Primo Piano

Fisco, Cgia: ci sono oltre 100 imposte ma ne basterebbero 10

Il fisco è sempre più "bulimico". Lo sostiene la Cgia, specificando che basterebbero poco più di 10 imposte, rispetto alle oltre 100 che abbiamo. "Tenendo conto che dall'applicazione di una novantina di tasse, tributi e contributi l'erario incassa solo il 15 per cento del gettito totale annuo - segnala il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - con una seria riforma fiscale basterebbero poco più di 10 imposte per consentire ai contribuenti italiani di beneficiare di una riscossione più contenuta, di lavorare con più serenità e con maggiori vantaggi anche per le casse dello Stato che, molto probabilmente, da questa sforbiciata vedrebbero ridursi l'evasione". Le imposte che pesano di più sui portafogli dei cittadini italiani sono due e garantiscono più della metà (il 55,4 per cento) del gettito totale: esse sono l' Irpef e l'Iva. Nel 2017 la prima (Imposta sul reddito delle persone fisiche) ha garantito all'erario un gettito di 169,8 miliardi di euro (il 33,8 per cento ovvero un terzo del totale) mentre la seconda (Imposta sul valore aggiunto) ha consentito di incassare 108,8 miliardi di euro (21,6 per cento). Per le aziende l'imposta più pesante è l'Ires (Imposta sul reddito delle società), che l'anno scorso ha consentito all'erario di incassare 34,1 miliardi di euro. Di particolare rilievo anche il gettito riconducibile all'imposta sugli oli minerali che è stato pari a 26 miliardi e quello ascrivibile all'Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) che ha assicurato 22,4 miliardi di euro. "Se si considera che il livello dei servizi presente nel nostro Paese è molto modesto - dichiara il segretario della Cgia Renato Mason - è necessario che il Governo inizi seriamente a ridurre il carico tributario. Con la manovra di bilancio presentata nei giorni scorsi è cominciato un percorso di riduzione delle tasse sulle partite Iva. Un fatto sicuramente positivo, ma ancora insufficiente".

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Elezioni regionali, Legnini non esclude la candidatura

"In un momento difficile per il Paese e per l'Abruzzo si tratta di verificare se ci sono le condizioni per una iniziativa che vada oltre i vecchi e nuovi recinti politici e parli direttamente ai cittadini". A dirlo è l'ex presidente del Consiglio superiore della Magistratura, Giovanni Legnini, che è intervenuto, a margine di un convegno sulla Ricostruzione che si è svolto all'Aquila, della possibilità di una sua candidatura alla presidenza della Regione per la coalizione di centrosinistra alle regionali del prossimo 10 febbraio. "Non e' stata assunta alcuna decisione. Io sto verificando se i vecchi ed i nuovi recinti della politica possono essere superati, se e' possibile immaginare una proposta politica che parli direttamente ai cittadini. Solo dopo tali verifiche, peraltro già in corso, assumerò una decisione che in ogni caso non potrà prescindere dal profilo istituzionale e di indipendenza che ho praticato in questi anni", ha sottolineato l'esponente del Partito Democratico non sciogliendo il nodo sulla sua discesa in campo chiesta all'unanimità dal centrosinistra. 

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Cesa: prima il programma, poi il candidato

"Nei prossimi giorni ci sarà un incontro serio fra le forze che compongono tutto il centrodestra per analizzare e stabilire chi saranno i candidati non solo qui in Abruzzo, ma anche in Sardegna e in Basilicata e trovare le persone migliori a cui affidare la guida di una regione che è una cosa molto molto importante". Lo ha detto a Chieti i Lorenzo Cesa, a margine di un incontro. "Prima il programma e poi il candidato - ha spiegato - questo è il percorso che noi vogliamo fare e abbiamo proposto agli alleati e che pretendiamo sia anche rispettato, non solo in Abruzzo: lo stiamo facendo in Sardegna dove è iniziata una trattativa tra i partiti, lo stiamo facendo in Basilicata altrettanto con molta serietà. Parlare prima dei problemi della gente, poi stabilire chi sarà il candidato''.

