Primo Piano

L’Abruzzo intero si unisce nel ricordo della tragedia dell’hotel Rigopiano

Alle ore 16.49 in punto, orario in cui il 18 gennaio 2017 una enorme valanga travolse e distrusse l'hotel Rigopiano di Farindola provocando la morte di 29 persone, il suono delle trombe, seguito da un momento musicale, ha ricordato tra la commozione generale la tragedia durante la cerimonia per il terzo anniversario in corso al palazzetto dello sport di Penne, in quella che all'epoca fu la sede operativa dei soccorsi. Allo stesso orario e' stato scoperto un pannello gigante raffigurante i volti delle vittime.

Alla cerimonia, oltre ai parenti delle vittime e ad alcuni dei superstiti, stanno partecipando, tra gli altri, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il governatore dell'Abruzzo, Marco Marsilio, il prefetto di Pescara, Gerardina Basilicata, l'ex vicepresidente del Csm e consigliere regionale Giovanni Legnini, esponenti politici regionali e locali, rappresentanti delle forze dell'ordine, tra cui il questore di Pescara e i comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza.

"Oggi rappresento lo Stato che deve essere qui in silenzio a dire ai familiari che e' al loro fianco e che lo sara' per tutto questo percorso. Che chiedera' scusa ogni volta che ci sara' da chiedere scusa per non aver avuto la capacita' di difendere le vite e proteggere i loro familiari". Cosi' il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede nel suo intervento al Palazzetto dello Sport di Penne, dove ha partecipato alla commemorazione delle vittime di Rigopiano. "E' un dovere istituzionale e morale di dare una risposta di giustizia sapendo che quella giustizia e quella verita' non riportera' in vita i vostri fratelli, padri, madri e figli che sono morti tre anni fa", ha aggiunto. "Lo Stato ci sara'- ha detto ancora Bonafede-. Oggi raccolgo il ricordo, la memoria, il vostro dolore e i vostri sguardi ricordando a me stesso e a tutti quelli che lavorano nelle istituzioni che tutti i giorni dell'anno siamo chiamati a lavorare senza sosta a testa bassa, per scrivere leggi che possono impedire tragedie come quella di Rigopiano". Per Bonafede la risposta che lo Stato deve dare ai familiari e' "che i responsabili di quello che e' successo possano pagare. E' questa la mia promessa ed e' tutto quello che posso fare. Nessuna delle vostre lacrime e delle vostre parole rimarra' qui oggi".

L'Abruzzo intero si è stretto nel ricordo della tragedia del 18 gennaio 2017 quando l'hotel Rigopiano fu travolto da una valanga che provoco' la morte di 29 persone. In seguito alla rimozione delle macerie, per chi non conosce la zona, da cio' che oggi visibile e' difficile capire dove fosse collocato l'hotel. Resta il totem, l'insegna del resort, neppure sfiorato dalla valanga. Rimangono le fondamenta, alcuni locali e qualche parte di quello che un tempo fu uno degli alberghi piu' lussuosi d'Abruzzo. Impressiona, alzando lo sguardo, il canalone creato dalla valanga, dove sono ancora presenti e ben visibili detriti e resti di alberi divelti. Sul totem ci sono le foto di tutte le vittime, posizionate dopo la tragedia, quasi a rappresentare un simbolo indelebile della memoria

 

Nella foto l'immagine di tre anni fa dei resti dell'hotel

 

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Oscar Green, l’Abruzzo vince con le scarpe e i foulard allo zafferano e al montepulciano

C’è anche un giovane aquilano tra i vincitori nazionali dell’Oscar Green 2019, il concorso nazionale di Coldiretti Giovani Impresa che premia l’innovazione in agricoltura. I nomi dei 6 vincitori (uno per categoria) sono stati svelati questa mattina a Roma, a Palazzo Rospigliosi, in una affollatissima cerimonia con il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, la delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa Veronica Barbati, oltre ai dirigenti abruzzesi con il direttore regionale Giulio Federici.

