Il movimento 5 stelle crolla di oltre 15 punti percentuali rispetto alle ultime elezioni del 4 marzo 2018. Secondo quanto riportato dai dati del CISE, Centro italiano Studi Elettorali della Luiss, il calo del partito di governo è omogeneo tra le diverse aree del paese, ma risulta minore al Sud e fortemente accentuato al Nord del paese con l'11,1% nel Nord Ovest e il 10,3% nel Nord Est. Non sorprende che il maggiore consenso del Movimento pentastellato sia radicato nelle province in cui si è registrato un maggior numero di domande per il reddito di cittadinanza: "ma mentre nel 2018 il M5S era il partito che più di ogni altro riceveva consensi nelle aree con una maggiore domanda di attenzione ai temi sociali, nel 2019, invece, sembra che il M5S abbia resistito soltanto nelle aree dove è più forte la domanda di assistenzialismo, perdendo la sua capacità di presa nelle aree che, seppur socialmente ed economicamente svantaggiate, sembrano manifestare una domanda di lavoro più che di sussidi".
Leggi Tutto »Elezioni europee, l’analisi dell’Istituto Cattaneo
Lega 'pigliatutto' conquista voti dall'alleato di governo 5 Stelle, dai partiti di centrodestra e (qualche volta) anche dal Pd. M5s 'traghetta' voti verso il partito leghista di Matteo Salvini. Mentre il Partito Democratico limita le perdite ma non attrae nuovi elettori. E' l'analisi dell'Istituto Cattaneo sui flussi di voto relativi alle elezioni Europee che si sono tenute ad un anno di distanza dalle precedenti consultazioni politiche e che quindi rappresentano un'occasione importante per misurare il consenso dei partiti. Rappresentano, viene evidenziato dall'Istituto Cattaneo, un momento di verifica del gradimento che le forze di governo hanno presso l'elettorato. Dopo una campagna elettorale caratterizzata dalla crescente 'litigiosita'' dei due partiti di governo - Lega e M5s - i risultati elettorali hanno premiato la Lega e punito il Movimento 5 Stelle.
Nelle elezioni europee l'astensione e' sempre molto piu' alta che alle politiche - avverte l'analisi dell'istituto Cattaneo - e, per questo motivo, gli osservatori possono cadere in "errori interpretativi", cosi' vengono definiti, quando cercano di decifrare gli spostamenti di voto che hanno determinato un certo risultato elettorale. L'Istituto Cattaneo ha indagato - attraverso il cosiddetto 'modello di Goodman' - i flussi elettorali avvenuti in alcune citta' (Brescia, Torino, Firenze, Napoli, Palermo) e ha considerato gli spostamenti di voto tra il 2018 (elezioni politiche) e il 2019 (elezioni europee).
Il quadro relativo al Pd, spiega l'analisi condotta, rivela luci e ombre. Da un lato, relativamente ai flussi in uscita, risulta che il partito guidato da Nicola Zingaretti ha tenuto rispetto all'astensione e ha sostanzialmente interrotto l'emorragia che negli anni scorsi aveva portato molti voti del suo bacino elettorale verso M5s. Inoltre, gran parte degli elettori che nel 2018 avevano scelto Pd confermano oggi il loro voto. Le 'ombre' si vedono invece nei flussi in entrata, dai quali emerge la scarsa capacita' di espansione del partito.
L'Istituto Cattaneo ricorda che tutte le elezioni di second'ordine - amministrative, europee - sono particolarmente difficili per M5s. In questo caso, il divario tra i consensi ottenuti alle politiche dell'anno scorso e il risultato elettorale delle europee e' definito "clamoroso".
