L’Osservatorio

Cibo arricchito, il giro d’affari è di 2,4 miliardi

Nel carrello della spesa gli italiani sembrano cercare leggerezza, facile digestione, detox. E l'industria alimentare risponde a questa istanza salutista con una schiera sempre piu' ampia di referenze con componenti benefiche. "Le fibre - evidenzia un'analisi dell'Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy - si sono confermate nel 2018 il protagonista indiscusso del ''rich-in", ossia l'insieme dei prodotti accomunati dalla presenza in forma maggiore di qualche ingrediente. Sommando i claim che riguardano fibre e integrale si arriva a 4.351 dei 5964 prodotti monitorati. Complessivamente, nel 2018, i circa seimila prodotti che riportavano in etichetta la significativa presenza o l'aggiunta di componenti benefiche (come vitamina, calcio, fibre, Omega 3 e ferro) hanno sfiorato i 2,4 miliardi di euro di giro d'affari, contribuendo per il 9,5% alle vendite totali" delle referenze prese in analisi dal monitoraggio. In particolare, emerge dalla ricerca dell'Osservatorio Immagino, i prodotti che hanno sul packaging il claim integrale evidenziano trend di crescita ben superiori a quelli del largo consumo alimentare nel suo complesso: l'anno scorso le vendite dei prodotti integrali hanno un registrato, come rileva l'Osservatorio Immagino, un +7,7% rispetto ai 12 mesi precedenti, rallentando di poco quel boom del +9,1% del 2017. L'offerta e' aumentata del +10,7% rispetto al 2017 e si e' concentrata nei biscotti e, in misura inferiore, nei cereali per la prima colazione, nella pasta di semola e nei sostitutivi del pane. Il cibo arricchito con fibre ha chiuso il 2018 con un giro d'affari in crescita annua del +5,8%, tra biscotti, frollini, merendine, pasta integrale, yogurt funzionali e latte per l'infanzia.

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Coldiretti: nelle campagne persi 600 milioni per il terremoto

Il terremoto è costato agli agricoltori e agli allevatori delle zone colpite oltre 600 milioni di euro in tre anni a causa del crollo delle produzioni e delle vendite senza contare i danni strutturali a stalle, case e fabbricati rurali. E' quanto emerge dal bilancio della Coldiretti a tre anni dalla prima scossa che il 24 agosto 2016 che ha devastato ampie aree del centro Italia. Confrontando i dati del valore della produzione agricola pre-sisma nel 2015 con quelli dei tre anni successivi si rileva che - sottolinea la Coldiretti - nelle campagne marchigiane sono andati persi 160 milioni di euro, in Umbria si è registrato un buco di quasi 295 milioni di euro mentre nel Lazio sono stati "bruciati" 170 milioni di euro. Il valore della produzione agricola (Pil) -precisa la Coldiretti - è ancora complessivamente inferiore a quello del 2015 con punte di quasi il 15% in meno per l'Umbria e di circa il 7% in meno per le Marche a conferma del fatto che è ancora molto lontano il ritorno alla normalità. Tra i settori più colpiti c'è sicuramente - spiega Coldiretti - quello dell'allevamento con un calo ad esempio del 20% del latte per la chiusura delle stalle, ma in difficoltà è tutta l'economia locale con il crollo del 70% delle vendite nei paesi svuotati. Una situazione che non ha però scoraggiato la maggioranza di agricoltori e allevatori che, a prezzo di mille difficoltà e sacrifici, non hanno abbandonato il territorio ferito e sono riusciti a garantire la produzione della maggior parte delle tipicità. Lo dimostra il fatto - ricorda la Coldiretti - che sulle tavole rimane il ciauscolo, il caratteristico salame spalmabile marchigiano, il pecorino dei Sibillini e le tante altre specialità del territorio - continua la Coldiretti - come la patata rossa di Colfiorito, lo zafferano, il tartufo, il prosciutto di Norcia Igp o la cicerchia e la stessa lenticchia di Castelluccio di Norcia Igp che si trova in piena raccolta per una quantità attorno ai 3mila-4mila quintali in linea con lo scorso anno. In maggiori difficoltà si trovano altri settori Lenta ripresa anche per i 444 agriturismi che secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat operano nell'area dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria. Sono 25mila le aziende agricole e stalle censite nei 131 Comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo con una significativa presenza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali, e - conclude la Coldiretti - un rilevante indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo.

