Redazione Notizie D'Abruzzo

Approvata la proposta di aggiornamento del nuovo piano del Parco Nazionale della Majella

 

L’Ente Parco Nazionale della Majella: il primo in Italia ad aggiornare lo strumento di pianificazione dell'area protetta.

Mentre quasi nessun Parco in Italia muove le proprie funzioni adeguatamente, o almeno secondo le previsioni della L. 394/91, in forza della vigenza di Piano e Regolamento, il Parco della Majella, nell'intento di attivarsi nel rispetto delle previsioni di legge, per poter pienamente adempiere alla propria mission istituzionale, è il primo ad adeguare il Piano del Parco, vigente dal 2009, ed a prepararsi a disporre il consequenziale Regolamento.

Infatti, il Piano attualmente vigente, definitivamente approvato circa 10 anni fa, era stato concepito, nelle sue parti di analisi ecologica e di programmazione delle attività di conservazione, nel lontano 1997. Uno strumento di pianificazione che andava necessariamente adeguato, perché le condizioni ecologiche (basti pensare agli attuali popolamenti di specie protette, sia in termini faunistici che floristici) non erano e non potevano minimamente essere contemplate nella pianificazione redatta a fine anni '90.

I capisaldi del piano sono “Competenza giuridica, profonda conoscenza dei processi ecologici, visione territoriale, comparazione europea e aderenza alle normative internazionali”. Il nuovo Piano è lo strumento di pianificazione principale del territorio della Majella, custodito in un Parco di 750 kmq, con 39 territori comunali e con uno dei più grandi patrimoni di biodiversità d’Europa.

Dal punto di vista giuridico e delle procedure amministrative, l'intento è di assicurare certezza nell’agire di un "nuovo" Ente che sul territorio può e deve esprimere le proprie finalità istituzionali e i propri margini operativi nell’obiettivo della conservazione. Occorre chiarire le complessità procedimentali ed escludere le discrezionalità applicative, non ammissibili secondo il limpido dettato della legge quadro, ma determinatesi in particolare nella disciplina degli aspetti urbanistici, oggi ancora in balìa delle mutevoli opinioni dei dirigenti, con la conseguenza di numerosi contenziosi che hanno avuto, per la maggior parte, esiti sfavorevoli per l’Ente parco. La legge n. 394 del 1991 assegna al nulla osta la natura di atto di certazione, a discrezionalità zero, di mera verifica dell’intervento richiesto di assenso rispetto alle previsioni del Piano per il parco - che per ciò deve essere corredato di tipicità e puntualità, al fine di annullare discrezioni applicative o interpretative - e del Regolamento che deve contenere ogni specificità al fine di fungere da mero tramaglio insuscettibile di determinazioni soggettive.

L'aggiornamento del Piano dunque, oltre alla validazione giuridica di una nuova stesura, che recepisce schemi di respiro europeo, nonché quanto oggi è meglio maturato nel difficile terreno del Diritto delle aree protette, rappresenta un rinnovato ed adeguato strumento nella gestione del territorio e soprattutto relativamente alle funzioni di conservazione della natura: i cambiamenti ecologici in corso, la presenza di specie faunistiche di pregio, come il lupo, il camoscio appenninico e l’orso marsicano, che nel frattempo hanno raggiunto consistenze e distribuzioni importanti, la presenza delle attività antropiche sui territori, sempre più orientate su processi di chiara sostenibilità ambientale (anche in questo campo le cose sono molto cambiate, basti pensare al D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 - regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/cee relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche, e al Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Norme in materia ambientale, non ancora vigenti al tempo della redazione del vecchio Piano!), le modalità di gestione agro-zootecniche, che in questi ultimi anni hanno subito un significativo decremento numerico, ma una evoluzione nella qualità e nella sostenibilità ambientale, gli sport sostenibili, anche questi nel frattempo con nuove discipline, inimmaginabili vent'anni or sono, le nuove visioni gestionali nel frattempo maturate anche sulla scorta delle Direttive europee, dei progetti Life, dei piani di gestione delle Aree natura 2000. Cambiamenti della natura e delle istituzioni che non potevano essere contemplati vent’anni fa e che necessitavano di aggiornamento e di una nuova fase operativa. Con il vecchio Piano, per altro, affetto da eccessiva sintesi ed indeterminatezza, mancando per conseguenza il Regolamento del Parco, che doveva disciplinare le attività consentite, l’ampia discrezionalità dirigenziale aveva prodotto una mole inconcepibile di ricorsi e di questioni giudiziarie, oltre che un magma informe di burocrazia che appesantiva il rapporto tra Ente e territorio”.

