Al via all'Auditorium del Parco a L'Aquila il Festival Internazionale della Chitarra, edizione 24esima. Le note di Piazzolla, Bogdanovic, Castelnuovo - Tedesco, Goss e Bach animeranno l'appuntamento musicale aquilano. Protagonista il chitarrista croato Zoran Ducik, unico chitarrista a essersi aggiudicato entrambi i Concorsi Internazionali intitolati al grande Andrés Segovia, oltre a una intensa attività concertistica in tutto il mondo, insegna presso il Conservatorio Reale dell'Aia e la Scuola Superiore di Musica di Barcellona. Il Festival è promosso dalla Società Aquilana dei Concerti "B. Barattelli" in collaborazione con l'Associazione Chitarristica Aquilana e Associazione Festival Internazionale della Chitarra e si svolgerà sino al 20 settembre.Di seguito gli altri appuntamenti: Petra Polackova (14settembre), Kazuhito Yamaschita (16 settembre), il Duo "Fantastique" con Alessandra Luisi e Giusi Marangi (18 settembre) e Pietro Locatto (20 settembre).
Leggi Tutto »Ricostruzione, 5 milioni per adeguare l’edificio Univaq
"L'analisi sismica degli edifici dell'Universita' dell'Aquila e' positiva: dei tre analizzati, solo su uno, il blocco C di Coppito 2, sono state riscontrate anomalie a livello di indici di vulnerabilita' e abbiamo gia' stanziato 5 milioni di euro per interventi di miglioramento sismico; gli altri sono perfettamente a norma". Lo afferma Angelo Luongo, direttore del dipartimento di Ingegneria civile, edile-architettura e ambientale dell'Universita' dell'Aquila, che si e' fatto promotore, insieme all'ateneo, di un progetto pilota: analizzare gli indici di vulnerabilita' degli edifici che ospitano la didattica e intervenire dove i risultati presentano delle anomalie. I risultati sono stati illustrati nel corso della conferenza "Oltre gli indici di vulnerabilita' sismica. La valutazione degli edifici dell'Universita' dell'Aquila", tenutasi oggi, nell'aula magna del dipartimento di Scienze umane. Tra i presenti anche la rettrice, Paola Inverardi, il professore ordinario di Tecnica delle costruzioni Dante Galeota, il presidente della Conferenza dei rettori delle universita' italiane (Crui) ed esperto di ingegneria sismica Gaetano Manfredi. Sono stati analizzati e commentati i risultati delle valutazioni sulla vulnerabilita' sismica di tre edifici denominati Coppito 1, Coppito 2 e Roio corpo B, mentre tutti gli altri sono stati adeguati alla normativa in occasione della progettazione o riprogettazione per il loro ripristino dopo il sisma del 2009.
Leggi Tutto »Tir tampona automezzo fermo per lavori sull’autostrada A24
Un incidente si è verificato sull'autostrada A24 in territorio di Carsoli, localita' Pietrasecca, in direzione Roma, dove un violento tamponamento tra due grandi automezzi solo per fortuna non ha provocato vittime o feriti. All'uscita di una galleria un autoarticolato ne ha urtato un altro, fermo in corsia d'emergenza per lavori di messa in sicurezza sui viadotti gestiti da Strada Parchi Spa, concessionaria delle autostrade A24 e A25 che collegano l'Abruzzo con il Lazio. L'incidente ha causato il blocco del traffico in direzione Roma. Sul posto sono intervenuti la Polizia Stradale di Avezzano e il personale di Strada dei Parchi che ha liberato il tratto e sbloccato il traffico in breve tempo, nonostante la gravita' dell'incidente. Secondo una prima ricostruzione emersa dai rilievi della Polizia, l'incidente sarebbe stato causato dalla disattenzione, dalla velocita' eccessiva e dal mancato rispetto della segnaletica che indicava i lavori in corso e lo scambio di carreggiata da parte del camion che procedeva verso Roma. Il conducente si sarebbe accorto all'ultimo momento, tanto che ci sono segni di frenata per venti metri. Secondo quanto si e' appreso, se ci fosse stato il passeggero sul grosso mezzo, le conseguenze sarebbero state gravi visto che l'impatto c'e' stato nella parte destra.
