Primo Piano

Aifa, nel 2017 +1,2% spesa totale dei farmaci

 

Nel 2017, in Italia, la spesa farmaceutica totale - pubblica e privata - e' stata pari a 29,8 miliardi di euro, aumentando dell'1,2% rispetto all'anno precedente. Il 75% e' stato rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale, ma la spesa a carico dei cittadini, comprendente la spesa per compartecipazione, per i medicinali di classe A acquistati privatamente e quella per i farmaci di classe C, e' stata di 8.806 milioni euro, registrando un aumento del 7,1% rispetto al 2016. La spesa per l'acquisto di medicinali da parte delle strutture sanitarie pubbliche (pari al 40% della spesa farmaceutica totale) e' invece stata di 12,1 miliardi di euro (194,6 euro pro capite) e ha fatto registrare nel corso dell'anno un decremento dello 0,7% rispetto al 2016. E' quanto emerge dal Rapporto Nazionale 2017 'L'Uso dei Farmaci in Italia', realizzato dall'Osservatorio Nazionale sull'impiego dei Medicinali (OsMed) dell'Aifa. Il documento, presentato oggi a Roma, sottolinea inoltre che in media, per ogni cittadino italiano, la spesa per farmaci e' ammontata a circa 492 euro. La spesa farmaceutica territoriale complessiva e' stata pari a 21 miliardi 715 milioni di euro, in calo rispetto all'anno precedente dell'1,4%. La spesa pubblica territoriale, comprensiva della spesa dei farmaci erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta e per conto di classe A, e' stata di 12 miliardi 909 milioni di euro, ossia il 59,4% della spesa farmaceutica territoriale, e ha registrato, rispetto all'anno precedente, una sensibile riduzione del 6,5%, dovuta principalmente alla diminuzione della spesa per i farmaci in distribuzione diretta e per conto (-13,7%).

Nel complesso della popolazione, si legge ancora nel rapporto, la prevalenza d'uso dei farmaci e' stata in media del 66,1% (61,8% negli uomini e 70,2% nelle donne), passando da circa il 50% nella popolazione fino ai 54 anni, a oltre il 95% nella popolazione anziana con eta' superiore ai 74 anni (ovvero la quasi totalita' degli over 74 assume almeno un medicinale). Le dosi di medicinali consumate al giorno ogni 1.000 abitanti sono state 1.708,2 (ovvero, considerando anche i consumi in ospedale e quelli a carico del cittadino, in media ogni soggetto, inclusi i bambini, ha assunto al giorno circa 1,7 dosi di farmaco), il 66,2% delle quali erogate a carico del Servizio Sanitario Nazionale, mentre il restante 33,8% e' relativo a dosi di medicinali acquistati direttamente dal cittadino (acquisto privato di classe A, classe C con ricetta e automedicazione). Per quanto riguarda l'assistenza territoriale complessiva, pubblica e privata, sono state dispensate quasi 2 miliardi di confezioni, in aumento rispetto all'anno precedente del +3,2%. Tale andamento e' determinato principalmente dall'aumento delle confezioni dei farmaci di classe A erogati in distribuzione diretta e per conto (+21,5%), dei farmaci di automedicazione (+10,4%), dei farmaci in classe C con ricetta (+7,8%) e dei farmaci di classe A acquistati privatamente dal cittadino (+2,8%), mentre e' stabile il numero di confezioni erogate in assistenza convenzionata (-0,2%). Differenze di genere sono evidenziabili nella fascia di eta' tra i 15 e i 64 anni, nella quale le donne mostrano una prevalenza media d'uso superiore a quella degli uomini, con una differenza in termini di punti percentuali del 10%. Nella popolazione pediatrica si registra una prevalenza d'uso dei medicinali del 49,9%, maggiore nei maschi rispetto alle femmine (50,7% vs 48,9%), con un picco nel primo anno di eta': la meta' dei bambini ha ricevuto almeno una prescrizione nel corso dell'anno. L'uso di antimicrobici e' concentrato maggiormente nei primi quattro anni di vita e dopo i 75 anni. Si conferma una maggiore prevalenza d'uso nelle donne di farmaci antineoplastici e immunomodulatori (tra i 35 e i 74 anni), per il Sistema Nervoso Centrale (a partire dai 35 anni) e per l'apparato muscolo-scheletrico. La spesa farmaceutica pubblica regionale erogata in regime di assistenza convenzionata e' stata pari a 8 miliardi 116 milioni di euro, a fronte di 580 milioni di ricette emesse e 1,1 miliardi di confezioni di farmaci dispensati. Per i farmaci in regime di assistenza convenzionata di Classe A-SSN, la Puglia e' la Regione con la quantita' massima di consumi (1.088,3 DDD/1.000 abitanti die), seguita dall'Umbria (1.078,2 DDD/1.000 abitanti die) e dalla Calabria (1.060,3 DDD/1.000 abitanti die). La spesa lorda pro capite maggiore si registra in Campania (204,09 euro pro capite), seguita da Puglia (203,68 euro pro capite) e Abruzzo (201,78 euro pro capite). La Provincia autonoma di Bolzano e' quella con livelli di spesa e consumi meno elevati, pari a 123,30 euro pro capite e 720,3 DDD/1.000 abitanti die. Le Regioni del Nord registrano livelli inferiori di spesa convenzionata rispetto alla media nazionale; Sud e Isole mostrano valori di spesa superiori. Si confermano significative differenze regionali di consumo e spesa per categoria terapeutica. 