 ''L'obiettivo di questa mia visita è rilanciare in Abruzzo l'Udc, non solo l'Udc, ma il soggetto politico di centro che faccia riferimento ai valori che sono dietro lo scudo crociato, a forte presenza anche dei democratici cristiani che hanno dato un grande contributo nel passato allo sviluppo di questa regione che certamente non sta andando bene. Quindi riprendere un'iniziativa forte, rimettere in pista anche uomini di esperienza che possono dare un contributo a far uscire queste regione dalle difficoltà che vive". Lo ha detto a Chieti il segretario nazionale dell'Udc ed europarlamentare, Lorenzo Cesa, a margine di un incontro in cui il partito, presenti il segretario regionale Enrico Di Giuseppantonio e il segretario cittadino Andrea Buracchio, ha annunciato il passaggio nelle proprie file del consigliere comunale di Chieti Roberto Melideo e del consigliere comunale di Roccamontepiano Corradino Marinelli. Quanto alla scelta da parte del centrodestra del candidato presidente della Regione Abruzzo, secondo Cesa ''lo si avrà nel momento in cui ci sarà un programma da concordare e questo lo si farà nei prossimi giorni: ci si metterà tutti intorno a un tavolo e in base al programma si sceglie anche la persona giusta da candidare. La cosa seria da fare, per quanto ci riguarda come Udc, e pretenderemo questo, è aprire un tavolo sul programma e subito dopo parlare di nomi. Ci sono delle personalità anche all'interno dell'Udc in condizione di guidare questa regione, capaci di guidarla, perché no. Quindi apriremo un discorso serio, senza pregiudizio su nessuno, nessun pregiudizio sui nomi che stanno circolando, ma penso che la cosa seria da fare è scegliere un nome in base anche alle cose da realizzare"

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Sanità, 11 milioni di italiani rinunciano o ritardno le cure per le liste d’attesa

Sono più di 11 milioni gli italiani che addebitano a tempi di attesa troppo lunghi la loro rinuncia o il ritardo nell'effettuazione di una prestazione. E' vero soprattutto nelle regioni del Centro Italia e per gli anziani sopra i 65 anni. E sono 6,2 milioni i cittadini che dichiarano di aver rinunciato a una prestazione per motivi economici, soprattutto nelle regioni insulari e per le fasce di reddito più basse. Questo il quadro che emerge dal VI Rapporto dell'Osservatorio civico sul federalismo in sanità, presentato oggi da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, con il contributo non condizionato di Bristol-Myers Squibb, Janssen e Sanofi. Il report rivela anche che i tempi d'accesso tra pubblico e intramoenia sono davvero distanti: in Campania per una visita oculistica nel pubblico si attendono oltre i 100 giorni, quando nel canale intramurario la stessa prestazione è erogata entro 5 giorni; per una colonscopia nel Lazio si attendono 175 giorni, mentre in intramoenia soltanto 6 giorni; e ancora in Lombardia occorrono 98 giorni per un ecodoppler venoso nel pubblico e 4 giorni in intramoenia; in Veneto per un ecocardiografia l'attesa nel pubblico è di 95 giorni, mentre in intramoenia ci vuole appena una settimana. 

Quanto alle liste d'attesa, in ambito oncologico per un intervento per tumore al polmone si attendono circa 13 giorni in Basilicata e Valle d'Aosta, oltre 43 in Veneto e addirittura 61 giorni in Calabria. Per un intervento di tumore al seno i tempi migliori si registrano nella Provincia autonoma di Bolzano (16 giorni) mentre i tempi più lunghi sono in Valle d'Aosta (52). Per il tumore all'utero i tempi d'attesa variano tra gli 11 giorni nella Pa di Bolzano e i 34 del Lazio. Per le protesi d'anca la variabilità è ancora più marcata: si passa dai 28 giorni della Calabria ai 107 del Veneto. Per l'accesso alle chemioterapie si registrano tempi piuttosto contenuti in tutte le regioni, ma con punte significative di attese nel caso dell'Umbria dove si attendono anche 20 giorni. Nella P.a di Trento al contrario si registrano i tempi più bassi 4,5 giorni di attesa. Per un intervento di ernia inguinale i tempi più lunghi si registrano in Valle d'Aosta con 156 giorni d'attesa a fronte dei 31 della Sicilia e della Pa di Bolzano. Per l'accesso alla coronarografia i tempi più lunghi li troviamo in Pa di Bolzano (44 giorni) e Piemonte (39 giorni), a fronte dei 9 giorni in Abruzzo e 10 in Puglia. 

