Politica

Marco Rapino (Pd Abruzzo) su questione giunta Pescara

“Il Sindaco Alessandrini, in questa ultima vicenda relativa alla ricomposizione della Giunta, si è fatto carico di una richiesta che proveniva direttamente dal Partito Democratico e dal suo gruppo consiliare: ricucire con i componenti della lista Teodoro. Il Pd Abruzzo riafferma con forza la stima per il lavoro svolto dal Sindaco e lo invita ad andare avanti nel percorso stabilito.” – afferma il Segretario dem Marco Rapino.

“Dopo quasi un anno di incomprensioni era arrivato il momento di risolvere il problema con quella lista e rilanciare questa alleanza per rendere più efficace il lavoro in Giunta e in Consiglio che presto dovranno esaminare importanti provvedimenti per il futuro della città” – aggiunge Rapino. “Non meno rilevante è la nostra volontà di rendere nuovamente vincente la coalizione di Centrosinistra nelle prossime elezioni comunali, regionali e politiche. Come già detto da Donato di Matteo nel corso della conferenza stampa di questa mattina il Presidente D’Alfonso non ha influito in questa vicenda ma, semplicemente, ha aiutato e continua ad aiutare al fine di ricomporre questo strappo. Il ruolo di Luciano D’Alfonso è quello che deve essere riconosciuto ad ogni amministratore di ogni livello: trovare soluzioni per la propria terra.”

Continua il Segretario: “Il Partito Democratico non deve in alcun modo risolvere i propri problemi interni attraverso la strumentalizzazione di fatti che risultano incomprensibili per i cittadini. La Regione oggi ha un Presidente che, per la prima volta, è riuscito a renderla protagonista sia attraverso un lavoro continuo e costante, sia attraverso una capacità e volontà straordinarie di risolvere i problemi; e di problemi storici la nostra Regione ne aveva e ha tanti, così come tante sono state le emergenze a cui la nostra popolazione è stata sottoposta negli ultimi due anni. L'attenzione per la gestione della cosa pubblica deve guardare al futuro e non fare nuovi debiti per le prossime generazioni. L'Abruzzo gode, oggi, di tanta credibilità sia a Roma che a Bruxelles e il motivo di tutto ciò sta nel fatto che questa Giunta Regionale ha saputo trovare la strada giusta per rispondere alle problematiche di tutto l’Abruzzo, trovando interlocutori che, nel passato, non ci hanno mai dato ascolto. Anche per tutte queste ragioni le dichiarazioni rilasciate dall'Assessore Di Matteo sono inaccettabili. Essere parte di una comunità politica non vuol dire coltivare nemici e alimentare climi di guerra. Lo invitiamo a riflettere sulle sue parole e a fare le dovute considerazioni. Come Partito Democratico non abbiamo il compito di tessere lodi e fare gli avvocati di difesa, ma di promuovere le ragioni del confronto e del coinvolgimento per offrire una proposta di governo sempre più efficace. Anche per questa ragione, come ben sa lo stesso Assessore Di Matteo, è nostra intenzione aprire un confronto serrato sull’agenda programmatica della Giunta, in particolare per definire il profilo e la linea che vogliamo seguire nei prossimi ventiquattro mesi di governo. A questo e per questo – conclude il Segretario - tutte le componenti del Pd sono invitate a partecipare e contribuire con idee e progetti sostenibili. Abbiamo bisogno di una battaglia di idee e di proposte, non di scenari che echeggino un’atmosfera da Cavalleria rusticana”.

 

 

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Rapino: inaccettabili le dichiarazioni dell’assessore Di Matteo 

"Il sindaco Alessandrini, in questa ultima vicenda relativa alla ricomposizione della Giunta comunale di Pescara, si e' fatto carico di una richiesta che proveniva direttamente dal Partito Democratico e dal suo gruppo consiliare: ricucire con i componenti della lista Teodoro. Il Pd Abruzzo riafferma con forza la stima per il lavoro svolto dal sindaco e lo invita ad andare avanti nel percorso stabilito" afferma in una nota il segretario dem Marco Rapino. "Dopo quasi un anno di incomprensioni era arrivato il momento di risolvere il problema con quella lista e rilanciare questa alleanza per rendere piu' efficace il lavoro in Giunta e in Consiglio che presto dovranno esaminare importanti provvedimenti per il futuro della citta' - aggiunge Rapino - Non meno rilevante e' la nostra volonta' di rendere nuovamente vincente la coalizione di Centrosinistra nelle prossime elezioni comunali, regionali e politiche". "Come gia' detto da Donato di Matteo nel corso della conferenza stampa di questa mattina - prosegue la nota del segretario regionale del Pd Abruzzo - il presidente D'Alfonso non ha influito in questa vicenda ma, semplicemente, ha aiutato e continua ad aiutare al fine di ricomporre questo strappo. Il ruolo di Luciano D'Alfonso e' quello che deve essere riconosciuto ad ogni amministratore di ogni livello: trovare soluzioni per la propria terra".

