Redazione Notizie D'Abruzzo

Mezzogiorno cresce, arrancano Sardegna e Campania

Nel 2016 si conferma la tendenza lievemente espansiva in tutte le aree del Paese. Lo rileva la Banca d'Italia nel rapporto sulle "Economie regionali", da cui emerge che il Mezzogiorno ha registrato nel 2015 una crescita del Pil dell'1,1%, dopo 7 anni consecutivi di calo, lievemente superiore a quella del resto del Paese. Per l'anno in corso (gennaio-settembre), lo studio mette in luce la crescita dell'occupazione, che al Sud (+1,8%) e' in linea con quella del 2015. Da notare pero' che se nel Centro-Nord l'occupazione e' tornata ai livelli pre-crisi, il Mezzogiorno ha recuperato solo circa un terzo del calo osservato dal 2008. L'occupazione ha accelerato nel Nord Ovest (1,4%) e nel Nord Est (1,6%); l'aumento e' stato piu' debole e in leggero rallentamento al Centro (0,5%). Lo studio mostra pero' che nelle regionali meridionali il 43% della crescita di occupazione e' dovuta a contratti part-time, contro il 33% del Centro Nord. Alla performance economica particolarmente positiva del Mezzogiorno hanno contribuito - ha spiegato Paolo Sestito, capo del Servizio struttura economica di Banca d'Italia, nel corso di una conferenza stampa - l'annata molto favorevole del comparto agricolo e l'andamento positivo di commercio, pubblici esercizi e trasporti, che hanno beneficiato del buon andamento del turismo internazionale, favorito dalle turbolenze politiche nelle mete turistiche della costa meridionale del Mediterraneo. Uniche eccezioni sono state Campania e Sardegna, regioni che "rimangono piu' in sofferenza", con cali del Pil rispettivamente di -01% e -0,7%.

La ripresa e' stata invece piu' sostenuta in Abruzzo (2,6%), Sicilia (2,1%) e in particolare Basilicata (4,1%), dove ha influito la forte espansione delle esportazioni di autoveicoli. Nel 2015 il reddito disponibile e i consumi delle famiglie sono cresciuti di piu' nel Mezzogiorno che al Centro Nord; gli indicatori territoriali mostrano segnali di vitalita' per le varie componenti della domanda in tutte le aree del Paese nella prima parte del 2016; gli acquisti di nuove autovetture sono aumentati, in misura maggiore al Centro e nel Mezzogiorno. Ciononostante, i divari reddituali e di ricchezza a svantaggio del Mezzogiorno rimangono elevati; la quota di persone in poverta' assoluta e' passata nelle regioni meridionali dal 3,8% del 2007 al 10% del 2015; il divario con il Nord e il Centro si e' ampliato di circa 2 e 3 punti percentuali rispettivamente.

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Inaugurato il nuovo sottopasso ferroviario a Scafa

Taglio del nastro per il nuovo sottopassaggio carrabile e pedonale di Scafa, che collega Via della Rinascita con Via Castellari. Lo rende noto Rfi. Presenti il Governatore della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso, il Sindaco di Scafa Maurizio Giancola e il Direttore Produzione Abruzzo di Rete Ferroviaria Italiana, Stefano Morellina. Il nuovo sottopasso ha permesso la chiusura del passaggio a livello della stazione di Scafa, con immediati benefici sulla regolarita' e sulla sicurezza sia del traffico ferroviario che di quello stradale. Lungo circa 7 metri e largo circa 9 e' riservato al traffico automobilistico e pedonale; e' provvisto di rampe che lo rendono utilizzabile anche dalle persone con disabilita'. Inoltre, le dimensioni consentono il transito dei mezzi pesanti e di soccorso. E' stato realizzato direttamente sul posto, sotto i binari: una modalita' costruttiva che - unita al fatto di aver lavorato prevalentemente di notte - ha permesso di ridurre al minimo le interferenze con la circolazione ferroviaria. Importanti lavori anche sulla viabilita' esistente - una seconda corsia di marcia in Via della Rinascita, l'ampliamento di Via I° Maggio e l'inserimento di una rotatoria per fluidificare il traffico urbano nel centro citta' - che hanno migliorato l'assetto urbano dell'intera area. Gli interventi sono stati progettati e realizzati da Rete Ferroviaria Italiana in soli 4 mesi, con un investimento complessivo di 800 mila euro. 

