Cronaca

Furto al discount, ladri inseguiti dai dipendenti e arrestati dalla Polizia

Dopo il furto in un discount, vengono inseguiti dai dipendenti dell'attivita' commerciale che non li perdono di vista, consentendo alla Polizia di arrestarli: protagonisti dell'episodio, avvenuto stamani a Pescara, sono due romeni di 32 e 46 anni, finiti in carcere per furto aggravato in concorso. I due sono entrati in un supermercato di via Punta Penna, hanno infilato della merce nei vestiti ed hanno pagato alle casse solo alcuni prodotti, per poi allontanarsi. Scoperti dal personale dell'attivita', sono stati invitati a restituire la refurtiva, ma si sono dati alla fuga a piedi. I dipendenti li hanno allora seguiti in automobile per alcune centinaia di metri ed hanno fornito la loro posizione alla Polizia. Sul posto sono arrivati gli agenti della squadra Volante, che li hanno arrestati.

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Oltre 80 milioni di euro evasi da 15 imprese dell’e-commerce

Oltre 80 milioni di euro evasi da 15 imprese dell'e-commerce, risultate fantasma per il fisco, scoperti dalla Guardia di Finanza di Rimini nell'operazione "Mercurio web", che ha disarticolato un'associazione per delinquere con reati di frode fiscale internazionale nel settore del commercio online di apparati elettronici. Le fiamme gialle hanno individuato elementi utili a dimostrare che due societa' con sede a San Marino svolgevano la propria attivita' prevalentemente in Italia, attraverso un sito Internet con dominio e server in Italia. I finanzieri, avvalendosi di informazioni trasmesse dal Tribunale sammarinese, hanno constatato la "esterovestizione" (cioe' appunto la fittizia localizzazione all'estero della residenza di un soggetto che vive od opera in Italia, allo scopo di godere di un regime fiscale piu' vantaggioso) delle due societa', identificando l'amministratore di fatto, un 42enne residente a Santa Maria Capua Vetere e il magazzino di stoccaggio della merce, a Rimini.

E' stato cosi' scoperto l'occultamento di ricavi per circa 70 milioni e sono state ricollegate al giro d'affari altre 13 imprese nelle province di Napoli, Caserta, Roma, Pescara e Pisa che, pur avendo fornito circa 10 milioni di apparati elettronici alle due societa' esterovestite, risultavano aver omesso le prescritte dichiarazioni dei redditi per le annualita' interessate dalle operazioni. Sono stati quindi denunciati l'amministratore della societa' sammarinese, il 42enne di Santa Maria Capua Vetere, un 63 enne residente a Citta' di Castello (Perugia) e un 44enne di Santarcangelo di Romagna per associazione a delinquere finalizzata all'evasione fiscale internazionale. Denunciati anche i 13 rappresentanti legali delle imprese fornitrici delle due aziende estero-vestite per il reato di omessa dichiarazione. Il sostituto procuratore Paolo Gengarelli, che ha coordinato le indagini, ha chiesto un sequestro preventivo di 33 milioni di euro, disposto dal gip ed eseguito dai finanzieri nelle province di Rimini, Forli' Cesena, Caserta, Perugia e Viterbo e, attraverso un'apposita richiesta di assistenza giudiziaria, esteso nella Repubblica di San Marino. Il campano inoltre e' stato anche denunciato per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte: le indagini economico-patrimoniali hanno permesso di rilevare elementi che portano a ipotizzare che l'indagato, dopo la notifica dei verbali, al solo fine di sottrarsi al pagamento delle imposte ovvero di interessi o sanzioni amministrative relative a dette imposte, abbia venduto al padre parte dei propri beni, al fine di rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva. 

