Primo Piano

Raccolta rifiuti, Campitelli: attivare la differenziata in tutti i Comuni

 Fanno registrare un netto incremento in Abruzzo i Comuni Rifiuti Free, quelli nei quali ciacun cittadino produce al massimo 75 chili di secco residuo all'anno. Sono 68 (+28% rispetto all'edizione 2017) su 181 Comuni ricicloni (il 60% del totale), con una raccolta differenziata superiore al 65%. E' quanto emerge dall'analisi che Legambiente Abruzzo ha presentato, questa mattina, a Pescara, nella sede della Provincia, in occasione della terza edizione di Ecoforum - L'Economia circolare dei rifiuti - Comuni Ricicloni e RiciclAbruzzo. "L'Abruzzo sta andando nella giusta direzione - ha dichiarato l'assessore con delega ai Rifiuti, Nicola Campitelli - ma ha ancora margini di miglioramento. E' per questo che bisogna lavorare in sinergia, Regioni e Comuni, per centrare al più presto l'obiettivo. La percentuale di raccolta differenziata - ha proseguito - sfiora il 60%, con un incremento del 3,68% rispetto al 2017. Non siamo distanti dalla soglia del 65% stabilita dalla normativa nazionale ma va detto - ha aggiunto Campitelli - che in trentadue Comuni abruzzesi non è ancora partita la differenziata. Il mio impegno è proprio quello di far in modo che tutti i 305 Comuni abruzzesi siano allineati in questo fondamentale sistema di raccolta". Tra le amministrazioni comunali più virtuose Borrello (Chieti) in pole position ha fatto registrare un ottimo 93,7% nella differenziata. "A tal proposito, - ha concluso l'assessore - la nuova proposta di legge che stiamo redigendo prevede l'obbligo della raccolta differenziata del pannolino e del pannolone che rappresenta circa il 3% del totale. Per lo smaltimento di questo particolare tipo di rifiuto, si sta lavorando ad un impianto di riciclaggio all'avanguardia"

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Uil, col saldo Imu-Tasi si verseranno 10,3 miliardi di euro

Oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall'abitazione principale, il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati, dovranno presentarsi alla "cassa" per l'Imu/Tasi. Con il saldo del prossimo 16 dicembre, infatti, si verseranno 10,3 miliardi: il conto totale, a fine anno, sara' di 20,5 miliardi. E' quanto emerge dal Rapporto Imu/Tasi 2019, elaborato dal Servizio Politiche Territoriali della Uil. "Il costo medio complessivo dell'Imu/Tasi su una seconda casa, ubicata in un capoluogo di provincia - spiega Ivana Veronese, segretaria confederale Uil - sara' di 1.070 euro (535 euro da versare con la rata di dicembre) con punte di oltre 2 mila euro nelle grandi citta'. Prendendo in considerazione i costi dell'Imu/Tasi sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli), sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio sara' di 2.610 euro annui (1.305 euro per il saldo di dicembre), con punte di oltre 6 mila euro. Chi possiede una seconda pertinenza dell'abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie) versera' l'Imu/Tasi con l'aliquota delle seconde case, con un costo medio annuo di 56 euro (28 euro a saldo), con punte di 110 euro annui"

"La media dell'aliquota applicata per le seconde case tra Imu e Tasi - aggiunge Ivana Veronese - ammonta al 10,4 per mille. In molti Comuni (480 municipi di cui 18 citta' capoluogo di provincia) e' in vigore l'addizionale Tasi, fino a un massimo dello 0,8 per mille, introdotta per finanziare negli scorsi anni le detrazioni per le abitazioni principali, cosi' da portare in questi Comuni l'aliquota fino all'11,4 per mille. In oltre 234 Comuni, quest'anno, le aliquote sono state riviste al rialzo, tra cui 4 citta' capoluogo di provincia (Torino, La Spezia, Pordenone e Avellino)". Secondo i risultati del rapporto, al saldo di fine anno, i costi piu' alti in valore assoluto per una seconda casa di proprieta' si registrano a Roma con 2.064 euro medi; Milano, con 2.040 euro; Bologna con 2.038 euro; Genova con 1.775 euro e Torino con 1.745 euro. Valori piu' "contenuti", invece, ad Asti, con un costo medio di 580 euro; a Gorizia con 582 euro; a Catanzaro con 659 euro; a Crotone con 672 euro e a Sondrio con 674 euro. Per una seconda pertinenza della stessa categoria catastale a Roma si pagano mediamente 110 euro annui; a Milano 99 euro; a Bologna 96 euro; a Firenze e Napoli 95 euro. 