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Sicurezza autostrade, nuovo scontro tra il Ministero e Strada dei parchi

Limitazioni al traffico sulla A24 e A25. Le autostrade tra Lazio e Abruzzo presentano infatti "standard di sicurezza inadeguati" tanto da non poter sopportare una circolazione regolare. Questa la 'sentenza' che arriva dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti dopo le ispezioni straordinarie predisposte dal ministro Danilo Toninelli che, nel question time al Senato, parla di "decadimento manutentivo riscontrato, associato all'incremento dei carichi di esercizio rispetto all'epoca di costruzione". Una situazione tale, dice, "da non poter dimostrare il raggiungimento di adeguati standard di sicurezza con il regolare transito di circolazione". Il richiamo è contenuto nella relazione di 14 pagine con data 15 ottobre, firmata dal dirigente del Mit, Placido Migliorino, e inviata alla direzione del ministero per la Vigilanza sulle concessioni autostradali e alle quattro prefetture abruzzesi. Il Mit chiede di estendere a "tutti i viadotti ispezionati" (87, di cui due con frane, su 339) le limitazioni già in atto su otto viadotti - della Noce, Cannuccette, Santo Stefano, Pietrasecca, Pié di Pago III, Fiume Salto, Valle Orsara, Fornaca, in quanto il transito dei veicoli pesanti "come dimostrato nelle verifiche di sicurezza, inducono sollecitazioni critiche specialmente agli impalcati e alle solette". Divieto di sosta dei mezzi pesanti nelle aree di emergenza e obbligo di 100 metri tra un mezzo pesante e l'altro: Strada dei Parchi in serata annuncia l'estensione delle limitazioni alle strutture ispezionate dai tecnici del Mit, anche con i droni. E mentre si mettono a punto le misure da adottare, il botta e risposta a distanza tra ministero e concessionaria prosegue. Dall'Aquila, infatti, l'amministratore delegato di Strada dei Parchi, la concessionaria delle due arterie autostradali, Cesare Ramadori, dopo un'audizione in commissione Infrastrutture del Consiglio regionale dell'Abruzzo, mette in chiaro che non c'è possibilità di interlocuzione col ministro. "Quello che so - dice Ramadori - lo so dai giornali visto che con non riesco a parlare con il ministero, che non ci riceve. Nonostante la mia richiesta di poter incontrare il ministro Toninelli, infatti, inviata il 4 ottobre, ad oggi ancora non ho ricevuto risposta". Da qui la diffida per ottenere risposte in 5 giorni sulla consegna dei progetti per la messa in sicurezza. Si tratta di 192 milioni di euro inseriti nel decreto Genova, 50 per il 2018 e 142 per il 2019. "Nonostante il blocco dei fondi - puntualizza l'ad Ramadori - abbiamo iniziato i lavori sui cantieri dove c'è più attenzione. La gente può transitare tranquillamente sulla A24 e A25". Valutazioni che il Mit, tecnicamente, considera "non esaustive" definendo "semplicistiche" le verifiche "utilizzando i carichi normativi del '62". "I test sono stati realizzati sulla base delle nuove norme tecniche, Ntc 2018", dice SdP. Lo stato dei viadotti arriva anche all'attenzione della magistratura. La Procura della Repubblica dell'Aquila ha aperto una inchiesta sulla sicurezza delle infrastrutture, tra cui viadotti e piloni, nelle autostrade A24 e A25: le indagini condotte dai carabinieri, sono scattate dopo il caso, nella serata del 10 settembre scorso, della caduta di pezzi di calcestruzzo dalla parte sottostante del viadotto San Giacomo, sulla Roma-Teramo, che ha portato alla chiusura momentanea di una strada al di sotto della infrastruttura che attraversa la località di San Giacomo, frazione del Comune dell'Aquila. A presentare, tra gli altri, un esposto sono stati gli uffici competenti della Regione Abruzzo. I carabinieri avrebbero già effettuato delle acquisizioni di documenti in varie sedi istituzionali. Nel fascicolo, per ora contro ignoti, anche la relazione dei vigili del fuoco che sono intervenuti nella tarda serata per rimuovere altri pezzi rimasti sospesi: in quel documento, secondo quanto si è appreso, sarebbe stato accertato lo stato di degrado della parte sottostante lungo viadotto. Strada dei Parchi era intervenuta il giorno dopo con una squadra munita dell'apparecchiatura denominata "bybridge" che permette di creare un ponteggio per consentire ai tecnici di rimuovere pezzi di calcestruzzo pericolanti

