L’Osservatorio

Turismo, i viaggiatori si informano online

E' online che i viaggiatori si informano prima di avventurarsi in un nuovo viaggio. Per questa ragione, gruppi turistici, agenzie di viaggio online, hotel, compagnie aeree e molte altre realtà turistiche si rivolgono al Web per raggiungere un pubblico interessato e per accompagnarlo durante il suo percorso di scelta e di acquisto. Uno scenario valido anche nel Paese Italia in cui l'Industria Turistica ha contribuito al prodotto interno lordo italiano nel 2017 per 223,2 miliardi di euro (il 13% del PIL) e che si prevede raggiungerà il 14,3 per cento nel 2028*. I ricavi del turismo in Italia sono nel mentre attesi a 2.700 milioni di euro entro la fine del primo trimestre 2020 (secondo le aspettative dei modelli macroeconomici globali e degli analisti di Trading Economics). In prospettiva, si stima che i Ricavi del Turismo in Italia si attestino a 2.500 milioni di euro tra 12 mesi.

Partendo da questi dati, la piattaforma leader a livello mondiale di discovery e native advertising dell'open web, Outbrain, ha rivolto l'attenzione all'indagine delle abitudini dei consumatori online, con particolare riferimento all'industria Viaggi. Tre sono le fasi nel processo decisionale degli utenti italiani che emergono da questa analisi: quella del Sogno, della Pianificazione e della Prenotazione, con alcuni dati sulle abitudini degli utenti per ciascuna di queste. Nella fase del sogno, i trend mostrano come: il 44% delle esperienze di viaggio inizia senza una destinazione specifica in mente; l'86% dei millennials si orienta verso destinazioni che offrano loro l'opportunità di conoscere una nuova cultura; il 64% di chi sta pianificando un viaggio guarda i video per informarsi e farsi un'idea. Nella seconda fase, quella di pianificazione concreta del viaggio: il 78% dei viaggiatori si dichiara influenzato dai brand di viaggi nel prendere una decisione finale; il 90% si attenderebbe di essere affiancato in maniera personalizzata durante la fase decisionale; sono in media 4,8 le pagine lette online dai viaggiatori prima di prendere una decisione.

 In ultimo, nella fase di prenotazione e acquisto: il 94% di chi viaggia per piacere effettua la propria prenotazione passando da desktop a mobile, indifferentemente - di qui l'importanza di un'ottimale responsività dei siti; l'88% si dichiara disposto a cambiare sito o app in caso di transizioni o prenotazioni complicate o difficoltose - di qui l'importanza ancora una volta di un customer journey efficace e semplice. L'analisi rivela poi come i contenuti relativi ai viaggi ricevano tassi di engagement più alti se pubblicati in siti di Editori premium, ovvero in siti editoriali di qualità in cui gli utenti sono al riparo da fake news e protetti invece da trasparenza e veridicità delle informazioni. In questi siti, inoltre, le sezioni News sono quelle a incontrare il maggior gradimento da parte degli utenti con gli annunci di formato Native a risultare premianti per editori e inserzionisti nel favorire la scoperta di contenuti di viaggio di reale interesse per ogni genere di viaggiatori, siano questi esperti o alle prime armi. L'apice dell'interesse informativo online è a inizio anno, in particolare nel mese di gennaio, periodo dell'anno quindi perfetto per gli operatori del settore per lanciare le proprie campagne advertising online e convertire i viaggiatori ispirati in veri e propri clienti. 

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Nel 2019 le tariffe in Italia hanno continuato ad aumentare

