Primo Piano

Pil, Istat: +0,4% nel secondo trimestre, aumento annuo +1,5%

Nel secondo trimestre del 2017 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell'1,5% nei confronti del secondo trimestre del 2016. Lo rileva l'Istat Il secondo trimestre del 2017 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al secondo trimestre del 2016. 

La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell'industria e dei servizi e di una diminuzione nel settore dell'agricoltura. Dal lato della domanda, si registra un apporto positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un limitato contributo negativo della componente estera netta, rileva l'Istat nei dati preliminari sul Pil. Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% negli Stati Uniti, dello 0,5% in Francia e dello 0,3% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,1% negli Stati Uniti, dell'1,8% in Francia e dell'1,7% nel Regno Unito. La variazione acquisita per il 2017 è pari a +1,2%, conclude l'Istat. 

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Rimpasto difficile nella giunta a Pescara

Venti di crisi al comune di Pescara con possibili ripercussioni nella maggioranza di centrosinistra che governa la Regione Abruzzo. In un documento politico sottoscritto al termine di una riunione che si e' svolta ieri sera, cinque autorevoli esponenti del Pd, i tre consiglieri di Pescara, l'assessore regionale ai lavori pubblici Donato Di Matteo, e la parlamentare Vittoria D'Incecco, minacciano l'uscita dalla maggioranza "e dalle amministrazioni di cui sono componenti", qualora il sindaco, Marco Alessandrini, dovesse operare "l'ennesimo rimpasto di giunta che prevederebbe la nomina di un nuovo assessore alla vigilia di ferragosto": il sacrificato "tra le ipotesi che si sono apprese in questi giorni" sarebbe proprio l'assessore al Bilancio Diodati che dovrebbe fare posto alla lista Teodoro, forte di due consiglieri, con l'ingresso nella giunta pescarese di Gianni Teodoro, dopo che ad inizio legislatura era stata la figlia 19enne ad entrare e poi uscire dall'esecutivo". C'e' da ricordare che Di Matteo era gia' stato molto critico con la sua maggioranza in Regione causando la crisi con il blocco delle attivita' amministrativa mediante il ritiro del voto insieme ai due consiglieri di Abruzzo Civico, Andrea Gerosolimo, anche lui assessore, e Mario Olivieri. Nel documento inviato al presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, al segretario regionale del Pd, e al presidente della Provincia Di Marco, si difende l'operato dell'assessore, "eletto consigliere comunale con ampio consenso popolare che ha svolto il suo con competenza ed onestà". Diodati, secondo i cinque democrat, "non puo' essere immolato sull'altare dell'ennesimo sacrificio politico in cui il Pd mostra debolezza e l'amministrazione comunale la sua inconsistenza". Nella nota viene chiesto al sindaco di Pescara di rinnovare la fiducia "all'assessore Diodati affinche' possa portare avanti i progetti avviati per la citta' nel rispetto del programma politico che ha ispirato questa amministrazione senza che possano considerarsi altri percorsi e sotterfugi politici da cui i sottoscritti prendono distanza nella relative sedi amministrative e politiche". Secondo i firmatari del documento, "non ci sono soluzioni alternative ipotizzate da esponenti politici vicini all'amministrazione comunale che possano mitigare la violenza dell'atto nei confronti dell'assessore Diodati che fa parte di un partito e di un gruppo dirigente leale e coerente verso le istituzioni ed i cittadini"

La replica di Alessandrini

Ci troviamo di fronte ad un importante snodo politico e amministrativo, che rende indispensabile fortificare efluidificare l'azione della maggioranza in Consiglio Comunale anche in vista degli appuntamenti a cui l'Amministrazione si approssima, tra cui l'approvazione del progetto della riqualificazione dell'area di risulta,il Piano Sociale e il pacchetto urbanistico della nostra città. A tale fine ci siamo resi disponibili a ricomporre il dialogo di collaborazione attiva con la lista Teodoro, riconoscendo loro nell'esecutivo la presenza di un esponente politico di vasta esperienza amministrativa per continuare il lavoro avviato. L'indicazione arrivataè quella di Gianni Teodoro, con il quale siamo pronti a lavorare per riprendere il cammino che tre anni fa ci vide vittoriosi a Pescara e che ci porterà a riaffrontare le prossime scadenze elettorali e amminitrative insieme" si legge in una nota.

