Primo Piano

Cgia, imposte su immobili costano 40 miliardi all’anno

 Su tutto il patrimonio immobiliare presente in Italia (case, uffici, negozi, capannoni, etc.) grava un carico fiscale che nel 2016 e' stato di 40,2 miliardi di euro. Rispetto al 2015, comunque, il gettito e' sceso di 3,7 miliardi: questa riduzione e' stata possibile, in particolar modo, grazie all'eliminazione della Tasi sulla prima casa. A darne conto e' l'Ufficio studi della Cgia che e' giunto a questo importo sommando i 9,1 miliardi di euro di gettito riconducibili alla redditivita' degli immobili (Irpef, Ires, imposta di registro/bollo e cedolare secca), i 9,9 miliardi di euro riferiti al trasferimento degli immobili (Iva, imposta di registro/bollo, imposta ipotecaria/catastale, imposta sulle successioni e sulle donazioni) e i 21,2 miliardi di euro riconducibili al possesso dell'immobile (Imu, imposta di scopo e Tasi). Per l'anno in corso non sono previste grosse novita'. Sul fronte del prelievo legato al possesso dell'immobile, infatti, per il 2017 e anche per il 2018 il Governo ha deciso di bloccare qualsiasi eventuale aumento delle tasse locali (come l'Imu o la Tasi). 

"Fino a qualche anno fa - segnala il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - l'acquisto di una abitazione o di un immobile strumentale costituiva un investimento. Ora, in particolar modo chi possiede una seconda casa o un capannone, sta vivendo un incubo. Tra Imu, Tasi e Tari, ad esempio, questi edifici sono sottoposti ad un carico fiscale ormai insopportabile". Se con l'abolizione della Tasi sulla prima casa i proprietari hanno risparmiato 3,5 miliardi di euro, sugli immobili strumentali, invece, il passaggio dall'Ici all'Imu ha visto raddoppiare il prelievo fiscale. Tra il 2011, ultimo anno in cui e' stata applicata l'Ici, e il 2016 il gettito e' passato da 4,9 a 9,7 miliardi di euro. Va comunque sottolineato che rispetto al 2015, l'anno scorso il prelievo e' diminuito di 530 milioni di euro a seguito dell'eliminazione dell'Imu sugli imbullonati. "Sebbene sia stata presa qualche misura a favore delle imprese, il quadro generale rimane sconfortante. Mi preme sottolineare - conclude Paolo Zabeo - che il capannone non viene ostentato dal titolare dell'azienda come un elemento di ricchezza, bensi' come un bene strumentale che serve per produrre valore aggiunto e per creare posti di lavoro, dove la superficie e la cubatura sono funzionali all'attivita' produttiva esercitata. Accanirsi fiscalmente su questi immobili non ha alcun senso, se non quello di fare cassa, danneggiando pero' l'economia reale del Paese". Tuttavia, la preoccupazione dei proprietari di seconde o terze case e di immobili ad uso economico non concerne solo l'eccessivo prelievo fiscale, ma anche la difficolta' nel pagare le imposte. "Oltre all'imponente sforzo economico che anche quest'anno i proprietari di immobili saranno chiamati a sostenere - conclude il Segretario della CgiaRenato Mason - i contribuenti italiani devono sopportare anche un costo aggiuntivo legato alla burocrazia che attanaglia queste operazioni. Secondo una nostra analisi su dati della Banca Mondiale, per pagare le tasse in Italia sono necessarie 238 ore all'anno. Nell'area dell'euro solo il Portogallo e la Slovenia registrano una situazione peggiore della nostra".

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Paolucci: due milioni e mezzo per gli asili nido

Due milioni e mezzo di euro per gli asili nido abruzzesi. La giunta regionale dell'Abruzzo su proposta dell'assessore al bilancio Silvio Paolucci, ha approvato la delibera di variazione che consente di destinare 2 milioni e mezzo di euro ai Comuni per il pagamento dei contributi destinati al 'Piano per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia". Il provvedimento consentirà al Dipartimento per la Salute e il Welfare della Regione di predisporre i successivi atti per l'erogazione delle somme alle amministrazioni comunali beneficiarie degli interventi. "Si tratta - spiega Paolucci - di una delibera attesa da molti Comuni, che potranno così finanziare servizi importanti per le comunità, come gli asili nido".