Diciotto citta' capoluogo hanno confermato l'addizionale della Tasi sugli altri immobili per cui, in questi Comuni, le aliquote superano quella massima dell'Imu (10,6 per mille). Altre 72 citta' capoluogo, sempre sulle seconde case, applicano l'aliquota del 10,6 per mille tra cui Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Bari. In 12 citta' capoluogo le aliquote sono sotto la soglia massima. "I Comuni che hanno aumentato quest'anno le aliquote, dopo tre anni di blocco, non sono molti - commenta Veronese -. Dobbiamo, pero', ricordare che nella maggior parte dei capoluoghi di provincia le aliquote erano gia' al massimo e che, nel 2019, quasi 4 mila Comuni sono andati al voto, appuntamento in prossimita' del quale difficilmente vengono alzate le tasse. Come abbiamo avuto modo di dire in occasione dell'audizione parlamentare sulla manovra di Bilancio, siamo d'accordo sull'unificazione dell'Imu con la Tasi in quanto, venendo meno il concetto di tassa sui servizi, riteniamo corretta la semplificazione del meccanismo con la creazione di un'imposta unica. Tuttavia, non comprendiamo del tutto l'aumento dell'aliquota base. Contemporaneamente, sarebbe necessaria la riforma del catasto, annunciata piu' volte nel corso degli ultimi anni, per riportare equita' nella tassazione sul mattone. Infine - conclude Veronese - ribadiamo che questo processo deve essere accompagnato da una lotta senza se e senza ma all'evasione fiscale sulla tassazione immobiliare che ogni anno produce un minor gettito, pari ad oltre 1 miliardo".

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Cresce il reddito netto delle famiglie, ma non diminuisce la disuguaglianza

Cresce il reddito netto delle famiglie, ma non diminuisce la disuguaglianza. Lo rileva l'Istat. Nel 2017 il reddito netto medio delle famiglie, pari a 31.393 euro annui, cresce ancora sia in termini nominali (+2,6%) sia come potere d’acquisto (+1,2%). Tuttavia, precisa l'istituto statistico, la disuguaglianza non si riduce: il reddito totale delle famiglie più abbienti continua a essere più di sei volte quello delle famiglie più povere. Pur restando molto elevata, nel 2018 la percentuale di popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale si riduce rispetto al 2017 (a 28,9% da 27,3%) per una minore incidenza di situazioni di grave deprivazione materiale. La quota di individui a rischio povertà resta ferma al 20,3%