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Porto di Pescara, entro gennaio i lavori per la barriera soffolta

Entro gennaio prenderanno il via i lavori per la realizzazione della barriera soffolta nell'area del porto di Pescara, mentre ai primi di marzo si procedera' al 'taglio' di 70 metri della diga foranea. Il cronoprogramma degli interventi e' stato stabilito a Pescara, nel corso di una riunione - convocata dal presidente della giunta regionale Luciano D'Alfonso - alla quale hanno partecipato il comandante della capitaneria di porto Enrico Moretti, e rappresentanti del provveditorato alle opere marittime, del Comune di Pescara, dell'Arta e dell'Arap. Per quanto riguarda la barriera soffolta, gia' nei prossimi giorni si procedera' all'adeguamento del progetto esecutivo alle prescrizioni del Comitato Via.

Successivamente occorrera' convocare una conferenza dei servizi per autorizzare l'immersione del materiale e la movimentazione sommersa dei fondali interessati dalla barriera. Dopo questo ultimo veloce adempimento, la ditta che si e' aggiudicata l'appalto potra' avviare immediatamente i lavori, in quanto non sono necessari ulteriori passaggi tecnici e burocratici. Per la diga foranea, invece, bisognera' attendere 45 giorni per il deposito del progetto esecutivo (redatto dalla stessa ditta che si e' aggiudicata la gara per i lavori), che dovra' recepire le prescrizioni del Comitato Via. Subito dopo, l'elaborato sara' approvato e il cantiere potra' aprire. Nel frattempo la Regione, attraverso l'Arap, ha avviato la procedimentalizzazione delle ulteriori opere gia' previste nel porto di Pescara e calate nel nuovo piano regolatore portuale, recentemente approvato. Tra queste spicca il prolungamento della banchina sud e altri interventi per migliorare la sicurezza e la funzionalita' dello scalo, per i quali e' previsto un investimento di 15 milioni di euro inserito nel MasterPlan.

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“Jingle Jazz” a Palazzo Baldoni a Montesilvano

«Ancora con la soddisfazione nel cuore del successo del Gran Concerto di Natale di qualche giorno fa, sono orgogliosa di poter proporre artisti di elevato calibro per un altro spettacolo emozionante e soprattutto di averli come docenti nel dipartimento moderno della Scuola». Così Donatella Columbaro, direttore artistico della Nuova Scuola Comunale di Musica annuncia il concerto "Jingle Jazz 2016" che si terrà venerdì 23 dicembre, alle ore 20:45, nella Sala Di Giacomo di Palazzo Baldoni.
Ad offrire alla città una serata di musica jazz di altissimo livello sarà il trio SA.DI.ME, costituitosi recentemente anche grazie alla condivisione artistica all'interno della Nuova Scuola Comunale di Musica. Componenti di questo speciale trio, infatti, sono i musicisti Marco Di Battista al pianoforte, Ivano Sabatini al contrabbasso e Dante Melena alla batteria, tutti docenti del dipartimento moderno della Scuola di Palazzo Baldoni. «Questi eccellenti jazzisti - dice ancora la Columbaro - riporteranno la buona musica nella Sala "C. Di Giacomo" di Palazzo Baldoni. In programma famosi standard e brani originali composti dagli stessi musicisti. Il fatto che si stringano collaborazioni artistiche tra i docenti è la prova del grande lavoro di squadra che ogni giorno facciamo per la crescita continua dell'Istituzione e formativa degli allievi. La Scuola conclude così il suo 2016 con un bilancio straordinariamente positivo sotto ogni punto di vista».
«La Nuova Scuola Comunale di Musica - aggiunge l'assessore agli Eventi Ottavio De Martinis - è un fiore all'occhiello di Montesilvano, non solo per il contributo eccellente nell'ambito della formazione dei ragazzi, ma anche per le occasioni e le opportunità di ascoltare musica di altissimo livello che ci offre. Nell'allestimento del cartellone eventi di queste festività natalizie abbiamo trovato un prezioso supporto in questa Istituzione che ci ha permesso di donare alla città momenti culturali di grande respiro. Invitiamo la cittadinanza a partecipare e a godere delle meravigliose sonorità che questi artisti sapranno regalarci».
L'ingresso è gratuito. Il concerto si concluderà con un brindisi augurale.
Sabato 24 dicembre le vie del centro cittadino, tra Corso Umberto e viale Europa, a partire dalle 16, saranno invase dalla musica dei "Piceno Brass", un travolgente quintetto itinerante.

