Primo Piano

Cgia Mestre: nel 2018 lavoreremo 5 mesi per pagare le tasse

Oltre a commemorare la Festa della Repubblica, la Cgia segnala che il prossimo 2 giugno gli italiani celebreranno anche il tanto sospirato "tax freedom day". In altre parole, dopo 5 mesi dall'inizio del 2018 (pari a 152 giorni lavorativi), il contribuente medio italiano avrà assolto tutti gli obblighi fiscali dell'anno (Irpef, accise, Imu, Tasi, Iva, Tari, addizionali varie, Irap, Ires, etc.) e dal 2 giugno inizierà a guadagnare per se stesso e per la propria famiglia. Un esercizio, fa sapere la Cgia, del tutto astratto che, comunque, dà la dimensione di quanto sia smisurato il prelievo fiscale e contributivo dai portafogli degli italiani. In che modo si è giunti a individuare il 2 giugno come il "giorno di liberazione fiscale" del 2018? L'Ufficio studi ha preso in esame la stima del Pil nazionale di quest'anno e l'ha suddiviso per 365 giorni, ottenendo così un dato medio giornaliero. Successivamente, ha considerato le previsioni di gettito dei contributi previdenziali, delle imposte e delle tasse che i percettori di reddito verseranno nel 2018 e le ha rapportate al Pil giornaliero. Il risultato di questa operazione ha consentito di calcolare il "giorno di liberazione fiscale" di quest'anno. "Al netto di eventuali manovre correttive - afferma il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - quest'anno la pressione fiscale è destinata a scendere di mezzo punto percentuale rispetto al dato medio del 2017, per attestarsi, al lordo dell'effetto del bonus Renzi, al 42,1 per cento. Una discesa ancora troppo lenta e quasi impercettibile che, per l'anno in corso, è ascrivibile, in particolar modo, alla crescita del Pil e solo in minima parte alla diminuzione delle tasse". Sebbene sia in calo dal 2013, negli ultimi 25 anni il "tax freedom day" più "precoce" si è verificato nel 2005. 

Dal 2014 ad oggi ci siamo "svincolati" sempre prima dal pagamento delle tasse perché la pressione fiscale ha iniziato a diminuire a seguito della cancellazione della Tasi sulla prima casa, dell'introduzione del "bonus Renzi" e di una serie di misure di alleggerimento dell'Irap sul costo del lavoro, per l'abolizione temporanea dei contributi previdenziali in capo ai neo assunti con un contratto a tempo indeterminato, per il taglio dell'Ires, per la ripresa del Pil e anche a seguito del blocco delle tasse locali. Dal 2016, infatti, va ricordato che, ad eccezione della Tari, tutte le altre imposte locali (Imu, Tasi, Irap, addizionali regionali/comunali Irpef, Tosap, bollo auto, etc.) sono state congelate per legge. "Al netto delle strepitose promesse elettorali annunciate in queste ultime settimane da una buona parte dei big politici – conclude Paolo Zabeo - entro la fine di quest'anno chi sarà chiamato a governare il Paese dovrà recuperare quasi 12,5 miliardi di euro per sterilizzare l'ennesima clausola di salvaguardia, altrimenti dal 1° gennaio 2019 l'aliquota Iva del 10 per cento salirà all'11,5 e quella attualmente al 22 si alzerà al 24,2 per cento". Nel 2016 (ultimo anno in cui è possibile effettuare una comparazione con i paesi Ue) i contribuenti italiani hanno lavorato per il fisco fino al 2 giugno (154 giorni lavorativi), vale a dire 4 giorni in più rispetto alla media registrata nei Paesi dell'area euro e 9 se, invece, il confronto è realizzato con la media dei 28 Paesi che compongono l'Unione europea. Se confrontiamo il "tax freedom day" italiano con quello dei nostri principali competitori economici, solo la Francia presenta un numero di giorni di lavoro necessari per pagare le tasse nettamente superiore (+21), mentre tutti gli altri hanno potuto festeggiare la liberazione fiscale con un netto anticipo. In Germania, ad esempio, 7 giorni prima di noi, in Olanda 12, nel Regno Unito 27 e in Spagna 28. Il paese più virtuoso è l'Irlanda; con una pressione fiscale del 23,6 per cento consente ai propri contribuenti di assolvere gli obblighi fiscali in soli 86 giorni lavorativi.

