il territorio nazionale, è impegnata sui temi della cultura, della formazione, della pace, dei diritti, dell’accoglienza, del welfare, della legalità democratica, del tempo liberato.

“Agire contro le paure per liberarsene” è il tema centrale di questo appuntamento, nella convinzione che per esorcizzare la solitudine e le paure che caratterizzano questo nostro tempo carico di difficoltà e incertezze, segnato da una profonda crisi sociale, culturale e democratica, siano indispensabili più cultura e solidarietà.

Sono 530 i delegati e le delegate chiamati a portare il loro contributo nei quattro giorni del congresso, ma tante e tanti sono anche gli/le ospiti esterni/e che parteciperanno alla nostra assise.

Giovedì 7 alle 15 i lavori saranno aperti dal presidente di Arci Pescara Valerio Antonio Tiberio. Seguiranno, tra gli altri, i saluti di Licio Di Biase, Direttore Aurum, del sindaco di Pescara Marco Alessandrini e del Vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli. Alle 16 è prevista la relazione della Presidente nazionale Arci Francesca Chiavacci.

Subito dopo un collegamento skype con Paola e Claudio Regeni. Dalle 17,10 gli interventi di Carla Nespolo, presidente nazionale Anpi e del console dello stato di Palestina Nidal Thawabeh,  che aprirà l’approfondimento dedicato ai popoli che lottano per l’indipendenza e i diritti, con  la partecipazione di Ozlem Tanrikulu(Presidente Uiki – Ufficio di informazione del Kurdistan in Italia),  Fatima Mahfud (Fronte Polisario)  e Yaya Traorè, rifugiato maliano.

Ci sarà inoltre una Tavola rotonda con i presidente della associazioni che fanno parte della Federazione Arci e l’intervento del Presidente di Avviso Pubblico Roberto Montà.

Chiuderà la giornata una serata di musica brasiliana dedicata all’ex presidente Lula, con l’intervento di Clarice Coppetti, militante del PT e del Comitato italiano Lula Livree.

Venerdì 8, oltre ai delegati, interverranno in mattinata Roberto Rossini (presidente nazionale Acli), Jean Robert Suisser (Vicepresidente Forum Civico Europeo),Carlo Greppi (Associazione Deina), Marino Sinibaldi (Direttore Radio 3).

Nel pomeriggio gli ospiti esterni saranno Roberto Gatti (Proactiva Open Arms), Luigi Manconi (direttore Unar), Marta Lempart (portavoce del Polish Women Strike),Raffaella Palladino (Donne in rete contro la violenza), Giammarco Manfreda (Udu e Rete degli studenti), Ugo Biggeri (Presidente Banca Etica), Leonardo Fiorentini(Forum droghe).

Sabato 9, in mattinata gli ospiti esterni che interverranno sono Claudia Fiaschi (Portavoce Forum nazionale Terzo Settore), Chiara Saraceno (sociologa), Don Luigi Ciotti (Presidente di Libera), Susanna Camusso (Segretaria generale Cgil), Marwa Mahmoud (#italianisenzacittadinanza).  

Nel pomeriggio gli ospiti saranno Max Collini (Offlaga Disco Pax), Leonard Mazzone (Rete imprese recuperate), Leonardo Bianchi (giornalista e blogger), Maurizio Martina (reggente PD), Nicola Fratoianni (Segretario nazionale SI), Rudra Bianzino, Giacomo Cossu (Portavoce nazionale Rete della Conoscenza), Lorenzo Cinatti e Oumoulkhairy Carroi (Scuola di musica di Fiesole), Conny Reuter (Segretario generale Solidar), Stefano Cristante (docente Università del Salento).

Domenica, infine, i lavori termineranno in mattinata con le votazioni da parte dei delegati dei documenti congressuali e degli organismi dirigenti. 

