Cronaca

Va in caserma per pagare una multa con la cocaina in tasca

Convocato per la contestazione di una contravvenzione al codice della strada nella sede del Distaccamento di Polizia Stradale, viene arrestato perche' in tasca aveva cocaina. Il protagonista della vicenda e' un 60enne di Mosciano Sant'Angelo che una volta all'interno della caserma, e' stato perquisito dagli agenti, insospettiti dal suo atteggiamento: nascondeva circa mezzo grammo di cocaina, quanto bastava per estendere la verifica alla sua abitazione. Qui sono stati rinvenuti anche 20 grammi di eroina suddivisi in 22 dosi, 21 grammi di hashish in vari pezzi, un altro grammo di cocaina e materiali per il confezionamento delle dosi, oltre a 250 euro in banconote di piccolo taglio. 

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Si avvia alla conclusione il processo per la presunta truffa con le azioni Tercas

Si avvia alla conclusione il processo per la presunta truffa con le azioni Tercas, azioni che, secondo l'accusa, sarebbero state vendute prospettandole ai clienti come un'operazione di pronti contro termine. Nella prossima udienza, fissata per il 26 febbraio, sara' in aula l'ex responsabile pro-tempore dell'area finanza, che ha annunciato la volonta' di sottoporsi all'esame dell'imputato. Questa mattina sul banco dei testimoni sono saliti un ex dipendente della banca, citato dalla pubblica accusa, e un imprenditore citato dalla difesa

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Omicidio Monteodorisio, sopralluogo del Ris

A distanza di otto giorni dal ritrovamento privo di vita di Antonio Lizzi, 69 anni pensionato, con le caviglie e i polsi legati nella sua abitazione in contrada Marracola a Monteodorisio, sono giunti i Carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche. Il sopralluogo dello speciale reparto investigativo dell'immobile e delle pertinenze è stato richiesto dal procuratore della Repubblica di Vasto Giampiero Di Florio al fine di dare un nome e un volto all'assassino che ha provocato la morte di Lizzi per "asfissia meccanica violenta da compressione toracica", come rilevato dall'autopsia eseguita a Chieti lo scorso 6 febbraio da Pietro Falco, responsabile del servizio di medicina legale dell'Asl 02 Abruzzo. I carabinieri del Ris inizieranno le loro analisi cominciando dal Fiat Fiorino, parcheggiato in maniera anomala nel vialetto d'ingresso della casa dei campagna, utilizzato dal pensionato nei suoi quotidiani spostamenti. 

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Donna uccisa in Abruzzo, l’arrestato non risponde ai pm

"Si e' avvalso della facolta' di non rispondere in quanto aveva gia' fornito agli inquirenti la sua versione dei fatti dichiarandosi estraneo all'accaduto". Lo ha detto l'avvocato Paolo Frani, legale di fiducia di Andrei Feru, romeno di 52 anni, accusato dell'omicidio di Iuliana Catalin Bucataru, romena di 38 anni, all'esito dell' interrogatorio di garanzia che si e' svolto in carcere ad Avezzano. La donna era stata trovata esanime il 5 novembre scorso, in un'abitazione di Colli di Monte Bove, frazione di Carsoli dove prestava servizio ad un anziano come badante.

"Il prossimo passo - ha concluso l'avvocato - sara' quello di impugnare l'ordinanza davanti al Tribunale del riesame dell'Aquila". All'epoca dei fatti, in un primo momento, si era pensato ad un fatale incidente domestico. La donna mori' due giorni dopo in ospedale. In seguito all'indagine, condotta dal pm Maurizio Maria Cerrato, e' scattato l'arresto nei confronti dell'uomo accusato di omicidio volontario. 