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In aumento la presenza di alunni con disabilità nella scuola

 Sono circa 156 mila gli alunni con disabilità in Italia (il 3,4% del totale degli alunni), di cui più di 88 mila nella scuola primaria (pari al 3,1% del totale degli alunni, erano il 2,1% nell'anno scolastico 2001-2002) e circa 68 mila nella scuola secondaria di primo grado (il 3,9% del totale, 2,6% nel 2001-2002). Lo rivela il report dell'Istat sull' "Integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado" che scatta una fotografia dell'anno scolastico 2015-2016. La percentuale più elevata si riscontra in Abruzzo e in Sicilia per la primaria (3,6%) e ancora in Abruzzo per la secondaria di primo grado (4,8%), mentre la percentuale minore si registra in Basilicata (il 2,3% degli alunni della scuola primaria e 2,7% di quelli della scuola secondaria di primo grado). I maschi rappresentano più del 65% degli alunni con disabilità in entrambi gli ordini scolastici: 217 maschi ogni 100 femmine nella scuola primaria e 188 maschi ogni 100 femmine in quella secondaria di primo grado. L'età media si attesta a 8,7 anni nella scuola primaria ed è pari a 12,5 anni per quelli che frequentano la scuola secondaria di primo grado, non evidenziando differenze territoriali apprezzabili rispetto al valore medio nazionale. Il dato sull'età media risente di una maggiore permanenza nella scuola oltre l'età prevista.

La conoscenza dei livelli di autonomia e di difficoltà di apprendimento del singolo alunno rappresenta uno dei presupposti necessari per la realizzazione di un percorso inclusivo adeguato. Per tale motivo l'indagine rileva il livello di autonomia nello svolgimento di alcune attività essenziali, quali lo spostarsi all'interno dell'edificio scolastico, mangiare, andare al bagno da solo. Nelle scuole primarie il 20,4% degli alunni con disabilità non è autonomo in almeno una delle attività indagate (autonomia nel mangiare, nello spostarsi e nell'andare in bagno), i più gravi, quelli che non sono autonomi in tutte e tre le attività, sono il 7,8%; nelle scuole secondarie di primo grado le stesse percentuali sono rispettivamente del 14,8% e del 5,8%. Nelle scuole primarie, il 12,9% degli alunni con disabilità non è autonomo nello spostarsi all'interno dell'edificio scolastico, una percentuale che scende all'11,6% nella scuola secondaria di primo grado. Nella scuola primaria si registra anche la percentuale più elevata di alunni con disabilità non in grado di mangiare da soli (9,6% degli alunni contro il 6,5% di quelli della scuola secondaria di primo grado) e non autonomi nell'andare in bagno (19,1% di alunni della scuola primaria contro il 13,4% della scuola secondaria di primo grado)

Nel Mezzogiorno si riscontra una maggiore presenza di alunni con problemi di autonomia rispetto al resto d'Italia mentre la quota più bassa si registra nelle regioni del Nord. A conferma di quanto già rilevato negli anni precedenti, la tipologia di problema più frequente, in tutte le ripartizioni territoriali, è quella legata alla disabilità intellettiva, che riguarda il 42,5% della popolazione con disabilità nella scuola primaria e il 50,3% di quella della scuola secondaria di I grado. Nella scuola primaria tale problema è seguito dai disturbi dello sviluppo e del linguaggio che riguardano rispettivamente il 24,9% e il 21,8% degli alunni con disabilità. Nella scuola secondaria di primo grado, dopo la disabilità intellettiva, i problemi più frequenti sono legati ai disturbi dell'apprendimento e ai disturbi dello sviluppo che riguardano, rispettivamente, il 22,1% e il 21,4% degli alunni con disabilità. Gli alunni multiproblematici rappresentano in media il 45% del totale degli alunni con disabilità con piccole variazioni tra le ripartizioni territoriali: il 25% presenta due problemi e il restante 20% ha tre o più problemi.

