L’Osservatorio

Ad aprile in calo il clima di fiduci sia dei consumatori che delle imprese

 Ad aprile in calo il clima di fiduci sia dei consumatori che delle imprese. Lo rileva l'Istat. L'indice del clima di fiducia dei consumatori si stima in diminuzione per il terzo mese consecutivo, passando da 111,2 a 110,5; una dinamica negativa si rileva anche per l'indice composito del clima di fiducia delle imprese, che passa da 99,1 a 98,7. Il calo, spiega l'Istat, riflette il deterioramento di tutte le sue componenti: il clima economico, personale e corrente registrano le flessioni più marcate mentre una diminuzione più contenuta si registra per il clima futuro. Più in dettaglio, il clima economico cala da 123,8 a 122,6, il clima personale passa da 106,8 a 105,9, il clima corrente scende da 107,8 a 106,9 e il clima futuro flette, seppure in modo lieve (da 115,9 a 115,6). Con riferimento alle imprese, l'indice di fiducia diminuisce in quasi tutti i settori, ma con intensità diverse. Nella manifattura la flessione è lieve, con l'indice che passa da 100,8 a 100,6, nei servizi risulta più consistente (da 100,1 a 99,0) e nel commercio al dettaglio è più marcata (da 105,3 a 101,4). Fanno eccezione le costruzioni dove l'indice aumenta da 140,3 a 141,2. Per quanto riguarda le componenti dei climi di fiducia delle imprese, nella manifattura si rileva un peggioramento sia dei giudizi sugli ordini sia delle attese sulla produzione unitamente a una diminuzione del saldo relativo alle scorte di magazzino. Nelle costruzioni la dinamica positiva dell'indice riflette il miglioramento dei giudizi sul livello degli ordini. Nei servizi si deteriorano i giudizi sugli ordini e sull'andamento degli affari; invece si segnala un aumento delle attese sugli ordini. Con riferimento al commercio al dettaglio, il marcato calo dell'indice è la sintesi di un'evoluzione negativa sia dei giudizi sulle vendite, il cui saldo torna negativo per la prima volta da giugno 2018, sia delle relative attese; il saldo delle valutazioni sul livello delle giacenze diminuisce.

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Reddito di cittadinanza, in Abruzzo si cercano 54 navigator

Anpal servizi ha pubblicato il bando per la selezione dei 3.000 navigator, le figure "per facilitare l'incontro tra i beneficiari del programma del reddito di cittadinanza e i datori di lavoro, i servizi per il lavoro e i servizi di integrazione sociale". Nell'avviso si illustra anche la ripartizione territoriale per un totale di 2.980 posizioni: al top la Campania con 471 unita' (di cui 274 solo a Napoli), seguita dalla Sicilia con 429 (primeggia Palermo, con 125). Ecco nel dettaglio il fabbisogno di navigator per Regione e principali province: ABRUZZO 54: il maggior numero a Chieti (15), seguita da l'Aquila e Teramo (14). BASILICATA 31: 19 a Potenza, 12 a Matera. CALABRIA 170: 60 a Cosenza, 30 a Catanzaro. CAMPANIA 471: 274 a Napoli, 80 a Caserta, 77 a Salerno. EMILIA ROMAGNA 165: 40 a Bologna, 25 a Modena, 18 a Parma e Reggio Emilia. FRIULI VENEZIA GIULIA 46: 21 a Udine, 10 a Trieste. LAZIO 273: 195 a Roma, 30 a Latina e 21 a Frosinone. LIGURIA 66: 39 a Genova, 10 a Savona. LOMBARDIA 329: 76 a Milano, 50 a Brescia, 38 a Bergamo. MARCHE 55: 17 ad Ancona, 13 a Pesaro-Urbino, 11 a Macerata. MOLISE 13: 10 a Campobasso. PIEMONTE 176: 107 a Torino, 16 ad Alessandria e Cuneo. PUGLIA 248: 78 a Bari, 45 a Lecce, 35 a Taranto. SARDEGNA 121: 41 a Cagliari, 31 Sud Sardegna, 25 a Sassari. SICILIA 429: 125 a Palermo, 100 a Catania, 45 a Messina. TOSCANA 152: 40 a Firenze, 18 a Pisa, 16 a Livorno e Lucca. UMBRIA 33: 24 a Perugia, 9 a Terni. VAL D'AOSTA 6. VENETO 142: 32 a Verona, 27 a Venezia, 25 a Padova

