Primo Piano

Emergenza clima in città, i dati di Legambiente

E' emergenza clima in città: dal 2010 a inizio novembre 2019 sono stati registrato danni rilevanti in 350 Comuni dovuti al maltempo, 73 giorni di stop a metro e treni e 72 giorni di blackout elettrici. Roma, Milano, Genova, Napoli, Palermo, Catania, Bari, Reggio Calabria e Torino le più colpite. A scattare la fotografia è il rapporto 2019 dell'Osservatorio di Legambiente sull'impatto dei mutamenti climatici in Italia, un dossier dal titolo 'Il clima è già cambiato', come purtroppo dimostrano le inondazioni dei giorni scorsi a Venezia, Matera e Pisa e gli eventi meteorologici estremi che si sono abbattuti su molti territori e che colpiscono la penisola con sempre maggiore frequenza. L'Osservatorio di Legambiente Cittàclima, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol, ha l'obiettivo di raccogliere e mappare le informazioni sui danni provocati in Italia dai fenomeni climatici, di contribuire ad analisi e approfondimenti che riguardano le città e il territorio italiano, oltre a condividere analisi e studi internazionali e esperienze di piani e progetti di città, paesi, Regioni. Dal 2010 ad oggi, sono 563 gli eventi registrati sulla mappa del rischio climatico, con 350 Comuni in cui sono avvenuti impatti rilevanti. Nel 2018, il nostro paese è stato colpito da 148 eventi estremi, che hanno causato 32 vittime e oltre 4.500 sfollati, un bilancio di molto superiore alla media calcolata negli ultimi cinque anni. Dal 2014 al 2018 le sole inondazioni hanno provocato in Italia la morte di 68 persone. 

Nelle nostre città la temperatura media è in continua crescita e a ritmi maggiori rispetto al resto del Paese. Secondo le elaborazioni dell'Osservatorio meteorologico Milano Duomo, è un fenomeno generale e rilevante che riguarda tutte le città con picchi a Milano con +1,5 gradi, a Bari (+1) e Bologna (+0,9) a fronte di una media nazionale delle aree urbane di +0,8 gradi centigradi nel periodo 2001-2018 rispetto alla media del periodo 1971-2000. Aumentano gli impatti del caldo in città, in particolare sono le ondate di calore il principale fattore di rischio con rilevanti conseguenze sulla salute delle persone. Uno studio epidemiologico realizzato su 21 città italiane ha evidenziato l'incremento percentuale della mortalità giornaliera associata alle ondate di calore con 23.880 morti tra il 2005 e il 2016, e mettono in evidenza impatti più rilevanti nella popolazione anziana e una riduzione negli ultimi anni attribuibile agli interventi di allerta attivati. Secondo una ricerca del progetto Copernicus european health su 9 città europee, nel periodo 2021-2050 vi sarà un incremento medio dei giorni di ondate di calore tra il 370 e il 400%, con un ulteriore aumento nel periodo 2050-2080 fino al 1100%. Questo porterà, ad esempio, a Roma da 2 a 28 giorni di ondate di calore in media all'anno. La conseguenza sul numero di decessi legati alle ondate di calore sarà molto rilevante: da una media di 18 si passerebbe a 47-85 al 2050 e a 135-388 al 2080.