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I dati del piano esiti di Agenas

Si riducono i parti cesarei e i tempi di operazione delle fratture del femore cosi' come cala la mortalita' da infarto dopo il ricovero. Ma non solo, scendono anche i numeri delle ospedalizzazioni (segno che il territorio inizia forse a filtrare). Ancora molta strada da fare invece c'e' ancora nel rapporto tra volumi ed esiti di cura. Per quanto riguarda per esempio i tumori di polmone, stomaco e mammella uno scarso 30% delle strutture che eseguono questi interventi ne effettua un numero superiore allo standard di qualita'. E poi i punti nascita sotto i 500 parti l'anno: i progressi sono ancora timidi dato che 1 su 4 e' ancora sotto soglia. Questi i dati principali dell'ultima edizione del Piano Nazionale Esiti 2016 presentata da Agenas che come ogni anno registra i volumi e gli esiti di cura delle 1.371 strutture sanitarie pubbliche e private. Le novita'. Ma come ogni anno anche in quest'ultima edizione ci sono delle novita'. In primis aumentano gli indicatori che passano da 146 a 158 (60 di esito/processo, 69 volumi di attivita' e 29 indicatori di ospedalizzazione) con un incremento particolare nell'area ortopedica, pediatrica e angiologica e si rafforzano gli strumenti di audit per la verifica dei dati, ma la novita' piu' grande di quest'anno e' sicuramente la valutazione sintetica di tutte le strutture sanitarie italiane per aree cliniche. Il Treemap. Arrivano le valutazioni per struttura secondo 7 aree cliniche principali. La piu' grande novita' di quest'anno e' che ogni struttura puo' essere valutata sia sulla base dei risultati ottenuti per ciascuno degli indicatori del PNE come nelle precedenti edizioni, sia sulla base di un'analisi sintetica per area clinica. Quest'inedita sezione del sito, cosiddetta Treemap, e' in grado di fornire all'utente un quadro sintetico di ogni singolo ospedale italiano, valutato in base agli indicatori maggiormente rappresentativi di 7 aree cliniche principali: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare. (Vedi approfondimento e primi risultati della valutazione Treemap). Tra le Regioni con piu' strutture (tra il 30 e il 50%) che riportano livello di qualita' elevato c'e' la Lombardia, la Valle d'Aosta, la Pa di Bolzano e il Friuli Venezia Giulia. Poi Toscana, Pa Trento e Sicilia che hanno tra il 15 e il 30% di strutture di livello di qualita'. La media italiana e' del 14,7%. Al contrario tra le Regioni con piu' strutture di bassa qualita' troviamo Campania, Abruzzo e Molise. In generale a parte la Sicilia sono tutte le Regioni meridionali ad avere strutture con percentuali di livello basse. Tra le innovazioni di quest'anno ci sara' anche la possibilita' di scaricare l'APP (Applicazione) del PNE sul proprio smartphone e tablet, che ne favorira' la consultazione e lo rendera' ancora piu' accessibile al cittadino e al professionista sanitario. Infine, torna il corso ECM-PNE di formazione a distanza. Frattura del femore: il 55% viene operato entro le 48 ore. Nel 2015 +5%. Vicino lo standard del 60%. Garantire un intervento chirurgico tempestivo entro due giorni per la frattura del collo del femore ai soggetti fragili sopra i 65 anni costituisce un evidente beneficio di salute. Inoltre l'intervento chirurgico tempestivo entro due giorni per la frattura del collo del femore rappresenta anche un vantaggio in termini