Cronaca

Discarica di Bussi, l’elenco dei risarcimenti fissati dai giudici

Lungo l'elenco di risarcimenti a favore di enti pubblici abruzzesi a carico dei 10 imputati (dei 19) condannati a L'Aquila nel processo d'Appello sulla mega discarica di Bussi sul Tirino della Montedison. Il collegio giudicante, guidato da Luigi Catelli, ha disposto risarcimenti immediati come provvisionali e rimborso delle spese processuali alle parti civili per complessivi 3 milioni 716 mila euro, di cui circa 600mila per le parcelle legali dal primo grado di giudizio. Ma la quota dei risarcimenti del danno sara' di certo piu' ingente perche' saranno stabiliti in un giudizio separato, una maxi causa civile pero' destinata a durare molti anni nei vari gradi. Nel frattempo ci sono le provvisionali da liquidare subito; secondo qualche legale non sara' facile recuperare le somme, con il dibattito gia' aperto su come dovranno essere impiegati dagli enti, e idee che gia' circolano di impiegarli nella bonifica o nello studio delle discariche. Ecco gli enti che dovranno essere risarciti: Ambito territoriale ottimale (Ato) 4 Pescarese, 1,01 milioni di euro; Regione Abruzzo, 500 mila euro; commissario delegato per il bacino Aterno-Pescara, 500 mila; Provincia di Pescara, 200 mila euro; Comune di Pescara, 200 mila euro; famiglia Domenico Bucci, Katiuscia Setta, Antonio Bucci e Francesco Bucci, 200 mila euro; Comune di Bussi sul Tirino, 100 mila euro; Comune di Tocco da Casauria, 100 mila euro; Comune di Castiglione a Casauria, 100 mila euro; Comune di Chieti, 50 mila euro; Comune di Torre de' Passeri, 40 mila euro; Comune di Popoli, 30 mila euro; Comune di Alanno, 30 mila euro; Comune di Spoltore, 25 mila euro; Azienda comprensoriale acquedottistica (Aca), 25 mila euro; Wwf Italia, 10 mila euro; Legambiente, 10 mila euro; associazione Mila Donna Ambiente, 5 mila euro; associazione Ecoistituto Abruzzo, 5 mila euro; associazione Italia Nostra, 5 mila euro; associazione Marevivo, 5 mila euro; associazione Codici Abruzzo, 5 mila euro.

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Vescovi di Abruzzo-Molise: la Chiesa vicina ai problemi della gente

 "Non solo cattedrali. La Chiesa di oggi ha bisogno di essere presenza e sostegno nella vita quotidiana della gente". Con queste parole il segretario della Conferenza Episcopale Abruzzese e Molisana mons. Camillo Cibotti scandisce il nuovo imperativo dei credenti d'oggi. Si conclude con questa consapevolezza il convegno 'Sognate anche voi questa Chiesa' che ha visto insieme gli undici vescovi dell'Abruzzo e del Molise e 300 delegati provenienti da tutte le realta' del territorio. Scelte mirate e nuovi progetti caratterizzeranno l'azione della Chiesa del futuro. Un programma che si articola tenendo conto delle nuove esigenze sociali e culturali. Lo hanno ben evidenziato le relazioni conclusive di monsignor Bruno Forte, presidente della CEAM, e dei sociologi Attilio Danese e Paola Di Nicola. "Evangelizzare, accompagnare e integrare - ha spiegato mons. Forte, a chiusura dell'incontro - sono i tre verbi chiave da tener presente e tradurre in realta' per sostenere la famiglia oggi. In una societa' dove vige la cultura del provvisorio, occorre proporre in tutte le forme e occasioni il messaggio che la famiglia rappresenta una risorsa e non un problema. E' dunque necessario accompagnare i giovani che si preparano al matrimonio e nello stesso tempo accogliere le famiglie, anche quelle 'ferite'. Nelle due regioni analizzate, considerando anche gli immigrati, e' sotto la soglia di una condizione di vivibilita' un quarto delle famiglie, pari a piu' di 80 mila persone, mentre in alcune aree la disoccupazione giovanile, come abbiamo visto, ha quasi raggiunto il 60%. Le famiglie con figli sono sempre piu' a rischio poverta' ed esclusione sociale. Il tasso sale al 48,3% per le coppie con tre o piu' figli rispetto al 39,4% dell'anno scorso e raggiunge il 51,2% se si tratta di minorenni. In particolare per le persone che vivono in coppia con almeno tre figli l'impossibilita' di far fronte a una spesa imprevista di almeno 800 euro e' passata dal 48,1% al 52.8%, mentre la quota di chi e' in arretrato con mutui, prestiti o bollette passa dal 21,7% del 2014 al 30,4% del 2016". 

