Leggi Tutto »"Ritengo inaccettabili le polemiche sollevate da personaggi appartenenti a forze e associazioni di sinistra, che in queste ore si sono scagliati con violenza contro gli organizzatori del Family Day in programma domani di Ortona". Così Angelo Di Nardo, capogruppo al Comune di Ortona dello schieramento formato da Fratelli d'Italia-An, Noi con Salvini e lista civica Libertà e Comune per Ortona, scende in campo in difesa della manifestazione organizzata dal Popolo della famiglia.
"E' una manifestazione assolutamente legittima e alla quale va il nostro pieno supporto, finalizzata a sostenere e riaffermare i valori della famiglia tradizionale - prosegue Di Nardo -. Ognuno ha il diritto di pensare ciò che crede e di amare chi preferisce, ma nessuno può contestare il diritto a manifestare in difesa di un modello di famiglia basato sull'unione tra un padre e una madre. Nonostante queste famiglie siano rappresentative della stragrande maggioranza dei cittadini - continua il consigliere comunale del centrodestra - questo modello è costantemente denigrato e sotto attacco, da parte di chi pretende di farlo apparire come superato e antiquato, penalizzandolo nelle scelte politiche sia a livello locale che a livello nazionale".
Di Nardo, in conclusione, considera "meritevole e necessario riaffermare i valori alla base del concetto di famiglia tradizionale, lontani anni luce dalle idee di odio, intolleranza e discriminazione".
Festa dell’Unità a Pescara con De Vincenti e Decaro
Dall'1 al 3 settembre Villa de Riseis, a Pescara, ospita la Festa dell'Unita con la presenza di diverse personalita' politiche anche nazionali. Domenica 3 settembre il ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti e il sindaco di Firenze Dario Nardella. Nella serata inaugurale presente Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci. Il 2 settembre arriva il deputato Europeo del Pd Andrea Cozzolino. Prevista la presenza anche dei parlamentari Pd Vittoria D'Incecco, Gianluca Fusilli e Antonio Casticone, oltre che del presidente della Regione Luciano D'Alfonso, del vicepresidente Giovanni Lolli, e di molti assessori Pd quali Silvio Paolucci, Dino Pepe e Donato Di Matteo, oltre al segretario regionale Marco Rapino. Nell'ultima giornata l'intervento del sindaco di Pescara Marco Alessandrini. La tre giorni e' stata illustrata dai segretari provinciali e cittadino del Partito Democratico Francesca Ciafardini e Moreno Di Pietrantonio. "Questa Festa dell'Unita' - ha detto la segretaria provinciale - rappresenta anche l'occasione, oltre che per parlare di politica, per incontrare cittadini ed elettori e sapere da loro cosa si aspettano da noi. Chiediamo in un certo senso l'aiuto della cittadinanza per avere delle proposte che possano servire per fare meglio e crescere, oltre alle soluzioni da portare per il bene della comunita'"
Leggi Tutto »Rimpasto a Pescara, Di Matteo attacca: Alessandrini si dimetta per il bene della città
"Alessandrini si dimetta per il bene della città, da ora porteremo avanti un'azione libera e critica, al Comune, alla Provincia e in Regione, e soprattutto a Pescara sara' guerra pesante". Cosi' l'assessore regionale Donato Di Matteo il giorno dopo l'estromissione del suo fedelissimo Giuliano Diodati dalla Giunta comunale di Pescara, annuncia l'apertura di una nuova fase politica. Parole durissime nei confronti del sindaco, Marco Alessandrini, che ritiene unico responsabile dell'operazione; assolve invece il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso. "D'Alfonso e' responsabile di tutti i disastri ai quali assistiamo in Regione, ma in questa vicenda non c'entra nulla" dice Di Matteo. "A Pescara e' stata colpita una persona onesta e competente, che per questa estromissione non ha accettato alcun tipo di compromesso o compensazione - prosegue Di Matteo - Per noi non e' una sconfitta, ma una grande vittoria, perche' finalmente possiamo agire liberamente, nel segno di una linea di discontinuita', senza permettere piu' alcun inciucio e lanciando un messaggio di speranza alla gente in difficolta'". Nella nuova fase politica annunciata sara' coinvolta la componente del Pd che fa riferimento alla figura di Di Matteo: la parlamentare Vittoria D'Incecco, i consiglieri provinciali Vincenzo Catani e Annalisa Palozzo e i consiglieri comunali Tiziana Di Giampietro, Adamo Scurti e Lola Berardi. "La responsabilita' e' di questo sindaco, che fin dall'inizio ritenevo inadeguato, tanto e' vero che gli ho fatto campagna contro. Ha dimostrato di non essere ne' carne ne' pesce e di essere forse piu' adatto per i teatrini - aggiunge l'assessore regionale - Negli ultimi tempi, oltre a essere inadeguato, si e' dimostrato anche pericoloso". Di Matteo invita Alessandrini "a dimettersi, ad azzerare la giunta e a consentire ad altri di ripartire, se ci sono le condizioni, altrimenti e' meglio andare a casa".