di risorse impiegate. Negli ultimi 5 anni sono circa 80.000 i pazienti che hanno beneficiato di un intervento tempestivo, di cui 28.000 nell'ultimo anno. Sono state piu' di 670.000 le giornate di degenza risparmiate, di cui 200.000 nel 2015. La proporzione di interventi entro i due giorni che nel 2010 si attestava al 31%, nel 2015 e' passata al 55%, crescendo del 5% anche rispetto al 2014. Per questo indicatore il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell'assistenza ospedaliera ha fissato, come valore di riferimento, lo standard minimo al 60%. A livello intra e interregionale si osserva una notevole variabilita', con valori per struttura ospedaliera che vanno da un minimo dell'1% ad un massimo del 97%. In ogni regione e' presente almeno una struttura che rispetta lo standard, fatta eccezione per Campania, Molise e Calabria. Cesarei. Sono in calo ma ancora differenza Nord-Sud. Campania sempre fanalino di coda. In tema di nascite, il medesimo regolamento del Ministero della Salute fissa al 25% la quota massima di cesarei primari per le maternita' con piu' di 1000 parti annui e 15% per le maternita' con meno di 1000 parti annui. È noto, infatti, come il ricorso al parto cesareo rispetto a quello naturale comporta maggiori rischi per la donna e per il bambino ed e' richiesto solo in caso di indicazioni cliniche specifiche. I dati di questo anno ci indicano che la proporzione di parti cesarei primari continua a scendere progressivamente dal 29% del 2010 al 25% del 2015. Negli ultimi 5 anni sono circa 45.000 le donne alle quali e' stato risparmiato un taglio cesareo primario, di cui 12.000 nel 2015. Rimangono ancora significative le differenze tra le regioni del nord Italia e le regioni del sud, con valori medi rispettivamente inferiori e superiori al 20% e che, nel caso della Campania sono stabili al 50%. Fa eccezione la Liguria, con risultati analoghi a quelli delle regioni del Sud. Infarto del miocardio. Calano le morti a 30 giorni dal ricovero. Per quanto riguarda, poi, la mortalita' a 30 giorni dal ricovero per infarto acuto del miocardio, i risultati del 2015 evidenziano una diminuzione che continua, dal 10,4% del 2010 al 9,0% del 2015. Risulta bassa la variabilita' interregionale e discreta quella intra regionale, con valori che variano da un minimo dell'1,3% ad un massimo del 25%. Scendono le ospedalizzazioni. Passando all'analisi degli indicatori di ospedalizzazione, utile anche come elemento di valutazione indiretta della qualita' delle cure territoriali, il PNE individua le Aziende Sanitarie in cui viene effettuato un numero elevato di ospedalizzazioni potenzialmente evitabili in caso di una corretta presa in carico del paziente a livello territoriale. Nello specifico, grazie a questi indicatori, si rileva che nel 2015 il numero di ricoveri di alcune tipologie a rischio di inappropriatezza risulta diminuito. In dettaglio, il tasso di ospedalizzazione per broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) si e' ridotto progressivamente dal 2.5‰ nel 2010 al 2.1‰ nel 2015. Si stima che nel 2015 siano circa 16.000 i pazienti a cui e' stata risparmiata una ospedalizzazione potenzialmente evitabile. Altro dato: un elevato tasso di ospedalizzazione per tonsillectomia, ad esempio, evidenzia la possibile presenza di un numero elevato di casi trattati chirurgicamente senza una chiara indicazione all'intervento chirurgico. Nel 