L'accesso all'acqua è un altro tema rilevante che, in una prospettiva di lunghi periodi di siccità, rischia di diventare sempre più difficile da garantire. La situazione nel nostro paese, già oggi, è complicata, in particolare al Sud, per quanto riguarda la qualità del servizio idrico e nel 2017, nei quattro principali bacini idrografici italiani (Po, Adige, Arno e Tevere) le portate medie annue hanno registrato una riduzione media complessiva del 39,6% rispetto alla media del trentennio 1981-2010. Preoccupante per le città italiane anche l'innalzamento del livello dei mari. Secondo le elaborazioni di Enea, sono 40 le aree a maggior rischio in Italia. A rischio sono anche città come Venezia, Trieste, Ravenna, la foce del Pescara, il golfo di Taranto, La Spezia, Cagliari, Oristano, Trapani, Marsala, Gioia Tauro. D'altronde, secondo un'indagine di Climate Central pubblicata sulla rivista Nature, se i ghiacciai continueranno a sciogliersi al ritmo attuale, 300 milioni di persone che vivono in aree costiere saranno sommerse dall'oceano almeno una volta l'anno entro il 2050, anche se le barriere fisiche che erigono contro il mare saranno potenziate. Per questo Legambiente chiede al governo di approvare quanto prima il Piano di adattamento e di mettere le città al centro delle priorità di intervento. Sul fronte dei costi: l'Italia dal 1998 al 2018 ha speso, secondo dati Ispra, circa 5,6 miliardi di euro (300 milioni all'anno) in progettazione e realizzazione di opere di prevenzione del rischio idrogeologico, a fronte di circa 20 miliardi di euro spesi per ''riparare'' i danni del dissesto secondo dati del Cnr e della Protezione civile (un miliardo all'anno in media, considerando che dal 1944 ad oggi sono stati spesi 75 miliardi di euro). Il rapporto tra prevenzione e riparazione è insomma di uno a quattro. 

Sulla base delle informazioni raccolte dall'Osservatorio Cittàclima di Legambiente è stato possibile mappare le città che nel corso degli ultimi dieci anni hanno subito il maggior numero di eventi estremi che hanno, in un modo o nell'altro, messo in ginocchio la città: Roma, Milano, Genova, Napoli, Palermo, Catania, Bari, Reggio Calabria e Torino. Occorre considerare che anche il non intervento per fermare gli impatti del clima è una scelta, le cui conseguenze oggi si iniziano a conoscere. Secondo alcune stime, in Italia, se l'Accordo di Parigi non sarà rispettato, i danni economici potrebbero far calare del 7% il Pil pro-capite. Mentre in Russia potrebbe scendere dell'8,93%, negli Stati Uniti del 10,52% e in Canada circa del 13%. A livello europeo, le conseguenze degli impatti climatici rischiano di essere drammatiche, con stime che parlano, in assenza di azioni di adattamento, di ondate di calore che potrebbero provocare entro la fine del secolo circa 200mila morti all'anno nella sola Europa, mentre i costi delle alluvioni fluviali potrebbero superare i 10 miliardi di euro all'anno. L'impatto sarà maggiore sulle fasce di popolazione più povere che non dispongono di sistemi di raffrescamento. In Italia il fenomeno della povertà energetica riguarda già oggi oltre 4 milioni di famiglie. Le elaborazioni su immagini satellitari realizzate da e-Geos per Legambiente relative alle città di Milano e di Roma hanno messo in evidenza come disponiamo di tutte le informazioni per capire i quartieri a maggior rischio durante le ondate di calore e incrociando i dati con analisi sullo stato di salute e le condizioni economiche delle famiglie, degli strumenti per prevenire e ridurre gli impatti sulle famiglie.

 

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Tassa sui rifiuti, in Abruzzo la media è di 326€ a famiglia

