Primo Piano

Il 45% dei Comuni abruzzesi, non e’ in regola sul rispetto della parita’ di genere

Il 45% dei Comuni abruzzesi, cioe' 136 su 305, non e' in regola sul rispetto della parita' di genere nella composizione delle Giunte: solo 169 rispettano le norme di riferimento. E' quanto emerge da un'analisi condotta dalla Consigliera di Parita' della Regione Abruzzo, Alessandra Genco, che ha presentato un ricorso al Tar contro due Comuni - Tollo e Ripa Teatina (Chieti) - le cui amministrazioni sono state rinnovate dopo le ultime elezioni. Il punto della situazione e' stato fatto nel corso di una conferenza stampa indetta da Genco, affiancata dall'avvocato Antonella Zuccarini, dello studio legale Del Federico e associati, che sta seguendo le cause e che ha spiegato le leggi di riferimento (gli articoli 6 comma 3, 46 comma 2 e 1 comma 137 del Tuel e l'articolo 1 comma 137 della legge 56 del 2014). Analizzando i dati, emerge che la situazione peggiore e' nell'Aquilano: piu' della meta' dei comuni, 58 contro 50, cioe' il 54%, non sono in regola. Seguono il Pescarese (20 contro 26, 43%), il Chietino (42 contro 62, 40%) e il Teramano (16 contro 31, 34%). Per quanto riguarda i sindaci, i primi cittadini di sesso femminile sono il 12,79%, cioe' 39 su 305. I ricorsi al Tar riguardano i Comuni di Tollo e Ripa Teatina perche' sono i due enti non in regola tra i 50 con piu' di tremila abitanti le cui amministrazioni sono stare rinnovate dopo le elezioni del 2015. "La legge Delrio del 2014 - afferma Genco - stabilisce che i Comuni con piu' di tremila abitanti devono garantire nelle Giunte l'equilibrio del 40% del sesso meno rappresentativo. Subito dopo l'iscrizione a ruolo della causa il Comune di Tollo si e' messo in regola, mentre Ripa Teatina non lo ha fatto ed ha addirittura modificato lo Statuto comunale, togliendo la possibilita' di prendere un assessore esterno. A quel punto le iscrizioni a ruolo sono diventate tre: una anche per la modifica dello Statuto". "L'Abruzzo e' molto distante dal punto di arrivo - commenta la Consigliera di Parita' - I sindaci dovrebbero conoscere e rispettare la legge, ma molte volte il problema e' proprio che non conoscono la normativa. Le donne continuano a non stare dentro le amministrazioni, il luogo in cui si prendono le decisioni. Restano di competenza degli uomini, che non hanno il punto di vista femminile. La democrazia dovrebbe essere paritaria". 

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Le proposte di Confartigianato per la crescita

Ridurre la pressione fiscale e semplificare il sistema tributario; favorire l'accesso al credito; sostenere la crescita e la competitività; proseguire e migliorare gli interventi per il lavoro e la formazione; costruire un percorso di successo per Impresa 4.0 e l'utilizzo del digitale. Sono le cinque proposte contenute nel documento 'Per tornare a crescere' che Confartigianato Abruzzo ha predisposto in vista delle elezioni del 4 marzo. Rilanciando tali istanze, Confartigianato Abruzzo si rende disponibile ad incontrare le forze politiche e i candidati della regione per illustrare loro le proposte e fare il punto sulle priorità del territorio. Le cinque proposte rappresentano indicazioni per la prossima legislatura che la Confederazione rivolge alle forze politiche, con un messaggio chiaro: ''Ripartiamo dalle piccole imprese che rappresentano il 99,4% del tessuto produttivo e danno lavoro al 65,3% degli occupati''. Le proposte di Confartigianato sono sintetizzate in due messaggi-manifesto rivolti ai candidati alle elezioni: 'Sapete come raddrizzare l'Italia?' e 'Fateci una bella sorpresa: non fateci sorprese'. "Vogliamo che i soggetti che ambiscono a rappresentare l'Abruzzo in Parlamento -afferma il presidente regionale di Confartigianato, Luca Di Tecco- siano ben consapevoli di quali sono le priorità del territorio e, soprattutto, del mondo dell'artigianato e della micro e piccola impresa, cuore pulsante dell'economia regionale e nazionale. Abbiamo già avuto un confronto con alcuni dei candidati, su proposta degli stessi rappresentanti politici. Siamo a disposizione di tutte le altre forze politiche, che vorranno confrontarsi con noi, per valutare le nostre proposte per il rilancio del Paese". 

