Cronaca

Cia Abruzzo chiede certificazione IGP per l’arrosticino d’Abruzzo

Negli ultimi giorni la trasmissione Report ha alimentato un dibattito relativamente all’impatto che gli allevamenti zootecnici intensivi avrebbero sull’ambiente.

Nel rigoroso rispetto delle stringenti normative, l'applicazione di buone pratiche agronomiche ed il corretto spandimento delle deiezioni animali, concorrono al fondamentale apporto di materia organica nel terreno che ne è sempre più carente, preservandone fertilità e capacità di assorbire carbonio e di trattenere acqua.

In Abruzzo la zootecnia è caratterizzata da forme di allevamento tradizionale e molto spesso estensivo, a totale beneficio della manutenzione del paesaggio e del territorio.

“La pastorizia, con la sua esperienza fatta di valori, identità, sostenibilità può ancora oggi rappresentare una opportunità per aree interne”, dichiara il Presidente Cia Abruzzo Mauro Di Zio “sarebbe opportuno richiedere la certificazione IGP su uno dei prodotti più amati e identitari: l’arrosticino d’Abruzzo”. Si producono ogni anno decine di milioni di arrosticini e il marchio IGP potrebbe rappresentare un’ottima opportunità per il settore, poiché tutela e valorizza i processi tradizionali di lavorazione. La certificazione richiesta dovrà rappresentare un valore aggiunto per gli allevatori del territorio, che potranno essere chiamati ad incrementare la consistenza e modificare l'indirizzo produttivo. Oltretutto la recente crisi dei consumi ha portato molti di loro ad allevare le agnelle invendute come future fattrici “ conclude Di Zio.

 

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L’Appello dei Centri antiviolenza abruzzesi alle istituzioni

 

I Centri antiviolenza abruzzesi, tutti attivi e pienamente operanti anche in queste ultime settimane di emergenza hanno avviato una serie di riflessioni suscitate dalle criticità che si sono presentate per assicurare il sostegno alle donne già seguite dai centri, agevolare le nuove richieste di aiuto e attivare forme di protezione alternative alle Case Rifugio, la cui accoglienza è temporaneamente sospesa causa COVID 19, per quelle donne per cui si rende necessaria l’allontanamento dall’ambiente domestico.

Assicurare l’allontanamento in protezione di donne a rischio di vita nelle mura domestiche è una questione centrale. Come anche sottolineato dalla Circolare ministeriale del 21 Marzo i CAV necessitano di alloggi alternativi viste le limitazioni di ingresso imposte dall'emergenza COVID alle Case rifugio esistenti.

Le case rifugio abruzzesi e i Centri Antiviolenza "La Libellula” di Sulmona, “Donatella Tellini dell’Aquila, "Alpha" di Chieti; "Non sei sola" di Ortona; "La Fenice" di Teramo, "Ananke" di Pescara, "Donn.è" di Ortona, "DonnAttiva" di Vasto, "Dafne" dì Lanciano e “La casa delle Donne nella Marsica” hanno sottoscritto un appello alla Regione Abruzzo indirizzandolo al Presidente, all'Assessorato alla Sanità, a quello delle Politiche sociali, al Dipartimento Lavoro – Sociale della Regione Abruzzo, sempre vicino alle esigenze dei Centri, e alle quattro Prefetture abruzzesi.

 

I Centri chiedono, a partire dal Decreto del 4 aprile con cui il Ministro per le Pari Opportunità ha disposto l’iter straordinario per l’erogazione alle Regioni dei fondi relativi all’annualità 2019 "stabilendo che quota parte di essi possano essere utilizzati per le esigenze emerse in questa fase emergenziale in particolare per il funzionamento delle citate “strutture d’accoglienza alternative e temporanee:

 

- una Cabina di regia regionale che coinvolga i rappresentati della Regione Abruzzo -Uffici del Dipartimento per la Salute e il Welfare e i rappresentati dei centri e delle case rifugio,

-l’attivazione di una procedura regionale semplificata che permetta l’individuazione di strutture ospitanti alternative (strutture alberghiere, B&B, residence, anche eventualmente in accordo con le Prefetture tramite il ricorso alle requisizioni in uso (ai sensi del comma 7 dell’art. 6 del D.L. 17marzo 2020, n. 18) che abbiano caratteristiche adeguate alle esigenze delle donne e dei loro eventuali figli minori, possibilmente in prossimità dei Centri e delle Case rifugio;

-la disponibilità delle Asl territorialmente competenti alla somministrazione del tampone alle donne accolte nelle strutture temporanee affinché possa essere agevolato il loro successivo ingresso nelle Case rifugio sia locali che fuori regione;

-la massima collaborazione di tutti Enti ed Organismi privati coinvolti nel garantire l’anonimato e la riservatezza alle donne e ai minori eventualmente ospitati nonché un sostegno concreto alle incombenze quotidiane di gestione delle strutture individuate.