Così, tra le storie di innovazione arrivate sul podio è stata premiata anche la bella idea di Gianluca Nappo, 30 anni, dell’Aquila, che ha ricevuto il riconoscimento nella categoria Fare Rete per un’idea realizzata con la collaborazione di alcuni produttori aquilani di zafferano. Con un obiettivo: riscattare, nel suo piccolo, la regione del terremoto riscoprendo “la terra” e le sue eccellenze. Si tratta di accessori quali scarpe, borse, foulard ma anche cravatte e papillon che Nappo tinge con lo zafferano e con il Montepulciano d’Abruzzo provenienti dalle campagne aquilane di San Pio delle Camere.

Il giovane, che ha inaugurato la sua attività 4 anni fa puntando sulla vendita on-line, è il simbolo del giovane imprenditore con lo sguardo rivolto ai bisogni sempre più crescenti di novità in linea con la sostenibilità ambientale che caratterizza la società che cambia. “La terra toglie, e gli abruzzesi lo sanno bene – ha detto Nappo ricordando il terremoto e dedicando la vittoria a tutti coloro che l’hanno vissuto - ma la terrà dà anche se ci rimbocchiamo le maniche e non perdiamo speranza nel futuro”. Da qui l’interessante incontro con l’agricoltura, per offrire un prodotto che richiama il senso profondo dell’appartenenza al territorio unendo tradizione e innovazione. Così mentre per tingere il tessuto il giovane utilizza la “polvere dorata” dello zafferano e il rinomato Montepulciano d’Abruzzo, per fissare i colori si affida ad un pretrattamento ottenuto da scarti della fermentazione vinicola.

“Un esempio di innovazione di prodotto con risvolti importanti sulla promozione e la conoscenza delle eccellenze territoriali – dice Giuseppe Scorrano, Delegato di Coldiretti Giovani Impresa Abruzzo – un progetto che arriva da un giovane e che mostra chiaramente le innumerevoli possibilità collegate ad un settore, quello agricolo, che oggi non è limitato alla semplice coltivazione del fondo e può dare risultati importanti  e duraturi anche in sinergia con altre realtà produttive”. Nel corso della presentazione dei finalisti dell’Oscar sono stati allestiti spazi per consentire di toccare con mano l’estro, i prodotti e le straordinarie storie di innovazione di cui sono protagonisti giovani creativi dei campi e che sono destinati a cambiare la vita quotidiana della gente.

 

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Finanziate altre 142 imprese con i bandi per microcredito

Nuove risorse subito disponibili per le imprese abruzzesi che hanno partecipato all’Avviso pubblico “Sostegno alle imprese” del Fondo Microcredito FSE – Nuove Misure 2018, e che pur risultando ammissibili, non erano state finanziate per esaurimento dei fondi. Lo ha reso noto l’assessore alle Politiche del Lavoro della Regione Abruzzo Piero Fioretti.

“Microcredito Fse ha finora finanziato 707 imprese – chiarisce l’assessore Piero Fioretti – per un totale complessivo di risorse impegnate di oltre 14 milioni di euro; queste cifre danno la dimensione del successo che l’avviso regionale ha riscosso presso i piccoli imprenditori regionali. Ed è per questo aspetto che abbiamo deciso di finanziare ulteriormente la misura di 2,5 milioni a vantaggio di quelle imprese che pur avendo i requisiti richiesti dall’avviso sono rimaste escluse. Con le risorse aggiuntive – prosegue Fioretti – andremo a finanziare altre 142 imprese, 74 nella sezione nuove imprese (Misura Micro.newco) e 68 nella sezione imprese già costituite (Misura Crescita più)”. Nel complesso, le nuove Misure 2018 hanno ammesso a finanziamento, in prima battuta, 707 imprese, per un totale complessivo di oltre 14 milioni di euro (di cui 10 milioni già erogati), destinati a 285 nuove imprese beneficiarie della Misura “Micro.newco” e a 289 imprese già costituite”.

