Primo Piano

Elezioni regionali, fumata nera dopo l’incontro Lolli – Febbo

"Siamo soddisfatti dal punto di vista istituzionale non dei contenuti: Lolli ha spiegato che ci sono altri pareri contrastanti rispetto al nostro che prevede il voto entro il 2 dicembre prossimo, e che sarà il presidente della Corte d'Appello a dover dirimere la questione. Noi abbiamo sottolineato che se ci saranno slittamenti, presenteremo ricorso al Tar essendoci precedenti, come quello della Polverini nel Lazio". Così il consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo al termine dell'incontro svoltosi a L'Aquila durato circa un'ora col consigliere Paolo Gatti e col capogruppo Lorenzo Sospiri, e col presidente reggente, Giovanni Lolli, sulla data delle elezioni anticipate. Non c'è quindi accordo tra le parti. I tre azzurri stamani avevano occupato l'aula consiliare di palazzo dell'emiciclo, sede del Consiglio regionale all'aquila, per protestare contro il ritardo nella fissazione delle elezioni anticipate alla luce delle dimissioni di Luciano D'Alfonso, eletto senatore del Pd, e per chiedere che la data cada entro il prossimo 2 dicembre. "Per il resto, il presidente Lolli ha smentito i problemi di bilancio e, lamento a parole, ha convenuto con noi che si deve andare al voto il prima possibile, e che la prossima settimana si deciderà la data delle elezioni - ha continuato Febbo -. Ma noi rimaniamo fermi sulla nostra posizione: dopo 6 mesi dalla elezioni di D'Alfonso e a cinque mesi dal termine entro cui avrebbe dovuto dare le dimissioni, ancora stiamo aspettando la data. E' assurdo", ha concluso Febbo, presidente della commissione di vigilanza e in corsa per la candidatura alla presidenza del centrodestra

Lolli: la prossima settimana saprete la data delle elezioni

"La prossima settimana saprete la data delle elezioni, così si saprà per quanto tempo ancora sarò presidente della Regione. Sono aquilano ma sarò il presidente di tutti gli abruzzesi e non mi candiderò perché ho una funzione istituzionale da portare avanti". Sono gli annunci che il presidente reggente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, ha fatto a margine di una conferenza stampa all'Aquila su un bando per la ricostruzione post terremoto 2009. Il riferimento principale di Lolli, a cui è passata la responsabilità dell'ente dopo le dimissioni lo scorso 10 agosto di Luciano D'Alfonso, convalidato nel ruolo di senatore del Pd, è alla interlocuzione attivata già contatti e un incontro nei giorni scorsi, con il presidente della Corte d'Appello, Fabrizia Francabandera, e il presidente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, con i quali si dovrà fissare la data delle elezioni anticipate. Decisione che dovrà essere uffcializzata con un decreto proprio dal presidente reggente. "Spero di chiudere la partita la prossima settimana su una tematica delicata e complessa in cui come ho già detto deve prevalere il rispetto delle norme e dei cittadini". In Abruzzo, c'è un dibattito acceso tra quanti chiedono di votare in autunno e quanti vogliono fissare per il prossimo febbraio-marzo.

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Bellachioma candidato del centrodestra in Abruzzo per le regionali

Sarà l'onorevole Giuseppe Bellachioma il candidato del centrodestra in Abruzzo. A sostenerlo è un articolo sul quotidiano Il Foglio firmato da Valerio Valentini. Secondo il cronista la convergenza su questo nome sarebbe giunta dopo "una serie d'incontri e telefonate tra il ministro dell'Interno e il deputato di origini teramane". 

L'ufficialità potrebbe giungere sabato, quando la Lega scenderà di nuovo in piazza per chiedere di fissare la data delle elezioni dopo le dimissioni di Luciano D'Alfonso, eletto in Senato. 