"Sono molto arrabbiato per questo triste epilogo, c'e' modo e modo di fare le cose ed io sono stato mortificato dall'operato del sindaco Alessandrini, che e' il primo responsabile di questa situazione, fin dall'inizio ha dimostrato di non essere in grado di gestire le cose e sta dimostrando un cinismo fuori dal comune". Cosi' Giuliano Diodati, il giorno dopo l'ufficializzazione della sua estromissione dalla giunta comunale di Pescara, per fare posto a Gianni Teodoro. A fianco lui, in conferenza stampa a Pescara, l'intera componente del Pd legata a Donato Di Matteo, a partire dallo stesso assessore regionale, per arrivare alla parlamentare Vittoria D'Incecco, ai consiglieri provinciali Vincenzo Catani e Annalisa Palozzo, e ai consiglieri comunali Tiziana Di Giampietro e Adamo Scurti. Unica assente, per un problema personale, Lola Berardi.
"Per giorni ho ricevuto ampie rassicurazioni dal sindaco - prosegue Diodati -. A fine luglio abbiamo lavorato insieme per l'approvazione del bilancio, con l'obiettivo di far decadere tutti quegli emendamenti presentati da Teodoro, al quale oggi faccio spazio, e solo tre giorni fa ho partecipato alle riunioni con il sindaco e gli altri esponenti della giunta, per ragionare sulle deleghe da assegnare a Teodoro". L'ormai ex assessore svela alcuni retroscena e dopo avere rimarcato di "non riconoscersi piu' nel Pd guidato da questi vertici regionali e comunali", punta il dito contro il capogruppo Marco Presutti e contro il segretario cittadino Moreno Di Pietrantonio. "Sono loro che hanno condotto le trattative, dimostrandosi inadeguati e dilettanteschi - tuona Diodati -. Si sapeva che Presutti e' molto legato all'assessore Civitarese, mentre Di Pietrantonio e' molto amico di Cuzzi e aveva interesse a portare in giunta Simona Di Carlo, e il risultato e' che io non ho ricevuto alcuna tutela al momento dei negoziati".
Diodati elenca quelli che considera gli errori di Alessandrini, "che ha prodotto una situazione incredibile, alla base della quale c'e' il grave errore di non avere riconosciuto l'assessore uomo alla lista Teodoro in occasione della formazione originaria della giunta. In seguito - aggiunge l'ex assessore - quando la citta' aveva assorbito la nomina della giovane Veronica Teodoro, con un colpo di testa l'ha estromessa, ponendo in questo modo le premesse per l'ultimo rimpasto, dal quale la maggioranza non esce rafforzata ma indebolita, vista la schizofrenia dimostrata".