Ricordiamo che la Misura A. “Micro.newco” dell’Avviso Sostegno alle imprese, finanzia la nascita di imprese costituende con microcrediti da 5 a 25mila euro, da restituire in cinque anni con l’1% di tasso di interesse, mentre la Misura B. “Crescita Più” riguarda il finanziamento, di importo compreso tra 5 e 30mila euro, per il consolidamento e la crescita di imprese già costituite. La Misura B., inoltre, si distingue nell’Intervento 1, per il finanziamento anche del capitale circolante, e nell’Intervento 2, dedicato in prevalenza agli investimenti produttivi. Solo all’esito positivo dei controlli effettuati da Abruzzo Sviluppo, i beneficiari riceveranno l’Atto di concessione e gli allegati funzionali all’erogazione del finanziamento, nel rispetto di quanto previsto dall’Avviso pubblico.

“Un gran lavoro tecnico e organizzativo attuato da Abruzzo Sviluppo SpA – sottolinea il Presidente della in house regionale Manuel De Monte – che mette in luce una squadra strutturata che ha lavorato alacremente per ottemperare con celerità e professionalità alle esigenze delle imprese, nel rispetto e salvaguardia dei procedimenti previsti”.

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Cnel, costo dei servizi pubblici locali di 350 euro a cittadino

Nel 2018 il costo a carico di ogni cittadino per i servizi pubblici locali e' stato di 350 euro. E' questo uno dei dati che emerge dalla "Relazione 2019 al Parlamento e al Governo sui livelli e la qualita' dei servizi offerti dalle Pubbliche amministrazioni centrali e locali a imprese e cittadini", realizzata dal Cnel. La cifra e' la somma dei costi per i servizi amministrativi (205 euro con un aumento del +0,6%), la polizia locale (37,50), territorio e ambiente (32), i servizi sociali (77), gli unici che registrano un calo (-1%). A questi vanno aggiunti servizi che e' difficile contabilizzare pro-capite come quelli di istruzione che impegnano mediamente 681 euro per ciascun residente tra 3 e 14 anni; la viabilita' (640 euro per km di strada comunale anche se con differenze notevoli fra i vari territori e il servizio rifiuti che costa 337 euro per tonnellata di rifiuto raccolto e smaltito, in contrazione del -4,4%, ma a fronte di un aumento della raccolta differenziata del +11,3%, giunta mediamente (media semplice) al 55,6%.

Sul fronte della salute, nel 2017 sono state 150 milioni le prestazioni sanitarie pagate di tasca propria dagli italiani nel per una spesa complessiva di 39,7 miliardi di euro, e con un aumento tra il 2013 ed il 2017 del 9,6% (RBM-Salute - Censis). Il fenomeno riguarda oltre 44,1 milioni di persone (2 italiani su 3) con un esborso medio di circa 655 euro per cittadino per anno. La spesa privata per la sanita' interessa tutte le fasce di reddito, ivi compresi i redditi inferiori a 15.000 (Istat). I servizi amministrativi delle 8.000 amministrazioni comunali sono con 205 euro pro-capite medi i costi maggiori sostenuti dai cittadini e dalle imprese, con punte di 305 euro in Liguria e valori minimi in Puglia, con 137 euro con un aumento dello 0,6%. I Comuni di piccole dimensioni territoriali sono generalmente molto piu' costosi, fenomeno che dovrebbe portare a realizzare con urgenza unioni di comuni. L'indice di spesa pro capite, che in prima battuta approssima l'efficienza degli enti sui servizi amministrativi, pone Puglia, Veneto ed Emilia-Romagna a livelli elevati, mentre Liguria e Abruzzo ai livelli peggiori; i comuni di piccole dimensioni si confermano quelli maggiormente esosi, con quote pari a circa il doppio dei comuni medi e piu' del doppio rispetto a quelli grandi.

