L’Osservatorio

Bankitalia, il quarto trimestre il mercato immobiliare è rimasto negativo

Nel quarto trimestre del 2018 il mercato immobiliare italiano "e' rimasto negativo". Lo segnala Bankitalia nel sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia pubblicato oggi. Secondo la rilevazione e' rimasto "stabile rispetto ai tre mesi precedenti il saldo fra la quota di operatori che segnalano un aumento dei prezzi di vendita e quella di quanti ne indicano una diminuzione". Inoltre, il "margine di sconto rispetto alle richieste iniziali del venditore si e' invece ridotto, cosi' come i tempi di vendita, che si sono riportati sui livelli medi nell'ultimo biennio". Le aspettative sull'evoluzione del mercato immobiliare nazionale nel trimestre in corso "si deteriorano leggermente rispetto ai tre mesi precedenti, ma restano nel complesso positive", segnala Bankitalia nel rapporto. 

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Allarme biodiversità di Coldiretti, addio a 3 frutti su 4

In Italia sono scomparse dalla tavola tre varieta' di frutta su quattro nell'ultimo secolo anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantita' e la standardizzazione dell'offerta. E' quanto afferma la Coldiretti nell'evidenziare gli effetti dell'allarme lanciato dalla Fao sulla perdita di biodiversita' con 'Il rapporto sullo Stato della biodiversita' mondiale per l'alimentazione e l'agricoltura'. In Italia nel secolo scorso - sottolinea la Coldiretti - si contavano 8.000 varieta' di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa, ma la perdita di biodiversita' riguarda l'intero sistema agricolo, dagli ortaggi ai cereali, dagli ulivi fino ai vigneti. Un pericolo che riguarda anche - continua la Coldiretti - la fattoria in Italia dove sono scomparsi 1,7 milioni tra mucche, maiali, pecore e capre negli ultimi dieci anni. Stalle, ricoveri e ovili si sono svuotati dal 2008 con la Fattoria Italia che ha perso - sottolinea la Coldiretti - solo tra gli animali piu' grandi, circa un milione di pecore, agnelli e capre, oltre a 600 mila maiali e piu' di 100 mila bovini e bufale. Un addio che - precisa la Coldiretti - ha riguardato soprattutto la montagna e le aree interne piu' difficili dove mancano condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori. A rischio - denuncia la Coldiretti - la straordinaria biodiversita' delle stalle italiane dove sono minacciate di estinzione ben 130 razze allevate tra le quali ben 38 di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini. Un pericolo - secondo la Coldiretti - per i produttori e i consumatori per la perdita di un patrimonio alimentare, culturale ed ambientale del Made in Italy, ma anche un attacco alla sovranita' alimentare del Paese

"La biodiversita' non e' solo un valore ambientale ma anche economico ha affermato il presidente dellaColdiretti Ettore Prandini nel sottolineare che "la distintivita' e' un motore di sviluppo per le imprese del Made in Italy". Un valore che la Coldiretti e' impegnata a difendere nei mercati e nelle fattorie con i "Sigilli" di Campagna Amica che sono i prodotti della biodiversita' agricola italiana che nel corso dei decenni sono stati strappati all'estinzione o indissolubilmente legati a territori specifici ai quali si aggiunge la lista delle razze animali che gli imprenditori agricoli di Campagna Amica allevano con passione. Si tratta - conclude la Coldiretti - in totale di 311 prodotti e razze animali raccolti nel corso di un censimento, curato dall'Osservatorio sulla biodiversita' istituito dal comitato scientifico di Campagna Amica

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Clima, Coldiretti: il 2019 è il terzo anno più caldo di sempre

"Il 2019 si classifica fino a ora al terzo posto tra gli anni più bollenti del pianeta facendo registrare una temperatura media sulla superficie della Terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,88 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo". È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti relative al mese di gennaio, sulla base della banca dati Noaa, il National climatic datacentre che rileva i dati dal 1880. L'anomalia si fa sentire anche in Italia dove le temperature minime sono state di 2,2 gradi superiori alla media nella prima decade di febbraio, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ucea (Ufficio centrale ecologia agraria). "Gli effetti del potente anticiclone a matrice sub tropicale ancora presente sulla Penisola – continua la Coldiretti - mettono in allarme anche le campagne dove il rischio è che la 'finta primavera' inganni le coltivazioni favorendo un 'risveglio' che le rende particolarmente vulnerabili all'eventuale prossimo arrivo del gelo con danni incalcolabili". "Siamo di fronte – conclude la Coldiretti – ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati con sfasamenti stagionali, il moltiplicarsi di eventi estremi, e precipitazioni brevi, ma intense che il terreno non riesce ad assorbire"