Nel 2019 le tariffe in Italia hanno continuato ad aumentare: le uniche in controtendenza sono state il gas (-0,9 per cento) e i servizi telefonici (-6,1 per cento). Queste voci, assieme alle corse dei taxi (+0,5 per cento) e ai pedaggi sono le sole a essere rimaste al di sotto dell'inflazione che, l'anno scorso, e' salita dello 0,6 per cento. Tutte le altre, invece, hanno subito dei rincari importanti: in particolar modo i trasporti urbani (+2,6 per cento), i servizi postali (+3,4), l'energia elettrica (+5) e i trasporti ferroviari (+7 per cento). Piu' contenuti, ma comunque superiori all'incremento del carovita, gli aumenti registrati dalla raccolta dei rifiuti (+1) e dalla fornitura dell'acqua (+2 per cento). Solo i pedaggi autostradali/parchimetri non hanno subito sostanziali variazioni rispetto al 2018. "La diminuzione del costo del gas naturale registrato nell'ultimo anno - segnala il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - ha contribuito a frenare l'aumento dei prezzi di una buona parte delle tariffe prese in esame"

 "Nonostante cio' - prosegue Zabeo - i rincari dei trasporti e delle bollette della luce sono stati importanti e a risentirne sono state le famiglie con redditi medio-bassi, visto che questi costi incidono in misura piu' significativa tra i nuclei che hanno una capacita' di spesa piu' contenuta e molto meno in quelli che dispongono di risorse economiche maggiori". Gli aumenti tariffari avvenuti nel 2019, comunque, sono stati sensibilmente inferiori a quelli che si sono verificati nell'ultimo decennio. Se il costo della vita tra il 2009 e il 2019 e' salito del 12,3 per cento, nello stesso periodo il gas e' aumentato del 6,2 per cento, i taxi del 15,7, l'energia elettrica del 25,7, i rifiuti del 31,5, i pedaggi del 34,5, i trasporti urbani del 36,9, quelli ferroviari del 38, i servizi postali del 46,3 e l'acqua dell'81,6 per cento. Tra le 10 tariffe esaminate solo i servizi telefonici hanno subito una contrazione di prezzo (-15,9 per cento)

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I giovani sono più felici, soddisfatto oltre il 50% degli under 25

Oltre la metà dei giovani italiani under 25 è molto soddisfatta della propria vita. Lo riferisce Istat, spiegando che complessivamente la soddisfazione diminuisce con il progredire dell'età. La quota di molto soddisfatti è infatti di oltre il 55% tra i 14-19 anni mentre scende sotto al 40% tra le persone di 65 anni e più. In particolare la crescita è stata più elevata della media tra i giovani di 14-24 anni (dal 48,3% al 51,3%), tra i 45-54 anni (dal 40,7% al 43,1%) e tra i 55-64 anni (dal 39,3% al 42,7%). La condizione occupazionale influisce sul giudizio, sottolinea l'istituto di statistica. La popolazione attiva nel mercato del lavoro o impegnata in un’attività formativa (occupati e studenti) è la più soddisfatta ed esprime più frequentemente giudizi molto positivi. Il 47,5% degli occupati e il 51,7% degli studenti infatti esprimono una elevata soddisfazione

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Vertenza Auchan, non ci saranno licenziamenti per il 2020

Non ci saranno licenziamenti per tutto il 2020, questo e' l'impegno che ha assunto il segretario generale di Conad, Sergio Imolesi, nel corso dell'audizione davanti alla commissione Attivita' produttive della Camera dei deputati. Rispetto ai 6 mila esuberi denunciati dopo l'annuncio dell'acquisto di Auchan da parte del gruppo italiano, Imolesi ha chiarito che 3 mila dipendenti sono gia' stati ricollocati attraverso la cessione dei negozi, mentre per i restanti 3 mila saranno attivate procedure che vanno dall'esodo incentivato, alla cassaintegrazione, alla mobilita' fino a sistemi di ricollocazione incentivata che Conad sta studiando in particolare di concerto con le Regioni Marche e Lombardia. Imolesi ha annunciato la creazione di "un team di lavoro che partira' a marzo e sara' attivo per l'intero anno per studiare modalita' di incontro tra segnalazioni di offerta e opportunita' di ricollocazione". "Siamo pronti - ha detto Imolesi - a concedere anche gratis le aree dove sono collocati alcuni spazi commerciali purche' l'operatore si prenda una parte dei personale che eccede". " E se le Regioni Marche e Lombardia potranno fornire una piccola dotazione per favorire la ricollocazione incentivata, noi metteremo altrettanto". "Non possiamo garantire il successo al 100 per cento di non creare esuberi- ha detto poi Imolese rispondendo alle domande dei deputati - ma spero che sia apprezzato lo sforzo, considerando che tra esodi e incentivi contiamo di impegnare quasi 100 milioni di euro". L'acquisto di Auchan da parte di Conad in Italia deve ancora ottenere il via libera antitrust a livello europeo. Imolesi ha detto che adesso Conad diventera' il primo gruppo della distribuzione italiana e "per questo ci assumiamo le nostre responsabilita'"