"L'ipotesi di dover rinunciare a Giuliano Diodati è una circostanza dolorosa per il legame di stima personale e politica costruito in tanti anni di lavoro insieme prima all'opposizione e poi al governo della città. Giuliano è parte di una comunità politica, va rispettato e ascoltato perché rappresenta una risorsa per il Pd e deve poter esprimere il suo contributo sia per il presente che per il futuro. Sarà mia premura incontrarlo al più presto per confrontarci su scenari che possano conservare il dialogo e il suo coinvolgimento nelle questioni più importanti per la città alla cui risoluzione ha contribuito con il suo lavoroQuesta la situazione al momento. Trovo giusto arrivare in fondo a tale percorso e poi definire formalmente le nuove nomine e l'assetto della Giunta, un lavoro che avrà tempi contingentati dalla necessità di portare avanti il governo della città”, conclude la nota

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Volano rimborsi Irpef, 20 miliardi tornano nelle tasche degli italiani 

I contribuenti italiani sono diventati piu' attenti e stanno ormai imparando a cogliere tutte le opportunita' per alleggerire il peso del fisco: tanto che negli ultimi anni i rimborsi Irpef sono cresciuti costantemente fino a sfiorare quest'anno i 20 miliardi di euro. A tanto infatti, per l'esattezza 19 miliardi 604.410 euro, ammonta complessivamente la cifra che con gli stipendi di fine agosto e le pensioni del primo di settembre gli italiani finiranno di incassare per i redditi del 2016. I contribuenti che hanno chiuso la dichiarazione in credito sfiorano i 21 milioni, poco piu' della meta' del totale (40,2 milioni), in costante crescita negli ultimi anni. L'importo medio restituito si aggira sui 950 euro a persona, anch'esso in aumento. Secondo una ricerca sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche di UHY Italy, che ha elaborato dati Mef, negli ultimi 5 anni c'e' stata una vera e propria "escalation" dei crediti fiscali Irpef, passati dai 15,5 miliardi di euro per il 2011 ai 19,6 del 2015 (+26%), fino ai 20 miliardi stimati per il 2016. In totale nel quinquennio 2011-2015 i contribuenti hanno recuperato oltre 90 miliardi di imposte pagate in eccesso. L'importo medio restituito dal fisco e' salito da 850 euro del 2011 a 940 del 2015 e la platea dei creditori si e' allargata, salendo da 18,2 milioni per il 2011 a 20,8 per il 2015. Nel 2012 i contribuenti in credito hanno superato per la prima volta la meta' del totale. Le somme derivano in gran parte da oneri deducibili (spese mediche, interessi sui mutui per la casa, polizze vita e infortuni, etc.) e dal bonus per la ristrutturazione degli immobili. Il rimborso nella gran parte dei casi transita attraverso il datore di lavoro o l'ente che eroga la pensione. Il pagamento percio' avviene fra luglio e settembre. "Il notevole peso delle imposte ha spinto i contribuenti diventare molto piu' scrupolosi. Conservano scontrini e documenti e si informano sulle agevolazioni", osserva Mario Rendina, partner UHY Italy ed una spinta decisiva e' venuta dalla immediatezza dei rimborsi rispetto al passato, in cui occorrevano anni per recuperare le tasse pagate in piu'". I contribuenti che chiudono le dichiarazioni a debito sono invece sono 5,3 milioni, per un importo dovuto di oltre 7 miliardi di euro (1.370 euro a testa). Il credito fiscale medio piu' alto spetta ai contribuenti del Trentino Alto Adige: 1.340 euro a testa in provincia di Bolzano e 1.160 in provincia di Trento. Seguono la Valle d'Aosta (1.070 euro) e la Lombardia (1.060 euro). In coda Sicilia e Basilicata con 760 euro. Due terzi dei crediti fiscali (quasi 13 miliardi di euro) spettano ai contribuenti con reddito da 12.000 a 50.000 euro lordi annui. Ma le fasce di reddito alte incassano rimborsi medi piu' alti: dagli oltre 2.000 euro per chi dichiara redditi fra 60.000 e 70.000 euro annui fino al picco di 15.000 euro di credito per i 16.000 cittadini con oltre 300.000 euro di reddito.

 Da Bolzano dove la media dei rimborsi Irpef nel 2015 e' stata piu' elevata con 1.340 euro alla Basilicata e Sicilia dove la cifra si ferma in media a 760 euro. Ecco in base ai rimborsi del 2015 la classifica delle regioni italiane in base all'elaborazione di Uhy su dati Mef.