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Chieti, il bilancio dell’attività della Procura

"La maggiore novità nell'ambito della riorganizzazione della Procura di Chieti è stata la creazione del Fascicolo digitale" che consente un notevole snellimento dei tempi dei processi. Così il Procuratore Francesco Testa durante la conferenza stampa, oggi a Chieti, per presentare gli interventi da lui messi a punto nel corso del suo primo anno in veste di Capo della Procura. Il trattamento informatizzato degli atti processuali (TIAP) partito il 15 marzo 2018, consente la trasmissione degli atti agli avvocati e alle parti in formato elettronico con la conseguente riduzione dei tempi di attesa degli avvocati e l'azzeramento dei costi per la fotocopiatura degli atti. "Sono orgoglioso di questo risultato raggiunto - spiega il Procuratore - perché i numeri sono soddisfacenti: nel solo mese di Aprile 2018, infatti, sono state evase via PEC (posta elettronica certificata) il 90% delle richieste di copie degli atti 415-bis".

Uno snellimento procedurale che comporta anche un considerevole risparmio grazie all'azzeramento dei costi per la fotocopiatura degli atti. La nascita del fascicolo digitale presso la Procura di Chieti ha favorito l' eliminazione di 24 tonnellate di documenti d'archivio e di scarto di atti. Prossimo obbiettivo: la disponibilità del fascicolo digitale per i Pubblici Ministeri anche in udienza. Intanto sono state avviate le procedure per ottenere l'accesso telematico alle banche dati anagrafiche di tutti i comuni della provincia

Esecuzione delle confische dei beni dei condannati, più informazioni online su diritti e facoltà delle persone offese nei casi di violenza di genere, definizione di provvedimenti relativi a reati connessi all'ambiente. Sono alcuni elementi che hanno caratterizzato l'attività della Procura della Repubblica di Chieti nell'ultimo anno, li ha illustrati in conferenza stampa il procuratore capo Francesco Testa il quale, insediatosi a marzo 2017, ha voluto presentare i principali interventi di riorganizzazione degli uffici. In particolare, seguendo quanto indicato da una recente circolare del CSM, sul sito Internet della Procura sono reperibili tutte le informazioni utili a persone che intendano denunciare episodi di violenza di genere. "Vogliamo anticipare il momento della denuncia, facendo sapere ad esempio che anche donne straniere hanno diritto a un avvocato e al gratuito patrocinio - ha spiegato Testa - A breve tutti i testi saranno disponibili anche nelle lingue delle comunità più presenti sul territorio".

"L'Abruzzo è la regione più verde d'Italia, ma patisce in questo ambito condotte gravi". Lo ha detto il procuratore capo di Chieti, Francesco Testa. Al 31 marzo 2017 erano pendenti presso la Procura, dal 2000, 38 provvedimenti definitivi di condanna con ordine di demolizione di immobili abusivi o bonifica di siti inquinati. Nell'ultimo anno "ai carabinieri forestali sono stati delegati sopralluoghi e accertamenti e a seguito di ciò nove demolizioni sono state eseguite spontaneamente dai condannati - ha fatto sapere in conferenza stampa il procuratore capo Francesco Testa - come pure 4 bonifiche di siti inquinati"

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Caso mense a Pescara, Aca rassicura sulla qualità dell’acqua

"Durante i prelievi è stata riscontrata una concentrazione di cloro residuo pari a circa 0,10 mg/l, valore che rassicura sulla totale assenza di carica batterica nell'acqua in distribuzione". Lo afferma, a proposito della vicenda dei 180 bimbi finiti in ospedale con sintomi gastroenterici causati dal batteri Campylobacter, l'Azienda comprensoriale acquedottistica (Aca), gestore idrico di Pescara e provincia, che ha effettuato dei controlli sull'acqua in distribuzione nei centri cottura e nelle scuole interessate. "Nei giorni 4, 5 e 6 giugno - spiega l'Aca - la Asl ha effettuato prelievi di acqua potabile, unitamente ai tecnici Aca, presso i centri cottura di via Lago di Borgiano, Via Fonte Romana e presso i plessi scolastici interessati, per analisi di routine e batteriologica estesa anche ai batteri Campylobacter e Salmonella, ad oggi ancora in corso di svolgimento".