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In Abruzzo ci sono 307.700 ultrasessantacinquenni

In Abruzzo ci sono 307.700 ultrasessantacinquenni, e di questi solo 9.500 persone ricevono servizi di assistenza domiciliare, pari al 3,1% della popolazione over 65. Sono i dati del Ministero della Salute, riferiti al 2017, resi noti oggi da Italia Longeva, network scientifico dello stesso Ministero, dedicato all'invecchiamento attivo e in buona salute. L'indagine, avviata lo scorso anno con l'obiettivo di comprendere in concreto come siano organizzati i servizi di assistenza a domicilio, prende in esame 35 aziende sanitarie presenti in 18 Regioni, che offrono servizi territoriali a circa 22 milioni di persone, ossia oltre un terzo della popolazione italiana.

Per l'Abruzzo l'indagine propone un focus sulle Asl di Pescara e Chieti, la cui popolazione è costituita da anziani rispettivamente per il 23 e il 24%, i quali sono anche i principali fruitori dei servizi di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) (over-65 rispettivamente il 91 e l'82% delle persone assistite in casa). Dal punto di vista dei servizi, la Asl di Chieti primeggia per numero di prestazioni ADI garantite tra quelle più rilevanti dal punto di vista clinico-assistenziale (il 100%), seguita, con il 97%, dall'Asl di Pescara. Il 50% delle prestazioni possono essere erogate sia dal servizio sanitario, sia da operatori privati; i restanti servizi sono invece a maggior carico degli operatori privati. Entrambe le Asl sono leggermente sopra la media nazionale per costo medio di ciascun caso trattato (898 euro per la Asl diPescara e 990 euro per la Asl di Chieti contro la media nazionale di 857 euro), mentre sono abbondantemente sopra la media nazionale per numero di ore dedicate ogni anno al singolo assistito (34 ore per la Asl di Chieti e 41 ore per la Asl di Pescara, contro una media nazionale di circa 26 ore).

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Italia fanalino di coda in Europa per l’assistenza a lungo termine

 Italia fanalino di coda in Europa per quanto riguarda l'assistenza a lungo termine: le risorse destinate alla Long-Term Care sono poco più del 10% della spesa sanitaria (a fronte di percentuali che superano il 25% nei Paesi del Nord Europa), pari a circa 15 miliardi di euro. Di questi, solo 2,3 miliardi (l'1,3% della spesa sanitaria totale) sono destinati all'erogazione di cure domiciliari, con un contributo a carico delle famiglie di circa 76 milioni di euro. E' il quadro che emerge dalla seconda 'Indagine sull'assistenza domiciliare in Italia (Adi): chi la fa, come si fa e buone pratiche', realizzata da Italia Longeva e presentata al ministero della Salute nel corso della III edizione degli Stati generali dell'assistenza a lungo termine, una due giorni di approfondimento e confronto sulle soluzioni sociosanitarie a supporto della Long-Term Care. L'indagine completa la panoramica sullo stato dell'arte dell'Adi nelle diverse regioni avviata nel 2017, includendo ulteriori 23 aziende sanitarie, che si sommano alle 12 esaminate lo scorso anno, per un totale di 35 Asl distribuite in 18 regioni, che offrono servizi territoriali a circa 22 milioni di persone, ossia oltre un terzo della popolazione italiana. 