La crescita rispetto all'anno precedente accelera in termini nominali (da +2%), ma rallenta in termini reali (+1,2% da +2,1%). Il reddito al quale si fa riferimento include alcune poste non considerate nella definizione armonizzata a livello europeo, quali buoni pasto, fringe benefits non monetari (a eccezione dell’auto aziendale inclusa anche nella definizione europea) e autoconsumi (beni prodotti e consumati dalla famiglia). Rispetto all'anno precedente, nel 2017 i redditi familiari medi in termini reali (esclusi gli affitti figurativi) sono cresciuti di più al Centro (+1,5%) e nel Nord-ovest (+1,4%) rispetto al Mezzogiorno (+1,1%) e al Nord-est (+0,6%). I maggiori incrementi si osservano per le coppie senza figli (+3,2%) e per le persone sole (+2,6%), seguono le coppie con figli (+1%); in riduzione invece i redditi familiari reali per le famiglie monogenitore (-1,1%).Nonostante la crescita registrata nel 2017, la contrazione complessiva dei redditi rispetto al 2007, anno che precede il manifestarsi dei primi sintomi della crisi economica, resta ancora notevole, con una perdita in termini reali pari in media all’8,8% per il reddito familiare e al 6,8% per il reddito equivalente (che tiene conto delle economie di scala, rendendo confrontabili i livelli di reddito di famiglie di diversa numerosità). A livello territoriale la contrazione del reddito familiare è pari all’11,9% nel Mezzogiorno, all’11,0% nel Centro, al 6,7% nel Nord-ovest e al 6,0% nel Nord-est. Guardando alle diverse tipologie familiari, rispetto al 2007, la diminuzione dei redditi familiari in termini reali è più alta per le famiglie più numerose (rispettivamente -8,2%, -11,4% e -14,0% per le famiglie con tre, quattro e cinque o più componenti), mentre è decisamente più contenuta per le famiglie con due componenti (-1,8%); si osserva invece un lieve incremento per le famiglie con un solo componente (+0,7%).Per confrontare le condizioni economiche delle famiglie di proprietari e inquilini (un quinto delle famiglie) è opportuno considerare nel calcolo del reddito disponibile anche l’affitto figurativo delle case di proprietà, in usufrutto o uso gratuito. Nel 2017, il reddito familiare inclusivo degli affitti figurativi è stimato in media pari a 36.293 euro; l’incremento in termini reali è pari all’1,7%, presentando, in virtù della crescita degli affitti figurativi (+4,8% rispetto al 2016), un aumento più elevato di quello registrato per il reddito familiare al netto di questa componente. Il reddito equivalente, inclusivo della componente figurativa, è cresciuto invece dell’1,8% in termini reali

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L’Italia e’ il primo Paese europeo per produzione nel settore calzaturiero

L'Italia e' il primo Paese europeo per produzione nel settore calzaturiero con l'export che nel 2018 ha raggiunto un valore di quasi 10 miliardi di euro. Ma rispetto a dieci anni fa, il volume del venduto e' diminuito dell'8,4% e il valore del 27,9%. E' quanto emerge dallo studio dell'Eurispes "Strategie di difesa attiva del Made in Italy calzaturiero" che analizza il settore, il valore del Made in Italy ma anche l'impatto della crisi economica che a partire da meta' degli anni '90 ha dimezzato il numero delle aziende. Nel 2018, si legge nel rapporto, sono stati prodotti 184 milioni di paia di scarpe per un valore di 7,86 miliardi di euro di cui solo il 15% del totale (27,5 milioni di paia) e' destinato al mercato interno.

La crisi economica iniziata a meta' degli anni Novanta, ha causato una riduzione delle aziende di quasi il 50% e un ridimensionamento della forza lavoro del 38,3%. Dal 2000 ad oggi, i volumi di produzione sono stati dimezzati (-52,7%). "L'Italia calzaturiera e' caratterizzata da una vistosa frammentarieta' del tessuto imprenditoriale: il 65,2% e' rappresentato da microimprese che assorbono il 13,5% dei lavoratori; le piccole imprese assorbono il 54,1% degli addetti. Lo studio si sofferma in particolare sul distretto di Fermo Macerata che rappresenta la piu' importante concentrazione di imprese calzaturiere in Italia. In un'area estesa a 30 comuni, con hub produttivi nelle zone di Porto S. Elpidio, S. Elipidio a Mare, Civitanova Marche, Montegranaro e Monte Urano, nel secondo trimestre, risultano 2.946 aziende attive, pari a circa un terzo del totale nazionale.

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Facilitatori del Movimento 5 Stelle, i candidati dell’Abruzzo nelle varie aree

Parlamentari grillini in campo per un posto di 'facilitatore' nel team che dovrà affiancare il capo politico Luigi Di Maio. Dodici figure che dovranno guidare altrettanti settori tematici per fare da collante tra la base e i vertici del Movimento. E sul web, tra Facebook e Instagram, è già entrata nel vivo la gara dei like per promuovere la propria candidatura tra gli attivisti iscritti a Rousseau. Ogni aspirante 'facilitatore' (questo il nome dato ai componenti della futura segreteria politica) ha presentato a sua volta una squadra tematica composta sia da eletti che da esperti.  "La bestia buona", scritta gialla su un cielo stellato come sfondo, è il nome del team creato dalla deputata abruzzese Valentina Corneli per il settore Giustizia e Affari Costituzionali. Il senatore Andrea Cioffi, già sottosegretario allo Sviluppo economico del primo governo Conte, è l'ideatore dell'omonima squadra (il 'team Cioffi') per l'area Infrastrutture e Trasporti, dove figura, tra gli altri, il consigliere di Roma Capitale Enrico Stefano. 

