Sono oltre 141 mila e crescono dell'1,2% tra 2017 e 2018. Si tratta soprattutto di parrucchieri (circa 103 mila) e istituti di bellezza (35 mila) ma ci sono anche quasi 2mila imprese di manicure e pedicure. Il 63,7% delle imprese e' a guida femminile (+1,7%), il 14% ha proprietari under 35 mentre nel 7,5% dei casi sono nati all'estero (+7,4%). Roma e' prima con 9.865 imprese, +3,6% in un anno, vengono poi Milano con 7.102 imprese (+0,8%), Napoli e Torino con quasi 6 mila imprese e rispettivamente +2,7% e +0,5%. E' quanto emerge dall'elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati del registro imprese al primo trimestre 2018 e 2017. La maggior concentrazione di imprese femminili sul totale si trova ad Aosta, 83%, e Biella, 82%, il primato per le imprese giovani a Crotone, in Calabria (25%) e Isernia (23%), in Molise, quello per le imprese straniere a Milano (15%) e Teramo (14%).
Leggi Tutto »Le over 100 anni sono donne in 8 casi su 10
Solo lo 0,03% della popolazione Italiana riesce a festeggiare il traguardo dei 100 anni. Negli ultimi sette anni, all'interno della platea di persone che sono diventate 'secolari', più di otto su dieci fanno parte del gentil sesso. Il primo gennaio di quest'anno risultano essere l'83,7% degli over 100, stesso risultato raggiunto nel 2012 e solo di un decimale di punto sotto il record del 2015. Mentre negli altri anni le donne non sono mai scese al di sotto dell'83,2% degli ultra centenari. I dati sono contenuti nelle tabelle dell'Istat ed elaborati dall'Adnkronos. I numeri assoluti mostrano che nel periodo rilevato dall'Istituto di statistica all'inizio di quest'anno risultavano iscritti all'anagrafe 15.647 persone di 100 anno e più. Confrontando il dato con gli anni precedenti si osserva che a partire dal 2015, anno in cui è stato raggiunto il record di 19.095 persone over 100, è iniziato un calo che ha portato la situazione quasi ai livelli del 2012 (15.029 centenari). Nel dossier dell'Istat sulla 'Popolazione residente e stato civile' si spiega che la flessione è dovuta alla prima guerra mondiale, che in Italia è iniziata nel 1915. A partire dal 2015 compiono quindi 100 anni le persone nate durante il conflitto; un periodo, spiega l'Istat, ''caratterizzato da un forte calo delle nascite dovuto al periodo bellico e dunque meno numerose in partenza di quelle che le hanno precedute e seguite''.
Leggi Tutto »Fondi autostrade, Lolli: pronti a mobilitare l’Abruzzo
"Se il Governo nazionale non cancellerà questa decisione in sede di conversione del Decreto, chiameremo l'Abruzzo a scendere in campo per far sentire forte la nostra voce contro questo scippo". Lo ha detto, questa mattina a Pescara, il presidente vicario Giovanni Lolli, nel corso di una conferenza stampa convocata per fare il punto sul provvedimento del Governo - inserito nel Decreto Genova - in cui è previsto che i 250 milioni di euro necessari alla messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25 siano anticipati dalle Regioni Abruzzo e Lazio (rispettivamente per 200 e 50 milioni). Fondi che, nel caso dell'Abruzzo, verrebbero attinti dalle disponibilità di cassa necessarie a far fronte agli impegni assunti nella programmazione del Masterplan, che vedrebbero dunque un azzeramento dei trasferimenti agli enti attuatori sia per il 2018, che per il 2019.