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Continua la crescita per i distretti industriali d’Abruzzo

Prosegue nel terzo trimestre 2017 l'andamento positivo dell'export dei esportazioni dei distretti abruzzesi, stando all'indagine Monitor dei distretti industriali dell'Abruzzo curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Si è difatti registrata una crescita del 6,1%, malgrado i problemi causati dal terremoto avvenuto a fine agosto 2016. Anche il dato complessivo dei primi tre trimestri è stato molto positivo (+7,8%).

Lo studio non prende in considerazione il distretto auto che include il colosso Sevel e l'indotto. «Quasi tutti i distretti abruzzesi si sono distinti per i risultati positivi. In evidenza i vini di Montepulciano (+11%), il mobilio abruzzese (+8,5%), l'abbigliamento sud-abruzzese (+6,5%) e nord-abruzzese (+6,2%). In lieve calo invece il distretto della pasta di Fara (-1,2%)», si legge nella nota di Intesa San Paolo. «A contribuire favorevolmente alla performance regionale - commenta Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo - sono stati sia i mercati emergenti (+8,6%) che i mercati maturi (+5,1%). Molto positive le performance di Cina e Hong Kong, ma anche in Russia; tra i mercati maturi spiccano invece Stati Uniti, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna».

Buono anche l'export del polo Ict dell'Aquila (+4,8%), anche se resta al di sotto dell'andamento dei poli tecnologici italiani, che nello stesso periodo hanno registrato una crescita del 15,6%. A generare questa ripresa nelle esportazioni del polo sono stati il commercio verso Cina e Giappone, bene anche Taiwan. Rallentamenti invece negli Stati Uniti.

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Martina: 811 allevatori abruzzesi hanno ricevuto un indennizzo zootecnico straordinario

"Se vogliamo parlare del futuro dell'Italia, dobbiamo costruire strumenti nuovi, utili ad interpretare i problemi strutturali che investono il sistema agricoltura, come il cambiamento climatico". Lo ha dichiarato il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, nell'ambito di un convegno ad Avezzano, sul tema "Al lavoro per la nostra Terra". Il Ministro ha evidenziato l'intervento del suo dicastero nelle ultime calamita' naturali, in Abruzzo, relative ai cambiamenti climatici. "Posso tranquillamente annunciare - ha continuato il vicesegretario del Partito Democratico - che 811 allevatori abruzzesi hanno ricevuto un indennizzo zootecnico straordinario per un totale di oltre 5 milioni di euro, e posso dire che a questa somma siamo pronti ad aggiungere un milione e settecentomila euro".

"Il problema del cambiamento climatico e' diventato un elemento strutturale, ed e' evidente che gli strumenti che abbiamo non bastano per fronteggiarlo. Per questo, continuare a sostenere di poter intervenire, nel 2018, con il fondo nazionale di solidarieta', e' una presa in giro. Stiamo lavorando con le Regioni - ha ribadito Martina - per avere strumenti nuovi, che gestiscano in anticipo fasi di calamita', fondati non piu' su indennizzi, ma su un meccanismo assicurativo. Ma siamo all'inizio di questo lavoro".

"Abbiamo fatto tutto questo lavoro sulla tracciabilita' di alcune filiere fondamentali e sulle etichette perche' sappiamo che un pezzo fondamentale della redditivita' dei piccoli agricoltori si puo' garantire se il cittadino-consumatore sugli scaffali conosce tutto sul prodotto". Cosi' il ministro Maurizio Martina. "La tutela del reddito degli agricoltori - ha continuato Martina - passa per il nuovo rapporto con il cittadino consumatore, e sappiamo che l'esperienza di nicchia, quando lavora bene, e' una potenza sui mercati. L'esempio - ha specificato - e' in relazione all'etichetta sul latte: da quando e' in uso, i prezzi, anche grazie a questo, sono migliorati". "Tutte queste iniziative - ha sottolineato Martina - sono state possibili grazie ad Expo. Abbiamo utilizzato un volano del genere per costruire un pezzo di strategia di politica agricola, che ci ha consentito di approvare la detassazione agricola e la tracciabilita' su alcune nostre filiere fondamentali, come quella del grano, che in queste ore si rende obbligatoria". 