La stesura del lavoro ha fatto seguito ad una dettagliata attività ricognitiva di vaglio e comparazione della pianificazione adottata nella maggior parte dei parchi nazionali italiani, ed ad un confronto con gli strumenti di gestione di alcuni rappresentativi parchi europei di Cat. II IUCN. La cognizione degli elementi di criticità apparsi nelle diverse realtà o prassi applicative ha costituito la base per una piattaforma di miglioramento ed ammodernamento; sono stati acquisiti spunti utili dall’evoluzione anche internazionale dei principi cardine dell’environmental law e dei suoi strumenti applicativi. In questi termini, per esempio, vanno evidenziate l’ingerenza propositiva del Parco nella gestione dei rifiuti, nella tutela dall’inquinamento luminoso od anche l’azione attiva nella eliminazione dei detrattori ambientali. Sono stati, inoltre, aggiunti importanti passaggi e chiarimenti relativi alle misure previste per la gestione e la conservazione delle c.d. “aree Natura 2000”, ad indirizzi di gestione attiva della wilderness, alle misure di prevenzione degli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica, alla semplificazione procedimentale recata per le attività edilizie nelle zone D, all’impiego di meccanismi pattizi tra Parco e stakeholders, ed altri strumenti che corrispondono un adeguamento strutturale che tende ad avvicinare la realtà italiana all’esperienza europea.

La proposta di nuova zonizzazione, per altro, è stata interessata da importanti cambiamenti (vedasi allegata tabella riassuntiva di raffronto): tra le scelte più significative e coraggiose, certamente quella di ampliare la zona A di riserva integrale di circa il 16%. La zona "wilderness" del Parco dunque passa da circa 36000 ettari a quasi 42000 ettari, una delle più grandi riserve integrali d'Europa.

La zona D, di promozione economica e sociale, è stata riperimetrata per la dovuta effettuazione di alcuni adeguamenti cartografici al fine di ristabilire la necessaria e indispensabile coerenza fra Piano del Parco e strumenti locali. Purtuttavia, in ragione della sovraordinazione del Piano per il parco rispetto ad ogni altro strumento di pianificazione, la stessa è stata meglio ripartita in diverse sottozone, con la conseguenza che le "sottozone D2" che comprendono le zone A, B,C,D dei piani urbanistici comunali, soggette a potenzialità edificabili, diminuiscono in percentuale, rispetto al precedente Piano, del 20% circa; mentre, si meglio definiscono, nella pianificazione e nella cartografia, le "sottozone" D3, che comprendono le altre zone dei piani urbanistici comunali, non soggette ad edificazione diretta ed incidente, quali: le zone di interesse generale, destinate alla valorizzazione dei beni culturali, dello sport e delle attività ricreative; parchi e zone di salvaguardia, per aree che rivestono un particolare pregio ambientale, naturalistico, geomorfologico, speleologico, archeologico, paesaggistico o di particolare interesse per la collettività; zone cimiteriali e relative fasce di rispetto.

Un nuovo piano che, pertanto, oltre ad essere in linea con i principi generali di contenimento dell’uso del suolo, declina nella pianificazione di settore un procedimento di pensiero ed una nuova visione, che negli ultimi mesi ha visto impegnati uffici, tecnici e comunità del Parco, nel disegno di una nuova pianificazione, connessa ad una rinnovata elaborazione tecnico-giuridica, al passo con i tempi e con le norme della conservazione e, al tempo stesso, coerente con la storia del territorio.

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Allegato

Tabella riassuntiva di raffronto "Classificazione del territorio"

 

PIANO DEL PARCO - ANALISI STATISTICA DELLE ZONE DI PIANO

ZONA

PROGETTO 2018

VIGENTE 2009

VARIAZIONE

AREA [HA]

AREA [HA]

AREA [HA]

AREA [%]

Riserva integrale

41664,27

35940,76

5723,51

15,92%

Riserva generale orientata

16174,77

21567,19

-5392,42

-25,00%

Area di protezione

15529,59

15948,24

-418,65

-2,63%

Area di promozione economica e sociale

665,01

618,65

46,36

7,49%

Tolleranza riscontrata nei sistemi di riferimento cartografici

61,36

20,17

41,19

-

TOTALE

74095,00

74095,00

-

-

 

 

 

 

 

PIANO DEL PARCO - ANALISI STATISTICA DELLE ZONE D (Area di promozione economica e sociale)

SOTTOZONE D

PROGETTO 2018

VIGENTE 2009

VARIAZIONE

AREA [HA]

AREA [HA]

AREA [HA]

AREA [%]