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Inchiesta Soget, rinvio a giudizio per gli indagati eccellenti

 Il gup del tribunale di Pescara, Antonella Di Carlo, su richiesta del pm Gennaro Varone, ha rinviato a giudizio il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale Mario Mazzocca, il capogruppo regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, il direttore generale della Soget, Gaetano Monaco e il responsabile del settore esecutivo della stessa, Domenico Ludovico, nell'ambito del procedimento relativo all'inchiesta Soget, sui presunti crediti inesigibili, tra tasse, multe e affitti delle case popolari, del Comune di Pescara. Mazzocca deve rispondere di abuso d'ufficio in concorso, Sospiri di abuso d'ufficio in concorso e falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale sull'identita' o su qualita' personali proprie o di altri, Monaco e Ludovico di abuso d'ufficio e falso ideologico in concorso. Secondo l'accusa, Mazzocca avrebbe indebitamente beneficiato della mancata riscossione di un debito di 22.300 euro nei confronti della societa' acquedottistica, attraverso una condotta illecita "da lui consapevolmente promossa". Per quanto riguarda Sospiri, sempre secondo l'accusa, Monaco e Ludovico avrebbero acconsentito "immotivate rateizzazioni del debito di Sospiri", riguardante sanzioni per violazioni del codice della strada e tributi comunali, con l'unico scopo di consentire a Sospiri "di non pagare alcunche' e di restare inadempiente". L'udienza e' stata fissata per il prossimo 24 ottobre.

"Prendo atto della decisione assunta dal Gup del Tribunale di Pescara di disporre il mio rinvio a giudizio nell'inchiesta inerente la vicenda Soget sulle presunte multe non pagate, e invece da me tutte puntualmente saldate prima dell'inizio dell'inchiesta. Non ho pero' timore di dire che ritengo l'accusa a mio carico assolutamente immotivata: non sono io che mi sono attribuito una rateizzazione per il pagamento delle sanzioni, rateizzazione peraltro gravata da interessi e che, ancor piu', non ho mai utilizzato, visto che ho deciso di saldare l'intero importo dovuto in un'unica soluzione, con more e interessi compresi, e molto prima che si parlasse dell'indagine. Attendero', a questo punto, la prima udienza con grande serenita', ma anche con l'amarezza di dover ascoltare un'accusa che fatico a comprendere". E' il commento del Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri non appena raggiunto dalla notizia del rinvio a giudizio per la vicenda Soget.

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Messa in sicurezza delle autostrade abruzzesi, Tar accoglie la richiesta di Strada dei Parchi

''I lavori per la messa in sicurezza urgente gia' avviati da SdP devono andare avanti velocemente. Non si possono frapporre ulteriori ostacoli e rallentamenti burocratici, visto il carattere di urgenza e i tempi stretti per portarli a conclusione: 550 giorni. E' questa la decisione del Tar del Lazio che ieri, con un'ordinanza cautelare, ha accolto le richieste di Strada dei Parchi che chiedeva chiarezza, proprio sui lavori di messa in sicurezza urgente che serviranno ad impedire, in caso di sisma, fenomeni come lo "scalinamento" sui viadotti delle autostrade A24 e A25''. Lo scrive Strada dei Parchi in una nota. ''Il Giudice amministrativo - prosegue - ha preso atto che si tratta di "lavori gia' autorizzati dal MIT", ordinati e sollecitati alla concessionaria SdP, "i cui cantieri sono gia' stati avviati". E, visto che il Ministero nel suo "ordine" non aveva previsto come finanziarli, il TAR indica la strada. Il giudice amministrativo ha disposto che le somme da utilizzare siano quelle delle "due rate del prezzo di concessione". Somme accantonate per le annualita' 2015 e 2016 da SdP in un fondo speciale vincolato e destinato al Ministero, per un ammontare di circa 111 milioni di euro. Nel provvedimento, il tribunale amministrativo ha ritenuto "sussistente il grave pericolo" "in merito alla mancata tempestiva realizzazione degli interventi per il cosiddetto antiscalinamento nelle tratte autostradali A24 e A25". E poi nel dispositivo rileva come "il Ministero ha autorizzato gli interventi per prevenire il fenomeno dello scalinamento degli impalcati, ma nulla ha predisposto in ordine al finanziamento degli interventi progettati". Da qui la decisione di utilizzare le somme gia' accantonate da SdP''. ''Ma soprattutto l'ordinanza del TAR ha ribadito che i canoni del prezzo di concessione, pari a 56 milioni l'anno, devono essere pagati al Ministero e non all'Anas. Proprio il pronunciamento del TAR su questo punto e' decisivo e chiarificatore, visto che con un sub-emendamento alla Manovra di bilancio, la scorsa settimana, si e' fatta passare l'idea che il canone delle autostrade A24 e A25 debba essere appannaggio dell'Anas. Quest'ultima infatti non e' piu' l'ente concedente, in quanto tutte le relative competenze sono state trasferite al Ministero, a partire dal 1 ottobre del 2012'', conclude.