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Meloni: pretendo il voto entro il 2018

 "Non solo lo auspico, ma pretendo un voto entro il 2018 perché la democrazia funziona così. La democrazia non funziona se c'è un partito che non rappresenta più nessuno e che vuole tenere ostaggio centinaia di migliaia di persone che lo vogliono mandare a casa solamente perché non è convinto di rivincere". Lo ha detto, a proposito della data del voto in Abruzzo, la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, a margine dell'evento "L'Abruzzo speciale: una terra fragile è bellissima", promosso a Pescara in vista delle prossime elezioni regionali. "Questa roba qui - sottolinea Meloni - la fa solo la sinistra in Italia: quella di fare i governi quando sei arrivato ultimo, quella di rimanere abbarbicati anche quando ti hanno mandato a casa, quella di non voler rispettare la legge che prevede che si debba trovare entro un certo lasso di tempo quando si sceglie e si opta per un altro incarico, perché D'Alfonso ha preferito giustamente scappare dall'Abruzzo avendo davanti un futuro poco felice".

 "Il Pd non a caso è in condizioni difficili perché in questi anni ha lasciato risultati drammatici e a me ha fatto molto sorridere che D'Alfonso abbia utilizzato una delle ultime sedute del Consiglio regionale per dare mandato all'avvocatura dello Stato di denunciarmi perché avevo parlato male di Mattarella". Così a Pescara la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, a margine dell'evento "L'Abruzzo è speciale: una terra fragile e bellissima". "Se avesse dedicato lo stesso tempo a capire come si scrive un bilancio - prosegue Meloni - non gli avrebbero rimandato indietro il bilancio per cinque anni".

"Lancio il mio appello ai partiti del centrodestra - ha aggiunto - a partecipare a questo tavolo, ad aiutarci ad allargarlo. Partire dal programma, definire un programma serio e credibile, confrontarlo con i cittadini e poi scegliere un candidato. Non si parte da 'il candidato spetta a me', si parte dal candidato migliore". "Prima gli abruzzesi rispetto a tutto, anche rispetto agli interessi dei partiti. A questa regione diamo una possibilità di cambiare, di costruire un futuro che dia opportunità e dignità", ha parlato.

"La prima priorita' per l'Abruzzo e' l'accessibilita'. C'e' un problema di collegamenti e noi vorremmo lavorare su un piano serio di accessibilita'. In altre parole pari opportunità". Lo dice Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. "C'e' un problema di infrastrutture, di dissesto delle strade, ci sono migliaia di cittadini che per raggiungere il primo ospedale - ha aggiunto Meloni - ci mettono piu' di un'ora, ci sono studenti che si devono alzare prima che sorga il sole per raggiungere il loro luogo di studio, per arrivare a Roma ci si mettono almeno tre ore e mezza e si fa prima col motorino". Secondo la leader di Fratelli d'Italia, invece, bisogna "mettere gli abruzzesi in condizione di competere ad armi pari con il resto delle regioni italiane perche' l'unita' d'Italia non esiste se poi ci sono dei cittadini che hanno alcune opportunita' e altri che ne hanno molte meno non in ragione delle proprie capacita' ma in ragione della realta' nella quale si trovano a nascere". 

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Marco Rapino si dimette da segretario del Pd Abruzzo

Marco Rapino ha rassegnato oggi le sue dimissioni da Segretario regionale del Pd Abruzzo. Questa la sua lettera agli iscritti. 

 

“Care Amiche e Cari Amici,

Oggi il Pd abruzzese deve fare un passo avanti, uno sforzo congiunto, unitario, per affrontare in piena forza le tornate elettorali che ci attendono. Saremo in grado di essere una comunità politica all’altezza di questa sfida? Lo ripeto ogni volta dal 4 marzo, in ballo non ci sono i destini personali, ma un destino collettivo. In questo momento storico deve prevalere più di sempre l’interesse della comunità rispetto all’ambizione individuale. Proprio per questo ho deciso di rassegnare le mie dimissioni e ieri ho formalizzato le mie dimissioni al Presidente dell’Assemblea regionale, Camillo D’Alessandro. Spero che attraverso il mio gesto il Pd possa ritrovare spirito di coesione e proposte per affrontare il cammino nuovo che lo aspetta.

