Alea iacta est! Il dado è tratto, avanti con il vincolo di mandato!
Il furore filologico della nuova intellighenzia italica, con il suo invasivo circo
mediatico, ha finalmente condotto la nuova aristocrazia politica, non più
odiosa Casta, a riscoprire antiche radici e a riscrivere originalmente testi e
documenti deformati da una tradizione ipocrita e funzionale alle vecchie
classi dominanti.
Il primo esempio è l’assunto cardine, universalmente e scioccamente
accettato finora, della filosofia cartesiana: la formula autentica è “ Parlo,
dunque sono” e non più la banalità del ” Io penso, dunque sono”!
Il secondo esempio è tratto dalla kantiana Critica della ragion pura : non è
più l’”io penso” a dover accompagnare tutte le nostre rappresentazioni, ma
è l’”io parlo” l’atto di accertamento della mia esistenza quando spiego
qualcosa!
Sic stantibus rebus, buttandola in politica, anche il povero Dante è così
corretto :
nel XXVI canto dell’Inferno, non è scritto “ Considerate la vostra semenza.
Nati non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”
bensì “ Nati voi foste per viver come bruti, non per seguire virtute e
canoscenza”!
Così, dopo l’ “ Etica more gryllino demonstrata “ , che ha tagliato i privilegi
di quella impudica Casta, sputtanata dal 2007 dagli eredi di Savonarola, i
Dioscuri del Corriere e, subito dopo, gli intellettuali della famosa
associazione filantropica, impegnata da sempre nella lotta all’evasione
fiscale, la siderale Confindustria, dopo la vindeminatio magna che ha
tagliato i rentiers improduttivi dell’ultima Repubblica, grazie al rasoio
dell’onorato Luigi, novello Arnaldus a Brixia- Arnaldo da Bresciaispiratore,
corifeo e realizzatore della rivoluzionaria renovatio Senatus, si
apre l’ultimo orizzonte della apocalittica riforma costituzionale, l’eliminazione
di quella squallida- per i neocostituzionalisti- clausola che è l’assenza del
vincolo di mandato per deputati e senatori, l’ultimo ostacolo alla
trasformazione del libero parlamentare in devoto milite di tetragona falange!
Ma qui è, purtroppo, poiché ogni tanto anche ad un illuminato semidio vires
deficiunt , mancano le forze, necessaria una investitura che riconosca
l’auctoritas assoluta del proponente, sempre l’eclettico e proteiforme
Ludovicus sive Aloisius, Campanus, l’erede designato di Frate Dolcino
mutatosi in condottiero implacabile, novello Federico finalmente vittorioso
contro la Lega lombarda dell’improvvido Matteo!
A questo provvede un consumato ministro, Parvus Franciscus, italice
Franceschini - diminutivo, giammai vezzeggiativo- folgorato sulla strada di
Damasco dal vigore intellettuale, con annessa insaziata curiosità, del suo
poliedrico collega, folgorato al punto da ipotizzarlo protagonista di una
moderna versione della proustiana Recherche, la Ricerca del tempo perduto
a scuola ( dagli altri )!
Clamoroso effetto di questa felice combinazione intellettuale è la scoperta,
scoperta che avrebbe spinto al suicidio anche un intellettuale caro al
Leopardi come Angelo Mai, di monumenti dell’antico diritto romano, ignoti
anche a Teodoro Mommsen, monumenti che legittimano ab ovo la
cancellazione dell’osceno vincolo.
Così, i costituzionalisti ignari potranno finalmente, tra i tanti tesori sepolti,
conoscere:
1) Corpus iuris conciliorum laicorum ( Diritto delle assemblee civili);
2) Lex Aloisia de caracallae, togae sive loricae commutatione
coercenda ( Legge dell’onorato Luigi per la repressione del cambio di
casacca);
3) Ludovici lex de legatorum perduellione ( Legge, ancora, dell’onorato
Luigi sul tradimento dei deputati);
4) Lex Aloisia de fide sublata ( Legge, sempre e comunque, del de cuius
sulla fiducia tradita);
5) Leges de proditione domus plutei( leggi sul tradimento di casa leggio).
6) Lex Davidica de mercimonio puniendo ( Legge di Davide per la
punizione del mercimonio);
7) Ludovici lex de consulari potestate ( Legge di auto-attribuzione del
potere consolare);
8) Aloisii lex de tribunicia potestate ( E’ facile!);
9) Ludovici lex de adulterio politico ( Punire i franchi tiratori!);
10) Parvi Francisci lex de deditione ( Obbedire sempre e comunque!).
Con simili fondamenti giuridici sanciti dalla storia, chi potrà opporsi?
Probabilmente solo il sen. Toninelli se si accettasse di trasferire in politica la
sua magnifica ossessione per l’analisi costi-benefici!
AMEN!
di Angelo Orlando
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