"Il Partito Democratico non deve in alcun modo risolvere i propri problemi interni attraverso la strumentalizzazione di fatti che risultano incomprensibili per i cittadini - continua Rapino - La Regione oggi ha un presidente che, per la prima volta, e' riuscito a renderla protagonista sia attraverso un lavoro continuo e costante sia attraverso una capacita' e volonta' straordinarie di risolvere i problemi; e di problemi storici la nostra Regione ne aveva e ha tanti, cosi' come tante sono state le emergenze a cui la nostra popolazione e' stata sottoposta negli ultimi due anni. L'attenzione per la gestione della cosa pubblica deve guardare al futuro e non fare nuovi debiti per le prossime generazioni. L'Abruzzo gode, oggi, di tanta credibilita' sia a Roma che a Bruxelles e il motivo di tutto cio' sta nel fatto che questa Giunta regionale ha saputo trovare la strada giusta per rispondere alle problematiche di tutto l'Abruzzo, trovando interlocutori che, nel passato, non ci hanno mai dato ascolto. Anche per tutte queste ragioni le dichiarazioni rilasciate dall'assessore Di Matteo sono inaccettabili. Essere parte di una comunita' politica non vuol dire coltivare nemici e alimentare climi di guerra. Lo invitiamo a riflettere sulle sue parole e a fare le dovute considerazioni. Come Partito Democratico non abbiamo il compito di tessere lodi e fare gli avvocati di difesa, ma di promuovere le ragioni del confronto e del coinvolgimento per offrire una proposta di governo sempre piu' efficace. Anche per questa ragione, come ben sa lo stesso assessore Di Matteo, e' nostra intenzione aprire un confronto serrato sull'agenda programmatica della Giunta, in particolare per definire il profilo e la linea che vogliamo seguire nei prossimi ventiquattro mesi di governo. A questo e per questo - conclude il segretario Pd - tutte le componenti del Pd sono invitate a partecipare e contribuire con idee e progetti sostenibili. Abbiamo bisogno di una battaglia di idee e di proposte, non di scenari che echeggino un'atmosfera da Cavalleria rusticana". 

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Di Matteo: non condivido il 90 per cento dei provvedimenti ma resto

"Sono tre anni che sono in sofferenza e il 90% dei provvedimenti non li condivido". Cosi' si e' espresso, a proposito della situazione nella Giunta regionale d'Abruzzo, l'assessore regionale Donato Di Matteo, nella conferenza stampa tenuta a Pescara il giorno dopo l'estromissione del suo fedelissimo Giuliano Diodati dalla Giunta comunale. Parlando della Regione prosegue: "In realta' sapevo che sarebbe finita con l'uomo solo al comando, che adesso si lamenta di non avere nessuno attorno e che finora con il suo cerchio magico ha prodotto solo provvedimenti contrari agli interessi dei cittadini. Io pero' non mi dimetto, perche' io analizzo il mio avversario guardandolo negli occhi e per andare via devo essere cacciato".

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Pescara, l’ex assessore Giuliano Diodati si sfoga su facebook

"Il mio percorso in Comune si è concluso oggi nel peggiore dei modi. L’epilogo al termine dell'ennesimo incontro con il sindaco Alessandrini e con un partito malato di una schizofrenia ormai sotto gli occhi di tutti". Inizia così lo sfogo postato su facebook da parte dell'ex assessore Giuliano Diodati. 

"In questi anni, dopo essere stato eletto dal popolo ho cercato di amministrare con serietà, dedizione, passione per Pescara, ascoltando tutti i cittadini senza mai risparmiarmi. Credo di aver dimostrato capacità di governo con obiettivi chiari, azioni mirate e numeri per spiegare concretamente i risultati ottenuti. Un politico deve rendere conto dei risultati delle sue azioni.Noi stiamo assistendo ad un esempio di abdicazione della politica, in cui si sta confondendo il ruolo del tecnico con quello di politico" si legge ancora. 