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Turismo, l’Abruzzo adotta un codice etico

Conciliare lo sviluppo economico in ambito turistico con la tutela ambientale: e' la finalita' del "Codice etico per il turismo sostenibile nelle aree protette", elaborato da "Abruzzo Attrattivo" e illustrato dal vicepresidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, e da Maria Cristina Mancinelli, coordinatrice della compagnie costituita da associazioni ambientaliste e gestori delle riserve naturali abruzzesi. Il documento deontologico, costituito da 15 articoli fa riferimento al Codice Mondiale di etica del Turismo che riafferma obiettivi enunciati nell'articolo dello statuto dell'Organizzazione Mondiale del Turismo. "In quest'ultimo anno", ha ricordato Lolli, "abbiamo fissato l'obiettivo di posizionare il prodotto Abruzzo sui mercati turistici, cercando di inseguire una nostra unicita'. L'Abruzzo e' un territorio unico e ha il piu' ampio territorio protetto d'Europa. Ci siamo quindi mossi in questa direzione e abbiamo fatto un protocollo nazionale con Legambiente e il ministero riguardante il turismo attivo, che e' una delle traiettorie europee del turismo. Siamo la prima regione d'Italia che si e' caratterizzata e oggi firmiamo questo ulteriore protocollo con i gestori delle riserve piu' dinamiche ed attive della nostra regione. Questo Codice etico serve, quindi, a fissare linee guida"

"Il Codice etico", ha evidenziato Mancinelli, "nasce in perfetta continuita' con Abruzzo Attrattivo e la Carta della cooperazione turistica integrata d'Abruzzo, che pone in essere tutta una serie di valori e principi da rispettare per promuovere un turismo di qualita'. Un turismo quindi sostenibile e non impattante per il territorio". "Il Codice", ha aggiunto la coordinatrice di "Abruzzo Attrattivo", enuncia una serie di principi nel rispetto delle aree protette e della legislazione in materia di lavoro e formazione, mettendo in rete operatori qualificati e certificati, strutture ricettive adeguate, stakeholder, per promuovere un'immagine turistica della regione Abruzzo univoca ed uniforme, ma sotto lo standard di qualita'. Pensiamo, quindi, a un turismo ritagliato sul singolo viaggiatore, ponendo in essere anche un'attivita' di marketing territoriale non legata alla massificazione, al numero, ma al singolo utente. Un turismo quindi di tipo esperenziale, che pone il visitatore al centro della sua esperienza di viaggio". "Attraverso questi standard di qualita'", ha concluso Mancinelli, "tutti quanti ci impegniamo a rispettare quanto scritto nel Codice per garantire un brand Abruzzo unico".

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‘Pescara Arena’, presentato il progetto del nuovo stadio 

 Tanti ospiti questa sera, nel padiglione espositivo della Camera di Commercio, alla presentazione del "Pescara Arena", il nuovo stadio che dovrebbe sorgere nel capoluogo adriatico nel 2020. Padrone di casa il presidente del Delfino Pescara 1936, Daniele Sebastiani, accanto al quale sul palco si sono alternati personaggi del calibro di Giovanni Malago' (presidente Coni), Andrea Abodi, presidente dell'Istituto del Credito Sportivo, oltre al patron della Sampdoria Massimo Ferrero. Una sessione tecnica specifica e' stata dedicata al progetto al quale e' stato dato un nome particolarmente evocativo, Pescara Arena. A illustrare i dettagli dell'intervento l'amministratore delegato della societa' di ingegneria Proger, Umberto Sgambati. E' stato lui a spiegare come un progetto basato sulla passione collettiva e che ha come denominatore comune la "Pescaritudine", neologismo coniato insieme al ministro dello Sport, Luca Lotti, che ha portato il suo saluto attraverso un video. 'Pescara Arena' non sara' semplicemente un impianto sportivo, ma accogliera' al suo interno un centro congressi, un'area commerciale, una food court, sky box e ground box, sale convegni e tanto altro ancora. Un hub trasportistico immerso nel verde che ha la sostenibilita' nel suo Dna. Complessivamente si interverra' su 118 mila metri quadri, saranno 20.700 i posti complessivi, con una piazza coperta da 4 mila metri quadrati con 1.600 parcheggi. Numeri importanti per una struttura che punta ad avere la certificazione ambientale Leed. Anche il presidente del Coni, Giovanni Malago', ha sottolineato l'importanza del progetto che dovrebbe vedere la luce nel 2020. "Avere un nuovo impianto nel 2020 in una citta' come Pescara e in questa regione, puo' essere utile non solo per il calcio, ma per tutto il movimento sportivo abruzzese". "Per me questo e' un progetto che mi fa essere felice due volte - ha detto il presidente del Credito Sportivo, Andrea Abodi - Primo perche' e' nato con B Futura, poi perche' proseguira' con il Credito Sportivo e dunque ci sono il mio passato e il mio futuro. Stiamo parlando di un progetto importante che si realizzera' e che rappresenta un esempio di positivita' nell'ambito dell'impiantistica sportiva che vede Pescara all' avanguardia". 