Questi anni da segretario sono stati i più belli della mia vita, ho potuto conoscere, capire, incontrare uomini e situazioni che non avrei mai immaginato di poter raggiungere. Voglio ringraziare ognuno di voi per il viaggio straordinario. Ci sono stati momenti difficili che lasciano nel mio bagaglio una grande ricchezza. Ringrazio gli iscritti, gli elettori, i segretari di circolo, tutti gli amministratori ed ognuno di voi che in questi anni non si è sottratto. Fare il segretario era il sogno della mia vita e oggi che si conclude la mia esperienza, posso dire di provare solo una grandissima gratitudine verso la nostra comunità politica. Adesso ci aspettano mesi e anni fondamentali dove dovremo essere in grado di voltare pagina, cambiare e fare del Pd un nuovo soggetto politico all’altezza del mondo dove viviamo. Continuerò a dare il mio contributo quotidianamente. Ritengo che in questo momento ci sia bisogno di tutti e che tutti si sentano coinvolti in un processo di cambiamento inevitabile. Lasciatemi dire che non dobbiamo spaventarci, ma dobbiamo metterci tutto il nostro coraggio.

E’ la storia che ce lo impone. L’Italia sta vivendo un momento di enormi difficoltà, il governo populista con la sua propaganda rischia di demolire i valori sui quali abbiamo costruito l’Italia dal dopoguerra. Abbiamo il dovere di rialzarci, di smetterla di pensare ai piccoli problemi personali e di rimetterci in cammino.

In questi anni so di aver fatto molti errori e alcune cose buone. Sono convinto però di non aver mai anteposto la mia ambizione all’interesse della nostra comunità politica. Con la scelta di oggi ritengo di creare le condizioni affinché anche in Abruzzo il Pd avvii una discussione profonda che lo porterà a Congresso subito dopo le elezioni regionali. La tornata elettorale che ci apprestiamo a vivere va affrontata con la certezza di aver governato bene la nostra Regione e con la sicurezza di proposte che parlino di cose da fare per il futuro. Dobbiamo sapere che nell’epoca della percezione i nostri avversari faranno di tutto per raccontare e distorcere quello che proporremo. Noi dobbiamo parlare del futuro dell’Abruzzo, allearci con i cittadini, essere perno di una coalizione che riparta dai contenuti, dagli amministratori locali e che abbracci gli abruzzesi che vogliono fare della nostra Regione un luogo più bello dove vivere. Per raggiungere gli obiettivi abbiamo bisogno che il Pd torni a fare il Pd. Spero che le mie dimissioni non aprano polemiche, ma suggeriscano soluzioni. Lascio il Pd nelle mani sicure del Vice Segretario, Renzo Di Sabatino e del coordinamento politico appena costituito. Voglio rassicurare tutti gli iscritti che queste sono decisioni personali, tratte dopo un percorso di riflessione che mi ha portato a comprendere la misura dei miei errori e ritenere che per sanare le ferite la rinuncia a concludere il mio mandato fosse la scelta più giusta. Da subito continuerò ad aiutare il nostro Partito come semplice  iscritto. Per fortuna ci si dimette dalle poltrone e non dalle passioni. Un grazie davvero grande”.

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Cresce il numero di Partite IVA

 In Italia nel secondo trimestre del 2018 sono state aperte 130.400 nuove partite Iva, con un aumento del 2,7%rispetto allo stesso periodo dell'anno passato. A crescere sono soprattutto le nuove attività nel Mezzogiorno e nel settore dell'agricoltura, mentre calano la ristorazione e le attività finanziarie. A certificarlo sono i dati dell'Osservatorio sulle partite Iva del Mef, resi noti dal Dipartimento delle Finanze. Anche se la maggior parte delle aperture rimane al nord e al centro Italia, i più consistenti incrementi di avviamenti sono avvenuti in Calabria (+12%), Basilicata (+10,6%) e Sardegna (+10,2%), mentre diminuzioni si registrano nelle Marche (-5,3%), nella Provincia autonoma di Bolzano (-3,6%) e in Liguria (-1,7%). Rispetto al secondo trimestre del 2017, l'Osservatorio rileva un moderato aumento di avviamenti per le persone fisiche (+3,6%) e le società di capitali (+1,3%), mentre prosegue il trend decrescente delle società di persone (-8,2%).Tra i settori principali si osservano più nuove aperture soprattutto nell'agricoltura (+14%), nei servizi d'informazione (+9,1%) e nell'istruzione (+8,5%). Le flessioni più evidenti interessano le attività finanziarie (-6,5%), l'alloggio e la ristorazione (-4%) e le attività artistiche (- 2,8%). La ripartizione di genere mostra un leggero calo della quota maschile, ora pari al 61,7% del totale. Il 46,1% delle nuove partite Iva è stato aperto da giovani fino a 35 anni, il 32,7% da imprenditori tra i 36 e i 50 anni. I soggetti che hanno aderito al regime agevolato forfetario risultano 48.696, pari al 37,3% del totale delle nuove aperture, con un aumento del 4,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.Esprime soddisfazione per il boom delle nuove attività in agricoltura la Coldiretti, che evidenzia "il crescente numero di giovani interessati a fare impresa in campagna". Per l'associazione di rappresentanza degli agricoltori, quello pubblicato del Mef è un dato coerente "con la corsa alla terra in atto tra le nuove generazioni con l'Italia". 