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Cresa, i giovani investono sull’istruzione

Una societa' nella quale i giovani, soprattutto le ragazze, investono molto sull'istruzione; critica invece la situazione della formazione professionale e del long-life learning. Elevata l'incidenza dei Neet, dei giovani che non studiano ne' lavorano, e allarmante lo scarso possesso di competenze alfabetiche, numeriche e digitali. E' il quadro che emerge da un focus su istruzione e formazione in Abruzzo pubblicato dal Cresa. Sale nel complesso il grado di istruzione della popolazione regionale. Segnali positivi provengono dall'incremento della quota di popolazione con elevato grado di scolarizzazione: gli incrementi degli ultimi anni sono particolarmente consistenti per i titoli di studio secondari di II grado (scuola superiore), buoni, ma meno robusti per quelli terziari (universita'): la quota di popolazione regionale tra i 25-64 anni con al massimo il diploma di scuola superiore supera nel 2016 il 42% per gli uomini e il 41% per le donne, quella con titolo universitario rispettivamente sfiora il 14% e supera il 20%. Particolarmente positivo anche il dato sulla continuita' scolastica: il 55%, piu' che nel resto del paese, dei giovani residenti si iscrive a corsi universitari nell'anno successivo al conseguimento del diploma. Buono anche il dato sull'abbandono scolastico tra i 18 e i 24 anni che si attesta nel 2016 sul 14% per la componente maschile e non raggiunge il 5% per quella femminile, valori nel complesso sensibilmente piu' bassi di quelli delle principali ripartizioni territoriali (Obiettivo Europa 2020: <10%). Sotto il profilo della formazione scolastica e universitaria i dati mettono in evidenza forti differenze di genere a vantaggio delle donne. 

Critica la situazione della formazione professionale e di quella continua (long life learning) rilevata nel focus del Cresa su istruzione e formazione. In Abruzzo, come nel resto del Mezzogiorno, esigua e ampiamente al di sotto del livello minimo fissato da Europa 2020 nel 15% e' la quota di popolazione 25-64 anni che ha partecipato ad attivita' di istruzione o formazione (7%) dato che, per le donne, evidenzia anche un forte calo rispetto a dieci anni prima. La situazione non migliora se si considera la quota di popolazione maschile 18-24 anni con al massimo la licenza di scuola media inferiore che nel 2015 non risulta inserita in alcun programma di formazione (23%, 17/o posizione nella graduatoria regionale ordinata per valori decrescenti). Assai piu' bassa la percentuale riguardante le donne (5%). A rendere piu' preoccupante la situazione si aggiunge l'elevata percentuale di giovani (15-29 anni) Neet (not in Education, Employment or Training "non studente ne' occupato ne' in formazione") che raggiunge in Abruzzo il 27% della popolazione maschile, in aumento dal 2004 di circa 14 punti percentuali, e il 19% di quella femminile, in calo rispetto a dieci anni prima di circa l'8%. Sotto il profilo di genere, nel complesso si osserva che, a differenza di quanto si registra per l'istruzione, particolarmente grave la carenza di formazione professionale e l'insufficienza di apprendimento permanente fatto registrare dalla componente femminile

 Scoraggiante il livello di competenze alfabetiche, numeriche e digitali degli abruzzesi, che riportano valori ampiamente inferiori alla media nazionale e superiori nel complesso solo a quelli del Mezzogiorno e si posizionano negli ultimi posti delle graduatorie delle regioni piu' virtuose. E' quanto emerge dal focus del Cresa su istruzione e formazione degli abruzzesi; evidenziato anche un basso interesse per la partecipazione alle attivita' culturali. In Abruzzo, come nel resto del Paese, sono le donne a mostrare valori piu' elevati in ambito alfabetico (200 contro 190) e gli uomini nel campo numerico (198 contro 189) e in quello dell'alta competenza digitale (17,6% contro 15%). Su quest'ultimo influisce negativamente la piu' elevata percentuale di popolazione anziana femminile che fa osservare un livello di scolarizzazione inferiore a quello maschile cui si aggiunge la minore propensione delle donne non piu' giovani a utilizzare i mezzi informatici anche a causa dei maggiori impegni derivanti dalla attivita' di cura familiari che assorbono gran parte del loro tempo. Assai bassa nel 2015 la partecipazione ad attivita' culturali, intendendo per partecipazione ad attivita' culturali lo svolgimento una volta l'anno di almeno tre attivita' tra: andare quattro volte al cinema; almeno una volta a teatro, musei e/o mostre, siti archeologici, monumenti, concerti di musica classica, opera, concerti di altra musica, leggere almeno quattro libri o un quotidiano almeno tre volte a settimana. Nel 2015 ha partecipato ad attivita' culturali il 25% della popolazione regionale maschile e il 23% di quella femminile, valori che relegano l'Abruzzo nelle ultime posizioni della classifica delle regioni ordinate per valori decrescenti (rispettivamente 14 e 15 posto, seguito solo dalla Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, e, per gli uomini anche dalla Basilicata). Negli ultimi 10 anni presi in considerazione l'indicatore mostra un andamento decrescente, con un attenuarsi della differenza di genere che tuttora persiste a vantaggio degli uomini (-3% per la componente maschile e -1% per quella femminile).