Lolli ha ripercorso la vicenda insieme al presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio e al direttore generale della Regione Vincenzo Rivera. "In questa storia - ha sottolineato Lolli - ci sono una serie di evidenti anomalie: la prima riguarda la natura dell'intervento di messa in sicurezza delle autostrade, che è di competenza statale, in quanto è lo Stato che incassa il canone di 56 milioni di euro l'anno dal concessionario, non certo la Regione. Stabilito questo, va anche precisato che siamo perfettamente consapevoli dell'urgenza degli interventi e proprio per questo, già prima del crollo del ponte Morandi a Genova, avevamo discusso con il Governo delle iniziative da intraprendere. Con il precedente esecutivo eravamo riusciti a ottenere lo stanziamento dei 250 milioni (in rate da 50 milioni l'anno a partire dal 2021), una parte dei quali è già nelle casse del concessionario, a cui è stata data la possibilità di trattenere l'ammontare dei canoni relativi agli ultimi 2 anni, pari a circa 110 milioni di euro, destinandoli ai progetti per la messa in sicurezza dell'infrastruttura. Oggi, invece, scopriamo che anche questa somma non è stata tenuta in considerazione nei conteggi fatti dal Governo".
Lo scorso luglio c'era stata una riunione, con i tecnici della Regione Lazio e dei ministeri della Coesione e dei Trasporti, in cui era emersa la difficoltà del concessionario a farsi anticipare dalle banche il finanziamento statale, stanziato e non ancora erogato. "In quella sede - ha continuato il presidente vicario - le Regioni avevano dato la disponibilità a rinviare alcuni progetti: nel caso dell'Abruzzo si era parlato del prolungamento dell'asse attrezzato di Pescara e dell'acquisto di nuovo materiale rotabile, destinando le relative risorse ai lavori sulle autostrade. Nel Decreto Genova, però, di tutto questo non c'è traccia e si parla solo di anticipazioni di cassa quasi interamente a carico della nostra Regione".
Rivera ha specificato che nel Decreto non è comunque previsto il definanziamento dei progetti contenuti nel Masterplan, ma bensì il rallentamento dei flussi di cassa, che verrebbero ripristinati successivamente, prolungando la scadenza del programma al 2025, invece del 2023 come previsto ora. "Il punto - ha rimarcato il direttore generale - è che dei 753 milioni di euro di fondi Fsc assegnati all'Abruzzo per il Masterplan, la Regione ha firmato convenzioni con i soggetti attuatori pari a 700 milioni di euro. All'interno di questa cifra, progetti per un ammontare di ben 536 milioni sono già stati caricati sulle piattaforme ministeriali, e contemporaneamente gli assegnatari hanno caricato i finanziamenti nei loro bilanci, ricevendo in alcuni casi anche degli anticipi. E' chiaro, quindi, che se la norma del Decreto non dovesse essere modificata in Parlamento, si verificherebbe una situazione di caos indicibile, con un altissimo rischio di contenziosi".
Mercoledì al ministero per la Coesione è stata convocata una nuova riunione, in cui Lolli e Rivera chiederanno ufficialmente la modifica del provvedimento, che metterebbe a rischio progetti rilevanti per il territorio, a partire dalla manutenzione delle strade provinciali. "Se non dovessimo ottenere risultati - conclude il presidente Lolli - siamo però pronti a una grande mobilitazione, in cui coinvolgeremo cittadini, associazioni, sindacati e organizzazioni di categoria, oltre a tutti i parlamentari eletti in Abruzzo, che dovranno impegnarsi, al di là delle proprie appartenenze politiche, per bloccare una follia che ci auguriamo sia frutto solo di disattenzione e non della volontà di penalizzare un territorio già alle prese con numerose emergenze".
Leggi Tutto »Calo del 20 per cento della produzione olivicola in Abruzzo
Crolla del 38% quest’anno la produzione di olio di oliva Made in Italy che scende ad appena 265 milioni di chili, un valore vicino ai minimi storici colpendo anche l’Abruzzo e la sua forte vocazione olivicola. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare le previsioni divulgate dall’Ismea per l’Italia alla Giornata nazionale dell’extravergine italiano al Villaggio contadino al Circo Massimo a Roma, che ha dato inizio alla spremitura delle olive in Italia con migliaia di agricoltori che hanno lasciato le campagne per difendere nella Capitale il prodotto più rappresentativo della dieta mediterranea.