Inoltre, i Centri, hanno scritto alle Procure e ai Tribunali sottolineando l'opportunità di fare ricorso, come via prioritaria sempre preferibile, all'allontanamento dalla casa familiare del maltrattante.

 

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Penne, trovato morto in casa

Un uomo di 47 anni e' stato rinvenuto senza vita all'interno di una abitazione in via Ringa a Penne. Il 47enne non rispondeva al telefono e cosi' sul posto sono arrivati i vigili del fuoco che sono entrati in casa, trovando il corpo senza vita dell'uomo. Sul posto anche i sanitari del 118 che hanno potuto solo constatare il decesso dell'uomo. Sul corpo, ad un primo esame, non sarebbero presenti segni di violenza, ma per il momento non si esclude nessuna ipotesi. Sul posto i carabinieri della locale Compagnia che stanno provando a ricostruire l'accaduto.

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Coronavirus, Albani traccia il bilancio dei primi 2 mesi di attività

"Abbiamo messo a punto una governance del sistema partendo praticamente da zero, perche' nessuno di noi aveva mai dovuto affrontare una pandemia come questa.  Oggi, pero', a quasi 2 mesi dall'inizio dell'emergenza credo sia importante tracciare un piccolo bilancio delle attivita' svolte in queste settimane". A parlare e' il dottor Alberto Albani, referente regionale per le maxi emergenze sanitarie, che da fine gennaio sta guidando la task force regionale sul Covid 19. "Capisco che la situazione contingente possa portare ad avere una certa percezione della realta', che si concentra solo sugli aspetti negativi dell'emergenza - spiega Albani - ma e' opportuno ricordare che la Regione e' intervenuta tempestivamente, con specifiche ordinanze, su molteplici fronti che si sono aperti in queste settimane: a partire dalla sospensione delle attivita' ambulatoriali e di tutte le prestazioni sanitarie non urgenti, che hanno permesso di razionalizzare gli accessi esterni a tutte le strutture. Si e' poi passati ad implementare le attivita' di telemedicina, per garantire la continuita' assistenziale a quei pazienti le cui terapie non potevano essere sospese. E si e' lavorato anche sulle misure di contenimento dei contagi sia nelle strutture per anziani, che nei penitenziari, con l'introduzione di precisi protocolli di monitoraggio e controllo". Il coordinatore della task force ribadisce come l'Abruzzo abbia scelto di attivare ogni procedura precauzionale per non farsi trovare impreparato di fronte a un improvviso evolversi negativo dell'epidemia.
Il dottor Albani elenca anche una serie di dati, legati alla distribuzione di dispositivi di protezione individuale e altro materiale, che la Protezione civile regionale ha provveduto a distribuire alle Asl. Dall'inizio dell'emergenza ad oggi, le aziende sanitarie hanno ricevuto 16.520 mascherine ffp3, 214.380 ffp2, 261.017 mascherine chirurgiche, 111.400 guanti, 46.700 cuffie, 7.340 tute, 127.700 calzari, 6.643 occhiali, 4.086 camici, 1.250 termometri, 2.050 visiere, 144 mila litri di gel igienizzante. E poi ancora 44 ventilatori e 323 monitor. "Questo per ribadire - conclude il referente per le maxi emergenze sanitarie - che il sistema Abruzzo c'e' ed e' efficiente e ne fanno parte tanti validi professionisti, in campo per combattere il Covid 19".

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Il Nas di Pescara indaga sulla casa di riposo Santa Maria di Atessa

Il Nas di Pescara indaga anche sulla casa di riposo Santa Maria di Atessa a seguito dei venti casi di contagio da Covid-19 tra gli ospiti e il personale. Due anziani sono deceduti nelle scorse settimane e di altri due decessi si attendono le risposte dei tamponi. Oggi il sindaco di Atessa Giulio Borrelli ha emesso un'ordinanza nella quale obbliga il personale a rimanere prevalentemente nella struttura, che dispone di sufficienti camere, che il gestore e la Asl trovino eventuali residenze alberghiere per ospitarli, e che in ogni caso gli operatori, in entrata e uscita, vadano esclusivamente a casa senza andare in giro come veicolo di contagio, come gia' accaduto per alcuni infetti. Dei 21 anziani ospiti (17 donne e 4 maschi) i positivi sono 10 e 11 sono in attesa di risposta. Degli 11 operatori in quarantena invece sei sono positivi e 5 in attesa dei tamponi. I 10 operatori attivi attendono tutti analoghi risultati.