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Marco Rapino: Il programma del Pd guarda alle famiglie 240 euro al mese per ciascun figlio

 

Piccole cose concrete. È così che Matteo Renzi definisce gli interventi e gli impegni del programma elettorale del Pd. Fra questi, però, c’è tutto un pacchetto dedicato alle famiglie che è molto più di una piccola cosa e che potrebbero davvero ridurre in modo significativo disuguaglianze e povertà, anche in Abruzzo, dove sono presenti 556.444 (dato del 2016)”. Con queste parole il segretario Pd regionale Marco Rapino illustra uno dei temi più sentiti dai cittadini della nostra regione e non solo.

Come Pd – spiega Rapino -, proponiamo che alle famiglie con figli venga corrisposto un assegno di 240 euro mensili per ciascun figlio minorenne e di 80 euro mensili per figli maggiorenni a carico fino ai 26 anni di età. Una misura del valore di 9,6 miliardi di euro l’anno, di cui beneficerebbero soprattutto i lavoratori autonomi e famiglie con redditi bassi.

Oltre questo intervento è in programma un bonus di 400 euro mensili come contributo per acquistare servizi di scuole nido e baby sitter per i primi tre anni del bambino. Un disegno coerente e realistico, che ha non solo l’obiettivo di aiutare le famiglie, ma anche di incentivare l’offerta di lavoro delle madri, ancora sostanzialmente inferiore rispetto alla media europea.

Un intervento tangibile, possibile grazie all’abolizione degli strumenti attualmente esistenti, pochi, iniqui e non certo mirati a combattere la povertà (basti all’Anf, che esclude i lavoratori autonomi, e alle detrazioni Irpef del tutto o in gran parte inutilizzati da chi non paga imposta perché risulta percettore di un reddito basso).

La nostra visione delle famiglie è chiara: sono loro il futuro dell’Italia e dell’Abruzzo ed è su di esse che dobbiamo puntare. Senza demagogia, come fanno i nostri avversari, e con cifre alla mano che rendono realistica la nostra proposta”.

 

 

 

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Cna, in Abruzzo perse 4.206 imprese in 5 anni 

"Ogni chiusura e' un danno economico per il territorio, ma anche una perdita di saperi, competenze e mestieri. Abbiamo avanzato una serie di proposte alla Regione, che pero' non ha investito neanche un euro sui nostri progetti per rilanciare l'artigianato". Con queste parole Savino Saraceni, presidente regionale di Cna, lancia l'allarme sulla crisi del comparto in Abruzzo, certificata dallo studio compiuto da Aldo Ronci su dati Movimprese. Dallo studio di Ronci emerge come in Abruzzo, negli ultimi 5 anni, l'insieme delle imprese attive sia diminuito di 4.206 unita', passando da 131.072 del 2012 a 126.866 del 2017, evidenziando una flessione del 3,21%, valore doppio rispetto all'1,71% nazionale. Nel 2017 il saldo tra nuove iscrizioni delle imprese e cancellazioni mette in luce un incremento di 563 unita', che si traduce una crescita dello 0,38%, piu' modesta rispetto al dato nazionale dello 0,75%. Se inoltre al saldo si somma il dato relativo alle cancellazioni d'ufficio, nel 2017 il numero delle imprese attive in Abruzzo subisce una flessione di 197 unita' rispetto all'anno precedente. Il quadro e' ancora piu' critico nel settore dell'artigianato, considerando che in Abruzzo nel 2012 erano attive 34.909 imprese, scese a quota 30.451 nel 2017, con un decremento di 4.458 unita', che in valori percentuali si traduce in una flessione del 12,77% (contro il -7,73% registrato a livello nazionale). Il saldo tra iscrizioni e cessazioni, nell'artigianato abruzzese, nel 2017 evidenzia un decremento di 600 unita', frutto di 1.668 iscrizioni e 2.268 cancellazioni. La flessione maggiore riguarda la provincia di Chieti (-221 imprese). A seguire L'Aquila (-160), Pescara (-138) e Chieti (-81). I decrementi percentuali delle quattro province abruzzesi sono tutti superiori al dato nazionale (-0,84%). Le imprese artigiane, in Abruzzo, hanno subito variazioni negative in quasi tutte le attivita' economica, ma in particolare nelle costruzioni (-345 unita'), nell'industria manifatturiera (-161), nei trasporti (-42) e nella ristorazione (-28). In lieve controtendenza i settori pulizia e giardinaggio (+20 unita') e servizi alla persona (+12).

"Con la riforma del titolo V della Costituzione le competenze in materia di artigianato sono state demandate esclusivamente alle Regioni - rimarca il direttore regionale di Cna, Graziano Di Costanzo -. In Abruzzo c'e' la legge 23 del 2009 che non e' mai stata finanziata e noi a fine anno avevamo chiesto alla Regione, in virtu' degli avanzi di bilancio, di finanziare con 7 milioni di euro la nostra proposta articolata in 10 punti, che avrebbe generato un impatto su 3.000 imprese e creato tra i 500 e i 700 posti di lavoro. Non abbiamo avuto riscontri - prosegue Di Costanzo -. La realta' e' che si presta molta attenzione alla grande e media impresa, dimenticando che in Abruzzo il 54% degli occupati lavora in aziende che hanno tra 0 e 9 dipendenti".

