Cronaca

Tattoo e piercing, blitz dei Nas in Abruzzo porta a sanzioni e chiusure

Controlli dei Carabinieri del Nas di Pescara su tatuatori e 'piercer' per scovare forme di abusivismo e violazioni alle normative di settore. Le ispezioni, condotte in tutto l'Abruzzo su circa 20 operatori, hanno comportato sanzioni e chiusure. Due attivita', nell'area metropolitana Pescara-Chieti, sono state sottoposte a provvedimento sospensivo, disposto dall'autorita' sanitaria, poiche' facevano tatuaggi senza autorizzazione e parere igienico sanitario. Segnalato per la chiusura dell'esercizio un altro operatore della provincia di Chieti, totalmente sprovvisto della qualifica prevista. Contestate sette violazioni per utilizzo di attrezzature e pigmenti non conformi al codice del consumo. Fra gli aspetti oggetto delle verifiche dei Nas, il possesso dei requisiti, come la Segnalazione Certificata di Inizio Attivita', il parere igienico sanitario della Asl, la scheda cliente e le informazioni che devono essere fornite circa i potenziali rischi per la salute derivanti da tatuaggi e piercing, l'autorizzazione dei genitori di minorenni (14-18 anni), la marcatura Ce di inchiostri e pigmenti, l'utilizzo di mezzi protettivi (mascherine, occhiali, guanti sterilizzati e camici monouso), il corretto smaltimento dei rifiuti sanitari pericolosi e le corrette procedure di sterilizzazione e disinfezione. Alcuni Comuni hanno regolamentato le attivita' di tatuaggio e piercing come affini all'attivita' di estetista, altri le hanno differenziate. I controlli dei Carabinieri del Nas di Pescara in questo particolare settore tutelano la salute e gli interessi dei consumatori dai possibili rischi che derivano da carenze igienico sanitarie e degli operatori dall'illecita concorrenza di colleghi che operano irregolarmente. 

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Muore per un incidente in casa e dona gli organi

Prelievo di cuore, polmoni, fegato e reni per l'uomo morto ieri sera per le lesioni riportate dopo una caduta da una scala, avvenuta nella sua abitazione di Pescara lunedì sera. Cuore e polmoni sono andati a Padova, il fegato a Verona e i reni a L'Aquila. Non idonee alla donazione, invece, le cornee. Le operazioni di prelievo degli organi si sono concluse nel primo pomeriggio. Ieri era stata diagnosticata la presunta morte encefalica dell'uomo ed e' partito il periodo di osservazione al termine del quale e' stato certificato il decesso del 53enne. I familiari hanno dato l'assenso alla donazione e sono quindi partite le procedure di prelievo e trasferimento, con l'arrivo delle diverse equipe nel capoluogo adriatico. Le attivita' sono state supportate dal 118 di Pescara e dal personale del reparto di rianimazione. L'uomo, lunedi' sera, mentre stava facendo il cambio di stagione insieme alla moglie, era caduto da una scala. Non e' escluso che all'origine dell'incidente ci sia stato un malore. Subito soccorso, era stato trasportato in ospedale e ricoverato nel reparto di Rianimazione, dove poi e' morto.

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Uil Abruzzo, completata la squadra del segretario Lombardo

Completata la squadra che affianchera' Michele Lombardo, il segretario di Uil Abruzzo eletto nei mesi scorsi. La nuova Segreteria regionale risulta composta da Alessandro Roselli, Alberto Stampone, Rosa Toritto e Fabiola Ortolano. I nuovi membri sono stati eletti all'unanimita' nel corso del Consiglio confederale regionale Uil Abruzzo che si e' svolto questa oggi ad Alanno, alla presenza di Pierpaolo Bombardieri, segretario organizzativo nazionale Uil, e Mauro Sasso, dell'Ufficio organizzativo Uil nazionale. Le deleghe saranno assegnate nelle prossime settimane.