"Aca - si legge in una nota - effettua circa 1.600 analisi annuali su tutto il comprensorio pubblicando le risultanze sul sito aziendale, di cui circa 100 nella sola citta di Pescara. I parametri batteriologici di controllo previsti dalla legge sono Escherichia Coli, Enterococchi, Pseudomonas aeuroginosa, Conteggio colonie a 22°C, Conteggio colonie a 37 °C". I controlli sono ancora in corso, e sono stati estesi anche ai batteri Campylobacter e Salmonella, ma la presenza di "cloro residuo nell'ultima settimana in uscita dal Piezometro di Pescara che alimenta l'intera rete cittadina", sempre superiore al valore di 0,10 milligrammi per litro, secondo l'azienda "rassicura sulla totale assenza di carica batterica nell'acqua in distribuzione". 

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Mastrocola è il nuovo rettore dell’Università di Teramo

Dino Mastrocola è il nuovo rettore dell'Università di Teramo. Nello spoglio dei voti, nella sala lauree della facoltà di Giurisprudenza del Campus universitario di Coste Sant'Agostino, ha totalizzato 262 voti contro i 201 del suo competitor, Stelio Mangiameli e guiderà l'ateneo teramano dal prossimo novembre e per i prossimi sei anni. Se nella conta del sostegno dei docenti il Pro rettore ha contato un distacco sensibile con 10 preferenze in più, particolarmente difficile è risultato il testa a testa sul voto espresso dalla componente del personale amministrativo (93 a 91 per Mastrocola), il nuovo Magnifico ha ricevuto dalla componente degli studenti (che con il personale esprime un voto cosiddetto ponderato) la spinta decisiva per la vittoria: 64 preferenze contro 15. Mastrocola, visibilmente commosso, ha voluto ringraziare per primo il rettore emerito, Luciano D'Amico, al cui fianco ha lavorato in questi anni e di cui raccoglie il testimone di un ateneo importante. I primi complimenti a Mastrocola sono arrivati dallo sconfitto. Mangiameli lo ha abbracciato e ha rivolto un appello alla platea che ha assistito allo spoglio in diretta: "Oggi abbiamo vinto in due - ha detto - e adesso spero che finisca la campagna elettorale e il nuovo rettore prosegua la sua battaglia per la difesa dell'autonomia di questa università". 

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Crollo hotel Rigopiano, fissati i nuovi interrogatori

I carabinieri forestali hanno notificato gli avvisi di garanzia ai 14 nuovi indagati nell'inchiesta sulla tragedia dell'Hotel Rigopiano di Farindola. Contestualmente gli indagati hanno ricevuto anche l'invito a comparire per essere interrogati dal procuratore capo di Pescara, Massimiliano Serpi e dal sostituto, Andrea Papalia. Nei giorni scorsi, agli indagati era stata notificata la richiesta di identificazione con l'elezione di domicilio. Gli interrogatori si terranno dal 19 al 27 giugno prossimo. Tra gli indagati anche il presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso, che sara' interrogato, secondo quanto si apprende, il 26 giugno alle 9.

 

