Cronaca

Ricostruzione, maxi sequestro di 420 mila euro di contributi

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza hanno eseguito un sequestro di disponibilita' finanziarie e di beni immobili per un valore di circa 420 mila euro disposto dall'autorita' giudiziaria nei confronti di una persona responsabile di aver indebitamente percepito un contributo per la ristrutturazione e riparazione della propria unita' abitativa danneggiata dal sisma del 2009. La misura cautelare eseguita oggi dalle Fiamme Gialle giunge al termine di indagini delegate dalla procura della Repubblic.

I finanzieri avrebbero accertato che l'indagato aveva richiesto e ottenuto il contributo per conto della madre, in seguito deceduta, attraverso false autocertificazioni di attestazione che l'immobile beneficiario della misura di sostegno pubblico fosse adibito ad abitazione principale o stabile dimora della genitrice. Le indagini hanno invece svelato che all'epoca del terremoto la donna viveva abitualmente dal figlio, presso altro numero civico, e aveva, per di piu', la residenza anagrafica presso un altro indirizzo, anch'esso diverso da quello dell'immobile ricostruito con i contributi pubblici. Una condotta che per gli inquirenti configura il reato di indebita percezione di erogazione a danno dello Stato e ha portato all'esecuzione del sequestro nei confronti dell'indagato della somma indebitamente percepita, appunto circa 420 mila euro. Il sequestro e' scattato dopo indagini di natura patrimoniale condotte dai militari che hanno consentito di ricostruire e quantificare i beni e le disponibilita' finanziarie riconducibili al responsabile del reato.

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Hotel Rigopiano, la proprietà: tutto fatto rispettando le norme

"Tutto all'Hotel Rigopiano e' stato fatto rispettando le norme". E' quanto comunica la societa' trevigiana proprietaria dell'albergo di Farindola. Dopo una serie di vicissitudini, come riporta il Corriere del Veneto, alcuni anni fa la proprieta' della struttura e' passata alla A-Real Estate, societa' con sede legale a Bolzano e uffici operativi a Treviso. E nel capoluogo trevigiano ha sede anche la A-Leasing, che si occupa di finanziamenti ed e' controllata da una holding austriaca. Sandro Casellato e' contemporaneamente consigliere di amministrazione della A-Leasing e amministratore delegato della A-Real Estate, due societa' il cui cda, pur con ruoli diversi, e' composto dalle stesse persone. "A-Real Estate spa e' in possesso di tutta la documentazione relativa ai permessi a costruire rilasciati dal Comune di Farindola sin dall'anno 2006 - si legge nella nota ufficiale diffusa dal gruppo - e dei certificati di agibilita' firmati dallo stesso ente. La societa' - si precisa - ha inoltre dato incarico a piu' riprese di svolgere perizie che miravano a verificare di volta in volta la presenza dei requisiti di legge in tema di conformita' ed adeguatezza della struttura, dal momento che l'attivita' alberghiera era svolta da una societa' terza non appartenente al proprio gruppo societario e quindi vi era una dichiarata volonta' di vigilanza". Nel dichiararsi pronta "alla piena collaborazione verso tutte le autorita' interessate", A-Real Estate rende poi noto di aver "gia' dato mandato ad un legale di fiducia di prendere contatto con la Procura di Pescara per dare disponibilita' assoluta all'autorita' giudiziaria per tutto cio' che fosse necessario alle indagini".