Nei precedenti studi sulle elezioni regionali in Abruzzo e in Sardegna - sottolinea ancora l'Istituto Cattaneo - gli elettori che abbandonavano il Movimento 5 Stelle erano stati suddivisi in tre categorie: i disillusi (se lasciavano i pentastellati per andare verso l'astensione); i pentiti (se si dirigevano verso il centrosinistra; chiamati cosi' perche' negli anni scorsi la crescita di M5s e' stata alimentata soprattutto da flussi provenienti dal centrosinistra); e i traghettati (se si dirigevano verso il centrodestra). I dati dimostrano che i cosiddetti 'pentiti' sono una quota di entita' numerica quasi ovunque trascurabile. Piu' numerosi i 'disillusi': soprattutto al Sud, dove M5s partiva da percentuali molto forti, si sono registrate perdite verso il non-voto. Mentre al centro-Nord e' significativa anche la quota dei 'traghettati', che va a premiare i compagni di governo della Lega. I 'fedeli', coloro i quali confermano il voto ai 5 Stelle, sono una minoranza (in genere si aggira intorno a un terzo, o poco piu', del bacino elettorale accumulato nel 2018).
Dall'analisi condotta, emerge che la Lega subisce in alcuni casi perdite di un certo rilievo verso l'astensione: non e' una novita', viene sottolineato, anche nelle elezioni regionali degli scorsi mesi, pur vincendo e ampliando i propri consensi, subiva contemporaneamente perdite non trascurabili per questo motivo. In genere, in Italia, il grado di 'mobilita'' dell'elettorato di centrodestra nelle elezioni di second'ordine e' piu' basso di quello dell'elettorato di centrosinistra. Per il resto, sono poche le perdite della Lega (qualcosa verso il M5s in alcuni collegi, qualcosa verso il Pd).
Mentre per quanto riguarda Forza Italia, oltre alle 'ingenti' perdite verso l'astensione, si registrano anche significative fuoriuscite a favore della Lega (a parte il caso eclatante di Torino - 52% - si puo' dire che queste perdite si aggirino intorno al 15%, pur con molta variabilita'). L'Istituto Cattaneo pero' mette in evidenza che lo 'stato di salute' di un partito e' determinato non solo dai flussi in uscita (che indicano la capacita' di 'difesa' dei partiti dagli attacchi degli avversari o, al contrario, la loro vulnerabilita'), ma anche dai flussi in entrata che indicano la capacita' di penetrare in altri bacini di voti e conquistare nuove quote di elettori. In questo caso, e' quanto emerge dalla ricerca, si pone uguale a 100 il bacino attuale di un partito e lo si suddivide in quote a seconda delle scelte compiute nella precedente elezione considerata: l'analisi si sofferma in particolare su Lega e Pd, e mostra che i due partiti sono in una condizione molto diversa. Da un lato, c'e' la notevole capacita' di penetrazione della Lega, il cui bacino attuale e' composto non solo da chi aveva gia' optato per il partito di Salvini nel 2018 ma anche da grossi flussi di nuovi elettori provenienti da M5s e da FI. Soprattutto al Sud il bacino attuale della Lega ha tratto da M5s una notevole linfa. Per il Pd la situazione e' diversa. Lo studio mostra il sostanziale isolamento del Partito democratico: il suo attuale elettorato e' composto nella quasi totalita' da elettori consolidati (ossia da chi gia' lo aveva votato nel 2018). L'unica novita' e' costituita dall'apporto di 'Liberi e uguali'. Per il resto, la capacita' di penetrazione in altri bacini elettorali e' quasi nulla, secondo l'indagine effettuata: il Pd non attrae nuovi elettori. In particolare, a parte pochi dei collegi considerati, non si registrano significative (ri)conquiste di elettori 5 Stelle. Quindi, se i flussi in uscita hanno mostrato che il Pd e' ancora 'vivo' e ha una sua posizione consolidata nel sistema politico, i flussi in entrata dicono che 'non e' ancora tornato ad essere competitivo' e non lo sara', sostengono all'Istituto Cattaneo, finche' non riuscira' a riconquistare i voti che oggi sono del Movimento 5 stelle