Il report sottolinea come il trend dell'offerta di cure domiciliari agli anziani si conferma in crescita (+0,2% rispetto al 2016), ma resta ancora un privilegio per pochi: ne gode solo 3,2% degli over 65 residenti in Italia, con una forte variabilità a seconda delle aree del Paese, se non all'interno della stessa regione, per quanto riguarda l'accesso al servizio, le prestazioni erogate rispetto quelle inserite nei livelli essenziali di assistenza (Lea), le ore dedicate a ciascun assistito, la natura pubblica o privata degli operatori e il costo pro capite dei servizi. Mediamente, le Asl coinvolte nell'indagine garantiscono ai loro anziani l'87% delle 31 prestazioni a più alta valenza clinico-assistenziale previste nei Lea, arrivando in alcuni casi a offrire fino al 100% dei servizi, come avviene a Catania, Chieti e Salerno. Un'evidente disomogeneità riguarda invece il numero di accessi in un anno (si va da un minimo di 8 a un massimo di 77 della Asp di Potenza) e le ore di assistenza dedicate al singolo anziano, che oscillano da un minimo di 9 a un massimo di 75 nella Asl Roma 4. In tutti i casi si tratta di interventi principalmente a carattere infermieristico e, a seguire, fisioterapico e medico. All'ampia variabilità in termini di assistiti e attività erogate corrispondono anche costi differenti per la singola presa in carico, che variano dai 543 euro della Ats Montagna agli oltre mille euro della Asp Potenza, e non sempre a un maggior carico assistenziale corrisponde una spesa più elevata. 

 

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Autostrade abruzzesi, fondi per la sicurezza anticipati dal Masterplan

Un'anticipazione di circa 120 milioni di euro da parte della Regione Abruzzo, attingendo ai fondi non ancora spesi per il Masterplan per il sud, che poi lo Stato restituirà, al fine di consentire il completamento dei lavori di messa in sicurezza delle autostrade laziali e abruzzesi A24 e A25 ed evitare i licenziamenti delle maestranze. E' la soluzione emersa nel corso da un incontro, nella sede della Regione a Pescara, tra i rappresentanti di Strada dei Parchi, concessionaria delle arterie - il presidente Cesare Ramadori, il vicepresidente Mauro Fabbris, il patron della holding di cui Sdp fa parte, Carlo Toto - e il presidente della Regione e senatore, Luciano D'Alfonso, dei parlamentari abruzzesi Luigi D'Eramo (Lega), Nazario Pagano e Antonio Martino (Forza Italia), Stefania Pezzopane (Pd) e Gaetano Quagliariello (Noi con l'Italia-UDC). Assenti i parlamentari del Movimento 5 stelle che hanno fatto sapere di aver incontrato Strada dei Parchi in separata sede qualche giorno fa.

Al centro della discussione anche l'impegno a trovare una soluzione per calmierare i costi dei pedaggi, aumenti di circa il 12% nel gennaio scorso contro i quali i sindaci stanno dando battaglia. L'incontro è stato chiesto dalla stessa Strada dei Parchi dopo aver annunciato, il 28 giugno scorso, la procedura per il licenziamento di 383 lavoratori, attualmente impiegati sui cantieri A24-A25, in quanto, per una mancata firma al ministero delle Infrastrutture, sono bloccati i 192 milioni necessari per adeguare alla nuova normativa antisismica il tratto autostradale.

In questo primo incontro i rappresentanti di Strada dei Parchi hanno ribadito l'importanza di dare seguito al progetto di messa in sicurezza prevista nella legge di stabilità del 2012 nella quale, alla luce del terremoto dell'Aquila del 2009, si stabilisce che le arterie sono strategiche in caso di calamità naturale

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La seduta della Commissione Bilancio in apertura della settimana del Consiglio Regionale

La settimana politica dell’Emiciclo si apre con la riunione della Commissione Bilancio convocata per oggi lunedì 9 luglio alle ore 10. I commissari esamineranno i progetti di legge sulla “Istituzione del Comune di Nuova Pescara” e su “Abruzzo 2019 – Una legge per l’Aquila Capoluogo: attraverso una ricostruzione, la costruzione di un modello di sviluppo sul concetto di Benessere Equo e Sostenibile (BES)”. Martedì 10 luglio alle ore 14.30, la Commissione Territorio e Ambiente ascolterà il Vicepresidente della Giunta Regionale, Giovanni Lolli e i componenti dell’Osservatorio Indipendente sull'acqua del Gran Sasso per un confronto sulla problematica dell’acqua.