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L’Aquila, sit-in di protesta per la sicurezza del “Cotugno”

Duecento persone in rivolta per chiedere un liceo sicuro e adeguato sismicamente all'Aquila, con il sit-in degli studenti appoggiato anche dai docenti in via Leonardo Da Vinci, attuale sede del 'Cotugno', istituto d'istruzione con diverse specializzazioni erede dello storico Liceo Classico cittadino: la protesta e' partita dopo la scoperta di un indice di vulnerabilita' sismica molto basso (0,27) in alcuni corpi dell'immobile. Gli studenti hanno anche lanciato l'hastag #sicuridamorire con cui cercare foto, video e interventi per dare rilievo alla mobilitazione. Come spiegato da Andrea Bernardi, rappresentante del consiglio d'istituto, "una settimana fa siamo stati convocati in una riunione con sindaco, Pietrucci, delegazione della Provincia e mamme. E' emerso che dovevamo abbandonare questa struttura in quanto non adeguata a livello sismico in quanto quattro lotti su otto hanno vulnerabilita' tra 0,26/0,27 rispetto a 1 che e' la massima sicurezza sismica. Dopo quella riunione avevamo dei dubbi, ma non abbiamo voluto creare allarmismo. Mercoledi' grazie alla chiusura per la neve si e' evitato tutto quello che poteva succedere".

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Elicottero del 118 caduto, recuperato il registratore di volo

E' stato recuperato questa mattina il registratore di volo (la cosiddetta "scatola nera") dell'elicottero del 118 caduto ieri nell'aquilano, con un bilancio di sei morti. Lo strumento si presenta in buone condizioni ed e' stato ritrovato durante il sopralluogo operativo effettuato al relitto da un investigatore dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo.

Il registratore di volo, del tipo "Multi-Purpose Flight Recorder", memorizza sia i parametri di volo, sia le comunicazioni ed i suoni nella cabina di pilotaggio. E' stato preso in consegna dal personale dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo, in coordinamento con la Procura della Repubblica dell'Aquila, e sara' prossimamente decodificato nei laboratori della stessa Agenzia. Durante il sopralluogo operativo sono state acquisiti anche altri elementi che, integrati con i dati che saranno estratti dal registratore di volo, contribuiranno a ricostruire la dinamica dell'incidente e le cause che lo hanno determinato.

 

"L'ennesima tragedia che si abbatte sull'Abruzzo lascia sgomenti per il susseguirsi di eventi catastrofici nel giro di pochi giorni. L'elicottero precipitato ieri ha colpito dritto al cuore il mondo del soccorso sanitario avanzato, coinvolgendo professionisti che soltanto il giorno prima erano operativi nella zona della valanga che ha travolto l'Hotel Rigopiano". Lo affermano in una nota le associazioni di anestesisti-rianimatori Aaroi-Emac, Siaarti e Siared. "Ci preme sottolineare - afferma Alessandro Vergallo, presidente di Aaroi-Emac - il valore di tutti coloro che ogni giorno, senza clamori ma con altissima professionalita', mettono a disposizione le proprie competenze nell'emergenza, e lavorano con abnegazione nelle situazioni piu' difficili e piu' a rischio". "Esprimiamo il nostro comune cordoglio per tutte le vittime e per le loro famiglie - aggiunge Antonio Corcione, presidente Siaarti -.Questa disgrazia ci addolora ancora di piu' al pensiero dell'impegno senza sosta, in questi giorni, daparte di tutti gli operatori dell'emergenza, medici e non, per salvare quante piu' vite possibile". "Siamo particolarmente vicini - conclude Adriana Paolicchi, Presidente Siared - a tutti i soccorritori colpiti da quest'ennesima sciagura, che hanno avuto la forza di tornare immediatamente in prima linea"

 

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Hotel Rigopiano, Tedeschini: evidenti incomprensioni sulle telefonate di sos

"Le telefonate registrate sono state acquisite, io le ho ascoltate e mi sembra evidente che ci siano state incomprensioni relative alle richieste di aiuto lanciate da Giampiero Parete e Quintino Marcella il 18 gennaio". Cosi' il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini, oggi pomeriggio nel tribunale del capoluogo adriatico, facendo il punto sull'inchiesta per disastro colposo e omicidio plurimo colposo, in merito al disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola. "Al momento non ci sono indagati", ha dichiarato in conferenza stampa il pm Cristina Tedeschini, che poi ha confermato che in giornata sono state effettuate "acquisizioni importanti" di materiale utile alle indagini. "Sulla base delle informazioni in mio possesso, l'hotel era in possesso di tutte le autorizzazioni", ha proseguito la Tedeschini.