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Regione Abruzzo, approvato il bilancio di previsione 2018-2020 

 Il Consiglio regionale dell'Abruzzo ha approvato il bilancio di previsione 2018/2020, il provvedimento prevede una variazione al bilancio di previsione 2017/2019 con una riduzione delle spese di 913.188,21 euro. Approvato, a maggioranza, il progetto di legge che rifinanzia la legge 49/2017 (Norme per il sostegno alle piccole imprese operanti nei territori della Regione interessati dagli eventi sismici del 2016 e 2017) per un importo pari a 504.000 euro. Stanziati inoltre 100.000 euro annue (per il triennio 2017/2019, totale pari a 300.000 euro) a favore del pendolarismo degli studenti nelle aree svantaggiate che percorrono più di venti chilometri per singola tratta, concedendo a questa categoria un contributo pari al dieci per cento del costo del titolo di viaggio. Nuovi fondi sono stati stanziati anche in favore delle imprese culturali, con il rifinanziamento della legge 55/2013. Approvato anche il provvedimento di legge che stanzia 200 mila euro per le imprese che svolgono attività di servizio ai traffici marittimi operanti nel porto di Pescara e 150 mila euro in favore del comune di Montazzoli (Ch) al fine di assicurare la fornitura di acqua potabile alla popolazione a seguito di fenomeni di dissesti idrogeologico che hanno interessato il territorio comunale. Approvato il provvedimento che disciplina la gestione "in house" della Fira spa con la giunta regionale che è autorizzata ad acquisire quote di capitale della Fira fino al raggiungimento dell'intero capitale sociale. In chiusura è stato licenziato all'unanimità anche il provvedimento per la valorizzazione dei ristoranti tipici dell'Abruzzo. Rinviate le nomine del garante dei detenuti, del componente del collegio delle Garanzie Statutarie e le risoluzioni previste all'ordine del giorno.

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Crollo hotel Rigopiano, secondo i periti le scosse terremoto non furono causa della valanga

Le scosse di terremoto registrate nella mattina del 18 gennaio non furono la causa della valanga che travolse l'hotel Rigopiano. Lo certificano i periti della Procura di Pescara: "Si puo' concludere, con una ragionevole certezza, che le scosse sismiche non hanno giocato un ruolo causale diretto per il distacco della valanga, la quale viceversa e' stata innescata per carico gravitativo". "L'evento del 18 gennaio - aggiungono - puo' essere considerato relativamente eccezionale per la sua entita' e magnitudo ma certamente e oggettivamente prevedibile sulla base di analisi, anche routinarie, in materia di geologia, geomorfologia, nivologia, climatologia e ingegneria della montagna'', concludono i periti. Uno di loro, Igor Chiambretti, al Tgr Abruzzo la scorsa settimana aveva anticipato come si potesse "evitare la perdita delle vite umane. Il danno all'edificio era non evitabile, anche se l'edificio era costruito secondo buoni criteri, ma le pressioni di impatto erano tali che avrebbero distrutto anche un bunker in cemento armato". 