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Project financing per l’ospedale di Chieti, procedure al via entro 60 giorni

Entro 60 giorni - fatte salve eventuali necessità legate alle ferie estive, che dovranno essere motivate dalla stazione appaltante - saranno avviate le procedure di gara per la realizzazione del project financing del nuovo policlinico di Chieti.

Come annunciato nei giorni scorsi, questa mattina la giunta regionale ha approvato la delibera che dà il via alla procedimentalizzazione dell'opera. Ad annunciarlo è stato il presidente della giunta regionale Luciano D'Alfonso, che ha tenuto una conferenza stampa insieme all'assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci, al direttore generale della Regione Vincenzo Rivera, al manager della Asl Lanciano-Vasto-Chieti Pasquale Flacco e al direttore amministrativo dell'azienda sanitaria Tiziana Petrella.

Sarà infatti la Asl a gestire tutte le procedure di gara e aggiudicazione. Per l'assessore Paolucci "in questi 4 anni si è assistito a un'opposizione volutamente strumentale al progetto, che oggi è invece molto diverso da quello iniziale, perché frutto di un confronto a cui hanno partecipato anche i medici e gli altri operatori sanitari che lavorano al policlinico. Il risultato è un progetto più funzionale e a misura di cittadino, che potrà essere preso a esempio come buona pratica anche in altre Regioni".

Il nuovo ospedale di Chieti avrà una dotazione di 498 posti letto, che troveranno posto in 6 padiglioni: 2 di nuova costruzione (denominati P e N) e 4 ristrutturati (G, H, M, K), per un totale di 75500 metri quadrati di superficie. Le demolizioni, invece, riguarderanno 9 dei padiglioni attualmente esistenti. Il presidio disporrà di 1309 posti auto, a fronte dei 1071 della prima elaborazione progettuale, andando a risolvere uno dei disagi maggiormente segnalati dall'utenza che utilizza i servizi ospedalieri.

Il costo dell'edificio ammonterà a 118 milioni e 800mila euro, contro i 143 del primo progetto. Il privato che si aggiudicherà l'appalto per la costruzione (che resta naturalmente di proprietà pubblica), incasserà per 25 anni e mezzo un canone di locazione (il cosiddetto canone di disponibilità) fissato a base d'asta in 12 milioni 270mila euro e un canone per la concessione di servizi la cui base d'asta è invece fissata a 9 milioni 580mila euro. Sommando i canoni, il costo complessivo finale del nuovo presidio teatino arriva a 285 milioni di euro, soggetto in ogni caso a una percentuale di ribasso d'asta che lo comprimerà ulteriormente. La prima proposta del raggruppamento di imprese, invece, prevedeva un costo finale di 526 milioni.

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Sondaggio Skytg24, M5S primo partito al 28 per cento ma la Lega dista solo un punto

 M5S primo partito in Italia, con il 28,1% delle preferenze, seguito dalla Lega al 27,7%. Sono i principali risultati del sondaggio sulle intenzioni di voto degli italiani realizzato dall'istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24, diffuso oggi dalla testata. Rispetto al voto del 4 marzo, dunque, il Movimento registra nelle intenzioni di voto una flessione di 4,5 punti percentuali, mentre cresce sensibilmente il partito di Matteo Salvini, che raccoglie un +10,4% rispetto al responso delle urne. In leggera crescita il Pd, che si attesta nelle intenzioni di voto al 19,3% (+0,6% rispetto i risultati del 4 marzo), calo anche per Forza Italia, che secondo il sondaggio si attesterebbe al 9,9% contro 14% delle elezioni. Tra le altre forze politiche, sarebbe propenso a votare per Fdi il 4% degli intervistati (4,3% alle elezioni), mentre otterrebbe il 4,1% una lista di orientamento a sinistra, il 2,6% una lista di centrosinistra che si alleasse con il Pd e lo 0,9% Noi con l'Italia/Udc. Il 3,2% degli intervistati infine si orienterebbe invece verso altri partiti.