Zona D1 Insediamenti turistici extraurbani

34,57

90,55

-55,98

-61,82%

Zona D2 Zone A, B, C, D di piano urbanistico comunale

376,24

475,23

-99,00

-20,83%

Zona D3 Altre zone di piani urbanistici comunali

254,21

52,87

201,34

- - -

TOTALE

665,01

618,65

46,36

7,49%

 

 

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A Fossacesia la festa del donatore

Sabato 13 ottobre, in piazza Alessandro Fantini, dalle ore 15 alle ore 20, si terrà la Festa del Donatore, organizzata dall’Associazione Donatori di Sangue di Lanciano e dall’Associazione Podisti Frentani. L’evento ha il patrocinio del Comune di Fossacesia. La manifestazione, che si sarebbe dovuta tenere il 7 ottobre scorso, è stata rinviata. Molte le attività che caratterizzeranno il pomeriggio, tutte tese a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di donare per aiutare chi ne ha bisogno. In programma un Concorso di disegno riservato agli alunni dell’Istituto Comprensivo di Fossacesia e altre attività ludiche.
“Favorire la cultura della Donazione, soprattutto nei più giovani, non è solo un semplice atto di generosità – afferma il Sindaco Di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio -. E’ fondamentale far comprendere che con questo gesto, si può fare la differenza e salvare la vita di altre persone in difficoltà. L’Amministrazione Comunale di Fossacesia, da tempo è impegnata nel portare avanti tutte quelle iniziative che fanno guardare agli altri, un sforzo che facciamo nella consapevolezza del momento che viviamo in cui la precarietà ci rende più preoccupati a guardare alla nostra sussistenza e poco inclini a trascurare i bisogni di chi soffre. Il nostro obiettivo è contribuire ad ampliare il numero di donatori, far comprendere che donare significa contribuire a far ottenere straordinari risultati nella guarigione di alcune malattie che sino a pochi anni sembravano invincibili”.

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Mazzocca scrive al Ministro Toninelli su messa in sicurezza degli edifici scolastici

"In qualità di sottosegretario regionale con delega alla Protezione Civile la scorsa settimana ho scritto una comunicazione al ministro Danilo Toninelli, al fine di sollecitare il sedicente governo del cambiamento (sic!) ad avviare una serie di azioni improcrastinabili ed urgenti in merito alla messa in sicurezza degli edifici scolastici. L'Abruzzo è tra le regioni italiane a più alto rischio come dimostrano le sequenze sismiche registrate negli ultimi due anni. Le nostre volontà oggi trovano nell'esaurimento dei fondi CIPE e DPC un ostacolo di fatto insormontabile". Lo afferma Mario Mazzocca, Sottosegretario Regionale delegato alla Protezione Civile.
"Ho ricordato al ministro dei 78 interventi realizzati in questi ultimi anni, per un ammontare di 62 milioni di euro. Questo però non basta! Il governo deve metterci in condizione di operare interventi urgenti sugli edifici strategici, in primis le strutture scolastiche.
Inoltre abbiamo l'esigenza di recepire parametri univoci e chiari in grado di stabilire l'inagibilità di una struttura ai fini della pubblica sicurezza; la definizione di linee guida sulle procedure da adottare in caso di inagibilità; ed infine la definizione di indirizzi operativi per la realizzazione delle verifiche tecniche.
Toninelli ha il dovere istituzionale di farlo, invece di trascorrere buona parte del suo tempo a rilanciare Twitter, a scrivere post e rilasciare a mezzo stampa dichiarazioni che violano persino il più saldo dei principi, cioè quello di non contraddizione, come ha fatto ad esempio in merito alle navi che possono sbarcare non nei porti ma su altre navi. Disorientato dalla natura confusa e confusionaria di talune esternazioni, ho ricordato al ministro che la mia missiva ha un carattere istituzionale. Vi sembrerà strano, ma da quando il vento del cambiamento soffia imperante sulle nostre fragili vite stiamo assistendo a veri e propri atti di mortificazione delle istituzioni democratiche regionali da parte dello Stato centrale. Lo dimostrano una serie di gesti che reputo intollerabili: il ministro del Sud ad esempio ha disertato all'ultimo minuto il tavolo tecnico sui fondi europei con il nostro Presidente Giovanni Lolli; e lo ha fatto all'indomani di quel terremoto annunciato, in caso di conversione, del Decreto Genova. In maniera unilaterale il governo ha deciso infatti di non destinare all'Abruzzo 250 milioni di euro per la messa in sicurezza anche dell'A24 e dell'A25, cosa che avevamo concordato con il precedente esecutivo. Al danno poi è seguita la beffa: per adesso il ministro Toninelli invece di rispondere alle nostre richieste, ha preferito “lavorare d'intesa” con una consigliera di minoranza pentastellata, Sara Marcozzi! È un gesto di ingerenza da parte della Marcozzi profondamente antidemocratico, pericoloso, che sostituisce le istituzioni con un soggetto privato, con un cittadino qualsiasi.
Al di là di questo aspetto, che ha il sapore di un prequel inquietante di un film che potremmo chiamare “ritorno ai Torlonia contro i cafoni”, le conseguenze per tutto il tessuto sociale abruzzese potrebbero essere devastanti. Esigiamo quindi una risposta rapida e sopratutto chiara: dei sofismi made in Casaleggio Associati l'Abruzzo non sa cosa farsene. Tantomeno il sottoscritto che è amante del lavoro e dell'impegno e non dello shopping compulsivo in cerca dell'ultimo vestito firmato".
 