Leggi Tutto »Studio Cgia, l’Inps e l’Inail pagano le imprese in ritardo
L'Inps e l'Inail pagano le imprese in ritardo e lo fa anche meta' dei ministeri. E' quanto sostiene l'Ufficio studi della Cgia che ha estrapolato i dati relativi agli Indicatori di Tempestivita' dei Pagamenti (Itp) e l'ammontare dei debiti commerciali delle principali Amministrazioni pubbliche presenti in Italia. Lo studio mette in evidenza i ritardatari ed anche qualche esempio virtuoso, come quello dell'Anac, l'Autorita' anticorruzione, che nel 2018 ha pagato i suoi debiti con un anticipo medio di 13 giorni. In dettaglio nel 2018 l'Inps ha registrato un Itp pari a +10,13, saldando quindi i conti con i fornitori con piu' di 10 giorni medi di ritardo rispetto alle disposizioni previste dalla legge. L'istituto al 31 dicembre 2018, aveva un debito commerciale complessivo nei confronti dei fornitori di 157,2 milioni di euro. Per quanto riguarda l'Inail l'Itp riferito al IV trimestre 2018 e' stato pari a +54,45: in pratica l'istituto in questo trimestre ha saldato i propri fornitori con quasi 2 mesi di ritardo. Quasi la meta' dei ministeri, dice poi lo studio, ha un valore medio dell' Itp 'clamorosamente elevato'.
Il ministero della Difesa, ad esempio, registra la situazione piu' critica. L'anno scorso ha liquidato i fornitori con 67 giorni di ritardo e ha maturato a fine anno ben 313,2 milioni di euro di debiti. Anche il Ministero dell'Interno non brilla per puntualita': nel 2018 ha saldato le fatture dopo 60,9 giorni dalla scadenza e, come nel caso dell'Inail, non ha ancora aggiornato il sito sull'ammontare complessivo dei debiti registrati negli ultimi 3 anni. Il Ministro delle Politiche agricole ha saldato le fatture con poco piu' di un mese di ritardo (Itp 2018 medio pari a +32,82), creando un debito complessivo di quasi 55,6 milioni di euro. Sebbene non abbiano mai postato sul sito l'ammontare dei debiti accumulati, i piu' celeri a pagare sono stati il Ministero dell'Istruzione (Itp pari a -7,74), il Ministero degli Esteri (-19,70) e il Ministero della Giustizia (-27,38). In tutti questi tre casi i pagamenti sono avvenuti prima della scadenza prevista per legge. Tra le Regioni, infine, la palma della peggiore pagatrice d'Italia spetta alla Sicilia. Con un Itp di +29,76 giorni, al 31 dicembre dell'anno scorso aveva maturato quasi 212 milioni di euro di insoluti. Il Piemonte, invece, con 26 giorni medi di ritardo aveva 6,3 milioni di debiti, mentre l'Abruzzo ha saldato i fornitori dopo 22,7 giorni, 'raccogliendo' uno stock di mancati pagamenti pari a 216 milioni di euro. La situazione piu' virtuosa, invece, si e' verificata in Lombardia. Al Pirellone, infatti, l'Itp medio del 2018 e' stato pari a -12,62 e al 31 dicembre non si registrava alcun debito nei confronti delle imprese fornitrici
Leggi Tutto »Osservatorio sul precariato, incremento dei contratti a tempo indeterminato
Mercato immobiliare in crescita del 6,5% nel 2018
Nel 2018 il mercato immobiliare ha registrato il quinto anno di crescita consecutivo a livello residenziale, con un totale di transazioni di quasi 580.000. Si tratta del dato più alto dal 2010 ad oggi, grazie al quale è stato generato un fatturato di oltre 94 miliardi di euro. A tracciare il quadro della situazione è il rapporto immobiliare residenziale realizzato dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate in collaborazione con l'Abi. Tra le grandi città i maggiori rialzi si sono registrati a Bologna, Palermo e Napoli.