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Le proposte di Fiab Pescara per la mobilità dopo il lockdown

Prepararsi alla Fase 2 quando presumibilmente ci sara' un ritorno in larga scala del traffico di mezzi privati. Nelle prossime ore la Fiab Pescara presentera' un documento indirizzato al Comune dove sono contenute le proposte che possano servire a non farsi trovare impreparati, considerando le problematiche che ci saranno per i mezzi pubblici dove bisognera' mantenere il distanziamento sociale. "Noi diciamo che la mobilita' sostenibile e' sostenibile in tutto, anche rispetto al Coronavirus perche' - spiega Filippo Catania, presidente Fiab Pescara - per le distanze brevi la bicicletta e' il mezzo migliore, oltre che andare a piedi. Auspichiamo vari percorsi progettuali e iniziative come mantenere il sistema di mobilita', senza ridurre o stravolgere la sosta regolamentata e le corsie preferenziali". "Occorre ricorrere a infrastrutture poco costose per la mobilita' pedonale e ciclabile, perche' bisogna tener conto dell'utenza debole. Crediamo si debba andare a diminuire la velocita' delle auto in citta' e mandare avanti progetti previsti nel Pums, fra cui il Bike sharing. Ricordiamo il mobility management con l'orientamento casa-lavoro e casa-scuole, regolamentare gli spostamenti per dipendenti pubblici e privati di enti e aziende con oltre 300 dipendenti, infine adottare incentivi economici per la mobilita' attiva come i bonus mobilita' per ogni chilometro percorso in bicicletta". 

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Ospedale di Atessa, arriva la tac altamente tecnologica

Arriva ad Atessa, in provincia di Chieti, la tac altamente tecnologica che permette la ricostruzione dei distretti corporei fino a 160 strati, con protocolli di acquisizione distinti in funzione della diagnosi e del tipo di esame richiesto. Ad aggiudicarsi la gara per il suo acquisto e' stata la Canon con la Asl che ha cosi' rinunciato all'ipotesi di noleggio e scelto di investire su uno strumento del valore di 250mila euro che arrivera' a maggio, "perseguendo l'obiettivo - scrive in una nota l'Azienda sanitaria - di lasciare al territorio un servizio importante e qualificato". Ospedale che sta anche completando i lavori per quello che e' stato definito il Covid Hospital della struttura, ovvero il Poliambulatorio che, con i lavori che si portano avanti anche nella parte sottostante l'edificio e che saranno destinati al Centro raccolta sangue e il Punto prelievi, restera' a fine emergenza un patrimonio a disposizione della Asl e i cittadini. Fino a fine emergenza resta invece a Casoli l'apparecchio endoscopico cosi' da garantire ai pazienti No Covid di poter effettuare in piena sicurezza quei controlli utili soprattutto alla prevenzione del tumore al colon che solo nei primi mesi del 2020, ad Atessa, ha permesso di individuare e rimuovere 51 neoformazioni e nei primi mesi del 2020 gia' eseguite 42 colonscopie con 23 asportazioni di polipi

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Coronavirus, la Filcams Cgil: c’è difficolta’ a far rispettare le misure di sicurezza alla clientela

 "La fornitura di dispositivi di sicurezza, a tutela dei dipendenti di negozi e supermercati, non e' omogenea nei punti vendita abruzzesi e una delle maggiori criticita' e' rappresentata dalla difficolta' di far rispettare le misure di sicurezza alla clientela". Cosi' Lucio Cipollini e Davide Urbano, rispettivamente coordinatore regionale e segretario provinciale di Pescara della Filcams Cgil, in merito alle condizioni in cui si trovano ad operare i lavoratori dei punti vendita abruzzesi in questa fase di emergenza coronavirus. "Alcune aziende hanno fornito ai dipendenti guanti, mascherini e gel in maniera appropriata - spiegano Cipollini e Urbano - ma altre hanno messo a disposizione attrezzature insufficienti e si e' arrivati perfino al punto che un supermercato della provincia di Chieti ha chiesto ai propri dipendenti di pagarsi le mascherine". I due sindacalisti rimarcano inoltre che "nei negozi non ci sono solo i dipendenti, ma anche i clienti, che molto spesso non rispettano le misure di sicurezza e diventa complicato gestirli quando non indossano guanti e mascherine o non rispettano le distanze, tanto che come noto si sono verificate anche intemperanze"

