Arriva il quarto Responsabile unico del procedimento (Rup) della gara di appalto per la bonifica e la reindustrializzazione di parte della cosiddetta discarica dei veleni di Bussi sul Tirino della Montedison. Si tratta di Enrico Bentivoglio, 51 anni, ingegnere romano, funzionario del provveditorato interregionale alle Opere pubbliche, nominato dal dirigente del ministero dell'Ambiente Laura D'Aprile, dall'agosto scorso incaricata dal governo come responsabile delle iniziative per il subentro del ministero agli organi commissariali dopo il decesso di Adriano Goio. La scelta di Bentivoglio arriva dopo le dimissioni presentate lo scorso 15 febbraio dal funzionario della Regione Abruzzo Silverio Salvi, finito tra gli indagati nell'ambito di un'inchiesta della Procura dell'Aquila su una serie di appalti gestiti dall'ente regionale. Proprio per l'assenza di un rup operativo, la gara di circa 50 milioni di euro, bandita alla fine del 2015 dal commissario Goio e' ferma al palo in attesa dell'apertura delle offerte economiche.
Leggi Tutto »Processo per gli appalti delle intercettazioni, assolto l’imputato
E' stato assolto "perche' il fatto non sussiste" Luigi D'Anniballe, dipendente del tribunale di Pescara che era stato accusato di "turbata liberta' del procedimento di scelta del contraente" perche', a giudizio dell'accusa, nel settembre 2012 avrebbe pilotato un appalto per la gestione delle intercettazioni ambientali e telematiche a favore della societa' Ips Spa di Aprilia, risultata fin da subito estranea alla vicenda. D'Anniballe, all'epoca dei fatti contestati, era impiegato nella segreteria, al quinto piano della Procura, dove ha sede il centro intercettazioni.
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Raccolta differenziata, incontro in Comune a Montesilvano con albergatori e balneatori
Migliorare il servizio di raccolta dei rifiuti e incentivare la differenziata. Con questi obiettivi l’assessore Valter Cozzi, il consigliere Adriano Tocco e i rappresentanti dell’Ati Formula Ambiente e Sapi hanno incontrato in Sala Consiliare albergatori e balneatori di Montesilvano.
«Con la stagione estiva alle porte - spiega Adriano Tocco - vogliamo prepararci al meglio nella gestione della raccolta dei rifiuti, servizio che diventa ancor più delicato nei mesi a più alta concentrazione turistica. La nuova ditta che gestisce oggi i rifiuti in città è di fatto entrata a pieno ritmo solo dopo la scorsa stagione estiva. Si è reso necessario organizzare un incontro con gli operatori turistici al fine di programmare al meglio la gestione tenendo conto delle criticità riscontrate negli anni passati».
La nuova ditta nelle prossime settimane effettuerà sopralluoghi mirati presso ciascun albergo e stabilimento balneare, al fine di valutare caso per caso le necessità degli operatori e definire le modalità di intervento.
Dopo questa fase gli operatori verranno riuniti nuovamente per illustrare gli esiti di tali verifiche.
«Per ottenere i risultati più tangibili – dice ancora Tocco – è necessario l’impegno e la disponibilità di tutti gli operatori. Al fine di eseguire una corretta differenziazione dei rifiuti è opportuno che il personale impegnato nelle strutture venga accuratamente formato. A ciò si aggiunge l’importanza di trasmettere il giusto messaggio ai turisti, villeggianti e a tutti coloro che fruiscono delle nostre strutture affinché, con semplici e piccoli gesti, collaborino con gli operatori stessi. Un servizio di rac
Leggi Tutto »Agenti aggrediti al carcere di Pescara, Nardella (UIL PA) lancia l’allarme
"Risultano piu' gravi di quanto si pensasse le condizioni del Sovrintendente aggredito dall'ex pugile. Sottoposto a delicato intervento chirurgico per ricomporre la frattura alla mandibola il basco blu, con una prognosi che non e' ancora possibile conoscere, sara' costretto a restare immobile per moltissimo tempo". A commentare il fatto e' Mauro Nardella Vice Segretario regionale UIL PA polizia penitenziaria. "Ci spiace dover rimarcare la difficile condizione che si e' venuta a creare in un carcere che da tutti e' dichiarato istituto modello" - spiega il sindacalista-. "Due aggressioni in pochi giorni rappresentano, purtroppo, solo la punta di un iceberg per il carcere pescarese. La mancanza di personale comincia a far sentire i suoi effetti- continua Nardella- A tal proposito non aiutano gli esodi di massa di personale verso altri lidi ( 4 agenti risultano utilizzati per la tutela del sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli; un'altra unita' sarebbe stata definitivamente distaccata presso il tribunale cittadino mentre diversi altri o sono andati in quiescenza o ci stanno per andare). A peggiorare ancor piu' la situazione vi e' il sempre piu' venir meno del prezioso supporto di quella sorta di automazione che avrebbe dovuto alleviare il lavoro dei poliziotti penitenziari ma che, stante quanto riferito dai dirigenti sindacali locali, sta facendo acqua da tutte le parti".