''Non e' possibile invocare un'eccessiva distanza temporale tra gli eventi di precipitazione intensa precedenti -prosegue la perizia della Procura scritta da Berardino Chiaia, Igor Chiambretti e Barbara Frigo - Stante la ricorsivita' negli anni duemila, questi eventi non possono quindi dirsi eventi di precipitazione solida sconosciuti alla memoria storica (tanto collettiva quanto individuale) ed inusitati visto che gia' nel marzo del 2015, e forse anche in altre occasioni prima di tale data, l'Hotel Rigopiano era rimasto isolato per tre giorni consecutivi a causa delle abbondanti nevicate. L'unico carattere sufficientemente peculiare ed anomalo della nevicata e' stata la sua caratteristica termica (nevicata prevalentemente fredda per le basse temperature dell'aria e quindi a densita' inferiore rispetto ai valori usuali per il settore adriatico della catena Appenninica) che ha, conseguentemente, influenzato l'equilibrio della materia del fenomeno valanghivo''. L'evento di precipitazione nevosa occorso nel periodo 15 - 18 gennaio 2017, in tema di causalita' dell'azione non puo' quindi avere alcun carattere d'imprevedibilita', idoneo a perfezionare il requisito di eccezionalita' di entita', non solo perche' poteva essere immaginato dall'agente modello sulla scorta delle previsione meteorologiche e degli avvisi di condizioni meteo avverse disponibili con largo anticipo, bensi' anche perche' si era gia' verificato, diverse volte". 

''Il bacino valanghivo al termine del quale era ubicato l'Hotel Rigopiano dimostra di avere tutte le caratteristiche morfologiche, morfometriche, vegetazionali e nivologiche per poter essere catalogato quale un sito valanghivo soggetto a fenomeni di magnitudo anche elevata con tempi di ritorno estremamente variabili (indicativamente da 3 a 12 anni per gli eventi di media magnitudo e da 36 a 72 anni per gli eventi di magnitudo estrema)''. E' quanto si afferma nella relazione dei periti della procura di Pescara, Bernardino Chiaia, Igor Chiambretti e Barbara Frigo. ''L'analisi morfometrica sin qui svolta e la comparazione di diverse riprese aeree fotografiche (che coprono il periodo tra il 1945 e l'attuale) consentono di confermare la presenza di due conoidi miste i cui agenti morfogenetici e deposizionali sono ascrivibili, con sicurezza, ai processi gravitativi di versante (colate detritiche, valanghe, processi eluvio- colluviali e frane di crollo) - proseguono i periti -. Si rileva altresi' una assoluta negligenza da parte dei soggetti preposti nel fatto di non aver considerato l'area in oggetto come area valanghivo (vedasi Capitolo 4), nonostante le notevoli storiche) emergenti, anche in assenza di studi specifici commissionati. Cio' ha comportato l'omissione della messa procedure di protezione e/o di opere di difesa''. Dalla lettura delle carte aeree quindi si comprende come ''particolare il vallone che insiste sulla localita' di Rigopiano, mostri evidenti e numerose tracce di attivita' valanghiva avvenuta nel corso dell'inverno 1944-1945. Buona parte del bosco risulta rimosso lungo il percorso della valanga e la conoide e' pressoche' priva di alberi salvo alcune piante isolate - concludono i periti - Sono ben visibili, nelle valli limitrofe, numerose tracce penetranti (corridoi di deforestazione di colore grigio chiaro) causati dallo scorrimento di valanghe nella fascia occupata dalle faggete''.

Per salvare le vite umane era necessario evacuare l'hotel due giorni prima della tragedia. Lo scrivono i periti della Procura di Pescara: ''Tale evacuazione avrebbe dovuto avvenire gia' dal primo pomeriggio del 16 quando sia i bollettini meteorologici e il relativo avviso di condizioni meteorologiche avverse sia il bollettino valanghe emesso dal Servizio Meteomont avevano confermato lo scenario di precipitazioni nevose intense e di possibile attivita' valanghiva''

 Sara' interrogato il 13 dicembre il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, uno dei 23 indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla tragedia dell'Hotel Rigopiano di Farindola. Nei mesi scorsi, Di Marco era gia' stato ascoltato e aveva dichiarato di non essere a conoscenza della rottura della turbina Unimog destinata allo sgombero della strada provinciale 8: "Non mi era stato comunicato ne' dal dirigente del settore Viabilita' ne' da altri dipendenti dello stesso settore viabilita'" . In quell'occasione il presidente della Provincia aveva anche riferito di non essere a conoscenza dei contenuti del Piano di Emergenza Provinciale: "Io sono stato eletto nel 2014 e - si legge nei verbali dei carabinieri forestali - la redazione o l'aggiornamento del Piano di Emergenza credo non sia piu' di competenza della Provincia dopo l'approvazione della legge Delrio. Preciso di aver firmato nel 2016 una convenzione con la Regione Abruzzo con cui vengono trasferite le competenze di Protezione Civile della Provincia a tale ente". Gli interrogatori degli indagati prenderanno il via all'inizio del mese di dicembre. Il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, sara' ascoltato il 14 dicembre

