Primo Piano

Nuovo allarme viadotto con l’autostrada A14 a rischio blocco

A Pescara nuovo allarme viadotto con l'autostrada A14 a rischio blocco. L'infrastruttura in Abruzzo potrebbe infatti essere interdetta ai mezzi pesanti, come scrive in un articolo oggi il Sole 24Ore. Si tratta del Cerrano, poco a nord di Pescara su un'A14. La notizia trapela dopo un weekend di braccio di ferro tra l'ufficio ispettivo territoriale (Uit) del ministero delle Instrastrutture, proprio mentre la Liguria (l'altra area di crisi) intravede uno spiraglio, con la riapertura di una carreggiata dell'A6 Torino-Savona e di altre corsie sull'A26. Sul Cerrano Autostrade per l'Italia (Aspi) assicura che c'è un monitoraggio continuo e le analisi effettuate evidenziano che non c'è alcun rischio statico. Diversa è l'opinione dell'Uit, guidato da Placido Migliorino. L'Uit - scrive il Sole24Ore - ha riscontrato due problemi: le cerniere che uniscono le campate sono ammalorate e ossidate tanto da non garantire resistenza in caso di terremoto e in zona c'è una frana che tocca le sottofondazioni dei piloni. Così l'Uit ha prescritto il divieto di transito ai mezzi pesanti, che però Aspi non ha adottato. Così ieri mattina le carte sono finite alla Prefettura di Teramo, che ha il potere di disporre lo stop al posto del gestore.

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Ocse: studenti italiani peggiorati in scienze e lettura

Gli studenti italiani di 15 anni hanno competenze scientifiche e di lettura inferiori a quelle che avevano i loro coetanei dieci anni fa. In matematica mantengono un livello medio sufficiente, in linea con quello dei coetanei dei paesi Ocse, ma per quanto riguarda le scienze il risultato medio e' "significativamente inferiore" alla media Ocse. Tanto che, secondo gli esperti, molti di loro escono da scuola senza avere le competenze di base richieste dal corso di studi: "Sono gusci vuoti", come li definiva il linguista Tullio De Mauro. E' il dato piu' rilevante, relativo al nostro paese, che emerge da Pisa 2018, l'indagine internazionale promossa dall'Ocse con cadenza triennale con l'obiettivo di rilevare le competenze degli studenti di 15 anni in Lettura, Matematica e Scienze (a questa tornata hanno partecipato alla prova PISA 11.785 studenti quindicenni italiani, divisi in 550 scuole totali).

Andando nel dettaglio, lo studio evidenzia che i risultati in matematica sono migliorati nel 2009 per poi rimanere stabili nel tempo ma modesti. Circa il 24% dei nostri studenti quindicenni non ha raggiunto il livello 2, livello base di competenza in matematica (media Ocse 22%) mentre solo il 10% si colloca nei livelli di eccellenza 5 e 6 (media Ocse 11%). I ragazzi ottengono un punteggio superiore alle ragazze di 16 punti e questa differenza e' piu' del doppio di quella rilevata in media nei paesi Ocse. I maschi superano le femmine in particolare nelle fasce di punteggio medio-alto. Per quanto riguarda le scienze, 1 su 4 studenti italiani non raggiunge il livello base di competenze scientifiche, nei paesi Ocse e' 1 su 5. Sono 'low performer' in scienze il 15-20% degli studenti del nord Italia e oltre il 35% degli studenti del sud Italia. Inoltre, le differenze di genere qui non contano. In altri ambiti, ad esempio la lettura, le donne ottengono punteggi superiori ai maschi, ma i risultati di maschi e femmine nella materia delle scienze non risultano statisticamente differenti.