 
 

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Azione Politica: Montesilvano perde l’occasione dell’Accademia di Belle Arti

 “La Stella Maris e la città di Montesilvano hanno perso l’occasione di diventare sede di un corso magistrale dell’Accademia delle Belle Arti di Roma optando per l’istituto professionale. Senza nulla togliere al professionale, riteniamo che la sede di un corso dell’accademia avrebbe potuto rendere giustizia alla prestigiosa struttura e al territorio intero, mentre l’altra scuola avrebbe potuto trovare altra collocazione”. La denuncia è del circolo di Azione Politica di Montesilvano, alla luce della piega degli eventi che stanno interessando il complesso Stella Maris.

“Gli autori della “geniale” idea – continuano da Azione Politica - sono l'ex governatore regionale Luciano D'Alfonso e l'ex presidente della Provincia Antonio di Marco. È palese che l’obiettivo sta nel creare problemi a un’amministrazione di colore diverso e nel mettere una bandierina sulla Stella Maris per non dare meriti ad altri”.

“Si approfitta, così, della competenza provinciale e dei fondi del Masterplan per minare il rilancio economico e culturale del circondario, visto l'indotto che un’operazione di questo tipo avrebbe procurato. La promessa del museo – concludono - è solo fumo: viene da un presidente dimissionario, semplice candidato consigliere regionale. Siamo pronti a dare battaglia”.

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I media digitali e la fine dello star system, il rapporto Censis

Nel 2018 la televisione registra una leggera flessione di telespettatori, determinata dal calo delle sue forme di diffusione più tradizionali. La tv digitale terrestre e la tv satellitare si attestano, rispettivamente, all'89,9% e al 41,2% di utenza tra gli italiani: entrambe cedono il 2,3% di pubblico nell'ultimo anno. Continuano a crescere invece la tv via internet (web tv e smart tv possono contare su una utenza del 30,1%, +3,3% in un anno) e la mobile tv (che è passata dall'1% del 2007 all'attuale 25,9% di spettatori, con un aumento del 3,8% nell'ultimo anno). L'incremento di utenti dei servizi video digitali è uno dei cambiamenti più rilevanti del 2018: in un anno gli italiani che guardano i programmi delle piattaforme di tv on demand sono aumentati dall'11,1% al 17,9%, con punte del 29,1% tra i giovani under 30. La radio continua a rivelarsi all'avanguardia nei processi di ibridazione del sistema dei media. Complessivamente, i radioascoltatori sono il 79,3% degli italiani. Se la radio tradizionale perde 2,9 punti percentuali di utenza (oggi al 56,2%), come l'autoradio (con il 67,7% di utenza, -2,5% rispetto allo scorso anno), la flessione è compensata dall'ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc (lo fa il 17% degli italiani) e soprattutto attraverso lo smartphone (con una utenza al 20,7%, +1,6% rispetto allo scorso anno). Gli italiani che usano internet aumentano dal 75,2% al 78,4% (+3,2% rispetto allo scorso anno e +33,1% dal 2007). Quelli che utilizzano gli smartphone salgono dal 69,6% al 73,8% (+4,2% nell'ultimo anno, mentre ancora nel 2009 li usava solo il 15% della popolazione). Gli utenti dei social network crescono ancora, dal 67,3% al 72,5% della popolazione. Aumentano gli utenti di WhatsApp: il 67,5% degli italiani, l'81,6% degli under 30. Più della metà della popolazione usa i due social network più popolari: Facebook (56%) e YouTube (51,8%). Notevole è il passo in avanti di Instagram, che arriva al 26,7% di utenza (e al 55,2% tra i giovani). Mentre Twitter scende al 12,3%.