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Strada dei Parchi invia una diffida al Ministero per lo sblocco dei fondi

Strada dei Parchi, concessionaria di A24 e A25, ha inviato al ministero Infrastrutture e Trasporti una diffida per lo sblocco dei 192 milioni per la messa in sicurezza dei viadotti, fondi inseriti nel decreto Genova. Si chiede di "voler adottare senza ulteriore indugio e comunque entro e non oltre 5 giorni ogni atto autorizzativo teso a consentire l'avvio di lavori urgenti o comunque ritenuti necessari, con ogni conseguente assunzione di responsabilità in caso di ulteriori ritardi e/o espresso diniego". 

"Ci siamo espressi chiaramente perché vogliamo tutelare gli utenti di A24-A25 perché non condividiamo l'allarmismo". Così Mauro Fabris, vicepresidente della concessionaria, spiega la diffida al ministero perché "non bisogna creare allarmismo, Strada dei Parchi è sicura al traffico normale, tenendo presente però che il 60% delle infrastrutture in Italia non è a norma antisismica: il nostro gesto è necessario perché devono essere sbloccati i decreti autorizzativi che il ministero deve emanare"

Strada dei Parchi: ci sono 400 ferri nei pilastri

"Quando si mostra un pilastro ammalorato e si staccano sfoglie di cemento o di ferro, si dimentica che lì dentro ci sono altri - numero reale - 400 ferri: e quei 10 ferri che stai vedendo e che non sono neanche tutti ammalorati, ai fini della sicurezza di esercizio non significano nulla". Lo ha dichiarato Gabriele Nati, direttore tecnico di Strada Parchi, nel sopralluogo del cantiere del casello di Bussi della A25 dove si sta provvedendo mettere i pilastri in sicurezza antisismica.

''Ormai si stanno raccontando fesserie, suffragate da nessun aspetto concreto e reale. Ci sono piloni con 2 mila centimetri quadri di acciaio, e si sta ragionando su 10, 20 centimetri metri di acciaio in meno. E le nostre verifiche sulla sicurezza di esercizio le abbiamo fatte aumentando i valori di rischio, togliendo anche 60 centimetri quadri di acciaio'', ha proseguito Gabriele Nati, direttore tecnico di Strada Parchi in riferimento ai timori sullo stato conservativo dei pilastri dei viadotti della A24-A25, durante un sopralluogo al cantiere del casello di Bussi dove è in corso l'adeguamento sismico dei piloni. ''Le nostre verifiche le abbiamo fatte e abbiamo depositate al ministero: come si fa a dire allora che non si dorme la notte? Non dobbiamo dormire la notte per mettere in sicurezza antisismica tutta l'autostrada: il terremoto dell'Aquila lo ha dimostrato'', ha chiuso Nati.

Lolli

Il presidente vicario della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, in merito alla vicenda della messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25 dichiara: "Confermo - spiega in una nota - la piena disponibilità della Regione a sedersi ad un tavolo e a fare fino in fondo la propria parte, anche al di là delle competenze che evidentemente non ci appartengono, ma di fronte alla dimensione del problema faremo tutto quanto in nostro potere per una leale collaborazione tra istituzioni. La Regione ha messo a disposizione una proposta ragionevole nella quale, sommando i 58 milioni già trasferiti al gestore ex art. 1 comma 725 legge 205/2017 ai 111 milioni di canone non riscosso dallo Stato (come previsto dall'art. 52 quinquies D.L. 50/2017), aggiunge 80 milioni delle Regioni Lazio e Abruzzo, per i quali abbiamo già indicato le opere che siamo disposti a far slittare nei prossimi anni, opere finanziate dal Fsc del Ministero delle Infrastrutture". "L'urgenza della situazione e la nostra disponibilità - continua Lolli - non autorizzano alcuno a fare colpi di mano sulle risorse dell'Abruzzo, che servono a far partire altre opere urgenti e importanti. Abbiamo ampiamente dimostrato che un colpo di mano non avrebbe alcuna motivazione ragionevole, anzi apparirebbe strumentale. Resto a disposizione fin dalla riunione di venerdì prossimo, convocata a Roma per discutere dell'avanzamento del Fsc, per approfondire insieme la soluzione da noi proposta".