Leggi Tutto »Sgarbi: Stato in ritardo sulla ricostruzione
"Lo Stato, come del resto ha riconosciuto anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, e' in grave ritardo. Certo, Castelli ha avuto un danno piu' limitato, rispetto ad esempio all'Aquila o ad Amatrice. Ma proprio perche' piu' limitato, meritava un intervento piu' immediato, invece di buttare soldi in insensatezze". Cosi' il critico d'arte e mattatore televisivo Vittorio Sgarbi, ieri sera a Castelli, facendo il punto a un anno dal terremoto che ha colpito il centro Italia. "Del resto pero' le pastoie burocratiche fanno si che anche se ci sono i soldi, non si riesce a procedere. E cosi' i luoghi non vengono restituiti nei tempi giusti alla loro necessita' di essere vissuti e visitati, rimessi in sesto - ha continuato il critico d'arte -. Sgarbi ha messo in evidenza la necessita' "di restituire vita e vocazioni alle aree interne d'Abruzzo e d'Italia, e sopratutto ribaltare il pregiudizio del loro essere periferia di un altrove".
"Questi luoghi sono solo apparentemente periferici - ha spiegato - Roma e Milano sono piu' il centro, dove c'e' necessita' di andare fisicamente. Le nuove tecnologie ti consentono di essere al centro anche a Penne, Guardiagrele, e appunto a Castelli. Tra stare in una periferia di una citta', a tre quarti d'ora dal centro storico, e vivere in un borgo bellissimo, non vedo la differenza. Non viviamo piu' in quel modello di societa' dove per trovare lavoro si doveva necessariamente emigrare e trasferirsi. Oggi si possono avere intuizioni e realizzarsi vivendo in borghi apparentemente remoti, ma in realta' al centro della macchina produttiva. Questo ritorno alla condizione di vita nei borghi antichi puo' essere un'impresa formidabile, possono diventare luoghi residenziali, non solo turistici. I giovani lo stanno capendo. In questi luoghi piu' piccoli si trovano dimensioni umane che si perdono in grande citta' anonime". Per Sgarbi, "serve la coscienza e la sensibilita' di chi gia' vive in questi luoghi, che sono in fondo a un'ora dalle citta' piu' importanti, grazie anche ad una rete autostradale consolidata. Vivere in un borgo e' un'esperienza di maturita' e intelligenza, che va incentivata, favorita e accresciuta. Va fatto capire che vivere in luoghi meravigliosi come Castelli e' un privilegio, non certo un esilio".
Leggi Tutto »L’Aquila, inaugurato Vico Amatrice
Da oggi nel centro storico dell'Aquila c'e' un 'Vico Amatrice' dedicato ai 'fratelli' che hanno subito il terremoto 2016 sette anni dopo quello del capoluogo abruzzese: la targa per ora solo simbolica, perche' da apporre in un palazzo ancora da ricostruire, e' stata scoperta nel corso di una cerimonia alla presenza dei due sindaci, Pierluigi Biondi e Sergio Pirozzi, e del promotore, il gruppo di azione civica Jemo 'nnanzi, rappresentato dal presidente Cesare Ianni. "Chi ha attraversato la zona rossa del dolore sa che cos'e' e ha un altro passo a livello morale - ha detto il sindaco di Amatrice - Siamo simili, accomunati da essere gente di montagna, e queste somiglianze si sono ancora piu' strette con i rapporti umani. Abbiamo un'altra cosa uguale, la difesa del territorio, dell'identita', la difesa del patrimonio storico di millenni, e non ci facciamo mettere i piedi in testa da nessuno - ha aggiunto - Sono orgoglioso di essere qui, so che avete trattato benissimo la mia gente perche' avete sofferto e chi ha sofferto ha un altro passo. Questo e' il messaggio che parte dall'Aquila, insieme faremo tante cose".
Leggi Tutto »Marco Rapino (Pd Abruzzo) su questione giunta Pescara
“Il Sindaco Alessandrini, in questa ultima vicenda relativa alla ricomposizione della Giunta, si è fatto carico di una richiesta che proveniva direttamente dal Partito Democratico e dal suo gruppo consiliare: ricucire con i componenti della lista Teodoro. Il Pd Abruzzo riafferma con forza la stima per il lavoro svolto dal Sindaco e lo invita ad andare avanti nel percorso stabilito.” – afferma il Segretario dem Marco Rapino.