Anche l'ex Iena Dino Giarrusso, eurodeputato, ha pescato in Campidoglio: nel suo team 'Istruzione, ricerca e cultura' c'è infatti l'assessore allo Sport del Comune di Roma Daniele Frongia, oltre allo storico dell'arte Tomaso Montanari e alla ex deputata Silvia Chimienti. Il sociologo Domenico De Masi, invece, è uno degli esperti selezionati dal candidato facilitatore Alessandro Melicchio, deputato della Commissione Cultura, per la sua compagine. Punta sullo slogan 'Mettiamoci al lavoro' la deputata Maria Pallini, mentre l'imprenditore irpino Michele Gubitosa (candidato 'facilitatore Imprese', stesso settore scelto dal collega deputato Giovanni Currò) ha voluto con sé come compagni di viaggio, tra gli altri, l'ex ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, Jacopo Berti (già candidato presidente in Regione Veneto) e Antonio Mattia (imprenditore ed ex candidato presidente della Regione Basilicata per il Movimento). In lizza per l'area Innovazione c'è il giovane Luca Carabetta, mentre Vittoria Baldino corre per il settore Giustizia: uno degli esperti scelti dalla deputata M5S è il sociologo Massimo Di Felice, ospite l'anno scorso della kermesse 'Italia 5 Stelle' in un panel con Davide Casaleggio. C'è una 'ex' anche nella squadra della senatrice Bianca Laura Granato, aspirante facilitatrice per l'area Cultura, che ha deciso di 'ripescare' per l'occasione l'aquilana Enza Blundo, parlamentare nella scorsa legislatura. 

Corre per il team 'Lavoro e famiglia' il deputato Claudio Cominardi, già sottosegretario al Lavoro nel governo gialloverde. E se la fedelissima di Di Maio in Campania, la consigliera regionale Valeria Ciarambino, aspira a un posto come facilitatrice 'Sanità' (nel suo team anche Andrea Greco, ex candidato alla presidenza del Molise), la deputata Iolanda Di Stasio è in corsa per il settore Esteri (con lei Erika Alessandrini, portavoce al Comune di Pescara, molto vicina a Enrica Sabatini, membro del board di Rousseau). Come si legge sul Blog delle Stelle, "nella giornata del 1 dicembre si è conclusa la fase di presentazione dei progetti e delle squadre per il team del futuro e da oggi parte il percorso per individuare i facilitatori nazionali che dovranno supportare il Movimento 5 Stelle in 6 aree organizzative", ovvero: Formazione e personale; Comunicazione; Attivismo locale; Campagne elettorali; Supporto Enti locali amministrati dal M5S; Coordinamento e affari interni. E' possibile candidarsi per questi 6 ruoli "entro e non oltre le ore 12 di lunedì 9 dicembre".

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Olio extravergine di oliva, le richieste di Unaprol

Stringere le maglie dei criteri di qualita' garantendo la definizione di "extravergine" solo agli oli di oliva migliori con un tasso di acidita' sotto lo 0,4% dimezzandolo rispetto allo 0,8% attuale. E' quanto chiede Unaprol (il consorzio nazionale degli olivicoltori) in occasione del tavolo di confronto con il ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova sul problema del crollo dei prezzi causato dai prodotti spagnoli e tunisini che stanno invadendo il mercato con quotazioni poco sopra i 2 euro al chilo che stanno trascinando al ribasso gli oli di alta qualita' italiani con una caduta delle quotazioni del 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Gli oli di oliva non sono tutti uguali e la definizione di extravergine deve tornare a essere riservata solo a quelli migliori con acidita' massima fra lo 0,3% e lo 0,4 % - spiega Granieri presidente di Unaprol - bisogna intervenire sull'International Olive Council (OIV) perche' con gli standard internazionali che permettono di etichettare come extravergine quello con acidita' fino allo 0,8% c'e' poca chiarezza sulle caratteristiche dell'olio di oliva e si favoriscono speculazioni e inganni. Basta con queste maglie troppo larghe che - afferma Granieri - includono produzioni intensive come quelle spagnole che da sole rappresentano piu' di un terzo delle oltre 3 milioni di tonnellate spremute a livello mondiale.

