Primo Piano

Sanità, Asl Chieti condannata a pagare 900 mila euro per la morte di una donna

Per il decesso in ospedale di una donna di Lanciano, di 77 anni, la Asl Lanciano-Vasto-Chieti e' stata condannata a circa 900 mila euro di risarcimento danni ai famigliari. La sentenza e' del tribunale civile di Chieti, giudice estensore Camillo Romandini. Per i sanitari dell'ospedale di Chieti, dove la paziente era stata ricoverata l'8 ottobre 2012 per un intervento all'anca, poi deceduta il successivo 20 novembre, la donna era morta per vecchiaia (marasma senile), invece dal procedimento civile e' stata accertata la grave ed esclusiva responsabilita' dei sanitari del nosocomio teatino. Dopo l'intervento di natura ortopedica sono subentrate delle complicazioni dovute ad emorragie, infezioni e nuove operazioni, anche al fegato che e' stato danneggiato. Con un'importante sentenza il tribunale civile di Chieti ha cosi' condannato la Asl al risarcimento totale di 846 mila euro agli eredi. Difatti oltre ai tre figli, liquidati con 170 mila euro ciascuno, il giudice ha risarcito anche i cinque nipoti della donna, ognuno con 50 mila euro, e le tre nuore, 10 mila ciascuna, motivato dal forte legame affettivo. Nei confronti della paziente deceduta il risarcimento e' stato di 56 mila euro per i giorni in cui e' stata ricoverata. Danno non patrimoniale passato agli eredi. I famigliari sono stati patrocinati dall'avvocato Alessandro Di Martino. Perito di parte Giorgio Bolino di Roma. Nella sentenza si sottolinea inoltre che le responsabilita' mediche sono emerse dall'attento lavoro del ctu Ildo Polidoro, di Pescara, che ha individuato, attraverso puntuale ricostruzione del percorso clinico, gli errori di carattere medico-infermieristico e di intervento, sgombrando ogni dubbio sulle vere ragioni della morte della paziente. 

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Olio, la produzione è in leggera ripresa

La produzione italiana di olio extravergine d'oliva è in leggera ripresa ma le stime per la campagna 2017/2018 restano ancora lontane dagli standard di un'annata olearia ordinaria. È quanto emerge dall'indagine eseguita dall'osservatorio di mercato del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori nell'ultima settimana di settembre, che prevede un incremento medio complessivo del 50% per la stagione 2017/2018 (273.000 tonnellate) rispetto alla campagna olivicola 2016/2017 (182.325 tonnellate). Il segno positivo, però, non deve ingannare perché la campagna dello scorso anno, caratterizzata in molte zone da scarica produttiva, è stata tra le peggiori degli ultimi decenni. Se raffrontata con la campagna 2015/2016 (474.620 tonnellate prodotti), infatti, la produzione prevista per quest'anno è ancora fortemente negativa in tutte le regioni, segno evidente di come la ripresa definitiva del settore sia ancora lontana. Tra i fattori che hanno determinato questo risultato l'andamento climatico e, in particolare, la siccità, che ha causato cascola anticipata di fiori e fruttificazione ridotta. La pioggia delle ultime settimane, però, ha in parte mitigato, soprattutto al Sud, gli effetti deleteri del caldo torrido, garantendo anche per quest'anno un prodotto di grande qualità. Entrando nel dettaglio regionale, la Puglia resta la Regione leader con il 55% dell'intera produzione nazionale e con un incremento, rispetto all'anno scorso, del 45% della produzione

 Balzo in avanti significativo rispetto al 2016 anche per altre Regioni del Centro e del Sud, come Calabria, Sicilia, Basilicata e Abruzzo, mentre Toscana (-30%) e Umbria (-20%), a causa della carenza idrica, ridurranno di molto la produzione. "Eravamo fortemente preoccupati per la siccità e per alcune malattie, come la Xylella nel Salento o la Tripide dell'Olivo in Calabria, ma fortunatamente i dati in nostro possesso sono confortanti anche se c'è ancora tanto da fare'', ha rivelato il presidente del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori. "Dai riscontri dei dati sulle rese forniti dai primi frantoi aperti si registrano anche percentuali di estrazione al di sopra della media del periodo che fanno ben sperare per il prosieguo della stagione molitoria", ha continuato Sicolo. Il CNO riunisce su tutto il territorio nazionale 24 organizzazioni di produttori, di livello provinciale, interprovinciale e regionale. Gli olivicoltori aderenti sono 135.000 e gestiscono complessivamente circa 140.000 ettari di oliveti. 