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Esplosione gasdotto, la Procura di Teramano chiede il rinvio a giudizio di 21 persone

Con la richiesta di rinvio a giudizio per disastro colposo per 21 persone - responsabili tecnici e amministrativi di Snam Rete Gas - la Procura di Teramo mette un primo punto fermo nell'inchiesta sull'esplosione di un tratto del metanodotto Ravenna-Chieti avvenuta a Pineto il 6 marzo 2015, che causo' ingenti danni ad abitazioni, auto, coltivazioni e a un'intera area boschiva. Nel corso di una lunga e minuziosa indagine investigatori e inquirenti hanno analizzato tutta la documentazione amministrativa e tecnica relativa a progettazione, posa in opera, manutenzione e monitoraggio del tratto di metanodotto esploso, della sovrastante rete elettrica e delle abitazioni interessate dall'evento. A un collegio di esperti sono stati affidati gli accertamenti tecnici volti a verificare se all'origine del disastro ci fossero esclusivamente fenomeni naturali o condotte negligenti da parte delle relative societa'. A seguito di tali accertamenti la Procura aveva chiesto l'archiviazione per meta' degli indagati, tutti riconducibili a Enel e Snam Spa, a carico dei quali non erano state ravvisate responsabilita'. Adesso arriva la richiesta di rinvio a giudizio per 21 dipendenti di Snam Rete Gas, sulla cui posizione sara' adesso chiamato a esprimersi il gup.

Sotto accusa, da quanto si legge nei lanci delle agenzie di stampa, ci sarebbero le modalita' con cui Snam Rete Gas avrebbe realizzato alcuni lavori di messa in sicurezza della condotta interessata. Fin dal 2008, infatti, le costanti attivita' di monitoraggio svolte dalla societa' sulle tubature avrebbero messo in luce come la condotta, nel tratto successivamente esploso, si fosse alzata di circa 26 centimetri rispetto al 2001. Un aspetto che, per l'accusa, avrebbe dunque evidenziato uno stato di tensione del tubo legato ai movimenti del terreno (in un'area classificata a moderato rischio idrogeologico) e rispetto al quale l'azienda aveva programmato tutta una serie di interventi. Interventi indicati come realizzati nell'estate del 2010, con l'obiettivo di ridurre lo stato di tensione ma che, all'atto pratico, sarebbero stati fatti in maniera difforme a quanto preventivato. Sotto accusa, in particolare, la mancata realizzazione di un sistema di drenaggio delle acque, giustificata con il fatto che all'atto degli scavi, nel mese di agosto, non fosse stata rilevata la presenza di acqua. Ma non solo. Perche', secondo quanto emerso nel corso delle indagini, nonostante gia' nel 2008 fossero state evidenziate due deformazioni della condotta, una in corrispondenza del tratto esploso e l'altra in corrispondenza del tratto dove si verifico' la frana del 6 marzo, le corde estensimetriche che avrebbero dovuto consentire un attento monitoraggio della situazione rispetto ai movimenti del terreno, sarebbero state posizionate in maniera errata, cosi' come secondo i consulenti della Procura sarebbe stata valutata in maniera sbagliata la natura della deformazione scoperta lungo il tratto interessato. Infine, secondo l'accusa, sarebbe mancata anche la predisposizione, da parte dell'azienda, di ulteriori misure atte a controllare i movimenti del terreno come l'installazione dei piezometri. Aspetti che, in occasione della frana di marzo 2015, avrebbe portato all'esplosione del tratto interessato

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Eroina e cocaina, arrestata coppia a Lanciano

Con l'accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti il gip di Lanciano, Massimo Canosa, ha disposto l'arresto di una coppia di Lanciano, su richiesta del Pm, Rosaria Vecchi. L'uomo, che e' finito in carcere, era stato trovato due mesi fa in possesso di 13 grammi di eroina all'interno di un'azienda della Val di Sangro di cui e' dipendente, e gli investigatori hanno ritenuto che avrebbe spacciato anche sul luogo di lavoro. A seguito della perquisizione in fabbrica l'uomo riusci' ad avvisare la convivente di 36 anni, sottoposta invece ai domiciliari. Nella successiva perquisizione nell'abitazione, i carabinieri hanno trovato 410 grammi di cocaina. Il valore di mercato della droga e' sui 33 mila euro. L'intera sostanza e' stata sequestrata il 23 marzo scorso. L'inchiesta e' andata avanti fino a quando non e' stata conclusa tutta l'attivita' investigativa che ha portato il giudice ad emettere l'ordinanza cautelare.