La replica della Regione Abruzzo

 "Nel terzo trimestre 2017 i registri delle Camere di commercio abruzzesi hanno rilevato la nascita di 1.589 imprese e la cessazione di 1.390, il saldo e' positivo (+199) e diventa ancor piu' consistente (+425) al netto delle cancellazioni d'ufficio". Lo scrive Andrea Catena, consigliere per le relazioni politiche e sindacali del presidente della Giunta regionale d'Abruzzo, replicando a quanto diffuso oggi dalla Cna che, registrando negli ultimi 5 anni una diminuzione del numero di imprese di 4.206 unita' (-3,21%), ricordava di aver "avanzato una serie di proposte alla Regione che pero' non ha investito neanche un euro sui nostri progetti per rilanciare l'artigianato". "Sia il rapporto Svimez sia i piu' recenti dati Istat sull'occupazione - continua Catena - dimostrano che l'Abruzzo continua ad essere ragione traino del Mezzogiorno con 512mila occupati: abbiamo recuperato i livelli pre-crisi, con un tasso di occupazione del 59,2% superiore alla media nazionale e il piu' alto dal 2002". "Il sistema imprenditoriale regionale ha fatto rilevare un tasso di crescita pari a 0,29, quasi allineato a quello nazionale (0,30), che pone l'Abruzzo al settimo posto tra le regioni. Lo stock di imprese registrate in Abruzzo al 30 settembre 2017 ammonta a 148.055, +0,1% rispetto al trimestre precedente. E' quanto emerge da elaborazioni che il Cresa ha svolto sulla base di dati Infocamere-Movimprese, il Sistema informativo delle Camere di Commercio".

La controreplica di Mauro Febbo

"La Regione vorrebbe nascondere il disastro economico che incombe sull'economia regionale, ma i dati diffusi dalla Cna, ma anche del Cresa e Bankitalia, sono incontrovertibili e confermano tutte le nostre preoccupazioni denunciate in questi ultimi mesi nel corso dei quali abbiamo rimarcato come l'Abruzzo sia in forte ritardo. Quindi, Catena, nuovo ventriloquo, farebbe bene a studiare e a lavorare (non come ha sempre fatto in qualita' di funzionario di partito o incaricato) sull'andamento dei dati". Questo il commento del consigliere regionale Mauro Febbo. "L'analisi effettuata dal professor Ronci, considerato a tutti i livelli un esperto economista, e' riferita agli ultimi cinque anni, incluso il 2017, e non a un trimestre, mettendo a fuoco il problema di un comparto fondamentale come l'artigianato. A fronte di questa crisi la Regione fa finta di niente, anzi non utilizza le risorse, quelle vere, europee. Tant'e' che anche in sede di approvazione, a dicembre scorso, dell'ultimo Bilancio di previsione 2018 l'esecutivo regionale non ha voluto inserire nessuna risorsa o misura di sostegno all'artigianato, cosi' come richiesto attraverso i nostri emendamenti, che la maggioranza delle Regioni italiane utilizzano". "Ricordo - aggiunge Febbo - che il numero totale delle imprese attive abruzzesi, dal 2013 al 2017, ha subito una flessione di ben 4.206 unita' influenzata proprio dalla dinamica delle imprese artigiane. Pertanto - conclude Febbo - il Presidente D'Alfonso che gira con il suo megafono Bob nei mercati rionali abbia il coraggio di spiegare il ritardo dei fondi europei e il lassismo del suo esecutivo nell'aggredire la crisi economica che attanaglia l'artigianato e la piccola impresa".

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Zte, Italia al centro della strategia europea

"L'Italia e' al centro della nostra strategia europea. L'Italia e' al centro della logistica europea, abbiamo aperto il nostro centro di formazione in Italia. La tecnologia 5G avra' un ampio utilizzo che gradualmente cambiera' la nostra vita". Lo ha detto Xiao Ming vice presidente della societa Zte (multinazionale cinese) e presidente della Zte Europa-America in occasione dell inaugurazione nel capoluogo di regione del primo centro 5G in Italia, il cui segnale e' stato acceso poco fa. "Zte - ha aggiunto Ming - si sta posizionando come fulcro dell'industria tecnologica". 