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Regione Abruzzo, partono nuovi concorsi

La Giunta regionale intende procedere nell'opera di riorganizzazione della macchina regionale, "una forte azione di rinnovamento accompagnata dallo snellimento della dotazione organica regionale, da nuove procedure concorsuali, da un diverso sistema di formazione, con una differente regolamentazione del rapporto tra Regione e assistenza tecnica e progressioni di carriera per gli interni". E' quanto emerso a L'Aquila, nella riunione tra il presidente Luciano D'Alfonso e le organizzazioni sindacali con all'ordine del giorno la riorganizzazione degli Uffici della Giunta regionale, lo sviluppo delle risorse umane e il Programma dei fabbisogni 2017-2019. Presente anche il capo Dipartimento Fabrizio Bernardini. "Faremo concorsi - ha detto D'Alfonso - capaci sia di valorizzare gli interni sia di attenere la regione all'esterno: 50 funzionari e 12 dirigenti con possibilita' di ulteriori assunzioni degli idonei. Scommetteremo in formazione poiche' il diritto di progressione di carriera e' un diritto costitutivo di un'organizzazione del mondo del lavoro"

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Istat: ad agosto cala disoccupazione giovani, al 35,1%

Cala la disoccupazione giovanile. Ad agosto, secondo le stime provvisorie dell'Istat, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 35,1%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono per definizione esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi. L'incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è invece pari al 9,5% (cioè poco meno di un giovane su 10 è disoccupato). "Tale incidenza risulta invariata rispetto a luglio", ha spiegato l'Istituto. Il tasso di occupazione dei 15-24enni cresce di 0,1 punti, mentre quello di inattività cala di 0,1 punti. Guardando alle altre classi di età, il tasso di occupazione nell'ultimo mese cresce tra i 25-34enni (+0,8 punti percentuali) e gli ultracinquantenni (+0,1 punti) mentre cala tra i 35-49enni (-0,2 punti). Il tasso di disoccupazione cala tra i 25-34enni (-0,8 punti) e gli ultracinquantenni (-0,1 punti) mentre cresce tra i 35-49enni (+0,1punti). Il tasso di inattività cala tra i 25-34enni (-0,2 punti), cresce tra i 35-49enni (+0,1 punti), rimane stabile tra gli over 50. quello giovanile al 35,1% (-0,2 punti

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Equitalia riscuote subito ma tarda a pagare i fornitori

 Equitalia e' sempre stata sollecita e rigorosa nella riscossione ma paga in ritardo: questa la denuncia della Cgia. "Quando era chiamata a riscuotere - segnala il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - non guardava in faccia nessuno. Nei confronti dei contribuenti era rigorosa, inflessibile e non ammetteva alcuna giustificazione. Quando, per contro, doveva onorare gli impegni contrattuali sottoscritti, almeno alla luce di quanto e' accaduto nel 2016, questa precisione e meticolosita' nel rispettare le scadenze sfumava, al punto tale che liquidava i propri fornitori oltre i termini di legge. In altre parole, praticava bene, ma razzolava male". Visto il ruolo che ha ricoperto in passato - si legge in una nota - chiunque sosterrebbe che questa societa' pubblica mai e poi mai avrebbe violato la normativa sui tempi di pagamento. Le cose, invece, sono andate diversamente: nel 2016, infatti, Equitalia Spa (che, ricordiamo, e' stata soppressa il 1 luglio di quest'anno) ha saldato le fatture dei propri fornitori in ritardo rispetto ai tempi fissati dalla normativa.