Leggi Tutto »Regione Abruzzo, 200mila euro per nuove produzioni cinematografiche
La Regione Abruzzo torna a occuparsi di cinema. Lo sostiene il Consigliere regionale delegato alla Cultura Luciano Monticelli che spiega: "È stata finalmente approvata la delibera di giunta con la quale intendiamo concedere contributi alle produzioni cinematografiche, stanziando una somma che, per il momento, si attesta a 120mila euro, ma che innalzeremo fino alla soglia delle 200mila euro. L'obiettivo è quello di promuovere la realizzazione di progetti cinematografici di spessore, puntando sulla qualità dell'offerta culturale con la finalità di investire risorse economiche per valorizzare tanto i territori regionali sui quali saranno effettuate le riprese quanto l'immagine dell'Abruzzo, da veicolare attraverso i contenuti (artistici, storici e culturali) presenti nelle opere cinematografiche in questione".
"Si tratta di un finanziamento davvero importante - sottolinea Monticelli - che arriva a concedere fino al 50 per cento delle spese ritenute ammissibili per ognuno dei progetti finanziabili e fino a un importo massimo di 30mila euro. Una cifra che reputo interessante, soprattutto in un momento economico difficile com'è quello che si sta affrontando. Saranno finanziabili le attività svolte sul territorio regionale nei settori della produzione di film e audiovisivi. Il prodotto cinematografico dovrà avere un legame storico e artistico-culturale con l'Abruzzo, con sviluppo sul territorio regionale di almeno i 2/3 dei giorni di lavorazione del film". "E' un traguardo di cui andare fieri - continua il Consigliere regionale delegato alla Cultura - soprattutto se si pensa al fatto che siamo riusciti a rilanciare un progetto ormai fermo da tempo. Tra poche settimane presenteremo ufficialmente il bando, con il quale speriamo di contribuire fattivamente alla realizzazione di produzioni cinematografiche di rilievo, che sappiano raccontare il nostro unico e meraviglioso Abruzzo. Nel frattempo - conclude Monticelli - stiamo predisponendo anche quello legato alla concessione di contributi per gli spettacoli dal vivo".
Leggi Tutto »Report Ocse, Italia maglia nera per la spesa per la pubblica istruzione
Pochi fondi pubblici destinati all'istruzione, pochi laureati e un alto numero di Neet. Questo il quadro dell'Italia secondo il report Ocse "Uno sguardo sull'istruzione 2017". Nonostante il nostro Paese abbia oil primato per laureati in discipline umanistiche (30%) e abbia messo a segno una media tra le piu' alte per partecipazione alla scuola dell'infanzia ("quasi universale"), nel 2016 non riesce a ottenere piu' di un penultimo posto per numero di laureati: sono il 18% dei 25-64enni, contro una media Ocse del 36%. Peggio di noi solo il Messico. Risultato negativo anche per numero di Neet: in Italia lo e' un 15-29enne su 4 (26%). "Incrementare il numero di laureati - afferma la ministra Valeria Fedeli - e' uno degli obiettivi che ci siamo prefissati e verso il quale ci stiamo gia' muovendo. Il Governo sta mettendo in campo azioni mirate": "aumentare il numero di coloro che si laureano, con un'attenzione specifica all'incremento nei settori scientifici, e' un tema che guarda al futuro del Paese". NEL 2014 PER ISTRUZIONE SOLO 7,1% SPESA - Contro una media Ocse dell'11,3%. Un calo del 9% rispetto al 2010. Sempre nel 2014, l'Italia ha dedicato il 4% del Pil a tutta l'istruzione (contro il 5,2% della media Ocse), con una riduzione del 7% sul 2010. Anche gli stipendi dei docenti rimangono inferiori alla media