L’Osservatorio

Influenza, i casi salgono a 2,7 milioni

Continua a salire il numero di casi di influenza stagionale in Italia, soprattutto tra i bambini: nell'ultima settimana si contano 488mila nuovi contagi, portando il totale degli italiani messi ko da febbre e dolori articolari a oltre 2,7 milioni. Nella fascia di eta' 0-5 anni in particolare l'incidenza e' quasi raddoppiata rispetto alla settimana precedente, schizzando a 20,4 casi per mille assistiti. E' quanto riporta il bollettino settimanale InfluNet dell'Istituto Superiore di Sanita'. Le Regioni del centro Italia le piu' colpite: Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise e Campania con piu' di 9 casi per mille. L'andamento della curva epidemica, riferisce l'Iss, e' simile a quello della scorsa stagione influenzale 2018-19. 

Leggi Tutto »

Oltre un milione di famiglie ricevono il reddito di cittadinanza

Sono oltre 1,04 milioni le famiglie italiane che ricevono il reddito di cittadinanza per oltre 2,5 milioni di persone coinvolte nel complesso: i dati arrivano dall'ultimo Report dell'Inps su reddito e pensione di cittadinanza sul periodo aprile-dicembre 2019 secondo il quale il 61% dei nuclei che lo riceve nel complesso risiede al Sud. La Campania e' la regione con il maggior numero di beneficiari (19,2% delle domande accolte) mentre Napoli con oltre 127.000 nuclei ha un numero di domande accolte superiori al totale di due grandi regioni del Nord come la Lombardia e il Veneto. Nel complesso le domande accolte sono quasi 1,1 milioni su 1,6 milioni di domande presentate ma 56.000 famiglie sono decadute dal beneficio (tra rinunce, variazioni della situazione reddituale e variazioni della situazione economica del nucleo). L'importo medio mensile erogato dall'istituzione della prestazione ad oggi e' di 493 euro con importi piu' alti al Sud del 7% rispetto alla media nazionale. Le famiglie titolari di reddito di cittadinanza sono 915.600 per 2.370.938 persone coinvolte mentre sono 125.862 quelle titolari di pensione di cittadinanza per 142.987 persone coinvolte. In media sono molto piu' alti gli importi di chi riceve il reddito (532 euro) rispetto ai titolari della pensione di cittadinanza (222). Al Sud l'importo medio per il reddito e' di 562 euro con un picco di 599 euro medi in Campania. Circa il 20% delle famiglie (210.000 nuclei) riceve un assegno inferiore a 200 euro al mese mentre altri 178.000 ricevono importi tra i 200 e i 400 euro. Quindi quasi 400.000 famiglie possono contare su importi inferiori a 400 euro. Sono invece 5.697 le famiglie che ricevono oltre 1.200 euro al mese mentre 41.733 ricevono un assegno tra i 1.000 e i 1.200 euro. Circa la meta' delle famiglie (495.000 nuclei) ha assegni variabili tra i 400 e gli 800 euro. La gran parte delle famiglie che riceve il sussidio e' formata da una sola persona (405.000 e la meta' di loro riceve tra i 400 e i 600 euro) mentre sono molto piu' rare quelle numerose (68.520 hanno cinque componenti e appena 35.278 ne hanno sei). Le famiglie con minori sono 378.000 (il 36% del totale ma coprono il 58% delle persone interessate). I nuclei con disabili sono 214.000 (il 21% del totale). Degli oltre 2,5 milioni di persone coinvolte 664.000 sono minorenni. Il reddito di cittadinanza e' erogato per il 90% dei casi a un italiano mentre solo il 6% risulta erogata a extracomunitari e per il 3% a cittadini europei. Per l'1% e' erogato a familiari di queste categorie. Questa composizione percentuale - spiega l'Inps nel suo Report sul Reddito - "non e' variata rispetto a quella delle domande presentate fino a settembre, pur in seguito allo sblocco dei pagamenti di 40.000 domande di cittadini extracomunitari avvenuto nel mese di dicembre". L'Inps infine ricorda che a dicembre risultano ancora in pagamento 41.000 prestazioni di Reddito di inclusione e che l'importo medio del Rei erogato da aprile a dicembre 2019 (non si potevano piu' presentare domande ma restavano in essere quelle accolte) e' stato di 297 euro mentre quello del reddito di cittadinanza e' stato di 532 euro, quasi il doppio del primo. 