Nella graduatoria dei ritardatari Equitalia non e' la peggiore: Inps, Sogei e molti ministeri la battono. "Se l'anno scorso sia Equitalia Spa sia l'Inail hanno pagato i propri fornitori con 13 giorni di ritardo medi ponderati rispetto a quanto previsto dalle disposizioni di legge, che prevedono il pagamento fattura entro 30 giorni dalla data di ricevimento, altre amministrazioni finanziarie - secondo la Cgia - si sono comportate addirittura peggio: l'Inps, ad esempio, ha onorato gli impegni di pagamento con 29 giorni medi ponderati di ritardo e la Sogei (societa' di Information technology del Ministero dell'Economia delle Finanze) Anche per molti ministeri il rispetto dei tempi di pagamento e' un optional. Se nel 2016 agli Interni hanno saldato le fatture con 58 giorni medi ponderati di ritardo, il ministero della Giustizia lo ha fatto dopo 52, la Difesa dopo 46 e lo Sviluppo Economico dopo 38". C'e' comunque chi rispetta i tempi. "I piu' virtuosi - riferisce l'indagine - sono stati il dicastero dell'Ambiente, che ha anticipato il saldo fattura di 7 giorni, e i ministeri degli Esteri e dell'Economia e delle Finanze che, entrambi, hanno liquidato i fornitori 4 giorni prima della scadenza di pagamento". "L'avvio della procedura di infrazione dell'Ue nei confronti del nostro Paese - ricorda Zabeo - risale al giugno del 2014. Questo richiamo ufficiale ci e' stato comminato perche' la nostra Pubblica amministrazione ha violato le disposizioni della Direttiva europea sui ritardi di pagamento entrata in vigore nel 2013. E sebbene negli ultimi anni ci sia stato qualche miglioramento, nel 2017, secondo i dati di Intrum Justitia, la nostra Pa paga i propri fornitori dopo 95 giorni. In Europa solo la Grecia ha saldato le fatture dopo un numero di giorni superiore al nostro". Lo studio evidenzia poi i ritardi nella fatturazione elettronica obbligatoria per tutte le pubbliche amministrazioni dal 31 marzo 2015: "Escludendo le scuole sono quasi 13.500 le pubbliche amministrazioni che hanno l'obbligo di far transitare i pagamenti sulla piattaforma dei crediti commerciali (Pcc) gestita dal Mef. In realta', ben 6.898 enti, pari al 51,3 per cento del totale, nel 2016 non l'hanno fatto. Pertanto, i risultati di questa elaborazione sono ancora parziali e riconducibili solo alle amministrazioni che hanno adempiuto a questo vincolo di legge.

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Consumi, la mappa dei risparmi