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Bankitalia, ad inizio 2019 sono tornati gli investimenti esteri in titoli italiani

All'inizio dell'anno gli investitori stranieri "sono tornati ad acquistare titoli pubblici italiani". Lo sottolinea la Banca d'Italia, secondo cui "nel complesso dei primi due mesi del 2019 le consistenze di titoli pubblici italiani detenute dagli investitori non residenti sono tornate a crescere, rispecchiando in parte il profilo delle emissioni nette da parte del Tesoro. Nel 2018 gli investitori non residenti hanno effettuato vendite nette per 51 miliardi". "Dal lato delle attività - spiegano da via Nazionale nel bollettino economico - nel 2018 gli acquisti netti di titoli esteri di portafoglio da parte dei residenti si sono più che dimezzati rispetto all'anno prima. La riduzione ha interessato prevalentemente le quote di fondi comuni e, in misura minore, le obbligazioni". Nel complesso dell'anno "questi deflussi di capitale sono stati in parte compensati dall'aumento della raccolta bancaria all'estero"

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Con aumento Iva consumi giù dello 0,2 per cento

"Lo scenario programmatico" del Def "incorpora l'ipotesi dell'introduzione delle clausole di salvaguardia a partire da gennaio 2020. La stima contenuta nel quadro appare compatibile con un scenario di non pieno passaggio dell'aumento dell'Iva sui prezzi. L'incremento dei prezzi porterebbe a un effetto depressivo sui consumi che, nel quadro delineato, potrebbe essere nell'ordine di 0,2 punti percentuali". Lo stima l'Istat come ha spiegato il presidente Gian Carlo Blangiardo in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato

Il presidente dell'Istat, Gian Carlo Blangiardo, nel corso dell'audizione sul Def nelle commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera, in merito al rilancio degli investimenti, ha sottolineato come "i provvedimenti simulati riferiti al ripristino dei super-ammortamenti e alle modifiche della mini-Ires sono attesi generare una riduzione del prelievo fiscale per le imprese pari a 2,2 punti percentuali". 

 "Sotto l'ipotesi che l'aumento del deflatore dei consumi privati tra il 2019 e il 2020 indicato nel quadro programmatico del DEF sia interamente attribuibile all'introduzione delle nuove aliquote - ha precisato Blangiardo - la variazione di 1,3 punti percentuali è compatibile con una percentuale di traslazione compresa tra il 60 e il 70%".

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Istat: moderato progresso dello sviluppo sostenibile

L'Italia mostra un moderato progresso nel raggiungimento degli obiettivi dell'agenda 2030 adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, ma con forti differenze tra nord e sud. Nel quinquennio 2012-2017 l'Istat rileva "lievi miglioramenti" per una serie di obiettivi tra cui cibo e agricoltura, istruzione, parita' di genere, energia sostenibile ma peggioramento per gli obiettivi legati alla salute, alla vita nelle citta' e al rispetto del territorio. "Oggi presentiamo il rapporto Sdgs 2019 sugli indicatori dello sviluppo sostenibile - ha spiegato il presidente dell'Istat Giancarlo Blangiardo - cio' che viene proposto oggi e' in continua evoluzione perche' l'obiettivo dell'agenda 2030 e' quello di far si' che nessuno resti indietro".

Il presidente ha ricordato che gli obiettivi declinati sono 17 e 169 i sotto obiettivi: secondo il rapporto Istat, la geografia dello sviluppo sostenibile vede il Nord in una situazione prevalentemente piu' favorevole rispetto al resto del paese; tra le aree dove la situazione e' piu' avanzata emergono le province autonome di Trento e Bolzano, la Valle d'Aosta, la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e l'Emilia Romagna. La piu' alta concentrazione di indicatori nell'area di difficolta' si riscontra in Sicilia, Calabria e Campania. Il Lazio sembra piu' simile all'Abruzzo che le altre regioni della ripartizione centrale. Sul fronte della poverta', l'Istat sottolinea elementi di problematicita' non solo al Mezzogiorno ma anche in Liguria, Valle d'Aosta e Piemonte. 