Per quanto riguarda la lettura (definita da Pisa come "la capacita' degli studenti di comprendere e utilizzare i testi per raggiungere i propri obiettivi e partecipare alla societa') gli studenti italiani ottengono un punteggio di 476, inferiore alla media Ocse (487), e si collocano tra il 23 e il 29esimo posto tra i paesi Ocse. Il punteggio non si differenzia da quello di Svizzera, Lettonia, Ungheria, Lituania, Islanda e Israele. Soltanto il 5% degli studenti italiani raggiunge i livelli piu' elevati della scala delle performance (i livelli 5 e 6). A livello medio internazionale tale percentuale e' di circa il 9%. I migliori sono i cinesi: gli allievi delle province di Pechino, Shanghai, Jiangsu e quelli di Singapore conseguono un punteggio medio superiore a quello di tutti i paesi che hanno partecipato a Pisa. L'indagine Pisa conferma che in Italia permane una realta' scolastica a 'macchia di leopardo', con divari territoriali molto ampi: per quanto riguarda la lettura, gli studenti del Centro-Nord riportano generalmente i risultati piu' brillanti, dimostrano di saper risolvere compiti piu' complessi mentre i coetanei del Sud e delle Isole hanno maggiori difficolta'. Si osservano differenze anche tra le tipologie di scuola frequentate dagli studenti: i ragazzi dei Licei ottengono punteggi molto elevati in lettura, vicini ai paesi europei con risultati migliori in Pisa (521 punti). Seguono quelli degli istituti tecnici (458 punti), mentre gli studenti degli Istituti professionali e della Formazione professionale - simili tra loro - sono piu' in difficolta' a svolgere correttamente le prove Pisa e spesso non raggiungono il livello minimo di competenza. Sempre in lettura le ragazze superano i ragazzi di 25 punti e tra i 'low performer' ci sono piu' ragazzi che ragazze. Tra i 'top performer' (livello 5 e 6) le ragazze sono presenti in misura maggiore.

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Raccolta differenziata in Abruzzo al 59,66%

L'assessore regionale all'Ambiente Nicola Campitelli ha presentato il Rapporto annuale sulla raccolta differenziata in Abruzzo che ha visto un incremento rispetto all'anno precedente, nonostante un aumento della produzione e raccolta dei rifiuti. Nel 2018 la percentuale di raccolta differenziata in Abruzzo ha raggiunto il 59,66 per cento con un incremento rispetto al 2017 del 3,68 per cento. Il risultato del 2018 non e' pero' ancora in linea con gli obiettivi minimi fissati dalla normativa nazionale, ossia il 65 per cento. In particolare, i Comuni che hanno raggiunto il 65 per cento sono 180 su 305."In Abruzzo restano pero' ancora 32 comuni che non fanno raccolta differenziata. Il dato e' positivo - ha spiegato in conferenza stampa l'assessore regionale all'Ambiente Nicola Campitelli - ma non dobbiamo fermarci perche' dobbiamo arrivare al dato nazionale previsto. La crescita costante di differenziata ci dice pero' che siamo sulla strada giusta ma dobbiamo migliorare. Per questo dobbiamo incentivare i nostri cittadini e i comuni alla differenziata, e incrementare la raccolta porta a porta. Dobbiamo far si che ci siano sempre piu' comuni ricicloni. Di tutta la raccolta differenziata il 43%, ovvero 116 kg per abitante e' destinato alla frazione organica e quindi umido e verde. Al secondo posto abbiamo carta e cartone, quindi il 18% e circa 50 kg per abitante. Noi d'ora in avanti andremo ad incontrare anche chi lavora in queste filiere per migliorare la raccolta. L'obiettivo finale e' quello di aumentare la raccolta differenziata perche' cosi' facendo faremmo un salto di qualita' come regione". Il dirigente del settore Ambiente Franco Gerardini ha fatto il punto sulla raccolta nei vari centri della regione: "abbiamo in atto un focus sui comuni con oltre ventimila abitanti e che sono i comuni che ovviamente producono piu' rifiuti. Pescara e L'Aquila registrano le performance piu' basse rispetto agli altri centri piu' popolosi. Il capoluogo e' in ripresa, ma bisogna considerare che le problematiche sono state anche dovute al post sisma. Pescara e' invece il ventre molle con percentuali fra il 30% e 40% che sono basse e che devono essere migliorate. Bene Lanciano, Chieti e Giulianova che superano il 60%. Porta a porta con buoni risultati a Sulmona e Montesilvano". Per lo smaltimento dei pannolini la Regione lavora ad un impianto di riciclaggio della Fater a Sulmona. 