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Crollo hotel Rigopiano, dalle carte dell’inchiesta emergono nuovi particolari

Una informativa corposa, di oltre 100 pagine, quella preparata della squadra Mobile di Pescara che contiene le intercettazioni di tutto il periodo dell'emergenza maltempo in Abruzzo, a partire dal 6 gennaio e fino al 20, due giorni dopo la tragedia di Rigopiano. Da questa informativa, e da quella di 34 pagine dei Carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Pescara, e dalle altre due dei Carabinieri Forestali, emerge un quadro di giorni di caos nell'approccio all'emergenza e nei canali istituzionali, che ha avuto il suo picco dal 17 al 19 gennaio. La tragedia dell'hotel Rigopiano, a Farindola, arriva il 18 gennaio, con 29 morti e 11 sopravvissuti.

Sono 23 gli indagati nell'inchiesta, tra cui l'ex prefetto Francesco Provolo. Ma e' chiara la percezione della "sottovalutazione" generale che emerge da alcune telefonate, nel contesto di una situazione estrema ed eccezionale.

"La gente sta morendo e voi non vi rendete conto", dice alle 16.10 del 18 gennaio il consigliere regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, parlando con Claudio Ruffini, a quell'epoca segretario del presidente della Regione, Luciano D'Alfonso. Ruffini e D'Alfonso non sono indagati per Rigopiano, ma solo citati in queste conversazioni raccolte nell' ambito di un'altra inchiesta sugli appalti della Regione. Il dramma di quei momenti e' contenuto anche in un sms che Pina Manente, della Provincia di Teramo, invia alle 21.45 sempre del 18 gennaio allo stesso Ruffini: "Qui conteremo i morti X carenza di soccorsi, forse non vi state rendendo conto". Mentre la sera del 19 gennaio, il sindaco di Cortino, Gabriele Minosse, sfoga la sua rabbia nei confronti del governatore parlando al telefono con il consigliere regionale Sandro Mariani: "...hanno sottovalutato tutto...adesso penso che possa bastare a giocare, qua ci sta la pelle della gente...".

Le richieste arrivavano da tutto il territorio regionale. Il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, alle 15.01 del 18 gennaio chiama Ruffini "che non risponde e ne' richiamerà", precisa l'informativa del Noe. Del mezzo destinato a Villa Celiera e a Farindola, dirottato sulla strada di Caramanico-S.Eufemia, parlano in una telefonata concitata il responsabile del settore viabilita' della Provincia di Pescara, Paolo D'Incecco, indagato, e il sindaco di S.Eufemia Francesco Crivelli, non indagato. Sempre sulla gestione delle turbine, questa volta a Celano, D'Alfonso se la prende con il capo Anas Abruzzo, Antonio Marasco: "Lo faccio cacciare". Un giorno e mezzo dopo Rigopiano, alle 7.53 del 20 gennaio, il governatore dice a D'Incecco: "...c'e' da gestire una situazione documentale nel rispetto della legge...".

Nelle informative rientra anche la smentita che la riunione alla Provincia per il coordinamento dei soccorsi sia avvenuta il 16 gennaio e la preoccupazione, alle 19.56 del 18 gennaio, a tragedia accertata, del presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco: "Quello e' un lavoro che e' di mia competenza". Ora si attende la carta valanghe, per cui ci vorranno ancora tre anni. Mentre e' vivo il ricordo dell'ex generale dei carabinieri forestali, Guido Conti, morto suicida il 17 novembre scorso, con il 'cruccio' di Rigopiano, come ha lasciato scritto in una lettera sulla cui divulgazione la Procura di Sulmona ha aperto un fascicolo per rivelazione di segreto d'ufficio. Il parere di Conti, secondo i consulenti tecnici della Procura di Pescara, sulla piscina di Rigopiano "risulta correttamente rilasciato". Mancava la relazione del geologo sul rischio valanga. 