La scheda

Le autostrade laziali e abruzzesi A24 e A25 sono caratterizzate dalla presenza di 153 ponti e viadotti: di questi ultimi, sono 13 gli "osservati speciali" per il degrado del calcestruzzo e del ferro, sulla sicurezza dei quali è scattato l'allarme dopo le denunce di cittadini, associazioni e delle stesse istituzioni. In particolare, nel viadotto di Macchia Maura nel comune di Bugnara, il ministro per le Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli ha effettuato due sopralluoghi in due giorni consecutivi. Nonostante gli allarmi, anche da parte del ministro, la concessionaria Strada dei Parchi Spa continua a sottolineare che le opere sono sicure anche se sono urgenti gli interventi di messa in sicurezza sismica tanto che oggi c'è stata la diffida a sbloccare i 192 milioni di euro inseriti nel decreto Genova. Le altre infrastrutture ritenute a rischio sono gli svincoli per Bussi e Tornimparte e Casale San Nicola, frazione di Isola del Gran Sasso, all'altezza dell'accesso del traforo del Gran Sasso sul versante teramano, il viadotto di San Giacomo, che prende il nome dall'omonima frazione del comune dell'Aquila, nella parte sottostante del quale sono caduti pezzi di calcestruzzo, Pietrasecca, che si trova dopo il comune di Carsoli il viadotto Gole di Popoli sulla A25, il tratto della stessa autostrada che collega Pratola Peligna a Cocullo. I 153 ponti e viadotti si sviluppano per complessivi circa 118,8 chilometri: per comprendere l'imponenza di queste strutture basta pensare che alcuni di questi viadotti superano i 100 metri di altezza. Lungo le due arterie ci sono 54 gallerie che s'incontrano sul tragitto e che, con uno sviluppo complessivo di circa 70,8 km, rappresentano il 12,6% del percorso autostradale: otto di queste hanno lunghezze variabili fra duemila e diecimila metri. L'autostrada A24 ha inizio dalla Tangenziale Est di Roma, all'altezza della stazione Tiburtina, attraversa il quadrante nordest della Capitale fino all'intersezione con il Grande Raccordo Anulare e si estende per 281,5 km verso Teramo e Pescara. In corrispondenza dello svincolo direzionale di Torano (la progressiva Km 71 400) la rete si biforca in due rami: uno prosegue verso L'Aquila-Teramo (A24) e l'altro verso Chieti-Pescara (A25). La A24 termina a Teramo, alla progressiva Km 159,2, immettendosi sulla SS 80 per Giulianova, mentre la A25, lunga 114,9km, termina a Pescara, alla progressiva Km 186,4, collegandosi con l'Autostrada A14.

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Istat rivede le stime sui prezzi, inflazione a settembre +1,4%

A settembre 2018, l'Istat stima che l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisca dello 0,5% rispetto al mese precedente e aumenti dell'1,4% su base annua (era +1,6% ad agosto). La stima è stata rivista al ribasso, il dato preliminare del tasso di inflazione era infatti +1,5%

Il rallentamento dell'inflazione si deve principalmente alla dinamica dei prezzi dei beni alimentari sia lavorati (la cui crescita in termini tendenziali passa da +1,9% a +1,2%) sia non lavorati (da +3,1% a +2,4%) alla quale si aggiunge quella dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +2,8% di agosto a +2,5%) e dei beni energetici non regolamentati (da +9,5% del mese precedente a +9,3%), che tuttavia continuano ad aumentare a ritmi sostenuti. La diminuzione congiunturale dell'indice generale dei prezzi al consumo si deve prevalentemente al calo dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-4,9%) e, in misura più contenuta, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,8%), a causa, prevalentemente, di fattori di natura stagionale; a contribuire alla flessione sono anche i beni alimentari lavorati che si riducono dello 0,6% su base mensile. L'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici registrano una decelerazione rispettivamente da +0,8% a +0,7% e da +1,1% a +0,9%. Mentre l'inflazione acquisita per il 2018 è +1,2% per l'indice generale e +0,8% per la componente di fondo. "Dopo quattro mesi di accelerazione, a settembre l'inflazione rallenta. A decelerare - è il commento dell'Istat - di alcuni decimi di punto è anche l'inflazione che pesa sulle spese quotidiane (beni alimentari, per la cura della casa e della persona e prodotti ad alta frequenza d'acquisto) a causa del rallentamento sia delle componenti più volatili del paniere, come frutta, vegetali freschi e carburanti, sia dei prodotti alimentari lavorati". Per i prodotti di largo consumo, così come per gli energetici regolamentati (gas ed elettricità) la crescita dei prezzi rimane comunque più alta di quella che si registra per il paniere nel suo complesso