Ammonta a 300 euro in media nel 2019 la tassa dei rifiuti nel nostro Paese, con differenze territoriali molto marcate: la regione più economica è il Trentino Alto Adige, con 190 euro, la più costosa la Campania con 421 euro. E’ questo il quadro che emerge dalla rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, disponibile online, gratuitamente dietro registrazione, sul sito www.cittadinanzattiva.it. Catania il capoluogo di provincia più costoso (504 euro e un aumento del 15,9% rispetto al 2018), Potenza il più economico (121 euro e un decremento del 13,7% rispetto al 2018). Analizzando le tariffe dei 112 capoluoghi di provincia esaminati, sono state riscontrate variazioni in aumento in circa la metà, 51 capoluoghi; tariffe stabili in 27 capoluoghi e in diminuzione in 34. A Matera l’incremento più elevato (+19,1%), a Trapani la diminuzione più consistente (-16,8%). A livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro), segue il Centro (299 euro), infine il Sud, più costoso (351 euro). In Abruzzo la media è di 326€ a famiglia (+1,8% rispetto al 2018), ma si passa dai 373 euro dell’Aquila ai 283 euro di Pescara, mentre a Chieti si registra un incremento del 13,4% rispetto al 2018. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, si va dal 61,4% di Teramo al 35,7% dell’Aquila. Più di due famiglie su tre (precisamente il 68,2%) ritengono di pagare troppo per la raccolta dei rifiuti: la percentuale sale all’83,4% in Sicilia, segue l’Umbria con l’80,2%, la Puglia con il 79,1%, la Campania con il 78,4%. Solo il 60% delle amministrazioni comunali o delle aziende che gestiscono il servizio ha elaborato e reso disponibile la Carta dei servizi. Solo due su tre indicano il tipo di raccolta effettuata, la metà esplicita la frequenza con cui è effettuata. E al cittadino è ancor meno dato a sapere con che frequenza vengono igienizzati i cassonetti (lo indica appena il 47% delle Carte), pulite le strade (37%) o svuotati i cestini per strada (25%).

L’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia prende come riferimento nel 2019 una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. Tutti i dati su tariffe, agevolazioni, qualità e tutela, per singolo capoluogo di provincia, sono disponibili sulla piattaforma interattiva INFORMAPal link www.cittadinanzattiva.it/informap.Da oggi online le informazioni sul servizio di gestione dei rifiuti, a seguire sugli altri servizi pubblici locali: trasporti, acqua

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Dal Ministero delle Finanze 24,2 milioni per prestiti a Pmi e famiglie a rischio usura

 Il ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) ha messo a disposizione ulteriori 24,2 milioni di euro in garanzie statali per facilitare l'accesso al credito di imprese e famiglie a "rischio usura". Lo riferisce il Mef in una nota. L'importo verra' erogato entro la fine dell'anno attraverso il Fondo per la prevenzione del fenomeno dell'usura (istituito dalla legge 108 del 1996 presso il Mef a 122 "Enti gestori": 89 Confidi (consorzi di Pmi), che riceveranno circa 17 milioni di euro e 33 associazioni e fondazioni impegnate nella lotta all'usura, che riceveranno circa 7 milioni. Nel complesso, oltre ai 122 Enti per i quali e' stata quest'anno deliberata la nuova erogazione, sono circa 200 i soggetti attivi, e con fondi ancora a disposizione, ai quali imprese e famiglie in difficolta' economica e a rischio di diventare vittime di attivita' criminali possono rivolgersi per richiedere le garanzie dello Stato

Come negli anni scorsi - spiega la nota -, l'ammontare del Fondo e' stato ripartito con delibera di un'apposita Commissione interministeriale (presieduta dal Mef) sulla base di una combinazione di indicatori che tengono conto dell'indice del rischio usura presente nell'ambito territoriale dove opera l'ente assegnatario, dell'efficienza nell'utilizzo delle risorse dimostrata nel passato e della effettiva capacita' di garantire l'accesso al credito. Inoltre, si e' stabilito di confermare, anche per questa nuova ripartizione, un contributo speciale agli enti delle aree dell'Abruzzo, dell'Umbria, del Lazio e delle Marche colpite dai terremoti del 2016 e del 2017. Il Fondo, operativo gia' dal 1998, viene ogni anno alimentato, secondo un circolo virtuoso, dai proventi delle sanzioni amministrative antiriciclaggio

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Nel 2020 l’e-commerce italiano salirà a 104,4 miliardi

L'e-commerce italiano mantiene le promesse e proseguirà la sua crescita anche nel 2020 con un valore degli acquisti online che, includendo l'indotto, arriverà a sommare 104,4 miliardi di euro, facendo segnare un +264% negli ultimi 2 anni. Lo sostiene un'analisi elaborata da AJ-Com.Net secondo cui nei prossimi anni la web-economy avrà un valore sempre maggiore rispetto ai settori economici tradizionali. Nel 2020 si arriverà al 34% della popolazione planetaria utilizzerà i canali digitali per fare acquisti.