Ocse. Il divario della spesa - e' stato spiegato durante un incontro alla Luiss, promosso da Trellle - e' piu' ampio per l'universita', rispetto a primaria e secondaria. Inoltre, riportando dati del 2014, il rapporto non tiene conto delle innovazioni introdotte dalla Buona scuola. "L'Italia non investe in istruzione, per scelta e non per contrazione della spesa", sottolinea il segretario della Uil scuola, Pino Turi. "Serve un investimento straordinario nella prossima legge di stabilita' finalizzato a infrastrutture, diritto allo studio, salari, alla stabilizzazione dei precari e a nuove assunzioni", aggiunge il segretario Flc-Cgil, Francesco Sinopoli. ITALIA PENULTIMA PER LAUREATI, MANCANO PROSPETTIVE - Male anche il dato sulla prima laurea (35%): il quarto piu' basso dopo Ungheria, Lussemburgo e Messico. Queste cifre potrebbero essere dovute a "prospettive insufficienti di lavoro e a bassi ritorni finanziari in seguito al conseguimento di un titolo di studio terziario". Nel 2016 solo il 64% dei laureati tra i 25 e i 34 anni aveva un lavoro, mentre il dato arrivava all'80% tra gli adulti 25-64enni. In Italia le prospettive di lavoro per i laureati sono inferiori rispetto a quelle dei diplomati. PIU' GIOVANI LAUREATI AL NORD - Il Centro (20%) ha una maggior percentuale di laureati tra i 25-64enni rispetto al Nord (18%) e al Sud e Isole (15%). I dati migliorano tra i 25-34enni e soprattutto al Nord. Trento ha il piu' alto tasso tra i giovani (30%); buoni risultati anche in Veneto. Sud e isole (21%) restano indietro rispetto al Centro (29%) e al Nord (27%). NEET 1 RAGAZZO SU 4, PEGGIO SOLO TURCHIA - Il 26% non e' occupato o non e' iscritto a un percorso di formazione (Neet), contro una media Ocse del 14%. In Campania, Sicilia e Calabria la percentuale raggiunge rispettivamente quota 35%, 38% e 38%. In Sardegna e Puglia il 31%. Le aree con meno Neet sono Bolzano (10%), Veneto, Emilia Romagna e Trento (16%). MA C'E' BOOM DI LAUREE UMANISTICHE - L'ha ottenuta il 30% dei laureati (dati 2016), il numero piu' importante nell'area Ocse. Bene anche le discipline scientifiche (24%). Ma molti laureati hanno difficolta' a trovare un impiego che corrisponde al titolo di studio. "Va rafforzato l'orientamento con piu' consapevolezza sui bisogni emergenti", ha osservato Francesco Avvisati, analista Ocse. Attualmente e' poco legato ai bisogni emergenti dell'economia (il 39% dei neolaureati di primo livello del 2015 e' in campo umanistico), con conseguenze negative per il tasso di occupazione. "Il futuro di Industria 4.0 chiede sempre piu' laureati STEM, ossia in Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. Piu' giovani laureati in queste discipline sono una necessita' per l'economia del futuro", avverte il Vice Presidente di Confindustria per il Capitale Umano, Giovanni Brugnoli. 53% ITALIANI AVRANNO DIPLOMA PROFESSIONALE - Al momento della scelta della scuola superiore, il 42% degli studenti preferisce un programma tecnico-professionale. E il sistema di istruzione professionale in Italia prevede che il 53% otterra' un diploma secondario superiore a indirizzo professionale. Ma la partecipazione degli adulti a percorsi di formazione resta tra le piu' basse tra i paesi Ocse (1 su 4). PARTECIPAZIONE QUASI UNIVERSALE A MATERNA - Nel 2015 la media italiana e' tra le piu' alte. "I tassi d'iscrizione sono del 92% per i bambini di 3 anni, del 94% per quelli di 4 e del 97% per i quelli di 5". L'84% della spesa per la scuola dell'infanzia proviene dal settore pubblico, il 16% dalle famiglie.