Leggi Tutto »

In Italia tassi di sopravvivenza ai tumori più alti che in Europa

In Italia il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di malattie oncologiche e' piu' alto della media europea anche se il sistema sanitario nazionale soffre ancora di forti diseguaglianze tra Nord e Sud e ha un problema di accesso alle cure. E' quanto si legge nel rapporto "State of Health in the EU: Italy. Country Health Profile 2019" elaborato dall'Ocse e presentato questa mattina a Bari, nell'aula del consiglio regionale pugliese, nell'ambito di un evento organizzato dall'Aress Puglia in collaborazione con la Commissione europea, Ocse e Osservatorio Europeo sui Sistemi Sanitari e sulle Politiche Sanitarie. Il report analizza l'efficacia del sistema sanitario italiano paragonandolo a quello di 26 Stati membri dell'UE. Per il tumore alla prostata, in Italia il tasso di sopravvivenza e' del 90% contro una media dell'87% nel resto di Europa; il tasso di sopravvivenza per il cancro ai polmoni e' del 16% in Italia, 15% in Europa; quello al seno 86% in Italia contro l'83% europeo; per il tumore al colon, il tasso di sopravvivenza in Italia e' pari al 64%, in Europa 60%. "Il sistema sanitario nazionale - si legge nel rapporto - fornisce di norma cure efficaci e tempestive per i pazienti oncologici". Piu' in generale, e' l'intero sistema sanitario italiano ad essere promesso: in Italia, infatti, si registrano tassi di mortalita' piu' bassi rispetto alla media europea anche per le cardiopatie ischemiche, ictus e cancro colon-rettale. Pero', sono le disparita' tra Regioni nella qualita' dei servizi e nell'accesso alle cure il tallone d'Achille: basti pensare che gli abitanti del Nord vivono oltre tre anni in piu' rispetto a quelli del Sud. Non solo: nel 2017, il 2% circa della popolazione italiana ha denunciato un bisogno sanitario non soddisfatto principalmente a causa di problemi connessi ai costi e a problematiche legate ai tempi di attesa. "I dati sui bisogni sanitari non soddisfatti - si legge nel rapporto - indicano notevoli differenze di accesso alle cure tra le regioni: i cittadini delle regioni meridionali, meno prospere, hanno una probabilita' quasi doppia di riscontrare un bisogno sanitario non soddisfatto rispetto a quelli nelle piu' ricche regioni settentrionali. Nelle regioni meridionali sono superiori anche il tasso di bisogni sanitari non soddisfatti legati ai tempi di attesa e alle distanze da percorrere". Il sistema sanitario e' efficace nonostante i minori fondi investiti: nel 2017 l'Italia ha destinato alla sanita' l'8,8 % del proprio Pil, collocandosi al di sotto della media europea, pari al 9,8 %. La spesa sanitaria pro capite si e' attestata a 2.483 euro, oltre il 10 % in meno rispetto alla media dell'Europa, pari a 2.884 euro. Gli stili di vita, secondo il rapporto Ocse, incidono sui decessi: circa un terzo delle morti registrate nel 2017 e' attribuibile a fattori di rischio comportamentali, tra cui i rischi connessi alla dieta, il tabagismo, il consumo di alcolici e la scarsa attivita' fisica. Nel dettaglio, nel 2017, 98.000 decessi sono riconducibili a rischi connessi alla dieta, 90.000 al fumo di sigarette. Sul fronte della patologie, invece, cardiopatia ischemica (90 decessi ogni 100mila abitanti) e ictus (75 decessi ogni 100mila abitanti) sono le due principali cause di morte. Infine, il rapporto evidenzia un rischio di carenza di medici per il mancato ricambio generazionale: nel 2017 piu' della meta' dei medici italiani in attivita' aveva 55 o piu' anni, la percentuale piu' elevata di Europa (media di 38 anni). Parallelamente, l'Italia, tra il 2010 e il 2018, ha "perso" 8.800 giovani medici che hanno preferito trasferirsi all'estero. 