Leggi Tutto »Hotel Rigopiano, esposto sull’inserimento di una vittima nell’elenco dei superstiti
I famigliari di Stefano Feniello, una delle 29 vittime della tragedia dell'hotel Rigopiano di Farindola travolto da una valanga il 18 gennaio scorso, hanno presentato un esposto in Procura nei confronti del Prefetto di Pescara, di una funzionaria della Protezione civile e del sottosegretario di Stato Federica Chiavaroli. Obiettivo e' fare luce sulla vicenda del nome di Stefano, inserito erroneamente in una lista contenente i nomi di cinque superstiti che avrebbero raggiunto l'ospedale a breve. Obiettivo della famiglia del giovane - originaria di Valva - assistita dall'avvocato Camillo Graziano, e' capire "se si sia trattato di un madornale errore di comunicazione o se vi sia qualcosa di poco chiaro che noi non conosciamo".
Nel pomeriggio di venerdi' 20 gennaio, durante una comunicazione ai famigliari dei dispersi da parte del Prefetto e di una funzionaria di Protezione civile, il nome di Stefano era stato inserito nella lista di cinque persone estratte vive dai resti dell'hotel, che sarebbero arrivate a breve in ospedale a Pescara. Il sabato mattina, riferisce l'avvocato Graziano, il sottosegretario Chiavaroli avrebbe tranquillizzato la madre di Stefano dicendole che avrebbe presto rivisto il figlio. Ma Feniello in ospedale non e' mai arrivato. Il suo corpo e' stato estratto quattro giorni dopo il ritrovamento della sua fidanzata, Francesca Bronzi, una degli undici superstiti. "Francesca - spiega il legale - ha raccontato che Stefano era vicino a lei, che aveva riconosciuto il suo orologio e che, pur non potendosi muovere, era riuscita a toccare la sua mano. Abbiamo chiesto anche ai soccorritori, ma ci hanno detto che Stefano non era nel punto indicato dalla ragazza. Successivamente abbiamo appreso dalla stampa che forse Stefano era a quattro o cinque metri da Francesca. Vogliamo capire perche' il nome di Stefano era in quella lista e che sia fatta luce su queste discordanze".
Leggi Tutto »Morte di Simone Daita, al via il processo
E' cominciato con l'audizione dei testimoni il processo in Corte d'Assise a Chieti - presidente Geremia Spiniello, giudice a latere Isabella Allieri - per la morte di Simone Daita, avvenuta il 15 marzo 2015 due settimane dopo che l'uomo, 53 anni, fu colpito al volto nella notte davanti a un bar in piazza Vico a Chieti. Per la morte di Daita, sopraggiunta dopo due settimane di coma, i famigliari si sono costituiti parte civile; sotto processo per omicidio preterintenzionale e' finito Emanuele D'Onofrio, 24enne di Chieti, che oggi era in aula, assistito dall'avvocato Roberto Di Loreto. D'Onofrio, che quella notte si fece a sua volta visitare al pronto soccorso ove gli venne riscontrata una contusione al mento, sentito dalla Squadra Mobile durante le indagini ha sostenuto di aver reagito con un solo pugno a un pugno che gli era stato sferrato da Daita. Secondo il medico legale e consulente della Procura di Chieti, Cristian D'Ovidio - che su Daita effettuo' un'ispezione cadaverica - furono invece due i colpi "scientificamente provati" sul viso della vittima; quando cadde a terra, ha ricostruito il medico, Daita aveva gia' perso i sensi. Un quadro emorragico esteso quello riscontrato. Prima della colluttazione con D'Onofrio, Daita quella notte si sarebbe rivolto a un amico dell'imputato. "Mi ha chiesto una sigaretta, ma non la avevo, ha detto che mi avrebbe aspettato fuori - ha riferito il testimone in aula - Mi ha minacciato. Ho deciso di ignorarlo perche' temevo una reazione". Ai giudici ha poi detto di non aver visto il momento in cui Daita fu colpito. "Dopo che e' caduto a terra si e' formato un capannello, ci siamo avvinati tutti per sincerarci delle sue condizioni". Una ragazza presente quella sera ha riferito che Daita era "alterato" e che rivolgendosi a D'Onofrio "parlava strano ed Emanuele era infastidito". "Daita ha colpito Emanuele - ha raccontato la ragazza - gli si e' buttato addosso e gli ha dato un pugno. Sono andata nel gazebo, ero di spalle, ho sentito un tonfo e Daita era per terra". La prossima udienza e' stata fissata al 12 giugno per ascoltare altri testimoni.