 "Negli ultimi anni le relazioni bilaterali tra Cina ed Italia hanno avuto un rapido sviluppo nel settore economico-commerciale, politico e scientifico. Nell'anno passato l'interscambio tra i due paesi e' stato di 50 miliardi di dollari e piu 10 per cento di export verso l'Italia. In questo periodo gli investimenti in Italia hanno fatto registrare un enorme aumento". Lo ha detto a L'Aquila Xu Xiaofeng consigliere economico dell'ambasciata cinese a Roma nel corso della cerimonia di inaugurazione del primo centro 5G d'Italia. Secondo il rappresentante dell'ambasciata cinese in Italia, nell ultimo periodo gli investimenti cinesi in Italia sono stati quantificati in 12 miliardi di dollari. E sempre grazie alle relazioni bilaterali con l'Italia e' stato ppssibile lanciare un satellite. Per Xiaofeng "la nascita oggi all'Aquila del centro 5G rappresenta un altro successo della collaborazione tra i due paesi. Il Governo italiano presta molta attenzione alla 5G. L' Italia e' stato il primo paese ad aver dato le frequenze in tutto il territorio per questa nuova tecnologia. Sia in Cina che in altri paesi la Zte ha avuto un buon risultato. Il governo cinese offre piena assistenza per la Zte impegnata in Italia". 

 "L'Aquila da sempre e' stata la culla della ricerca e della cultura, come altre citta' storiche italiane. La tecnologia e' la nuova dimensione della cultura e L'Aquila e' il naturale insediamento per questo settore". Lo dice Gianni Letta, intervenuto all'inaugurazione del primo centro italiano per la ricerca sul 5g di Zte all'Aquila. "Questo insediamento- prosegue- insieme alle grandi intelligenze abruzzesi potra regalare qualcosa di avveneristico. Zte dara' un grande contribuito, a loro l'invito di dare tutto quello che serve per lo sviluppo di queste nuove tecnologie e il consiglio di non dimenticare mai i valori su cui sorge questa citta'", conclude

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Corecom, 4 milioni di indennizzi agli utenti nel 2017

Sono stati presentati i dati sull’attività di conciliazione del Comitato Regionale per le Comunicazioni relativi al  2017, nel corso di una conferenza stampa, alla quale hanno partecipato il Presidente del Co.re.com Abruzzo Filippo Lucci, il Commissario dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni Antonio Martusciello, il Direttore Agcom Ivana Nasti e il Dirigente del Consiglio regionale Michela Leacche.

Presenti anche i sindaci di Valle Castellana, Crognaleto e Rapino, i rappresentanti delle compagnie telefoniche Tim e Vodafone e di numerose associazioni di consumatori e avvocati. Le procedure di risoluzione delle controversie in materia di telecomunicazioni tra utenti e compagnie telefoniche/pay tv, ammontano complessivamente a oltre 8.500; si è registrato un aumento di oltre il 41% anche in ragione degli eventi calamitosi e atmosferici che hanno colpito l’Abruzzo, causando moltissimi danni alle reti telefoniche. Il Comitato, insieme all'Agcom,  è stato in prima linea per supportare la popolazione nella fase dell’emergenza: ammontano a circa 4.000.000 milioni di euro gli indennizzi e gli storni legittimamente liquidati dalle compagnie telefoniche in favore dei cittadini abruzzesi grazie al Co.re.com Abruzzo. In 5 anni, si è registrato un aumento del  329%   delle  istanze di conciliazione; del  246%   delle istanze di provvedimenti temporanei di urgenza; del  368%  delle istanze di definizione. Inoltre, si è registrata una crescita esponenziale della partecipazione dei cittadini ai servizi del Corecom, le cui ragioni possono individuarsi in primis nell’efficacia dei procedimenti a fornire una concreta e positiva risoluzione delle problematiche degli utenti. Per oltre l’82% delle procedure avviate nel 2017, infatti, è stato raggiunto un accordo positivo in udienza e, in media, gli utenti si sono visti restituire dai Gestori telefonici, tra storni e indennizzi, 2.500 euro ciascuno. Un altro aspetto posto in evidenza è l’efficienza organizzativa della struttura quotidianamente impegnata ad accrescere la propria dimensione di “servizio”, attraverso azioni mirate ad avere un concreto impatto sulla comunità regionale sia in termini di semplificazione nelle modalità di fruizione del servizio, oltre che di assoluta gratuità, sia in termini di rapidità di espletamento delle procedure. In particolare, il processo di informatizzazione e digitalizzazione avviato nel 2015 ha condotto a risultati più che positivi grazie all’utilizzo dei servizi on-line sul software Concilia clic disponibile su www.corecomabruzzo.it.