Regione  Numero contribuenti Importo Media

Piemonte 1.688.981 1.604.801 0,95

Val d'Aosta 53.251 56.784 1,07

Lombardia 3.879.361 4.127.528 1,06

Liguria 617.324 600.331 0,97 PA

Trento 234.547 271.561 1,16

PA Bolzano 211.055 282.632 1,34

Veneto 1.952.128 1.899.681 0,97

Friuli VG 514.263 475.372 0,92

E. Romagna 1.902.935 1.869.399 0,98

Toscana 1.368.832 1.300.418 0,95

Umbria 324.094 284.857 0,88

Marche 612.471 557.064 0,91

Lazio 1.921.344 1.859.252 0,97

Abruzzo 438.293 366.300 0,84

Molise 94.185 72.760 0,77

Campania 1.324.171 1.145.703 0,87

Puglia 1.246.259 967.680 0,78

Basilicata 170.189 129.999 0,76

Calabria 484.497 377.820 0,78

Sicilia 1.271.288 970.767 0,76

Sardegna 460.305 383.699 0,83

Totale 20.769.773 19.604.410 0.94

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Fisco, Cgia: scovati 27.500 evasori nel 2016, recuperati 56 miliardi

Nel 2016, grazie all'attività di controllo e di verifica fiscale effettuata dalla Guardia di Finanza, tra evasori totali, paratotali, lavoratori completamente e parzialmente in nero, sono state denunciate oltre 27.500 posizioni irregolari. Questa azione di contrasto all'evasione fiscale e contributiva ha consentito di "sottrarre" ai trasgressori 55,7 miliardi di euro di imponibile; un importo più contenuto rispetto a quello registrato nel 2015 (61,1 miliardi), ma comunque in linea con i dati conseguiti dal 2012 in poi. Lo rileva la Cgia. Negli ultimi 16 anni l'attività degli uomini delle Fiamme gialle contro l'evasione fiscale ha consentito di "portare a galla" oltre 562 miliardi di euro di imponibile evaso e di "scovare" quasi 537.000 evasori. "Se eseguiamo una media trilussiana - segnala il segretario delle Cgia Renato Mason - possiamo affermare che dal 2001 la Guardia di Finanza ha sottratto ogni giorno agli evasori 96,2 milioni di euro di imponibile. Un risultato che la dice lunga sulla bontà del lavoro eseguito in tutti questi ultimi 16 anni". Dall'Ufficio studi della CGIA ricordano che non va comunque dimenticato che una cosa è l'imponibile accertato e un'altra cosa è la riscossione effettiva, ovvero quanto viene effettivamente incassato dal fisco dopo i vari livelli di giudizio. 

 "Secondo i dati più recenti messi a disposizione dalla Corte dei Conti nella Relazione sul rendiconto generale dello Stato 2016 - conclude Zabeo - negli ultimi anni l'incidenza della riscossione sull'accertato di competenza è in costante aumento: nel 2016 ha raggiunto il picco massimo del 20,5%. Una quota che in termini assoluti corrisponde ad un incasso di competenza di circa 13,2 miliardi di euro. Importo, quest'ultimo, che non include gli effetti della voluntary disclosure che l'anno scorso ha garantito 4,3 miliardi di gettito". Non dobbiamo inoltre dimenticare che il "nero" presente in Italia ha dimensioni economiche molto preoccupanti. Le ultime stime elaborate dall'Istat ci dicono che l'economia sommersa si aggira attorno ai 194,4 miliardi di euro all'anno, pari al 12% del Pil italiano. Di questi 194,4 miliardi di euro di valore aggiunto generato dall'economia sommersa, il 50,9% è ascrivibile a forme di sotto-dichiarazione dei redditi praticate dagli operatori economici (pari a 99 miliardi), il 39,7% al lavoro irregolare (che corrisponde a 77,2 miliardi di euro), e il restante 9,4% (18,2 miliardi di euro) ad altre componenti residuali di evasione, come ad esempio gli affitti in nero. La Cgia ricorda, infine, che le unità di lavoro irregolari presenti in Italia sono oltre 3,6 milioni. Il 70% circa è costituito da persone occupate in prevalenza come dipendenti (pari a quasi 2,6 milioni). Incidenze molto elevate di irregolarità occupazionale si registrano nei servizi alla persone (47,4%), nell'agricoltura (17,5%), nel commercio/ristorazione (16,5%) e nelle costruzioni (15,9%).