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Coldiretti, 3 italiani su 4 in malghe, frantoi e cantine

Tre italiani su quattro (75%) in vacanza al mare, in montagna o nel verde durante l'estate 2019 hanno scelto di visitare frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti locali a chilometri zero direttamente dai produttori e ottimizzare il rapporto prezzo/qualita'. E' quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe' dalla quale si evidenzia che, non a caso, il cibo rappresenta per quasi un italiano su cinque (19%) la principale motivazione di scelta del luogo di villeggiatura, mentre per un altro 53% costituisce uno dei criteri su cui basare la propria preferenza e solo un 5% dichiara di non prenderlo per niente in esame

Il cibo - sottolinea la Coldiretti - e' la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialita' enogastronomiche per un importo complessivo stimato nel 2019 in circa 30 miliardi all'anno, il massimo storico di sempre. L'alimentazione si conferma come il vero valore aggiunto della vacanza in Italia che leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull'agricoltura piu' green d'Europa di 5155 specialita' sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 297 specialita' Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche, la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati (ogm), 23mila agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica e le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino.

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Blangiardo (Istat): migliora l’occupazione, si valorizzi qualità

Oggi in Italia si registra "una minor fecondità" dovuta anche a "motivi di natura economica". Per migliorare la situazione demografica "è necessario che le famiglie, le coppie, siano messe in condizione di poter fare quei figli". Ne è convinto il presidente di Istat, Gian Carlo Blangiardo, che in un'intervista al Sussidiario.net ricorda come "la trasformazione della popolazione avrà sicuramente un impatto importante sulle variabili, come quella dei consumi, che poi incidono sul quadro generale economico". Quanto questa situazione demografica può accentuare i problemi dell'economia? "Non credo si sia in grado di misurare con precisione l'effetto, l'incidenza" che la situazione demografica italiana ha sull'economia. "Credo sia comunque ragionevole ipotizzare che ci sia una connessione - ha spiegato Blangiardo nell'intervista -. Per esempio, se le famiglie cambiano in termini numerici, ma soprattutto dimensionali, è evidente che ciò incide sui consumi. Sta crescendo la popolazione straniera, sempre più assimilata e integrata, ma probabilmente per motivi di minor reddito ha livelli di consumi mediamente più bassi rispetto alla popolazione autoctona". Quindi, secondo il presidente di Istat "dobbiamo mettere in conto che la trasformazione della popolazione avrà sicuramente un impatto importante sulle variabili, come quella dei consumi, che poi incidono sul quadro generale economico".

"E' necessario che le famiglie, le coppie, siano messe in condizione di poter fare quei figli che oggi non fanno - ha detto Blangiardo al Sussidiario.net, prima di partecipare a un incontro al Meeting di Cl - C'è una minor fecondità, un rinvio, che molto spesso diventa rinuncia, nell'avere il secondo o il terzo figlio, anche per motivi di natura economica, legati alla struttura del mercato del lavoro, alla difficile conciliazione tra maternità e lavoro. C'è anche un contesto culturale che non sembra gratificare chi eroicamente decide magari di fare più figli". Tutte queste cause, secondo il presidente di Istat"interagiscono e si sommano, producendo il risultato finale che poi osserviamo attraverso i dati statistici".

Gli ultimi dati sull'occupazione sono positivi perché "nel 2018 siamo tornati al livello di occupati pre-crisi". In Italia dobbiamo "cercare sempre più di valorizzare la quantità anche attraverso la qualità" del lavoro. Lo ha detto il presidente di Istat, Gian Carlo Blangiardo, che in un'intervista a il Sussidiario.net mette in evidenza i punti deboli del settore produttivo: "qualche volta non si fa rete, non c'è sufficiente apertura all'innovazione o la dimensione aziendale è troppo piccola". "L'aumento dell'occupazione e la diminuzione del tasso di disoccupazione sono dati di fatto - ha spiegato Blangiardo che oggi parteciperà a un incontro al Meeting di Cl a Rimini -. C'è semmai da tener conto che oltre agli aspetti quantitativi contano quelli qualitativi: non basta l'aumento dell'occupazione, ma è importante che questa sia qualitativamente di buon livello. Quindi tutte le problematiche della precarietà, del part-time involontario o di sottoutilizzo di lavoratori con un'alta formazione sono ancora aperte e c'è da augurarsi che si possa ottenere qualche miglioramento". Ci sono però degli "aspetti positivi" da non trascurare: "nel 2018 - ha aggiunto il presidente di Istat - siamo tornati al livello di occupati pre-crisi, cioè del 2008. All'interno di questo recupero, un ruolo particolarmente importante è stato quello dell'occupazione altamente qualificata nei settori dell'informazione e comunicazione, dei servizi alle imprese e dell'industria. Questo è un risultato confortante. Dobbiamo muoverci probabilmente in questa direzione e cercare sempre più di valorizzare la quantità anche attraverso la qualità"

"I punti deboli nel nostro settore produttivo, su cui si può cercare di intervenire, riguardano il fatto che qualche volta non si fa rete, non c'è sufficiente apertura all'innovazione o la dimensione aziendale è troppo piccola - ha ricordato Blangiardo nell'intervista a il Sussidiario.net -. Abbiamo poi alcuni ambiti produttivi in cui non siamo in grado di fare concorrenza a paesi nei quali il costo della manodopera è decisamente più basso. Però possiamo farcela laddove c'è bisogno di inventiva, di tecnologia, di capacità, anche di alto livello". Poi "dobbiamo riuscire a valorizzare sempre di più le bellezze naturali e il patrimonio di cultura presenti in Italia, provando così a trovare risposte alla situazione problematica e critica che in qualche modo siamo costretti ad affrontare".