“Si tratta di dati straordinari – ha sottolineato il Presidente del Corecom Lucci – sia in termini di indennizzi sia di soluzioni ai problemi dei cittadini. Trovare una struttura pubblica che in termini rapidi e certi, e in maniera gratuita, riesce a dare delle risposte concrete che non arrivano dai call center delle compagnie telefoniche, diventa fondamentale. Noi abbiamo messo in campo uno sforzo comunicativo significativo ma ancora oggi tanti cittadini non ci conoscono e per questo dobbiamo fare di più; è importante però sottolineare  i dati confortanti relativi alla soddisfazione degli abruzzesi che si rivolgono ogni giorno al  Corecom. Puntiamo a migliorare anche nella capacità di penetrazione delle aree interne, nell’aquilano per esempio, e penso che in tal senso, nel 2018, riusciremo a ottenere ottimi risultati grazie al sistema Concilia clic”. “Questi dati forniscono il senso del lavoro che facciamo – ha rimarcato Lucci – e credo che è indispensabile  collaborare costantemente con le amministrazioni locali affinché si lavori di più e meglio. Mi auguro che si agevoli la posa della fibra ottica e lo sviluppo della banda larga in  modo da ridurre il divario digitale tra le diverse aree della nostra regione. L’obiettivo è rispondere alla esigenza di velocità che caratterizza la nostra società fornendo, al tempo stesso, un servizio migliore ai cittadini”. “Oggi, ci troviamo di fronte ad un consumatore proattivo – ha spiegato Antonio Martusciello - che è edotto sui propri diritti e che richiede elevati livelli di informazione e di trasparenza.  Nel solco di questo mutato contesto si innesta la sigla del nuovo Accordo Quadro tra l’Autorità e la Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni e Province autonome e la Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e province autonome, che rilancia il rapporto di collaborazione con i Corecom tracciando linee d’azione per il futuro. L’Accordo prevede l’introduzione di una piattaforma tecnologica che Agcom metterà a disposizione di tutti i Comitati regionali. Attraverso la gestione on-line delle controversie, l’utente non sarà più tenuto a raggiungere fisicamente la sede regionale del Corecom ma potrà gestire tutto il processo da remoto”.

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Venticinque milioni di euro per 86 interventi edifici religiosi 

Uno stanziamento di 25 milioni di euro, che andra' a finanziare 86 interventi per la riparazione degli edifici religiosi danneggiati dal sisma 2016-2017. L'elenco fa riferimento al secondo piano stralcio, redatto dall'Ufficio speciale per la Ricostruzione ed elaborato dopo una serie di incontri con le Diocesi proprietarie delle chiese e con i Comuni dove sono ubicate. I fondi assegnati riguardano Abbateggio (660mila euro per la chiesa di San Lorenzo), Arsita (300mila euro per Santa Vittoria), Barete (120mila euro per San Mauro), Brittoli (un milione e 30mila euro per San Carlo Borromeo), Cagnano Amiterno (340mila euro per San Giovanni Battista), Campli (2 milioni 725mila euro per San Mariano e Giacomo, San Pietro in Pensilis, San Lorenzo Martire, Santa Maria della Misericordia, Santa Maria in Boceto, San Giovanni Battista, San Giacomo Apostolo, San Donato Martire, Sant'Anna, Santa Maria Maddalena, Nostra Signora della Vittoria, Madonna del Soccorso), Campotosto (250mila euro per Sant'Antonio), Capitignano (un milione 310mila euro per Madonna degli Angeli, San Domenico, Santa Apollonia, San Paolo, San Rocco, Santi Cipriano e Giustina, Madonna delle Grazie), Castelcastagna (510mila euro per San Pietro Martire), Castelli (770mila euro per San Filippo e Giacomo, San Donato, Santa Lucia), Catignano (600mila euro per Madonna delle Grazie), Civitella del Tronto (un milione 720mila euro per San Lorenzo, San Flaviano, San Francesco di Paola e San Pasquale Baylon, Santa Felicita), Civitella Messer Raimondo (450mila euro per Santissimo Salvatore), Colledara (220mila per Santa Lucia), Corropoli (820mila euro per Sant'Agnese), Cortino (un milione 780mila euro per Madonna della Mercede, Santa Maria Assunta, San Paolo, San Pietro e Paolo, San Lorenzo, San Michele Arcangelo, Madonna del Carmine), Crognaleto (500mila euro per San Pietro e Paolo), Fano Adriano (780mila euro per Sant'Egidio e San Pietro e Paolo), Farindola (150mila euro per Santa Giusta e Madonna dell'Addolorata), Isola del Gran Sasso (un milione 100mila euro per Santa Giusta , San Lorenzo e Madonna della Pieta'), L'Aquila (645mila euro per Santa Maria Maddalena), Montereale (730mila euro per San Nicola, San Lorenzo, Santissimo Salvatore-Busci, Santissimo Salvatore-Aringo), Montorio al Vomano (un milione 310mila euro per San Sebastiano, Santa Lucia, Sant'Andrea, Immacolata Concezione dei Zoccolanti, San Martino, San Biagio, Santissima Trinita', San Pasquale), Pietracamela (330mila euro per San Rocco), Pizzoli (200mila euro per Santo Stefano a Valle), Rocca Santa Maria (un milione 130mila euro per San Lorenzo, San Giacomo, Sant'Egidio, San Martino, San Michele), Sant'Egidio alla Vibrata (200mila euro per Sacro Cuore), Teramo (un milione per San Nicola, San Silvestro e Madonna del Carmine), Torricella Sicura (un milione 60mila euro per Santa Maria Assunta, Santo Stefano, San Felice, Chiesa parrocchiale Borgonovo), Tossicia (550mila euro per Madonna della Neve e Sant'Andrea), Valle Castellana (2 milioni 65mila euro per San Nicola, San Giorgio, Santa Croce, San Michele, Madonna del Carmine, Santa Maria degli Angeli). Finora, per quanto riguarda gli edifici religiosi, sono stati approvati e finanziati 303 interventi per complessivi 261 milioni di euro. 