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Marco Rapino: basta demagogia, sulla questione immigrazione il Pd ha idee molto chiare

“La campagna elettorale è entrata nel vivo e lo si evince da chi cerca di strumentalizzare in maniera irresponsabile la questione immigrazione, alzando i toni, istigando all’odio verso “lo straniero” e paventando irrealistiche soluzioni – dichiara il segretario regionale Pd Abruzzo Marco Rapino -.

Il Pd, al contrario, ha idee chiare su come gestire i flussi migratori e del ruolo che l’Italia deve giocare in Europa. Siamo coscienti che la principale sfida che ci attende nei prossimi anni si chiama Mediterraneo e noi vogliamo che la UE sia protagonista di pace. Per farlo, però, dobbiamo superare gli accordi di Dublino, cioè quelli in cui è stato sancito che i richiedenti asilo sono un problema del paese di primo sbarco. Un principio scellerato, approvato dal governo Berlusconi, che per l’Italia si è rivelato disastroso e che noi vogliamo cambiare. Un primo obiettivo è la creazione di un fondo europeo della difesa, che possa gradualmente portare all’istituzione di una guardia costiera e di frontiera comune. Sarà fondamentale, poi, fissare il traguardo di un’intelligence europea, con l’istituzione di un procuratore unico: la lotta al terrorismo passa da una maggiore integrazione delle strutture e dalla condivisione delle risorse disponibili. Infine, la creazione del mercato unico della difesa, dalla revisione delle norme sugli appalti per le industrie del settore fino alla collaborazione sul tema della cybersecurity.

Al contempo, siamo anche certi che sia fondamentale tutelare e valorizzare gli italiani all’estero. Creeremo un’anagrafe dei ricercatori italiani all’estero con aree di competenza, titoli, riconoscimenti e pubblicazioni, in modo da favorire la mobilità e la creazione di nuove collaborazioni, facilitando il contatto tra i ricercatori italiani emigrati e il sistema italiano. Amplieremo il riconoscimento ufficiale di titoli, lauree, master, dottorati, specializzazioni post-laurea, abilitazioni e specializzazioni mediche per facilitare non solo il rientro in patria e la collocazione lavorativa di chi li ha ottenuti, ma anche la mobilità all’interno dell’Unione Europea. Vogliamo garantire ai nostri connazionali residenti all’estero un’assistenza sanitaria “non di emergenza” in Italia per 60 giorni non continuativi all’anno per i primi 3 anni di permanenza all’estero, e per 30 giorni non continuativi nel quarto e quinto anno”.

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Coldiretti, scatta l’obbligo per le etichette sulla pasta

L’etichetta di origine obbligatoria che permette di conoscere l’origine del grano impiegato nella pasta e del riso mette fine all’inganno dei prodotti importati, spacciati per nazionali, in una situazione in cui un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero, come pure un pacco di riso su quattro senza che questo fosse fino ad ora indicato in etichetta. E’ quanto afferma la Coldiretti Abruzzo in occasione dell’entrata in vigore dei due decreti interministeriali sull’indicazione dell’origine obbligatoria del riso e del grano per la pasta in etichetta dopo 180 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale che cade esattamente il 13 febbraio per il riso e il 14 febbraio per la pasta.

Una scelta applaudita dal 96% dei consumatori che - sottolinea la Coldiretti - chiede  venga scritta sull’etichetta in modo chiaro e leggibile l’origine di tutti gli alimenti e confermata in Italia anche dal Tar del Lazio che ha precisato come sia “prevalente l’interesse pubblico ad informare i consumatori considerato anche l’esito delle consultazioni pubbliche circa l’importanza attribuita dai consumatori italiani alla conoscenza del Paese di origine e/o del luogo di provenienza dell’alimento e dell’ingrediente primario.

L’assenza dell’indicazione chiara dell’origine - precisa la Coldiretti - non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionale e con esse il lavoro e l’economia del territorio. Escono finalmente dall’anonimato e saranno riconoscibili nelle etichette della pasta 4,3 miliardi di chili di grano duro italiano che insieme ai 1,5 miliardi di chili di riso garantiscono all’Italia il primato in Europa. 