Leggi Tutto »Aveva allestito serra per marijuana in casa, arrestato da carabinieri
Aveva attrezzato una stanza della sua abitazione per coltivare marijuana: condotti di areazione, lampade alogene, fertilizzanti vari e materiale per la cura delle stesse. Le pareti erano state ricoperte da materiale in poliuretano, idoneo all'isolamento degli ambienti per mantenerne costante la temperatura. Un giovane 28enne di origine campana, da qualche tempo controllato dai Carabinieri del Norm di Pescara, e' stato arrestato durante un blitz nella sua abitazione di Torrevecchia Teatina. Recuperati 150 grammi di marijuana contenuta in diversi vasetti, quindi pronta per essere spacciata, e un bilancino di precisione. I militari dell'Arma hanno poi trovato sul pianerottolo tre sacchi di grandi dimensione con residui di terriccio, radici e parti di stelo di piante di marijuana. Al ragazzo sono stati concessi gli arresti domiciliari in attesa dell'udienza di convalida.
Leggi Tutto »Tre persone indagate per il rogo dell’auto del presidente del Pescara, Daniele Sebastiani
Tre giovani tra i 20 ed i 27 anni indagati per il reato di incendio doloso nelle indagini seguite al rogo di due auto del presidente del Pescara calcio, Daniele Sebastiani, la notte tra il 6 ed il 7 febbraio scorso, a Pescara, dell'abitazione del patron biancazzurro. Gli agenti della Digos della Questura di Pescara, coordinati dal Vice Questore aggiunto Leila Di Giulio, hanno infatti effettuato questa mattina tre perquisizioni domiciliari a carico dei tre. Due sono giovani appartenenti all'area del tifo non organizzato del Pescara calcio; il terzo e' un giovane in passato coinvolto in una inchiesta su episodi legati all'estrema destra. Le perquisizioni sono state eseguite in tre domicili di Pescara, Montesilvano e in un paese dell'Area Vestina nel Pescarese. Sequestrati capi di abbigliamento che sarebbero stati riconosciuti dalle immagini delle telecamere. Le indagini, coordinate dal Pm Mirvana Di Serio, proseguono per risalire ad altri due giovani che si ritiene abbiano partecipato al blitz di un mese fa.
Leggi Tutto »Di Pangrazio incontra nuovo questore de L’Aquila
Il presidente del Consiglio regionale dell'Abruzzo Giuseppe Di Pangrazio, ha incontrato questa mattina a Palazzo dell'Emiciclo, il nuovo questore dell'Aquila, Antonio Maiorano. Il neo capo della Polizia (che nell'ultimo biennio ha svolto il suo incarico a Trieste) succede ad Alfonso Terribile, che ha lasciato il ruolo di capo della questura del capoluogo abruzzese dopo quasi due anni. Di Pangrazio ha illustrato l'attività dell'assemblea regionale e presentato le iniziative promosse dal Consiglio per il territorio aquilano. Il nuovo questore ha assicurato la piena collaborazione con le istituzioni politic
Leggi Tutto »Abusi del parroco condannati dalla Chiesa, chiesto lo stop al nuovo processo
Prima udienza, davanti al tribunale collegiale di Pescara, del processo a carico del parroco di 44 anni accusato di abusi sessuali su un ragazzo di 15 anni, ai tempi in cui guidava la parrocchia di San Camillo de Lellis a Villa Raspa di Spoltore. Il sacerdote era stato rinviato a giudizio dal gup Gianluca Sarandrea e oggi il collegio presieduto dal giudice Maria Michela Di Fine ha aggiornato l'udienza al prossimo 8 giugno, in attesa di conoscere la decisione della Cassazione, prevista per il 10 aprile, sulla questione del "ne bis in idem" sollevata dall' avvocato del parroco, Giuliano Milia.
La difesa sostiene, in sostanza, che poiche' il prete e' gia' stato condannato dal tribunale ecclesiastico per la stessa vicenda e sta gia' scontando la pena, non puo' essere giudicato una seconda volta da un tribunale penale. Vincenzo Di Girolamo, legale della famiglia del giovane al centro degli abusi, ha presentato una contromemoria, chiedendo invece che il processo penale vada avanti.
Alla Cassazione spettera' il compito di assumere una decisione in merito. Il processo canonico, iniziato nel 2013, si e' concluso con una sentenza di condanna che prevede l'interdizione perpetua dallo svolgimento di attivita' parrocchiali a contatto con i minorenni, la sospensione per tre anni dal ministero sacerdotale, l'obbligo di dimora per cinque anni, all'interno di un monastero di Roma, al fine di condurre "una vita di preghiera e di penitenza", e la prescrizione di "un percorso psicoterapeutico". Don Vito Canto' ha comunque evitato la pena massima prevista dal tribunale ecclesiastico, ovvero la perdita dello stato clericale.
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