"Ascoltare, provocare e coinvolgersi - ha proseguito mons. Forte - sono invece i verbi che vanno messi in atto con i giovani che chiedono di essere ascoltati, senza pregiudizi e senza paure". "I giovani - ha sostenuto - non vogliono maestri che insegnino dall'alto di una cattedra, ma testimoni che li affianchino o li precedano in maniera convincente. I giovani, anche in Abruzzo e Molise, restano 'figli' sempre piu' a lungo: quattro giovani su dieci tra i 25 e 34 anni, vivono ancora nella famiglia d'origine; il 45% dichiara di restare in famiglia perche' non ha un lavoro e/o non puo' mantenersi autonomamente; la disoccupazione giovanile e il precariato risultano essere il dramma piu' grande che oramai vivono tutte le famiglie. La mancanza di lavoro e' un problema reale, anzi, e' 'il' problema in questo momento, che colpisce la maggior parte delle famiglie, sviluppando una nuova poverta'. C'e' una forte mobilita', un forte precariato, un lavoro nero o sottopagato, che genera un'instabilita' psicologica e relazionale delle persone, rendendo piu' difficile il pensare a prospettive per il futuro, come formare una famiglia. Il paradigma del lavoro come 'impiego' si sta esaurendo con una progressiva perdita dei diritti lavorativi e sociali, in un contesto di perdurante crisi economica che coinvolge fasce sempre piu' ampie della popolazione". "Conoscere, personalizzare, condividere - ha sottolineato - queste le scelte da fare riguardo ai poveri. Ci sono poverta' fisiche e poverta' spirituali, poverta' materiali e poverta' culturali. Ci sono poveri fra i giovani e gli adulti, fra i bambini e gli anziani. Occorre poi personalizzare, mettere al centro la persona, nella piena consapevolezza che il povero non e' un oggetto ne' tanto meno un sacco da riempire, ma una persona umana, da rispettare, promuovere, amare. Condividere perche' ogni intervento verso i poveri va inteso come una condivisione reciproca, uno scambio. Non c'e' nessuno cosi' povero che non abbia qualcosa da offrire all'altro".

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Tre ristoranti etnici chiusi dai Nas

Sporcizia diffusa, irregolarita', carenze strutturali e in materia di autocontrollo e rintracciabilita' degli alimenti. E' quanto hanno accertato i Carabinieri del Nas di Pescara nel corso di una serie di ispezioni in ristoranti asiatici e arabi. Il bilancio e' di tre esercizi sottoposti a sospensione immediata dell'attivita', due a Pescara e uno nella Marsica, oltre 50 chilogrammi di sushi avviati alla distruzione e sanzioni complessive per 10mila euro.

A Pescara, in un ristorante del centro, i militari del Nas hanno rilevato importanti carenze igienico sanitarie, strutturali e gestionali, sia in tema di autocontrollo sia in materia di procedure di rintracciabilita' degli alimenti. Unitamente al personale del Dipartimento di Prevenzione della Asl, e' stata immediatamente disposta la sospensione dell'attivita'. Analogo provvedimento e' stato adottato nei confronti di un bar tavola calda, nella zona della stazione centrale, all'interno del quale venivano preparate e somministrate pietanze asiatiche.

Il retro bancone, i vani tecnici e l'area per la preparazione degli alimenti erano in condizioni igienico sanitarie e strutturali tali da imporre subito la sospensione, da parte della Asl. In un altro ristorante a cucina orientale, nella Marsica, i carabinieri del Nas di Pescara e il personale della Asl dell'Aquila si sono imbattuti in locali per la preparazione e conservazione degli alimenti tenuti in gravi condizioni igienico sanitarie, con presenza di sporcizia diffusa, incrostazioni, muffe e unto.