Secondo quanto previsto dal decreto le confezioni di pasta secca prodotte in Italia – spiega la Coldiretti – dovranno d’ora in poi avere obbligatoriamente indicato in etichetta il nome del Paese nel quale il grano viene coltivato e quello di molitura; se proviene o è stato molito in più paesi possono essere utilizzate, a seconda dei casi, le seguenti diciture: paesi UE, paesi NON UE, paesi UE E NON UE. Inoltre, se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l’Italia, si potrà usare la dicitura: “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”.  Si tratta del risultato della guerra del grano lanciata da Coldiretti con decine di migliaia di agricoltori scesi in piazza per difendere dal rischio di abbandono della coltivazione piu’ diffusa in Italia realizzata spesso in aree marginali senza reali alternative.

Coldiretti comunica poi, sulla scorta di un sondaggio nazionale Coldiretti/Ixè, che per quasi 6 italiani su 10 (58%) la pasta è il vero simbolo del Made in Italy nel mondo, seguita dall’olio extravergine d’oliva (19%) e dal vino (18%). La passione degli Italiani per la pasta è confermata – spiega Coldiretti – dal fatto che sono i maggiori consumatori con 23,5 a testa davanti a Tunisia (16 kg), Venezuela (12 kg), Grecia (11,2 kg), Svizzera (9,2), Usa e Argentina (8,8 kg), tallonati da Iran e Cile (8,5 kg) e Russia (7,8 kg). Non è un caso – precisa la Coldiretti - che l’80% degli italiani mangia pasta o pane almeno una volta al giorno. 
Sul piano qualitativo la tendenza è verso pasta con grani 100% italiani e con un’immagine di forte legame ai territori di origine. Una tendenza che ha portato – sottolinea la Coldiretti – al prepotente ritorno dei grani nazionali antichi come il Senatore Cappelli e alla rapida proliferazione di marchi e linee che garantiscono l’origine nazionale del grano impiegato, da Ghigi a Valle del grano, da Jolly Sgambaro a Granoro, da Armando a Felicetti, da Alce Nero a Rummo, fino a “Voiello”, che fa capo al Gruppo Barilla, senza dimenticare molte linee della grande distribuzione. Una opportunità resa possibile da un milione e 350mila ettari di coltivazioni di grano duro con un raccolto che – precisa la Coldiretti - quest’anno sfiorerà i 4 miliardi e 300 milioni di chili concentrato nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano circa il 40% del totale nazionale ma anche in Abruzzo che, con 20mila aziende produttrici di cereali e 87mila ettari dedicati (di cui 34.500 coltivati a grano duro) vanta una produzione di circa 1.400.000 quintali di solo grano duro per un valore di circa 35 milioni di euro.

Nel mondo – evidenzia la Coldiretti – l’Italia conserva il primato sulla produzione di pasta con 3,2 milioni di tonnellate all’anno davanti a Usa, Turchia, Brasile e Russia. Ma è proprio sui mercati mondiali che si avvertono i primi campanelli di allarme visto che, in controtendenza rispetto all’andamento del Made in Italy all’estero che ha superato la storica cifra di 41 miliardi di euro, si riducono invece le esportazioni italiane di pasta che nel 2017 hanno fatto segnare un preoccupante calo in valore del 4% secondo le proiezioni Coldiretti su dati Istat.

Si tratta – sottolinea la Coldiretti - degli effetti della rapida moltiplicazione di impianti di produzione all’estero, dagli Stati Uniti al Messico, dalla Francia alla Russia, dalla Grecia alla Turchia, dalla Germania alla Svezia.

Il settore infatti – aggiunge la Coldiretti – sta affrontando i pesanti effetti della delocalizzazione che dopo aver colpito la coltivazione del grano sta adesso interessando la trasformazione industriale con pesanti conseguenze economiche ed occupazionali. L’etichetta di origine puo’ quindi rappresentare – conclude la Coldiretti - una svolta per invertire la tendenza e valorizzare il Made in Italy dai campi alla trasformazione industriale.

“Finalmente sarà possibile sapere se nella pasta che si sta acquistando è presente o meno grano canadese trattato in preraccolta con il glifosate, proibito sul grano italiano, o se il riso viene dai campi della Birmania sequestrati alla minoranza Rohingya, contro la quale è in atto una pulizia etnica”, ha affermato in occasione del Pasta day promosso oggi da Coldiretti il presidente nazionale Roberto Moncalvo nel sottolineare “l’importanza di sostenere con la trasparenza scelte di acquisto piu’ consapevoli da parte dei consumatori”.