"Tutte le rilevazioni - ha affermato il presidente Cnel Tiziano Treu - hanno dimostrato come nel corso dell'ultimo decennio il blocco del turn over abbia determinato un abbassamento della forza lavoro disponibile, un innalzamento dell'eta' media anche a discapito delle nuove competenze che occorrerebbero. A questa situazione si sommano gli effetti di quota 100 Una situazione che ha messo in grave difficolta' anzitutto gli enti di prossimita', i Comuni, che hanno dovuto fronteggiare, negli anni della crisi, un impoverimento di risorse umane con conseguenze inevitabili anche in termini di servizi erogati ai cittadini. Per questo consideriamo indispensabile, come annunciato dal Ministro Dadone, la ripresa di una fase assunzionale nella Pa, che avvenga in modo mirato sulla base dei reali fabbisogni come previsto dalla normativa ormai vigente. Oltre a cio' sarebbe importante accompagnare un piano di investimenti nella formazione e nell'aggiornamento delle competenze del personale in servizio che supporti, lo dico al Ministro ben conoscendo le difficolta' in tal senso perche' la coperta e' sempre corta e gli faccio in tal senso i miei in bocca al lupo". "La Relazione del Cnel e' foriera di spunti importanti per il mio mandato e per l'azione di tutto il Governo che tiene molto alla valorizzazione delle pubbliche amministrazioni - ha dichiarato la ministra Dadone - Stiamo lavorando con l'obiettivo primario di sfruttare al meglio la stagione di rilancio concorsuale che abbiamo avviato. Recluteremo giovani e daremo spazio a profili innovativi che possano accompagnare gli uffici pubblici sul cammino ormai imprescindibile della digitalizzazione. Semplificazione vera e formazione continua sono due stelle polari della nostra azione per aprire davvero la macchina dello Stato alla societa' civile e rendere piu' efficienti, con piu' valore aggiunto, i servizi in favore della collettivita'".

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Maxi multa per Eni: ha ingannato i consumatori sul Green Diesel

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha disposto oggi una multa di 5 milioni di euro nei confronti di Eni, il colosso energetico italiano a prevalente capitale pubblico, per “pratica commerciale ingannevole” in merito alla pubblicità “ENIdiesel+”, che ha inondato giornali, televisione, radio, cinema, web e stazioni di servizio dal 2016 al 2019. La decisione riguarda il messaggio, oggi dichiarato ingannevole, di un diesel bio, green e rinnovabile, che «riduce le emissioni di gas serra fino al 40%». L’Autorità ha imposto a Eni di non utilizzare più la pubblicità e disposto una sanzione amministrativa, per pratica commerciale scorretta di 5 milioni di euro “pari al massimo edittale”, tenuto conto della gravità e della durata della violazione.

La sentenza è arrivata a seguito di un reclamo presentato da Legambiente, dal Movimento Difesa del Cittadino e da Transport & Environment (T&E) per pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo. La vicenda è stata denunciata la prima volta in articolo pubblicato a gennaio dalla rivista “La Nuova Ecologia”, la storica testata di Legambiente.

La sentenza oggi rappresenta un segnale forte nei confronti delle compagnie di combustibili fossili e dei loro tentativi di rappresentare al pubblico i biocarburanti come rispettosi dell'ambiente e addirittura come parte della soluzione alla crisi climatica.

«Quella di oggi è decisione storica, perché per la prima volta in Italia si parla ufficialmente di greenwashing e perché finalmente viene smascherato questo grande inganno ai danni dei cittadini da parte di uno dei maggiori Nemici del Clima qual è Eni – dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente -. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ci ha dato ragione, ma non basta. Ora è tempo che anche ilGoverno scommetta davvero su un Green New Deal italiano, iniziando proprio dalla definizione immediata di una strategia di uscita graduale ma netta e inesorabile dai 19 miliardi di euro di sussidi diretti e indiretti alle fonti fossili che sono causa dell'emergenza climatica, definendo anche lo stop agli incentivi all’uso dell’olio di palma nel diesel».