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Un miliardo e 300 milioni per aiutare i giovani del Sud a fare impresa

Un investimento di 1 miliardo e 300 milioni messi a disposizione dei ragazzi del Sud prospettando una occupazione di circa centomila giovani nei prossimi tre anni. Questo l'obiettivo di due progetti varati con decreto legge per il Mezzogiorno il giugno scorso che oggi diventano operativi. Al via "Resto al Sud", un incentivo che sostiene la nascita di nuove attività imprenditoriali avviate nel Meridione, la cui dotazione finanziaria complessiva è di 1,250 milioni e prevede agevolazioni ai residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, che hanno tra i 18 e i 35 anni. Altra misura è "Banca terre incolte o abbandonate" che ha l'obiettivo di promuovere la valorizzazione e la riqualificazione dei beni non utilizzati, rafforzando le opportunità occupazionali dei giovani tra i 18 e i 40 anni avvalendosi di iniziative in grado di stimolare la cultura del riuso. Le due iniziative sono state illustrate a Napoli nel corso del convegno "Le nuove opportunità per i giovani" che ha visto la partecipazion3e, tra gli altri, dei ministri per la Coesione territoriale e del Mezzogiorno Claudio De Vincenti e delle Politiche agricole Maurizio Martina. "L'obiettivo fondamentale è tornare a utilizzare le terre pubbliche per fare agricoltura - ha detto Martina - rigenerare queste terre è consentire a tanti ragazzi di poter costruire progetti d'impresa agricola attraverso il loro uso".

"Abbiamo fatto già una sperimentazione con il progetto Terre Vive in collaborazione con l'Agenzia del Demanio e - ha aggiunto - questa esperienza ci ha detto chiaramente che c'è una domanda di terra da parte di tantigiovani che vogliono investire in esperienze agricole. Dobbiamo estendere la sperimentazione e farlo in particolare nelle terre del Sud dove c'è - ha evidenziato Martina - una straordinaria ricchezza da questo punto di vista e riconvertire queste terre che per anni sono state inutilizzate". Questo, secondo il ministro, significa "non solo generare impresa, ma anche presidiare il paesaggio e il territorio. È un messaggio straordinario di grande futuro per l'Italia", ricordando che, in agricoltura, "lo scorso si è registrato il +13% di giovani occupati". Queste imprese investono "su tecnologia e innovazione" e sono principalmente under 40, "parliamo di ragazzi che guardano alla prospettiva di un paese del futuro e lo fanno investendo". "Oggi diamo il via operativo a due misure che abbiamo varato nel giugno scorso - ha spiegato il ministro De Vincenti - 'Resto al Sud', con capitale per i giovani che vogliono fare impresa, anche se non hanno mezzi propri per mettere su l'attività, e 'Banca delle terre', le terre incolte messe a disposizione dei giovani che vogliono valorizzarle". I progetti "vanno in vigore da oggi. Presentiamo come si fa la domanda, quando apre lo sportello di Invitalia e come i sindaci devono fare l'inventario delle terre incolte per metterle a disposizione dei giovani". In merito al progetto delle terre da riutilizzare per l'agricoltura, De Vincenti ha spiegato che "ci sarà un contratto di concessione per quanto riguarda i terreni pubblici dei Comuni e un contratto di affitto nel caso di terreni di privati. Tutto regolato nel canone e nella durata che sarà di 9 anni rinnovabili, quindi, estendibili fino a 18. Misure importanti perché - ha concluso - noi puntiamo sul Sud".

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Qualità della vita, nella classifica del Sole 24 Ore le province abruzzesi si piazzano a metà classifica

E' Belluno la regina 2017 della "Qualità della vita", l'indagine del Sole 24 Ore che misura il benessere economico e sociale delle 110 province italiane. Sul podio salgono Aosta (vincitrice nel 2016) e Sondrio. Nei primi sette posti ci sono solo province alpine. In coda c'è Caserta, mentre Taranto scende al penultimo posto e Reggio Calabria si piazza al terz'ultimo.