A far lievitare questa stima sono in particolare gli acquisti di prodotti che includendo l'indotto, cioè i prodotti scelti online, ma acquistati poi nei negozi tradizionali, hanno già registrato nel 2019 un tasso di crescita quattro volte superiore a quello dei servizi. Sono tre i motivi che spingono a comprare online: il prezzo più vantaggioso, la comodità di acquisto e la maggiore varietà di scelta offerta dal web. L'Italia si conferma come il più importante hub del digitale in Europa con tassi di crescita che sono sorprendenti. La domanda dell'e-commerce è trainata prevalentemente dal settore del turismo (21,6 miliardi di euro previsti per il 2018), informatica ed elettronica (9,4 miliardi), advertising e marketing (9,1 miliardi), abbigliamento (7 miliardi), food e beverage (4,7 miliardi), arredamento (4,6 miliardi), assicurazioni (3,2 miliardi), editoria (2,1 miliardi), auto, moto e ricambi (1,2 miliardi) e beauty (1 miliardo).nche il mobile advertising in Italia è cresciuto. Supererà nel 2020 i 3,6 miliardi di euro, pari al 48% del mercato digitale. Sia le grandi e medie imprese che quelle più piccole e i professionisti stanno puntando sull'online, anche perché le soluzioni di visibilità sul web sono accessibili con investimenti alla portata di tutti. 

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Danni mareggiate, approvato lo stanziamento da 1,5 milioni di euro

Il Consiglio regionale ha approvato all'unanimita' il progetto di legge che prevede la compartecipazione della Regione Abruzzo per la valorizzazione, il recupero e il miglioramento ambientale delle opere irrigue nel Fucino, nella Marsica. Nel provvedimento sono stati inserite altre misure, a partire da interventi per fronteggiare il grave fenomeno dell'erosione della costa, alla luce delle ultime mareggiate. La maggioranza di centrodestra, come e' accaduto in precedenza, ha inteso inserire altri provvedimenti ritenuti urgenti, "norme intruse" all'interno di una cornice normativa diversa. Questo ha provocato malumori e scontri in aula perche' e' stato inserito anche un emendamento, firmato dal governatore Marco Marsilio, di Fratelli d'Italia, che prevede uno stanziamento di 488 mila euro per sostenere l'organizzazione del festival Rai dell'animazione cross-mediale e della tv dei ragazzi "Cartoons on the bay". Nel dettaglio, nel provvedimento "principale" la Regione concede un contributo di 250 mila euro al Comune di Trasacco (L'Aquila), per l'anno 2019, a titolo di compartecipazione agli oneri derivanti dai lavori urgenti e indifferibili necessari per la ristrutturazione dell'opera architettonica "Tre Portoni", della zona ad essa adiacente nonche' per irreggimentare il flusso delle acqua che vi scorrono. E' previsto un contributo straordinario di 100 mila euro destinato al Consorzio di Bonifica Ovest "al fine di realizzare interventi infrastrutturali di ammodernamento ed efficientamento delle rete di distribuzione idrica a servizio della Marsica orientale, nonche' il dragaggio e la pulizia del fondale del bacino artificiale posto a monte dell'opera di presa situata sul fiume Giovenco". Inoltre, al fine di fronteggiare il grave fenomeno dell'erosione della costa abruzzese, in particolare i danni provocati dalle ultime mareggiate, e' stata stanziata la somma di 1,5 milione di euro, 750 mila euro per ciascuna annualita', 2020 e 2021, che si aggiungo ai 2 annunciati dal governatore Marsilio. A tale proposito, tutti sono stati concordi nel sottolineare la necessita' di stanziare ulteriori risorse. Il governatore ha stimato in 50 milioni il fabbisogno per ristorare i danni delle scorse settimane, ma il consigliere pentastellato Sara Marcozzi ha invocato l'elaborazione di un progetto "serio e concreto". Sulla stessa linea Emiliano Di Matteo, consigliere regionale della Lega: "Non posso che riconoscere alla maggioranza l'impegno per un problema che e' annoso. Questi fenomeni, tuttavia, ci devono far capire che siamo fuori da una problematica di natura ordinaria. Siamo in presenza di un terremoto marino, gli effetti sono questi. E questi saranno se non avremo la capacita' di pretendere adeguati interventi. Con procedure ordinarie non se ne viene a capo. Quanto non sara' spesso oggi sara' speso domani, e di piu', in ammortizzatori sociali, condannando decine di attivita' a chiudere, perdendo migliaia di posti di lavoro. L'assemblea regionale deve dare voce a un popolo ferito. Bisogna evitare guerre di campanile". Nel progetto di legge e' stato inserito anche un contributo straordinario di 50 mila euro destinato al Comune di Oricola (L'Aquila) per la realizzazione di una elisuperficie a servizio del territorio della Piana del Cavaliere. 