«La decisione dell'Autorità rappresenta un primo importante esempio di sanzione in materia di "greenwashing" ovvero quei messaggi pubblicitari ingannevoli quanto alle qualità "green" di un prodotto - dichiara Francesco Luongo, presidente nazionale Movimento Difesa del Cittadino -. Il rispetto dell’ambiente è un valore fondamentale nell'evoluzione dell'economia globale ribadito dal "Green Deal" approvato proprio ieri dalla Commissione UE e non deve essere piegato, o peggio contraffatto, dalle aziende attraverso un marketing spregiudicato che si traduca in vere e proprie pratiche commerciali scorrette ai danni dei consumatori»

«Non esiste il diesel green, prodotto con olio di palma o altre colture alimentari perché causa la deforestazione, – ha dichiarato Veronica Aneris, responsabile Transport & Environment (T&E) in Italia –. Le compagnie petrolifere devono smettere di cercare di indurre in errore cittadini e politici con il falso claim del diesel che rispetta l'ambiente e la salute. Dovrebbero invece investire in soluzioni realmente sostenibili, come l’elettricità rinnovabile e i biocarburanti avanzati e il governo deve fare la sua parte nello spingere le multinazionali dei fossili a dare il giusto contributo nella transizione a emissioni zero».

 

Il gasolio Eni-Diesel+ viene oggi prodotto presso le raffinerie Eni di Venezia e di Gela  grazie all’utilizzo di una componente del 15% di HVO (Hydrotreated Vegetable Oil) e nell’impianto italiano si produce questo componente da olio di palma grezzo e dai suoi derivati, come dimostrano i dati ufficiali del GSE (Gestore Servizi Energetici) disponibili sino al 2018 (550 mila tonnellate finite nei serbatoi auto e camion).

La sentenza sul greenwashing di Eni afferma che «è particolarmente ingannevole utilizzare la denominazione “Green Diesel” e le qualifiche “verde” e “rinnovabile” per riferirsi alla componente HVO del prodotto», principalmente a causa delle emissioni associate all’uso di olio di palma. Sostiene, inoltre, che non esiste alcuna giustificazione o calcolo che giustifichi la riduzione del 5% delle emissioni di gas serra.

 

Le associazioni sollecitano ora il Governo a interrompere gli incentivi all’uso dell’olio di palma nel diesel, come già oltre 57.000 italiani hanno richiesto firmando una petizione su www.change.org/unpienodipalle.

 

L’Italia è, infatti, il secondo produttore di biodiesel da olio di palma nell’Unione europea. Più della metà (54%) di tutto l’olio di palma e derivati importati in Italia nel 2018 è stata utilizzata per produrre biodiesel, principalmente nella raffineria di Eni a Porto Marghera, Venezia e di Gela in Sicilia. L’olio di palma proviene principalmente dall’Indonesia e, in misura minore, dalla Malesia, due paesi che dove sono stati registrati imponenti tassi di deforestazione negli ultimi due decenni.

L’Europa ha già etichettato l'olio di palma nel gasolio come insostenibile. Gli europei mangiano sempre meno olio di palma mentre, ne bruciano senza saperlo sempre più utilizzando auto e camion. L’anno scorso il 65% dell’olio di palma importato nell’UE è stato utilizzato per l’energia; il 53% è stato utilizzato per produrre biodiesel per auto e camion - un massimo storico - e il 12% per generare elettricità e riscaldamento - un altro record.

L’utilizzo dell’olio di palma per il biodiesel è cresciuto del 3% nel 2018, mentre il suo uso in altri settori come quello per la produzione di cibo e mangimi per animali è diminuito in modo significativo (-11%). Una tendenza che dimostra che la deforestazione causata dall’olio di palma è spinta principalmente dalle politiche europee e nazionali sui biocarburanti.

Lo scorso marzo, la stessa Unione Europea ha stabilito che l’olio di palma non può essere considerato un combustibile verde e non va incentivato proprio perché causa la deforestazione. Il suo uso verrà gradualmente ridotto a partire dal 2023 con l’obiettivo della completa assenza nel 2030, seppur con alcune esenzioni. L’Italia, come ogni altro paese dell’Unione Europea, è chiamato a fare la sua parte modificando da subito i propri obiettivi sulle emissioni climalteranti, promuovendo energie rinnovabili anche nei trasporti eliminando gli incentivi per l’uso dell’olio di palma e dei suoi derivati nel biodiesel.