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Di Nicola: In Abruzzo ci sono 127 mila imprese attive e 485 mila occupati nel 2016

"Svimez ha evidenziato che, nel 2015, l'Abruzzo ha avuto il migliore risultato di crescita (+2%) ed altresi' che, nel biennio 2015-2016, la crescita e' stata in linea con la media nazionale; su questa linea Banca d'Italia ha confermato l'aumento della produzione industriale nel 2016 (+5%), dell'export (+9%), dei prestiti alle famiglie, la diminuzione della disoccupazione giovanile, che ci sta particolarmente a cuore, e dei Neet (i giovani che non studiano e non lavorano), frutto anche delle politiche attuate dalla Regione (Garanzia Giovani)" . Cosi' Maurizio Di Nicola, consigliere d'amministrazione SVIMEZ per la Regione Abruzzo e Presidente I commissione Bilancio risponde al segretario regionale della UIL circa la lettura da questi fornita del prossimo Rapporto Svimez.

"Innanzitutto - continua Di Nicola - andrebbe 'integrata per un'utilita' puntuale, con il Rapporto della Banca d'Italia sull'Economia abruzzese del 2016. I dati finali del 2016 e del I Trimestre 2017 sull'occupazione, infatti, sono stati condizionati, e pare superfluo ribadirlo, dagli eventi sismici iniziati ad agosto 2016 e dal blocco di fornitura di energia elettrica per le calamita' climatiche di inizio 2017. Tuttavia, gli indicatori di cui disponiamo ci rendono fiduciosi che nella seconda parte del 2017, anche in virtu' degli interventi previsti per la ricostruzione, volti a sostenere la ripresa delle attivita' produttive, e dell'avvio dei cantieri del Masterplan, si registrera' un recupero dell'economia abruzzese in linea con la ripresa nazionale. In Abruzzo ci sono 127 mila imprese attive e 485 mila occupati nel 2016 (in aumento di 6 mila rispetto al 2015). Crescono il numero dei brevetti e dei trasporti eccezionali. Aumenta il flusso dei viaggiatori dell'aeroporto. Il turismo punta a superare il periodo di crisi. Questi segnali - ha concluso - devono certamente essere rafforzati con l'impegno di tutti. Siamo la prima regione per velocita' nella procedimentalizzazione del Masterplan e puntiamo ad avviare entro il 2017 il 40% dei cantieri. Ci aspettiamo molto anche dal Decreto Mezzogiorno, che come Regione, di concerto con il Ministro De Vincenti, abbiamo contribuito ad elaborare. La ZES, che si fara' anche in Abruzzo, sara' un formidabile strumento attrattivo di nuovi investimenti, coinvolgendo il sistema portuale e le aree produttive principali della Regione". 

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Regione Abruzzo, approvato dopo 10 anni il nuovo piano rifiuti 

"E' un fatto storico per l'Abruzzo che giunge a distanza di 10 anni dall'approvazione del precedente Piano, dopo una diffusa e puntuale attività di consultazione con i portatori di interesse generale articolata mediante la celebrazione di 6 tavoli di consultazione, una trentina di assemblee pubbliche, i 4 mesi trascorsi fra pubblicazione ed osservazioni e la consequenziale approvazione da parte dell'autorità ambientale competente. Mi auguro, ora, che gli organi consiliari vogliano procedere al più presto al definitivo licenziamento del Piano affinché arrivi presto alla sua piena operatività". Così il Sottosegretario con delega all'Ambiente della Regione Abruzzo Mario Mazzocca ha commentato l'approvazione della giunta regionale dell'apposito collegato disegno di legge regionale contenente "Norme a sostegno dell'economia circolare - Adeguamento del Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti (PRGR)". Concluso l'iter istruttorio di Valutazione Ambientale Strategica (Vas) riferito al nuovo Piano regionale di gestione integrata dei rifiuti approvato con L.R. 45/2007 il documento ora passerà al vaglio del Comitato Autonomie Locali (Cal) per l'acquisizione del previsto per il parere finale da parte del consiglio regionale.  L'adeguamento del Piano prevede una gestione del ciclo dei rifiuti in linea con la gerarchia europea secondo gli indirizzi della Giunta con DGR n. 116/2016 e DGR n. 226/2016 con questi obiettivi: - diniego alla previsione di un impianto di incenerimento dei rifiuti come prevede il Dpcm 10 agosto 2016; - prevenzione e riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti; - preparazione per il riutilizzo dei rifiuti; - massimizzazione delle attività di riciclo; - minimizzazione del smaltimenti finali in discarica; - completamento ed efficientamento della rete impiantistica di trattamento/recupero dei rifiuti con la previsione anche di nuovi impianti di compostaggio o digestione anaerobica e rafforzamento della rete regionale del riciclo (es. piattaforme per imballaggi, centri di raccolta e centri del riuso)". 

