Redazione Notizie D'Abruzzo

Termalismo, Mazzocca incontra il Ministro Speranza a Roma

In occasione della festa nazionale di Articolo UNO a Roma, Mario Mazzocca, Presidente di Rete Abruzzo ed esponente regionale di Articolo UNO, ha rappresentato la situazione del Termalismo abruzzese a Roberto Speranza, neo Ministro della Salute appurando dal Ministro stesso come "non ci sia traccia alcuna della proposta che la Regione Abruzzo, dal mese di marzo scorso, si era impegnata a produrre al Ministero sulla situazione delle Terme di Caramanico". 

"Da Speranza, piena disponibilità a farsi carico dell'argomento – dichiara Mazzocca - A partire dal "Documento Tecnico sul Termalismo" elaborato dal governo nazionale ormai due anni e mezzo fà all'impegno a venire in Abruzzo quanto prima per illustrare, fra l'altro, le attività programmate sul tema specifico. Purtroppo, Speranza ha confermato come non ci sia traccia alcuna della proposta che la Regione Abruzzo si era impegnata a produrre al Ministero sulla situazione delle Terme di Caramanico fin dal mese di marzo scorso».

 

Mazzocca, sulla situazione di stallo del termalismo locale, aggiunge: «Nonostante i proclami, l'Assessore regionale alla Salute non ancora provvede ad inviare l'istruttoria di competenza al Tavolo di Crisi del MISE, al fine di ottenere l'applicazione straordinaria del documento tecnico dell’Azienda Sanitaria Regionale "Qualificazione sanitaria nel settore termale - modello assistenziale. Linee di indirizzo", approvato dalla vecchia Regione il 1° febbraio scorso che, se attuato, consentirebbe - da subito - alle Terme di Caramanico ad erogare prestazioni riabilitative, a costo zero per il Servizio Sanitario. E se non ha ancora avuto di farla, si facesse almeno portavoce della proposta di Federterme dell’8 maggio 2019 "Sperimentazione di un nuovo modello di assistenza in materia di riabilitazione in ambito termale presso le Terme di Caramanico e Popoli. Linee Guida progettuali". Ad oggi, anche di questo documento al Ministero non vi è alcuna traccia».

 

«Eppure - continua Mazzocca - sono disponibili i fondi necessari (900mila euro) stanziati con la Legge di Stabilità Regionale 2019 (con il voto contrario del centro-destra), trovati dal Governo regionale del Presidente Vicario Lolli, per il rifinanziamento (dopo 11 anni di attesa!) della Legge Regionale sul Termalismo. Ma anche qui, siamo ancora in attesa di una seppur timida bozza di bando che l'Assessore Campitelli aveva detto di essere in procinto di redigere ormai 5 mesi fà per consentire l'impiego di quei soldi.

 

«E ancora - chiosa Mazzocca - si è in attesa della attuazione della Delibera di Giunta Regionale n. 626 del 27 ottobre 2017, con cui si è attribuito l’ulteriore finanziamento di 1 milione di euro per le piscine termali. Nonostante i tentennamenti della nuova amministrazione comunale, l’appalto del 1° lotto è in corso; avere contezza sul finanziamento già deliberato equivarrebbe a consolidare il cronoprogramma lavori e procedere rapidamente al 2° appalto, dando certezza attuativa ad un’opera, oggi più che mai, strategica per innovatività, capacità di intercettare la nuova domanda, possibilità di compartecipazione degli operatori locali e aggiunta di reali elementi di supporto economico-finanziario alla pianificazione di settore. Niente di tutto questo, solo dichiarazioni generiche e "distanti" dalla sostanza dei problemi, nessun atto amministrativo e nessun rapporto contrattuale sottoscritto, neanche quello tipico che da triennale in estate è diventato annuale».