Leggi Tutto »

Un 2020 con luci e ombre per l’economia italiana

 Un 2020 con luci e ombre per l'economia italiana che sconta il traino negativo di un ultimo trimestre 2019 sostanzialmente fermo, una situazione geopolitica che resta complicata e imprese e famiglie che guardano con crescente preoccupazione ai prossimi mesi. alle indagini condotte dall'Istat e dalla Banca d'Italia emerge un atteggiamento ancora cauto da parte delle imprese: le attese sull'evoluzione della domanda segnalano un'espansione delle vendite nel trimestre in corso e un miglioramento della domanda estera - in particolare nell'industria in senso stretto - cui pero' si contrappongono giudizi ancora sfavorevoli sulla situazione economica generale, soprattutto da parte delle societa' dei servizi e nelle aree del Sud e del Centro". Segnali positivi, poi, per le banche italiane sulla redditivita' grazie al taglio dei costi operativi e alla riduzione del flusso di crediti deteriorati ma continua il calo dei prestiti alle imprese specie quelle di "piccola dimensione", con una accentuazione a novembre in linea con la debolezza della domanda. Questo nonostante "le condizioni di finanziamento restino distese". Al contrario,"l'aumento del credito alle famiglie e' ancora solido, sia per i mutui sia per il credito al consumo". E proprio le famiglie, infine, hanno continuato ad aumentare i consumi nel quarto trimestre, sebbene a un tasso "piu' modesto del trimestre precedente" anche per "l'incertezza sull'evoluzione della situazione economica personale che e' tornata a salire". Il Reddito di cittadinanza innalzerebbe la spesa delle famiglie per un ammontare cumulato di circa 0,3 punti percentuali tra la seconda meta' del 2019 e il 2020.

Il quadro che traccia il bollettino economico della Banca d'Italia non cambia le stime espresse nel dicembre scorso nell'esercizio comune a tutte le banche centrali della Bce: per il 2020 il prodotto interno lordo italiano dovrebbe salire dello 0,5% per poi accelerare a +0,9% nel 2021 e a 1,1 nel 2022. Si tratta di previsioni piu' prudenti rispetto a quelle del governo e del ministro dell'economia Gualtieri che, nei giorni scorsi, ha detto possibile inoltre un aumento oltre lo 0,6% delle stime ufficiali. E sono comunque peggiorative rispetto a quelle del bollettino economico del luglio scorso. Da allora il quadro macroeconomico italiano, europeo e globale e' cambiato, inducendo la Bce a proseguire nelle misure di politica espansiva, direzione confermata dalla neo presidente Lagarde. Le nubi sui dazi non si sono completamente diradate dopo l'accordo Usa-Cina (almeno per quanto riguarda l'Europa). La stasi del quarto trimestre peraltro "potrebbe essere soggetta a rischi al ribasso, qualora la persistente debolezza della manifattura dovesse avere avuto ricadute piu' significative sugli altri settori dell'economia e in particolare sui servizi rispetto a quanto suggerito dagli indicatori attualmente disponibili". E l'Istat ha confermato che l'inflazione per l'intero 2019, con un indice allo 0,6%, risulta dimezzata rispetto al 2018. E se per il mese di dicembre si registra una "lieve accelerazione" su base annua, passando dallo 0,2% di novembre allo 0,5%, a dare la spinta e' la voce carburanti. Di buono c'e' che per il nostro paese l'interesse degli investitori esteri prosegue: "tra gennaio e novembre gli acquisti netti dall'estero sono stati complessivamente pari a 108 miliardi, di cui 90 in titoli pubblici, un importo superiore alle emissioni nette del Tesoro nello stesso periodo" "la maggiore debolezza del quadro internazionale, in parte compensata dall'intonazione piu' espansiva della politica monetaria e dalle migliorate condizioni sui mercati finanziari italiani". A sostenere l'attivita' sara' "la domanda interna e una progressiva ripresa degli scambi internazionali. I margini inutilizzati di capacita' produttiva si riassorbirebbero solo in parte". E le imprese sono caute per il 2020 con una modesta "espansione degli investimenti". "Sulla base degli indicatori congiunturali disponibili si stima che nel quarto trimestre la produzione industriale sia diminuita". D

Leggi Tutto »