Secondo Coldiretti a pesare sulla campagna olivicola appena iniziata saranno sicuramente il gelo invernale di Burian e i venti accompagnati dalla pioggia durante la fioritura che hanno ridimensionato pesantemente i raccolti anche se le previsioni classificano l’Italia come secondo produttore mondiale nel 2018/19. La Puglia si conferma essere la principale regione di produzione, con 87 milioni di chili, nonostante il calo del 58%, mentre al secondo posto si trova la Calabria, con 47 milioni di chili e una riduzione del 34%, e sul gradino più basso del podio c’è la Sicilia dove il taglio è del 25%, per una produzione di 39 milioni di chili, mentre in Campania il raccolto è di 11,5 milioni di chili, in riduzione del 30%. Al centro diminuisce a 11,6 milioni di chili la produzione in Abruzzo (-20%) e a 14,9 milioni di chili nel Lazio (-20%) mentre aumenta a 17,8 milioni di chili in Toscana (+15%) come nel nord dove complessivamente – precisa Coldiretti –si registra un aumento del 30%.
L’ondata di maltempo del 2018 ha provocato almeno 25 milioni di piante di ulivo danneggiate dalla Puglia all’Umbria passando per l’Abruzzo (in cui lo scorso anno si era avuta una importante perdita quantitativa dovuta alla neve) e il Lazio con danni fino al 60% in alcune zone particolarmente vocate.
Secondo Coldiretti Abruzzo la perdita di produzione, pur non incidendo sulla qualità del prodotto finale, avrà ripercussioni in termini economici suun comparto che, in regione, conta circa 6 milioni di piante su circa 46mila ettari che rappresentano circa il 50% della superficie agricola arborea utilizzata, un totale di circa 60mila aziende di cui 15mila che coltivano prevalentemente olivo, oltre 350 frantoi e tre Dop presenti nelle province di Chieti (Colline Teatine), Pescara (Aprutino Pescarese) e Teramo (Pretuziano delle colline teramane).
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Evasione fiscale, solo il 5 per cento dei Comuni collabora per contrastarla
Tra i 7.978 Comuni presenti l’anno scorso in Italia, solo 435 (pari al 5,4 per cento del totale) si sono attivati per contrastare l’evasione, segnalando all’Amministrazione finanziaria o alla Guardia di Finanza situazioni di presunta violazione delle normative fiscali e previdenziali compiute dai propri concittadini che, successivamente, hanno dato luogo a un effettivo recupero di imposta. In termini di gettito, invece, nel 2016 (ultimo dato disponibile) i Sindaci hanno potuto incassare poco più di 13 milioni di euro. Praticamente nulla. La denuncia è sollevata dalla CGIA. Afferma il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo: “Il 70 per cento dei Comuni italiani ha meno di 5.000 abitanti, per cui è comprensibile che non abbia le risorse economiche e le professionalità sufficienti per attivare queste misure di contrasto all’evasione. Difficile, invece, trovare una giustificazione per i Sindaci delle grandi aree urbane, in particolar modo del Sud, che, ad eccezione del primo cittadino di Reggio Calabria, l’anno scorso hanno recuperato, quando è andata bene, solo poche migliaia di euro. Con tanti abusivi e un livello di lavoro nero allarmante come è possibile, ad esempio, che il Comune di Napoli abbia contribuito a incassare solo 150 euro ?”