"L'organo collegiale di governo cioè la giunta, secondo la logica e il principio di democrazia, deve essere formata con persone elette dal popolo. Ma per il Pd non conta essere stati eletti, né contano serietà lavoro e concretezza di risultati, a questo partito non interessa la parola democrazia, cioè governo voluto dal popolo, la più alta forma di libertà che gli elettori possono esprimere attraverso la loro scelta che dovrebbe restare sovrana. Questo è un partito in forte contraddizione, che sta guidando una grossa macchina con migliaia di passeggeri che oggi più che mai hanno assoluta necessità di sentire che il volante è saldamente nelle mani di qualcuno che sa quello che fa. Questa città è purtroppo nelle mani di un sindaco e di una classe dirigente che ben poco riconosce al popolo e che brancola nel buio. La stessa dirigenza che mi ha buttato fuori indegnamente, dando uno schiaffo a tutti coloro che in questi due anni e mezzo hanno condiviso e avviato insieme a me progetti utili alla città. In questo momento si alternano sentimenti di amarezza e rabbia; dopo i giorni dell'illusione e delle polemiche speravo di poter proseguire il mio lavoro. Lavoro oggi interrotto bruscamente contro gli interessi di Pescara. Questa decisione avrà sicuramente delle conseguenze e non lascerà indifferenti coloro che con me hanno cercato di portare avanti gli ideali di democrazia e di rispetto dei cittadini. Grazie a tutti coloro che mi hanno affiancato e a chi mi ha manifestato vicinanza e stima" conclude Diodati.

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Rimpasto a Pescara, salta Diodati e resta Civitarese 

Nuovo clamoroso dietrofront della Giunta Alessandrini per il rimpasto di Giunta. Quando sembrava che a lasciare la carica di assessori dovessero essere, oltre a Laura Di Pietro (al suo posto Simona Di Carlo) e Stefano Matteucci Civitarese, per far posto a Gianni Teodoro, e' arrivato il passo indietro, con la decisione di sacrificare Giuliano Diodati, in possesso di deleghe pesanti come quella del Bilancio, e difeso a spada tratta dalla parlamentare Vittoria D'Incecco e dall'assessore regionale Donato Di Matteo. Duro e amaro il saluto di Diodati affidato la notte scorsa alla sua pagina Facebook: "Il mio percorso in Comune si e' concluso oggi nel peggiore dei modi. L'epilogo al termine dell'ennesimo incontro con il sindaco Alessandrini e con un partito malato di una schizofrenia ormai sotto gli occhi di tutti. In questi anni, dopo essere stato eletto dal popolo ho cercato di amministrare con serieta', dedizione, passione per Pescara, ascoltando tutti i cittadini senza mai risparmiarmi". "Credo - prosegue - di aver dimostrato capacita' di governo con obiettivi chiari, azioni mirate e numeri per spiegare concretamente i risultati ottenuti. Un politico deve rendere conto dei risultati delle sue azioni. Noi stiamo assistendo ad un esempio di abdicazione della politica, in cui si sta confondendo il ruolo del tecnico con quello di politico. L'organo collegiale di governo cioe' la giunta, secondo la logica e il principio di democrazia, deve essere formata con persone elette dal popolo. Ma per il Pd non conta essere stati eletti, ne' contano serieta' lavoro e concretezza di risultati, a questo partito non interessa la parola democrazia, cioe' governo voluto dal popolo, la piu' alta forma di liberta' che gli elettori possono esprimere attraverso la loro scelta che dovrebbe restare sovrana". "Questo - sottolinea - e' un partito in forte contraddizione, che sta guidando una grossa macchina con migliaia di passeggeri che oggi piu' che mai hanno assoluta necessita' di sentire che il volante e' saldamente nelle mani di qualcuno che sa quello che fa. Questa citta' e' purtroppo nelle mani di un sindaco e di una classe dirigente che ben poco riconosce al popolo e che brancola nel buio. La stessa dirigenza che mi ha buttato fuori indegnamente, dando uno schiaffo a tutti coloro che in questi due anni e mezzo hanno condiviso e avviato insieme a me progetti utili alla citta'. In questo momento si alternano sentimenti di amarezza e rabbia; dopo i giorni dell'illusione e delle polemiche speravo di poter proseguire il mio lavoro. Lavoro oggi interrotto bruscamente contro gli interessi di Pescara. Questa decisione avra' sicuramente delle conseguenze e non lascera' indifferenti coloro che con me hanno cercato di portare avanti gli ideali di democrazia e di rispetto dei cittadini. Grazie a tutti coloro che mi hanno affiancato e a chi mi ha manifestato vicinanza e stima". 