"La situazione complessiva, percepita dagli ospiti dell'hotel il 18 gennaio, era sicuramente di criticita', sia in mattinata sia, soprattutto, nel pomeriggio e c'era una diffusa volonta' di lasciare l'albergo" ha dichiarato, Cristina Tedeschini, rispondendo ad una domanda sulle prime testimonianze dei sopravvissuti, nell'ambito dell'inchiesta per disastro colposo e omicidio plurimo colposo, in merito al disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola. "Anche nella giornata precedente - ha proseguito Tedeschini - altre criticita' erano state segnalate dal gestore dell'hotel, ma erano di altro tipo, ad esempio relative alla mancanza si gasolio e a problemi di viabilità".

E' stata ascoltata la filiera dei funzionari che ha risposto agli appelli in sala operativa della Prefettura. La tempistica, come e' chiaro da tempo, ha una importanza vitale per le indagini, e le autopsie daranno le risposte decisive su dove indirizzare le responsabilita'. Per Domenico Angelucci, medico legale di parte, Gabriele D'Angelo sarebbe morto assiderato sotto la valanga che ha travolto l'hotel Rigopiano. "Non ci sono segni di traumi ne' di asfissia come emorragie congiuntivali. Secondo noi, se fosse stato soccorso entro due ore probabilmente poteva essere salvato", riferisce il medico. Smentisce l'ipotesi, pero', lo stesso pm, secondo cui "non ci sono casi in cui la causa esclusiva e' l'ipotermia". Le prime sei autopsie hanno evidenziato "dinamiche di decesso diverse l'una dall'altra", ha spiegato Tedeschini. "In alcuni casi, ci sono state morti immediate per schiacciamento, in altri casi ci sono stati decessi meno immediati con concorrenza di cause temporalmente assai prossime: schiacciamento, ipotermia e asfissia". Rimane fermo sulla sua versione, invece, il medico legale di parte, secondo cui anche il maitre Alessandro Giancaterino sarebbe morto per mero assideramento, perche' lui e D'Angelo sono stati ritrovati vicini e nelle stesse condizioni. Cioe' all'esterno dell'hotel. Secondo Angelucci la causa dell'ipotermia sarebbe anche contenuta nel certificato di morte redatto e inviato al Comune di Penne per il nulla osta per i funerali del ragazzo. Il procuratore Tedeschini ha intanto parlato di acquisizioni importanti di documenti: se ieri in Regione era stato raccolto il materiale elettronico, oggi si e' presa visione della parte cartacea. Meno il Piano valanghe, per il semplice fatto che non c'e'. 

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Diga di Campotosto, “non sono state evidenziate criticità rilevanti”

Gli enti gestori hanno comunicato che "non sono state evidenziate criticità rilevanti" in merito alla diga di Campotosto sia dopo i controlli ordinari che quelli effettuati dopo i terremoti recenti. Lo ha detto la ministra per i Rapporti col Parlamento, Anna Finocchiaro, rispondendo al question time in aula alla Camera a un'interrogazione a firma Giulio Sottanelli (Ala-Sc-Maie)

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Enel: chiusa la fase di emergenza

"Grazie al lavoro incessante degli uomini di e-distribuzione accorsi da tutta Italia, e' ripreso il servizio elettrico nelle aree colpite dall'eccezionale ondata di maltempo in Abruzzo e nelle Marche. Le squadre continuano ad operare per intervenire su isolati casi di disalimentazione". E' quanto si legge in una nota di Enel in merito ai problemi causati dal maltempo sulla rete elettrica

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Slitta la sentenza per il processo Bussi

I difensori di parte dei 18 imputati hanno rigettato in toto le accuse di avvelenamento e disastro ambientale nell'udienza di oggi nel processo in Corte d'Assise d'Appello all'Aquila sulla cosiddetta mega discarica dei veleni di Bussi della Montedison. I legali, tra cui quelli che hanno composto il folto gruppo in difesa del colosso Edison, intervenuti oggi, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali, contestando, anzi, la presenza, sia pure saltuaria, di giornalisti in aula nonostante la disposizione di processo a porte chiuse.