I militari per la tutela della salute hanno inoltre rilevato che l'operatore effettuava lavorazioni per la preparazione e somministrazione di pesce destinato ad essere consumato crudo o praticamente crudo, in maniera difforme rispetto a quanto previsto nel piano di autocontrollo aziendale. Per questo motivo sono stati avviati alla distruzione oltre 50 kg di prodotti ittici e preparazioni gastronomiche, quali sushi e sashimi, non rintracciabili e potenzialmente pericolosi per la salute. L'attivita' ristorativa e' stata immediatamente sospesa e potra' riprendere solo dopo che il personale sanitario avra' verificato il ripristino delle condizioni igienico sanitarie. 

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Piano Lupo, Wwf: mobilitazione a Pescara per salvare la specie

Studenti contro la caccia legale al lupo, dall'asilo alle superiori. Manifestazione a Pescara dove sono stati esposti centinaia di disegni per salvare la specie. L'iniziativa, promossa da Wwf Italia, ha visto l'adesione di diversi istituti scolastici. "Legalizzare le uccisioni del Lupo è una misura palesemente inefficace e dannosa per tutte le parti coinvolte: per i lupi sicuramente, ma anche per i pastori e per gli allevatori, perché non risolve gli eventuali conflitti tra questo predatore e le attività umane - si legge in un comunicato del Wwf - La bibliografia scientifica dimostra come gli abbattimenti non riducano né i danni né i conflitti: si risponde alle istanze delle parti più retrograde degli operatori del settore, attraverso una soluzione che peraltro è estremamente pericolosa per una specie che viene già duramente colpita da bracconaggio e uccisioni accidentali". Sono 300, secondo i dati del Wwf, i lupi morti ogni anno in Italia per bracconaggio, bocconi avvelenati, lacci e incidenti stradali.

"Fino ad oggi grazie a una grande mobilitazione siamo riusciti a fermare l'abbattimento dei lupi: quasi 200mila persone hanno sottoscritto una petizione del Wwf al ministero dell'Ambiente per stralciare questa misura dal Piano di gestione e nelle ultime settimane milioni di italiani si sono fatti sentire attraverso i social-network contro la caccia al Lupo - continuano gli animalisti - Ma il pericolo che il Piano venga approvato con la previsione degli abbattimenti è ancora reale. È necessaria una mobilitazione ancora più forte e tante sono le iniziative che stiamo portando avanti.

I disegni sono stati presentati questa mattina ai giornalisti e ai cittadini come testimonianza di una mobilitazione che, benché sia stata lanciata solo pochi giorni fa, ha ottenuto eccezionali risultati. In Abruzzo il Wwf ha chiesto alle ragazze e ai ragazzi della regione di realizzare un disegno del Lupo per dimostrare in maniera allegra e colorata il desiderio di lasciar vivere questo splendido animale. Dopo la mostra di oggi i disegni saranno utilizzati per rafforzare l'azione di comunicazione e sensibilizzazione a difesa del Lupo, e saranno conservati al Centro di documentazione ambientale che il Wwf gestisce a Teramo.

"Per il Wwf il nuovo Piano per la conservazione e gestione del Lupo deve dare priorità agli interventi per la prevenzione e il giusto risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, al contrasto del randagismo canino e dell'ibridazione cane-lupo, nonché alla ricerca scientifica per determinare lo stato della specie - continuano gli animalisti - Gli studi dimostrano che le tecniche di prevenzione dei danni, recinzioni elettrificate e cani da guardia, unite alla corretta attività di informazione, sono la soluzione più efficace per garantire la convivenza del Lupo con la zootecnia".

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Rapina in una gioielleria a Vasto

Rapina in viale Giulio Cesare a Vasto ai danni della gioielleria 'Arte Orafa': poco dopo le 11 due persone a volto scoperto, di cui una armata di pistola, sono entrate nel locale dove in quel momento c'era solo la titolare.

I malviventi si sono fatti consegnare diversi oggetti in oro per poi darsi alla fuga a bordo di una Fiat Sedici di colore blu in un'azione durata pochissimi minuti.