Nel 2018, spiegano in dettaglio Abi e Agenzia delle entrate, il mercato residenziale ha registrato 578.647 transazioni. L'incremento delle compravendite è stato più elevato nel Nord Est (+10,2%); seguono le Isole (+7,7%), il Centro (+6,4%), il Nord Ovest (+5,6%) e il Sud (+3,8%). In lieve calo le compravendite di abitazioni in nuda proprietà (-0,4%), soprattutto al Sud, dove il calo è stato più marcato (-6,6%). La stima complessiva del fatturato 2018 è pari a 94,3 miliardi di euro, 53 dei quali (oltre il 56%) riferiti al Nord. La superficie media dell'abitazione acquistata nel 2018 è circa 106 metri quadri. L'Emilia Romagna è la regione con il maggior incremento del numero di compravendite di abitazioni, con quasi 52 mila scambi e una crescita dell'11,3%. Seguono le Marche (+10,2%) e il Veneto (+10%). L'unica a mostrare il segno meno è la Basilicata, che perde il 5,9%. Tra le grandi città, invece, spicca Bologna (+10,5%), seguita da Palermo (+7,7%), Napoli (+5,9%) e Torino (+4,3%). Bene anche Roma (+3%), Milano (+3,4%), Genova (+3,6%) e Firenze (+3,9%). Per quanto riguarda gli affitti, lo scorso anno il numero di abitazioni locate è stato pari a 1.377.364, lo 0,3% in più rispetto allo scorso anno. Il canone annuo medio pagato per la casa è stato nel 2018 pari a circa 67 euro a metro quadro. Si conferma nel 2018 un canone medio annuo più elevato nei contratti di locazione agevolati per studenti (76,4 euro a metro quadro), quello più basso nei contratti ordinari di lungo periodo (65,2 euro a metro quadro).
Leggi Tutto »Coldiretti, da cibi stranieri in Italia 1 allarme al giorno
I cibi stranieri importati in Italia hanno provocato quasi un allarme alimentare al giorno. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf) in occasione delle elezioni europee che rappresentano una occasione per porre il tema della sicurezza alimentare e della trasparenza dell'informazione ai consumatori in cima all'agenda politica. Sul totale dei 398 allarmi che si sono verificati in Italia nel 2018 – sottolinea la Coldiretti – solo 70 (17%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, 194 provenivano da altri Paesi dell'Unione europea (49%) e 134 da Paesi extracomunitari (34%).
In altre parole – precisa la Coldiretti– oltre quattro prodotti su cinque pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall'estero (83%), dalle nocciole turche al pollo dal Brasile fino alle arachidi dall'Egitto. Dal rapporto sono evidenti le maggiori garanzie di sicurezza dei prodotti nazionali mentre – evidenzia Coldiretti – preoccupazioni vengono soprattutto dalle importazioni. Il motivo è spiegato dalla storica relazione della Corte dei Conti Europea del 15 gennaio scorso sui "pericoli chimici negli alimenti che consumiamo", in cui si parla di tolleranze all'importazione e si chiede alla Commissione Europea di spiegare "quali misure intende adottare" per mantenere lo stesso livello di garanzia per gli alimenti importati rispetto a quelli prodotti nella Ue. Infatti il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari è stato pari al 4,7% rispetto alla media Ue dell'1,2% e ad appena lo 0,4% dell'Italia secondo le elaborazioni Coldiretti sulle analisi relative alla presenza di pesticidi rilevati sugli alimenti venduti in Europa effettuata dall'Efsa. In altre parole – precisa la Coldiretti – i prodotti extracomunitari sono 4 volte più pericolosi di quelli comunitari e 12 volte di quelli Made in Italy.
Leggi Tutto »Google rompe con Huawei per gli aggiornamenti Android
Google rompe con Huawei e sospende tutte le attività portate avanti con il colosso cinese, ad eccezione di transazioni hardware e software coperte da licenze open source. Un effetto, questo, dell'inserimento di Huawei nella black list dell'amministrazione Trump. A riferirlo sono notizie di stampa che citano fonti vicine al dossier. "Ci stiamo adeguando all'ordine e stiamo rivedendo le implicazioni", ha riferito Google.