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Sanità, Anaao Assomed chiede una rimodulazione dell’accordo con le cliniche private

 "L'accordo con le cliniche e' pieno di criticita' e va immediatamente rimodulato". A dichiararlo e' il segretario aziendale L'Aquila Anaao Abruzzo, Loreto Lombardi, secondo il quale l'ultima ordinanza della Regione sarebbe "un tentativo di deregulation a beneficio dei privati". "L'assessore alla Salute della Regione Abruzzo, dopo il tentativo di farci pagare gli extrabudget delle cliniche private - spiega Lombardi - torna alla carica e, in un periodo cosi' critico ed emergenziale per il Servizio Sanitario Nazionale, fa un accordo con queste ultime senza possibilita' di replica da parte delle Direzioni Aziendali che dovranno obbligatoriamente firmare. Eppure, esaminando accuratamente l'ordinanza numero 28 dell'8 aprile 2020 e gli allegati gia' preconfezionati, emergono numerose criticita'. "Tra le piu' importanti - aggiunge Lombardi - la causa giuridica - alla base di ogni accordo o contratto, che viene riportata nell'ordinanza: 'Non attivare forme di cassa integrazione che, oltre alle ripercussioni sociali, potrebbero mettere a rischio la propria capacita' produttiva' (all.2, pag. 2). Un'incongruenza che appare notevole, dato che a quanto ci risulta il Servizio Sanitario Regionale dovrebbe assicurare la salute pubblica e non salvare privati che vengono sovvenzionati con denaro pubblico come le case di cura convenzionate. Gli strumenti di questo salvataggio sono molteplici e molto fantasiosi, per non dire altro. Si va dal pagamento a giornata di degenza per pazienti Covid19 (da 250 a 1.100 euro se il paziente e' in terapia intensiva) all'abbattimento dei DRG per patologie non Covid del 15% se i nostri sanitari andranno a lavorare nelle cliniche. In parole povere e volendo esemplificare, nel conto economico di un ipotetico intervento effettuato da un chirurgo delle Asl abruzzesi in una casa di cura privata, il valore economico dell'intervento (cioe' l'elemento piu' importante) rappresentera' solo il 15% del totale". "Altra chicca - prosegue Lombardi - e' che, per garantire la liquidita' alle case di cura, le Aziende sanitarie locali dovranno anticipare l'80% del budget mensile anche senza prestazioni effettuate dalle stesse (pag. 3, all. 2). Le cliniche potranno ristorare questi anticipi aumentando i DRG nei rimanenti mesi dell'anno, dunque a questo punto ci domandiamo come sara' possibile con gli stessi posti letto, lo stesso numero di operatori e gli stessi standard di qualita'. Nello stesso schema, a pag. 5, si evidenzia che 'il coordinamento delle iniziative e del quadro organizzativo delle prestazioni sia riservato al Referente Sanitario Regionale (RSR) per le maxi emergenze' (dott. Albani) su richiesta del Direttore Sanitario di Azienda. In questo modo si esautora pero' di fatto la Direzione Generale poiche' la Asl dovra' solo curare gli adempimenti connessi all'attuazione ed al monitoraggio del contratto".

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Trovato morto in casa il parroco di Villa Sant’Angelo

E' stato trovato morto in casa dalla nipote che era andata a bussare alla porta perche' non rispondeva al telefono: l'82enne don Luigi Marcozzi, parroco del comune di Villa Sant'Angelo, ad una trentina di chilometri dall'Aquila, e' deceduto per morte naturale e non per coronavirus. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di San Demetrio e il medico di famiglia. A dare notizia e' stato l'arcivescovo dell'Aquila, il cardinale Giuseppe Petrocchi: "don Luigi Marcocci Parroco di Villa Sant'Angelo e Amministratore Parrocchiale di Tussillo e Stiffe improvvisamente e' tornato alla Casa del Padre". Marcozzi dall'87 era parrocco di Villa Sant'Angelo, uno dei comuni piu' colpiti dal terremoto dell'Aquila del 2009. "E' stata una persona presente nella mia crescita visto che e' parrocco da quando ero adolescente - spiega il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, originario del centro aquilano dove e' stato primo cittadino -. La sua presenza e' stata costante, ricordiamo la sua simpatia fuori dal suo ruolo nelle conviviali con anziani e in occasione delle cerimonie" 

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