 I consumi delle famiglie in Italia nel 2016 sono aumentati dell'1% rispetto al 2015, ma nell'ultimo anno sono diminuiti quelli al supermercato, anche se di poco (-0,55%), considerando un'inflazione del 1,2% in generale e 0,8% sui soli prodotti alimentari. In uno scenario di quasi stagnazione, la spesa media degli italiani per alimentari, igiene personale e per la casa in un anno, per una famiglia media, secondo i dati Istat si attesta sui 6.300 euro, con il 20% dell'intero budget familiare ritagliato su questa voce. E' quanto emerge da un'indagine di Altroconsumo.Grazie alla tensione concorrenziale tra insegne e punti vendita sul territorio, spiega una nota dell'associazione, sono possibili risparmi che su un singolo prodotto possono toccare punte del 160% e sul paniere di spesa con prodotti di marca al supermercato arrivare a ben 2.817 euro per una famiglia di quattro persone che ne spende 8.300 all'anno. L'annuale inchiesta di Altroconsumo su super, iper e hard discount in 67 città italiane mostra la mappa della convenienza e del risparmio, stabilendo dove sia più conveniente realizzare gli acquisti di alimentari, freschi e confezionati e di prodotti per l'igiene personale e per la casa. Visitati 1.017 tra super, iper e hd, rilevando più di un milione di prezzi alla scoperta del punto vendita più conveniente nelle 20 regioni d'Italia. Per comporre le classifiche, sia sulle insegne più convenienti a seconda del tipo di spesa (consultabili su www.altroconsumo.it/supermercati), sia quella sulle città qui a seguire, sono stati raccolti 1.186.000 prezzi. I prodotti appartengono a 115 categorie merceologiche diverse. L'area del nord-est, con il Veneto in testa, prosegue la nota, si conferma la più interessante per poter approfittare della guerra dei prezzi tra insegne e punti vendita. Insieme a Pordenone, si compra bene a Treviso e Vicenza dove si spende in media 5.900 euro, al di sotto della media nazionale. Se pensare di recarsi a Fiume Veneto dal resto della penisola per fare la spesa è poco realistico, ipotizzare invece di cambiare punto vendita all'interno della stessa città si può e si deve fare. A Cuneo se si va nel super più conveniente anziché in quello più caro si possono risparmiare 1.284 euro in un anno; a Torino 1.246 euro; a Roma 1.200; mille euro a Milano. Più punti vendita, forbice dei prezzi che si amplia. Situazione opposta a Reggio Calabria, dove non solo il risparmio massimo è di poco superiore a 200 euro, ma dove nel punto vendita più economico si spendono quasi 6.400 euro, di più rispetto alla media nazionale. Non solo al Sud: ad Aosta, la spesa minima in città è di 6.500 euro e le possibilità di risparmio sono ridotte a 365 euro. Qui qualunque supermercato si scelga, la spesa resta carissima. Scarsa concorrenza significa sempre poca scelta e prezzi allineati. Su Altroconsumo.it/supermercati è possibile consultare l'inchiesta in integrale, con le tabelle della singole città e calcolare il punto vendita più conveniente secondo le abitudini di spesa. 

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Api-Cribis: Italia 12/a in Ue per pagamenti a fornitori

Il grado di virtuosità delle imprese dal punto di vista dei pagamenti verso i loro fornitori e presenta in Europa una situazione molto eterogenea: se Danimarca e Germania si contraddistinguono per le maggiori quote di pagatori puntuali nel 2016, rispettivamente l'86,5% e l'81,7% del totale, Romania e Portogallo registrano invece i risultati peggiori, inferiori al 20% nella classe di pagamento alla scadenza (17,6% e 19,5%). Lo fa sapere Api, in virtù dei risultati dello 'Studio Pagamenti 2017' realizzato da Cribis partner dell'Associazione, analizza l'apertura delle Pmi alle relazioni commerciali con l'estero, presentando in anteprima i risultati del sondaggiosomministrato alle imprese associate.Lo Studio Pagamenti 2017 mostra una situazione stabile in Italia, con una leggerissima variazione negativa nei pagamenti a scadenza, che passano dal 35,7% nel 2015 al 35,6% nel 2016, compensata tuttavia da una discreta diminuzione dei pagatori oltre 30 giorni, che si riducono dal 14,3% al 12,3%.Forti i segnali di ripresa dalla Grecia: è il Paese che mostra i miglioramenti più elevati, con un significativo aumento dei pagatori puntuali che passano dai 22,7% del 2015 ai 32,4% del 2016 e una diminuzione dei pagamenti in ritardo di oltre 30 giorni, che dal 53,1% si abbassano al 29,8. Anche la Germania incrementa ulteriormente i propri risultati, con una crescita dei pagatori puntuali, che passano dal 72,3% del 2015 all’81,7% del 2016 e una riduzione dei gravi ritardatari, che sono solo lo 0,7%.In aggiunta, la buona salute dell’Europa è confermata dall’assenza di gravi variazioni negative sia nei pagamenti puntuali, sia oltre 30 giorni di ritardo