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Crescono gli addetti nelle Srl

Crescono gli addetti (+4,3%), il fatturato (+6,9%) e il valore aggiunto (+6,5%) delle Srl in Italia. In Liguria, in particolare, gli addetti aumentano del +1,8% e il fatturato sale del +3,5%. I dati emergono dall'Osservatorio sui bilanci delle srl per il Triennio 2015-2017 realizzato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti. Lo studio, che ha riguardato 620.155 srl, propone un'elaborazione dei principali indicatori economici per provincia, ed ha confermato il trend emerso nell'autunno scorso (erano 413 mila le srl monitorate a fine ottobre 2018). Tra i settori, ottime performance dei trasporti (+8,3%) e del commercio (+8,1% per il 2017), seguiti dal comparto dei servizi professionali, finanziari e assicurativi (+6,7%). Nel dettaglio, la quota di srl che chiudono il bilancio in utile passa dal 69,1% del 2016 al 70,3% del 2017 (+1,2 punti percentuali), un po' meno rispetto a quanto rilevato ad ottobre 2018 (+72,8%).L'indice di redditivita' del capitale proprio (roe) sale dall'8,5% del 2016 al 10,1% del 2017, in linea con quanto rilevato ad ottobre 2018, mentre l'indice di redditivita' del capitale investito (roi) passa dal 9,1% del 2016 al 12,0% del 2017, manifestando una tendenza migliore rispetto a quella rilevata in autunno. Dall'analisi geografica emerge una crescita particolarmente sostenuta degli addetti in Molise (+8,4%) ed Emilia-Romagna (+6,3%), con particolare attenzione alla provincia di Modena (+10,8%) Per quanto riguarda il fatturato, invece, e' il Nord-Est a far registrare i migliori risultati: in particolare, il Friuli Venezia Giulia (+9,1%), l'Emilia Romagna (+9%) e il Trentino Alto Adige (+8,6%) presentano tassi di crescita piu' significativi. Infine, in termini di valore aggiunto, mentre per la Liguria si registra una crescita del 3,4%, le dinamiche piu' elevate si vedono in Trentino (+9,4%) Emilia Romagna (8,4%), Lazio (8,4%), Umbria (+8,4%), Veneto (+7,2%) e Lombardia (+7%). Al sud le regioni piu' dinamiche sono l'Abruzzo (+6,4%)e la Campania (+6,1%).

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Unioncamere, il Mezzogiorno traina la crescita delle imprese

Lecce e Sassari al vertice della classifica provinciale per tasso di crescita delle imprese nel secondo trimestre 2019. Secondo dati di Unioncamere e InfoCamere, le due province del Mezzogiorno registrano l'incremento relativo piu' elevato, rispettivamente +0,85% e +0,84%, precedendo di poco Bolzano (+0,83%), Aosta (+0,82%) e Prato (+0,79%). In valori assoluti, pero', sono Roma (+3.168) e Milano (+2.570) a segnare i saldi maggiori tra iscrizioni e cessazioni di impresa nel periodo compreso tra aprile e giugno scorsi, precendendo Napoli (+1.636) e Torino (+1.142). Unioncamere, l'ente guidato da Carlo Sangalli, sottolinea che nel secondo trimestre e' il Mezzogiorno a trainare la crescita delle imprese: delle 29mila unita' in piu' che risultano al Registro delle Camere di commercio come saldo tra iscrizioni e cessazioni, quasi 11mila, una su 3, si trovano nelle regioni del Sud. Il meridione mette a segno anche l'incremento relativo piu' elevato (+0,52%). Non a caso, nei primi 20 posti della graduatoria per tasso di crescita si incontrano 10 province meridionali: oltre a Lecce e Sassari, Vibo Valentia, Pescara, Brindisi, Caserta, Campobasso, Nuoro, Crotone e Palermo. In tutte le regioni, comunque, il trimestre si e' chiuso con il segno positivo: dalla Lombardia (5.014 imprese in piu'), alla Valle d'Aosta (101).