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Crollo hotel Rigopiano, disposta l’archiviazione per 22 indagati

Il gip del tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, ha disposto l'archiviazione di 22 indagati dell'inchiesta principale sulla tragedia dell'Hotel Rigopiano, travolto il 18 gennaio 2017 da una valanga che provoco' 29 morti. Il provvedimento, riguarda, anche gli ex presidenti della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso, Ottaviano Del Turco, e Gianni Chiodi. "Non si ritiene che gli elementi investigativi indicati negli atti di opposizione (in quanto irrilevanti) possano incidere sulle risultanze investigative, precise ed esaustive, raccolte dal pm", si legge nelle motivazioni, "non potendo sminuire le considerazioni da questi assunte nella richiesta di archiviazione e condiviseda questo giudice. Pertanto, puo' affermarsi che le risultanze investigative non permettono di sostenere l'accusa in giudizio"

A chiedere l'archiviazione erano stati il procuratore capo Massimiliano Serpi e il sostituto Andrea Papalia. Alla richiesta si erano opposti alcuni legali dei familiari delle vittime, ma il gip ha respinto le opposizioni e oggi ha disposto l'archiviazione, che riguarda anche gli assessori che si sono succeduti alla Protezione civile, Tommaso Ginoble, Daniela Stati, Mahmoud Srour, Gianfranco Giuliante e Mario Mazzocca; dell'ex sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiavaroli, della funzionaria della Protezione Civile, Tiziana Caputi; dell'ex vice presidente della Regione Abruzzo, Enrico Paolini; dell'ex direttore generale della Regione Abruzzo, Cristina Gerardis; e dell'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo. Archiviazione anche per Giovanni Savini (direttore del dipartimento di protezione civile per tre mesi nel 2014); Silvio Liberatore, responsabile della sala operativa della Protezione civile; Antonio Iovino; dirigente del servizio di Programmazione di attivita' della protezione civile; Vittorio Di Biase, direttore Dipartimento opere pubbliche fino al 2015; Vincenzino Lupi, responsabile del 118

Nell'elenco figurano anche Daniela Acquaviva, funzionaria della prefettura di Pescara, Andrea Marrone, consulente incaricato per adempiere le prescrizioni in materia di prevenzione infortuni; Bruno Di Tommaso, legale responsabile della Gran Sasso Resort & Spa; Carlo Giovani, dirigente della Protezione civile. Per Provolo, Di Tommaso, Marrone e Giovani, l'archiviazione riguarda solo alcune ipotesi di reato. Ai quattro sono contestati altri capi di imputazione. Stesso discorso per Daniela Acquaviva: il gip ha disposto l'archiviazione per un aspetto, ma e' imputata nel procedimento Rigopiano bis sul presunto depistaggio

In particolare, per quanto riguarda la mancata realizzazione della Carta valanghe, il gip evidenzia che "i soggetti responsabili degli organi tecnico/amministrativi dell'ente non hanno mai evidenziato, nel corso degli anni antecedenti il crollo del Resort, ai soggetti svolgenti funzioni esclusivamente politiche (ed indagati nel presente procedimento), in maniera chiara e specifica, la necessita' di procedere, nel piu' breve tempo possibile, alla formazione di una Carta di localizzazione probabile delle valanghe (CLNV) estesa anche all'area del comprensorio di Farindola/Rigopiano". E aggiunge: "l'art. 2 della legge regionale 47/92, nel prevedere la necessita' di procedere alla elaborazione della CLPV, andava ad attribuire esplicitamente al Coreneva il compito di effettuare i rilevamenti del caso anche al fine di indicare all'organo politico (Giunta regionale) i parametri da seguire e la tempistica operativa, secondo principi di priorita', nella individuazione delle aree". Il giudice poi sottolinea che "i politici (presidente di Regione e assessore delegato alla Protezione civile) che si sono succeduti nel governo della Regione Abruzzo, non possono ritenersi responsabili per non aver emanato, in tempo utile, i provvedimenti necessari per la formazione di una CLPV che comprendesse anche l'area territoriale di Farindola/Rigopiano: quindi, deve prendersi atto che, sulla scorta delle priorita' indicate dal Coreneva, l'autorita' politica aveva proceduto correttamente a valutare, in via preminente, le aree comprese nei bacini sciistici, con provvedimenti di impulso per la formazione della CLPV relativa alle aree territoriali indicate e per l'assegnazione di risorse patrimoniali adeguate (secondo le richieste degli organi tecnici competenti). 