 "Attraverso questa nuova composizione della Giunta si ricompongono gli equilibri della coalizione che nel 2014 ci hanno portato alla guida della citta' e si salvaguardano gli indirizzi introdotti con l'ingresso nell'esecutivo dell'assessore Stefano Civitarese Matteucci, che determineranno l'approdo in settembre del robusto pacchetto sull'urbanistica in Consiglio Comunale". E' quanto afferma il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, in una nota diffusa in serata con la quale comunica l'ingresso in Giunta di Gianni Teodoro (Sicurezza e Politiche della casa) e Simona Di Carlo (Politiche ambientali e Servizi di cittadinanza); escono Laura Di Pietro e Giuliano Diodati. "Sono state scelte molto dolorose quelle intraprese, perche' hanno comportato la richiesta di un sacrificio a uno di noi che ha ben lavorato sempre e con il massimo impegno, seguendo progetti e attivita' per il bene della comunita' cittadina. Ma come sindaco ho la necessita' di mettere davanti a tutto e tutti il bene della citta' perche', come detto, cio' che e' iniziato deve ora proseguire per portare risposte in campi che aspettano da troppo tempo soluzioni che sono state ripetutamente promesse e non sono mai arrivate e mai si sono tradotte in pratica. Di certo, smaltita la comprensibile amarezza, continueremo comunque a lavorare per coinvolgerlo sugli impegni strategici che dobbiamo portare avanti". "Colgo qui l'occasione - prosegue - anche per ringraziare di cuore l'assessore Laura Di Pietro per l'impegno profuso in questi mesi, ha lavorato con serieta', energia e tenacia e mi auguro che queste doti possano in futuro tornare di nuovo a disposizione e al servizio della comunita'. Buon lavoro ai nuovi assessori e alla Giunta che dovra' portare avanti il cammino svolto sin qui e per il bene della comunita', che e' e resta il nostro principale riferimento". L'assessore uscente Diodati terra' domani una conferenza stampa nella sede del Consiglio regionale d'Abruzzo a Pescara a proposito della sua estromissione dalla Giunta. 

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In Abruzzo 150 milioni di danni fra terremoto e nevicate

"L'Abruzzo ha ha perso circa 150mila capi tra ovini, suini, bovini e polli e subito danni che ammontano, solo nel comparto agricolo, a circa 150 milioni di euro a seguito degli eventi sismici e delle nevicate eccezionali di gennaio". Lo ha detto l'assessore alle Politiche agricole, della Regione Abruzzo Dino Pepe nel fare un bilancio sulla situazione post eventi. "La Regione si è attivata subito per aiutare le aziende agricole rimaste isolate a causa della neve o distrutte dal terremoto attraverso iniziative specifiche come l'allestimento di strutture mobili (stalle e magazzini) e anche attraverso l'erogazione di un contributo straordinario agli allevatori pari a 400 euro a bovino, 60 a ovino e 20 a suino. Rispetto al terremoto del 2009, - ha proseguito Pepe - l'Abruzzo ha, quindi, ottenuto molto di più se si considera che, all'epoca, il contributo erogato fu soltanto di 14 milioni di euro. Ma il nostro compito non si è certo esaurito con la consegna delle stalle mobili agli allevatori o con lo stanziamento dei fondi. La priorità è, infatti, - ha concluso - quella di sostenere chi continua a produrre nelle zone montane o disagiate che sono a forte rischio di spopolamento. Zone che, senza questa economia, sarebbero condannate a morire". 

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Terremoto, in Abruzzo superati i 5mila sfollati 