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Commissioni Bilancio e Territorio in apertura della settimana del Consiglio regionale

Le sedute straordinarie delle Commissioni Bilancio (Prima) e Territorio (Seconda) danno il via alla settimana politica dell’Emiciclo. Convocate entrambe per il pomeriggio di oggi, lunedì’ 12 febbraio, le Commissioni affronteranno tematiche legate ai nuovi assetti del territorio regionale e altri interventi di modifica a leggi in vigore su economia e infrastrutture. Nello specifico, la Commissione Bilancio, convocata alle ore 15.00, si occuperà di “Disposizioni per l’istituzione del Comune di Nuova Pescara” con le audizioni del Sindaco di Francavilla e dei Presidenti dei Consigli comunali di Pescara, Montesilvano e Spoltore. Altro argomento all’ordine del giorno il progetto di legge denominato “Abruzzo 2019 - Una legge per l'Aquila Capoluogo: attraverso una ricostruzione, la costruzione di un modello di sviluppo sul concetto di Benessere Equo e Sostenibile (BES)”, sul punto verrà ascoltato il sindaco dell’Aquila. Infine, la Commissione Bilancio tratterà i seguenti progetti di legge: “Modifiche alla legge regionale 30 agosto 2017, n.49 (Norme per il sostegno alle piccole imprese operanti nei territori della Regione interessati dagli eventi sismici del 2016 e 2017) e altre disposizioni di carattere finanziario”; “Partecipazione del Consiglio regionale alla costituzione dell’associazione denominata ‘L’Abruzzo in Europa’”. La Commissione Territorio e Ambiente, convocata alle 17.00, esaminerà i seguenti provvedimenti: “Sostituzione dell'articolo 4 della legge regionale 30 novembre 2017, n. 57 (Norme per il sostegno alle piccole imprese operanti nei territori   delle   Regione   interessati   dagli   eventi   sismici   del   2016   e  2017) e altre disposizioni di carattere finanziario”; “Programma triennale della viabilità regionale 2008 -2010. Rimodulazione dell'intervento (…) denominato ‘Opere di messa in Sicurezza della S.S. n. 17: ricostruzione del ponte di Scipio S.R. 17 Km. 83+450 dell'importo di euro 1.300.000,00’. Approvazione del nuovo intervento di pari importo, denominato ‘Interventi di manutenzione straordinaria e potenziamento ed adeguamento della rete stradale di competenza provinciale’: opere di messa in sicurezza della S.S. 5 e della S.S. 17”. Per l’approfondimento di quest’ultimo punto saranno ascoltati il Presidente della Giunta Regionale, il Presidente della Provincia di Pescara, i sindaci di Bussi, Popoli e Collepietro e il Responsabile Ufficio Viabilità della Regione Abruzzo.

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ELearning, sempre piu’ frequentate le piattaforme del sapere on demand

Il settore della conoscenza condivisa, del sapere in rete, in una parola dell'elearning, cresce rapidamente anno dopo anno. Apprendere online padroneggiando le tecnologie multimediali e digitali disponibili su internet genera un giro di affari che Docebo calcola in 240 miliardi di dollari nel 2023. In Europa parliamo di un'area di mercato che vale oggi circa 8 miliardi di dollari di ricavi, secondo stime Ambient Insight Research, su un valore globale di quasi 47 miliardi di dollari, con gli Stati Uniti che da soli rappresentano praticamente la meta' del comparto elearning mondiale (23,3 miliardi di dollari). La spesa maggiore e' per i contenuti, oltre 33 miliardi di dollari, ovviamente, seguita da quella tecnologica in piattaforme e servizi. Qualche dato c'e' anche sui corsi online piu' frequentati, che sono per il 16,8 per cento di business & management, per l'11,3 per cento di scienze naturali, per il 10,8 per cento di scienze sociali, per il 9,7 per cento di informatica, quindi materie umanistiche e medicina e scienze mediche e sanitarie. L'elearning e' considerata di fatto una delle industrie col maggiore tasso di crescita, dal 2000 ad oggi del 900 per cento. Secondo lo studio Brandon Hall, questo tipo di apprendimento da remoto e in tempo reale, in genere, richiede dal 40 per cento al 60 per cento in meno della disponibilita' di tempo da parte degli studenti, per imparare gli stessi concetti rispetto alla modalita' tradizionale in aula. Una delle piu' grandi community online per il sapere on demand e' Superprof.it, che raggiunge oggi 3,4 milioni di utenti di 16 paesi diversi, con 2 milioni di insegnanti e oltre 1000 aree disciplinari. Vincitrice del Premio internazionale "Tour de France Digital 2016", Superprof ha generato finora 16 milioni di ore di lezione disponibili in 6 lingue dall'Europa al Brasile, dal Cile al Messico, dall'India agli USA. Creata nell'agosto 2013 da Wilfried Granier e Yann Le'guillon, la startup ha come scopo quello di offrire, grazie al suo marketplace, una condivisione delle conoscenze senza limiti e di facile accesso, grazie ad uno strumento che permette di mettere in contatto coloro che desiderano imparare e chi desidera insegnare. Un servizio presente anche nel nostro Paese e nella Top 10 delle discipline piu' frequentate on demand troviamo: matematica, inglese, sport, francese, piano, supporto scolastico, chitarra, spagnolo, disegno, canto. Nel 2015 in tutto il mondo, sono stati stimati da Class Central in 35 milioni gli studenti di corsi online, che hanno visto coinvolte oltre 4.000 universita'. 