Turismo, 40 miliardi di entrate nei primi 10 mesi del 2019

Stando ai dati dell'Ufficio Studi Enit, sono oltre 360 milioni le notti trascorse in Italia fino ad ottobre 2019 (+4,4%) e che hanno apportato introiti per circa 40 miliardi. Il brand Italia ha attratto ben 3 milioni di partecipanti ad eventi organizzati e sponsorizzati nel mondo del lusso. Quasi 32 milioni di occasioni di visibilità del Bel Paese attraverso azioni di comunicazione pubblicitaria mirate ed azioni di co-marketing. Il piano 2020 di Enit-Agenzia Nazionale del Turismo propone l'Italia della sostenibilità, a misura dei nuovi mercati e dei nuovi segmenti. Un'attenzione particolare al mercato domestico, soprattutto rivolto alle destinazioni delle aree interne e alle piccole e medie città della cultura. I mercati in rapida crescita come l'Asia e in particolare la Cina, con i nuovi target giovani ad alta capacità di spesa, sono al centro delle nuove campagne per un turismo capace di spendere durante tutto l'anno. Verso i Paesi di prossimità Enit ha previsto campagne per la valorizzazione di nuove esperienze turistiche destinate ai viaggiatori più fedeli per creare nuove motivazioni di vacanza in Italia. Sono 480 le iniziative già previste per il 2020 dalle sedi estere di Enit di cui circa il 20 per cento orientate anche alla valorizzazione della meeting industry. Enit ha destinato il 22,7 per cento ad iniziative sui nuovi target del lusso affluent e Hnwi (High Net Worth Individual). Si punta anche al turismo slow a cui sarà riservato il 34,8 per cento delle azioni Enit e al turismo active con il 26,7 per cento delle attività. Sono oltre 40 le fiere previste nel 2020 accompagnate da specifici workshop per operatori del settore.

Leggi Tutto »

Nel 2019 il mercato dello shopping online in Italia ha sfiorato i 31,6 miliardi di euro

Nel 2019 il mercato dello shopping online in Italia ha sfiorato i 31,6 miliardi di euro con un +15% rispetto al 2018, l'incremento più alto di sempre in valori assoluti (4,1 miliardi di euro), come indicato dall'Osservatorio ecommerce B2C promosso dalla School of management del Politecnico di Milano e da Netcomm. Anche lo scorso anno la crescita è stata dominata dall'acquisto di prodotti, che hanno raggiunto i 18,1 miliardi di euro (+21%) grazie a 281 milioni di ordini e a uno scontrino medio di circa 66 euro. I dati di Trovaprezzi.it, il comparatore di prezzi online leader in Italia, ancora una volta offrono una fotografia delle intenzioni e delle abitudini di acquisto online degli italiani e dimostrano, con un aumento del 14% delle ricerche rispetto all'anno precedente, come il commercio elettronico nel 2019 abbia trainato la crescita retail complessiva. Ma chi sono gli utenti più attivi, da dove cliccano e soprattutto cos'hanno acquistato nel 2019? L'identikit fornito da Trovaprezzi.it conferma la tendenza già rilevata lo scorso anno: nel 59% dei casi le ricerche sono state effettuate da uomini e gli utenti più attivi hanno un'età compresa tra i 35 e i 44 anni (26% sul totale degli utenti).

Anche nel 2019, le regioni settentrionali hanno contribuito quasi alla metà delle ricerche totalizzando complessivamente circa il 46% delle ricerche, con Milano in testa su Roma (8 visite contro 5,6 per abitante, nonostante una crescita di quest'ultima del 33% rispetto al 2018). La regione in cui si è registrato il maggior incremento di ricerche nel 2019 rispetto all'anno precedente è stata però l'Umbria (+42%) seguita dal Trentino-Alto Adige (+37%), Puglia (+34%) e Marche, Basilicata e Liguria (+28%). Le città con un incremento di ricerche degno di nota si trovano invece al Sud: Pescara (+52%), Andria (+51%), Caserta (+47%), Palermo (+30%). Le ricerche effettuate da dispositivi mobili, nel 2019, hanno superato il 68% delle ricerche totali, di cui il 62% proveniente da smartphone. Nonostante siano passati oltre 365 giorni dalla precedente classifica, poco è cambiato nel podio di Trovaprezzi.it: Samsung si conferma il top brand per gli smartphone - nel 2018 con Galaxy S9 64GB e nel 2019 con Galaxy A50 128GB - mentre le Saucony Jazz Original e Armolipid Plus restano in testa alle ricerche rispettivamente di sneakers e integratori

Leggi Tutto »