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Bianco (DC): dissenso verso atteggiamento Udc che spacca patto elettorale stipulato nelle elezioni regionali

Angelica Bianco Segretaria Regionale della Democrazia Cristiana e ad oggi Presidentessa regionale "Fondazione Dc", con una nota politica esprime il suo “dissenso verso l’atteggiamento dell'Udc che spacca il patto elettorale stipulato nelle elezioni regionali tra i parlamentari Gianfranco Rotondi (FI-Dc) e Lorenzo Cesa (Udc)  e tra i coordinatori regionali Enrico Di Giuseppantonio (Udc) e la stessa Angelica Bianco”, si legge in una nota della segretaria Dc. 

"Prendiamo le distanze dalla scelta di passare all’appoggio esterno  dell'Udc;  le richieste  della consigliera  Marianna Scoccia non hanno motivo di esistere, anzi, deve solo ringraziare il cartello Dc/Udc che, in quanto lista della coalizione vincente, fece scattare il seggio e l' elezione della consigliera, che altrimenti non sarebbe di certo  stata eletta nonostante le tante personali preferenze. Riteniamo altresì, che la presa di posizione dell' on Cesa leader dell 'Udc,  sia proprio fuori luogo in quanto, al posto di far quadrato sulle richieste personali  della sua consigliera, sarebbe doveroso  chiedere sia a Marianna Scoccia che  a tutti gli amministratori eletti nelle ultime  tornate elettorali amministrative, che fine hanno fatto  i voti  mancanti alla sua elezione nel collegio Sud alle ultime elezioni Europee di maggio 2019?“, sottolinea la Bianco, “In questo momento il Presidente Marco Marsilio  e la coalizione di centrodestra, stanno risolvendo problematiche ben più complesse per il bene dell'Abruzzo, rispetto a richieste ad personam. Detto ciò, pur avendo contribuito all'elezione della consigliera regionale Scoccia e al successo della lista Dc Udc ovunque sia stata presente, ne prendiamo  totale distanza , nonostante l'immutata stima che resta per il coordinatore regionale Udc Enrico Di Giuseppantonio". 

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Cresce la domanda delle stanze in affitto

Cresce la domanda delle stanze in affitto, specialmente nelle città universitarie o a forte presenza di studenti o lavoratori fuori sede, e i prezzi lievitano in Italia. L'aumento medio è del 3% nel 2019, il prezzo medio è di 328 euro al mese. A rilevare il trend è l'Ufficio studi di Idealista, la piattaforma di annunci del mercato immobiliare, che ha condotto un'indagine per l'Adnkronos nell'imminenza dell'apertura dell'anno accademico negli atenei italiani. Quest'anno quindi si paga in media 328 euro al mese contro i 318 euro dell'anno scorso. L'andamento crescente dei prezzi non interessa tuttavia in uguale misura tutte le città monitorate e i centri di maggiore attrazione studentesca, anche se la domanda resta viva registrando un incremento addirittura del 43%, a dispetto di chi condivide la casa con altri, in primis per risparmiare. La notizia positiva però è che se aumentano i prezzi e la domanda di camere in affitto dall'altro canto sale anche l'offerta, anche se in misura minore, registrando in media un +28%. Le piazze più gettonate sono le città universitarie, Padova spicca al primo posto con un rincaro del 18,6% e un prezzo medio di 307 euro mentre Milano è la città più cara, qui occorrono di media 465 euro al mese per una stanza. 

 A seguire Roma con 408 euro, mentre a Firenze si toccano i 393 euro. Sopra la media nazionale delle richieste, pari a 328 euro mensili, si colloca anche Bologna (371 euro), mentre Torino rimane appena sotto la media con 319 euro mensili. Tra gli aumenti più alti l'indagine rileva quelli di Bologna (+8,7%) e Trieste (+13,3%). Segni positivi interessano anche i capoluoghi più importanti, come Roma (2,1%), Milano (3,1%), Napoli (3,5%) e Firenze (4,5%), che resistono in terreno positivo consolidandosi tra i top valori nella graduatoria dei canoni di affitto stanze. Mentre sul totale delle 29 città analizzate nello studio di Idealista, sono 8 quelle che perdono valore rispetto all'anno precedente. Il primato nel calo delle locazioni delle stanze spetta a Reggio Calabria (-7,9%), seguita da L'Aquila (-6,4%), Genova (-3,7%), Viterbo (2,5%) e Pisa (-2,2%). Cali meno consistenti invece in città come Perugia (-1%), Chieti (-0,6%) e Torino (-0,4%). Lo studio di idealista riscontra inoltre i canoni più bassi a L'Aquila (191 euro/mese), che precede Enna (189 euro) e Reggio Calabria (186 euro). 