Google ha tagliato fuori Huawei da alcuni aggiornamenti del sistema operativo Android. I nuovi smartphone Huawei perderanno anche l'accesso ai servizi più diffusi, tra cui Google Play Store e le app Gmail e YouTube. Tuttavia, Huawei può ancora utilizzare la versione del sistema operativo Android disponibile attraverso una licenza open source. La scorsa settimana, l'amministrazione Trump ha aggiunto Huawei alla sua "entity list' bloccando la vendita o il trasferimento della tecnologia americana senza licenza. Gli smartphone Huawei sono già alimentati da processori di proprietà.
"Ci stiamo conformando all'ordine e stiamo valutando le ripercussioni. Per gli utenti dei nostri servizi, Google Play e le protezioni di sicurezza di Google Play Protect continueranno a funzionare sui dispositivi Huawei esistenti". Lo afferma un portavoce di Google. Le parole della compagnia californiana rassicurano i possessori di smartphone e tablet Huawei, assicurando l'accesso al negozio di app e alla protezione da minacce informatiche
Rassicurazioni via Twitter per i clienti che hanno smartphone e tablet Huawei. "Per le domande degli utenti Huawei in merito ai nostri passaggi per conformarsi alle recenti azioni del governo degli Stati Uniti: ti assicuriamo che, mentre rispettiamo tutti i requisiti del governo USA, servizi come Google Play e sicurezza di Google Play Protect continueranno a funzionare sul tuo dispositivo Huawei esistente"
Dopo Google, anche le principali aziende Usa produttrici di chip e microchip - da Intel a Qualcomm, da Xilinx a Broadcom - hanno bloccato le forniture a Huawei, adeguandosi alle indicazioni dell'amministrazione Trump. Lo riferisce l'agenzia Bloomberg. Le societa', si legge, hanno gia' informato i propri dipendenti che le forniture destinate al colosso tecnologico cinese saranno congelate. Questa mossa di fatto paralizza uno dei maggiori fornitori mondiali di dispositivi di rete e di smartphone
Leggi Tutto »Bollo auto, Uecoop: stangata record per 6,7 miliardi
Una stangata sul bollo auto per famiglie e imprese con una spesa record arrivata a 6,7 miliardi di euro con un balzo del +17,7% in cinque anni. È quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop su dati Istat in relazione alla sentenza della Corte costituzionale che ha stabilito che le Regioni sono libere di introdurre esenzioni fiscali sul bollo auto con l’obbligo però di non aumentare la pressione fiscale oltre i limiti fissati dal legislatore statale. Fra il 2013 e il 2017 – spiega Uecoop in una nota – le tasse pagate dagli italiani per la macchina sono aumentate al ritmo medio di oltre 200 milioni di euro all’anno. Il costo del trasporto privato - sottolinea Uecoop – è poi appesantito dal costo dei carburanti con l’Italia che è fra paesi al mondo dove la benzina è più cara. Il bollo auto si somma così alla spesa carburanti – conclude Uecoop - con pesanti ripercussioni sia sui bilanci delle famiglie e delle imprese
Leggi Tutto »Turismo outdoor, in Italia vale 44 milioni di presenze
Trekking e sport all'aria aperta, forest bathing, alto lusso in luoghi "nature" e viaggi in solitaria nel verde (amati specialmente dagli stranieri) sono solo alcuni degli elementi di attrazione che nel 2018 in Italia nel periodo marzo/ottobre - secondo i calcoli dell'Osservatorio italiano del turismo outdoor di Jfc - ha portato a 13 milioni 609 mila, superando di circa 750 mila arrivi quelli previsti a inizio anno per il turismo outdoor. Ancora piu' rilevante il dato consuntivo delle presenze, che ha raggiunto quota 41 milioni 201 mila (segnando una differenza positiva, rispetto alle previsioni, di oltre 1 milione 800 mila presenze). Nel 2019 si prevede un incremento del +4,1% degli arrivi e del +8,1% delle