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Diminuiscono partecipate pubbliche, nel 2017 -1,3%

Le partecipate pubbliche sono al 2017 9.118, l'1,3% in meno rispetto al 2016. Di queste, le imprese attive sono 6.310 (-4,0%) e occupano 847.232 addetti (+0,1%), mentre le imprese non attive, che hanno comunque presentato una dichiarazione contabile o fiscale nel 2017, diminuiscono del 3,4%, mentre aumentano dell'11,6% le unita' partecipate classificate fuori dal campo d'osservazione dell'industria e dei servizi. E' quanto emerge dall'ultima indagine Istat sulle aziende a partecipazione pubblica. Il 59,2% delle imprese attive, pari a 3.736 unita', sono a controllo pubblico (partecipazione superiore al 50%), per un totale di 631.984 addetti e una dimensione media di 169 addetti. Il valore aggiunto realizzato dalle imprese a controllo pubblico cresce del 4,4% sul 2016, superando i 58 miliardi, pari al 7,5% di quello totale di industria e servizi. Il valore aggiunto per addetto delle imprese controllate e' di 97.068 euro contro i 47.150 euro del totale delle imprese dell'industria e dei servizi. 

Nel corso degli ultimi 6 anni il numero di imprese partecipate si e' ridotto notevolmente, con una flessione del 18% rispetto al 2012. In particolare l'Istat evidenzia come tra il 2016 e il 2017 la riduzione sia del 4%, con variazioni che oscillano a livello territoriale tra il -8,7% delle Isole e il -1,7% del Centro. Su 6.310 imprese partecipate attive nel 2017, sono 4.253 quelle partecipate direttamente da almeno un'amministrazione pubblica regionale o locale o, altrimenti, appartenenti a gruppi con al vertice un ente territoriale (partecipate locali); impiegano 276.366 addetti, corrispondenti al 32,6% del totale di riferimento. Rispetto all'anno precedente si registra un calo del 7,5% delle imprese e del 30,3% degli addetti. Complessivamente, al netto delle attivita' finanziarie e assicurative, le imprese a controllo pubblico generano oltre 58 miliardi di valore aggiunto (il 7,5% di quello prodotto dalle imprese dell'industria e dei servizi). Il contributo al valore aggiunto sale al 9,5% se si considerano solo le forme giuridiche tipiche delle imprese controllate (societa' di capitali). I settori piu' rilevanti si confermano la Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, che realizza il 65,3% del valore aggiunto dell'intero settore di riferimento (62,1% nel 2016) e la Fornitura di acqua; reti fognarie, attivita' di trattamento dei rifiuti e risanamento, con il 62,1% del valore aggiunto dell'intero settore di riferimento (63,3% nel 2016). Per il 2017 risulta in crescita il settore della Attivita' estrattiva con un valore aggiunto pari al 71,7% contro il 60,1% del 2016. 

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Un quarto del Made in Italy a tavola proviene da mani straniere