L’Italia si colloca comunque nella seconda metà della classifica europea dei Paesi più virtuosi, ottenendo il 12° posto, dopo, rispettivamente, Polonia, Francia e Belgio, con ben 6,6 punti di scostamento dalla media europea, che vede nel 2016 il 42,3% di aziende puntuali nei pagamenti.L’Italia, a fronte delle migliori prestazioni di altri Paesi europei nei pagamenti, mostra una forte apertura al commercio con l’estero e, secondo i più recenti dati Eurostat**, si posiziona al 4° posto in UE per esportazioni, dopo Germania, Olanda e Francia. In dettaglio, vanta un valore pari a 223,3 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2017, in crescita del +8% rispetto allo stesso periodo del 2016, per un totale di 126,1 miliardi di export in nazioni dell’Unione Europea e 97,2 miliardi di euro in Paesi extra Ue.Paolo Galassi, presidente di Api conclude: "Le Pmi sono il cuore pulsante della nostra economia e, come dimostra anche il sondaggio che abbiamo recentemente rivolto alle associate, hanno un ruolo non solo attivo ma anche fondamentale nell’accrescere il grado di internazionalizzazione dell’Italia. Il mio suggerimento è dunque che il Governo ascolti le loro istanze e adotti misure volte a incentivare una concorrenza sul mercato 'ad armi pari' con le aziende estere, per tornare finalmente a essere più competitivi anche in termini di prezzo e non solo di qualità. Auspico che l’Europa faccia la sua parte, promuovendo politiche fiscali e attuando un piano europeo straordinario per gli investimenti che sia davvero comunitario, a supporto delle aziende che fanno import-export dentro i confini dell’Unione, per eliminare così la rivalità interna".

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Sette arresti in Abruzzo tra amministratori locali ed imprenditori

Con le accuse di corruzione e turbativa d'asta sono stati arrestati, stamani, nell'ambito di un'operazione di polizia denominata "Master List", sette persone tra imprenditori e amministratori di Canistro, Avezzano e Campotosto, Casacanditella, Montorio al Vomano e Penne. L'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, firmata dal gip di Avezzano, riguarda un filone di una vicenda ben piu' ampia che coinvolge anche diversi politici abruzzesi. Il gip evidenzia,negli atti, scambi di favore e mazzette per alimentare meccanismi ben collaudati affinche' si spartissero appalti in mezzo Abruzzo relativi a lavori di movimento terra e non solo. Nell'ambito dell'indagine risulta coinvolto anche un amministratore del consorzio acquedottistico Marsicano.

I provvedimenti, firmati dal gip del Tribunale di Avezzano, Francesca Proietti, sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile dell'Aquila. In particolare, le misure restrittive riguardano l'amministratore delegato del Consorzio acquedottistico marsicano (Cam), Giuseppe Venturini, l'ex vice sindaco con delega ai Lavori pubblici di Canistro (L'Aquila), Paolo Di Pietro, attualmente consigliere comunale di maggioranza, il sindaco di Casacanditella (Chieti), Giuseppe D'Angelo, l'imprenditore di Montorio al Vomano (Teramo), Emiliano Pompa, l'imprenditore Antonio Ruggeri di Avezzano, che vantava entrature in Vaticano e conoscenze nella magistratura che gli avrebbero garantito l'immunita', Antonio Ranieri dell'Aquila, responsabile unico del procedimento al Comune di Campotosto (L'Aquila) e l'imprenditore Sergio Giancaterino di Penne (Pescara). L'inchiesta porta la firma dei sostituti procuratori Roberto Savelli e Maurizio Maria Cerrato e rappresenta un filone di una vicenda piu' ampia che coinvolge anche diversi politici abruzzesi. Il gip evidenzia favori e scambi di denaro. Mazzette per oliare meccanismi ben collaudati e soprattutto appalti da spartire in mezzo Abruzzo. A Canistro l'inchiesta riguarda i lavori di risanamento e consolidamento del cimitero, mentre a Campotosto la manutenzione dell'area di campeggio Capparella e della struttura adibita a centro velico denominata 'casa dei pescatori', oltre a interventi nell'ex discarica in localita' Reperduso. C'e' anche il fronte delle aste pubbliche bandite dall'Unione dei Comuni delle Colline teatine, di cui il Comune di Casacanditella e' capofila. In quest'ultimo caso al centro dei presunti illeciti ci sono i lavori di riassetto territoriale dell'area a rischio idrogeologico della localita' Colle grande del Comune di San Martino sulla Marrucina. A Capistrello, inoltre, il lavoro degli inquirenti ha riguardato la gara relativa ai lavori di manutenzione del depuratore eseguiti dal Cam. Le indagini poggiano prevalentemente su intercettazioni ambientali e sul sequestro di documentazione. 