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D’Alfonso elenca i suoi numeri da Governatore

 Sedici ore di lavoro al giorno, per un totale, in cinque anni, di circa 19mila ore; 278 sedute di Giunta e 3.562 delibere adottate; 789 riunioni con verbale; 497 incontri istituzionali a Roma; 18 missioni all'estero; 3.139 contenziosi; 241 comuni abruzzesi visitati; circa 436mila chilometri percorsi e 79mila euro di carburante spesi; 21 lettere anonime ricevute; 5.313 euro di spese di telefonia per le utenze assegnate al presidente. Sono alcuni dei numeri contenuti nel volume '1.500 giorni di Giunta D'Alfonso', aggiornato al 31 marzo 2018, realizzato dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso. Il volume, che ripercorre tutte le tappe del Governo D'Alfonso - risorse attratte e investite, eventi, iniziative, provvedimenti - è stato anticipato oggi a margine di una conferenza stampa a Pescara e verrà presentato nel corso di un evento il prossimo 7 settembre, proprio con l'obiettivo di illustrare i risultati dell'Esecutivo regionale. "Un evento pubblico in cui racconterò le risorse portate sul territorio, i problemi risolti, le difficoltà affrontate e ancora da affrontare - ha detto D'Alfonso - Metterò il voto a questa amministrazione". Ricordando "tutto quello che ho fatto è ricostruibile al centimetro", il governatore ha sottolineato che "la rendicontazione è una infrastruttura della moralizzazione in politica". 

 "Sto rimanendo a fare le due attività, con una fatica fisica che non mi spaventa, perché voglio rendere irrevocabili le risorse. Voglio rendere i dossier amministrativi capaci di portare alla cantierizzazione. Sto facendo in modo che nulla possa essere revocato della notevole massa finanziaria che abbiamo attratto all'Abruzzo: circa tre miliardi di euro in 52 mesi", ha spiegato D'Alfonso.

"Voglio un solo riconoscimento dagli abruzzesi e dalla politica, dagli organi di rigore e di controllo: che tutto il tempo che io avevo l'ho dedicato alla funzione. Nessuno mi può rimproverare che non ho avuto fiducia, coraggio, determinazione. Nessuno mi può rimproverare che non mi sono buttato a capofitto utilizzando tutte le risorse". Lo ha affermato, a margine di una conferenza stampa, il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, tracciando un bilancio degli anni da governatore. "Non ho scelto la strada del 'per evitare problemi non faccio nulla' come il 59% degli amministratori assicura a sé stesso", ha osservato, affermando che "nessuno mi può rimproverare che non ho avuto ragione dei tanti contenziosi vissuti e penso che anche altre vicende conosceranno la stessa conclusione, perché tutto quello che ho fatto è ricostruibile al centimetro". Rispondendo ai cronisti che gli chiedevano come veda la Regione senza di lui al timone, D'Alfonso ha parlato di "una Regione capace sia di procedere con lento pede, sia per sussulti rivoluzionari" ed ha auspicato "di aver collaborato a introdurre una tradizione amministrativa".

"E' importante - ha detto - anche la revisione dell'età anagrafica media. Partiranno i concorsi nelle prossime settimane, che consentiranno un po' di progressione di carriera alle figure interne. Stiamo introducendo anche tecnologia e spero che si riesca anche a razionalizzare i palazzi di lavoro della pubblica amministrazione. Quando sono arrivato avevo capito che c'era una regia da 'triangolo delle Bermuda' che faceva in modo che tante sedi di lavoro organizzassero il non controllo del lavoro. Ho provato a razionalizzare su questo fronte, noi abbiamo bisogno della concentrazione univoca delle sedi di lavoro. Sono riconoscente ai dirigenti, ai capi dipartimento al personale, che hanno lavorato tanto". Il governatore, poi, ha citato gli enti strumentali, parlando positivamente, ad esempio, di Tua e Saga, ed ha detto che "c'è molto da fare anche per quanto riguarda la struttura amministrativa". Poi ha parlato dell'esperienza "di Lolli, di Paolucci e di altri assessori" e della "bravura sopravvenuta in capo ad alcuni assessori regionali". Un plauso anche alla "pacificazione all'interno del Consiglio regionale che sta facendo superare la logica amico-nemico". "Mi aspetto che possa continuare questo grande lavoro", ha spiegato Luciano D'Alfonso.

 

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Saldi, Confcommercio-Federazione Moda Italia, spesa media sarà 98 euro a persona

Per i saldi estivi ogni persona spenderà in media 98 euro per l'acquisto di articoli di abbigliamento e calzature. E' la stima dell'Ufficio studi di Confcommercio, secondo cui saranno 26 milioni le famiglie interessate, ma anche numerosi turisti che raggiungono l'Italia per le vacanze che approfitteranno degli sconti per fare shopping tra i negozi, soprattutto delle vie della moda del lusso. "C'è molta aspettativa tra gli addetti ai lavori che si lasciano alle spalle una stagione primavera/estate deludente e come tutti gli anni puntano molto sui saldi che occupano i due mesi centrali estivi terminando un po' ovunque oltre metà agosto", spiegano Confcommercio e Federazione Moda Italia in una nota.