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Istat vara il Social Mood on Economy Index

L'Istat ha coniato un nuovo indice, dal nome anglosassone: 'il Social Mood on Economy Index'. Una statistica sperimentale che misura il "sentiment italiano sull'economia, derivante da campioni di tweet". Di oggi il primo aggiornamento trimestrale. Al netto delle oscillazioni, il grafico registra l'avanzata di un 'mood' negativo, che si evidenzia in particolare nell'ultima parte dell'anno, confermando quanto emerso dalle statistiche ufficiali dell'Istat.

Ecco le tappe di una curva, quella del 'Social Mood on Economy', che ha preso la via della discesa, almeno guardando al periodo monitorato (febbraio 2016 dicembre 2018): "La componente di trend - spiega l'Istat - mostra un andamento decrescente fino a ottobre 2017, mantenendo poi un andamento stazionario fino a aprile 2018. Nel corso del 2018, l'indice ha in seguito registrato un andamento discordante: alla frenata segnata nel mese di maggio è seguito un andamento crescente fino a settembre. Tuttavia nei mesi successivi, nonostante una breve risalita in corrispondenza della prima metà di novembre, l'indice ha registrato nuovamente una brusca frenata ad inizio dicembre, mese in cui si è stabilizzato su un livello negativo". Stesso discorso, se si guarda alle medie mensili:: "la serie destagionalizzata mostra un trend negativo nella prima parte del periodo fino a settembre 2017 dopo aver registrato un picco positivo a settembre 2016. La serie assume un profilo più altalenante nel corso del 2018 con una maggiore stabilità fino a maggio. Dopo i miglioramenti registrati a novembre, l'indice destagionalizzato diminuisce nell'ultimo mese". La media di tweet analizzati giornalmente risulta pari a 50 mila circa, ma fino alla prima metà del 2018 non si arrivava oltre i 30-40 mila mentre nell'ultimo semestre, praticamente dalla nascita del Governo giallo-verde, il numero dei tweet è quasi duplicato, attestandosi a circa 80-90 mila. Puntando l'attenzione sugli eventi che hanno caratterizzato il dibattito sul social network, oltre alle festività, come Capodanno e Natale (il cui si registrano impennate di ottimismo), si risconta un picco negativo in coincidenza della discussione sul caso Diciotti, era fine agosto. Argomento che nei tweet venne abbinato alla presenza di milioni di persone in povertà assoluta, in una sorta di botta e risposta. Tra gli altri temi che hanno mosso il sentiment, sia in positivo che in negativo, ci sono le aperture e le chiusure su 'opzione donna'.

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Birra, Coldiretti: consumi record nel 2018

Gli acquisti di birra in Italia hanno raggiunto il livello record di un miliardo di euro nel 2018, con un consumo pro capite medio di 32 litri, il piu' alto sempre di sempre. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione del "Beer Attraction" la fiera di settore che si tiene a Rimini fino al 19 febbraio, dal quale si evidenzia peraltro che a fare segnare il record sono anche le esportazioni che sfiorano il valore di 200 milioni di euro con un aumento di ben l'11% nell'ultimo anno, in una situazione di commercio con l'estero stagnante per tutto il Made in Italy.