In Abruzzo i segni del terremoto si sono concentrati soprattutto in provincia di Teramo dove in un anno sono stati superati i cinquemila sfollati, con 4.681 persone costrette ad abbandonare le proprie case solo nel comune capoluogo. A fotografare i dati dei danni di quella sequenza di scosse senza fine, iniziata il 24 agosto di un anno fa e poi proseguita con le due scosse del 26 e 30 ottobre, quest'ultima di 6.5, e con quelle del 18 gennaio, tutte sopra i 5, tra Lazio e Abruzzo, seguite dalla slavina che ha investito l'Hotel Rigopiano con 29 morti, e' il report del Cor Abruzzo aggiornato al 27 luglio 2017. Dati che parlano di ben 9.421 sopralluoghi al 17 luglio 2017 effettuati con schede Aedes (agibilita' e danni nell'emergenza sismica), di cui 6.935 hanno interessato la sola provincia di Teramo e 2065 la provincia dell'Aquila. Sopralluoghi che hanno portato a dichiarazioni di non agibilita', a diversi livelli, per 4.275 edifici (di cui il 48% relative ad edifici privati). Oltre 200 gli edifici pubblici non agibili, 197 le scuole. Anche in questo caso a fare la parte del leone e' il teramano, con 150 scuole con diverse inagibilita' di cui 26 con esito E o E/F. Danni ingenti anche per gli edifici di culto, con 367 unita' che hanno subito danni a vari livelli. Un patrimonio, quello pubblico e privato, che duramente colpito dal sisma del 24 agosto ha visto una crescita esponenziale dei danni dopo la scossa del 30 ottobre. A confermarlo anche i numeri relativi agli sfollati: se in Abruzzo le persone sfollate e assistite tra strutture alberghiere e autonoma sistemazione erano 411 al 1 ottobre 2016, il numero e' salito a 3.921 al 31/12, fino ad arrivare a 5.488 al 17 luglio 2017. Dati a cui andrebbero aggiunti quelli dei danni alle infrastrutture e alle attivita' agricole, e la paura per eventuali danni alla diga di Campotosto, sottoposta a diversi controlli ed anche parzialmente svuotata, in via precauzionale, dopo le scosse del 18 gennaio. 

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Cisl annuncia un fronte provinciale per difendere la sanità aquilana

Un "fronte provinciale, ma senza campanilismi" a difesa della sanita' aquilana, affrontando le preoccupanti criticita' come la carenza di personale, il debito del 2017 che e' gia' a 16 milioni di euro e la fuga dei primari. Questo l'auspicio emerso oggi nel corso degli "stati generali" convocati sul tema dal Comune capoluogo, in particolare dal vice sindaco con delega specifica Guido Liris, che e' anche medico ospedaliero, che ha incontrato i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e altre sigle. Non era prevista la presenza del direttore generale, Rinaldo Tordera, in sella da meno di un anno e mezzo dopo la nomina della giunta regionale di centrosinistra, con il quale ci sara' un momento successivo di confronto, ma al quale, comunque, alcuni sindacati non riservano valutazioni lusinghiere. Qualche sigla, da quanto si e' appreso, si scaglia sul manager e sulla Regione, qualche altra ricomprende nelle 'bocciature' solo l'amministrazione. 

"Si comincia a parlare seriamente dei problemi della Asl, e' stato un incontro interlocutorio, da cui sono venuti fuori spunti e proposte interessanti - spiega Gianfranco Giorgi, responsabile Cisl L'Aquila - Si sta creando un fronte provinciale a difesa della Asl, vediamo se riusciamo a mettere insieme tutti: la speranza c'e', e il successo dell'operazione passera' solo attraverso il Comitato ristretto dei sindaci". Sul debito, "si e' evidenziato il discorso dei 16 milioni accumulati in 6 mesi di quest'anno - continua Giorgi per il quale "e' sorprendente che sia emersa solo adesso questa cosa, quando fino a poco tempo fa questi debiti non c'erano. Si vuole vedere quali capitoli hanno prodotto un simile buco, anche il vice sindaco approfondira'". "Se ci sono tagli, e ci potrebbero essere, ci saranno per tutti. Della riduzione eventuale del budget per recuperare i 16 milioni risentirebbero tutti - avverte poi - potrebbero essere chiusi anche dei reparti. Non credo che la Regione voglia arrivare a tanto, ma non sarebbe facile".

Il problema maggiore, per il sindacalista, e' comunque quello del personale, argomento su cui nelle scorse settimane il dibattito e' stato serrato. "Ho sostenuto con forza che non ci sono esuberi, al contrario c'e' forte carenza e nessuno dev'essere toccato, precario o meno, a qualsiasi titolo stia oggi lavorando nella Asl - ribadisce - Ci sono 400 caselle vuote nella pianta organica che e' stata approvata dalla Regione Abruzzo, con buchi in tutti i profili, medici, infermieristici, tecnici e amministrativi". Quanto alle responsabilita', Giorgi coinvolge l'amministrazione regionale di centrosinistra "che non autorizza nuovi concorsi, ma la direzione generale avrebbe dovuto sostenere con forza le carenze e non l'ha fatto", aggiunge

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Comune di Pescara, Diodati al lavoro regolarmente