Nel 2007 i quotidiani erano letti dal 67% degli italiani, ridotti al 37,4% nel 2018 (anche se nell'ultimo anno registrano un +1,6% di utenza). Il calo non è stato compensato dai giornali online, che nello stesso periodo hanno incrementato l'utenza solo dal 21,1% al 26,3%. Ma gli altri portali web di informazione sono consultati dal 46,1% degli italiani. Restano stabili i settimanali (con il 30,8% di lettori, -0,2% in un anno) e i mensili (con il 26,5% di lettori, -0,3%). Anche i lettori di libri continuano a diminuire anno dopo anno. Se nel 2007 il 59,4% degli italiani aveva letto almeno un libro nel corso dell'anno, nel 2018 il dato è sceso al 42% (-0,9% rispetto allo scorso anno). Né gli e-book (letti solo dall'8,5% degli italiani, -1,1% nell'ultimo anno) hanno compensato la riduzione.

Il valore dei consumi complessivi delle famiglie non è ancora tornato ai livelli pre-crisi (-2,7% nel 2017 rispetto al 2007), ma la spesa per smartphone è più che triplicata nel decennio (+221,6%, per un valore di quasi 6,2 miliardi di euro nell'ultimo anno), quella per computer è aumentata del 54,7%, i servizi di telefonia si sono riassestati in basso per effetto di un riequilibrio tariffario (-10,4% nel periodo 2007-2017, per un valore però di quasi 17,5 miliardi di euro nell'ultimo anno) e la spesa per libri e giornali ha subito un collo (-38,8% nel decennio). Complessivamente, nel 2017 la spesa per cellulari, servizi di telefonia e traffico dati ha raggiunto i 23,7 miliardi di euro.

I giovani si muovono con agilità nel sistema della comunicazione digitale, sfruttando più di chiunque altro tutte le opportunità offerte. Tra gli under 30 la quota di utenti di internet supera il 90%, mentre è ferma al 42,5% tra gli over 65. Più dell'86% dei primi usa lo smartphone, ma lo fa solo il 35% dei secondi. Più del 70% dei giovani è iscritto a Facebook e usa YouTube, contro circa il 20% degli anziani. Più della metà dei giovani consulta i siti web di informazione, contro appena un quinto degli anziani. Quasi il 47% dei primi guarda la web tv, contro appena il 9,5% dei secondi. Oltre il 35% dei giovani ascolta la radio attraverso il telefono cellulare, mentre lo fa solo il 4% dei longevi. Su Twitter c'è un quarto dei giovani e un marginale 3% scarso degli over 65.

In merito al ruolo svolto dai social network nella comunicazione politica, gli italiani si dividono tra fautori e detrattori in due parti quasi uguali. Il 16,8% ritiene che svolgono una funzione preziosa, perché così i politici possono parlare direttamente ai cittadini, senza filtri. Il 30,3% pensa che siano utili, perché in questo modo i cittadini possono dire la loro rivolgendosi direttamente ai politici. Invece, il 23,7% crede che siano inutili, perché le notizie importanti si trovano sui giornali e in tv, il resto è gossip. Infine, il 29,2% è convinto che siano dannosi, perché favoriscono il populismo attraverso le semplificazioni, gli slogan e gli insulti rivolti agli avversari. In sintesi, i giudizi positivi sulla disintermediazione digitale in politica sono espressi da una percentuale che sfiora la metà degli italiani: complessivamente, il 47,1%.

Nell'era biomediatica uno vale un divo. Uno degli effetti della disintermediazione digitale è la fine dello star system tradizionale. Con la conseguente rottura del meccanismo di identificazione e proiezione sociale che in passato veniva attivato dalla fascinazione esercitata dal pantheon delle celebrità: prima venerate e oggi smitizzate nel disincanto del mondo. Il divismo aveva impregnato gran parte della cultura di massa del '900, legato al medium per eccellenza di quella cultura: il cinema. Oggi la moltitudine dei soggetti, novelli Prometeo dell'era digitale, ha trascinato quel pantheon giù dall'Olimpo. Uno vale un divo: siamo tutti divi. O nessuno, in realtà, lo è più. La metà degli italiani (il 49,5%) è convinta che oggi chiunque possa diventare famoso (tra i giovani under 30 la percentuale sale al 56,1%). Un terzo (il 30,2%) ritiene che la popolarità sui social network sia fondamentale per essere una celebrità (la pensa così il 42,4% dei giovani). Mentre un quarto (il 24,6%) sostiene che semplicemente il divismo non esiste più. E comunque appena un italiano su 10 prende a modello i divi come miti a cui ispirarsi (il 9,9%).