Leggi Tutto »Spesa delle famiglie, Confesercenti in ripresa solo 6 Regioni su 20
Anche se la produzione industriale è in forte crescita e la stagione turistica è stata da incorniciare all'appello manca ancora la ripresa della spesa delle famiglie, che è tornata sopra i livelli del 2007 solamente in sei Regioni d'Italia su venti. È quanto emerge da un'indagine condotta da Confesercenti a partire da dati Istat ed Eures-Cer sull'impatto regionale della grande recessione dei consumi che ha colpito l'Italia negli anni scorsi. "Una recessione - ricorda Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti - senza precedenti, tecnicamente finita nel 2014 ma di cui, a tre anni di distanza, stiamo ancora pagando gli effetti. Le famiglie italiane spendono in media ancora 1.500 euro in meno rispetto al 2007, ultimo anno prima della crisi. Ed oltre che insufficiente a recuperare il terreno perduto, la ripartenza dei consumi degli ultimi anni è stata anche profondamente diseguale sul territorio". - LE REGIONI CHE RIPARTONO. A tornare a spendere più di quanto facessero prima della crisi sono state, infatti, solo le famiglie del Trentino-Alto Adige, della Liguria, della Basilicata, della Valle d'Aosta, dell'Emilia Romagna e della Toscana. Anche se il recupero è avvenuto con differenti intensità: a mettere a segno l'incremento maggiore sono stati i nuclei delle province autonome di Trento e Bolzano, con una spesa media annuale in aumento di 2.493 euro sul 2007. Seguono le famiglie liguri, che nel 2016 hanno speso poco più di mille euro in più (1.026) rispetto a quanto al pre-crisi. Al terzo posto c'è la Basilicata, che registra una spesa media familiare in ascesa di 434 euro sul 2007, poco lontano dagli incrementi di Valle d'Aosta (+389 euro a famiglia) e Toscana (+377). Agguantano - ma per poco - la ripresa anche i nuclei dell'Emilia Romagna, ora assestati su una spesa media di 35.705 euro, 89 euro in più rispetto al periodo pre-crisi. LE REGIONI ANCORA INDIETRO. Tutte le altre 14 Regioni d'Italia, invece, si trovano ancora in rosso, con livelli di spesa media inferiori a quelli del 2007. Anche in questo caso, però, si registrano grandi differenze territoriali. Mentre le famiglie lombarde si stanno avvicinando ai livelli pre-crisi (-163 euro l'anno), in altre Regioni si registrano picchi ben più preoccupanti, al Nord come nel Centro Italia e nel Mezzogiorno. La maglia nera va alle famiglie umbre, la cui spesa media annuale, nell'ultimo anno disponibile, è stata inferiore di -5.711 euro al dato registrato nel 2007. A poca distanza c'è la Calabria (-5.628 euro di spesa media) ed il Veneto, dove il buco del budget familiare si attesta a -4.881 euro. E, oltre al Veneto, tre altre Regioni hanno un deficit di spesa media superiore ai 4mila euro l'anno per nucleo familiare: Sardegna (-4.251 euro), Molise (-4.227 euro) e Marche (-4.037 euro). LA CRESCITA DELLE DISEGUAGLIANZE TERRITORIALI. Viste le diverse dinamiche nei singoli territori, la crisi dei consumi ha contribuito ad ampliare i divari di spesa tra le varie Regioni d'Italia. Nel 2007 la differenza annua tra Trentino Alto Adige e Calabria, rispettivamente la Regione più ricca e più povera d'Italia, si attestava ad 8.350 euro: oggi è di quasi 16.500, il 97% in più. Un aumento che porta la spesa meda delle famiglie calabre ad essere poco più di della metà (il 54%) di quella dei trentini. Ma oltre ad un aumento del divario tra poveri e ricchi, la crisi ha portato anche a far saltare qualche certezza: è il caso del Veneto, che nel 2007 registrava la spesa media più ricca d'Italia. Primato abbattuto dalla recessione dei consumi: la Regione è oggi solo quinta in classifica, superata da Trentino Alto Adige, Lombardia, Emilia Romagna, Valle d'Aosta, Toscana. "I segnali in arrivo da molti comparti dell'economia, turismo ed esportazioni, appaiono positivi come non mai", commenta il Segretario Generale Confesercenti. "Dopo anni di difficoltà, la ripresa appare finalmente a portata di mano: un cambiamento che non può che avere che conseguenze positive sulla fiducia di cittadini e imprese. Ma se è vero che sono necessari tre indizi per fare una prova, dopo le buone performance della produzione industriale e dei flussi turistici, per confermare in pieno il ritorno alla crescita nostro Paese manca proprio la ripresa dei consumi delle famiglie. Che, come è evidente dai dati dell'indagine, non si è ancora materializzata nella maggior parte di Italia. Per questo - conclude Bussoni - riteniamo assolutamente necessario intervenire a favore delle famiglie e alle imprese che fanno riferimento alla domanda interna, dai negozi alle botteghe artigiane. La prossima legge di Bilancio, al netto di richieste draconiane da parte dell'Europa, potrebbe essere l'occasione per mettere in cantiere un intervento redistributivo che consolidi la ripartenza dei consumi. Ricordiamo, da questo punto di vista, che sono trascorsi dieci anni dall'ultima revisione delle aliquote Irpef".