 

La produzione di Olio di palma è tra le principali cause nella distruzione delle foreste pluviali e della fauna selvatica. Secondo uno studio per la Commissione europea, il biodiesel prodotto con olio di palma è tre volte peggiore per il clima rispetto a un prodotto diesel normale se si tiene conto delle emissioni indirette causate dalla modifica nell’uso della terra.

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Autostrada A14, già presentato il piano emergenza del viadotto del Cerrano

Parere favorevole al ripristino della circolazione dei mezzi pesanti sul viadotto Cerrano dell'autostrada A14. Questo il contenuto della relazione dell'Ufficio Ispettivo territoriale, UIT, del ministero Infrastrutture e Trasporti al concessionario Autostrade per l'Italia che ne ha fatto richiesta. La riapertura del ponte, in ogni caso, dovra' essere autorizzata dall'autorita' giudiziaria, recita una nota del Mit. Dalle verifiche svolte dall'Istituto nazionale delle saldature e dalla "modellazione" della frana, eseguita dall'Universita' di Roma "La Sapienza", il Mit - prosegue la nota - ritiene necessario un sistema di monitoraggio "dinamico della frana" sulle parti sensibili delle fondazioni e delle sottofondazioni del viadotto, in modo continuativo, attraverso sensori e rilievi topografici dei pali maggiormente sollecitati.

Autostrade per l'Italia - prosegue la nota del Mit - dovra' poi definire un piano adeguato di gestione delle emergenze da attivare oltre determinate soglie di allerta, essenziali per l'uso in sicurezza dell'infrastruttura che, se superate, comporteranno la chiusura del viadotto. In conclusione, il Mit esprime parere favorevole al transito dei Tir, purche' vengano rispettati l'obbligo di interdistanza non inferiore ai 100 metri, il limite di velocita' a 60Km/h e il divieto di sorpasso.

La Direzione di tronco di Pescara di Autostrade per l'Italia ha già presentato al ministero delle infrastrutture "un piano di emergenza in essere sul viadotto Cerrano". Lo afferma Aspi, sottolineando che, "preso atto del parere favorevole del ministero alla riapertura del viadotto Cerrano ai mezzi pesanti, ha inviato un pronto riscontro allo stesso dicastero per informarlo che è già in essere una procedura interna di gestione delle eventuali emergenze". Questa procedura "deriva dal sistema di monitoraggio tramite sensori già attivo sul viadotto, che prevede l'acquisizione continuativa h24 di dati, trasmessi da estensimetri, clinometri e sonde fisse installati sulla struttura. Il piano di emergenza viene attivato al superamento di determinate soglie di attenzione, validate dalla società specializzata Speri". La Direzione di tronco, come richiesto dal ministero, "darà immediato avvio alla condivisione della procedura con gli enti territoriali interessati rendendosi disponibile a eventuali modifiche o integrazioni". Nella lettera la Direzione di tronco "informa inoltre di aver dato avvio a una ulteriore campagna di indagine con lo scopo di installare gli ulteriori strumenti di misura dei movimenti del terreno richiesti dal ministero e già indicati nelle analisi tecniche svolte dai professionisti incaricati". "Sulla base delle evidenze condivise - aggiunge Aspi - la Direzione di tronco presenterà a stretto giro nuova istanza all'autorità giudiziaria per la rimozione del divieto di transito al traffico pesante sul viadotto, ferme restando le altre limitazioni in atto"

 Un Tir intanto ha percorso contromano la rampa di uscita, rischiando un incidente. E' quanto accaduto al casello di Atri Pineto, dove i veicoli con peso superiore a 35 tonnellate sono costretti a entrare o a uscire. Fortunatamente non ci sono state conseguenze: il mezzo e' stato subito notato dalla Polizia Stradale e prontamente bloccato. Il camionista, nell'entrare in A14, forse per distrazione, stava per percorrere la rampa di uscita dall'autostrada. Una volta intercettato dalla Polizia stradale della sottosezione autostradale di Pescara Nord e' stato identificato e multato.