L'assessore al Bilancio e allo Sport del Comune di Pescara Giuliano Diodati, a margine del sopralluogo di questa mattina nella palestra comunale di S. Silvestro: "Sono come vedete regolarmente al lavoro anche perche' non avevo ricevuto mai nessuna comunicazione diversa e quindi proseguo anche oggi nella mia opera e mi sto gia' preoccupando dei prossimi atti amministrativi che dovranno essere presentati non solo in Giunta ma anche in Consiglio perche' avremo atti importanti per quanto riguarda soprattutto il Bilancio". Su quanto accaduto nelle ultime settimane Diodati ha poi aggiunto: "Questa operazione e' sicuramente necessaria visto che una lista (Lista Teodoro) che ha avuto un consenso elettorale importante abbia una rappresentanza nella amministrazione di questa citta', io sono stato chiamato in causa anche se fino ad oggi non sono riuscito a capire il motivo di tutto questo, e naturalmente ho reagito e insieme a me hanno reagito anche le persone che hanno con me rapporti di natura politica e personale e credo che tutto questo potrebbe aver dato i suoi effetti, ma aspettiamo ancora qualche giorno perche' mi risulta che il sindaco ormai stia nella fase conclusiva della composizione della Giunta". 

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Francavilla, polemiche sulla demolizione di Palazzo Sirena

Secondo giorno di lavori a Francavilla al Mare per la demolizione di Palazzo Sirena, nell'omonima piazza al centro della cittadina. Davanti al sindaco, Antonio Luciani, che assisteva ai lavori, non sono mancati momenti di tensione con alcuni cittadini che contestavano la demolizione. "Io escluderei tensione, ma parlerei di divertimento - dichiara il sindaco - nel sentire persone che arrivano con gli striscioni a dirmi che non sapevano di questo progetto che ho annunciato due anni fa e che e' stato votato in Consiglio Comunale a stragrande maggioranza. Nel momento dei lavori vedo folclore, ma non tensione, con i cittadini che stanno con me perche' vedono tornare Francavilla ad essere la perla dell'Adriatico". A poche decine di metri anche il Comitato "Risorgi Sirena" con la vice presidente Maria Cristina Luciani: "Ci sara' un motivo preciso per cui la demolizione e' iniziata ieri. Quello che ci preme sottolineare e' che questo Comitato ha lavorato duramente, ha prodotto documenti nelle sedi opportune; non ci fermeremo, anche se l'edificio non ci sara' piu'". Duro anche il consigliere comunale Stefano Di Renzo, sostenuto da alcune liste civiche di sinistra: "La demolizione e' un atto di barbarie che ricorda quello nazista del 1943 quando fu rasa al suolo la citta', e poi Palazzo Sirena che fu ricostruito nel 1947, diventando uno dei simboli della citta' e che rappresenta anche l'identita' della citta'. Noi non ci fermiamo e continueremo a lottare e vorremmo che anche la Soprintendenza si muovesse, anche se la demolizione e' in corso, per bloccarla". Al fianco del Comitato anche il parlamentare Gianni Melilla (Articolo 1) che presentera' un'interrogazione sulla demolizione del palazzo per valutare se ci siano state omissioni o abusi. Intanto il gruppo politico "Francavilla con Luciani sindaco", rappresentato dai consiglieri comunali Massimo Nunziato, Remo Di Palma, Valeria Spacca e dagli assessori Rocco Alibertini e Wiliams Marinelli, esprime appoggio incondizionato alla decisione del sindaco.

 "Il programma di Antonio Luciani prevedeva sin dall'inizio la riqualificazione della piazza con l'abbattimento della parte vecchia del palazzo Sirena, intenzione confermata in maniera chiara anche nelle Linee Programmatiche di Governo approvate a larghissima maggioranza in Consiglio comunale": e' quanto ricorda il gruppo politico "Francavilla con Luciani sindaco" che esprime "appoggio incondizionato alla decisione di demolire il palazzo. "La via intrapresa - si legge in una nota - portera' al nuovo volto del centro della marina una piazza, un centro di aggregazione da cui cittadini e ospiti trarranno beneficio ottenendo la restituzione di uno spazio aperto e aggregativo". "Quando si ha l'onore di essere eletti dai cittadini, si e' chiamati a fare, non a rimandare. L'opposizione, con l'atteggiamento portato avanti in questi giorni e nei mesi scorsi sull'argomento, ha sempre dimostrato di non voler entrare nel merito della decisione, ma di voler fermare il cambiamento, fermare il tempo, il progresso"

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