 Nei soli primi otto mesi dell'anno - denuncia Unaprol - c'e' stato un balzo del 45% nell'arrivo in Italia di olio iberico per un quantitativo di oltre 298 milioni di chili spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con immagini in etichetta e marchi storici, una parvenza di italianita' da sfruttare sui mercati. La Spagna - evidenzia Unaprol - si conferma nel 2019 il primo importatore in Italia con il 76% del totale dell'olio straniero che arriva nella Penisola, seguita da Grecia, Tunisia e Portogallo. Il risultato e' - rileva Unaprol - un'invasione sugli scaffali dei supermercati di prodotti di scarsa qualita' a prezzi stracciati proprio nel momento in cui sta arrivando l'olio nuovo nazionale. Quest'anno la produzione italiana dovrebbe superare le 321mila tonnellate con un incremento di quasi l'84% rispetto alla scorsa stagione, con i record della Puglia e della Calabria che fanno registrare balzi del 165% e del 188% in confronto al 2018, spiega la Coldiretti su stime Unaprol/Ismea. In attesa che vengano strette le maglie larghe della legislazione per non cadere nella trappola del mercato per approfittare dell'ottima annata Made in Italy, il consiglio e' quello di guardare con piu' attenzione le etichette, spiega Unaprol.

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‘Viaggio Italiano: tra Borghi, Paesaggi e Cammini’ accordo per promuovere il turismo

"Viaggio Italiano" e' un progetto interregionale, promosso dalla Commissione Turismo della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e finanziato dal MIBACT, per promuovere in un'unica Rete nazionale il nostro grande patrimonio di bellezza, cultura e qualita' di vita. L'iniziativa e' coordinata dalla Regione Emilia-Romagna ed e' finalizzata a valorizzare il grande patrimonio dei Borghi, Paesaggi e Cammini, creando un sistema integrato di valorizzazione territoriale in grado di proporre un'offerta turistica unitaria e completa. Sono destinazioni autentiche e sostenibili per il turismo internazionale al fine di creare opportunita' di sviluppo per territori e comunita'. "Viaggio Italiano" e' un invito a viaggiare attraverso l'Italia che emoziona, custode di luoghi, percorsi e culture ancora poco conosciuti: localita' uniche, dove ospiti italiani e stranieri possono riappropriarsi di una dimensione di viaggio a misura d'uomo, lontano dai percorsi turistici convenzionali. Sono tre i grandi percorsi alla scoperta dell'Italia piu' autentica: i Borghi, storici e marinari, dall'entroterra alle coste; i Paesaggi, raccontati da circa 300 citazioni dei piu' illustri letterati italiani e stranieri; i Cammini - storici, naturalistici, culturali e religiosi - che, da Nord a Sud, attraversano il Paese. Un enorme patrimonio di bellezza oggi a disposizione del turismo internazionale, culturale e sostenibile tramite il portale viaggio-italiano.it, un unico strumento di comunicazione online facile e intuitivo che invita a scoprire i luoghi del turismo lento: oltre 1000 borghi, 100 Paesaggi e i tanti Cammini italiani. L'esplorazione attraverso una grande mappa illustrata e piu' di 1000 icone con disegni inediti e relative schede descrittive con video e foto, consente di trasmettere la grande ricchezza del nostro Paese, ricreata in modo da solleticare la curiosita' e suggerire viaggi alla scoperta di storie, tradizioni autentiche, e qualita' dell'ospitalita'. 21 mappe, 21 guide scaricabili dal sito e 21 video ognuno dedicato a una Regione e Provincia autonoma, permettono di esplorare l'Italia, proponendo un viaggio straordinario capace di suggerire percezioni diverse, curiose, non scontate, che trasformano ogni itinerario in un'esperienza inedita che i borghi, i paesaggi e i cammini offrono a chi e' interessato ad un turismo sostenibile e autentico.