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Turismo, Lolli: A mancare e’ il turismo residenziale

Crollo delle presenze fisse, tengono quelle mordi e fuggi: l'Abruzzo del turismo fa i conti con un inverno difficile, segnato dalla tragedia di Rigopiano. A questo si aggiunge poi la paura del terremoto a rendere difficile la situazione del settore. Secondo Giovanni Lolli, vicepresidente della Regione e delegato al turismo, la ''botta del 24 agosto e poi Rigopiano, hanno fermato le prenotazioni nel momento decisivo che e' gennaio e febbraio: l'inverno a Roccaraso e' andato molto bene per le presenze giornaliere del weekend, alberghi in difficolta' invece durante la settimana. A mancare e' il turismo residenziale, specie nel teramano, e quello religioso e scolastico, dovuto a questa concomitanza di ragioni, ma con prevalenza il maltempo dell'inverno. Le alte temperature hanno in qualche modo favorito il mordi e fuggi in montagna - spiega Lolli - poi le vicende degli incendi di Campo Imperatore bene non ci fanno. In merito al terremoto c'e' da dire una cosa: che sia quello del 24 agosto che il successivo non hanno mai 'toccato' mediaticamente l'Abruzzo, ma Umbria e Marche si'''. 

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Coldiretti: ulivo migra a nord e il vino è più alcolico

Per effetto dei cambiamenti climatici la coltivazione dell’ulivo in Italia è arrivata a ridosso delle Alpi, nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserve e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee mentre in Sicilia, si coltivano banane, avocado e altri frutti esotici Made in Italy. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il caldo estivo record che ha sconvolto le coltivazioni e allevamenti provocando danni all’agricoltura di oltre 2 miliardi è in realtà la punta di un iceberg della tendenza al surriscaldamento che ormai da anni interessa anche l’Italia.Luglio 2017 si è classificato nella top ten dei più caldi mai registrati in Italia dal 1800 con una temperatura superiore di ben 1,2 gradi la media di riferimento e la caduta il 42% di precipitazioni in meno mentre il mese di giugno è stato addirittura il secondo più caldo con ben il 53% di pioggia in meno secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr dai quali emerge anche che il 2015 è stato l’anno più bollente della storia da 217 anni ma nella classifica degli anni più caldi in Italia ci sono nell’ordine il 2014, il 2003, il 2016, il 2007, il 2012, 2001, poi il 1994, 2009, 2011 e il 2000

Una evidente tendenza al surriscaldamento che ha cambiato la distribuzione delle coltivazioni e le loro caratteristiche. Si è verificato nel tempo - sottolinea la Coldiretti - un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l'olivo che è arrivato alle Alpi. E’ infatti in provincia di Sondrio, oltre il 46esimo parallelo, l’ultima frontiera nord dell’olio d’oliva italiano. Negli ultimi dieci anni - spiega la Coldiretti - la coltivazione dell’ulivo sui costoni più soleggiati della montagna valtellinese è passata da zero a circa diecimila piante, su quasi 30 mila metri quadrati di terreno. Nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee. Il vino italiano - continua la Coldiretti - è aumentato di un grado negli ultimi 30 anni, ma il caldo ha cambiato anche la distribuzione sul territorio dei vigneti che tendono ad espandersi verso l’alto con la presenza della vite a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni piu’ alti d’Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop.