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Pagano: in Senato per affrontare le emergenze dell’Abruzzo

"Il mio impegno in Senato nasce dall'esigenza di mettere a disposizione degli abruzzesi la mia esperienza di amministratore per dare rappresentativita' alla voce dell'Abruzzo su uno scenario nazionale ed europeo. Ci sono emergenze sulle quali non possiamo piu' permetterci incertezze o ritardi, e mi riferisco all'emorragia di posti di lavoro, alla fortissima disoccupazione giovanile, alla sicurezza del territorio e alla gestione dell'immigrazione: non e' piu' il tempo dei proclami, delle frasi di circostanza, della vuota retorica. Forza Italia intende affrontare seriamente questi problemi, perche' dalla loro soluzione passa una nuova stagione di crescita dell'Abruzzo". Lo ha detto il candidato al Senato di Forza Italia e coordinatore regionale, Nazario Pagano, in occasione dell' inaugurazione del comitato elettorale di Forza Italia Abruzzo, a Pescara, in vista delle prossime elezioni politiche del 4 marzo.

"Il ruolo di un senatore e' quello di portare sul tavolo le istanze del territorio, di battersi per esso, di intercettare occasioni e opportunita'. Noi abbiamo potenzialita' enormi ma inespresse. Dobbiamo guardare all'Europa non con diffidenza o sudditanza, ma come una grande partner che puo' dare forza ai nostri progetti", aggiunge Pagano sottolineando che "Forza Italia mette in campo non solo le individualita', ma anche il concetto di una squadra di centrodestra unita per raggiungere gli obiettivi comuni". All'inaugurazione hanno partecipato i candidati di Fi e della colazione. Sono intervenuti anche i sindaci di Montesilvano Francesco Maragno, di Chieti Umberto Di Primio, di Penne Mario Semproni e l'ex sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia

"Il rischio in questo Paese e' l'antipolitica. Il grillismo e' il nuovo fascismo, altro che quello contro cui la sinistra vuole sfilare a Macerata. Il fascismo e' l'insulto al Parlamento, il fascismo e' l'appello diretto al popolo, e' l' inganno del popolo, e' l'autoritarismo di un movimento dove comanda uno attraverso un computer. Questo e' il nuovo fascismo". Lo ha detto Gianfranco Rotondi, candidato di Forza Italia nel proporzionale alla Camera nel collegio Chieti-Pescara, parlando all'inaugurazione del Comitato elettorale di Forza Italia Abruzzo stamane nel capoluogo adriatico. "Chi ha cultura di sinistra, chi ha creduto nella Costituzione - ha aggiunto Rotondi - non puo' dare un voto perso al Pd che ormai e' terzo dappertutto; puo' anche fare per una volta e una volta sola una scelta razionale: votare Forza Italia per fermare l'antipolitica, salvera' questo Paese e forse anche la sinistra che dal giorno dopo potra' rigenerarsi". "Il mio appello - ha concluso Rotondi - e' alle elettrici e agli elettori abruzzesi: non sciupate il voto perche' il vero fascismo e' alle porte ma non e' quello contro cui si sfila a Macerata".