"Esprimo la mia soddisfazione- aggiunge Mauro Febbo, Assessore al Turismo della Regione Abruzzo e Coordinatore della Commissione Turismo della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome- nel constatare la collaborazione che si e' consolidata tra le Regioni nella realizzazione dei progetti derivanti dall'Accordo di Programma in essere con il Ministero per i Beni e le attivita' culturali e per il Turismo, tra cui "Viaggio Italiano: tra Borghi, Paesaggi e Cammini" che ha cosi' rafforzato il lavoro in rete, valorizzando in modo sempre piu' efficace le tante piccole localita' italiane ricche di valori culturali e paesaggistici che caratterizzano il nostro Paese".

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Bussi, al via le prime audizioni in Commissione

"E' necessario agire con urgenza per completare la messa in sicurezza e stringere i tempi dell'avvio della bonifica, perche' sta emergendo che i fattori di rischio per l'ambiente e la salute sono gravi e persistenti". Lo ha detto Giovanni Legnini, presidente della Commissione d'inchiesta sulla megadiscarica di Bussi in Consiglio regionale d'Abruzzo, il cui lavoro e' entrato nel vivo oggi con l'audizione del sindaco di Bussi sul Tirino (Pescara), Salvatore Lagatta, e del direttore generale dell'Arta Abruzzo (agenzia regionale per la tutela dell'ambiente) Francesco Chiavaroli, presente con i tecnici Lucina Luchetti, responsabile dell'Ufficio siti contaminati e Sin, e il dirigente Roberto Cocco, ascoltati dai consiglieri componenti. "Abbiamo ascoltato con grande interesse i nostri interlocutori odierni, che ringrazio anche per la nettezza con cui hanno descritto la situazione che ci sembra preoccupante e da affrontare al piu' presto - ha dichiarato Legnini - Dalle audizioni e' emerso che la messa in sicurezza del sito, cosi' come la caratterizzazione, devono ancora essere completate e la bonifica deve essere avviata, benche' l'azienda inquinatrice abbia iniziato in parte le attivita' preliminari. Molto preoccupante per l'ambiente e la salute si presenta anche il sito di Bolognano, interessato dall'ex insediamento della Montecatini. Al sindaco di Bussi sul Tirino e al direttore generale dell'Arta abbiamo chiesto di fornire tutti i documenti e gli elementi utili a descrivere dettagliatamente la situazione dei siti inquinati e i diversi gravi problemi segnalati. La settimana prossima proseguiremo con le audizioni del Direttore del settore Bonifiche del ministero dell'Ambiente, del Direttore del settore Ambiente e rifiuti della Regione e dei rappresentanti del Forum H2O". 

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Nuovo allarme viadotto con l’autostrada A14 a rischio blocco

A Pescara nuovo allarme viadotto con l'autostrada A14 a rischio blocco. L'infrastruttura in Abruzzo potrebbe infatti essere interdetta ai mezzi pesanti, come scrive in un articolo oggi il Sole 24Ore. Si tratta del Cerrano, poco a nord di Pescara su un'A14. La notizia trapela dopo un weekend di braccio di ferro tra l'ufficio ispettivo territoriale (Uit) del ministero delle Instrastrutture, proprio mentre la Liguria (l'altra area di crisi) intravede uno spiraglio, con la riapertura di una carreggiata dell'A6 Torino-Savona e di altre corsie sull'A26. Sul Cerrano Autostrade per l'Italia (Aspi) assicura che c'è un monitoraggio continuo e le analisi effettuate evidenziano che non c'è alcun rischio statico. Diversa è l'opinione dell'Uit, guidato da Placido Migliorino. L'Uit - scrive il Sole24Ore - ha riscontrato due problemi: le cerniere che uniscono le campate sono ammalorate e ossidate tanto da non garantire resistenza in caso di terremoto e in zona c'è una frana che tocca le sottofondazioni dei piloni. Così l'Uit ha prescritto il divieto di transito ai mezzi pesanti, che però Aspi non ha adottato. Così ieri mattina le carte sono finite alla Prefettura di Teramo, che ha il potere di disporre lo stop al posto del gestore.