A tavola affari criminali per 24,5 miliardi secondo Coldiretti

Dall’agricoltura all’allevamento, dalla distribuzione alimentare alla ristorazione, il volume d’affari complessivo annuale della criminalità dal campo alla tavola è salito a 24,5 miliardi di euro. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione del convegno organizzato dall'Arma dei Carabinieri sul tema 'Salute e Agroalimentare: dalla sicurezza più qualità'. La criminalità organizzata - ha sottolineato Prandini - opera attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell’Unione europea e caporalato. Ma - ha continuato Prandini - viene condizionato anche il mercato della compravendita di terreni e della commercializzazione degli alimenti stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto. In questo modo la malavita si appropria - ha spiegato il Presidente della Coldiretti - di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy. 

Non è un caso che di fronte al moltiplicarsi dei casi di frode e contraffazione alimentare quasi due italiani su tre (65%) hanno paura delle frodi e contraffazioni a tavola perché al danno economico si aggiungono i rischi per la salute, secondo l’indagine Coldiretti/Ixé. La contraffazione alimentare - sottolinea la Coldiretti - è un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull’inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo, dietro i quali spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi sui quali è importante garantire maggiore trasparenza.

Leggi Tutto »

Italia quarta per marchi e disegni europei

Le imprese che richiedono brevetti, marchi o disegni hanno il 21% di possibilita' in piu', rispetto alle altre, di aumentare il proprio fatturato. A dimostrarlo e' un recente studio dell'Ufficio europeo dei brevetti (EPO) e dell'Ufficio Europeo per la Proprieta' Intellettuale (EUIPO). L'Italia fa molto bene nella tutela dei marchi e dei disegni europei, aggiudicandosi la medaglia d'argento tra i Paesi Ue alle spalle della Germania e la quarta posizione tra i 25 big mondiali. Sul fronte dei brevetti, il nostro Paese si posiziona al decimo posto della classifica internazionale delle invenzioni depositate all'Epo. Far crescere la cultura dell'innovazione e della tutela della proprieta' intellettuale e' percio' fondamentale per consentire al nostro sistema produttivo di essere competitivo sui mercati internazionali. A questo scopo il Ministero dello Sviluppo Economico ha varato specifiche misure e incentivi, illustrati oggi dal Viceministro allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni, insieme con Carlo Sangalli, presidente di Unioncamere e della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Misure sulle quali le Camere di commercio, attraverso Unioncamere, sono impegnate dal 2009, in collaborazione con l'Ufficio italiano brevetti e marchi, al fianco delle imprese: oltre 56 milioni di euro le risorse del Ministero dello Sviluppo Economico che, negli anni scorsi, hanno consentito a quasi 4mila imprese di effettuare la registrazione di oltre 4mila marchi all'estero, la valorizzazione di 643 disegni e modelli e il riconoscimento di 44 marchi storici. 

 "Le Camere di commercio sono da tempo impegnate nella tutela e promozione della proprieta' intellettuale", ha sottolineato Carlo Sangalli, presidente di Unioncamere e della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. "Negli ultimi 10 anni il sistema camerale ha gestito oltre 56 milioni di euro di agevolazioni messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico grazie alle quali sono state supportate quasi 4mila imprese". Secondo Sangalli "brevetti, marchi e disegni sono asset immateriali che costituiscono per le aziende un fattore determinante per un vantaggio competitivo di lungo termine, con effetti importanti sulle economie territoriali. In Italia un posto di lavoro su 3, cioe' quasi 7 milioni di posti di lavoro, si trova nelle aziende che fanno un uso intensivo di marchi e brevetti. Queste aziende contribuiscono da sole al 46,9% del nostro Pil". L'Italia e' decima per numero di brevetti depositati nel 2018 all'Epo (Ufficio europeo brevetti). Malgrado un buon recupero rispetto al 2016 (+5,4%), i 4.400 brevetti depositati da imprese, fondazioni, enti pubblici e inventori italiani rappresentano il 2,5% delle 174mila domande pervenute. A trainare saldamente la classifica sono gli Stati Uniti che, nel 2018, hanno depositato oltre 43mila domande (un quarto di tutte quelle pervenute). Alle spalle degli Usa, la Germania, con quasi 27mila domande (il 15,3% del totale), quindi il Giappone (oltre 22mila domande, pari al 13% del totale). Milano si afferma come prima provincia per il deposito di brevetti (seguita da Torino e Roma), marchi (seguita da Roma e Torino) e disegni (seguita da Roma e Firenze). Milano rappresenta da sola il 25% dei depositi nazionali e l'81% dei depositi regionali di brevetto