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Le opere irrigue del Fucino in Consiglio regionale

Il Consiglio regionale è convocato con urgenza per domani, martedì 19 novembre, alle ore 11, nell'Aula “Sandro Spagnoli” di Palazzo dell'Emiciclo, per esaminare il progetto di legge recante "Compartecipazione della Regione Abruzzo per la valorizzazione, il recupero e il miglioramento ambientale delle opere irrigue nel Fucino e altre disposizioni urgenti". A seguire, la seduta del Consiglio regionale proseguirà con lo svolgimento dei seguenti documenti politici: interrogazione a firma del consigliere Blasioli su "Azioni della Regione Abruzzo riguardo rimborsabilità farmaci e preparati galenici a base di sostanze cannabinoidi"; interpellanza a firma del consigliere Taglieri su "Gestione della attività libero professionale dei dirigenti medici nelle strutture pubbliche"; interpellanza a firma del consigliere Blasioli su "Tempi necessari per l'istituzione di una postazione di un mezzo sanitario di base infermierizzato a Caramanico per i territori di Salle, Abbateggio, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Bolognano e Roccamorice"; interpellanza del consigliere Blasioli su "Attuazione della rete di cure palliative domiciliari nella provincia di Pescara"; interpellanza del consigliere Pettinari su "Disfacimento della Struttura Semplice Dipartimentale di Gastroenterologia presso il Presidio Ospedaliero "S.Massimo" di Penne; interpellanza a firma del consigliere Taglieri su "Campagna di promozione Abruzzo Estate 2019"; interpellanza del consigliere Paolucci su "Scuola in movimento"; interpellanza del consigliere Pepe su "Attivazione servizio di lungodegenza Presidio Ospedaliero "Val Vibrata" di Sant'Omero"; interpellanza a firma del consigliere Stella su "Interventi in riferimento al cavalcavia n.5 dell'Asse attrezzato di Chieti – Pescara in località Dragonara"; interpellanza a firma del consigliere Marcozzi su "Procedura di evidenza pubblica per selezione compagnie nazionali e internazionali"; interpellanza a firma del consigliere Smargiassi su "Delibera di Giunta – evento Jova beach party del 7.09.2019"; interpellanza a firma del consigliere Cipolletti su "Realizzazione piattaforma di riufiuti liquidi non pericolosi presso la sede Wash Italia Spa del Comune di Nereto". 