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Mazzocca: alla Marcozzi ricordiamo che Governo ha tolto all’Abruzzo 200 mln di fondi del Masterplan

" 'Scingiapaje' è il termine in uso in molti paesi abruzzesi per definire chi, come Sara Marcozzi, alza grandi quantità di paglia per dare l’impressione di lavorare alacremente, senza concludere niente. Ricapitoliamo i fatti: l’esponente regionale del movimento 5 stelle, supportata da un manipolo di fidi scudieri, seguendo l’esempio del ministro Toninelli, ha svolto un sopralluogo a colle Sant’Antonio, al confine tra i comuni di Chieti e Bucchianico dove tre anni fa si incendiò un sito di stoccaggio rifiuti di una ditta privata. Lì giunta, non senza fatica, si lamentava dello stato di abbandono e della presenza di una frana che impediva l’accesso al sito e ricordava le numerose interrogazioni presentate a proposito". Lo afferma Mario Mazzocca, sottosegretario alla Presidenza della Regione Abruzzo.

"Considerando che il governo capeggiato dai 5 stelle ha scippato al Comune di Chieti ben 11 milioni destinati alla riqualificazione delle periferie e che sempre il suo governo del “cambiamento” ha tolto all’Abruzzo 200 milioni di fondi del Masterplan (tra cui quelli destinati alle bonifiche delle discariche presenti nel SIR Alento Saline), ci saremmo aspettati una qualche forma di protesta per convincere i suoi compagni di partito in parlamento a restituire i soldi tolti all’Abruzzo. Invece la nostra eroina non solo appoggia le scelte del governo, ma alza una grande quantità di paglia al cielo prendendo a pretesto Colle Sant’Angelo".

"Nel merito:

1)      Se la signora Marcozzi vivesse in Abruzzo saprebbe che in questa regione ci sono più di mille frane attive e che questa amministrazione regionale è intervenuta con investimenti importanti, pure se non sufficienti, per scongiurare l’isolamento dei paesi in cui vivono migliaia di persone assicurando la percorribilità delle loro strade rispetto a quella che porta al disabitato sito in questione.

2)      Dopo l’incendio l’ARTA eseguì la caratterizzazione del sito non rilevando inquinamento del suolo e delle acque. Non essendo in presenza di un suolo inquinato, la Regione non ha alcun potere di intervento su un’area, peraltro privata, non pericolosa per la salute dei cittadini. La Regione può intervenire dove l’inquinamento del sito è certificato, se ne ha le risorse. Queste cose la Marcozzi dovrebbe saperle benissimo, ma o non ha ascoltato le risposte alle sue interrogazioni o finge di ignorarle.

Se i 5 stelle intendono svolgere in questo modo la campagna elettorale, temiamo che fino al 10 febbraio vedremo librarsi nell’aria grandi quantità di paglia sollevate da veri professionisti di questa antica arte: gli 'Scingiapaje'"

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Premio Borsellino, Don Aniello Manganiello: Gesu’ vince sempre sulla camorra

"Gli 'irrecuperabili' non esistono, ed e' questa la convinzione che ha mosso il mio impegno su Scampia, che ogni giorno mi spinge a lavorare per cambiare Napoli, come Borsellino voleva cambiare Palermo". Lo ha detto Don Aniello Manganiello, il parroco di Scampia, che questa mattina ha incontrato, a Pescara, gli studenti dell'Istituto Alberghiero Ipssar 'De Cecco' e dell'Istituto Comprensivo Pescara 4 per presentare il suo volume 'Gesu' e' piu' forte della Camorra', nell'ambito del XXIII Premio nazionale Paolo Borsellino. "Gesu' - ha proseguito - vince sempre sulla camorra attraverso decine di storie di 'convertiti': c'e' Davide, faceva il pusher a Milano e oggi e' volontario in parrocchia, animatore della messa; c'e' un ex boss del cartello di Secondigliano, che guidava una ventina di scagnozzi, e oggi e' un onesto lavoratore; c'e' Mario, ex tossicodipendente, oggi recuperato ed e' capotreno sulla Vesuviana che collega Napoli a Sorrento. Sono storie vere, vissute sulla pelle, che raccontano che chiunque puo' uscire dal 'giro' della microcriminalita', basta volerlo". "La paura, quando ti trovi a vivere, a operare in un quartiere come Scampia, e' normale - ha aggiunto - io all'inizio non volevo accettare Scampia. Ma poi quel quartiere, con la sua gente, ti entra dentro. Il problema allora non e' l'avere o meno paura delle minacce, ma e' quello di soccombere alla paura. Io l'ho avuta, ma ho deciso di reagire, o non sarei rimasto 16 anni a Scampia. Piuttosto ho sofferto la solitudine in cui spesso mi sono ritrovato, l'essere lasciato solo. Quando nel 2008 ho partecipato al servizio de le Iene, ho portato Giulio Golia nei luoghi dello spaccio, gli ho indicato chi erano le 'sentinelle', i 'pali', i codici usati per vendere la droga, e poi l'ho portato nel mercato dove io dicevo che i commercianti erano costretti a pagare il pizzo, e gli stessi commercianti lo negavano, li' sono arrivate le minacce di un clan, che mi minacciava perche' io stavo danneggiando i loro guadagni, perche' lo stavo denunciando dinanzi a una telecamera". 

