L’Osservatorio

Prosegue la ripresa delle compravendite di immobili

 Prosegue la ripresa delle compravendite di immobili. Nel secondo trimestre, secondo quanto riporta l'Istat, le convenzioni notarili di compravendite e le altre convenzioni relative ad atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari (pari a 209.243) crescono dell'1,6% rispetto al trimestre precedente (+1,7% il settore abitativo e +0,7% l'economico). Per il complesso delle transazioni, scecondo quanto riporta un comunicato, l'incremento congiunturale interessa soprattutto il Nord-ovest (+3,0%), il Nord-est (+2,7%) e, in misura minore, il Centro (+0,4%). Al Sud le transazioni sono stabili rispetto al trimestre precedente (0,0%) mentre risultano in flessione nelle Isole (-1,3%). Il settore abitativo segue l'andamento generale, il comparto economico segna invece variazioni positive nel Nord-ovest (+6,9%) e nel Nord-est (+0,6%), negative nel Centro (-6,5%), nelle Isole (-3,0%) e al Sud (-1,5%). Su base annua le transazioni immobiliari aumentano complessivamente del 4,7%: il settore abitativo riflette l'andamento generale (+5,1%), al contrario il comparto economico registra un lieve calo (-0,6%). Rispetto al secondo trimestre del 2017, l'incremento registrato per l'abitativo nel periodo aprile-giugno riguarda tutte le aree geografiche del Paese - Nord-est +7,2%, Isole +6,7%, Nord-ovest +5,4%, Sud +3,4% e Centro +3,0% - e tutte le tipologie di comuni (città metropolitane +5,1% e piccoli centri +5,0%)

 Per il settore economico, dice ancora l'istituto di statistica, le transazioni risultano in crescita su base annua nel Nord-ovest (+2,9%), sono sostanzialmente stabili nel Nord-est (+0,4%) e diminuiscono al Centro (-4,5%), nel Sud (-3,4%) e nelle Isole (-1,4%). Variazioni tendenziali di segno negativo si registrano anche nelle città metropolitane (-0,7%) e nei piccoli centri (-0,4%). Il 94,3% delle convenzioni stipulate riguarda trasferimenti di proprietà di immobili ad uso abitativo ed accessori (197.362), il 5,2% ad uso economico (10.933) e lo 0,5% ad uso speciale e multiproprietà (948). Le convenzioni notarili per mutui, si legge, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare (113.755) crescono del 2,7% rispetto al trimestre precedente e del 2,3% su base annua. Sul territorio tali convenzioni registrano aumenti congiunturali nel Nord-est (+4,2%), nel Nord-ovest (+3,2%), al Centro (+2,4%) e nel Sud (+1,7%); sono in diminuzione nelle Isole (-2,3%). Su base annua crescono nel Nord-est (+5,9%), nelle Isole (+4,6), nel Nord-ovest (+2,1%) e al Sud (+0,6%) mentre diminuiscono al Centro (-0,9%). Rispetto alla tipologia dei comuni risultano in crescita sia nelle città metropolitane (+1,9%) sia nei piccoli centri (+2,5%). "Anche nel secondo trimestre dell'anno in corso, l'andamento dell'indice destagionalizzato delle compravendite conferma una tendenza al recupero del mercato immobiliare - è il commento della stessa Istat- che ha iniziato la sua ripresa in modo più regolare dal secondo trimestre del 2015, con un incremento di circa il 39% rispetto ai valori minimi di fine 2013. Tuttavia, rimane ancora un gap, quasi il 4%, nei confronti dei livelli medi del 2010. Unica eccezione è il Nord dove si è tornati ai livelli precedenti il 2010"

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Le rapine in banca si riducono di quasi un terzo nel 2018

Le rapine in banca si riducono di quasi un terzo nei primi nove mesi del 2018. Lo rileva un'indagine realizzata dall'Ossif, il centro di ricerca dell'Abi sulla sicurezza. A gennaio-settembre i "colpi" compiuti allo sportello sono stati 134, con un calo del 28,7% rispetto ai 188 dello stesso periodo dell'anno scorso. In netta diminuzione anche l'indice di rischio, ovvero il numero di rapine ogni 100 sportelli, che è passato da 0,9 a 0,7. Nei primi nove mesi dell'anno, spiega l'associazione bancaria, le rapine sono diminuite in Abruzzo (-66,7%, da 6 a 2), Calabria (-50%, da 2 a 1), Emilia Romagna (-50%, da 20 a 10), Lazio (-27,3%, da 22 a 16), Liguria (-50%, da 6 a 3), Lombardia (-52%, da 25 a 12), Marche (-20%, da 5 a 4), Piemonte (-38,9%, da 18 a 11), Puglia (-45,2%, da 31 a 17), Toscana (-12,5%, da 16 a 14) e Veneto (-28,6%, da 7 a 5). Nessun colpo in banca in Sardegna e Valle d'Aosta, mentre il numero di rapine è invariato in Basilicata (solo una) e in Molise (solo una). Ci sono stati aumenti invece in Campania (18 rapine da 15), Friuli Venezia Giulia (una rapina da 0) Sicilia (13 rapine da 9), Trentino-Alto Adige (una rapina da 0) e Umbria (4 rapine da 3). 