Viene ottenuto da mani straniere piu' di un quarto del Made in Italy a tavola, con 370mila lavoratori provenienti da 155 Paesi diversi che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore. E' quanto emerge da un'analisi di Coldiretti diffusa in occasione della presentazione del progetto 'Lavoro stagionale - dignita' e legalita'', sulla base dei dati del Dossier Statistico Immigrazione 2019. "Nei campi italiani la presenza di occupati stranieri e' divenuta un fenomeno strutturale come dimostra anche - sottolinea Coldiretti - la crescita della loro presenza alla guida delle imprese agricole con quasi 17mila titolari di nazionalita' diversa da quella italiana". La comunita' di lavoratori agricoli piu' presente in Italia, secondo le elaborazioni di Coldiretti che ha collaborato al Dossier statistico Immigrazione 2019, e' quella romena, con 107591 occupati, davanti a marocchini, con 35013 occupati, e indiani, con 34043, che precedono albanesi (32264), senegalesi (14165), polacchi (13134), tunisini (13106), bulgari (11261), macedoni (10428) e pakistani (10272). "I lavoratori stranieri - sottolinea il Presidente Coldiretti Ettore Prandini - contribuiscono in modo strutturale e determinante all'economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo su un territorio dove va assicurata la sicurezza sul lavoro e la legalita' per combattere inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano un'ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale".

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Coldiretti, e’ inverno anomalo con +1,65 gradi

La temperatura registrata finora in Italia è superiore di 1,65 gradi la media storica e conferma l'anomalia di questo inverno. Ad affermarlo, con la registrazione delle elevate temperature, e' Coldiretti sulla base delle elaborazioni su dati Isac Cnr relativi ai mesi di dicembre e gennaio. L'organizzazione agricola sottolinea che il caldo anomalo e la mancanza di pioggia ha fatto scattare l'allarme in un numero crescente di regioni dove si stanno facendo i conti con la siccita' nelle campagne con difficolta' per le coltivazioni e nei pascoli per l'alimentazione degli animali. Coldiretti nella sua analisi denuncia che nelle campagne lungo tutta la Penisola si fanno i conti con il clima anomalo che ha mandato in tilt la natura con piante in fiore e allarme siccita'. In particolare si riferisce che si sono verificate fioriture anticipate delle mimose in Liguria e dei mandorli in Sicilia e Sardegna dove iniziano a sbocciare le piante da frutto. In Abruzzo sono in fase di risveglio, con un anticipo di circa un mese, gli alberi di susine e pesche, in Emilia e in Puglia hanno gia' le gemme gli albicocchi. Viene aggiunto inoltre che sui banchi sono arrivate con oltre un mese di anticipo le primizie: nel Lazio gli agricoltori offrono agretti, carciofi romaneschi, erbe spontanee come il papavero e le fave, presenti anche in Puglia insieme alle fragole arrivate prima di alcune settimane e gia' pronte al consumo. Si segnala infine che nel Mezzogiorno si fanno gia' i conti con l'allarme siccita' in campagna a partire dal Basso Molise con problemi alle coltivazioni dei cereali e degli ortaggi

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Fonti Mef, il rapporto Debito/Pil 2019 sarà inferiore alle previsioni Nadef

 Il rapporto fra debito e Pil nel 2019 si attestera' "ad un livello piu' basso rispetto alle previsioni contenute nella Nadef". Lo riferiscono fonti del ministero dell'Economia dopo i dati di Bankitalia. "Il dato del fabbisogno diffuso oggi da Banca d'Italia - riferiscono le fonti - "evidenzia un andamento in discesa rispetto al 2018 e si attesta ad un livello inferiore rispetto a quanto previsto nel Def della scorsa primavera". Quanto alle entrate, quelle tributarie di competenza affluite al bilancio dello Stato nel 2019 - riferiscono le stesse fonti - "sono sensibilmente superiori a quelle del 2018 ed alle stime indicate nella Nadef 2019".  Bankitalia fa infatti riferimento alle entrate di cassa. "Si tratta di un dato non rilevante ai fini della compilazione dei conti nazionali, che si riferiscono esclusivamente ai versamenti di competenza dell'esercizio. Il dato di cassa infatti e' comprensivo di versamenti in conto residui, cioe' relativi ad entrate accertate in anni precedenti. In particolare nel 2018 sono state effettuate regolazioni contabili straordinarie relative ad anni pregressi di rilevante entita'".