"Il giorno dopo la messa in onda del servizio mi e' arrivata la telefonata dal vertice della Curia napoletana, dal Cardinal Sepe, che mi rimproverava per quella intervista, quindi invece di sostenermi mi rimproverava, e anche gli altri parroci della mia comunita' non hanno speso una parola per sostenermi. E allora il ritrovarsi da solo, l'essere rimproverato anziche' incoraggiato, e' stato pesante e desolante. La mia esperienza, la mia fede nel Vangelo, la mia convinzione, mi hanno poi spinto avanti, convincendomi, attraverso le storie personali incontrate, che gli 'irrecuperabili' non esistono"

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Ascanio Celestini e Cisco nel weekend in Abruzzo 

La settimana degli spettacoli, in Abruzzo, si apre venerdì 12 ottobre con lo spettacolo di Ascanio Celestini all'Auditorium del Parco dell'Aquila. Sempre venerdì, al Teatro Comunale di Atri, in scena "Le notti bianche", con Angelica Di Pancrazio e Alberto Anello. Al Piccolo Teatro Guascone di Pescara in programma "La bambina che sapeva volare", con Manola Rotunno. Concerto del pianista Franois-Jol Thiollier al Teatro Massimo di Pescara. Al Sound di Teramo c'è la band elvetica Len Sander. Musica indie al Beat Cafè di San Salvo, dove c'è Amelie Tritesse, e al Malto Divino di Chieti, in compagnia di Giuliano Clerico. Sabato 13 ottobre, musica classica all'Auditorium Flaiano di Pescara, con il concerto del Colibrì Ensemble, "Rota e Prokofiev - Tra lupi e gattopardi", alla Sala Ipogeo di Teramo, dove si esibisce l'Ensemble di Musica Barocca Braga. Sul palco dell'Irish Cafè dell'Aquila arrivano i NeinTeenHey!Tees, mentre al Cult Cafè di Giulianova spazio al rock degli Empty Space. Domenica 14 ottobre, al Museo delle Genti di Pescara, in scena lo spettacolo teatrale "Sutor", con Edoardo Oliva e Vincenzo Mambella. Al Piccolo Teatro Guascone di Pescara replica de "La bambina che sapeva volare". All'Auditorium del Parco dell'Aquila concerto di Cisco, storico frontman dei Modena City Ramblers, accompagnato da I Dinosauri. Jazz al Florian Espace di Pescara, dove fa tappa la Germano Mazzocchetti Ensemble. Giovedì 18 ottobre, infine, musica rock al Sound di Teramo: protagonisti Elius Inferno & The Magic Octagram. 

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Messa in sicurezza delle autostrade abruzzesi, è ancora scontro tra Regione e Ministero

"Il Decreto 'Genova' che il parlamento si appresta a convertire in legge, contiene una svista quando afferma che dai fondi destinati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per il Masterplan Abruzzo, vadano prelevati 250 milioni per la messa in sicurezza dei tratti autostradali A24 e A25". Non ha dubbi il presidente vicario della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli e ha fiducia che un emendamento 'in tale direzione potrà arrivare prima della conversione in legge e consentire di far ricorso ai fondi statali - per una struttura di interessa statale - che ci sono e debbono essere utilizzati'. Ad affermarlo, è stato lo stesso Giovanni Lolli che oggi, insieme con il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio e il direttore generale della Regione, Vincenzo Rivera, ha tenuto una conferenza stampa per esaminare il dossier di atti che si è formato dal 9 luglio scorso, ad oggi. Secondo Lolli, la delibera di Giunta regionale del 9 luglio 2018, che secondo una interpretazione del Ministro Danilo Toninelli consentirebbe al Mit di prelevare la somma di 250 milioni per gli interventi sulle autostrade abruzzesi già programmati, "non ha autorizzato l'utilizzo dei fondi del Patto per lo sviluppo-Masterplan Abruzzo, ma fa solamente riferimento a fondi assegnati, non trasferiti e non riferibili a procedure contrattuali esecutive o in esercizio". "Non si capisce perché", si domanda il presidente vicario, "fondi già destinati all'Abruzzo per azioni di contrasto al dissesto idrogeologico o per lo sviluppo economico del territorio, debbano essere utilizzati per una infrastruttura di interesse nazionale e che quindi vanno finanziati con fondi nazionali; che, tra l'altro, sono già disponibili".