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Aeroporto d’Abruzzo, via libera all’allungamento di 300 metri

Via libera dell'Enac al progetto di prolungamento della pista dell'aeroporto d'Abruzzo, che da 2419 metri passera' a 2707 metri. I dettagli sono stati forniti, questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, a Pescara, dal presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, e dal presidente della societa' di gestione Saga, Enrico Paolini, che assieme a Grazia Caligiore, responsabile dell'Enac, hanno sottolineato il "risultato storico" per la regione. I lavori dovrebbero concludersi nel giro di un paio di anni e apriranno l'aeroporto abruzzese ai voli intercontinentali. Nei prossimi mesi verranno avviate le gare d'appalto. Sono previsti complessivamente interventi per 16,3 milioni di euro nell'ambito del Masterplan. I lavori saranno divisi in cinque lotti: tra le opere previste, l'allungamento della pista per un importo di 7,5 milioni di euro.

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Sicurezza, tre province abruzzesi nella top ten di Italia oggi

Pordenone e' la provincia piu' sicura d'Italia, confermando gli ottimi piazzamenti gia' conseguiti nelle passate edizioni dell'indagine, mentre Rimini e' l'ultima. Seguono, nell'ordine, Treviso, Vicenza e Aosta, che a loro volta confermano la loro presenza nelle zone alte della classifica. E' quanto emerge nella classifica annuale di ItaliaOggi e Universita' La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, giunta alla sua ventunesima edizione. L'esame della mappa della criminalita' denota anche una sostanziale stabilita' nelle posizioni di coda. Infatti, quest'anno le province in cui la situazione con riferimento a reati e sicurezza e' risultata buona o accettabile ammontano a 63, un risultato quindi stabile nel tempo e molto positivo. Delle 29 province comprese nelle posizioni di testa, come lo scorso anno, 8 sono dislocate nel Nordovest. Otto sono le province del Nordest, contro le 6 della passata edizione, fra cui Trento in Trentino-Alto Adige; Treviso, Vicenza, Rovigo e Belluno in Veneto; 3 delle 4 province del Friuli-Venezia Giulia a eccezione di Trieste. Tre province nell'Italia centrale, due in meno rispetto allo scorso anno, rispettivamente Ascoli Piceno e Pesaro-Urbino nelle Marche e Rieti nel Lazio, che conferma gli eccellenti piazzamenti delle passate edizioni dell'indagine. Infine, fra le posizioni di testa figurano 10 province del Mezzogiorno, come lo scorso anno. Vi figurano Chieti, L'Aquila e Teramo in Abruzzo, Benevento in Campania, Matera in Basilicata, piu' le 5 province sarde. E' Sondrio la citta' si classifica al primo posto per l'ambiente, seguita da Trento, Verbano-CusioOssola e Mantova. Appartengono al gruppo di testa 9 province del Nordovest (Verbano-CusioOssola, Cuneo e Biella in Piemonte; 6 delle 12 province/citta' metropolitane lombarde, nell'ordine Sondrio, Mantova, Brescia, Monza e Brianza, Bergamo e Lodi), 8 province del Nordest (Trento in Trentino-Alto Adige; Padova, Treviso, Belluno e Vicenza in Veneto; Udine e Pordenone per il FriuliVenezia Giulia; Modena per l'Emilia-Romagna), 2 province dell'Italia centrale (Prato in Toscana; Macerata nelle Marche), mentre le restanti 2 province censite nel gruppo di testa sono dislocate nel Sud e nelle isole, la neoistituita provincia sarda del Sud Sardegna e Cosenza in Calabria

 