“Dopo quasi un anno di incomprensioni era arrivato il momento di risolvere il problema con quella lista e rilanciare questa alleanza per rendere più efficace il lavoro in Giunta e in Consiglio che presto dovranno esaminare importanti provvedimenti per il futuro della città” – aggiunge Rapino. “Non meno rilevante è la nostra volontà di rendere nuovamente vincente la coalizione di Centrosinistra nelle prossime elezioni comunali, regionali e politiche. Come già detto da Donato di Matteo nel corso della conferenza stampa di questa mattina il Presidente D’Alfonso non ha influito in questa vicenda ma, semplicemente, ha aiutato e continua ad aiutare al fine di ricomporre questo strappo. Il ruolo di Luciano D’Alfonso è quello che deve essere riconosciuto ad ogni amministratore di ogni livello: trovare soluzioni per la propria terra.”
Continua il Segretario: “Il Partito Democratico non deve in alcun modo risolvere i propri problemi interni attraverso la strumentalizzazione di fatti che risultano incomprensibili per i cittadini. La Regione oggi ha un Presidente che, per la prima volta, è riuscito a renderla protagonista sia attraverso un lavoro continuo e costante, sia attraverso una capacità e volontà straordinarie di risolvere i problemi; e di problemi storici la nostra Regione ne aveva e ha tanti, così come tante sono state le emergenze a cui la nostra popolazione è stata sottoposta negli ultimi due anni. L'attenzione per la gestione della cosa pubblica deve guardare al futuro e non fare nuovi debiti per le prossime generazioni. L'Abruzzo gode, oggi, di tanta credibilità sia a Roma che a Bruxelles e il motivo di tutto ciò sta nel fatto che questa Giunta Regionale ha saputo trovare la strada giusta per rispondere alle problematiche di tutto l’Abruzzo, trovando interlocutori che, nel passato, non ci hanno mai dato ascolto. Anche per tutte queste ragioni le dichiarazioni rilasciate dall'Assessore Di Matteo sono inaccettabili. Essere parte di una comunità politica non vuol dire coltivare nemici e alimentare climi di guerra. Lo invitiamo a riflettere sulle sue parole e a fare le dovute considerazioni. Come Partito Democratico non abbiamo il compito di tessere lodi e fare gli avvocati di difesa, ma di promuovere le ragioni del confronto e del coinvolgimento per offrire una proposta di governo sempre più efficace. Anche per questa ragione, come ben sa lo stesso Assessore Di Matteo, è nostra intenzione aprire un confronto serrato sull’agenda programmatica della Giunta, in particolare per definire il profilo e la linea che vogliamo seguire nei prossimi ventiquattro mesi di governo. A questo e per questo – conclude il Segretario - tutte le componenti del Pd sono invitate a partecipare e contribuire con idee e progetti sostenibili. Abbiamo bisogno di una battaglia di idee e di proposte, non di scenari che echeggino un’atmosfera da Cavalleria rusticana”.
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Rapino: inaccettabili le dichiarazioni dell’assessore Di Matteo
"Il sindaco Alessandrini, in questa ultima vicenda relativa alla ricomposizione della Giunta comunale di Pescara, si e' fatto carico di una richiesta che proveniva direttamente dal Partito Democratico e dal suo gruppo consiliare: ricucire con i componenti della lista Teodoro. Il Pd Abruzzo riafferma con forza la stima per il lavoro svolto dal sindaco e lo invita ad andare avanti nel percorso stabilito" afferma in una nota il segretario dem Marco Rapino. "Dopo quasi un anno di incomprensioni era arrivato il momento di risolvere il problema con quella lista e rilanciare questa alleanza per rendere piu' efficace il lavoro in Giunta e in Consiglio che presto dovranno esaminare importanti provvedimenti per il futuro della citta' - aggiunge Rapino - Non meno rilevante e' la nostra volonta' di rendere nuovamente vincente la coalizione di Centrosinistra nelle prossime elezioni comunali, regionali e politiche". "Come gia' detto da Donato di Matteo nel corso della conferenza stampa di questa mattina - prosegue la nota del segretario regionale del Pd Abruzzo - il presidente D'Alfonso non ha influito in questa vicenda ma, semplicemente, ha aiutato e continua ad aiutare al fine di ricomporre questo strappo. Il ruolo di Luciano D'Alfonso e' quello che deve essere riconosciuto ad ogni amministratore di ogni livello: trovare soluzioni per la propria terra".