2015 il tasso di ospedalizzazione per questo tipo di intervento e' diminuito passando dal 2.8‰ del 2010 al 2.3‰. Cio' significa che sono stati evitati circa 5.300 interventi ad alto rischio di inappropriatezza con un'elevata variabilita' intra e interregionale. Diminuite anche le ospedalizzazioni per un altro intervento chirurgico ad elevato rischio di inappropriatezza: l'appendicectomia. Il tasso di ospedalizzazione per questo intervento in modalita' laparotomica e' diminuito progressivamente nel tempo, passando dal 1,25‰ del 2010 allo 0,73‰ del 2015, a fronte di un aumento dei ricoveri per appendicectomia laparoscopica che e' passata dal 0,49‰ al 0,63‰. L'offerta di intervento di appendicectomia laparoscopica, e' molto piu' alta nelle regioni del nord rispetto alle regioni del sud. Volumi ed esiti. Il PNE dedica, inoltre, nelle sue analisi, un particolare approfondimento alla correlazione tra volumi di attivita' ed esito delle cure. I volumi di attivita' rappresentano una delle caratteristiche misurabili di processo che possono  avere un rilevante impatto sull'efficacia degli interventi e sull'esito delle cure. L'associazione tra volume ed esiti, dimostrata in letteratura e dalle evidenze scientifiche, e' confermata anche dalla analisi dei dati nazionali analizzati dal PNE. E l'analisi mostra come il lavoro da fare e' ancora molto. Tumore mammella. Solo il 27% delle strutture presenta volumi di attivita' superiore allo standard. Entrando nel dettaglio delle diverse attivita' analizzate, per cio' che riguarda le Breast Unit, le linee guida internazionali identificano standard di qualita' che per quanto riguarda gli interventi chirurgici, individuano una soglia minima di 150 interventi chirurgici annui per tumore della mammella, soglia che e' stata definita anche nel regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell'assistenza ospedaliera. Nel 2015, in Italia, delle 449 strutture ospedaliere che eseguono piu' di 10 interventi chirurgici per il TM della mammella, solo 123 (27%) presentano volumi di attivita' superiore a 150 interventi annui. Tumore stomaco: Solo una struttura su 3 fa piu' di 20 interventi l'anno. Passando, poi, al TM dello stomaco, 309 strutture ospedaliere eseguono piu' di 5 interventi chirurgici; tra queste, solo 91 strutture (29%) presentano un volume di attivita' superiore a 20 interventi annui. Tumore polmone: il 25% degli ospedali che eseguono intervento presentano un volume di attivita' superiore a 100 interventi annui. Sempre nel 2015, 147 strutture ospedaliere in Italia eseguono piu' di 5 interventi chirurgici per TM del polmone; tra queste, solo 37 strutture (25%) presentano un volume di attivita' superiore a 100 interventi annui. Punti nascita. Uno su 4 non rispetta lo standard di 500 parti l'anno. Ma rispetto a 5 anni fa molti progressi. In tema di volumi di parti ed esiti di salute materno-infantile, le evidenze scientifiche evidenziano un'associazione tra bassi volumi ed esiti sfavorevoli. Il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell'assistenza ospedaliera rimanda all'accordo Stato Regioni che, gia' nel 2010, prevedeva la chiusura delle maternita' con meno di 500 parti. Escludendo le strutture con meno di 10 parti annui, nel 2015 in Italia le strutture ospedaliere con meno di 500 parti annui sono 118 (24%), in diminuzione rispetto al 2010 (155 maternita' con meno di 500 parti annui). 