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Cresce la domanda di stanze in affitto
Cresce la domanda di stanze in affitto (28,5%) e aumentano anche le richieste dei proprietari da 308 euro di media del 2016 ai 343 di quest'anno, per un incremento del'11,4%. È quanto rileva il rapporto annuale sulle case in condivisione elaborato da Idealista. Il caro-stanze interessa tutte le piazze dove il fenomeno è più diffuso: Roma (5,2%), Napoli (7,2%) e Milano (9,2%).Il primato degli aumenti spetta però a Bologna (17,7%), seguita da Siena (11,7%). Entrambe segnano una crescita a due cifre, al di sopra della media nazionale. Affittare una stanza costa meno rispetto all'anno meno solo a Genova (-7,7%), Trento (-5,7%) e L'Aquila (-5,6%). In tutti gli altri centri analizzati i prezzi sono aumentati.
Secondo lo studio di Idealista è Milano la città più cara con i suoi 450 euro. A seguire Roma (407 euro) Firenze (363 euro) e Bologna (352 euro). Le soluzioni più economiche si trovano al Sud, a Lecce e Reggio Calabria, dove le richieste sono, rispettivamente, di 182 e 183 euro al mese. L'età media dei coinquilini è di 29 anni, a dimostrazione che si si continua a vivere con amici e colleghi anche dopo la fine degli studi. Queste persone vivono nelle aree semi centrali o centrali delle grandi città, sono fumatori e non hanno animali domestici (77,5% dei casi).L'età dei conviventi va dai 33 anni di Venezia ai 23 di Pavia. Un'età media che sale nelle grandi città come Firenze (32), Catania (30), Napoli e Bologna (29), mentre cala nelle città prettamente studentesche come Perugia (26 anni), Pisa (25) e appunto Pavia (23 anni). Milano e Roma si attestano a una media di 28 anni.Lo studio rivela che il 74% delle convivenze sono miste (uomini e donne); la coabitazione tra sole donne ricorre nel 20% dei casi, quella tra uomini nel 6% dei casi.I punti più caldi dell' affitto stanze sono Roma e Milano, dove si concentra rispettivamente il 44,5% e il 13,6% dell'offerta. Seguono Napoli (6,7%), Catania (3,3%), Torino e Bologna (entrambe con il 2,5%).
Leggi Tutto »Occupazione, scontro sui dati in Abruzzo
Secondo l'Assessore regionale al Bilancio, Silvio Paolucci, in Abruzzo "aumenta l'occupazione. Infatti,secondo i recenti dati Istat, nel secondo trimestre del 2017 vi sono stati 21mila occupati in più rispetto al primo (485mila contro 464mila), e la cifra è in crescita anche rispetto al dato del 31 dicembre scorso, quando gli occupati erano 482mila". Parimenti, diminuisce la disoccupazione: si passa dai 74mila del primo trimestre ai 64mila del secondo (-10.000 unità), e anche qui c'è un netto calo rispetto alla fine del 2016 (73mila disoccupati). In diminuzione anche gli inattivi, che passano dai 316mila del primo trimestre ai 307mila del secondo. Per l'assessore regionale al bilancio "questi dati testimoniano la bontà delle prassi intraprese dalla giunta regionale. Non appena il Masterplan comincerà a vedere l'apertura del grosso dei cantieri, ci sarà un ulteriore effetto positivo sull'occupazione regionale".