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Undici milioni di euro per il turismo accessibile in Abruzzo

Undici milioni di euro per costruire un'accoglienza inclusiva in Abruzzo e favorire il turismo: li prevede il bando predisposto dalla Regione. Risorse disponibili ai sensi della legge 77 del 2000 e destinate alle strutture ricettive - quelle alberghiere, extralberghiere e stabilimenti balneari - che hanno i requisiti e risponderanno all'avviso. Stamani, a Pescara, nella sede della Regione Abruzzo, focus sull'iniziativa, con tutti gli operatori del settore. L'obiettivo dell'incontro era proprio quello di illustrare caratteristiche e vantaggi del nuovo bando, che oltre alla questione accessibilità prevede interventi in materia di riduzione del rischio sismico e riutilizzo del patrimonio esistente. Vi hanno preso parte l'assessore regionale alle Politiche sociali, Marinella Sclocco, quello al Turismo, Giorgio D'Ignazio, la responsabile ufficio Sostegno alle Imprese della Regione, Patrizia Di Sipio, il direttore del dipartimento Turismo, Cultura e Paesaggio, Francesco Di Filippo, e Simona Petaccia, professionista del 'Turismo per Tutti'. Ricordando i risultati raggiunti dall'Esecutivo regionale, come il premio del Ttg all'Abruzzo come regione più accogliente, D'Ignazio ha sottolineato che obiettivo dell'iniziativa odierna è quello di "condividere con gli operatori ogni mossa che noi facciamo" ed ha ricordato che "l'assessorato è a disposizione di tutti per ogni informazione necessaria". Sclocco ha sottolineato che la misura è finalizzata a "rendere accessibili e comode le nostre strutture. La nostra è un'accoglienza speciale - ha detto - rendiamola tale per tutti. Spesso è difficile trovare luoghi comodi o accessibili. Investire in tal senso fa vincere ognuno". Petaccia ha ricordato i numeri dell'indotto creato dal turismo accessibile ed ha sottolineato che., "in Europa, non fare fa perdere 142 miliardi di euro all'anno e 3,4 milioni di posti di lavoro perché le persone disabili non possono accedere alle strutture turistiche esistenti". 
 
 
 

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Toninelli lancia l’allarme sulla sicurezza dei viadotti delle autostrade A24 e A25

"Alcuni piloni dei viadotti della A24 e A25, che ho potuto visionare con i miei occhi, sono in condizioni così degradate da risultare allarmanti". Il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, lancia l'allarme sui due viadotti che collegano Lazio e Abruzzo, gestiti da Strada dei Parchi, durante l'assemblea annuale dell'Anci, annunciando anche l'arrivo del "primo Archivio informatico nazionale delle opere pubbliche, Ainop". A stretto giro arriva la risposta di Strada dei Parchi. "E' da anni che chiediamo che ci siano le risorse per i viadotti di un'autostrada costruita sul finire degli anni '60. Dobbiamo comunque essere chiari: l'autostrada è sicura, sulla gestione in condizioni normali dell'autostrada siamo assolutamente tranquilli", afferma Mauro Fabris, vice presidente della società, chiedendo al governo di autorizzare la spesa di 192 milioni già previsti nel decreto Genova per "mettere in sicurezza antisismica" la A-24 e A-25.