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Ocse: studenti italiani peggiorati in scienze e lettura

Gli studenti italiani di 15 anni hanno competenze scientifiche e di lettura inferiori a quelle che avevano i loro coetanei dieci anni fa. In matematica mantengono un livello medio sufficiente, in linea con quello dei coetanei dei paesi Ocse, ma per quanto riguarda le scienze il risultato medio e' "significativamente inferiore" alla media Ocse. Tanto che, secondo gli esperti, molti di loro escono da scuola senza avere le competenze di base richieste dal corso di studi: "Sono gusci vuoti", come li definiva il linguista Tullio De Mauro. E' il dato piu' rilevante, relativo al nostro paese, che emerge da Pisa 2018, l'indagine internazionale promossa dall'Ocse con cadenza triennale con l'obiettivo di rilevare le competenze degli studenti di 15 anni in Lettura, Matematica e Scienze (a questa tornata hanno partecipato alla prova PISA 11.785 studenti quindicenni italiani, divisi in 550 scuole totali).

Andando nel dettaglio, lo studio evidenzia che i risultati in matematica sono migliorati nel 2009 per poi rimanere stabili nel tempo ma modesti. Circa il 24% dei nostri studenti quindicenni non ha raggiunto il livello 2, livello base di competenza in matematica (media Ocse 22%) mentre solo il 10% si colloca nei livelli di eccellenza 5 e 6 (media Ocse 11%). I ragazzi ottengono un punteggio superiore alle ragazze di 16 punti e questa differenza e' piu' del doppio di quella rilevata in media nei paesi Ocse. I maschi superano le femmine in particolare nelle fasce di punteggio medio-alto. Per quanto riguarda le scienze, 1 su 4 studenti italiani non raggiunge il livello base di competenze scientifiche, nei paesi Ocse e' 1 su 5. Sono 'low performer' in scienze il 15-20% degli studenti del nord Italia e oltre il 35% degli studenti del sud Italia. Inoltre, le differenze di genere qui non contano. In altri ambiti, ad esempio la lettura, le donne ottengono punteggi superiori ai maschi, ma i risultati di maschi e femmine nella materia delle scienze non risultano statisticamente differenti.

Per quanto riguarda la lettura (definita da Pisa come "la capacita' degli studenti di comprendere e utilizzare i testi per raggiungere i propri obiettivi e partecipare alla societa') gli studenti italiani ottengono un punteggio di 476, inferiore alla media Ocse (487), e si collocano tra il 23 e il 29esimo posto tra i paesi Ocse. Il punteggio non si differenzia da quello di Svizzera, Lettonia, Ungheria, Lituania, Islanda e Israele. Soltanto il 5% degli studenti italiani raggiunge i livelli piu' elevati della scala delle performance (i livelli 5 e 6). A livello medio internazionale tale percentuale e' di circa il 9%. I migliori sono i cinesi: gli allievi delle province di Pechino, Shanghai, Jiangsu e quelli di Singapore conseguono un punteggio medio superiore a quello di tutti i paesi che hanno partecipato a Pisa. L'indagine Pisa conferma che in Italia permane una realta' scolastica a 'macchia di leopardo', con divari territoriali molto ampi: per quanto riguarda la lettura, gli studenti del Centro-Nord riportano generalmente i risultati piu' brillanti, dimostrano di saper risolvere compiti piu' complessi mentre i coetanei del Sud e delle Isole hanno maggiori difficolta'. Si osservano differenze anche tra le tipologie di scuola frequentate dagli studenti: i ragazzi dei Licei ottengono punteggi molto elevati in lettura, vicini ai paesi europei con risultati migliori in Pisa (521 punti). Seguono quelli degli istituti tecnici (458 punti), mentre gli studenti degli Istituti professionali e della Formazione professionale - simili tra loro - sono piu' in difficolta' a svolgere correttamente le prove Pisa e spesso non raggiungono il livello minimo di competenza. Sempre in lettura le ragazze superano i ragazzi di 25 punti e tra i 'low performer' ci sono piu' ragazzi che ragazze. Tra i 'top performer' (livello 5 e 6) le ragazze sono presenti in misura maggiore.

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