In termini assoluti, i dati per comune capoluogo di provincia riferiti al 2017 ci dicono che Milano è stata l’amministrazione più “virtuosa”. Sebbene l’importo recuperato sia comunque contenuto, dalle segnalazioni effettuate agli 007 del fisco il capoluogo lombardo ha recuperato 1,3 milioni di euro. Segue Genova con 967.577 euro, Prato con 751.620 euro, Torino con 517.952 euro, Bergamo con 505.448 euro e Reggio Emilia con 447.390 euro. Tra le grandi aree urbane del Sud, invece, Reggio Calabria ha incassato 250.566 euro, mentre tutte le altre hanno riscosso cifre risicatissime: Messina 16.095 euro, Palermo 6.646 euro, Siracusa 3.763 euro, Catania 3.447 euro, Benevento 2.478 euro, Cagliari 350 euro e Napoli 150 euro. Se, invece, si rapporta la quota recuperata sul numero di contribuenti Irpef, Bergamo è l’Amministrazione comunale che si colloca al primo posto con 5,85 euro: seguono Prato con 5,14 e Reggio Emilia con 3,71.
Anche osservando i risultati riferiti al numero di accertamenti raggruppati per regione, emerge la scarsa sensibilità al problema da parte di tutti: anche se al Sud questa evidenza appare più marcata che altrove. Le costruzioni, ricordano dalla CGIA, è il settore dove i Comuni hanno le maggiori opportunità di intervento.
Nel 2017, sottolinea la CGIA, gli accertamenti dei tributi erariali realizzati grazie all’ “imbeccata” dei Sindaci sono stati complessivamente 1.172; in leggero aumento rispetto all’anno precedente, quando si era raggiunta la soglia di 1.156, anche se in deciso calo se la comparazione viene effettuata con il risultato ottenuto nel 2012, quando si era toccata la punta massima di 3.455 segnalazioni
Va ricordato che dal 2005 si sono susseguiti diversi provvedimenti di legge rivolti a migliorare la collaborazione dei Comuni negli accertamenti dei tributi erariali (Irpef, Irap, Iva, contributi previdenziali, etc.). Attraverso il coinvolgimento degli uffici preposti, queste amministrazioni possono dar luogo ad un’azione di contrasto all’evasione fiscale trasmettendo all’Agenzia delle Entrate o alla Guardia Finanza delle “segnalazioni qualificate” nei confronti di soggetti per i quali sono stati riscontrati comportamenti evasivi e/o elusivi. Il conseguente recupero di imposta accertato dagli uomini del fisco viene poi trasferito ai Comuni che hanno dato inizio all’operazione. Dal 2012 la quota riconosciuta ai Sindaci sulle maggiori entrate tributarie recuperate dall’attività di accertamento è pari al 100 per cento.
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Il Pescara batte il Benevento e vola in testa alla classifica
Il Pescara di Bepi Pillon sale in vetta in classifica nella serie B dopo il successo col Benevento. Nel primo tempo il pallino del gioco e' tutto per il Pescara , con il vantaggio che arriva con un colpo di testa di Mancuso sugli sviluppi di un angolo calciato da Memushaj. Nella ripresa il Benevento prova a risalire la china e subito centra il pari con una punizione magistrale di Viola. La gioia dei campani dura poco piu' di un paio di minuti perche' la squadra di Pillon torna di nuovo in vantaggio e quest volta e' Machin a esaltare i tifosi biancazzurri. L'assist finale e' di Marras, abile ad andare sul fondo e pescare la mezz'ala scuola Roma. Nel finale il Pescara sciupa clamorosamente il gol del 3-1 con Brugman, mentre il Benevento, nonostante i quattro attaccanti non riesce a sfondare il muro alzato dal Pescara .