"Il Partito Democratico non deve in alcun modo risolvere i propri problemi interni attraverso la strumentalizzazione di fatti che risultano incomprensibili per i cittadini - continua Rapino - La Regione oggi ha un presidente che, per la prima volta, e' riuscito a renderla protagonista sia attraverso un lavoro continuo e costante sia attraverso una capacita' e volonta' straordinarie di risolvere i problemi; e di problemi storici la nostra Regione ne aveva e ha tanti, cosi' come tante sono state le emergenze a cui la nostra popolazione e' stata sottoposta negli ultimi due anni. L'attenzione per la gestione della cosa pubblica deve guardare al futuro e non fare nuovi debiti per le prossime generazioni. L'Abruzzo gode, oggi, di tanta credibilita' sia a Roma che a Bruxelles e il motivo di tutto cio' sta nel fatto che questa Giunta regionale ha saputo trovare la strada giusta per rispondere alle problematiche di tutto l'Abruzzo, trovando interlocutori che, nel passato, non ci hanno mai dato ascolto. Anche per tutte queste ragioni le dichiarazioni rilasciate dall'assessore Di Matteo sono inaccettabili. Essere parte di una comunita' politica non vuol dire coltivare nemici e alimentare climi di guerra. Lo invitiamo a riflettere sulle sue parole e a fare le dovute considerazioni. Come Partito Democratico non abbiamo il compito di tessere lodi e fare gli avvocati di difesa, ma di promuovere le ragioni del confronto e del coinvolgimento per offrire una proposta di governo sempre piu' efficace. Anche per questa ragione, come ben sa lo stesso assessore Di Matteo, e' nostra intenzione aprire un confronto serrato sull'agenda programmatica della Giunta, in particolare per definire il profilo e la linea che vogliamo seguire nei prossimi ventiquattro mesi di governo. A questo e per questo - conclude il segretario Pd - tutte le componenti del Pd sono invitate a partecipare e contribuire con idee e progetti sostenibili. Abbiamo bisogno di una battaglia di idee e di proposte, non di scenari che echeggino un'atmosfera da Cavalleria rusticana".
Leggi Tutto »Di Matteo: non condivido il 90 per cento dei provvedimenti ma resto
"Sono tre anni che sono in sofferenza e il 90% dei provvedimenti non li condivido". Cosi' si e' espresso, a proposito della situazione nella Giunta regionale d'Abruzzo, l'assessore regionale Donato Di Matteo, nella conferenza stampa tenuta a Pescara il giorno dopo l'estromissione del suo fedelissimo Giuliano Diodati dalla Giunta comunale. Parlando della Regione prosegue: "In realta' sapevo che sarebbe finita con l'uomo solo al comando, che adesso si lamenta di non avere nessuno attorno e che finora con il suo cerchio magico ha prodotto solo provvedimenti contrari agli interessi dei cittadini. Io pero' non mi dimetto, perche' io analizzo il mio avversario guardandolo negli occhi e per andare via devo essere cacciato".