Per quanto riguarda l'Abruzzo, Teramo è la prima provincia, al 60mo posto, in salita di 16 posizioni. Subito dietro Pescara, al 62mo posto, che guadagna 19 posizioni. Un gradino più in giù c'è L'Aquila, che perde tre posti. Chiude infine Chieti che dal 64mo passa al 68mo posto. 

Spulciando, infine, tra le curiosità e i record della Qualità della vita 2017, emerge che la provincia più dinamica, rispetto ai risultati dello scorso anno, è stata Ascoli Piceno, capace di recuperare ben 27 posizioni, risalendo dal 42° al 15° posto. In forte recupero anche Crotone, che dal 106° posto è riuscita a scalare ben 21 posizioni, Pescara (+19) e Treviso (+18). Sul fronte opposto, invece, due province liguri - Savona, che ha subìto un vero e proprio smottamento, perdendo addirittura 34 posizioni (dal 24° al 58° posto), e Genova, scivolata dal 21° al 48° posto (-27) - più Massa Carrara, che in un solo anno è scesa dal 49° al 72° posto (-23).Movimenti bruschi, certo, legati al fatto che rispetto alla 27a edizione della Qualità della vita sono cambiati ben sei indicatori, una scelta dettata dall’esigenza di tener maggiormente conto dell’evoluzione sociale, economica e degli stili di vita degli italiani.

In arretramento le grandi province: Milano scende dal secondo all'ottavo posto, Roma al 24esimo (-11) e Torino al 40esimo posto (-5). Napoli resta al 107esimo posto, quart'ultima. L'indagine viene realizzata utilizzando 42 indicatori, suddivisi in sei macro-aree. Sei i nuovi parametri: acquisti online, gap retributivo di genere, spesa in farmaci, consumo di suolo, anni di studio degli over 25 e indice di litigiosità nei tribunali. 

"E' una classifica che ci fa molto piacere - commenta soddisfatto il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini - Il dato piu' importante, secondo me, e' l'ottavo posto in Italia per qualita' dell'offerta di tempo libero e cultura. Questo ci fa pensare che con la cultura stessa si puo' vivere eccome e che progetti strategici, come il documento approvato in Consiglio 'Pescara citta' della conoscenza e del benessere', non sono frutto del caso, ma del lavoro e della passione delle persone".

"L'Abruzzo migliora mediamente le sue posizioni, anche se continua a veleggiare nella parte medio-bassa della graduatoria italiana - commenta il direttore della Cna Abruzzo, Graziano Di Costanzo - Significativi sono alcuni squilibri: perche' se Chieti risulta la terza provincia nel rapporto tra export e Pil pro-capite, un'eccellenza in campo nazionale, e' vero che nella diffusione della banda larga, strategica per lo sviluppo delle imprese, veleggia nella parte bassa della classifica, dove Teramo figura all'ultimo posto. Segnali che confermano quanto sia ancora forte il differenziale negativo che pesa tra l'Abruzzo e altre aree del Paese. Stesso discorso puo' essere fatto sugli squilibri testa/coda di Pescara in fatto di sicurezza e giustizia (ultimi posti) e cultura e tempo libero (tra le prime dieci). Oppure per l'altissimo sviluppo, nell'Aquilano, dell'e-commerce cui fa da contrappeso negativo la ridottissima presenza di start-up, ovvero imprese innovative". Per il direttore della Cna "occorre sempre piu' orientare gli investimenti pubblici in direzione della riduzione di quelle criticita' che ancora ci penalizzano pesantemente rispetto al resto del territorio italiano; e in questo senso gli investimenti sulla banda larga, messi in campo con il Masterplan, muovono nella giusta direzione".

 

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Colletta alimentare, raccolte 193 tonnellate di alimenti

Nel corso della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, in Abruzzo sono state donate 193 tonnellate di alimenti, raccolte da 4 mila volontari in circa 300 punti vendita di tutta la regione. Nel 2016, le tonnellate raccolte sono state 191 e, pertanto, quest’anno si è registrato un incremento dell'1 per cento. Nel dettaglio, a Pescara e provincia sono state raccolte 58 tonnellate, a Teramo 49, a Chieti 56 e a L’Aquila 30.

Sin dai prossimi giorni inizierà la distribuzione dei prodotti ai 40.701 poveri dell’Abruzzo assistiti dal Banco Alimentare mediante 200 enti convenzionati.

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