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Un turista su quattro in Italia è in cerca di buon cibo

Un turista su quattro in Italia è in cerca di buon cibo: il 29.9% degli stranieri e il 22.3% degli italiani. Le vacanze enogastronomiche sono in crescita, con un giro d'affari nel 2017 pari a 223 milioni sborsati dagli stranieri, il 70% in più di quanto si spendeva nel 2013 (131 milioni), percentuale decisamente superiore rispetto all'aumento della spesa totale per vacanza (+18.4%). Il viaggiatore straniero che ha scelto le nostre destinazioni per gustare le eccellenze enogastronomiche, ha speso, in media 149,9 euro al giorno, rispetto ai 128,7 euro investiti nella vacanza culturale, 122,9 euro spesi quella sportiva, 109,3 euro per la montagna, 103,9 euro per la vacanza verde/agriturismo, 90,2 euro per il mare, 85,2 euro per la vacanza al lago. A segnalarlo è l'Osservatorio Nazionale del Turismo a cura dell'Ufficio Studi Enit - Agenzia Nazionale del Turismo, che ha elaborato un report sul turismo enogastronomico in concomitanza con la terza edizione della settimana della cucina nel mondo (19-25 novembre), incrociando dati Bankitalia e Unioncamere-Isnart. Per Enit, sono due i fattori dell'offerta enogastronomica italiana che danno valore aggiunto al settore: da una parte il legame radicato con i territori e la valorizzazione delle produzioni locali nei piatti, dall'altra la capacità di estendere la stagionalità dei flussi turistici durante tutto l'arco dell'anno. Al top degli introiti per vacanza enogastronomica in Italia ci sono gli Stati Uniti (45,5 milioni di euro), poi Uk (25,4 milioni), Austria (18,7), Svizzera (17), Francia (16,5), Canada (11,6), Brasile (11,5), Germania (10), Danimarca (8,1), Belgio (7,2). Questo il 'peso' dei primi dieci Paesi in percentuale, Usa 20,4% (un quinto), Regno Unito 11,4%, Austria 8,4%, Svizzera 7,6%, Francia 7,4%, Canada 5,2%, Brasile 5,1%, Germania 4,5%, Danimarca 3,6%, Belgio 3,2%. I pernottamenti generati nel 2017 dalle vacanze enogastronomiche sono stati 1,5 milioni e sono cresciuti del 50% nell'ultimo quinquennio. L'Italia - ricorda l'Enit - è il Paese dell'Unione europea con più riconoscimenti di prodotti alimentari DOP (Denominazione d'Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta) nel food. Con 293 riconoscimenti (+35% 2017 vs 2010) si posiziona prima della Francia (245) e della Spagna (190). Insieme, i tre Paesi concentrano il 54% di prodotti DOP e IGP registrati dall'UE. In sensibile sviluppo, infine, anche il settore dell'agriturismo. Le aziende del comparto sono oltre 23 mila (2017), il 3,3% in più rispetto al periodo 2017/2016. Le attività agrituristiche, in prevalenza, sono nei comuni delle aree interne (61,6% del totale). 

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Dal Mef 18,9 milioni al Fondo di prevenzione dell’usura