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Zona economica speciale, i sindacati: l’Abruzzo non perda l’occasione

"La scelta della Regione Molise di aderire a una Zona economica speciale (Zes) interregionale con la Puglia non deve pregiudicare la possibilità che anche l'Abruzzo realizzi una Zes che può favorire lo sviluppo delle imprese già operanti nel territorio e l'insediamento di nuove attività industriali". Lo affermano i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Sandro Del Fattore, Leo Malandra e Michele Lombardo. La Regione Abruzzo, con decreto di Giunta regionale 593 del 7 agosto scorso - dicono i segretari - ha deliberato per l'istituzione della Zes con la regione Molise, mentre già cinque giorni prima questa aveva a sua volta presentato richiesta formale di adesione alla Zona economica speciale 'Adriatica', in corso di istituzione da parte della Regione Puglia. Tutto da rifare dunque, tanto tempo perso e il rischio concreto di perdere questa importante opportunità". "Bisogna cambiare passo immediatamente" dicono i tre sindacalisti e chiedono alla Giunta regionale "di attivarsi immediatamente per presentare una nuova candidatura all'istituzione della Zes e conseguentemente redigere il piano di sviluppo strategico e la perimetrazione delle aree da includere". Le tre sigle chiedono inoltre di "essere urgentemente convocate per discutere nel merito ponendo subito la necessità che la Zes abruzzese sia un vero strumento di politica economica ed industriale della regione e non una mera agevolazione fiscale a pioggia per alcune imprese. La Zes - dicono - dovrà essere accompagnata da investimenti in infrastrutture materiali e immateriali e tutti gli attori in campo dovranno agire in una logica di sistema per sviluppare una grande opportunità di internazionalizzazione delle imprese, a partire da quelle dimensionalmente più piccole". "Con la costituzione delle Zes l'Abruzzo deve riuscire in tempi rapidi ad aprire uno sbocco commerciale con il mondo, ad innovarsi e a dotarsi di infrastrutture adeguate, solo così potrà attrarre investimenti, creare lavoro e rifuggire dal rischio di una pericolosa deindustrializzazione", concludono i segretari. 

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Nel primo semestre 2018 in Abruzzo protesti per 8,5 milioni di euro

Nel primo semestre 2018 in Abruzzo sono stati protestati 5.520 effetti per un totale di 8,5 milioni di euro e un importo medio di 1.541 euro. E' quanto emerge dalle elaborazioni che il Cresa ha realizzato sui dati del Registro informatico dei protesti delle Camere di commercio di Infocamere.

Tra le province emerge Pescara per numero di effetti protestati (1.614 che costituiscono il 29,2% del totale regionale) e Chieti per valore degli effetti protestati (2,633 milioni di euro pari al 31,1% del totale abruzzese). La provincia di Teramo spicca sia per il minor numero di effetti protestati sia per il loro minore importo totale (rispettivamente 1.072 pari al 19,4% e 1,710 milioni di euro pari al 20,1%). La provincia dell'Aquila rappresenta circa un quarto sia del numero dei protesti regionali (25,6%) che del loro importo totale (23,4%).

Tra il 2016 e il 2017 in Abruzzo è diminuito sia il numero dei protesti levati (-13,0%) che il loro importo totale (-17,2%) con conseguente diminuzione dell'importo medio (passato da 1.630 euro a 1.551 euro). Tali andamenti sono dovuti a flessioni di entrambi gli indicatori che hanno coinvolto tutte le province (in particolare Teramo con rispettivamente -28,7% e -26,4%). Teramo è l'unica provincia dove, al contrario delle altre, l'importo medio è aumentato (da 1.577 a 1.628 euro).