“Il confronto tra i dati del I° semestre 2017 e quelli dello stesso periodo del 2016 dimostrano come l’Abruzzo sia in controtendenza rispetto al trend nazionale”. Questo il commento dei consiglieri regionali di Forza Italia, Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri, alla comunicazione dei dati ISTAT in merito. “Mentre i dati nazionali fanno esultano Gentiloni e Renzi, in Abruzzo, purtroppo, i dati risultano drammaticamente all’opposto. Laddove non bastassero i dati ISTAT, arriva anche la certificazione del Prof. Pino Mauro”, aggiungono Febbo e Sospiri.
“I consiglieri regionali di Forza Italia Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri nel loro comunicato stampa sono incorsi in un errore: i dati pubblicati oggi dall’Istat sono relativi all’andamento dell’occupazione in Abruzzo nel secondo trimestre, e non nel primo come essi erroneamente scrivono”, replica il consigliere Alberto Balducci, PD. “I dati sono positivi e premiano il lavoro della Giunta regionale: gli occupati sono 485mila con un aumento di 21mila rispetto al I trimestre 2017, in cui si era registrata una flessione dovuta agli eccezionali eventi atmosferici combinati con quelli sismici, e di 3mila occupati rispetto al IV trimestre 2016, in cui il totale degli occupati era stato di 482mila”, conclude
Leggi Tutto »Vertice sulla messa in sicurezza del bacino idrico del Gran Sasso
Su iniziativa del vice Presidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, si è riunita all'Aquila la Commissione tecnica per la messa in sicurezza del bacino idrico del Gran Sasso. Presenti tutte le istituzioni e gli enti interessati. Sul tavolo la questione relativa al sistema dei controlli della qualità dell'acqua e alla capacità di intervenire tempestivamente in caso di anomalie. Al termine della riunione è stato prodotto un documento d'intesa per la gestione delle fasi di comunicazione, autorizzazione e allerta da seguire in caso di presenza di rischi che possano pregiudicare la qualità delle acque per consumo umano provenienti dal bacino del Gran Sasso. Il documento sarà illustrato domani all'Aquila, Palazzo Silone. Saranno presenti tutti i sottoscrittori dell'intesa: Laboratori Nazionali del Gran Sasso, INFN, Strada dei Parchi, Ruzzo Reti, Gran Sasso Acque, Ente regionale per il servizio idrico integrato (ERSI), ASL dell'Aquila e di Teramo, ARTA Abruzzo, Ente Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga, Dipartimento per la Salute e Dipartimento Opere Pubbliche della Regione Abruzzo
Leggi Tutto »Presunta violenza a Teramo, il rapporto era consenziente e il Gip archivia
E' con un'ordinanza di archiviazione che il giudice Roberto Veneziano mette la parola fine alla vicenda giudiziaria relativa ad un presunto abuso commesso nel 2016, durante la Coppa Interamnia, da un'arbitro spagnolo di 24 anni ai danni di una 16enne teramana. Violenza sessuale che per Procura e Tribunale di Teramo non sarebbe mai stata consumata. Perche' secondo quanto emerso nelle indagini il rapporto tra i due giovani sarebbe stato assolutamente consensuale, cosi' come dimostrato dalle indagini svolte dalla e Procura e dagli accertamenti effettuati in ospedale sulla minorenne. Secondo la magistratura, infatti, la ragazza avrebbe scelto consapevolmente di passare la notte con il 24enne. La mattina successiva la ragazza e' stata colta da un'emorragia che l'ha costretta a ricorrere alle cure dell'ospedale dove, durante la visita, le erano state riscontrate si delle lesioni ma "la cui caratterizzazione non presentava sintomatologie tipiche di chi avesse subito violenze o manomissioni di stampo impositivo", come si legge nell'ordinanza di archiviazione. La stessa ragazzina, ricorda ancora il gip, parlando con la ginecologa che l'aveva visitata aveva raccontato di aver avuto un rapporto consenziente, salvo poi raccontare successivamente di aver subito violenza. Versioni sulla cui irragionevolezza il giudice fa proprie le argomentazioni della Procura
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