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In 8 anni 45mila lavoratori in meno nella sanita’ 

In otto anni, tagli e blocco del turnover hanno ridotto di 45mila unita' il personale della sanita' pubblica, da medici a infermieri, da ostetriche a radiologi. Se la forza lavoro impiegata complessivamente nelle amministrazioni pubbliche nel 2016 e' in calo rispetto al precedente anno, la Sanita' e' il secondo comparto in ordine di riduzione del personale: quasi 5mila in meno nel 2016 rispetto al 2015. Ma diventano 45mila se le si confronta col 2009. E' quanto si legge nel Conto economico del personale della PA 2016, pubblicato dalla Ragioneria generale dello Stato. Il racconto di un Sistema sanitario depauperato della forza lavoro lo fanno le cifre del Ministero dell'Economia. "Per gli enti del Servizio sanitario nazionale - si legge - la riduzione del personale avvenuta nel 2016 (4.808 unita') rispetto al 2015 e' la seconda piu' elevata in termini assoluti fra tutti i comparti". La 'buona notizia' e' che si tratta di un calo pari a poco meno della meta' di quello registrato nell'anno precedente, che era stato di 10.325 unita'.

Ma, si rileva nel documento, "nel confronto con il 2009, anno con il massimo numero di occupati nella sanita' pubblica, a fine 2016 risultavano impiegate 45.053 unita' in meno". In questo arco di tempo infatti, i dipendenti del Servizio sanitario nazionale, ovvero i lavoratori di asl, ospedali, IRCCS (istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) e policlinici, sono passati da 693.716 unita' a 648.663. Cifra che tra l'altro rappresenta il picco piu' basso nel decennio (2007-2016). Chiaramente, si ricorda, a pesare sono stati in particolare i piani di rientro della spesa sanitaria, cosa che nel 2016 ha riguardato Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Sicilia, Calabria, Piemonte e Puglia

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Morti due sciatori romani colpiti da una valanga a Campo Felice

 Tragedia in montagna a Campo felice: due sciatori romani sono morti sotto una valanga che si e' staccata nelle prime ore della mattinata. Un terzo che stava sciando fuori pista con loro e' stato tratto in salvo e portato in eliambulanza a L'Aquila, dove e' ricoverato per alcuni traumi. La valanga si e' staccata da una zona chiamata "Anfiteatro", localita' non servita dagli impianti di risalita tra Rocca di Cambio e Lucoli, e ha spinto i tre contro gli alberi di un boschetto piu' a valle. Nella zona c'era neve fresca, a seguito di un'abbondante nevicata notturna. Sul posto sono intervenuti gli alpini del IX reggimento e gli uomini del Corpo nazionale Soccorso Alpino, con tecnici e unita' cinofile. Le vittime, rimaste sepolte sotto la neve, sono due sciatori esperti che erano molto conosciuti in zona: Massimo Urbani, 57 anni, e Massimo Franze', 55enne. Lo sciatore ricoverato all'ospedale San Salvatore dell'Aquila e' il 59enne Americo Guerrazzi: e' stato lui a dare l'allarme C'era tanta neve a Campo Felice e su tutto l'Altopiano delle Rocche, questa mattina, dopo la bufera e la nevicata della notte. Il vento da sud ha fatto accumulare circa 4 metri di neve, piena d'aria e pesante, che non si e' amalgamata con lo strato sottostante, ghiacciato e compatto, uno dei fattori che aumenta il rischio di scivolamento e quindi di slavine e valanghe. Mentre in altre zone in quota c'erano aree totalmente prive di neve, con l'erba ben visibile. Oggi, hanno spiegato alcuni maestri di sci presenti in zona, erano queste le condizioni della montagna, condizioni che richiedevano particolare attenzione. Le stesse condizioni, pero', che hanno richiamato nel comprensorio migliaia di persone, visto che le previsioni avevano annunciato bel tempo. Un afflusso di turisti e sciatori che ha provocato rallentamenti al traffico, regolato dalle forze dell'ordine che hanno proceduto anche ai controlli sulla regolare dotazione di gomme termiche delle auto in transito. Nella vicina Ovindoli i Carabinieri sono intervenuti, inoltre, due volte per fermare sciatori che praticavano fuoripista. 