Riguardo ai comuni capoluogo si nota che durante il I semestre 2018 il numero di effetti protestati è stato particolarmente alto a Pescara (1.063) dove hanno raggiunto un importo totale di 1,5 milioni di euro. Gli altri capoluoghi mostrano situazioni differenti con L'Aquila e Chieti che si attestano su valori molto più bassi (rispettivamente 355 e 316 protesti per un ammontare di 625.859 e 532.557 euro) e Teramo dove è stato levato 1 solo protesto per un ammontare di 2.614 euro.

I capoluoghi provinciali abruzzesi rappresentano un peso diversificato rispetto al totale degli effetti protestati nella rispettiva provincia: mentre Pescara costituisce circa i 2/3 del totale, L'Aquila supera un quarto, Chieti si aggira intorno al 20% e Teramo non raggiunge neanche lo 0,5%.

Nel periodo 2016-2017 mentre il numero di protesti è diminuito in tutti i capoluoghi provinciali (in particolare a Teramo -33,3%) l'importo totale dei protesti è calato ovunque con la sola eccezione rappresentata da Teramo dove è aumentato del 69,0%. Di conseguenza, mentre in tutti i capoluoghi l'importo medio è sceso, a Teramo è aumentato da 133 a 338 euro.

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Fisco, secondo la Cgia l’evasione delle tasse in Abruzzo tocca il 20 per cento

Dall’Ufficio studi della CGIA segnalano che negli ultimi 20 anni (1997- 2017) il peso delle tasse in capo ai 41 milioni di contribuenti italiani è aumentato di quasi 200 miliardi di euro (per la precisione 198). Una cifra da far tremare i polsi e che rende immediatamente l’idea di quanto le richieste dell’erario siano diventate spaventosamente onerose. E se l’inflazione in questi 2 decenni è aumentata di quasi 43 punti percentuali, le entrate tributarie sono cresciute di oltre 65 punti, vale a dire il 22,5 per cento in più del costo della vita. “Come emerge in molti manuali di scienza delle finanze – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo - con un carico impositivo smisurato anche l’evasione fiscale assume dimensioni economiche preoccupanti. Secondo una nostra elaborazione, infatti, la media nazionale dell’evasione fiscale è al 16,3 per cento, con punte del 24,7 in Calabria, del 23,4 in Campania e del 22,3 per cento in Sicilia. A livello nazionale stimiamo che le imposte sottratte al fisco siano poco più di 114 miliardi di euro”.

Dalla CGIA fanno sapere che l’insieme delle imposte evase a livello regionale è stato stimato applicando al valore aggiunto sommerso un coefficiente determinato dal rapporto tra il gettito fiscale e il valore aggiunto desumibile dai conti nazionali, al netto dell’economia non osservata

“In linea generale – segnala il segretario della CGIA Renato Mason - in nessun altro Paese d’Europa viene richiesto uno sforzo fiscale come in Italia. La nostra giustizia civile è lentissima, la burocrazia ha raggiunto livelli ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione rimane la peggiore pagatrice d’Europa e il sistema logisticoinfrastrutturale registra dei ritardi spaventosi: nonostante queste inefficienze, la richiesta del nostro fisco si colloca su livelli elevatissimi e, per tali ragioni, appare del tutto ingiustificata”. L’armamentario fiscale italiano è composto da oltre 100 voci: una sequela di addizionali e bolli, dai canoni ai contributi, dai diritti alle imposte per passare alle ritenute. Non mancano, ovviamente, le tasse i tributi e le sovraimposte; senza contare che paghiamo, purtroppo, anche le tasse sulle tasse. L’esempio più clamoroso lo subiamo quando ci rechiamo a fare il pieno alla nostra autovettura. La base imponibile su cui si applica l’Iva è composta anche dalle accise sui carburanti

Con un giorno di lavoro in più rispetto al 2018, nel 2016 (ultimo anno in cui è possibile effettuare una comparazione con i paesi Ue) i contribuenti italiani hanno lavorato per il fisco fino al 2 giugno (154 giorni lavorativi), vale a dire 4 giorni in più rispetto alla media registrata nei Paesi dell’area euro e 9 se, invece, la comparazione è realizzata con la media dei 28 Paesi dell’Unione europea.