Sottolineata anche l'importanza della proprieta' intellettuale, un tema trasversale, con un alto potenziale di controversie, che spesso non vanno in giudizio, perche' le parti, per motivi di riservatezza, questioni di tutela di immagine e esigenze nella rapidita' della decisione finale, tendono a negoziare. Tra le materie del contendere c'e' sicuramente la risoluzione del contratto di licenza e distribuzione del marchio e del know-how, il diritto di esclusiva, la violazione del diritto d'autore, la confondibilita' dei marchi, tutela del design, la coesistenza di marchi, gestibili con i servizi di arbitrato e mediazione dalla Camera Arbitrale di Milano, societa' in-house della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi. Gli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie in queste materie sono ad oggi ancora poco conosciuti e quindi poco diffusi, ma quando vengono utilizzati dagli avvocati e dalle parti i risultati sono positivi. In 5 anni (2014-2018) sono 25 i casi di mediazione in materia di proprieta' intellettuale (l'accordo e' avvenuto nel 42% dei casi; tempo minimo dell'accordo 24h in un caso di diritto di privativa per lo sfruttamento di un'immagine, tempo massimo 1 anno per coesistenza di marchi). 952 mila euro e' il valore medio delle controversie in mediazione. Sono 22 i casi di arbitrato in materia di proprieta' intellettuale, nel 40% dei casi si e' trattato di un arbitrato internazionale (con almeno una delle parti straniera), 1 arbitrato su 4 in lingua inglese. Proprieta' intellettuale e arbitrato e mediazione hanno un forte legame, come si vede anche dalle relazioni che intercorrono tra Camera Arbitrale di Milano con gli organismi europei e internazionali in materia di tutela di marchi e brevetti. Camera Arbitrale ha un proprio rappresentante nello Stakeholders advisory board di EUIPO (l'ufficio dell'Unione Europea per la proprieta' intellettuale, incaricato di gestire i marchi dell'Unione europea e i disegni e modelli comunitari registrati).

Leggi Tutto »

Protezione Civile, oltre 5,6 miliardi di euro di impatto economico per il maltempo

 Il Dipartimento della Protezione Civile ha trasmesso a Bruxelles il fascicolo con la stima dei costi relativi ai danni causati dagli eccezionali eventi meteorologici che, nell'autunno scorso, hanno interessato gran parte del territorio italiano, al fine di attivare il Fondo di Solidarietà dell'Unione Europea (FSUE), destinato a sostenere gli Stati membri dell'Ue colpiti da catastrofi naturali. L'impatto economico determinato dall'eccezionale ondata di maltempo, ammonta complessivamente ad oltre 5,6 miliardi di euro: di questi, oltre 4,5 miliardi sono i danni diretti relativi a edifici, infrastrutture pubbliche e ad attività produttive, mentre oltre 1,1 miliardi sono i costi relativi alla gestione dell'emergenza. La stima comprende danni diretti, sia pubblici che privati - vale a dire quelli che hanno compromesso edifici, infrastrutture e che hanno colpito industrie e imprese, il patrimonio culturale, le reti di distribuzione dell'energia, del gas, dell'acqua - e i costi eleggibili, sostenuti dallo Stato per far fronte alla prima fase dell'emergenza. Questi ultimi, in particolare, comprendono i costi per il ripristino immediato delle funzionalità di infrastrutture e impianti nei settori dell'energia, dell'acqua, delle acque reflue, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità, dell'istruzione; per i servizi d'emergenza legati al soccorso della popolazione colpita e ad assicurare gli alloggi provvisori; per la messa in sicurezza delle infrastrutture di prevenzione e per la protezione del patrimonio culturale; per l'immediata ripulitura delle zone danneggiate. Il dossier inviato alla Commissione Europea - per il tramite della Rappresentanza permanente d'Italia - rappresenta la sintesi, su scala nazionale, delle informazioni e dei dati comunicati al Dipartimento dalle Regioni e dalle Province autonome coinvolte: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Valle d'Aosta, Province autonome di Trento e Bolzano, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. 