Rimborsi

Gli automobilisti che nelle giornate del 20, 21, 22 e 23 dicembre 2019 sono transitati sull'autostrada A14, subendo significativi ritardi nei tempi di percorrenza, potranno richiedere il rimborso del pedaggio. In particolare, e' possibile presentare la richiesta per i transiti avvenuti tra le ore 12.00 di venerdi' 20 dicembre e le 24:00 di lunedi' 23 dicembre 2019. Si tratta di una estensione della misura gia' adottata da Autostrade per l'Italia per i transiti nei giorni del contro-esodo natalizio. Il rimborso sara' riferito al pedaggio corrisposto per la porzione di tratta percorsa tra Loreto e Val di Sangro verso Pescara e pari al 100% dell'importo se il transito e' avvenuto nelle fasce orarie in cui la velocita' media registrata dai sensori presenti su strada e' stata inferiore ai 50 km/h o del 50% se inferiore a 60 km/h. Tali soglie sono state fissate in considerazione delle velocita' medie registrate nei giorni omologhi di anni precedenti in assenza di restringimenti per lavori, risultate pari a circa 70 km/h. 

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Istat, nel 2018 numero beneficiari di pensione a 16 milioni

Nel 2018 sono stati spesi 293 miliardi di euro in prestazioni pensionistiche. Lo ha fatto sapere l'Istat nel suo report relativo alle condizioni di vita dei pensionati negli anni 2017-2018. Nel 2018 il numero di beneficiari resta stabile a 16 milioni rispetto al 2017. Ampia la disuguaglianza di reddito tra i pensionati: al quinto con redditi pensionistici piu' alti va il 42,4% della spesa complessiva. Un pensionato su quattro percepisce un reddito lordo da pensione sopra i 2.000 euro. Oltre un terzo dei pensionati vive in coppia senza figli (35,5%),poco piu' di un quarto da solo(27,4%). Per quasi 7 milioni e 400mila famiglie con pensionati i trasferimenti pensionistici rappresentano piu' dei tre quarti del reddito familiare disponibile. In calo i pensionati da lavoro che dichiarano di essere occupati (-21,3% rispetto al 2011). 60,6% il rapporto tra pensionati da lavoro e occupati nel 2018. -0,7 punti percentuali rispetto al 2017. 16,6% il rapporto tra spesa pensionistica e Pil, valore appena piu' alto rispetto al 2017. 15,9% il rischio di poverta' delle famiglie con pensionati. Piu' contenuto rispetto a quello di altre tipologie familiari

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Barriere Autostrada A14, Marsilio: le relazioni di ASPI presentate al Gip

“Dopo il parere positivo del Ministero alle relazioni presentate da Autostrade per l’Italia,  la stessa ASPI mi ha garantito che oggi stesso le presenterà al Gip di Avellino per richiedere quantomeno il dissequestro del viadotto del Cerrano, quello che sta producendo maggiori disagi”: lo ha dichiarato il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, rispondendo alle domande dei giornalisti ai margini dei lavori della Conferenza delle Regioni. “Nel rispetto delle sue prerogative, vorrei sollecitare la procura di Avellino perché credo sia urgente far sentire alla procura quali sono le conseguenze delle loro decisioni in Abruzzo.” In merito all’ipotesi di revoca delle concessioni autostradali, Marsilio ha dichiarato che: “saremo pronti nel caso ci fosse una decisone del Governo di revocare queste concessioni. Siamo pronti anche a partecipare a una fase nuova di confronto su come debbano essere meglio gestite le autostrade, anche per rendere maggiormente protagonisti i territori sulla gestione di infrastrutture che hanno delle ricadute enormi sui Comuni e sulle aziende. Faccio presente che, nella attuali condizioni, sia la Regione che i Comuni subiscono la frustrazione di una sostanziale impotenza di fronte a decisioni che vengono prese sempre altrove e delle quali noi paghiamo le conseguenze in termini di costi, aggravio di traffico e sicurezza. Penso quindi che, per il futuro, un diverso coinvolgimento e un maggior ruolo delle Regioni sia assolutamente necessario.”