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Bankitalia: Nuovo record del debito,a 2.363,7 miliardi

Il debito pubblico italiano tocca un nuovo record e, come se non bastasse, viene rivisto al rialzo. La Banca d'Italia calcola a febbraio un monte del debito in leggero aumento a quasi 2.363,7 miliardi di euro da 2.363,5 miliardi di gennaio. Ma, soprattutto, l'ultima revisione di criteri per il calcolo del Pil da parte dell'Istat costringe via Nazionale a una correzione. A fine 2018 vengono aggiunti 5,3 miliardi in più rispetto a quanto comunicato in precedenza, con il livello del debito che sale al 132,2% del Pil, contro il 132,1% stimato in precedenza.Vengono inoltre corretti i livelli di debito del 2017, in aumento di 5,5 miliardi di euro, e del 2016, all'insù di 0,8 miliardi. "Le revisioni riflettono principalmente l'ampliamento del perimetro delle Amministrazioni pubbliche definito dall'Istat in accordo con l'Eurostat", spiega palazzo Koch. Da Bankitalia fanno anche sapere che la questione sarà approfondità giovedì, quando è atteso il Bollettino economico degli esperti dell'istituto centrale guidato dal governatore Ignazio Visco, che comunicheranno la loro visione della congiuntura e potrebbero aggiornare le prospettive di crescita. Intanto Bankitalia rende noti i risultati del sondaggio, condotto tra il 27 febbraio e il 20 marzo scorsi, sulla situazione economica generale per le imprese italiane dell'industria e dei servizi con almeno 50 addetti. I giudizi delle aziende sull'economia sono rimasti "nel complesso negativi, sebbene in misura meno marcata rispetto alla rilevazione di dicembre". Infatti, se "le attese a breve sulle proprie condizioni economiche sono divenute meno sfavorevoli" per le migliori valutazioni sull'accesso al credito e la minore incertezza da "fattori economici e politici", questo insieme di problemi "continua a costituire il principale ostacolo" all'attività delle imprese stesse. Inoltre le valutazioni sull'andamento corrente della domanda sono nuovamente peggiorate sia per la componente interna sia per quella estera, mentre sono tornate a migliorare le aspettative a breve termine sulla domanda, soprattutto nella componente dell'export. Sul fronte inflazione, per i prossimi 12 mesi, le imprese dell'industria in senso stretto e dei servizi si attendono una dinamica dei propri prezzi meno sostenuta di quella appena realizzata, mentre le imprese di costruzione prospettano una crescita pressoché stabile dei listini. Più ottimismo, infine, sull'occupazione. Via Nazionale rileva che le attese sulle assunzioni sono favorevoli in tutti i comparti e anche nel settore edile il saldo è diventato positivo, portandosi sul valore più elevato da quando il settore è stato incluso nell'indagine all'inizio del 2013. 

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Lavoro, tra Bolzano e la Sicilia il divario in percentuale è del 35 per cento

Nella provincia autonoma di Bolzano gli occupati son il 79% della popolazione (tra i 20 e i 64 anni), in Sicilia appena il 44,1%: un abisso di 35 punti percentuali. Secondo il dossier AGI/Openpolis su dati Istat 2018, vi e' una forte discrepanza tra le regioni del Nord, tutte al di sopra della media del 63%, e quelle del Sud, che presentano i tassi di occupazione piu' bassi: Campania 45,3%, Calabria 45,6%, Puglia 49,4%. In Emilia Romagna, invece, la percentuale di occupati e' del 74,4%, nella Provincia di Trento del 73,6%, in Valle d'Aosta del 72,9% e in Lombardia del 72,6%. Rispetto al 2008, la situazione della Sicilia e della Calabria e' decisamente peggiorata (rispettivamente -4,2% e -2,7%); variazioni positive sono state registrate solo al Nord e in Toscana, con l'eccezione della Liguria (-0,2%). Le regioni settentrionali sono quindi uscite dalla crisi economica, mentre quelle del Mezzogiorno continuano a retrocedere. Rispetto all'obiettivo 2020 del 67%, l'occupazione dovrebbe crescere per l'intero territorio nazionale di 4 punti: ma se per Lazio (65,3%) eAbruzzo (62,2%) la meta puo' apparire raggiungibile, per le regioni meridionali la distanza e' nell'ordine di circa 20 punti percentuali. 