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Crollo hotel Rigopiano, inchiesta Tgr Abruzzo: si poteva tentare con aereo 

La missione aerea su Rigopiano la sera del 18 gennaio del 2017 quando una valanga distrusse l' hotel in cui sono morte 29 persone, tra clienti e dipendenti della struttura situata sulle montagne del Pescarese, si poteva tentare perche' le valutazioni "spettano solo al pilota che decide se portarla a termine". Questo uno dei passaggi di una delle interviste, contenuta nella seconda inchiesta giornalistica di Ezio Cerasi trasmessa dalla Tgr Abruzzo, e andata in onda anche su Rainews, sulla tragedia di Rigopiano. A parlare e' Giovan Battista Marchegiani, presidente dell'Insfo-Protezione Civile secondo il quale "quando si attivano i soccorsi bisogna tentare tutto quello che e' possibile, se mancano i protocolli si improvvisa, ma nell' improvvisazione possono accadere cose che non vanno assolutamente bene come la mancata attivazione degli elicotteri militari che avrebbero potuto evitare ritardi nei soccorsi".

L'inchiesta della Tgr Abruzzo mostra anche documenti inediti, che si concentrano sui motivi che portarono a scartare l'intervento aereo, in particolare sul coinvolgimento del 15mo Stormo dell'Aeronautica Militare. Una nota ufficiale del Dipartimento della Protezione Civile sottolinea "le complesse condizioni meteo" del giorno della tragedia e la necessita' di "non compromettere ulteriormente lo scenario gia' estremamente critico" con un evidente riferimento al rischio che un elicottero potesse provocare un'ulteriore valanga.

L'inchiesta mostra il bollettino del 18 gennaio dello scorso anno della stazione meteo di Pescara, quella piu' vicina a Rigopiano. Secondo le valutazioni di diversi piloti del Sar (Search and Rescue), dei vigili del fuoco e delle forze di polizia contenute nell'inchiesta, "la maggiore insidia era rappresentata dal ghiaccio, le condizioni erano critiche ma in lento miglioramento dalle 19. Inoltre, riporta la Tgr, secondo l'ex capo di Stato Maggiore dell' Aeronautica, Pasquale Preziosa, "il Sar non rifiuta mai una richiesta di soccorso, i piloti si alzano sempre in volo". L'inchiesta mette anche in risalto la mancanza di un protocollo per gli interventi Sar su terraferma.

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Morte di Simone Daita, giovane condannato a 13 anni

La Corte d'assise di Chieti, presidente Geremia Spiniello, a latere Isabella Maria Allieri, ha condannato a 13 anni di reclusione Emanuele D'Onofrio, 24 anni, operaio di Chieti per la morte di Simone Daita: a D'Onofrio, che e' accusato di omicidio preterintenzionale, la Corte ha riconosciuto l'attenuante della provocazione. Il giovane e' stato inoltre e condannato a risarcire in separato giudizio le parti civili ed e' stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici. Il pubblico ministero Giuseppe Falasca aveva chiesto la condanna a 8 anni e 6 mesi: il difensore di fiducia di D'Onofrio, l'avvocato Roberto Di Loreto, ha annunciato ricorso in appello.

D'Onofrio, che anche oggi ha seguito l'intera udienza, aveva rilasciato una breve dichiarazione spontanea: ''Non mi ritengo colpevole - ha detto - non volevo fargli male, non lo avrei neanche voluto colpire, la mia e' stata una reazione istintiva e spontanea nel momento in cui mi sono sentito in pericolo''.

Sia durante le indagini che dal processo e' emerso che D'Onofrio avrebbe reagito ad una iniziale aggressione da parte di Daita che lo aveva compito con un pugno al mento. Ma per l'accusa i colpi sferrato da D'Onofrio furono almeno due: il fatto si verifico' la sera del 28 febbraio del 2015 davanti ad un bar di Chieti nella centralissima piazza Vico. Da quel giorno Daita, 53 anni, che quella sera ubriaco e che secondo la difesa era affetto da disturbo compulsivo ossessivo, e' entrato in uno stato di coma dal quale non si e' mai piu' ripreso e un anno dopo e' morto.

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Pedaggi A24-A25, sindaci al lavoro per la lettera al Presidente Mattarella 

"Stiamo raccogliendo le ultime firme e le delibere approvate nei vari Consigli comunali da consegnare al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al quale rimarcheremo, punto per punto, tutte le nostre istanze in una lettera che a breve gli invieremo, proseguiamo nella nostra azione, non molleremo". Cosi' Enzo Di Natale, sindaco di Aielli, facendo il punto sulle azioni di protesta contro i rincari autostradali, scattati a inizio anno con un aumento del 12,89% su A24 e A25 che collegano Lazio e Abruzzo, portata avanti da molti rappresentanti locali laziali e abruzzesi. Gli stessi che "oggi pomeriggio si sono riuniti a Carsoli, per gli ultimi aggiornamenti e per raccogliere le firme mancanti sulla missiva per il Presidente della Repubblica".