Il riscaldamento provoca anche - precisa la Coldiretti - il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei vini. Una situazione che di fatto - continua la Coldiretti - mette a rischio il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all'ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani. Un aspetto che - conclude la Coldiretti - non riguarda solo l’Italia poiché secondo recenti studi il surriscaldamento taglia la resa delle colture di orzo e luppolo per la birra in Belgio e Repubblica Ceca e anche i produttori di champagne francesi sono in allarme per l’aumento delle temperature di quasi 1,2 °C negli ultimi 30 anni nella zona di coltivazione tanto che autorevoli studiosi hanno addirittura ipotizzato lo spostamento fino in Inghilterra

L'agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli" afferma il presidente della ColdirettiRoberto Moncalvo nel sottolineare che “i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

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Fondi Cipe, Lolli: buone notizie dal Governo

"E' un'ottima notizia, quella che giunge dal Governo" dichiara Giovanni Lolli, vicepresidente della Regione con delega alla ricostruzione in relazione alle due delibere riguardanti il sisma del 2009 approvate dal Cipe, nella seduta di ieri 7 Agosto. L'una finanzia con 16.428.616 euro i servizi di natura tecnica e le attivita' di assistenza qualificata; l'altra, sostiene l'attuazione del Programma di sviluppo economico del cratere sismico "ReStart" (Delibera Cipe n.49/2016) con l'assegnazione di 13.141.005 di euro per due interventi gia' in corso e l'avvio (con la prima annualita') di sei nuovi interventi. In particolare, il CIPE ha deliberato: A) l'assegnazione di euro 10.600.000 della seconda annualita' 2017 di cui: - 7.500.000 euro a favore della Regione Abruzzo per il Bando 'Fare Centro' per la rivitalizzazione dei centri storici con gli incentivi alle attivita' economiche nei borghi; - 3.100.000 euro a favore del Comune di L'Aquila per lo Sviluppo delle potenzialita' culturali per l'attrattivita' turistica del cratere. B) l'approvazione di 6 nuovi interventi (il cui costo complessivo e' di 21.252.000 di euro) assegnando alle Amministrazioni titolari l'importo di 2.541.005 euro per il 2017 secondo lo schema qui riportato. "L'approvazione dei provvedimenti del CIPE - che si aggiunge a quelli recenti che finanziano l'edilizia residenziale Pubblica degli immobili ATER - rappresenta una garanzia per tutti coloro che lavorano nell'assistenza tecnica degli Uffici per la Ricostruzione e un bel segnale per i programmi di rilancio economico dell'Aquila e del Cratere. Questo dimostra che, con un confronto serrato e positivo e individuando progetti qualificati - conclude Lolli - si puo' costruire una prospettiva davvero importante che valorizzi l'identita' del territorio come luogo della conoscenza, dell'innovazione e della sostenibilita' ambientale". 

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Rapporto Svimez, Lombardo (Uil): Abruzzo maglia nera del Sud 

"La crescita del Sud si consolida e il Pil aumenta dell'1%", ma in questo quadro "complessivamente positivo la maglia nera spetta all'Abruzzo per i suoi dati negativi, che fanno registrare un forte calo dell'agricoltura e una contrazione della produzione industriale che scende del 2,2%; il prodotto interno lordo della regione, pur rimanendo a livelli piu' alti di tutto il Sud, e' in diminuzione dello 0,2%". Lo afferma la Uil Abruzzo, nel commentare le anticipazioni del rapporto Svimez relativo al 2016. Il sindacato ricorda che alla contrazione della produzione industriale "corrisponde, nel primo trimestre del 2017, una flessione degli occupati del 3,7%, pari a 18 mila unita' lavorative in meno, con un aumento dei disoccupati dell'1,4 per cento: il dato peggiore degli ultimi dieci anni, di gran lunga superiore a quello nazionale, che ha segnato una diminuzione dello 0,4%, ponendo l'Abruzzo al terzultimo posto nella graduatoria". "Questo quadro - commenta il segretario generale Uil Abruzzo, Michele Lombardo - ci deve far riflettere su come la crescita sia fragile se non e' sostenuta da un tessuto industriale solido, alimentato da politiche capaci di conservare e rinforzare la storica ossatura industriale regionale, attrarre nuovi progetti di investimento e sostenere l'imprenditorialita' giovanile. E' necessario invertire la rotta cercando di migliorare la competitivita' delle imprese abruzzesi, soprattutto delle piccole, che da sole assorbono il 52% degli occupati, ma a causa delle loro dimensioni sono limitate nell'accesso alle politiche industriali nazionali". "Questo ci porta a ribadire che l'Abruzzo deve migliorare la sua capacita' progettuale e realizzativa degli interventi pubblici, innovando la macchina della pubblica amministrazione. Dobbiamo utilizzare tutti i mezzi a nostra disposizione", conclude il segretario.

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