Se confrontiamo il “tax freedom day” italiano con quello dei nostri principali competitori economici, solo la Francia presenta un numero di giorni di lavoro necessari per pagare le tasse nettamente superiore a quello italiano (+21); tutti gli altri, invece, hanno potuto festeggiare la liberazione fiscale con un netto anticipo. In Germania, ad esempio, 7 giorni prima di noi, in Olanda 12, nel Regno Unito 27 e in Spagna 28. Il paese più virtuoso è l’Irlanda: con una pressione fiscale del 23,6 per cento permette ai propri contribuenti di assolvere gli obblighi fiscali in soli 86 giorni lavorativi. Oltre all’eccessivo carico fiscale che grava sui contribuenti, concludono dalla CGIA, il problema nel nostro Paese è anche il peso dell’oppressione fiscale che ostacola l’attività quotidiana, soprattutto delle imprese di piccola dimensione. Al netto delle tariffe applicate dai commercialisti per la tenuta della contabilità aziendale, secondo una indagine realizzata periodicamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il costo della burocrazia fiscale in capo agli imprenditori (obblighi, dichiarativi, certificazione dei corrispettivi, tenuta dei registri, etc.) ammonta a circa 3 miliardi di euro all’anno.

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Elezioni regionali, il Movimento 5 Stelle sceglie tra Marcozzi e Cipolletti

Si sono svolte le elezioni "regionarie" del Movimento 5 Stelle in Abruzzo per la scelta dei candidati alle Regionali. I quattro candidati più votati per ogni Provincia potevano avanzare la candidatura per la carica di Presidente di Regione ma hanno deciso di candidarsi a presidente: Marco Cipolletti e Sara Marcozzi.

Non ce l’ha fatta invece la pescarese Enrica Sabatini ad essere eletta tra i Probiviri nazionali dove invece ha vinto il candidato Jacopo Berti.

"Ci sarà un secondo turno e i cittadini abruzzesi potranno così scegliere il candidato presidente del M5S fra me e Marco Cipolletti. Fatemi dire che sono molto contenta di questo risultato, sia per la partecipazione degli iscritti abruzzesi, sia per il fatto che c'è stata una riconferma di una squadra che funziona. Non è soltanto chi ha primeggiato, ma è di fato la riconferma di un team composta da me, Domenico Pettinari, Pietro Smargiassi e tutti i nuovi candidati consiglieri che ne entreranno a far parte". Sul secondo turno, la consigliera Marcozzi ha aggiunto: "Siamo molto fiduciosi e già al lavoro. Abbiamo dedicato gli ultimi cinque anni delle nostre vite a portare il M5S al governo di questa regione, e speriamo di tornare al voto nel più breve tempo possibile. Lo abbiamo detto tante volte: secondo la legge e lo statuto di Regione Abruzzo, si può tornare al voto già nella seconda metà di novembre per cui - ha concluso il consigliere regionale - niente scuse e torniamo al voto subito e diamo ai cittadini un governo regionale che si occupi sostanzialmente dei bisogni dei cittadini stessi: Sanità, viabilità, sicurezza e lavoro. Ma chiunque sarà il candidato presidente avrà comunque al suo fianco una squadra affiata al suo fianco che cercherà solo di fare gli ingressi dei cittadini abruzzesi". 

In provincia dell'Aquila i più votati sono risultati: 

Fedele Giorgio L'Aquila Di passio Antonella L'Aquila 82 Baliva Michele L'Aquila 61 Delle coste Giuseppe walter L'Aquila 54 Cofini Antonina L'Aquila 49 Bisegna Angelo L'Aquila 44 La cioppa Raffaello L'Aquila 43 Tucci Alessandro L'Aquila 41 Paponetti Adele L'Aquila 41 Leone Franca L'Aquila 39 Di persio Samanta gabriella L'Aquila 38 Corti Fausto L'Aquila 33 Di cioccio Maurizio antonio L'Aquila 31 Di marco Davide L'Aquila 31 Di cioccio Claudia L'Aquila 28 Fiaschetti Fabrizio L'Aquila 28 Cifani Giandomenico L'Aquila 24 Di salvatore Adelmo L'Aquila 21 Calvani Rita L'Aquila 21 Di simone Francesca L'Aquila 20 Benedettini Enrico L'Aquila 15

In provincia di Teramo i più votati sono risultati: 