L'avvocato Giovanni Paolo Accinni, difensore dell'ex amministratore delegato di Edison, Carlo Cogliati, ha contestato i dati forniti dai consulenti sul superamento delle soglie di contaminazione, chiarendo nella sua arringa che, per questa ragione, viene meno il principio di offensivita' alla base dei processi penali: in sostanza, a suo dire, non essendo stati violati i limiti, non e' determinata una situazione di pericolo di avvelenamento. In riferimento al danno ambientale, il legale ha contestato il macroevento, cioe' quello della mega discarica, motivo per il quale la condotta degli imputati non sarebbe rilevante dal punto di vista penalistico.

L'avvocato Riccardo Villata, che difende Camillo Di Paolo, responsabile della protezione e sicurezza ambientale dello stabilimento di Bussi, ha ripercorso l'intero quadro normativo sui rifiuti dagli anni Settanta a oggi, spiegando che non si individua a carico di Edison alcuna violazione con riferimento alla gestione dei rifiuti, anzi, con il decreto Ronchi l'azienda e' andata anche oltre il proprio dovere, in quanto si e' autodenunciata, procedendo al piano di caratterizzazione dell'area.

Per Villata non si puo' parlare di condotta omissiva se manca il precetto di riferimento. Domani e' in programma un'altra udienza dedicata ancora alle arringhe dei difensori. Intanto, oggi il presidente del collegio giudicante, Luigi Catelli, ha fissato l'ultima udienza il 3 febbraio prossimo per recuperare i giorni perduti per maltempo e chiusura degli uffici: per questo dal 31 gennaio, la sentenza slitta di tre giorni. 

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Processo Bussi, la sentenza potrebbe slittare

Potrebbe slittare la sentenza relativa al processo in Corte d'Assise d'Appello all'Aquila sulla cosiddetta mega discarica dei veleni di Bussi della Montedison, che era prevista per la fine del mese. Lo ha fatto sapere il presidente del collegio giudicante, Luigi Catelli, al termine della udienza di oggi che si e' conclusa intorno ad ora di pranzo. L'esigenza di rivedere il calendario e' stata causata dalle udienze cancellate per il maltempo. Il processo riprendera' dopodomani, 25 gennaio, per proseguire anche il giorno dopo: il programma prevede le arringhe dei difensori. Oggi e' stata la volta degli interventi delle parti civili. A questa fase del procedimento all'Aquila si e' arrivati dopo il pronunciamento dello scorso marzo dalla Cassazione che ha convertito in appello tutti i ricorsi presentati alla Suprema Corte. In Corte d'Appello a Chieti il 19 dicembre 2014, 19 imputati erano stati assolti dall'accusa di aver avvelenato le falde acquifere mentre il reato di disastro ambientale fu derubricato in colposo e quindi prescritto. 

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Hotel Rigopiano, la mail d’allerta arrivata quando gli uffici della Regione erano evacuati

La mail d'allerta delle 13,57 del 18 gennaio spedita dal direttore dell'hotel Rigopiano a tutti gli enti interessati non e' stata vista dai funzionari della Regione Abruzzo per il semplice motivo che tutti gli uffici regionali erano stati evacuati per le scosse di terremoto. E' quanto si apprende da fonti giudiziarie. Dopo la seconda scossa delle 11,14 i dirigenti della Regione avevano autorizzato l'evacuazione degli uffici sia all'Aquila che a Pescara. Quindi i locali erano chiusi. A quanto si e' appreso, solo ieri la Regione ha avuto coscienza di aver ricevuto quella missiva nella quale si chiedeva lo sgombero di Rigopiano

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