Al momento la donna, ancora sotto choc, non e' in grado di quantificare l'ammontare del danno subito. L'autovettura utilizzata per la rapina e' stata trovata in fiamme dagli agenti della Polizia Locale di San Salvo, accorsi nel piazzale della chiesa di Resurrezione Nostro Signore Gesu'. Il mezzo era stato rubato lo scorso mese di dicembre a Campomarino. Al vaglio degli investigatori le riprese delle telecamere esterne e interne della gioielleria. Per spegnere le fiamme sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Vasto.

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Sequestrati nel Vastese 6.500 articoli di carnevale

La Guardia di Finanza ha sequestrato nel vastese oltre 6.650 articoli destinati al carnevale e privi di una serie di requisiti. L'operazione, denominata 'Carnival protected 2', ha portato le Fiamme Gialle in numerosi esercizi commerciali nel basso vastese con il sequestro di costumi, accessori, maschere, parrucche e altro materiale ludico, incensi e candele profumate, prive dei requisiti di conformita', sulla sicurezza e delle indicazioni di provenienza, stabiliti dal Codice del consumo.

Un cittadino cinese e' stato segnalato alla Camera di Commercio di Chieti per l'applicazione delle sanzioni amministrative previste, oltre al provvedimento di confisca e distruzione dei prodotti sequestrati. Prodotti che, immessi sul mercato, avrebbero fruttato 20.000 euro.

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Inchiesta in Regione Abruzzo, sale il numero degli indagati

Prosegue il lavoro della procura della Repubblica dell'Aquila che indaga su una serie di appalti gestiti dalla Regione Abruzzo, tra cui quello per la ristrutturazione di Palazzo Centi, sede della giunta all'Aquila danneggiato dal sisma del 2009. Un'inchiesta che coinvolge anche il governatore, Luciano D'Alfonso. Tre i filoni. Uno e' relativo alla ricostruzione del palazzo storico, sede della Regione Abruzzo fino al sisma del 2009. In questo filone non c'e' il governatore. Oggi, all'atto della proroga delle indagini, i carabinieri del Noe hanno notificato altri quattro avvisi di garanzia sulla gara di Palazzo Centi del valore di 13 milioni di euro, caratterizzata da ritardi e cambi di commissione di gara: gli indagati, dopo i sette comunicati ieri, salgono a 11, tra funzionari regionali, professionisti esterni e imprenditori. L'accusa per i quattro nuovi avvisi e' di induzione indebita a dare o promettere utilita', la cosiddetta 'concussione depotenziata'. Coinvolti l'ex segretario generale abruzzese del ministero dei Beni Culturali, Berardino Di Vincenzo, ora in pensione, consulente della Regione Abruzzo, il figlio Giancarlo, tecnico progettista, e gli imprenditori Giancarlo Di Persio e Mauro Pellegrini, titolari della impresa Dipe. Secondo l'accusa, Di Vincenzo padre avrebbe indotto i due imprenditori a stipulare una consulenza con il figlio, incaricato di stilare il progetto con il quale la Dipe ha partecipato al bando di gara che si e' aggiudicato la ditta General Costruzioni di Venafro con un ribasso del 35%. In cambio, sempre secondo la procura dell'Aquila, Di Vincenzo avrebbe assicurato un interessamento per la gara alla luce dei suoi buoni rapporti con il governatore. Intanto, dal dispositivo dei sequestri di ieri, si legge di "pressioni indebite" su ditte concorrenti "manifestando forti 'entrature' nell'ente Regione Abruzzo al fine di condizionare la composizione della commissione tecnica, con conseguente 'raccomandazione' verso commissari ritenuti compiacenti". Oggi e' emerso anche che l'inchiesta della procura della repubblica dell'Aquila sull'appalto per palazzo Centi, e' partita da intercettazioni telefoniche nell'ambito di indagini su presunte mazzette nelle commesse private nella ricostruzione post terremoto all'Aquila, risalenti ad alcuni anni fa. Oggi il pm titolare delle indagini Antonietta Picardi ha nominato una serie di consulenti tecnici per esaminare il voluminoso materiale, anche informatico, sequestrato. Sempre oggi sono state sentite diverse persone nella posizione di informate sui fatti. La prossima settimana sono stati programmati interrogatori di numerosi indagati