Il rapporto delinea anche un identikit del coinquilino italiano. L'età media è di 29 anni, segno che l'affitto della stanza singola e le case in condivisione non sono più a uso esclusivo di studenti fuori sede, ma anche di lavoratori e single. L'età dei conviventi va dai 33 anni de L'Aquila ai 24 di Viterbo. Firenze (31) tra le grandi città è quella con l'età media dei coinquilini più alta davanti a Napoli (30) Roma (29), Milano (28) e Torino (27). Lo studio rivela che il 77% delle convivenze sono miste (uomini e donne); la coabitazione tra sole donne ricorre nel 17% dei casi; convivenze solo maschili, solo nel 5% dei casi. Ancora una curiosità sui coinquilini riguarda la presenza di animali domestici dentro casa, ammessi nel 71% dei casi. Decisamente meno graditi invece i fumatori, tollerati solo in un alloggio su due. L'indagine online rivela che solo 1 inquilino su 2 si dice soddisfatto dell'abitazione in cui vive in condivisione. Tra i criteri di scelta della stanza il prezzo è il fattore "guida" per l'81% degli utenti, seguito dalla vicinanza ai mezzi di trasporto pubblico, ritenuta "molto importante" o "indispensabile" per il 79% dei rispondenti, e coinquilino giusto (69% delle risposte). Altre caratteristiche che motivano la scelta dell'alloggio sono lo stato dell'abitazione (arredata, ristrutturata, etc.) con il 63% delle preferenze e la vicinanza al centro (56,7%).

 Gli utenti sarebbero più soddisfatti se le bollette fossero incluse nel prezzo (39% dei rispondenti), se la casa fosse dotata di mobili e elettrodomestici in buono stato (29%), con il bagno indipendente (10% delle risposte degli utenti). Il prezzo "giusto" indicato dagli utenti per questo genere di soluzione abitativa è di 300-400 euro mensili. Interessante che il 18% dei rispondenti al questionario ritenga il prezzo corretto per la stanza ideale tra i 400 e i 500 euro.

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Contrattazione decentrata per il lavoro, la mappa dell’applicazione in Italia

In Italia circa tre quarti dei lavoratori dipendenti sono effettivamente coinvolti in qualche forma di contrattazione decentrata. Al Nord si registra la maggior diffusione di questo strumento che con la legge 208/2015 (legge di stabilità per il 2016) ha avuto un notevole slancio grazie ai benefici introdotti, tra cui in primis la detassazione per i premi di risultati, mentre nelle regioni del Mezzogiorno, questo tipo di contrattazione è meno diffusa. Lo rivela una recente ricerca della Rur (Rete Urbana delle Rappresentanze - Urban Research Institute), centro di ricerche e progetti diretto dal sociologo Giuseppe Roma. Su un totale di circa 40.000 contratti di secondo livello depositati a novembre 2018, infatti, ben 15.528 riguardano il complesso delle regioni del Nord-Ovest (Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria e Lombardia), 13.975 interessano invece le regioni del Nord-Est (Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna), 6.732 le regioni del Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio) e 3.053 il Sud e le Isole (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna). Nel confronto con identica rilevazione effettuata nel 2016 emergono alcune differenziazioni. L'Emilia Romagna dal secondo passa al primo posto, mentre il Veneto dal quinto posto sale al secondo; il Trentino Alto Adige scende di due posizioni collocandosi al terzo posto. Anche il Friuli- Venezia Giulia passa dal quarto all'ottavo posto. Una maggiore diffusione, invece, registra il Piemonte che dal sesto passa al quarto posto