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Coldiretti: dolci fatti in casa per 6 famiglie su 10

Non solo uova e colombe, in quasi sei famiglie su dieci (59%) quest'anno c'è chi prepara in casa i dolci tipici della Pasqua nel rispetto delle tradizioni locali. E' quanto emerge dall'indagine Coldiretti/Ixe' che evidenzia un prepotente ritorno al fai da te rivolto soprattutto alla riscoperta delle ricette territoriali. Un fenomeno al centro dell'iniziativa della Coldiretti nel weekend alla vigilia della settimana Santa, tradizionalmente dedicata alla preparazione delle specialità pasquali, al Mercato di Campagna Amica in via San Teodoro 74 a Roma con la sfilata dei dolci tipici pasquali da Nord a Sud Italia con i consigli degli agrichef. La preparazione casalinga dei piatti tradizionali delle feste è infatti - sostiene la Coldiretti - una attività tornata ad essere gratificante per uomini e donne e all'interno delle mura domestiche si svolge il rito della preparazione di specialità alimentari caratteristiche della Pasqua e destinate spesso a rimanere solo un piacevole ricordo per tutto il restante periodo dell'anno. Sulle tavole degli italiani sono immancabili la Colomba che è scelta dal 70% delle famiglie a pari merito con l'uovo di cioccolato acquistati dagli italiani con una spesa rispettivamente di 170 e 250 milioni di euro, ma la tendenza è verso la ricerca di una maggiore genuinità. Se tra i più piccoli ad essere preferite sono le uova di cioccolato, per le persone adulte la Pasqua è - sottolinea la Coldiretti - una ghiotta occasione per riscoprire sapori del passato conservati nelle specialità regionali preparate sulla base di ricette della tradizione e che nascondono spesso segreti familiari che le rendono inimitabili

Dalla Cuzzupa calabrese, dolce di antica origine orientale che simboleggia la fine del digiuno di quaresima dove l'uovo sodo al centro di questa golosità è il simbolo della resurrezione alle Scarcelle pugliesi, biscotti decorati, farciti con un uovo sodo, il cui nome potrebbe ricondurre proprio alla necessità di scarcerare l'uovo dal dolce. E ancora in Abruzzo ci sono gli scenografici Cavalli e Pupe, biscotti a base di pasta frolla che ospitano un uovo sodo attorno alla pancia. In Friuli Venezia Giulia invece, specialmente e Trieste - prosegue la Coldiretti - si gusta la Pinza, una sorta di brioche non molto dolce, che si adatta ad essere accompagnata, la mattina di Pasqua da salumi e formaggi oppure da confetture fatte in casa. In Campania spopola la Pastiera, un capolavoro napoletano con ricotta, germe di grano e buccia d'arancio mentre in Lombardia un must è rappresentato dalla Resca che in dialetto comasco vuol dire lisca di pesce proprio perché ha l'aspetto di una grossa pagnotta, sulla cui superficie sono disegnati tagli obliqui posti a spina di pesce. In Piemonte invece - continua la Coldiretti - a Pasqua non si può non gustare lo squisito Salame del Papa, un goloso salame di cioccolato a base di burro, uova, biscotti sbriciolati e nocciole. Nelle case degli Altoatesini a Pasqua è onnipresente un pane pasquale all'anice conosciuto con il nome tedesco di Osterfochaz, mentre in Sardegna - informa la Coldiretti - si trova il massimo dell'eleganza con le Pardulas, stupende e soffici dolcetti a base di formaggio, le più apprezzate o a base di ricotta, più delicate e leggere. Ancora oggi nelle Marche le "vergare" iniziano a impastare le Ciambelle chiamate "strozzose" il giorno della passione di Cristo per farle riposare e cuocere il giorno di Pasqua, così come occorrono due giorni di tempo per preparare in Ciociaria, nel Lazio, la morbida Pigna pasquale che è anche - fa sapere la Coldiretti - il dolce tipico della Resurrezione cristiana in Molise. In Toscana invece regna sovrana la Schiacciata Pisana che è un pane dolce dall'inconfondibile aroma di anice che viene accompagnato dal vin santo tipico della regione. In Umbria immancabile a Pasqua, secondo la mappa Coldiretti è la squisita Ciaramicola un dolce tipico con alchermes, meringa e zuccherini colorati. E in Veneto ci sono le Brassadele, dolci amati dai Veronesi la cui forma ricorda in qualche modo la corona di spine portata da Gesù. Vengono dalla Basilicata - segnala la Coldiretti - le Pannarelle, simili alle scarcelle pugliesi, spesso a forma di treccia e chiuse a cerchio, per evocare l'idea di un cestino pieno di dolci per i bambini. In Emilia-Romagna si degusta il Bensone o Belsòn è uno dei dolci più antichi e tipici della tradizione modenese fatto di una pasta frolla arrotolata e spesso farcito con il "savòr", una marmellata di mosto d'uva.