Ad innescare, nonche' a dare il nome all'inchiesta denominata "Master list", e' stata tra le altre cose una lista di ditte che, secondo l'accusa, si dovevano spartire numerosi appalti sia in provincia di L'Aquila sia nel resto della regione, lista contenuta in un'agenda sequestrata in una perquisizione all'imprenditore di Penne Sergio Giancaterino, ora ai domiciliari. Per questo elemento, altri documenti e il materiale dei precedenti filoni, secondo la Procura della Repubblica di Avezzano e la squadra mobile, i destinatari odierni dei provvedimenti restrittivi sarebbero "inseriti in un collaudato sistema illecito, da cui e' scaturito il nome dell'operazione, finalizzato ad influenzare appalti pubblici in diversi comuni della provincia di L'Aquila". Secondo le carte in possesso dell'accusa, il meccanismo piu' utilizzato da parte di amministratori, tecnici e funzionari coinvolti, era quello di rispondere alle gare con le ditte d'accordo con chi avrebbe dovuto vincere tra di loro stabilendo insieme il massimo ribasso. Naturalmente, l'obiettivo sarebbe stato quello di partecipare agli appalti e di far ruotare i vincitori. Da riscontri e intercettazioni sarebbe emersa l'intesa raggiunta tra gli indagati per la gara relativa alla sistemazione dell'edificio comunale del Comune di Canistro: in un appalto di circa 480mila euro, circa 20mila sarebbero stati distribuiti tra ditte partecipanti e amministratori attraverso contributi e consulenze. L'appalto - ritengono Procura della Repubblica di Avezzano e squadra mobile - non e' poi andato a buon fine "per cause indipendenti dalla volonta' degli indagati". Le indagini riguardano tra gli altri, a Campotosto (comune dell'Aquilano che ha subito il terremoto del Centro Italia 2016-2017 e di L'Aquila del 2009), l'appalto per la manutenzione dell'area di campeggio Capparella e della struttura adibita a centro velico "casa dei pescatori", oltre a interventi nell'ex discarica in localita' Reperduso, le aste pubbliche bandite dall'Unione dei Comuni delle Colline teatine, di cui il Comune di Casacanditella e' capofila: a tale proposito, al centro dell'inchiesta i lavori di riassetto territoriale dell'area a rischio idrogeologico della localita' Colle grande del Comune di San Martino sulla Marrucina. Ed ancora: a Capistrello, la gara relativa ai lavori di manutenzione del depuratore eseguiti dal Cam. 

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Fs, 26.560 gli interventi di assistenza dell’ Help Center di Pescara

Sono stati 26.560 gli interventi di assistenza effettuati nel 2016 dall' Help Center di Pescara Centrale. Tra questi 17.500 hanno riguardato i servizi di sostegno di base - come docce, erogazione di pasti e distribuzione di vestiario - mentre oltre 9.000 sono stati rivolti a interventi di accompagnamento e orientamento sociale e lavorativo. I servizi di assistenza hanno interessato un totale di 630 utenti: il 72% gia' fruitori dell'Help Center e il 28% nuovi. In particolare il 78% sono uomini e il 28% donne. Per quanto riguarda invece la nazionalita', il 25% degli utenti e' composto da cittadini italiani, il 37% da comunitari e il 20% da extracomunitari. Ad oggi gli Help Center sono 17, presenti a Roma Termini, Milano Centrale, Bari Bologna, Brescia, Catania, Chivasso, Firenze Santa Maria Novella, Foggia, Genova Cornigliano, Melfi, Messina, Napoli Centrale, Pescara Centrale, Reggio Calabria, Torino e Trieste. Circa 500mila gli interventi di assistenza effettuati nel 2016 dagli Help Center, il primo grande progetto promosso dal Gruppo FS Italiane per contrastare e affrontare i fenomeni di disagio sociale presenti nelle stazioni ferroviarie italiane. Tra questi, l'85% (circa 410mila) ha riguardato servizi di sostegno di base - come docce, erogazione di pasti e distribuzione di vestiario - con un forte incremento rispetto al 2015, a testimonianza dell'impatto significativo dei flussi migratori che ruotano attorno alle stazioni, in particolar modo nel Sud Italia