Nelle Regioni del Mezzogiorno, dove questo tipo di contrattazione è meno diffusa, sale solo la Calabria, mentre scende la Puglia che si attesa all'ultimo posto con un contratto ogni 975 dipendenti operanti in aziende attive. Un ulteriore approfondimento sulla 'granularità' contrattuale nei territori, evidenzia la ricerca Rur, vede le due realtà metropolitane maggiori registrare il più elevato numero di contratti firmati. Raggiungono le 5.831 unità nella Città Metropolitana di Milano pari al 53% dell'intera Lombardia, e i 2.428 in quella di Roma l'86% del valore raggiunto nell'intero Lazio. Date anche le rilevanti differenze nella base produttiva delle due aree, assume un importante rilievo il fattore metropolitano come generatore di una più intensa contrattualità fra le parti sociali. "Bisogna tener conto che alcuni istituti riguardano anche la conciliazione di genere o i costi familiari del welfare particolarmente elevati nelle realtà metropolitane. Ciò è confermato anche dalle posizioni successive detenute da Torino con 1.892 contratti (54% del totale regionale) e Bologna con 1.695, che tuttavia rappresenta solo il 26% del totale regionale", spiega la Rur. Si conferma policentrico il sistema veneto dove Padova e Vicenza complessivamente coprono il 43% dell'insieme dei contratti decentrati.

La doppia modalità contrattuale 'aziendale' e 'territoriale' ha consentito una diffusione dei contratti decentrati anche a realtà produttive di piccole e medie dimensioni. Lo studio non consente di effettuare una verifica sulla natura negoziale dei contratti, e i testimoni privilegiati segnalano anche la possibile presenza di contratti spuri. Tuttavia, la distribuzione dei contratti di secondo livello per numero dei lavoratori beneficiari indica come quasi la metà degli accordi hanno riguardato gruppi inferiori ai 50 dipendenti, per il 26,8% fra 50 e 149 lavoratori, il 9,5% fra 150 e 249, il 7,7% fra 250 e 499 lavoratori e ben il 6,9% oltra i 500 dipendenti, ovvero contratti di secondo livello sono presenti in 2.717 grandi aziende. Una stima puramente esemplificativa, basata sul valore ponderale della distribuzione in classi, valuterebbe in 9,3 milioni i lavoratori dipendenti di imprese attive, coinvolti a vario titolo nella contrattazione di secondo livello.

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Gran finale per la 4/a edizione del Festival del Creato

Gran finale al Teatro Marrucino con "Ciao Lucio tributo a Lucio Dalla" con i 'Work in progress', per la 4/a edizione del Festival del Creato, organizzato dalla Famiglia francescana d'Abruzzo, in collaborazione con l'Opera missionaria francescana, sul tema "Dialoghi-amo. Per una cultura dell'incontro". Il concerto di stasera e' l'unico a pagamento con i proventi che saranno devoluti in beneficenza. Tre giorni di conferenze, spettacoli, concerti, workshop, laboratori, attivita' di piazza e momenti spirituali tra varie location per dare vita ad una singolare contaminazione culturale, religiosa e artistica. L'intento della manifestazione e' quello di far dialogare culture diverse, facendole confrontare su tematiche importanti e attuali anche per le giovani generazioni. L'evento e' stato patrocinato dal Comune di Chieti, dall'Arcidiocesi di Chieti, dalla Caritas diocesana, dalla Misericordia, dall'universita' "G. D'Annunzio" e dal Centro sportivo italiano. 