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Italiani online 6 ore al giorno, il 94% ha uno smartphone

Sono quasi 50 milioni gli italiani che usano internet su base giornaliera, e trascorrono online in media 6 ore al giorno. In 45 milioni si collegano da smartphone e tablet, e 35 milioni usano i social, a cui si dedicano quotidianamente, in media, 1 ora e 57 minuti. Sono alcuni dei dati che emergono da "Digital 2020" la ricerca condotta da We Are Social in collaborazione con Hootsuite e giunta alla nona edizione. Online si cerca soprattutto intrattenimento. Il 92% guarda contenuti video e il 34% vlog; il 57% ascolta musica in streaming, il 39% web radio e il 23% podcast. Grazie alla diffusione degli assistenti vocali, il 35% degli internauti usa almeno un servizio controllato con la voce. Forte incremento anche per i dispositivi indossabili: un italiano su sette (15%) possiede uno smartwatch o un altro wearable, a fronte del 5% di un anno fa. Lo smartphone e' in mano al 94% degli italiani, che usano soprattutto app di messaggistica (92%), per l'intrattenimento e la fruizione di contenuti video (73%). A seguire l'ascolto di musica (52%), lo shopping (68%) e il gaming (43%). Sul fronte dei social, la piattaforma piu' attiva si conferma YouTube, seguita dalla famiglia di app di Facebook. La ricerca scatta una fotografia anche su scala globale. Nel mondo sono 4,54 miliardi le persone online, con quasi 300 milioni di utenti che hanno avuto accesso ad internet per la prima volta nel corso del 2019. La meta' della popolazione mondiale - 3,8 miliardi di persone - usa regolarmente i social media, e le piattaforme piu' attive sono Facebook, YouTube e WhatsApp. In rapida crescita TikTok, con 800 milioni di utenti attivi al mese di cui 300milioni fuori dalla Cina

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Stima Pil Confcommercio -0,1% a febbraio

"Considerando il permanere di una situazione di debolezza si stima, a febbraio, una variazione congiunturale del Pil mensile del -0,1%, dato che porterebbe ad una decrescita di -0,6% rispetto allo stesso mese del 2018". Lo scrive Confcommercio nella nota congiunturale: "La paventata recessione (tecnica) dell'economia italiana potrebbe essere certificata gia' nel primo quarto dell'anno in corso: il Pil mensile indica, infatti, in -0,4% e -0,6% le variazioni tendenziali di gennaio e febbraio, rispettivamente. Produzione industriale, consumi e occupazione puntano tutti, e coerentemente, al ribasso. Per il rimbalzo, insomma, - secondo Confcommercio - bisogna attendere. Forse nel secondo trimestre, coronavirus permettendo. E' vero che l'economia mondiale sa trovare strade nuove per produrre in luoghi e in modi differenti dal passato. La tecnologia aiuta l'adattamento. Ma ci vuole tempo per realizzare aggiustamenti adeguati. E poi non e' detto che tutto quanto perso in termini di investimenti e, soprattutto, di consumi sara' completamente recuperato. L'Italia resta esposta a shock avversi provenienti dall'esterno. Il turismo ne e' l'espressione piu' immediata. Tutto cio' dentro una produttivita' strutturalmente insufficiente".

Per gennaio Confcommercio segna una variazione nulla del Pil e -0,4% su base annua. "Il quadro congiunturale resta caratterizzato da andamenti non favorevoli dei principali indicatori. A dicembre - ricorda Confcommercio - la produzione industriale e' calata del 2,7% congiunturale, un dato che resta grave anche se si tiene conto di particolari effetti di calendario. Anche l'occupazione registra andamenti negativi, mostrando nello stesso mese una contrazione dello 0,3% su novembre ed una debole crescita (0,6%) nel confronto annuo. La fiducia dei consumatori e' risultata, nel mese di gennaio, in crescita mentre e' in calo quella delle imprese. La contrazione per il sentiment delle imprese e' stata del 1,5% congiunturale, mentre per le famiglie si e' registrato un aumento dello 0,9%. Su base annua il clima delle imprese ha registrato un aumento dello 0,4% mentre per le famiglie c'e' stato un calo del 1,8%. Sul versante della domanda delle famiglie la situazione appare debole ed in peggioramento rispetto alle gia' modeste dinamiche dell'ultimo quarto del 2019". 

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