I sindaci, come anticipato nei giorni scorsi, chiederanno udienza a Mattarella, oltre al parere dell'Autorita' nazionale anticorruzione (Anac) sulla concessione della societa' Strada dei Parchi, che gestisce l' autostrada in questione. "Abbiamo richiesto formalmente l' accesso agli atti mercoledi' scorso, ma prima di 10 giorni non avremo una risposta - sottolinea il primo cittadino - ci stiamo muovendo su tutti i fronti, non escludiamo altri sit-in, ma una cosa e' certa, non ci fermeremo". Oltre 60 amministratori da Abruzzo e Lazio hanno iniziato la mobilitazione il 9 gennaio scorso, con un sit in a Roma e l'incontro con il ministro dei Trasporti Graziano Delrio. La protesta, poi, e' andata avanti senza sosta. 

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Bimba di tre mesi trasferita da Chieti al Gemelli di Roma

Una bimba di tre mesi, giunta all' ospedale di Chieti, poco dopo le 11 di questa mattina e' stata trasferita con l'elisoccorso del 118 di stanza a Pescara, all' ospedale Gemelli di Roma, e, si e' appreso, ricoverata nel reparto di Neurochirurgia del nosocomio romano. La bimba di Ari avrebbe sbattuto la testa dopo una caduta, secondo le prime sommarie informazioni. Del fatto si interessano i Carabinieri di Villamagna

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Importavano cocaina dal Sudamerica, due arresti 

Gli agenti della Squadra Mobile di Teramo hanno arrestato due italiani e notificato la misura dell'obbligo di dimora ad una donna colombiana nell'ambito di un'indagine che ha permesso di scoprire un'attivita' di importazione di cocaina pura dal Sudamerica. Le fonti di prova che hanno permesso di accertare l'esistenza, nel territorio della provincia di Teramo, di una ben organizzata attivita' di importazione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina sono consistenti ed hanno preso le mosse dall'arresto di un italiano residente nel territorio della provincia di Teramo all'aeroporto di Roma-Fiumicino con al seguito una valigia contenente circa cinque chilogrammi di cocaina purissima. Le complesse attivita' investigative, comprensive anche di attivita' tecniche di intercettazione telefonica su alcune utenze e di intercettazione ambientale operata a bordo di automezzi in uso ad alcuni degli indagati, consentivano di individuare gli organizzatori dell'importazione dello stupefacente. Nel corso dell'attivita' investigativa si accertava, dunque, che il gruppo criminale, con la collaborazione di alcune persone dimoranti in Peru', era in grado di contrattare l'acquisto per la successiva importazione dal Sudamerica di partite di cocaina. 

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Sulmona, rapinata la proprietaria di una parafarmacia

Ha aspettato che uscisse dal supermercato, le ha puntato un coltello alla gola strappandola la borsa dalle mani. E' accaduto ieri sera a Sulmona, all'esterno del Conad di viale Mazzini, subito dopo l'orario di chiusura. Vittima della rapina la proprietaria della parafarmacia del grande magazzino. Magro il bottino portato via dai malviventi: pochi spiccioli piu' i documenti che la donna custodiva nella borsa. I soldi dell'incasso infatti li aveva messo nelle tasche dei pantaloni ha raccontato la donna alla polizia che sta indagando sulla rapina. La donna ha quindi riferito che i due malviventi hanno agito a volto scoperto: mentre il primo la minacciava con un coltello di plastica rubandole la borsa, l'altro attendeva il complice alla guida di un Berlingo con il motore acceso. Furgone che i due avevano rubato poco prima davanti a un bar del capoluogo peligno dove il proprietario l'aveva lasciata parcheggiata mentre prendeva un caffe'. La polizia sta ora controllando le immagini registrate dalle telecamere

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