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La Fonte Barco protagonista delle Giornate Europee del Patrimonio a Spoltore

La Fonte Barco protagonista delle Giornate Europee del Patrimonio a Spoltore: questa mattina la visita guidata sul sito, organizzata da Italia Nostra e amministrazione comunale. Per l'occasione la Fonte è stata ripulita dal personale della Spoltore Servizi: "è un momento di riscoperta momentanea delle Fonte" ha spiegato il sindaco Luciano Di Lorito "che deve stimolarci a fare in modo sia possibile fruire tutto l'anno di questo spazio. Bisogna regimentare le acque che nei giorni di maltempo, anche forse in conseguenza dei cambiamenti climatici, arrivano in maniera impetuosa". Spesso infatti la Fonte finisce per essere ricoperta da fango e detriti. "Regolare le acque è il primo passo per recuperare quest'area e utilizzarla con regolarità, è un monumento non solo di Spoltore ma di tutto l'Abruzzo. Ringrazio Italia Nostra, gli amministratori e tutte le persone coinvolte: grazie a loro è stato tirato fuori dal degrado un lavoro di recupero della Fonte che rischiava di andare perso". Presenti il vice sindaco Chiara Trulli, i consiglieri Angela Scurti, Cinzia Berardinelli, Stefano Burrani, Antonella Paris. La storia e la funzione della Fonte è stata delineata da Giovanni Damiani: "barco" significa "sosta" e in quel punto c'era la possibilità di ristorarsi per chi era impegnato nella piccola transumanza. La Fonte fino ai primi del '900 veniva utilizzata dalle donne per il bucato. Si tratta di una struttura di età precristiana, come testimoniano le nicchie ripristinate dopo il restauro: i punti d'acqua erano sacri perché dividevano l'inizio della vita dal regno dei morti. Le ninfe presidiavano le fonti, ed evitavano così a chi le visitava i pericoli che potevano arrivare dall'aldilà.

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Race for the Cure, a Pescara oltre 5.000 partecipanti per la prima edizione

Straordinaria partecipazione a Pescara per la I edizione della Race for the Cure, la più grande manifestazione per la lotta ai tumori del seno in Italia e nel mondo organizzata da Komen Italia.

La Race for the Cure di Pescara e quella di Bologna sono il primo dei tanti appuntamenti del lungo mese della prevenzione dei tumori del seno che Komen Italia ha inaugurato in anticipo il 17 settembre a Roma.

“Quello di oggi è un risultato che va oltre ogni aspettativa, la città di Pescara ha risposto con grande generosità alla prima edizione. Siamo molto orgogliosi di questo riscontro e speriamo di poter fare ancora di più il prossimo anno per fare in modo che il tumore del seno diventi una malattia sempre più curabile. Con la Race for the Cure siamo riusciti a cambiare il modo di affrontare la malattia con la testimonianza delle Donne in Rosa, oggi presenti a Pescara in 500.” il prof. Masetti, Presidente di Komen Italia, commenta così la I edizione della Race for the Cure a Pescara.

“Avevamo annunciato che avremmo avvolto la città in una nuvola rosa per la prima edizione della nostra Race di Pescara e abbiamo centrato l’obiettivo. Un ringraziamento di cuore a tutti coloro che hanno contribuito a rendere questo progetto un successo anche sul nostro territorio ed agli oltre cinquemila abruzzesi che hanno animato questa bellissima giornata” commenta Isabella Marianacci, Presidente del Comitato Regionale Abruzzo di Komen Italia.

A dare il via ufficiale all’appuntamento sportivo insieme ad Isabella Marianacci e al prof. Masetti, i rappresentanti delle principali istituzioni del Comune di Pescara, della Regione Abruzzo e tanti altri amici e sostenitori di Komen Italia: Nicoletta Verì – Assessore alla Sanità della Regione Abruzzo, Maria Rita Paoni Saccone Assessore alla Salute del Comune di Pescara, Alfredo Cremonese Assessore al Turismo, Patrizia Martelli Assessore allo Sport del Comune di Pescara, Andrea Prencipe rettore dell’Università LUISS Guido Carli, Domenico Bruno Direttore Marketing Johnson&Johnson Medical e Maria Silvia Santilli e Roberto Chinzari che hanno condotto la cerimonia di partenza e di premiazione.