Per quanto riguarda l'ex governatore D'Alfonso e Mazzocca, il gip scrive che, "anche ipotizzando che gli indagati avessero deciso, gia' dal primo giorno di attivita' dirigenziale presso la Regione Abruzzo, di procedere alla formazione di una CLPV che comprendesse l'intero territorio, l'iter amministrativo attuativo non poteva essere completato prima dell'anno 2018 quindi in tempo utile per evitare la tragedia. Gia' tale riflessione porta ad escludere che D'Alfonso e Mazzocca abbiano potuto avere, per colpa, una qualsivoglia incidenza eziologica determinante nella causazione delle specifico evento oggetto di giudizio". E ancora: "Peraltro si rileva che in continuita' con l'attivita' delle precedenti amministrazioni la Giunta D'Alfonso si era attivata per completare la,redazione del secondo lotto della CLPV che comprendeva, in via prioritaria (nel rispetto delle indicazioni espresse dal Coreneva) l'area dove si trovavano le stazioni sciistiche del Gran Sasso (area di Roccaraso e Campo Felice) stanziando in bilancio la somma di 43 mila euro. Quindi, si rileva che la Giunta presieduta da D'Alfonso si poneva la problematica del rischio da valanga e cercava di risolvere la problematica nel solco di quella che era la politica regionale e le indicazioni degli organi tecnici competenti (che, come gia' evidenziato, non avevano mai prospettato la necessita' di estendere l'indagine per tutto il territorio regionale)". Il gip conclude che "la condotta dei prevenuti, di conseguenza, non puo' considerarsi omissiva ed eziologicamente collegata al crollo della struttura alberghiera presente in Rigopiano".

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Riciclaggio transnazionale, operazione della Polizia tra Abruzzo e Marche

La Polizia di Stato di Teramo ha eseguito una vasta operazione, denominata "The Travelers", nei confronti di cittadini nigeriani accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dell'illecita intermediazione finanziaria, autoriciclaggio e riciclaggio trasnazionale, nonche' di tratta di esseri umani. Le indagini dei poliziotti della Squadra mobile con la collaborazione del Reparto prevenzione crimine "Abruzzo" di Pescara e delle Squadre mobili di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia dell'Aquila, hanno accertato "l'esistenza di un'associazione a delinquere, con basi operative nelle province di Teramo, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, composta tutta da cittadini nigeriani dedita al riciclaggio ed all'autoriciclaggio verso la Nigeria, attraverso viaggi in aereo, di ingenti somme di denaro, abilmente occultate all'interno dei bagagli al seguito, provenienti dallo sfruttamento sessuale di giovani nigeriane e da ulteriori attivita' illecite". Dall'inchiesta sarebbe emersa l'esistenza di "un sistema capillarmente diffuso su tutto il territorio nazionale che costituisce un meccanismo strutturato e transazionale di raccolta del risparmio o di riciclaggio ed autoriciclaggio attraverso il meccanismo dell'hawala".

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Colletta alimentare, in Abruzzo donate 201 tonnellate di cibo

Il risultato è di quelli importanti: 201 tonnellate di prodotti sono state donate sabato scorso nel corso della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare che si è svolta in circa 400 punti vendita della nostra regione, grazie al coinvolgimento di 4 mila volontari. Rispetto al 2018, dunque, sono state donate 2 tonnellate in più, e la gratitudine è tanta per quanti hanno voluto accogliere per il ventitreesimo anno consecutivo l’invito a fare una spesa “più ampia”, a vantaggio di chi non può permettersela. Nel dettaglio, a Pescara e provincia sono state 61 le tonnellate donate, 52 a Chieti, 52 a Teramo e 36 a L’Aquila. Se si considerano anche le 33 tonnellate donate in Molise, regione dove è presente il Banco Alimentare dell’Abruzzo, si arriva al bel risultato di 234 tonnellate totali. A livello nazionale, la cifra raggiunge quota 8.100 tonnellate.

“Ma la Colletta Alimentare va ben oltre i numeri – commenta Antonio Dionisio, presidente del Banco Alimentare dell’Abruzzo – perché quello che è accaduto sotto i nostri occhi sabato scorso è uno spettacolo che non passa inosservato: volontari e militari, associazioni e parrocchie, cittadini e istituzioni, famiglie e amici, persone più o meno abbienti, tutti insieme hanno reso questa giornata un evento di popolo, sicuramente il più grande evento solidale in Italia e nella nostra regione. L’immensa gratitudine mia e del Banco Alimentare è per quanti hanno reso possibile tutto questo e per quanti hanno donato senza risparmiarsi, in una fase storica dove tantissimi fanno fatica a far quadrare i bilanci familiari. A tutti indistintamente il nostro grazie: noi siamo già al lavoro per distribuire immediatamente ai 29.732 bisognosi assistiti in Abruzzo da 177 enti convenzionati con il Banco Alimentare quanto donato dalla carità del popolo”.