"Nel frattempo interverremo sui 13 viadotti più ammalorati", annuncia Fabris. La società denuncia inoltre che "l'allarmismo ingiustificato, ingenerato da parole irresponsabili e la comprensibile preoccupazione dell'utenza hanno fatto sì che negli ultimi giorni il traffico sull'autostrada sia diminuito del 7%". Circa l'archivio Ainop, si tratterà di un enorme database che raccoglierà una moltitudine di dati in tempo reale in modo da constatare lo stato di salute delle infrastrutture e così "potremo fare quel monitoraggio continuo su ponti, viadotti, cavalcavia che abbiamo previsto nel decreto Genova e che ci permetterà di capire dove andare a fare ispezioni, dove sarà dunque necessario investire risorse pubbliche per la manutenzione e dove quindi ci sarà bisogno del vostro intervento e della vostra professionalità per rimettere in sicurezza un'opera pubblica", spiega Toninelli ai costruttori seduti in platea. "Esattamente come stiamo già facendo sui viadotti della A24 e A25", sottolinea. Nel suo intervento il ministro ribadisce che la sua priorità e quella del Governo "è rilanciare gli investimenti e buone infrastrutture". 

La replica di Strada dei Parchi

L'autostrada A24-A25 "è sicura" e "quello che manca sono i decreti per sbloccare i fondi per la messa in sicurezza antisismica". Lo afferma la società concessionaria Strada dei Parchi dopo le parole del ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli sullo stato di "allarmante degrado" dei piloni dei viadotti dell'A24-A25. Strada dei Parchi "suggerisce la lettura del report redatto dopo i sopralluoghi avvenuti il 12 settembre e l'8 ottobre ed elaborato da un gruppo di specialisti che, su indicazione del ministero delle infrastrutture e in base alla nuova normativa, ha effettuato controlli e sopralluoghi sull'intero tracciato, arrivando alla conclusione che 'non è pregiudicata la stabilità e la sicurezza dell'opera nelle normali condizioni di servizio'". "Ergo - aggiunge la società - l'autostrada è sicura fatti salvi i rischi che possono derivare da eventuali eventi sismici, cosa che rende necessari e urgenti, come reiteratamente chiesto dalla concessionaria e certificato dallo stesso ministero, lavori per la messa in sicurezza antisismica"

La nota di Forza Italia

 "Il ministro Toninelli riesce sempre ad essere sorprendente e a smentire, oltre che la logica, anche se stesso. Oggi ha affermato che 'alcuni piloni dei viadotti della A24 e A25 sono in condizioni così degradate da risultare allarmanti', per poi aggiungere: 'dobbiamo comunque essere chiari, l'autostrada è sicura'. Caro ministro o le condizioni sono allarmanti o l'autostrada è sicura. Non ci sono terze vie. Toninelli per una volta si prenda delle responsabilità. Chiuda immediatamente le autostrade e avvii i lavori per mettere in sicurezza i piloni degradati. Basta parole. Passi ai fatti". Lo affermano in una nona congiunta i deputati di Forza Italia della Commissione Trasporti Diego Sozzani (capogruppo) e Nino Germanà

Le parole di Camillo D'Alessandro

 "Le dichiarazioni di Toninelli sono gravissime. Se lui è realmente a conoscenza della pericolosità dei viadotti e dei piloni che compongono l'autostrada abruzzese non faccia terrorismo spicciolo ma chiuda la A24/A25. Se invece così non è la smetta di creare allarmismo e provveda invece a stanziare i soldi che deve alla messa in sicurezza straordinaria di quell'autostrada, senza mettere le mani in tasca agli abruzzesi, senza usare l’Abruzzocome un bancomat". A dirlo in una nota è Camillo D'Alessandro, parlamentare del Pd. "Perchè delle due l'una: o è pericolosa la strada dei parchi o è pericoloso Toninelli come ministro", conclude

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Bankitalia, debito agosto scende a 2.326 miliardi

Ad agosto il debito delle amministrazioni pubbliche e' diminuito di 15,5 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.326,5 miliardi. E' quanto rileva Bankitalia nel supplemento al Bollettino statistico 'Finanza pubblica, fabbisogno e debito, spiegando che la diminuzione e' dovuta alla riduzione delle disponibilita' liquide del Tesoro (14,9 miliardi, a 65,1 miliardi) e, in misura molto minore, all'avanzo di cassa (1,3 miliardi); gli scarti e i premi all'emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e la variazione dei tassi di cambio hanno complessivamente incrementato il debito di 0,7 miliardi. Con riferimento alla ripartizione per sotto-settori, il debito delle amministrazioni centrali e' diminuito di 15,7 miliardi e quello delle amministrazioni locali e' aumentato di 0,2 miliardi; il debito degli enti di previdenza e' rimasto pressoche' invariato.

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