A spingere la crescita sono i birrifici artigianali che in Italia - sottolinea la Coldiretti - sono piu' che quadruplicati negli ultimi dieci anni con un aumento del 330%, passando da poco piu' di 200 a oltre 860, con una produzione annuale stimata in 55 milioni di litri. Un fenomeno favorito dall'ultima manovra dove e' stata approvata una norma che prevede per i birrai artigianali prevedendo una riduzione delle accise del 40% per chi produce fino a 10mila ettolitri/anno, sostenuta dalla Coldiretti. La nascita di nuove attivita' propone una forte diversificazione dell'offerta per un consumo che - spiega Coldiretti - e' diventato negli anni sempre piu' raffinato e consapevole con la ricerca di varieta' particolari con numerosi esempi di innovazione, dalla birra aromatizzata alla canapa a quella pugliese al carciofo di colore giallo paglierino ma c'e' anche quella alle visciole, al radicchio rosso tardivo Igp o al riso fino alla prima agri-birra terremotata a 1600 metri sulle montagne tra Amatrice e Leonessa che nasce utilizzando lo scarto del pane e che cambia e modifica sapore, colore e consistenza a seconda del tipo di pane che l'azienda riesce a raccogliere dai residui di vendita. Oltre a contribuire all'economia, la birra artigianale rappresenta anche una forte spinta all'occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i piu' attivi nel settore con profonde innovazioni che - afferma la Coldiretti - vanno dalla certificazione dell'origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole ma anche la produzione di specialita' altamente distintive o forme distributive innovative come i "brewpub" o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Stanno nascendo anche nuove figure professionali - continua Coldiretti - come il "sommelier delle birra" 

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Eurispes: 8 italiani su 10 scelgono il made in Italy

 I consumatori italiani prediligono, nella grandissima maggioranza dei casi, i prodotti alimentari Made in Italy (82,7%). Il 67,7% controlla l'etichettatura e la provenienza dei prodotti. L'indagine è stata condotta dall'Eurispes nel 2018 e i dati diffusi a Roma in occasione della presentazione del VI Rapporto Agromafie Italia elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare. E' stato dunque intervistato un campione di 1.101 cittadini rappresentativo della popolazione italiana per genere, classe d'eta' ed area geografica in base ai dati dell'ultimo Censimento Istat. Secondo i risultati. In ambito alimentare gli italiani si orientano nella gran parte dei casi verso i prodotti di stagione, privilegiati dal 73,7%, verso i prodotti con marchio Dop, Igp, Doc (il 56% li compra spesso) e senza olio di palma (55,8%); quasi la meta' (49,3%) privilegia i prodotti a Km 0. I prodotti biologici vengono acquistati spesso dal 41,3% del campione. Eppure superano un terzo (37%) i consumatori che, indipendentemente dalla provenienza, scelgono i prodotti piu' economici. Il confronto con i risultati degli ultimi due anni evidenzia una crescita della quota di consumatori che privilegiano i prodotti Made in Italy, come pure di coloro che acquistano spesso prodotti con marchio Dop, Igp, Doc e prodotti biologici. Al contrario, risultano in lieve diminuzione gli italiani che controllano l'etichettatura e la provenienza, che privilegiano i prodotti di stagione e quelli a km 0. Invitati dal sondaggio Eurispes ad indicare l'elemento che influisce maggiormente sulle loro scelte di acquisto di prodotti alimentari, gli intervistati si dividono: per il 18,3% conta soprattutto quel che legge nell'etichetta, per il 15,2% la garanzia offerta dalla marca, per il 13,4% l'esperienza diretta di parenti e amici, per il 12,5% l'offerta speciale sul prezzo, per l'11,8% il fatto che sia un prodotto italiano, per il 10% il prezzo, per il 9,3% la fiducia nel punto vendita, per l'8,5% la presenza di marchi Dop, Bio, ecc.; la pubblicita' sembra costituire l'aspetto determinante solo per l'1%.

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Calano i pensionati e aumenta il gap tra Nord e Sud

Calano i pensionati e aumenta il gap tra Nord e Sud. E' quanto emerge dal rapporto Istat sulla "condizione di vita dei pensionati". Continua, anche nel 2016 e nel 2017, il calo dei pensionati in Italia, con una riduzione di 738 mila unità dal 2008. Secondo quanto riportato dall'analisi, nel 2017 i pensionati erano 16 milioni (-23 mila rispetto al 2016) con una pensione lorda di 17.866 euro (+306 euro sull'anno precedente). Le donne sono il 52,5% e ricevono in media importi annui di quasi 6mila euro più bassi di quelli degli uomini. Significativo anche il dato sulle differenze territoriali. Continua ad ampliarsi, infatti, il divario Nord-Sud: l'importo medio delle pensioni nel Nord-Est è del 20,7% più alto di quello nel Mezzogiorno (18,2% nel 2016, 8,8% nel 1983, primo anno per cui i dati sono disponibili).