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Scassino’ 15 distributori di bevande, condannato a Chieti

Un anno e mezzo di reclusione ed il pagamento di una multa di 600 euro per un 48enne di Chieti, Massimo Capuzzi, che il giudice monocratico Valentina Ribaudo ha ritenuto colpevole di furto aggravato per avere forzato, tra aprile e ottobre dello scorso anno, all'interno del policlinico di Chieti, quindici distributori automatici di alimenti e bevande impossessandosi di incassi per una somma complessiva di poco inferiore a 2.700 euro. L'accusa aveva chiesto per l'uomo quattro anni di reclusione e 2.000 euro di multa. La titolare della ditta che gestisce i distributori automatici si e' costituita parte civile. Capuzzi, e' stato condannato a pagare le spese di costituzione di parte civile. L'altro ieri sera, intanto, ignoti sono entrati nell'edificio che ospita la sezione Civile del Tribunale di Chieti dopo aver forzato il portone d'ingresso dello stabile ed hanno scassinato il distributore di snack e bevande al piano terra, impossessandosi dell'incasso.

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La riserva marina di Vasto affidata a Legambiente, Wwf e Iaap

Firmato ufficialmente il protocollo di intesa tra Comune di Vasto, Legambiente, Wwf e l' Istituto Abruzzese per le Aree Protette (Iaap) per la gestione della Riserva Naturale Regionale Marina di Vasto istituita nel 2007. Le due Associazioni ambientaliste e la struttura operativa dello Iaap da oggi gestiranno congiuntamente l'area protetta con la volonta' di attivare e valorizzare una riserva che riveste un ruolo strategico, non solo nella tutela e conservazione dei sistemi naturali esistenti, come quelli dunali e le aree umide, ma anche per rafforzarla come attrattore di un comprensorio caratterizzato da una strategia che sposa sempre di piu' l' ecoturismo e che e' parte della Via Verde. Tra le finalita' della gestione ci sono anche la necessita' di superare le attuali criticita' della fruizione dell'area, rafforzare i rapporti con gli operatori turistici locali che, oggi piu' di ieri, necessitano di qualita' e cura ambientale e favorire e implementare le attivita' educative ed aggregative, valorizzando tutto quello che finora preziosi gruppi di volontari hanno gia' fatto per quel territorio.

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Sisma L’Aquila, per il crollo con 13 morti è stato assolto l’unico imputato

Chiuso in via definitiva senza responsabili uno dei piu' importanti processi della maxi inchiesta della procura della Repubblica del capoluogo abruzzese sui crolli seguiti al terremoto di L'Aquila del 2009. Si tratta del crollo di via D'Annunzio, dove morirono 13 persone. La Corte d'Appello di Perugia, dove il procedimento era approdato per essere celebrato di nuovo come deciso della Corte di Cassazione, ha assolto per non avere commesso il fatto l' unico imputato, l'ingegnere Fabrizio Cimino, accusato di omicidio colposo plurimo per una condotta omissiva in relazione ai restauri del palazzo svolti nel 2002 e, in particolare, per non aver notato palesi criticita' dello stabile, edificato nel 1961, nel corso dei lavori da lui diretti.

"La vicenda si chiude senza neanche arrivare all'estinzione del reato per prescrizione - sottolinea l'avvocato Stefano Rossi, legale di Cimino - La Corte ha aderito a quello che vado dicendo da 3 anni, cioe' che il mio assistito non aveva alcuna responsabilita' nel crollo". A Cimino, dopo una prima condanna in Tribunale a 3 anni di reclusione, la Corte d'Appello aquilana aveva ridotto la pena a 1 anno e 10 mesi. La quarta sezione penale della Suprema Corte ha annullato con rinvio la sentenza d'Appello, disponendo appunto a Perugia un nuovo esame dei fatti.