I vertici e i funzionari attuali della Regione Abruzzo, a partire dal presidente Luciano D'Alfonso, in relazione alla gestione dell'emergenza del gennaio 2017, durante la quale si verificò il disastro dell'Hotel Rigopiano avrebbero determinato "le condizioni per il totale isolamento del resort, rendendo impossibile a tutti i presenti nell'albergo di allontanarsi dallo stesso". A D'Alfonso, ai suoi predecessori Ottaviano Del Turco e Gianni Chiodi, agli ex assessori alla Protezione civile e a vari dirigenti regionali, è contestata inoltre la mancata adozione della Carta di localizzazione dei pericoli da valanga che se emanata "avrebbe individuato nella località di Rigopiano un sito esposto a pericolo". Questo si leggerebbe negli avvisi di garanzia, recapitati agli ultimi 14 indagati, per omicidio, lesioni e disastro colposo, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Pescara sulla tragedia del resort di Farindola, il 18 gennaio 2017, con 29 morti. Tutti gli indagati, con gradi di responsabilità diversi, secondo la Procura si resero inoltre responsabili di "negligenza, imperizia, imprudenza e violazioni di norme, leggi e regolamenti". Il filone dell'inchiesta sulla gestione dell'emergenza chiama in causa il sottosegretario regionale con delega alla Protezione civile e due responsabili della Protezione civile regionale, tutti accusati di avere attivato "tardivamente il Comitato Operativo Regionale per le Emergenze", nonostante la consapevolezza "dell'emergenza neve riguardante l'Abruzzo" e in particolare l'area montana della Provincia di Pescara, sulla base di bollettini, previsioni meteo, segnalazioni e richieste d'intervento. Al riguardo spicca il bollettino valanghe Meteomont, emesso il 17 gennaio alle 14, il giorno prima del disastro, che evidenziava "pericolo valanghe di grado tra 3 e 4 per la giornata, e di grado 4, cioè forte, per i successivi tre giorni". Quanto all'altro filone dell'inchiesta, la mancata emanazione della Carta Valanghe, prevista dalla legge regionale 47/1992, secondo la Procura "ha fatto sì che le opere già realizzate dell'Hotel Rigopiano" a seguito dei permessi del Comune, "non siano state segnalate dal sindaco al Comitato tecnico regionale per lo studio della neve e valanghe". Tali informazioni - si legge negli avvisi di garanzia - "avrebbero determinato, ad opera del Comitato, l'immediata sospensione di ogni utilizzo, in stagione invernale, dell'albergo". Gli interrogatori di garanzia si svolgeranno nei giorni 19, 20, 21, 26 e 27 giugno. Il governatore D'Alfonso sarà ascoltato il 26, il suo predecessore Chiodi il 21, mentre il 20 giugno sarà la volta di Del Turco. "Sono convinto che la Regione abbia operato con diligenza, premura e risolutezza. Mi farò parte attiva affinché il lavoro della magistratura proceda speditamente e sono pronto a versare in atti tutto il mio patrimonio conoscitivo sulle contestazioni che fanno parte del fascicolo accusatorio". Così il governatore d'Abruzzo Luciano D'Alfonso in merito all'inchiesta della Procura di Pescara sul disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), travolto da una valanga nel gennaio 2017, con la morte di 29 persone. "Dettaglierò ogni minuto delle giornate del 17, 18, 19 gennaio 2017, ovvero prima-durante-dopo la convocazione della riunione del Comitato Operativo Regionale di PC". "Sulla 'Carta del rischio valanghe' va chiarito che i primi due lotti erano stati già appaltati e in esercizio contrattuale prima dei fatti di Rigopiano, quindi non si può sostenere che non vi fosse: essa era coincidente con quelle parti di territorio che la Carta storica aveva segnalato con una certa ed impegnativa ripetitività valanghiva"

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Montesilvano aderisce al Patto per la sicurezza urbana con Prefettura e i comuni di Pescara, Spoltore e Città Sant’Angelo

«Con l’approvazione del patto per l’attuazione della sicurezza urbana, cogliamo un’opportunità per potenziare il servizio di videosorveglianza sul nostro territorio». Lo dichiara il sindaco di Montesilvano Francesco Maragno. L’esecutivo ha infatti approvato la sottoscrizione di un patto con la Prefettura e i comuni vicini di Pescara, Spoltore e Città Sant’Angelo. «Questo protocollo - sottolinea il primo cittadino - ci consente di ragionare in termini di area metropolitana e affrontare al tempo stesso le criticità relative alla sicurezza che caratterizzano i nostri territori». Nel patto si legge come i quattro comuni “intendono rafforzare le azioni di prevenzione e contrasto alle forme di illegalità nel territorio che coincide con l’area di un’unica metropoli costiera ed estesa all’entroterra. I 4 comuni, insieme contano il 66% della popolazione della provincia”.