Leggi Tutto »Terremoto, in Abruzzo superati i 5mila sfollati
In Abruzzo i segni del terremoto si sono concentrati soprattutto in provincia di Teramo dove in un anno sono stati superati i cinquemila sfollati, con 4.681 persone costrette ad abbandonare le proprie case solo nel comune capoluogo. A fotografare i dati dei danni di quella sequenza di scosse senza fine, iniziata il 24 agosto di un anno fa e poi proseguita con le due scosse del 26 e 30 ottobre, quest'ultima di 6.5, e con quelle del 18 gennaio, tutte sopra i 5, tra Lazio e Abruzzo, seguite dalla slavina che ha investito l'Hotel Rigopiano con 29 morti, e' il report del Cor Abruzzo aggiornato al 27 luglio 2017. Dati che parlano di ben 9.421 sopralluoghi al 17 luglio 2017 effettuati con schede Aedes (agibilita' e danni nell'emergenza sismica), di cui 6.935 hanno interessato la sola provincia di Teramo e 2065 la provincia dell'Aquila. Sopralluoghi che hanno portato a dichiarazioni di non agibilita', a diversi livelli, per 4.275 edifici (di cui il 48% relative ad edifici privati). Oltre 200 gli edifici pubblici non agibili, 197 le scuole. Anche in questo caso a fare la parte del leone e' il teramano, con 150 scuole con diverse inagibilita' di cui 26 con esito E o E/F. Danni ingenti anche per gli edifici di culto, con 367 unita' che hanno subito danni a vari livelli. Un patrimonio, quello pubblico e privato, che duramente colpito dal sisma del 24 agosto ha visto una crescita esponenziale dei danni dopo la scossa del 30 ottobre. A confermarlo anche i numeri relativi agli sfollati: se in Abruzzo le persone sfollate e assistite tra strutture alberghiere e autonoma sistemazione erano 411 al 1 ottobre 2016, il numero e' salito a 3.921 al 31/12, fino ad arrivare a 5.488 al 17 luglio 2017. Dati a cui andrebbero aggiunti quelli dei danni alle infrastrutture e alle attivita' agricole, e la paura per eventuali danni alla diga di Campotosto, sottoposta a diversi controlli ed anche parzialmente svuotata, in via precauzionale, dopo le scosse del 18 gennaio.
Leggi Tutto »Cisl annuncia un fronte provinciale per difendere la sanità aquilana
Un "fronte provinciale, ma senza campanilismi" a difesa della sanita' aquilana, affrontando le preoccupanti criticita' come la carenza di personale, il debito del 2017 che e' gia' a 16 milioni di euro e la fuga dei primari. Questo l'auspicio emerso oggi nel corso degli "stati generali" convocati sul tema dal Comune capoluogo, in particolare dal vice sindaco con delega specifica Guido Liris, che e' anche medico ospedaliero, che ha incontrato i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e altre sigle. Non era prevista la presenza del direttore generale, Rinaldo Tordera, in sella da meno di un anno e mezzo dopo la nomina della giunta regionale di centrosinistra, con il quale ci sara' un momento successivo di confronto, ma al quale, comunque, alcuni sindacati non riservano valutazioni lusinghiere. Qualche sigla, da quanto si e' appreso, si scaglia sul manager e sulla Regione, qualche altra ricomprende nelle 'bocciature' solo l'amministrazione.
"Si comincia a parlare seriamente dei problemi della Asl, e' stato un incontro interlocutorio, da cui sono venuti fuori spunti e proposte interessanti - spiega Gianfranco Giorgi, responsabile Cisl L'Aquila - Si sta creando un fronte provinciale a difesa della Asl, vediamo se riusciamo a mettere insieme tutti: la speranza c'e', e il successo dell'operazione passera' solo attraverso il Comitato ristretto dei sindaci". Sul debito, "si e' evidenziato il discorso dei 16 milioni accumulati in 6 mesi di quest'anno - continua Giorgi per il quale "e' sorprendente che sia emersa solo adesso questa cosa, quando fino a poco tempo fa questi debiti non c'erano. Si vuole vedere quali capitoli hanno prodotto un simile buco, anche il vice sindaco approfondira'". "Se ci sono tagli, e ci potrebbero essere, ci saranno per tutti. Della riduzione eventuale del budget per recuperare i 16 milioni risentirebbero tutti - avverte poi - potrebbero essere chiusi anche dei reparti. Non credo che la Regione voglia arrivare a tanto, ma non sarebbe facile".
Il problema maggiore, per il sindacalista, e' comunque quello del personale, argomento su cui nelle scorse settimane il dibattito e' stato serrato. "Ho sostenuto con forza che non ci sono esuberi, al contrario c'e' forte carenza e nessuno dev'essere toccato, precario o meno, a qualsiasi titolo stia oggi lavorando nella Asl - ribadisce - Ci sono 400 caselle vuote nella pianta organica che e' stata approvata dalla Regione Abruzzo, con buchi in tutti i profili, medici, infermieristici, tecnici e amministrativi". Quanto alle responsabilita', Giorgi coinvolge l'amministrazione regionale di centrosinistra "che non autorizza nuovi concorsi, ma la direzione generale avrebbe dovuto sostenere con forza le carenze e non l'ha fatto", aggiunge
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