presenze, raggiungendo quindi rispettivamente i 14 milioni 174 mila e i 44 milioni 559 mila. Nell'anno in corso si prevede un aumento legato soprattutto agli under 30 e agli over 60, anche se l'eta' media rimane comunque immutata a 44 anni e 3 mesi. "Quando si parla di "turismo outdoor" sempre piu' spesso il tema delle discipline sportive - dice Massimo Feruzzi, responsabile di Jfc - si integra con un sistema di servizi che devono essere non solo presenti sul territorio, ma anche altamente connessi con l'esperienza stessa dell'outdoor. In sostanza, un piccolo gruppo di amici che decide di trascorrere insieme alcuni giorni in bicicletta ripercorrendo le strade di Pantani vuole anche dormire in un agriturismo sulle colline romagnole e cenare in una trattoria tipica dell'entroterra. Per quanto riguarda le discipline sportive, nel 2019 si manifesta un dualismo sempre piu' accentuato tra le opzioni slow e quelle adrenaliniche". Su base regionale le regioni italiane leader in questo specifico segmento di mercato sono il Trentino Alto Adige e, a seguire, la Sardegna e l'Emilia Romagna, ma il dato piu' interessante e' certamente quello riferito agli andamenti rispetto allo scorso anno. Si segnala infatti che le regioni che otterranno i maggiori indici di crescita nel 2019 saranno il Piemonte (+9,8%) e l'Abruzzo (+9,7%), seguiti dalla Campania (+7,8%) e dal Friuli Venezia Giulia (+6,1%). I "turisti outdoor" italiani possono essere divisi in sette diverse categorie, differenziate in base al loro approccio all'attivita' sportiva outdoor: - l'adrenaline seeker: il ricercatore di esperienze adrenaliniche, anche differenziate, fortemente individualista; - lo sportivo d'azione: alla ricerca di un rapporto diretto con la natura, solo all'aperto, massima prestazione, impegno totale; - il naturista/centralista: alla ricerca dell'esperienza, coinvolto in maniera immersiva, focalizzato su una disciplina; - l'atleta urbano: in fuga dallo stress, allenato ed atletico, alla ricerca di sfide competitive; - l'eterno ricercatore: alla continua ricerca di aspirazione sportiva, amante dell'avventura, con scarsa continuita' e coinvolgimento; - lo slower: sportivo a bassa intensita', emotivamente guidato, alla ricerca di un godimento/benessere personale; - l'adiacente aggregato: interessato alla disciplina come momento aggregante ma con un basso indice di coinvolgimento.
Leggi Tutto »Coldiretti, record per le esportazioni agroalimentari Made in Italy
E' record per le esportazioni agroalimentari Made in Italy nel 2019 che fanno segnare un aumento tendenziale del 3,7% e contribuiscono a salvare la bilancia commerciale dell'Italia. E' quanto emerge da una analisi Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero a marzo dai quali si evidenzia che le esportazioni complessive sono completamente ferme rispetto allo stesso mese dello scorso anno. "Un risultato in controtendenza che e' ancora piu' evidente - continua Coldiretti - nel caso degli Stati Uniti, dove la crescita annua e' stata del 6,7% a fronte di un calo generale dell'11,1% e del clima di incertezza legato ai dazi decisi dal presidente Trump contro una serie di prodotti europei. Ma il cibo Made in Italy cresce anche in Cina (+4,5%), altra protagonista della guerra commerciale in atto, a fronte pure qui di una diminuzione generale del 3,1%". I principali paesi di destinazione dei prodotti italiani - conclude la Coldiretti - sono la Germania (6,9 miliardi di euro, +25,6% dal 2008), la Francia (4,7 miliardi di euro, +44,4%), gli Stati Uniti (4,1 miliardi di euro, +73,9%), il Regno Unito (3,4 miliardi di euro, +30,2%), la Spagna (1,6 miliardi di euro, +32,7%), la Svizzera (1,5 miliardi di euro, +28,1%).
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