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Microimprese, contrazione del credito di 73 milioni di euro

Lo studio realizzato da Cna Abruzzo da Aldo Ronci, su dati Bankitalia, conferma che il credito è diventato ormai un miraggio per alcune categorie produttive. A settembre il credito alle micro imprese ha subito, rispetto ai 12 mesi precedenti, una contrazione di 73 milioni di euro. Una diminuzione in aperta controtendenza sia rispetto alle imprese medio-grandi, per cui e' cresciuto di 85 milioni, sia soprattutto per le "famiglie consumatrici", accreditate di 215 milioni di incremento. In valore percentuale, le differenze si notano in maniera ancora piu' netta: cosi', se il credito al mondo delle micro imprese in Abruzzo e' diminuito del 2,7%, contro il 2,3% nazionale, quello erogato alle imprese medio-grandi risulta addirittura di segno opposto con l'aumento registrato in Abruzzo (un punto percentuale in piu') che risulta in netta controtendenza rispetto alla media nazionale (-0,7%). Complessivamente a fine settembre del 2019 il barometro del credito ha segnato in Abruzzo una consistenza (ovvero il valore complessivo del totale degli impieghi effettuati dal sistema bancario a favore di imprese e famiglie, ndr) di 20 miliardi e 727 milioni di euro, registrando, sui 12 mesi precedenti, al netto delle cessioni delle sofferenze, un incremento di 227 milioni. Quanto ai depositi e al risparmio postale, infine, lo stesso periodo registra, rispetto al 2018, un aumento di 394 milioni di euro: 27 miliardi e 121 milioni, contro 26 miliardi e 727 milioni. "La differenza macroscopica tra raccolta del risparmio e impieghi - esordisce il presidente regionale di Cna, Savino Saraceni - fotografa fedelmente l'andamento di una terra che destina altrove una parte consistente dei suoi risparmi, in un momento in cui al contrario l'economia regionale, e soprattutto le imprese di minori dimensioni, avrebbero assoluto bisogno di liquidita'. Lo studio dimostra inoltre, come abbiamo piu' volte denunciato - aggiunge - che le regole che governano il mondo bancario, dominato dagli algoritmi, impatti in modo negativo sul sistema delle piccole imprese, anello debole della catena. Sono loro a pagare in termini di minor concessione di credito i danni prodotti alle banche dall'ammontare enorme di sofferenze prodotte dalla grande clientela piu' strutturata". "Cosi' - conclude Saraceni - diventa impossibile non contare sul sostegno pubblico della Regione nell'accesso al credito, tramite il sistema dei confidi. E in questo contesto diventa impossibile non parlare della difficile situazione che sta vivendo un grande gruppo, come la Banca Popolare di Bari, che in Abruzzo ha acquisito due Casse di Risparmio, con 800 dipendenti, oltre 100 sportelli e impieghi miliardari: gli esiti di questa vicenda, in termini di contrazione nell'erogazione del credito, saranno ancor piu' visibili a breve tempo. Riteniamo giusta dunque l'alleanza tra istituzioni, imprese e sindacati per salvaguardare un patrimonio costruito dagli abruzzesi in decenni di lavoro". 

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Commercialisti, tasse per le famiglie al 17,8% del Pil

 Il 'peso' delle tasse sulle famiglie italiane e' pari al 17,82% del Pil, e sebbene risulti sostanzialmente stabile (+0,04%) nell'ultimo anno, "non ha ancora assorbito lo shock fiscale del 2012", perche' "permangono ancora 1,63 punti da recuperare, rispetto all'incremento dovuto alla crisi del debito verificatasi nel 2011", e da allora "il recupero e' stato solo di 0,18 punti". Il dato emerge dall'Osservatorio economico del Consiglio e della Fondazione nazionale dei commercialisti che ha rielaborato la pressione fiscale delle famiglie, sulla base di dati Istat di contabilita' nazionale e del Mef sulle entrate tributarie mensili. Le famiglie rispetto agli altri settori, in particolare imprese e Istituzioni finanziarie, scrivono i professionisti hanno subito "quasi interamente sulle proprie spalle il gravame dell'aggiustamento fiscale dell'inizio dello scorso decennio"

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