Camicie, bermuda, t-shirt e costumi, insieme a sandali e sneaker, "saranno da subito al centro delle attenzioni degli amanti del saldo con colori allegri e vivaci che spaziano dall'azzurro al rosa tenue, dal rosso lampone al fragola, dal fucsia al verde e turchese. Durante i saldi, è in aumento il numero di consumatori che indirizza le proprie scelte d'acquisto nei negozi 'sotto casa' dove relazione, fiducia, vendita assistita e personal shopping danno vita a un'esperienza di acquisto unica anche a prezzo ribassato", sottolineano le associazioni. "Lo sconto medio sarà - proseguono - anche per questi saldi estivi del 30% fino ad arrivare a punte del 50% alla fine della stagione. I consumatori italiani, comunque, secondo un recente sondaggio Format attribuiscono sempre maggior importanza alla qualità che al prezzo".

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Sanità, studi Crea e Gimbe sulla qualità dell’assistenza

Due studi sulla sanità, delle Fondazioni Gimbe e Crea, hanno cercato di fare il punto sull’andamento dei servizi sanitari nel nostro Paese, entrambi evidenziano le differenze tra Nord e Sud.
Nel rapporto 'Una misura di Performance dei Servizi Sanitari Regionali' del Centro Studi Crea Sanità dell'Università di Roma Tor Vergata, si rileva che le Province autonome di Trento e Bolzano, seguite da Toscana, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Veneto hanno un servizio sanitario regionale che funziona di più rispetto alle prestazioni di Sicilia, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sardegna.
Nel rapporto sui Servizi Sanitari Regionali (Ssr) hanno una posizione intermedia le regioni Valle d'Aosta, Marche, Liguria, Umbria, Piemonte, Lazio e Abruzzo.
I "livelli maggiori di tutela della Salute si riscontrano nelle Regioni del Nord-Est del Paese", dove si sostiene sono più sviluppate politiche di integrazione fra Sanità e Sociale.
Nella valutazione condotta dal Crea (Consorzio Per La Ricerca Economica Applicata In Sanità), avanzano rispetto allo scorso anno Trento e Bolzano (dall'area di performance 'intermedia' a quella di 'eccellenze') e avanza il Friuli (da area critica a area intermedia). Retrocede invece la Sardegna.
Mentre un monitoraggio sulle liste di attesa è stato fornito dalla Fondazione Gimbe.
Sono 5 le amministrazioni regionali che rendono pubblici i loro dati: Basilicata, Emilia Romagna e Lazio seguite da Valle d'Aosta e provincia autonoma di Bolzano.
La Provincia autonoma di Bolzano riporta per le 58 prestazioni i tempi di attesa nelle aziende sanitarie riferiti ad un preciso giorno di riferimento del mese precedente (30 maggio 2018); la Valle d''Aosta riporta i tempi di attesa nelle aziende sanitarie per oltre 100 prestazioni riferite al mese precedente (giugno 2018); l'Emilia-Romagna, tramite un portale ad hoc, permette di conoscere per 50 prestazioni il numero e la percentuale di prenotazioni erogate dalle aziende sanitarie entro i tempi massimi previsti. I report sono elaborati a cadenza settimanale dal gennaio 2016 e sono disponibili anche report storici dal gennaio 2015. Il sistema permette anche di confrontare le performance per singola prestazione tra differenti aziende sanitarie.
Inoltre il portale della Regione Lazio offre per 44 prestazioni le stesse modalità di rendicontazione dell'Emilia Romagna, ma non permette di confrontare le performance per singola prestazione tra differenti aziende sanitarie. I dati sono elaborati a cadenza settimanale a partire dal 21 maggio 2018, ma non è disponibile alcun archivio storico; la Basilicata, tramite un portale ad hoc, permette di conoscere in tempo reale i tempi di attesa per le prestazioni erogate da ciascuna azienda sanitaria e di consultare l''archivio storico 2014-2018 dei tempi medi di attesa per tutte le prestazioni in tutte le strutture sanitarie. Non consente, invece, di confrontare in tempo reale i tempi di attesa per singola prestazione tra differenti strutture.

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