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Rapinano e molestano coetanea, 15enni denunciati

 Per una decina di giorni avrebbero reso la vita impossibile a una coetanea, aspettandola fuori da scuola, rapinandola e portandole via il cellulare e piccole somme di denaro e cercando piu' volte di palpeggiarla: atti di bullismo spinto quelli messi in atto da otto ragazzini, tutti quindicenni e di origine straniera, nei confronti di una coetanea italiana che frequenta il loro stesso istituto tecnico, che sono costati ai giovanissimi la denuncia per rapina e tentativo di violenza sessuale. Per due di loro, inoltre, al termine delle attivita' di indagine svolte dai Carabinieri, e' scattata l'ordinanza di custodia della permanenza in casa emessa dal Tribunale dei minori dell'Aquila. Le indagini erano scattate dopo che all'inizio dell'anno scolastico i genitori della ragazzina erano andati dai carabinieri per denunciare gli atti di violenza subiti dalla figlia.

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Progetto VITAE di Davide Cavuti per L’Aquila e Amatrice

Venerdì 23 dicembre, ore 21, all'Auditorium del Parco a L'Aquila, all'interno del "Galà della Solidarietà", si terrà la presentazione del progetto "Vitae", nato con la produzione di un album ideato e realizzato dal compositore cinematografico e teatrale Davide Cavuti che ha coinvolto i più grandi attori italiani quali Giorgio Albertazzi, Luca Argentero, Paolo Bonacelli, Mariangela D'Abbraccio, Arnoldo Foà, Paola Gassman, Vanessa Gravina, Alessandro Haber, Maria Rosaria Omaggio, Ugo Pagliai, Giorgio Pasotti, Michele Placido, Violante Placido, Alessandro Preziosi, Antonella Ruggiero, Edoardo Siravo, Caterina Vertova, Federica Vincenti.

Durante la serata verrà devoluto un assegno, frutto delle vendite del disco Vitae, a Riccardo Sanna, studente del Conservatorio dell'Aquila, per l'acquisto del suo strumento musicale andato distrutto dopo il sisma di Amatrice.

Gli attori coinvolti nel disco, interpretano testi inediti, accompagnati da musiche originali scritte da Davide Cavuti che raccontano l'amore, la tragedia, la speranza: dalle vite rubate ai desaparecidos argentini, alle privazioni delle donne afgane, agli stenti dei clochard, al sacrificio dei giornalisti uccisi in guerra. Racconti di esistenze già portati sulla scena di prestigiosi teatri italiani; il debutto della maggior parte avvenuto a L'Aquila.
Diciotto super Big che hanno interpretano i testi di Davide Cavuti per un progetto che è dedicato alle città dell'Aquila e Amatrice (l'intero ricavato delle vendite dell'album sarà devoluto alle popolazioni dell'Aquila e Amatrice). La scelta del capoluogo abruzzese non è casuale perché questo progetto nasce all'origine con l'intento di raccogliere fondi per la ricostruzione della città aquilana dilaniata dal terremoto (un processo ad oggi, purtroppo, ancora da completare) e a cui si è aggiunto l'ulteriore intento di aiutare anche la città di Amatrice colpita dal recente sisma del mese di agosto.

Oltre ai brani recitati tra le righe del pentagramma, il disco presenta otto tracce musicali di elevato livello qualitativo che vedono la partecipazione straordinaria della cantante Antonella Ruggiero (voce nel brano "Stupor del mondo"), della cantante e produttrice cinematografica Federica Vincenti, (brano Your Princess), del trombettista Fabrizio Bosso e del sassofonista argentino Javier Girotto. I solisti principali sono il pianista abruzzese Paolo Di Sabatino a cui si aggiungono il violinista Antonio Scolletta e lo stesso autore Davide Cavuti alla fisarmonica. La ritmica è composta da Marco Siniscalco al contrabbasso e da Glauco Di Sabatino alla batteria.
Alla realizzazione del disco hanno partecipato anche Le Grand Tango Ensemble e i musicisti Lorenza Mazzonetto e Luana De Rubeis (violini), Marcello Manfrin (viola), Giancarlo Giannangeli (violoncello), Franco Finucci (chitarra), Fabrizio Mandolini (sassofono soprano), Flavio Pistilli (piano e tastiere) e molti altri. Le illustrazioni di copertina sono del Maestro Omar Galliani, autore nel 2009, inoltre, dell'opera "Nella Notte a L'Aquila". Le musiche sono state registrate e mixate presso Arts Factory di Teramo.

La presentazione, con il contributo del Comune dell'Aquila, BCC, Perdonanza Celestiniana e con la produzione di MuTeArt, è a cura del "Teatro dei 99" diretto da Loredana Errico, che ha curato, inoltre, la stampa del prezioso cofanetto.