PESCARA (4-3-3): Fiorillo 6; Balzano 6, Gravillon 6.5, Campagnaro 6.5, Del Grosso 6.5; Memushaj 6, Brugman 6.5, Machin 7; Marras 6.5 (36'st Kanoute' sv), Monachello 6 (28'st Perrotta 6), Mancuso 7.5 (47'st Cocco sv). In panchina: Kastrati, Fornasier, Elizalde, Palazzi, Farelli, Crecco, Melegoni, Del Sole, Ciofani. Allenatore: Pillon 6.5 BENEVENTO (4-3-3): Puggioni 5.5; Maggio 5, Volta 5.5, Antei 5, Di Chiara 5.5; Nocerino 5.5, Viola 6 (24'st Coda 5.5), Tello 6; Ricci 5.5 (17'st Insigne 6), Asencio 5, Improta 5.5 (19'st Buonaiuto 5.5). In panchina: Montipo', Gori, Sperandeo, Letizia, Del Pinto, Billong, Gyamfi, Goddard, Volpicelli. Allenatore: Bucchi 5.5 ARBITRO: Baroni di Firenze 6 RETI: 37'pt Mancuso, 6'st Viola, 8'st Machin NOTE: Spettatori 8.074 di cui 1.100 ospiti per un incasso di 61.853. Ammoniti Di Chiara, Del Grosso, Nocerino, Memushaj, Volta, Fiorillo. Angoli 5-2 per il Pescara. Recupero: 4'pt, 5'st.
Leggi Tutto »Rossi: il problema non si risolve inducendo lo Stato a indebitarsi
''Un'economia che cresce poco per un periodo così lungo, dove i redditi familiari sono in termini pro capite sui livelli della fine degli anni Ottanta, è un'economia che offre poche opportunità ai suoi cittadini, soprattutto a quelli più giovani. Non sorprende che due terzi dei giovani tra i 18 e i 34 anni si attendano che chi oggi studia o inizia a lavorare occuperà in futuro una posizione sociale ed economica peggiore di quella della generazione che li ha preceduti. Le cause di questa situazione sono molteplici e non le discutiamo qui. Una cosa è certa: il problema non si risolve inducendo lo Stato a indebitarsi. Lo Stato può far molto in questo campo spendendo meglio e fissando norme che incentivino l'efficienza''. Lo afferma il direttore generale della Banca d'Italia e presidente dell'Ivass Salvatore Rossi, in occasione di una Lectio magistralis all'Università Ca' Foscari di Venezia. ''Se volessimo affrontare la questione dal lato dell'equità sociale (e sbaglieremmo a separare questa dall'efficienza produttiva: prima bisogna far crescere la torta e poi pensare a come tagliarla) ancora una volta non è con maggiori debiti che si risolve il problema, ma tutt'al più ripartendo diversamente le tasse fra chi ha di più e chi ha di meno e migliorando la capacità perequativa di molti trasferimenti pubblici'', conclude Rossi.
Leggi Tutto »Toninelli: Rinegozieremo con Strada dei Parchi gli accordi fatti
"Rinegozieremo con Strada dei Parchi gli accordi fatti, così come rinegozieremo con tutti i concessionari": lo ha detto il ministro Danilo Toninelli al termine di un 'blitz' compiuto sotto ai pilastri a rischio della A25, a Bugnara. Il sopralluogo si è svolto sotto i pilastri più malridotti: il ministro ha ribadito la ferma volontà del governo di rivedere tutti i contratti che i passati governi hanno stipulato con "i signori dell'asfalto", compresi gli attuali gestori della Strada dei Parchi.
I ''signori dell'asfalto guadagneranno molto molto di meno. Sono finiti gli accordi incestuosi della vecchia politica con questi signori dell'asfalto". Così il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli che ha poi spiegato che "invece il ministero i controlli li ha fatti solo sulla carta e mai andando a vedere sul posto lo stato dei viadotti e delle strade". Terminato il sopralluogo, durato circa mezz'ora, al quale hanno partecipato rappresentanti della società Strada dei Parchi, che ha già provveduto ad aprire un cantiere per intervenire sui viadotti più a rischio, il ministro Toninelli è ripartito per Roma.