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Penna S.Andrea, chiusa piazza Vittorio Veneto per il rischio di crollo della torre campanaria

A Penna Sant'Andrea interdetta al traffico veicolare e pedonale piazza Vittorio Veneto a causa del rischio di crollo della torre campanaria della chiesa di Santa Maria del Soccorso. Il rischio di crollo e' stato certificato sia dalla scheda di rilevamento del danno ai beni culturali, redatta dal gruppo di lavoro del Dipartimento della Protezione Civile e Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali, sia a seguito delle verifiche effettuate dai Vigili del Fuoco. E' stato poi necessario procedere allo sgombero delle famiglie residenti nel raggio di 30 metri dalla torre campanaria. "Il campanile, risalente al 1600, e' un simbolo importantissimo per il paese - commenta il sindaco, Severino Serrani - proprio come la piazza antistante, sede del Municipio. Ci stiamo adoperando per poter tornare alla normalita' nel piu' breve tempo possibile, nonostante i danni si stiano rivelando sempre piu' consistenti, e proprio per questo motivo auspichiamo l'entrata di Penna nel Cratere Sismico". "Abbiamo gia' interessato gli organi preposti - continua il sindaco - ma la situazione resta drammatica e confidiamo in un impegno concreto e urgente da parte delle Istituzioni".

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Cede costone a Campli, evacuati in 30

Si aggrava la situazione del movimento franoso che da alcuni giorni interessa a Campli la frazione di Castelnuovo dove ha ceduto una scarpata profonda circa 80 metri sul torrente Siccagno. Ieri sera lo smottamento ha provocato il crollo di una cabina della media tensione dell'Enel alta circa 6 metri, un tratto di recinzione del cortile di un'attivita' produttiva, due rimesse e un tratto di circa 25 metri della strada comunale a due corsie. I vigili del fuoco hanno evacuato tre edifici per un totale di 30 persone. Il materiale franato sul fondo del dirupo ha ostruito il corso del torrente creando un piccolo invaso che si sta progressivamente alzando di livello. Un ulteriore smottamento questa mattina ha reso ancora piu' rischiosa la posizione di una delle abitazioni prossime al precipizio, adesso a soltanto un metro dal baratro e a rischio di crollo imminente. 

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Imprenditore denuncia due usurai e li fa arrestare nel Teramano

Aveva chiesto un prestito di 10mila euro a un amico commerciante che in cambio, aveva preteso il pagamento di 1.500 euro al mese fin alla restituzione dell'intera somma: non potendo far fronte a questo impegno, l'imprenditore teramano aveva chiesto aiuto a un giovane di etnia rom che per 20mila euro ne aveva preteso addirittura 6mila mensili. Terrorizzato dalle minacce di entrambi e' riuscito a chiedere aiuto ai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Alba Adriatica che hanno stroncato gli affari dei due usurai, che sono finiti in cella. Si tratta di un commerciante di origini napoletane di 52 anni residente a Villa Rosa di Martinsicuro e di un nomade originario di Mosciano che si trovava agli arresti domiciliari all'epoca dei fatti.

L'imprenditore teramano che si era rivolto ai due soggetti, e' stato riferito in una conferenza stampa, era stato costretto a rifondere i prestiti a tassi del 211 per cento nel primo caso e di circa 500 nel secondo. La sua vita era diventata un calvario, sottoposto alle pressioni e minacce dei due usurai, il primo dei quali lo ha piu' volte minacciato di morte, sostenendo di poter contare su amicizie criminali negli ambienti di Scampia. Uno dei due arrestati, oltre che per usura, e' accusato anche di tentativo di estorsione per aver provato a entrare in possesso della macchina di grossa cilindrata della vittima dietro minacce, come aveva gia' fatto con lo scooter, del valore di circa 15mila ero ma 'pagato' appena 2mila. Nell'inchiesta coordinata dal pm Stefano Giovagnoni, con le ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal gip Giovanni de Rensis, c'e' anche una terza persona coinvolta, conoscente del commerciante napoletano, la cui posizione e' in corso di valutazione e al momento denunciato a piede libero per usura. 

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