Nel bilancio complessivo di questa I edizione della Race for the Cure di Pescara non si può non menzionare la carovana della prevenzione, il Programma Nazionale Itinerante di Komen Italia per la promozione della salute femminile. La Carovana è stata operativa nei tre giorni della Race for the Cure all’interno del Villaggio della Salute in Piazza della Rinascita per offrire, prestazioni gratuite per la prevenzione delle principali patologie oncologiche femminili.

«Nelle giornate di venerdì e sabato sono state erogate 825 prestazioni specialistiche gratuite per la prevenzione dei tumori del seno e ginecologici, dei tumori della pelle e delle patologie cardio-vascolari oltre a test audiometrici e screening dell’udito e consulenze nutrizionali. Grazie al contributo di Fondazione Johnson&Johnson e di tanti medici volontari è stato possibile ampliare la tipologia e il numero di prestazioni e individuare 12 casi sospetti di tumore e 1 tumore della cute” commenta così il Prof. Ettore Cianchetti, Coordinatore del Comitato Clinico Scientifico del Comitato Regionale Abruzzo di Komen Italia che insieme alla prof.ssa Daniela Terribile, Vicepresidente di Komen Italia ha coordinato le attività del Villaggio della Salute della Donna.

La Race si è conclusa con un momento di celebrazione delle Donne in Rosa, donne che stanno affrontando o hanno affrontato il tumore del seno: 20 palloncini rosa si sono levati verso il cielo con una coda di 200 metri di messaggi scritti nei 3 giorni dalle migliaia di visitatori del Villaggio.

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Export Abruzzo, per i dati Cna il calo nel primo semestre è dell’1.9 per cento

L'export abruzzese dopo cinque anni di vacche grasse, con il vento in poppa dell'automotive a trainare tutto il resto, nei primi sei mesi del 2019 fa i conti con il segno 'meno' davanti alle cifre che connotano il commercio dei prodotti verso l'estero. Il dato è negativo malgrado il settore mezzi di trasporto continui a macinare successi. In valori percentuali, l'export abruzzese ha segnato una flessione dell'1,9%: dato in controtendenza con quello nazionale che e' cresciuto del 2,7%. E va pure ricordato che nel 2018 l'export abruzzese segno' un incremento del 5,1%. "E' accaduto stavolta - spiega l'indagine realizzata per la Cna Abruzzo da Aldo Ronci su dati Istat - che gli incrementi delle produzioni legate a quattro o due ruote non compensino piu' le perdite di tutti gli altri comparti: Nel primo semestre del 2018 l'export abruzzese ammontava a 4.467 milioni di euro, mentre nel primo semestre di quest'anno e' stato di 4.383, registrando una flessione di 84 milioni di euro. Flessione che e' anche la sola degli ultimi cinque anni". La brusca flessione, come detto, non puo' essere cercata nel fiorente mercato dei mezzi di trasporto l'auto, che tra gennaio e giugno hanno fatto segnato l'ennesimo record, con 71 milioni di euro di incremento, a fronte di una decrescita di tutti gli altri prodotti di ben 155 milioni. Per la prima volta, insomma, i guadagni del comparto leader (piu' 3,1%, contro la caduta nazionale del 6,8%) non sono riusciti a compensare il consistente decremento di tutti gli altri (7% di flessione, mentre l'Italia veleggia a +3,9%). I settori piu' falcidiati, dati Istat alla mano, sono cosi' abbigliamento (-21 milioni di euro), apparecchi elettrici (-36), apparecchiature elettroniche (-29), articoli farmaceutici (-14), gomma e plastica (-23), macchine e apparecchiature (-54). Con il solo settore della pelletteria a fare da parziale contraltare, grazie a un aumento di 8 milioni. Sulla carta geografica, gran parte delle perdite si concentrano sul mercato tedesco: l'export verso la Germania, secondo lo studio, ha subito infatti un decremento di 88 milioni di euro. Quanto alle province, a segnare le perdite piu' gravi sono Pescara (48 milioni) e Teramo (-19). In questo scenario, consola in parte il comparto agro-alimentare, che passa da 295 milioni del primo semestre 2018 a 297 del primo semestre 2019 registrando dunque un incremento di soli 2 milioni di euro. "Questi dati - osserva il presidente regionale della CNA, Savino Saraceni - impongono una riflessione molto seria, che peraltro facciamo da anni, sulle misure generali di sostegno alle imprese, che vanno sostenute con una minore pressione fiscale e uno sviluppo della dotazione di infrastrutture. Ma riguarda anche il ruolo che deve assumere la Regione per favorire processi di internazionalizzazione delle micro e piccole imprese abruzzesi, soprattutto in quei settori dove hanno una presenza forte e radicata, come l'agroalimentare o la moda. Purtroppo - aggiunge - il mercato interno continua ad essere stagnante e dunque la ricerca di nuovi mercati diventa fondamentale per la crescita delle imprese e per il rilancio di sviluppo e occupazione. Ci auguriamo che il nuovo governo regionale metta questo tra i suoi temi prioritari, perche' bisogna impegnare risorse significative per costruire reti e filiere per competere all'estero. Diciamo anche da tempo che bisogna puntare a sviluppare una forte e intelligente attivita' di incoming. I temi sono sul tavolo da tempo, ora aspettiamo fatti concreti". 