Leggi Tutto »Case, mercato favorevole per gli acquisti
Il mercato delle abitazioni continua ad essere favorevole per chi vuole comprare, con prezzi ancora stabili o in flessione in un quadro di crescita dei volumi di compravendita. Dal 2010 i prezzi sono scesi del 15,8% (-22% per le case esistenti) e ancora nel secondo trimestre del 2018 il prezzo medio delle abitazioni registra una flessione dello 0,2% rispetto allo stesso trimestre del 2017, calo meno significativo però rispetto al -0,5% del trimestre precedente. Il segno meno su anno, è dovuto alle abitazioni "usate" che registrano un calo dei prezzi tendenziale dello 0,7%, mentre le abitazioni nuove (che però pesano poco più di un quinto sull'indice generale) registrano un aumento dei prezzi di +1,6%. Se ci si raffronta invece con il trimestre precedente appare una leggera ripresa dei prezzi su base nazionale con un +0,8% e qui anche le case "usate" registrano un incremento di prezzo dello (0,7%). I dati dell'Istat confermano "una fase di crescita dei volumi di compravendita" (+5,6% l'incremento tendenziale registrato nel periodo dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate). Tuttavia si registra una certa eterogeneità degli andamenti dei prezzi. Infatti il Centro insieme con Sud e Isole registrano una flessione tendenziale dei prezzi delle abitazioni più marcata di quella nazionale (rispettivamente -1,6% e -0,6%). Per contro, nel Nord-Ovest i prezzi delle abitazioni crescono (+0,7%) mentre sono stabili nel Nord-Est. Confedilizia considera "allarmante" la perdita di valore delle case "esistenti", ma soprattutto il calo dei prezzi a Roma dove si registra un -2,2% con le case nuove in calo del 5,5%. "Dal 2010 - appena prima dell'introduzione dell'Imu, che con la Tasi ha portato quest'anno a 150 miliardi il carico di tassazione patrimoniale sugli immobili - i prezzi delle case esistenti, secondo l'Istat, si sono ridotti del 22,1%.
Leggi Tutto »Sartoria, nel 2017 16 mila assunzioni in Italia
Sono circa 9 mila gli artigiani specializzati nella sartoria in Italia. In Lombardia, invece, sono 1.613 con 2.648 addetti, +2% in un anno e +20% in cinque. Rappresentano il 18% del totale italiano. Il sarto e' anche una professione richiesta dalle imprese in generale, oltre 1.700 le entrate in Lombardia nel 2017 su piu' di 16 mila programmate in Italia (11%). Di questi almeno 1.500 assunti sono stati assunti come dipendenti ma il 50% e' stato di difficile reperimento soprattutto perche' viene richiesta una maggiore preparazione. I dati emergono da un'elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati del registro delle imprese secondo trimestre 2018, 2017, 2013 e su dati Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL.
Con 742 attivita' artigianali e oltre mille addetti Milano e' prima in Lombardia per sartorie, seconda in Italia dopo Roma (803 imprese e 1.104 addetti) ed e' in crescita: +1,1% in un anno e +25,8% in cinque. Precede Torino (565 attivita' con 799 addetti), Napoli (357, 628) e Brescia (178, 293). Tra le prime anche altre lombarde: Bergamo con 142 attivita', Varese con 117 e Monza Brianza con 113. Oltre due sartorie artigianali su tre sono a guida femminile sia in Lombardia (69,4%) che in Italia (72,4%). E la percentuale di donne arriva all'80% circa a Sondrio e Mantova, mentre supera il 90% a Gorizia, Chieti e Pordenone. Leggermente piu' alta la presenza di giovani in Lombardia (12,2%) rispetto alla media italiana (11,4%) con punte del 19% a Sondrio e Brescia. A livello nazionale i giovani superano invece il 23% a Savona, Reggio Emilia, Pistoia e Grosseto. Forte la presenza di stranieri, soprattutto in Lombardia, piu' della meta' del totale rispetto al 34,2% italiano: Milano arriva al 67% e si colloca nella classifica nazionale dopo Verbania (69,2%) e prima di Prato (65,9%). Se si guarda solo ai titolari di ditte individuali, le provenienze straniere prevalenti sia per la Lombardia che per l'Italia sono la Cina (rispettivamente 33% del totale ditte e 14,9%), il Marocco e la Romania (3% circa).
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