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Cgia Mestre: nel 2018 lavoreremo 5 mesi per pagare le tasse

Oltre a commemorare la Festa della Repubblica, la Cgia segnala che il prossimo 2 giugno gli italiani celebreranno anche il tanto sospirato "tax freedom day". In altre parole, dopo 5 mesi dall'inizio del 2018 (pari a 152 giorni lavorativi), il contribuente medio italiano avrà assolto tutti gli obblighi fiscali dell'anno (Irpef, accise, Imu, Tasi, Iva, Tari, addizionali varie, Irap, Ires, etc.) e dal 2 giugno inizierà a guadagnare per se stesso e per la propria famiglia. Un esercizio, fa sapere la Cgia, del tutto astratto che, comunque, dà la dimensione di quanto sia smisurato il prelievo fiscale e contributivo dai portafogli degli italiani. In che modo si è giunti a individuare il 2 giugno come il "giorno di liberazione fiscale" del 2018? L'Ufficio studi ha preso in esame la stima del Pil nazionale di quest'anno e l'ha suddiviso per 365 giorni, ottenendo così un dato medio giornaliero. Successivamente, ha considerato le previsioni di gettito dei contributi previdenziali, delle imposte e delle tasse che i percettori di reddito verseranno nel 2018 e le ha rapportate al Pil giornaliero. Il risultato di questa operazione ha consentito di calcolare il "giorno di liberazione fiscale" di quest'anno. "Al netto di eventuali manovre correttive - afferma il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - quest'anno la pressione fiscale è destinata a scendere di mezzo punto percentuale rispetto al dato medio del 2017, per attestarsi, al lordo dell'effetto del bonus Renzi, al 42,1 per cento. Una discesa ancora troppo lenta e quasi impercettibile che, per l'anno in corso, è ascrivibile, in particolar modo, alla crescita del Pil e solo in minima parte alla diminuzione delle tasse". Sebbene sia in calo dal 2013, negli ultimi 25 anni il "tax freedom day" più "precoce" si è verificato nel 2005. 

Dal 2014 ad oggi ci siamo "svincolati" sempre prima dal pagamento delle tasse perché la pressione fiscale ha iniziato a diminuire a seguito della cancellazione della Tasi sulla prima casa, dell'introduzione del "bonus Renzi" e di una serie di misure di alleggerimento dell'Irap sul costo del lavoro, per l'abolizione temporanea dei contributi previdenziali in capo ai neo assunti con un contratto a tempo indeterminato, per il taglio dell'Ires, per la ripresa del Pil e anche a seguito del blocco delle tasse locali. Dal 2016, infatti, va ricordato che, ad eccezione della Tari, tutte le altre imposte locali (Imu, Tasi, Irap, addizionali regionali/comunali Irpef, Tosap, bollo auto, etc.) sono state congelate per legge. "Al netto delle strepitose promesse elettorali annunciate in queste ultime settimane da una buona parte dei big politici – conclude Paolo Zabeo - entro la fine di quest'anno chi sarà chiamato a governare il Paese dovrà recuperare quasi 12,5 miliardi di euro per sterilizzare l'ennesima clausola di salvaguardia, altrimenti dal 1° gennaio 2019 l'aliquota Iva del 10 per cento salirà all'11,5 e quella attualmente al 22 si alzerà al 24,2 per cento". Nel 2016 (ultimo anno in cui è possibile effettuare una comparazione con i paesi Ue) i contribuenti italiani hanno lavorato per il fisco fino al 2 giugno (154 giorni lavorativi), vale a dire 4 giorni in più rispetto alla media registrata nei Paesi dell'area euro e 9 se, invece, il confronto è realizzato con la media dei 28 Paesi che compongono l'Unione europea. Se confrontiamo il "tax freedom day" italiano con quello dei nostri principali competitori economici, solo la Francia presenta un numero di giorni di lavoro necessari per pagare le tasse nettamente superiore (+21), mentre tutti gli altri hanno potuto festeggiare la liberazione fiscale con un netto anticipo. In Germania, ad esempio, 7 giorni prima di noi, in Olanda 12, nel Regno Unito 27 e in Spagna 28. Il paese più virtuoso è l'Irlanda; con una pressione fiscale del 23,6 per cento consente ai propri contribuenti di assolvere gli obblighi fiscali in soli 86 giorni lavorativi.

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