Nella sfilata dei dolci pasquali regionali della Coldiretti la splendida Sicilia con la Cuddura cu l'ova, antica preparazione pasquale che al suo interno contiene uova sode intere. Le forme della Cuddura - continua la Coldiretti - possono essere diverse a seconda di chi le prepara per esempio le fidanzate la preparavano a forma di cuore per il loro promesso sposo, oppure si modellava a campana per simboleggiare lo scampanio festoso del giorno di Pasqua o ancora a cestino per augurare abbondanza. L'offerta quest'anno - conclude la Coldiretti - si è anche arricchita della prima Colomba 100% italiana ottenuta utilizzando farina di grano "Giorgione" selezionato, coltivato, raccolto e macinato in Italia e zucchero tutto nazionale. 

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Crescono i matrimoni degli stranieri in Italia

I viaggi di nozze con destinazione Italia sono molto ambiti dagli stranieri, un trend in crescita secondo quanto rileva l'Enit in una ricerca dell'Ufficio Studi su dati Banca d'Italia. Le lune di miele internazionali muovono 217 milioni di euro e sono cresciuti del 16,4%. A scegliere l'Italia, magari anche per convolare a nozze, sono soprattutto gli americani con 51,3 milioni di euro, seguiti da brasiliani con 27,9 milioni di euro (+401,2% sul 2016), i giapponesi con 17,5 milioni di euro (108,4% sul 2016), i canadesi con 16,5 milioni di euro e i britannici con 16,1 milioni di euro. Cinque le regioni preferite dagli stranieri, in ordine di spesa maggiore: Lazio, Toscana, Veneto, Campania e Sardegna. Alberghi e villaggi turistici sono ancora preferiti per coronare il sogno d'amore nei quali confluisce il 90,5% della spesa totale dei visitatori stranieri ma sono in crescita case in affitto (+47,6% sul 2016) e B&B (+32,4%). Il periodo prescelto per le nozze segue un andamento stagionale variabile con picchi nel mese di luglio e ottobre (rispettivamente 39 e 34,5 milioni di euro) e con un trend di spesa maggiore nei classici mesi estivi. Le vacanze per i viaggi di nozze sono quindi un prodotto turistico che contribuisce alla destagionalizzazione.

Per il quinto anno consecutivo l'Enit parteciperà il 13 e 14 aprile alla fiera National Wedding Show, allestita all'ExCeL London con un proprio stand di 150 metri quadrati, quest'anno condiviso con 5 regioni: Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria e Friuli Venezia Giulia. 

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Fondimpresa, in 15 anni 2,5 miliardi per la formazione

Quasi 2,5 miliardi per la formazione delle imprese, di cui 1,5 miliardi di euro per competitività e innovazione, oltre 80 milioni per sostenibilità ambientale, oltre 700 milioni per salute e sicurezza sul lavoro ed oltre 150 milioni per riqualificare i lavoratori in cig. Sono questi alcuni dei numeri che raccontano i primi 15 anni di Fondimpresa, il Fondo interprofessionale di Confindustria e Cgil, Cisl e Uil nato nel 2004. Quindici anni fa aderivano a Fondimpresa quasi 18mila aziende e 1milione e 300lavoratori, la crescita durate gli anni di attività ad oggi è stata esponenziale arrivando a 196mila 723 aziende aderenti e oltre 4milioni e 600mila lavoratori. 

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