La stima comprende danni diretti, sia pubblici che privati - vale a dire quelli che hanno compromesso edifici, infrastrutture e che hanno colpito industrie e imprese, il patrimonio culturale, le reti di distribuzione dell'energia, del gas, dell'acqua - e i costi eleggibili, sostenuti dallo Stato per far fronte alla prima fase dell'emergenza. Questi ultimi, in particolare, comprendono i costi per il ripristino immediato delle funzionalita' di infrastrutture e impianti nei settori dell'energia, dell'acqua, delle acque reflue, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanita', dell'istruzione; per i servizi d'emergenza legati al soccorso della popolazione colpita e ad assicurare gli alloggi provvisori; per la messa in sicurezza delle infrastrutture di prevenzione e per la protezione del patrimonio culturale; per l'immediata ripulitura delle zone danneggiate. Il dossier inviato alla Commissione Europea - per il tramite della Rappresentanza permanente d'Italia - rappresenta la sintesi, su scala nazionale, delle informazioni e dei dati comunicati al Dipartimento dalle Regioni e dalle Province autonome coinvolte: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Valle d'Aosta, Province autonome di Trento e Bolzano, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia

Leggi Tutto »

Disoccupazione a novembre stabile al 9,7%

 A novembre 2019, gli occupati crescono di 41 mila unita' rispetto al mese precedente (+0,2%), con un tasso di occupazione che sale al 59,4% (+0,1 punti percentuali). Lo ha fatto sapere l'Istat nella sua ultima nota dedicata al lavoro a novembre 2019. Secondo l'istituto di statistica l'andamento dell'occupazione e' sintesi di un aumento della componente femminile (+0,3%, pari a +35 mila) e di una sostanziale stabilita' di quella maschile. Gli occupati crescono tra i 25-34enni e gli ultracinquantenni, mentre calano nelle altre classi d'eta'; al contempo, aumentano i dipendenti permanenti (+67 mila) a fronte di una diminuzione sia dei dipendenti a termine (-4 mila) sia degli indipendenti (-22 mila). In crescita risultano anche le persone in cerca di lavoro (+0,5%, pari a +12 mila unita' nell'ultimo mese). L'andamento della disoccupazione e' sintesi di un aumento per gli uomini (+1,2%, pari a +15 mila unita') e di una lieve diminuzione tra la donne (-0,2%, pari a -3 mila unita'); crescono i disoccupati under 35, diminuiscono lievemente i 35-49enni e risultano stabili gli ultracinquantenni. Il tasso di disoccupazione risulta comunque stabile al 9,7%. La stima complessiva degli inattivi tra i 15 e i 64 anni a novembre e' in calo rispetto al mese precedente (-0,6%, pari a -72 mila unita'), e la diminuzione riguarda entrambe le componenti di genere. Il tasso di inattivita' scende al 34,0% (-0,2 punti percentuali). Anche nel confronto tra il trimestre settembre-novembre e quello precedente, l'occupazione risulta in crescita, seppure lieve (+0,1%, pari a +18 mila unita'), con un aumento che si distribuisce tra entrambi i sessi.

 Secondo le rilevazioni dell'Istat, nello stesso periodo aumentano sia i dipendenti a termine sia i permanenti (+62 mila nel complesso), mentre risultano in calo gli indipendenti (-0,8%, -43 mila); inoltre, si registrano segnali positivi per i 25-34enni e per gli over 50, negativi nelle altre classi. Gli andamenti mensili si confermano nel trimestre anche per le persone in cerca di occupazione, che aumentano dello 0,3% (+7 mila), e per gli inattivi tra i 15 e i 64 anni, in diminuzione dello 0,4% (-59 mila). Su base annua l'occupazione risulta in crescita (+1,2%, pari a +285 mila unita'), l'espansione riguarda sia le donne sia gli uomini di tutte le classi d'eta', tranne i 35-49enni. Tuttavia, al netto della componente demografica la variazione e' positiva per tutte le classi di eta'. La crescita nell'anno e' trainata dai dipendenti (+325 mila unita' nel complesso) e in particolare dai permanenti (+283 mila), mentre calano gli indipendenti (-41 mila). Nell'arco dei dodici mesi, l'aumento degli occupati si accompagna a un calo sia dei disoccupati (-7,1%, pari a -194 mila unita') sia degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,5%, pari a -203 mila).

Leggi Tutto »