Più in generale, per quanto riguarda la classifica della qualità della vita, Trento guida la classifica nel 2019. La provincia autonoma, eccellenza per gli affari e il lavoro, l'ambiente, l'istruzione e la formazione, il tempo libero e il turismo, svetta nella classifica annuale di ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, giunta alla sua ventunesima edizione. Un primato, quello di Trento, che ricalca un successo ormai consolidato negli anni. Agli antipodi, Agrigento: caso paradigmatico di realtà del Sud con problemi strutturali atavici irrisolti, figura nell'ultimo posto della classifica, quest'anno relativa a 107 province, non più a 110 (quelle sarde si sono ridotte da otto a cinque). Agrigento è risultata carente quasi sotto tutti gli aspetti e le dimensioni della qualità della vita (dagli affari e lavoro fino al tenore di vita) fatta eccezione per la dimensione demografica. Nel 2019 la qualità della vita in Italia è complessivamente migliorata. Oggi sono 65 su 107 le province italiane in cui la qualità di vita è buona o accettabile: un dato che risulta il migliore degli ultimi cinque anni. Nel 2015, infatti, le province in cui «si vive bene» erano 53 su 110, nel 2016 e 2017 erano diventate 56 su 110, nel 2018 avevano raggiunto quota 59 su 110. Un'evoluzione costante, insomma, malgrado il contesto economico non semplice.  Le prime dieci province appartengono al Nordest o al Nordovest: dopo Trento, ci sono Pordenone, Sondrio, Verbano-Cusio-Ossola, Belluno, Aosta, Treviso, Cuneo, Udine e Bolzano, che scende dal primo al decimo posto rispetto al 2018. Per incontrare le prime province del Sud bisogna scorrere la classifica fino ad arrivare al 69° e al 70° posto, dove compaiono le lucane Potenza e Matera. Nel Mezzogiorno e nelle Isole, il «buon vivere» è ancora un miraggio: in 35 province su 38 la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente (nelle rimanenti tre è accettabile). Il che significa, in termini di popolazione, che il 44% degli italiani vive con una qualità di vita insoddisfacente. Al contrario, nel Nordest, in 22 province su 22 la qualità della vita è buona o accettabile, in nessuna scarsa o insufficiente. Nel Nordovest, la qualità è buona o accettabile in 23 su 25 province (solo in due scarsa). Nell'Italia Centrale si registra una situazione stabile: in 14 su 22 la qualità della vita nel 2019 è accettabile. Anche in questa indagine emerge chiaro un dato: nelle province di piccole e medie dimensioni si vive meglio che nelle metropoli. I grandi centri urbani faticano a toccare la vetta e a mantenere posizioni di eccellenza. Tuttavia, le performance di alcune grandi città nel 2019 migliorano: Roma risale dall'85° al 76° posto; Milano dal 55° al 29°, Torino dal 78° al 49°; Bologna dal 43° al 13°. Per quanto riguarda Napoli, il salto è dal 108° al 104° posto: considerando che però il numero di province analizzate si è ridotto da 110 a 107, si tratta di una conferma. La provincia partenopea resta terz'ultima, seguita solo da Crotone e Agrigento.

Per quanto riguarda le province abruzzesi, L'Aquila è al 48mo posto, Teramo al 54mo, Chieti al 63mo e Pescara al 74mo.

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Fisco, in arrivo quasi 27 miliardi di scadenze secondo la Cgia

Per le imprese e il popolo delle partite Iva lunedi' sara' una giornata campale. Lo afferma la Cgia di Mestre che ricorda le scadenze fiscali che tra il versamento dell'Iva e delle ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori per una somma di 26,9 mld di euro. Oltre a questo importo, tutte le imprese dovranno versare i contributi previdenziali dei propri dipendenti ed eventuali collaboratori: gli artigiani, i commercianti e i lavoratori autonomi, inoltre, verseranno all'Inps anche i propri. Per quanto riguarda le tasse in particolare circa 15 miliardi di versamenti saranno relativi all' Iva, mentre 11,9 miliardi riguarderanno le ritenute Irpef di dipendenti e collaboratori "Verosimilmente - afferma il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - lo Stato incassera' in un solo giorno un importo pari alla dimensione economica della prossima manovra di bilancio. Una cifra da far tremare i polsi, anche se e' bene ricordare che si tratta di una partita di giro. Le imprese, in qualita' di sostituto di imposta, entro lunedi' dovranno versare l'Iva incassata nelle settimane precedenti dalla propria clientela e l'Irpef di competenza delle proprie maestranze"