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Sanità, tagli alle spese per 2 miliardi in Italia

La spesa per il personale sanitario  è tra quelle che hanno risentito maggiormente delle restrizioni degli ì ultimi anni. Tra il 2010 e il 2018, malgrado il parziale recupero  nell'ultimo anno, la spesa si è ridotta in valore assoluto di quasi 2 miliardi. A questo andamento è corrisposto un ridimensionamento del  numero di lavoratori, compresi medici e infermieri, in particolare  nelle Regioni in piano di rientro. Lo sottolinea il focus 'Lo stato  della sanità in Italia', elaborato dall'Ufficio parlamentare di  bilancio.
La spesa per il personale è tra quelle che hanno risentito maggiormente delle restrizioni degli ultimi anni. Tra il 2010 e il 2018, malgrado il parziale recupero nell’ultimo anno, la spesa si è ridotta in valore assoluto di quasi 2 miliardi. A questo andamento ha corrisposto un ridimensionamento del numero di lavoratori, compresi medici e infermieri, in particolare nelle Regioni in piano di rientro. Nel 2017 il personale a tempo indeterminato del SSN risultava inferiore di circa 42.800 unità rispetto al 2008. La contrazione è stata continua a partire dal 2010 e si è concentrata soprattutto nelle Regioni in piano di rientro, dove dal 2008 si riscontrano quasi 36.700 persone in meno, con un calo del 16,3 per cento in quelle con piano standard e del 4,8 in quelle con piano leggero (nelle Regioni a statuto ordinario senza piano la riduzione è stata del 2,2 per cento; nelle Regioni autonome si è avuto un aumento del 2,4 per cento).

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L’84% degli italiani risparmia parte dello stipendio ogni mese

Gli italiani sono 'formiche' nella gestione del denaro: l'84% risparmia parte dello stipendio ogni mese, a fronte di una media europea del 75%. Non sono pero' altrettanto fiduciosi (40% e' pessimista) su un futuro con una pensione dignitosa. Come primi maestri di educazione finanziaria hanno i genitori (53%) e tra le priorita' dei costi affrontare il pagamento delle bollette di luce e gas (83%) e sanita' (60%). Risparmiare e' una scelta fatta soprattutto per le spese inattese (71%) e in classifica mettono prima Internet e la banda larga (56%) dell'affitto (27%).

I dati emergono dalla settima edizione dell'European Payment Consumer Report (Ecpr) di Intrum basato sulle risposte di oltre 24.000 consumatori di 24 Paesi europei (oltre 1.000 in Italia). L'indagine, che punta a ottenere informazioni sulla vita quotidiana, evidenzia che chi non paga le bollette in tempo e' perche' non ha la disponibilita' economica immediata, in linea con il trend europeo. Il 69% afferma di avere pagato tutte le bollette in tempo negli ultimi 12 mesi (77% media europea). Dopo le spese inattese, le buone ragioni per risparmiare sono i consumi (47%). Acquisto di casa (17%) ed educazione (17%) sono i fanalini di coda. Il 26% mette da parte meno del 5% dello stipendio mensile (come in Europa), mentre il 27% mette da parte fra il 5% e il 10%. Il 16% degli italiani non mette da parte soldi mensilmente (25% media europea).

Il 20% afferma di non essere preoccupato di non riuscire a permettersi in futuro l'acquisto di una casa e il 39% non sa se preferirebbe spendere il proprio denaro per godersi il presente oppure per il futuro. Fermo restando che negli ultimi sei mesi il 78% degli intervistati (83% nel 2018) non ha richiesto un prestito e il 60% non ne avrebbe bisogno nemmeno per fare fronte a spese improvvise, tra chi invece l'ha chiesto l'ammontare va dal 10% al 25% dello stipendio mensile. Se si parla di economia familiare pero' negli ultimi 6 mesi, il 51% (20% nel 2018) ha chiesto almeno una volta un prestito o ha aumentato il limite della propria carta di credito per fare acquisti per i propri figli. Quanto a modalita' di pagamento il 68% preferisce i contanti e il 48% paga comunque con la carta di credito. In tutta Europa invece il 52% preferisce il bancomat. Il 56% del campione italiano e' d'accordo pero' nell'affermare che la tecnologia ha semplificato la gestione delle proprie finanze. In campo entra il tema sostenibilita': il 53% degli intervistati riferisce di essere piu' propenso ad acquistare prodotti di natura etica. La sostenibilita' d'altra parte sembra un freno per gli acquisti: per il 38% ha causato una limitazione delle spese