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Il 61 per cento durante l’estate decide di riscopre la colazione

Il 61 per cento delle persone durante l'estate decide di riscoprire l'importanza del primo pasto, a livello sia fisico che psicologico. A rivelarlo è lo studio di "Isola Bio Lab", l'osservatorio che analizza i trend legati al mondo della colazione, con metodologia WOA (Web Opinion Analysis), attraverso un monitoraggio di oltre 100 fonti fra testate, magazine, blog internazionali ed un pool di 30 esperti tra dietologi e nutrizionisti per analizzare il fenomeno della colazione in correlazione al periodo estivo e di vacanze. Una vita frenetica caratterizzata da ritmi estenuanti, tra impegni lavorativi improrogabili e routine quotidiana, l'obbligo di rimanere costantemente reperibili ed iperconnessi: oltre il 70 per cento degli italiani riconosce in questi elementi le cause di una vita insoddisfacente, andando a identificare l'estate come un'occasione per recuperare il tempo perduto (53%), potersi quindi dedicare ad attività accantonate a causa della quotidianità. La riscoperta del piacere di concedersi una lunga colazione è, per oltre 6 italiani su 10 (61 per cento), una di queste. 

 

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Fuochi d’artificio, circa 9 mila imprese impegnate nel settore

Fuochi d'artificio e feste all'aperto caratterizzano l'estate italiana in molte località turistiche. Sono impegnate in questo settore circa 9 mila imprese nazionali, un totale in crescita dell'1,1% in un anno e del 10,4% in cinque. E' quanto emerge da un'elaborazione Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese a marzo 2019, 2018 e 2014. La Campania è la prima regione per specializzazione in fabbricazione di fuochi d'artificio con una settantina di imprese. In particolare, Napoli ne conta 24, Caserta 19 e Salerno 15 su 187 nazionali. Seguono la Sicilia (30 imprese di produzione) con Catania (13) e Messina (11) e l'Abruzzo (19) con L'Aquila (8) e Chieti (6). Se però consideriamo anche le imprese che organizzano attività di intrattenimento varie, tra cui spettacoli viaggianti, giostre e allestimento di spettacoli pirotecnici, è la Lombardia a balzare in testa con 1.178 attività in totale (+0,7% rispetto al 2018, +19,4% dal 2014), seguita dalla stessa Campania e dal Lazio con oltre mille. Tra le province, prima Roma con 850 imprese (+0,6% in un anno, +2,2% in cinque), seguita da Napoli con 494 (-1,8%, +10,3%), Milano con 432 (-0,2%, +28,2%) e Torino con 307 (-1,3%, +3%). In Lombardia dopo Milano viene Brescia con 128 (+1,4% dal 2018, +11,3% dal 2014). Seguono Bergamo (119), Cremona e Pavia (94), Varese (86), Monza Brianza (82). Business da 986 milioni all'anno in Italia, di cui 865 per il divertimento e 121 milioni per i botti, concentrato in Lazio con 474 milioni e in Lombardia con 171 milioni. 

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A Ferragosto grigliata per 8 italiani su 10

Quasi 8 italiani su 10 (81%) colgono l'occasione della bella stagione per partecipare alle tradizionali grigliate al mare, in montagna, nei parchi, in campagna o nelle case dotate di spazi adeguati. E' quanto emerge dall'indagine Coldiretti /Ixe' su una delle passioni piu' radicate tra gli italiani a Ferragosto. Se la maggioranza assoluta preferisce quelle a base di carne (49%), il 22% quelle miste, il 21% quelle di pesce mentre ridotta e' la percentuale dei vegetariani (8%). "Per avere un ottimo risultato dalla cottura con il barbecue - sottolinea la Coldiretti - la regola di base e' quella di ricorrere a materie prime di qualita', molto meglio se Made in Italy, che garantiscono freschezza e genuinita' come sostengono i tutor della carne della Coldiretti che offrono consigli su acquisti e ricette nei mercati di Campagna Amica. E' poi possibile risparmiare fino al 50% con l'acquisto di tagli alternativi meno conosciuti e piu' economici, ma anche piu' adatti al piatto che si vuole portare in tavola, senza rinunciare alla qualita' italiana".

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Istat, novità in vista per la rilevazione del sommerso

L'Istat e' pronto a un restyling dei conti, con "miglioramenti dei metodi di misurazione". Tra le novita' l'aggiornamento della stima su quanto rende una casa di proprieta' e l'affinamento degli strumenti per la rilevazione del sommerso. E' probabile che l'operazione abbia un impatto sul livello del Pil, ma e' difficile pensare a stravolgimenti nelle variazioni percentuali di crescita, anno su anno. Piu' facile che qualche cosa si muova per i parametri che vengono calcolati in riferimento al valore assoluto del Pil, come debito, deficit. I dati annui usciranno il 23 settembre.(

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