 L'altro 15% (circa 75mila) include invece interventi di accompagnamento e orientamento. Sale, poi, del 7% il dato delle persone che si sono registrate presso gli Help Center e cresce anche il dato di chi si e' rivolto a queste strutture per la prima volta (+18%), mentre diminuisce leggermente (-2,2%) il numero degli utenti abituali. Tra gli utilizzatori, circa 6mila gli italiani, 5mila gli stranieri comunitari e 11mila gli extracomunitari. Gli Help Center hanno totalizzato circa 4.500 giorni di apertura, con 32mila ore di attivita', 46 operatori sociali attivi ogni ora su tutta la rete e 850 volontari. Questi i dati principali contenuti nel Rapporto dell'Osservatorio sul Disagio e la Solidarieta' nelle Stazioni Italiane (ONDS), illustrati oggi nella sala Auditorium di Ferrovie dello Stato Italiane. Alla presentazione, i cui lavori sono stati aperti da Renato Mazzoncini Amministratore Delegato e Direttore Generale di FS Italiane, hanno partecipato Laura Baldassarre Assessora alla Persona, Scuola e Comunita' solidale di Roma Capitale, e Roberto Pella Vice Presidente Vicario ANCI

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Omicidio di Montesilvano, la ricostruzione degli inquirenti

"Vattene infame non sei buono". Cosi' Antonio Bevilacqua, il 21enne ucciso con un colpo di fucile la notte del 16 settembre a Montesilvano mentre era all'interno del ristorante si era rivolto a Massimo Fantauzzi, 46 anni, in carcere da due giorni perche' ritenuto l'autore del delitto. Alla base dell'omicidio ci sarebbe infatti la lite tra il 21enne e il 46enne. Bevilacqua, con l'amico che era in compagnia del killer, avrebbe "commentato negativamente la presenza del Fantauzzi - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea - accompagnando tali considerazioni con gesti significativi di un atteggiamento di disprezzo che nutriva nei suoi riguardi". Per risalire al killer, sono state determinanti le testimonianze delle persone presenti nel locale la notte della tragedia. In particolare, un conoscente di Fantauzzi, che aveva trascorso la giornata con lui e che era andato con lui nel locale, oltre a quelle dell'ex compagna e della figlia dell'arrestato. Quella notte un'altra persona avrebbe espresso risentimento nei confronti di Fantauzzi in particolare per "il mancato rispetto di un non precisato impegno che aveva assunto nei propri riguardi" e "Bevilacqua - scrive il gip - si era offerto di 'risolvere' la questione", ma l'amico di Fantauzzi "era riuscito a riportarlo alla calma, premurandosi di invitare il Fantauzzi, che era sempre rimasto all'esterno del ristorante, ad abbandonare il locale vista l'atmosfera tesa nei suoi riguardi: tale invito non era stato tuttavia raccolto".