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Due morti in un incidente in montagna sulla Majella

I due escursionisti precipitati durante un'escursione in montagna, sulla Maiella, nel Pescarese, sono morti. Le vittime sono: Giampiero Brasile, 58 anni, dermatologo di Lanciano, residente a Pescara, e Antonio Muscendere, 55, di Sora. A constatare il decesso e' stato il medico del 118, intervenuto sul posto con l'elicottero. Il Soccorso alpino (Cnsas) e i vigili del fuoco sono al momento impegnati nel recupero dei corpi. Presenti anche i carabinieri. Feriti gli altri due compagni di escursione che hanno lanciato l'allarme e sono stati trasportati all'ospedale di Pescara.

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L’Italia si colloca al penultimo posto nell’UE per gli Investimenti Diretti Esteri

L'Italia si colloca al penultimo posto nell'Unione Europea per gli Investimenti Diretti Esteri (Ide). Nel 2018, infatti, questi ultimi ammontavano al 20,5% del pil, pari a 361,1 miliardi di euro (contro 21,7% nel 2017). Tra i paesi dell'Ue monitorati dall'Ocse, solo la Grecia registra un risultato peggiore del nostro. E' quanto emerge da un'analisi effettuata dalla CGIA di Mestre evidenziando che l'Italia non è un Paese attrattivo per gli investitori stranieri. "Purtroppo, le tante problematiche a cui sono sottoposti quotidianamente i nostri imprenditori hanno innalzato nel tempo una ipotetica barriera d'ingresso che 'dirotta' altrove gli interessi degli investitori esteri", sottolinea la CGIA. "D'altronde, con tante tasse, una burocrazia asfissiante, poca certezza del diritto, una giustizia civile lenta e poco efficiente, tempi di pagamento della nostra Pubblica Amministrazione tra i più elevati d'Europa e un deficit infrastrutturale spaventoso, non c'è da meravigliarsi se l'Italia si colloca al penultimo posto nell'Unione Europea per gli Investimenti Diretti Esteri", aggiunge la CGIA. "Premesso che, ad esempio, ArcelorMittal, Embraco, Whirlpool e molte altre multinazionali non sono certo delle onlus, ma delle realtà fortemente determinate a perseguire i propri interessi spesso in barba agli accordi preventivamente sottoscritti con le parti sociali, è altrettanto evidente che le responsabilità di un loro possibile addio vanno ricercate anche in un clima generale di avversione nei confronti delle aziende presenti nel nostro Paese", sottolinea il coordinatore dell'Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo. 

Secondo gli ultimi dati Istat disponibili (anno 2017), le multinazionali, ovvero le imprese a controllo estero residenti in Italia, sfiorano le 15.000 unità, danno lavoro a poco più di 1.350.000 addetti e producono 572,3 miliardi di euro di fatturato all'anno. Dei 372,1 miliardi di euro di Ide presenti nel nostro paese nel 2017, il 27,8 per cento circa (pari a 103,4 miliardi di euro) ha interessato il settore manifatturiero (in particolar modo alimentari/bevande, autoveicoli, metalli e prodotti di metallo, etc.). Seguono la attività professionali, scientifiche e tecniche, in parte ascrivibili a consulenze aziendali di vario tipo, che incidono per il 21,4% (79,5 miliardi di euro) e il commercio e l'autoriparazione con il 10,8% (40 miliardi di euro). Gli ambiti dove la presenza pubblica è più significativa sono anche quelli dove si registrano i livelli più bassi di investimenti diretti esteri. E' il caso del settore artistico con 742 milioni, di quello riferito all'acqua, reti fognarie e rifiuti con 401 milioni e nella sanità/assistenza sociale con 110 milioni di euro

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