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Bimba resta chiusa accidentalmente in auto, intervengono i vigili del fuoco

Una bimba di 20 mesi rimasta chiusa accidentalmente nell'auto che la nonna non riusciva piu' ad aprire, e' stata salvata dall'intervento dei vigili del fuoco avvisati subito dalla stessa donna, che aveva dato l'allarme. Nel pomeriggio di oggi, una squadra del Comando di Teramo, e' intervenuta nel centro di Montorio, nel Teramano, per soccorrere la bimba rimasta chiusa all'interno dell'auto in sosta. La piccola era rimasta accidentalmente all'interno di un Opel Agila, quando la nonna era scesa dalla macchina. La piccola, era seduta sull'apposito seggiolino collocato sul sedile posteriore lato passeggero e piangeva, ma e' stata subito tranquillizzata dal Caposquadra dei Vigili del Fuoco, che per calmarla l'ha distratta mostrandole una caramella. Nel frattempo gli altri componenti della squadra sono riusciti ad aprire la portiera del conducente, utilizzando le attrezzature in dotazione e una volta all'interno hanno soccorso la bambina, che e' stata poi riconsegnata alla nonna.

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Tratta di esseri umani e prostituzione, sgominata una banda nigeriana

Sono 13 le persone finite in manette nell'ambito dell'operazione condotta dalla Polizia di Cagliari sulla tratta di esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione. I fermi sono scattati nei confronti di nove donne e quattro uomini, tutti nigeriani. Salvate sei prostitute della stessa nazionalita', tra queste anche una minorenne. Le indagini della Squadra mobile sono partite nel 2015, a seguito delle denunce raccolte da alcune prostitute. Le giovani donne venivano segregate in casa, private del cellulare e obbligate a vendere il proprio corpo. Individuate e selezionate in Nigeria o in Ghana per la loro bellezza, venivano poi convinte a lasciare il Paese d'origine con il miraggio di un lavoro. Da qui il trasferimento nei campi profughi in Libia, poi il viaggio della speranza in gommone verso l'Italia. Una volta sul territorio italiano l'inizio dell'incubo: trattate come schiave e costrette a prostituirsi, con gli sfruttatori sempre pronti a minacciare figli e familiari rimasti in Nigeria. Talvolta erano oggetto loro stesse di pesanti intimidazioni attraverso riti voodoo. Dei 13 fermati, due persone - marito e moglie - sono stati bloccati a Pescia, in provincia di Pistoia, uno a Reggio Calabria, uno a Perugia e uno a Pescara

A Pescara è stata rintracciata una delle persone sottoposte a provvedimento di fermo nell'ambito dell'operazione della Polizia di Cagliari, in corso dall'alba di oggi, finalizzata a disarticolare un gruppo criminale di matrice nigeriana dedito alla tratta di esseri umani e allo sfruttamento della prostituzione. Si tratta di una nigeriana di 28 anni. La donna e' stata individuata dagli uomini della squadra Mobile della Questura di Pescara che hanno eseguito il provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Cagliari. I fatti contestati alla nigeriana sono avvenuti in Sardegna. Dopo le formalita' la giovane e' stata trasferita nel carcere femminile di Chieti.