 Allora Bevilacqua, quando Fantauzzi e' entrato nel locale, avrebbe "ostentato disprezzo invitandolo ad allontanarsi ed apostrofandolo con frasi offensive". Per evitare il peggio l'amico ha accompagnato a casa il 46enne che in macchina, durante il tragitto, ha pronunciato queste parole "ma ti rendi conto, come mi ha trattato? Con un paio di cazzotti lo sfracchio". Il teste si e' trattenuto in casa di Fantauzzi per qualche minuto e poi e' tornato al ristorante. Mentre si dirigeva in auto verso il locale e' stato "superato da una moto di colore rosso che, al momento dell'affiancamento aveva avuto un momento di esitazione nel portare a termine il sorpasso". Secondo il gip, "decisivo elemento per la ricostruzione dei fatti e per l'individuazione del responsabile dei fatti" veniva poi fornito dal testimone "il quale, alla vista del filmato tratto dal sistema di telecamere posizionate all'interno ed all'esterno del locale, riconosceva questi nel proprio amico Fantauzzi Massimo".

Il giudice soottolinea poi "altri significativi elementi che corroborano il quadro accusatorio" e che l'ex compagna e la figlia di Fantauzzi "hanno fornito importanti elementi ai fini della richiesta cautelare". Sarandrea, infine, reputa rilevante "il quadro indiziario a carico dell'indagato, "posto che le riprese video in atti nonche' le dichiarazioni rese dai soggetti sopraindicati, consentono di ricondurre la responsabilita' del grave delitto in esame proprio a Fantauzzi Massimo". 

Massimo Fantauzzi nei giorni seguenti al delitto avrebbe vagato per le campagne, spostandosi a piedi e riparandosi in luoghi di fortuna. E' la ricostruzione fornita, stamani, dai carabinieri nel corso di una conferenza stampa sull'omicidio di Antonio Bevilacqua, il 21 enne ucciso la notte del 16 settembre a Montesilvano mentre era all'interno di un ristorantei. Il killer, sabato scorso, tra Montesilvano Colle e le colline di Pescara, zona presidiata dai carabinieri, sfiancato dalla latitanza, ha incontrato una pattuglia e si e' consegnato ai miliari, dicendo "Sono qui, sono io". Ai carabinieri ha anche ammesso le sue responsabilita'. Durante la fuga, hanno spiegato in conferenza stampa , il killer "non ha avuto un supporto logistico", ma ha agito "in maniera improvvisata e senza punti di riferimento". Il movente dell'omicidio sarebbe "l'acceso diverbio" avvenuto all'interno del locale, le cui ragioni sono oggetto di approfondimento anche se al momento " non c'e' certezza investigativa". Al termine del litigio, il 46enne e' uscito dal locale per poi tornare dopo trenta minuti con l'arma. E' entrato nel locale, ha aperto il fuoco ed e' fuggito. Il killer e il 21enne erano conoscenti. Al vaglio degli inquirenti, anche la posizione di alcuni testimoni presenti nel locale durante la lite e al momento dell'omicidio. Nell'abitazione di Fantauzzi, durante le perquisizioni, i militari hanno trovato 100 grammi di marijuana e una pistola scacciacani. Ad occuparsi delle ricerche e delle indagini sono stati i carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto operativo del comando provinciale di Pescara e quelli della Compagnia di Montesilvano, coordinati dalla procura del capoluogo adriatico

E' stato trasferito in un carcere fuori dall'Abruzzo Massimo Fantauzzi, il 46enne arrestato sabato scorso, dopo una settimana di latitanza, per l'omicidio di Antonio Bevilacqua, il 21enne ucciso la notte del 16 settembre con un colpo di fucile in un pub di Montesilvano. Fantauzzi e' detenuto in regime di isolamento. Verra' interrogato per rogatoria. L'interrogatorio di garanzia si svolgera' entro giovedi', termine dei cinque giorni previsti dalla legge. Nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere il gip del Tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea si sofferma sull'"assoluta gravita' intrinseca dei fatti compiuti" e sulla "ferocia mostrata dall'indagato nel realizzare il proposito delittuoso". E' piu' che concreto, scrive il giudice, il "pericolo che l'indagato, se non sottoposto a idonea misura cautelare, possa commettere altri gravi delitti della stessa specie di quello per cui si procede o comunque connessi con l'uso della violenza". 

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