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‘L’Italia e’ il Paese delle opere incompiute’

"L'Italia e' il Paese delle opere incompiute, sono ben 647 costate 4 miliardi e ne richiedono altri 1,5 di euro, pari a 166 euro per ogni famiglia italiana". Lo ha detto il presidente aggiunto del Consiglio di Stato, Sergio Santoro, nel corso della tavola rotonda sulle opere pubbliche nell'ambito del convegno di studi amministrativi a Varenna. Il primato spetta alla "Sicilia con 162 opere. In Calabria la diga di Gimigliano, la piu' grande d'Europa. In Basilicata la ferrovia Ferrandina-Matera. Nel centro Italia, la maglia nera spetta all'Abruzzo con 31 opere incompiute di cui 18 solo a Pescara. La Capitale dello spreco resta il Lazio con 45 incompiute, tra cui a Roma 'la citta' dello sport' di Tor Vergata iniziata nel 2005 e ferma al 16% della realizzazione. Le opere che restano sospese sono tantissime; e' evidente che non c'e' solo la Tav ma bisogna affrontare il tema nel suo complesso". La tavola rotonda, moderata dal vicedirettore del Corriere della Sera Antonio Polito e' proseguita con l'intervento del giudice della Corte Costituzionale Daria de Petris e del Presidente di Sezione del Consiglio di Stato Carlo Deodato che ha sottolineato come "serva sanare la sfiducia tra cittadini e governanti, aumentando la partecipazione dei cittadini".

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Coppia di turisti inglesi ferita da una caduta di sassi, interviene il Cnsas

Una coppia di inglesi, un uomo e una donna, e' rimasta ferita dalla caduta di alcuni sassi mentre stava percorrendo la via delle Creste in discesa dal Corno Grande sul Gran Sasso: per soccorrerli e' arrivato l'elicottero del Cnsas di stanza a Preturo. Dopo aver avvistato delle persone all'altezza della Conca degli Invalidi si sono convinti di poterle raggiungere e, uscendo dal sentiero, si sono ritrovati su un terreno molto ripido e disconnesso. La donna e' stata colpita violentemente da un sasso piovuto dall'alto, che le ha procurato una brutta lesione sul braccio e dietro l'orecchio sinistro. L'uomo invece ha riportato una serie di escoriazioni sulla testa. Il medico del 118, con l'aiuto del tecnico di elisoccorso del Soccorso Alpino e Speleologico, calatosi in quota sul luogo dell'incidente, ha provveduto a medicalizzare i due e a predisporli per il recupero con il verricello. 

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