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Minaccia barista con coltello per bottiglia alcol, arrestato a Montesilvano

Minaccia la barista con un coltello pretendendo superalcolici, ma viene arrestato dai carabinieri: protagonista dell'episodio, avvenuto stamani tra Pescara e Montesilvano, e' un 27enne del capoluogo adriatico, finito in carcere per tentata rapina. I Carabinieri della Compagnia di Montesilvano, agli ordini del capitano Vincenzo Falce, sono intervenuti in zona Santa Filomena, al confine con Pescara, dopo aver ricevuto la segnalazione relativa ad un giovane che stava danneggiando delle auto in sosta. Giunti sul posto, i militari dell'Arma, grazie alle indicazioni dei presenti, hanno individuato il 27enne all' interno di un bar poco distante, lungo la Nazionale Adriatica Nord, nel capoluogo adriatico. Il ragazzo, probabilmente ubriaco, con un coltello di genere vietato, stava minacciando la barista, con l'intento di farsi consegnare una bottiglia di superalcolico. E' stato bloccato ed arrestato. I Carabinieri sono inoltre al lavoro per risalire ai proprietari delle automobili danneggiate.

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Turismo macabro all’hotel Rigopiano, presentata una denuncia

Presentata alla Procura di Pescara una denuncia nei confronti di persone sorprese sabato scorso tra le macerie dell'Hotel Rigopiano di Farindola - sepolto da una valanga lo scorso 18 gennaio, con conseguenti 29 vittime - mentre facevano "turismo macabro". Gli intrusi sono stati denunciati dal tecnico comunale Enrico Colangeli, indagato nell'inchiesta aperta dalla Procura di Pescara e nominato custode giudiziale dell'area posta sotto sequestro, nonostante i suoi legali abbiano chiesto la revoca del provvedimento, a causa dell'ineseguibilita' del compito affidatogli. Quanto alle persone denunciate, alcune sono state identificate attraverso i numeri di targa delle vetture parcheggiate al di la' dei nastri che recintano l'area sotto sequestro. Nell'esposto si riferisce che tra le macerie erano presenti, peraltro, anche due bambini e che un uomo presentava una ferita alla testa, ancora sanguinante, che potrebbe essersi procurato tra le rovine. Nell'ambito della stessa denuncia, si chiede anche di procedere all'identificazione delle persone che, come denunciato da alcuni familiari delle vittime, hanno postato su Facebook fotografie scattate nei pressi del sito sotto sequestro. 

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Bancarotta Villa Pini, pene ridotte in appello per gli Angelini

La Corte d'Appello de L'Aquila oggi ha rideterminato, diminuendole, le pene inflitte in primo grado a ottobre del 2015 dal Tribunale di Chieti per la bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale del gruppo Villa Pini di Chieti. In particolare l'ex imprenditore della sanita' privata abruzzese Vincenzo Maria Angelini ha avuto 8 anni di reclusione contro i 10 inflittigli in primo grado mentre in appello e' stato condannato a pagare 2.500 euro di spese di grado in favore della parte civile costituita ovvero Unicredit. La moglie di Angelini, Anna Maria Sollecito ha avuto 4 anni, erano stati 5 anni e 5 mesi in Tribunale a Chieti, mentre per quanto riguarda le pene accessorie l'interdizione perpetua e' stata ridotta a cinque anni e l'interdizione legale eliminata. La figlia Chiara ha avuto in appello 2 anni, pena sospesa, e pene accessorie eliminate: in primo grado era stata condannata a 4 anni e 5 mesi di reclusione. Le motivazioni verranno depositate entro il 10 luglio.

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Tento’ rapina in un supermercato, condannato a 4 anni e mezzo

Il Tribunale di Chieti ha condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione per tentata rapina e porto di una mannaia C.P., 41 anni di Guardiagrele. Il pm Lucia Campo per lui aveva chiesto quattro anni di reclusione e 2.000 euro di multa. Secondo l'accusa il 3 gennaio del 2014 C.P., che e' difeso dall'avv. Graziano Benedetto, entro' nel supermercato Tigre di Guardiagrele con il volto coperto da passamontagna e sciarpa e armato di mannaia, intimando alla cassiera di consegnare il denaro. Ma la rapina falli' per la reazione di un dipendente del supermercato che costrinse alla fuga sia C.P. che l'altro rapinatore che era con lui, armato di un coltello da cucina. Quest'ultimo, processato in precedenza, era stato assolto dalla Corte d'Appello de L'Aquila

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