«Il lavoro per la tutela della sicurezza urbana che stiamo conducendo - ricorda il sindaco - è continuo e costante. L’adesione al sistema SPRAR ci ha permesso di chiudere i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), di ridurre il numero dei migranti dagli oltre 500 agli attuali 80 circa, e quindi di eliminare quelle concentrazioni pericolose che si erano venute a creare proprio nella zona turistica della città. Lo sgombero, esattamente un anno fa, delle palazzine di via Ariosto che per più di 20 anni erano diventate centro dello spaccio di stupefacenti e della contraffazione, e le periodiche azioni anti bivacco nella riserva naturale di Santa Filomena; l’attività di controllo costante nella zona delle case popolari di via Rimini e quella di contrasto della prostituzione su tutto il territorio. Questi sono tutti aspetti dell’articolato percorso a tutela della sicurezza dei nostri cittadini e che vogliamo ampliare proprio attraverso questo patto. Con tale sottoscrizione - dice ancora il sindaco – possiamo avviare tutti gli atti necessari per avanzare la nostra richiesta di ammissione ai finanziamenti previsti sulla base del decreto del Ministero dell’Interno del 31 gennaio 2018 per potenziare i sistemi di videosorveglianza nei nostri Comuni».

Nel patto per la sicurezza, propedeutico alla presentazione delle richieste, ciascun Comune, in accordo con le forze di polizia ha individuato i punti sensibili per l’installazione delle videocamere.

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A Pescara sequestrati 120mila giocattoli di una rivendita cinese

Sono oltre 120 mila i giocattoli non rispondenti alla normativa in materia di sicurezza dei prodotti e presumibilmente pericolosi per i bambini sequestrati dai militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Pescara nell'ambito dell'attività anti contraffazione. L'attività commerciale in questione è gestita da un cittadino di origine cinese e si trova in zona del centro di Pescara. Gli articoli sequestrati (nella maggior parte giocattoli gommosi e plastiche modellabili ma anche macchinine, aeroplanini e giochi componibili) erano, per lo più, destinati a bambini con fascia di età fra 3 e 6 anni. La merce ha un valore di oltre 200mila euro. Il legale rappresentante della società è stato segnalato alla Camera di Commercio di Pescara per le violazioni amministrative constatate, con sanzioni previste fino a 25mila euro

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Uccise la moglie e un’amica nel chietino, il Pm chiede l’ergastolo

Il pm Giancarlo Ciani ha chiesto la condanna all'ergastolo per Francesco Marfisi, il 51enne che il 13 aprile dell'anno scorso uccise con numerose coltellate la moglie Letizia Primiterra e l'amica di lei, Laura Pezzella. Il processo si sta tenendo in Tribunale a Chieti dinanzi al giudice Isabella Maria Allieri con il rito abbreviato. Il processo riprenderà il 27 giugno con la replica dell'accusa, quindi il giudice si ritirerà per la sentenza. Marfisi, che secondo la perizia disposta dal giudice era pienamente capace di intendere e di volere al momento del fatto, ha lasciato l'aula per tornare in carcere a Pescara dove è recluso, mentre era ancora in corso la ricostruzione dei fatti da parte dell'accusa perché, come ha riferito al termine dell'udienza il suo difensore, l'avvocato Rocco Giancristoforo, manifestava conati di vomito e uno stato d'ansia fortissimo. La difesa nel suo intervento ha puntato soprattutto a dimostrare l'inesistenza di alcune aggravati, sostenendo che non ci fu premeditazione perché dalla condotta tenuta quel giorno da Marfisi non trasparirebbero gli elementi della pre organizzazione né ideale né cronologica, dei delitti. Ma per la difesa non è configurabile neppure un'altra delle aggravanti, la crudeltà, perché tutti i colpi inferti alle due donne erano potenzialmente mortali e inferti in parti vitali, in un lasso di tempo molto breve ,e ripetuti, che si tratta, in realtà, di uno stato di ira violento ma non, ha sostenuto Giancristoforo, di crudeltà. Le parti civili costituite, ovvero i famigliari delle due vittime, si sono associate alle richiesta dell'accusa per quanto riguarda la condanna in sede penale mentre dal punto di vista delle richieste risarcitorie chiedono complessivamente a Marfisi danni per oltre 3 milioni di euro. 

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