"Vogliamo che finisca questa condizione di civil tenzone tra Stato e Regione, che non si giustifica solo perchè ci sono le elezioni. Noi vogliamo una condizione di piena collaborazione, lo Stato e il Governo devono aiutare. Noi stiamo patendo una fronda su molte questioni aperte, come la fragilità derivante dai luoghi ad alto tasso di sismicità e quella coincidente con questa infrastruttura della gomma". Lo ha detto il senatore del Pd, Luciano D'Alfonso, nel corso della conferenza stampa sul prelievo dei fondi del Masterplan per l'Abruzzo, con il dl Genova varato dal Governo, che li ha destinati alla messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25. "Non vogliamo pensare che ci sia un ministero contrariante - ha proseguito D'Alfonso -. Noi, da sempre, abbiamo potuto contare sulla collaborazione del Mit, al di là di chi ci fosse alla guida politica". Poi D'Alfonso si è soffermato sul comunicato stampa a firma del ministro Toninelli, sempre sul dl Genova, nel quale veniva citata "l'intesa" con la consigliera del M5s, Sara Marcozzi, candidata alla presidenza della Regione alle prossime elezioni. "Penso ci sia stato uno strattonamento delle giacchette ministeriali, per fare in modo che nel comunicato del ministro Toninelli ci fossero anche quelle due gocce d'inchiostro, che riportavano il nome di una consigliera regionale di opposizione, descritta come colei che poteva chiarire ciò che non è chiaro della norma o della condotta ministeriale - ha detto il senatore -. Noi vogliamo che ci sia un'interlocuzione istituzionale, come si confà dentro un ordinamento civile, tra i vertici delle regioni Abruzzo e Lazio, il ministero delle Infrastrutture e il ministero delle Finanze, anche in occasione del prossimo Cipe, dove si dica chiaramente che l'eventuale prestito mensile, si dà luogo per attivare i cantieri, e si esaurisce nel dicembre del 2018". 

"La vicenda della messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25 ha una vittima che è l'Abruzzo e gli abruzzesi, e due colpevoli che sono Pd e M5S". Lo ha detto il capogruppo in Consiglio regionale di Forza Italia Lorenzo Sospiri che ha espresso la posizione del suo partito sulla questione che da giorni sta creando polemiche tra i vari gruppi politici e il Governo. "Sia Pd che M5S bisticciano perché sanno di avere la coscienza sporca. E' stata la Regione governata da D'Alfonso che il 9 di luglio di quest'anno ha offerto in quota parte 80 e 20% a carico della Regione Lazio, fondi che secondo loro non potevano essere rendicontati entro il 31 dicembre 2018 per anticipare la cassa, e non la messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25, cosa - ha detto ancora Sospiri - di cui diamo per scontato che al concessionario, debba essere lo Stato a finanziare l'intera messa in sicurezza, grazie ad un emendamento presente nella Finanziaria del Governo Pd del 2016; una volta che tu dai al Ministero la possibilità di capire che tu i soldi non li spendi, e che li vuoi utilizzare per altro, chi li va cercando per una manovra finanziaria senza copertura, li utilizza". L'esponente di Forza Italia ha poi aggiunto: "Io non capisco perché i lavori di prolungamento dell'asse attrezzato o la riqualificazione di tutto il materiale rotabile, non siano stati considerati una priorità per l'Abruzzo. In realtà - ha concluso Lorenzo Sospiri - parliamo di 200 milioni di euro che sul fondo complessivo da 14 miliardi del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti sono una inezia"

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Istat: lavoratori irregolari in lieve calo nel 2016 a 3,7 milioni

Nel 2016, le unità di lavoro irregolari sono 3 milioni 701 mila, in prevalenza dipendenti (2 milioni 632 mila), in lieve diminuzione rispetto al 2015 (rispettivamente -23 mila e -19 mila unità). Il tasso di irregolarità, calcolato come incidenza delle unità di lavoro non regolari sul totale, è pari al 15,6% (-0,3 punti percentuali rispetto allìanno precedente). Lo rileva l'Istat, segnalando che l'incidenza del lavoro irregolare è particolarmente rilevante nel settore dei Servizi alle persone (47,2% nel 2016, in calo di 0,4 punti percentuali rispetto al 2015), ma risulta significativo anche nei comparti dell'Agricoltura (18,6%), delle Costruzioni (16,6%) e del Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (16,2%). 

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