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Forza Italia presenta i suoi candidati

"Donne e figure nuove rappresenteranno questa squadra, espressione del mondo delle professioni, persone prestate alla politica. C'e' un grande consenso intorno a Forza Italia, c'e' un desiderio di cambiamento da parte dei cittadini che si sono accorti come si stava meglio quando c'era Silvio Berlusconi. Dobbiamo saper cavalcare questo sentimento e questa voglia dei cittadini italiani e abruzzesi di far tornare al Governo Berlusconi, i suoi uomini e le sue idee". Cosi' il coordinatore di Forza Italia Abruzzo, Nazario Pagano, candidato al Senato, nel corso della presentazione dei candidati in Abruzzo, che si e' svolta stamani in Comune a Pescara. Sugli esclusi e sulle polemiche, come il caso del consigliere regionale Lorenzo Sospiri, Pagano, parlando con i giornalisti, ha tagliato corto: "In tutta Italia chi viene escluso magari esprime ad alta voce o a bassa voce la propria delusione. Purtroppo - ha sottolineato - non possiamo candidare tutti. C'erano 40 proposte, alla fine il presidente Berlusconi con i suoi collaboratori ha scelto 14 persone. Ci sono criteri che sono stati adottati e ci sono dei curriculum. Ora dobbiamo solo fare campagna elettorale e dimostrare di non pensare a noi stessi, ma al partito". Il coordinatore ha poi fatto l'esempio del deputato uscente Fabrizio Di Stefano, non ricandidato, "sempre al servizio della gente" e di "altri come lui che avrebbero meritato di essere qui. Lo ha detto Berlusconi - ha affermato Pagano - c'e' il momento della scelta e bisogna seguire dei criteri. Anche chi resta fuori in queste quattro settimane ha la possibilita' di dimostrare di essere legato al nostro movimento politico e al suo leader Silvio Berlusconi". Per quanto riguarda la candidatura all'Aquila di Antonio Martino, che tre anni fa partecipo' alla Leopolda, Pagano ha detto: "Non e' un ex renziano. Probabilmente il presidente Berlusconi ha immaginato che, avendo lui conosciuto Renzi, ha visto che c'era il nulla e che eravamo meglio noi". I candidati. Lista proporzionale Senato: Nazario Pagano, Antonella Di Nino, Carlo Masci, Consuelo Di Martino. Collegio uninominale Senato (Pescara): Antonella Di Nino. Lista proporzionale Camera 1 (PESCARA-Chieti-Vasto): Gianfranco Rotondi, Tiziana Magnacca, Filippo Arbore, Deborah Raffaella Comardi. Lista proporzionale Camera 2 (L'Aquila-Teramo): Paola Pelino, Guido Quintino Liris, Rita Ettorre, Antonio Del Corvo. Collegio uninominale 1 (L'Aquila): Antonio Martino. Collegio Uninominale 4 (Chieti): Emilia De Matteo

"Non ce l'ho con Razzi. Perche' dovrei avercela con lui? Le scelte sono state fatte da un tavolo nazionale. Io non c'entro niente". Cosi' il coordinatore regionale dell'Abruzzo di Forza Italia Nazario Pagano, candidato al Senato, a margine della presentazione alla stampa dei candidati alle elezioni politiche del prossimo 4 marzo, sulla mancata ricandidatura del senatore Antonio Razzi. Il parlamentare uscente ieri aveva detto che "non mi hanno ricandidato perche' ho lavorato troppo, girando per il mondo a fare pubblicita' a Forza Italia. Ma non e' colpa di Berlusconi: si sono fatti bidonare dai responsabili di FI Abruzzo, che sono tutti gelosi di me, perche' tutti mi vogliono bene"

"Bisogna riparlare con umilta' e coraggio ai tanti elettori della Democrazia Cristiana che non vanno piu' a votare e sono sfiduciati". Lo ha detto il parlamentare Gianfranco Rotondi, leader del movimento Rivoluzione Cristiana, capolista di Forza Italia alla Camera nel collegio proporzionale Pescara-Chieti-Vasto, stamani, nel corso della presentazione alla stampa dei candidati alle elezioni politiche del prossimo 4 marzo, che si e' svolta nell'aula consiliare del Comune di Pescara. "Questa legislatura - ha aggiunto - e' stata una sorta di 'itinerario di tentazioni'. Chi ha resistito alle tentazioni vuol dire che e' davvero legato a Silvio Berlusconi con un cappotto che va al di la' della politica. Io credo di essere l'unico democristiano rimasto legato a Berlusconi. Forza Italia e' casa mia". "Avevo chiesto di essere ricandidato nel mio collegio, ma Berlusconi mi ha chiesto di venire qui: di tutti i posti dove potevano mandarmi, mi hanno mandato nell'unico in cui mi sento a casa", ha sottolineato, riferendosi alla casa di famiglia a Pineto e sostenendo che "stando qua da 50 anni potrei essere piu' abruzzese di chi e' nato dopo di me". 

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