Cipolletti Marco Teramo Maloni Virginia Teramo 65 Greccioli Claudia Teramo 52 Trifoni Margherita Teramo 49 Falchi Attilio Teramo 43 Ferretti Santino Teramo 41 Di criscenzo Mauro Teramo 39 Lobello Tiziana Teramo 34 Della figliola Alfonso claudio Teramo 33 Filipponi Pierluigi Teramo 33 Palmarini Giacinto Teramo 32 Di camillo Giampiero Teramo 31 Salvini Melania Teramo 26 Italiani Gabriella Teramo 23 Di luzio Cinzia Teramo 22 De angelis Franco Teramo 19 Costantini Dina Teramo 17 Clementoni Carlo Teramo 16 Di gaetano Massimo Teramo 16 Argento Francescopio Teramo 13 Petrella Attilio Teramo 13 Coccia Remo Teramo 12 Di felice Mauro Teramo 10 Cicconi Felice Teramo 10

In provincia di Pescara i più votati sono risultati:

Pettinari Domenico Pescara Nuvolari Francesco maria Pescara 105 Smarrelli Gianni Pescara 96 Di giovanni Raffaella Pescara 76 Fedele Federica Pescara 67 Di renzo Massimo Pescara 67 Stella Barbara Pescara 64 Di nino Valeria Pescara 61 Dipillo Massimiliano Pescara 57 Marrone Ivo Pescara 23 Pellegrini Rita pisana Pescara 20 Sacchini Nicola Pescara 20 Capitanio Manuela Pescara 20 Stella Lucio Pescara 19 Di francescantonio Biagio Pescara 17

In provincia di Chieti i più votati sono risultati: 

Marcozzi Sara Chieti Smargiassi Pietro Chieti 118 Argenio Ottavio Chieti 96 Di ciano Andrea Chieti 82 Stenta Sara Chieti 72 Mantini Alfredo Chieti 67 Taglieri sclocchi Francesco Chieti 66 D'eramo Cinzia Chieti 60 Sarchese Livio Chieti 59 Marzocchetti Silverio Chieti 49 Natale Giovanni Chieti 40 Monachetti Nicola Chieti 27 Amicone Luca Chieti 27 Perilli Caterina Chieti 27 Angelini Remo Chieti 23 Carugno Anna, rita Chieti 22 Gaeta Sonia Chieti 17 Giurastante Danilo Chieti 17 Caraceni Alessandro Chieti 16 De rosa Alessia Chieti 16 Sozio Riccardo Chieti 15 Zappacosta Massimiliano Chieti 14

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In Italia unioni civili per lo 0,02% della popolazione residente

Al 1° gennaio 2018 i cittadini residenti che hanno costituito un'unione civile in Italia o che hanno trascritto un legame precedentemente contratto all'estero ammontano a circa 13,3 mila unita', lo 0,02% di tutta la popolazione residente. Inoltre, le persone risultanti non piu' in unione civile a seguito dello scioglimento dell'unione o del decesso del partner hanno registrato ancora un numero molto contenuto, rispettivamente meno di 50 e meno di 150 unita'. Lo ha rilevalo l'Istat nel report su "Popolazione residente per stato civile", in cui e' emerso che a scegliere l'unione civile e' una popolazione matura con un'eta' media di 49,5 anni per i maschi e di 45,9 anni per le femmine. A livello territoriale per gli uomini si va da un'eta' media di 48,2 anni per il Mezzogiorno a una di 49,9 anni per il Centro. Analogamente per le donne il valore piu' basso dell'eta' media (pari a 43,3 anni) si e' registrato nelle regioni meridionali, mentre il piu' elevato (47,5 anni) nelle regioni centrali. Il 68,3% dei residenti uniti civilmente e' di sesso maschile; il 56,8% risiede nelle regioni settentrionali, il 31,5% al Centro e l'11,7% nel Mezzogiorno. Hanno presentato un maggior numero di uniti civilmente le regioni Lombardia (25,4%), Lazio (20,0%) e Piemonte (10,0%) che da sole hanno raccolto oltre la meta' del totale dei 13,3 mila complessivi. In queste regioni si trovano infatti le citta' metropolitane di Milano, Roma e Torino, nelle quali risiede circa un quarto di tutti gli uniti civilmente. (

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