Per la Cgia la pressione fiscale complessiva sulle imprese italiane, secondo gli ultimi dati della Banca Mondiale (Doing Business), ammonta al 59,1% dei profitti commerciali, contro una media presente nell'Area dell'euro del 42,8% (16,3 punti in meno che da noi). il segretario della Cgia Renato Mason afferma: "Sebbene la congiuntura economica non volga al bello, lo sforzo fiscale richiesto alle nostre imprese non ha eguali nel resto d'Europa. Nonostante la giustizia civile sia lentissima, il credito sia concesso con il contagocce, la burocrazia abbia raggiunto livelli ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione rimanga la peggiore pagatrice d'Europa e il sistema logistico-infrastrutturale registri dei ritardi spaventosi, la fedelta' fiscale delle nostre imprese rimane comunque molto elevata." 

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Cresce il numero di dipendenti privati ma al Sud restano difficoltà

Cresce il numero di lavoratori dipendenti nel settore privato ma il Meridione, pur registrando un aumento, non registra gli stessi tassi  del resto d'Italia. A fornire i dati sono gli Osservatori sul lavoro dell'Inps che fotografano ancora una volta un Paese a due velocita' e una crescita del lavoro precario con un boom per i lavoratori somministrati e intermittenti. Resiste il lavoro pubblico con 3,3 milioni di dipendenti in media 2018 (-0,1%) mentre quello dipendenti privato avanza del 2,5% toccando quota 13,1 milioni di dipendenti sempre in media annua. Su 13,1 milioni di dipendenti privati in media annua (se si guarda a coloro che hanno avuto almeno una giornata lavorativa retribuita nel 2018 il numero sale a 15,7 milioni) solo 2,84 milioni sono impegnati nel Sud e nelle Isole, pari ad appena il 21,7% del totale. Nonostante si registri una crescita rispetto ai 2,79 milioni del 2017 la percentuale sul totale e' diminuita (era al 21,9%). Nell'anno i dipendenti pubblici erano in media 3.326.283 (-0,1% sul 2017). Se si guarda a coloro che hanno avuto con la pubblica amministrazione almeno una giornata retribuita nell'anno il numero supera i 3,5 milioni (+0,6%) con con una percentuale di dipendenti nelle regioni del Sud e delle Isole sul totale del 33,4%. La retribuzione media e' di 32.968 euro, in crescita del 3,1% per effetto dei rinnovi dei contratti 2016-2018 nei vari comparti del pubblico impiego mentre il numero medio di giornate retribuite si attesta a 287. Il comparto con piu' dipendenti e' la scuola con 1,15 milioni di lavoratori in media 2018 (1.294.492 i lavoratori con almeno una giornata retribuita nell'anno). Se si guarda ai dipendenti privati (esclusi domestici ed agricoli) in media annua 2018 i lavoratori a tempo indeterminato sono 10.537.903, quasi 600.000 in piu' rispetto al picco negativo che si era raggiunto nel febbraio 2015 prima dell'entrata in vigore delle nuove regole sull'articolo 18 (il contratto a tutele crescenti) e del boom di utilizzo dell'esonero contributivo triennale per le assunzioni a tempo indeterminato fatte nel 2015. Cresce in modo consistente anche il numero dei lavoratori precari con contratti intermittenti e in somministrazione. Nel 2018 i lavoratori somministrati sono stati 854.723 con una crescita del 9,2% sul 2017 e del 65,5% rispetto al 2014. Nel 2018 la retribuzione media e' stata di 8.590 euro per 120 giornate retribuite. Aumentano nell'anno soprattutto i lavoratori intermittenti soprattutto grazie alla cancellazione dei voucher che ha spinto le aziende a trovare una soluzione flessibile alternativa. Nel 2018 i lavoratori intermittenti con almeno una giornata retribuita nell'anno sono stati 616.483 (+15,1% sul 2017) continuando il trend di crescita iniziato nel 2017. 

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