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Rapino’ coetaneo a Pescara, arrestato minorenne

Minacciando di colpirlo con il casco, avrebbe rapinato un coetaneo che passeggiava sulla riviera di Pescara, riuscendo a portargli via il portafoglio, contenente pochi euro. Oggi, nei confronti dell'autore della rapina, uno straniero di 17 anni, i carabinieri hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare presso l'istituto penale minorile di Casal di Marmo. L'ordinanza, eseguita dai militari della Compagnia di Pescara, e' stata emessa dal gip presso il Tribunale per i minorenni dell'Aquila, Cecilia Angrisano, su richiesta del pm Roberto Polella. I fatti sono avvenuti lo scorso 17 aprile. La vittima ha trovato il coraggio di denunciare l'accaduto, consentendo ai carabinieri della Stazione di Pescara Colli di avviare le indagini. In base alla descrizione e al modus operandi i militari sono riusciti a risalire all'identita' del minorenne, gia' autore di una serie di rapine analoghe, commesse nei primi mesi del 2015. Il giovane straniero, gia' finito in precedenza in istituto, era attualmente sottoposto alla misura della messa alla prova, su disposizione dell'autorita' giudiziaria. 

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Università d’Annunzio, assolto dg Del Vecchio dall’accusa di violazione della privacy

Il direttore generale dell'universita' 'D'Annunzio' di Chieti-Pescara, Filippo Del Vecchio, e' stato assolto perche' il fatto non costituisce reato dalle accuse di violazione della privacy e diffamazione, reati per i quali l'accusa aveva chiesto rispettivamente un anno di e tre mesi di reclusione. Il processo si e' tenuto oggi pomeriggio dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Chieti Andrea Di Berardino il quale all'inizio dell'udienza ha revocato l'ammissione delle prove testimoniali ritenendole superflue alla luce "dell'ampio ed esaustivo compendio documentale prodotto dalle parti". La vicenda da cui ha preso le mosse il processo a carico di Del Vecchio, che attualmente e' interdetto dai pubblici uffici nell'ambito di un'indagine per abuso d'ufficio unitamente all'ex rettore Carmine Di Ilio, e' relativa alla diffusione a mezzo e mail inviate tutto il personale dell'universita', da parte dello stesso Del Vecchio, del documento denominato analisi utilizzo fondo accessorio 2001-2013. Il documento, pubblicato anche sul sito istituzionale della d'Annunzio, conteneva i nomi di oltre un centinaio di dipendenti e delle somme accessorie ricevute da ognuno di loro: secondo il direttore generale si tratta di benefici, elargiti sotto la precedente gestione amministrativa dell'ateneo, non previsti ne' da leggi ne' da contratti. Secondo l'accusa la condotta di Del Vecchio oltre a violare la privacy avrebbe offeso la reputazione dei dipendenti. E 53 di questi si sono costituiti parte civile. Oggi l'unico ad essere sentito in aula, nella veste di imputato e' stato lo stesso Del Vecchio il quale, difeso dall'avvocato Stefano Rossi, ha ricostruito le diverse criticita' riscontrate quando si insedio' al vertice amministrativo dell'ateneo, nel 2012. E fra queste l'erogazione in un decennio precedente di 8 milioni di euro a titolo di trattamento accessorio al di fuori della costituzione di un qualsiasi fondo Del Vecchio ha tra l'altro evidenziato che un'ispezione condotta dal Mef gia' nel 2003 rilevo' l'assenza del Fondo di trattamento accessorio, ''trattamento che - ha detto il Dg in aula - veniva pagato dall'ateneo sulla base di consuetudini, in violazione del testo unico sul pubblico impiego''. Del Vecchio ha anche sottolineato che quando arrivo' alla D'Annunzio il sito sulla trasparenza non esisteva e che venne realizzato acquistando uno specifico software. Uno dei legali di parte civile, l'avv. Silvio Rustignoli, ha annunciato ricorso in appello. Nessun commento da parte di Del Vecchio.

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