Continuano a scendere "i percettori di pensione" che risultano occupati (411mila nel 2017, da 432mila del 2016; -20,3% rispetto al 2011), uomini in tre casi su quattro.

L'85% svolge un lavoro autonomo, i due terzi risiedono al Nord e quasi il 50% ha un titolo di studio superiore alla licenza media (è circa un quarto per il complesso dei pensionati). Tra i pensionati ancora occupati, il 64,4% lavora nel settore dei servizi, di questi circa un terzo è impiegato nel commercio. Il reddito pensionistico netto dei pensionati residenti in Italia nel 2016 risulta in media pari a 14.567 euro annui (+1,8% rispetto al 2015).

Secondo il report, inoltre, sebbene il reddito medio delle famiglie con pensionati sia più basso rispetto alle famiglie in cui non sono presenti, il rischio di povertà delle prime (16,4%) è circa 8 punti percentuali minore di quello delle seconde. Avere un pensionato in famiglia attenua, dunque, il rischio di disagio economico e assicura un'importante rete di protezione sociale. Anche l'apporto economico dei componenti non pensionati, in particolare degli occupati, produce un calo del rischio di povertà, che è pari al 9,8% rispetto al 18,4% delle famiglie di soli pensionati che non cumulano redditi da lavoro. Stando ai dati pubblicati dall'Istat per gli anni 2016-2017, il cumulo di più trattamenti pensionistici sullo stesso beneficiario è meno frequente tra i pensionati di vecchiaia - riguarda il 28,2% dei pensionati - mentre è molto più diffuso tra i pensionati superstiti (67,4%), in grande maggioranza donne (86,5%).

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Istat, aumenta la quota di posti di lavoro vacanti

Imprese 'a caccia' di personale. Stando alle stime preliminari dell'Istat, la quota di posti di lavoro vacanti, per cui le aziende sono in cerca di candidati, non era mai stata così alta almeno dal 2010, ovvero da quando è iniziata la serie storica. Nel quarto trimestre del 2018 infatti il tasso di posti vacanti destagionalizzato risulta pari all'1,2% nel complesso delle attività economiche considerate (industria e servizi). Rispetto al trimestre precedente l'incremento è stato dello 0,1%, fa sapere sempre l'Istat

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Istat, nel 2018 cresce il numero di turisti

Nel 2018, rileva l'Istat, cresce il numero di turisti: in media, in un trimestre hanno viaggiato il 25,9% dei residenti (21,7% nel 2017). Nella stagione estiva e' partito per le vacanze oltre un terzo della popolazione (+8,8% rispetto all'estate 2017). In questo periodo, la durata media si e' ridotta leggermente rispetto al 2017 (7,8 notti). Gli alloggi privati si confermano la sistemazione preferita, soprattutto per le vacanze lunghe (61,1% dei viaggi, 64,5% delle notti) mentre le strutture collettive sono piu' frequentate per i viaggi di lavoro (77,7% dei viaggi e 59,9% delle notti). Il 56,2% dei viaggi e' prenotato direttamente (+20,5% rispetto al 2017), il 36,5% avviene senza prenotazione e solo il 6,6% tramite agenzia. Negli ultimi cinque anni, sono in costante aumento i viaggi prenotati via Internet, dal 31,8% nel 2014 al 46,0% nel 2018.

Tra le motivazioni delle vacanze, circa la meta' e' per riposo o svago; seguono le attivita' culturali (21,0%) anche se i residenti visitano, in proporzione, il patrimonio artistico, monumentale o archeologico piu' all'estero che in Italia (38,4% contro 16,6%). L'auto rimane il mezzo di trasporto piu' utilizzato per viaggiare (59,2% dei viaggi), soprattutto per le vacanze brevi (70,8%, +28% rispetto al 2017). Seguono aereo (19,8%) e treno (10,0%). Nel 2018 le escursioni, cioe' gli spostamenti senza pernottamento, sono 83 milioni e 594 mila (+19,5% rispetto al 2017), effettuate in Italia nel 98,5% dei casi. 

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