"Desideravo realizzare qualcosa di importante per L'Aquila - ha affermato il compositore abruzzese Davide Cavuti - ma soprattutto qualcosa che potesse aiutare il processo di ricostruzione di questa città a cui sono molto legato per via dell'esperienza universitaria vissuta qui. Ho coinvolto molti artisti conosciuti e amati in questo progetto e ho avuto la gioia di scoprire il loro interesse, la loro sensibilità verso il calvario del capoluogo abruzzese, e tutti, nonostante i loro impegni, hanno trovato un momento per essere parte di questo progetto. Nel disco ci sono le voci di due grandi maestri scomparsi, Giorgio Albertazzi e Arnoldo Foà, che hanno lasciato un vuoto nella cultura italiana e la loro presenza in Vitae rende ancora più speciale questo lavoro.
Purtroppo nell'agosto scorso si è aggiunta una seconda tragedia che ha colpito territori a noi vicini e allora mi è sembrato giusto destinare i proventi delle vendite del disco anche alla città di Amatrice. Mi auguro che il pubblico riconosca in questo lavoro un piccolo gesto d'amore da parte di ognuna delle voci che pazientemente ho raccolto in questi anni. "

"Quando Davide Cavuti mi ha chiesto di registrare un suo testo originale per Vitae - ha dichiarato l'attore e regista Michele Placido - ho accettato senza esitazione perché questa significativa impresa discografico-letteraria servirà a contribuire alla ricostruzione de L'Aquila, una città a cui mi sento assai vicino perché l'ho conosciuta nei suoi momenti migliori e peggiori, e alle altre zone colpite dal recente sisma. E ' quindi un privilegio per me poter contribuire ad una causa che ho a cuore e ringrazio Davide Cavuti di avermi coinvolto insieme a tanti illustri colleghi che hanno collaborato alla realizzazione di Vitae, garanzia di qualità per il risultato finale."

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Di Maio (M5S): a Roma sono stati commessi errori

"A Roma abbiamo commesso errori, ma chi cade poi deve rialzarsi. Se avessimo fatto calcoli in chiave elettorale non avremmo mai ambito a governarla, viste le difficoltà. Ma noi non ci occupiamo di strategie: non siamo come Rutelli e Veltroni, che usarono la città come un trampolino". Lo afferma Luigi Di Maio in una intervista al Fatto nella quale spiega che il silenzio avuto finora sulla vicenda della giunta Raggi nasceva dal fatto che "il Movimento stava prendendo una decisione su Roma. Si parla solo dopo che si è deciso: ho sempre fatto così. Molti hanno parlato di fuga. Sono critiche dei nostri oppositori. Sarebbe stato controproducente parlare in quelle ore". E della decisione di mandare via Marra e di nominare Romeo nuovo vicesindaco rinnovando la fiducia M5S nel lavoro della Raggi precisa: "Beppe Grillo, il garante, ha fatto tutte le sue valutazioni. Ha parlato con la sindaca e assieme hanno stabilito una road map per far ripartire il Comune". Ammette tuttavia che l'arresto di Raffaele Marra "è stato un colpo per tutti". Smentisce poi di avere mai definito Marra "competente": "Non è vero. Esiste un video (pubblicato sul sito Fanpage.it, ndr) che lo prova. Non è così. In quella risposta su Marra dico due cose: chi ha partecipato al massacro del Campidoglio si faccia da parte, mentre chi è competente venga a darci una mano. Perché associare a Marra questa seconda parte? La verità è che già in quei giorni volevamo che fosse allontanato. Ci basavamo sulle informazioni di dominio pubblico. Le varie questioni che lo coinvolgevano ci spinsero a chiedere alla sindaca di metterlo da parte. E poi la sua permanenza stava creando divisioni nel M5S. Spettava alla sindaca decidere. Oneri e onori a lei".

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Istat, retribuzioni contrattuali a novembre +0,1% mese

A novembre l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie e' aumentato dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,5% nei confronti di novembre 2015. Lo comunica l'Istat, il quale segnala che complessivamente, nei primi undici mesi del 2016 la retribuzione oraria media e' cresciuta dello 0,6% rispetto al corrispondente periodo del 2015. Il dato riflette un incremento tendenziale dello 0,7% per i dipendenti del settore privato (0,3% nell'industria e 1,2% nei servizi privati) e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: commercio (2,0%); alimentari, bevande e tabacco (1,8%); energia elettrica e gas (1,4%). Si registrano variazioni nulle nei settori dell'agricoltura; delle estrazione minerali; del legno, carta e stampa; dell'energia e petroli; delle chimiche; della metalmeccanica; dei servizi di informazione e comunicazione; delle telecomunicazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.

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