Il ministero dell'Economia e delle Finanze mette a disposizione 18,9 milioni di euro per il 2019 in favore di imprese e famiglie a "rischio usura". L'importo verrà erogato attraverso il Fondo di prevenzione del fenomeno dell'usura (istituito dalla legge 108 del 1996 presso il Mef) a 109 Confidi (consorzi di imprese) e 37 tra Associazioni e Fondazioni impegnate nella lotta all'usura, che potranno così fornire garanzie per prestiti a imprese e famiglie in difficolta economica e a rischio di cadere nello strozzinaggio. Come previsto dalla legge antiusura, il 70% delle risorse è destinato ai Confidi (13.2 milioni di euro) e il 30% alle Associazioni e Fondazioni (5,7 milioni di euro). Come negli anni scorsi, l'ammontare del Fondo - si legge in una nota - è stato ripartito con delibera di un'apposita Commissione interministeriale (presieduta dal MEF) tra gli Enti che ne hanno fanno richiesta, sulla base della combinazione di una serie di indicatori che tengono conto dell'indice del rischio usura presente nell'ambito territoriale dove opera l'ente assegnatario, dell'efficienza nell'utilizzo delle risorse e della effettiva capacità di garantire l'accesso al credito. Inoltre, si è stabilito di confermare, anche per quest'anno, un contributo speciale agli enti delle aree dell'Abruzzo, dell'Umbria, del Lazio e delle Marche colpite dai terremoti del 2016 e del 2017 (34 Confidi e 3 Associazioni/Fondazioni operanti attivi nelle province di L'Aquila, Teramo, Pescara, Rieti, Fermo, Ascoli Piceno, Macerata, Ancona, Terni e Perugia) e e di concedere un contributo speciale anche agli enti (due Confidi e una Fondazione) operanti nella Provincia di Genova, colpita dal tragico evento del crollo del ponte autostradale. L'ammontare del Fondo di prevenzione dell'usura varia di anno in anno, in quanto è alimentato dalle sanzioni amministrative antiriciclaggio e valutarie e dalle restituzioni degli enti non efficienti (che non hanno erogato fondi per oltre due anni consecutivi), o non più attivi. Dal suo primo anno di attività (1998) a oggi, il Fondo ha erogato oltre 620 milioni di euro, (di cui oltre 430 milioni di euro sono stati assegnati ai Confidi e oltre 190 milioni alle Associazioni e Fondazioni) che hanno consentito di garantire più di 84 mila prestiti per un importo complessivo di oltre 1,98 miliardi di euro.

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Cala la superficie dedicata ai vigneti del 7 per cento

Il vigneto italiano negli ultimi 5 anni ha conosciuto un calo delle superfici del 7%; le riduzioni maggiori hanno interessato le regioni dove mancano cooperative strutturate e dimensionate. Regioni come Campania, Sardegna, Lazio (in cui si concentra solo il 12% delle cooperative), hanno conosciuto la contrazione più significativa, da un -15% della Campania a un -21% della Calabria. Al contrario, in territori dove la viticoltura è estremamente frammentata come Trento e Bolzano, Emilia Romagna, Abruzzo e Veneto, è proprio la significativa presenza di cooperative molto grandi per fatturato (oltre 30 milioni di media per cooperativa a Trento, Verona, Treviso e Reggio Emilia) che hanno garantito una tenuta della coltivazione della vite, registrando anche una crescita delle superfici del vigneto. E' quanto emerge dai dati di uno studio realizzato da Winemonitor-Nomisma che è stato presentato oggi a Vivite, il festival del vino cooperativo, dimostrando come Vino e cooperazione siano ormai un binomio fondamentale per la tenuta dei viticoltura italiana. "Lo studio presentato da Nomisma dimostra con l'evidenza dei numeri - ha spiegato Ruenza Santandrea, coordinatrice Vino di Alleanza cooperative Agroalimentari - il ruolo svolto dalle cantine cooperative nell'opera di salvaguardia e di sviluppo dei produttori di uva anche nelle zone più svantaggiate del paese. Nelle province dove la cooperazione non c'è, il potenziale produttivo va via via riducendosi".

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Coldiretti, nei campi sono nati 25mila nuovi posti di lavoro nell’ultimo anno

Nei campi sono nati 25mila nuovi posti di lavoro nell'ultimo anno, facendo salire il numero dei lavoratori dipendenti in agricoltura a quota 1,06 milioni di addetti. E' quanto emerge da un'analisi Coldiretti su dati dell'Osservatorio Inps sul mondo agricolo nel 2017, dai quali emerge anche che l'incremento è stato del 2,4%. Quasi un terzo dei lavoratori dipendenti è rappresentata - sottolinea Coldiretti - da giovani sotto i 35 anni per un totale di 343mila. Un dato che conferma - nota Coldiretti - la rinnovata attrattività della campagna per i giovani con l'agricoltura diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, sia per chi vuole investire alla guida delle imprese sia per chi vuole trovare una opportunità di lavoro. Non a caso ben otto italiani su dieci (82,1%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura con la percentuale che sale addirittura all'86,2% se si considerano i soli genitori laureati, secondo un'analisi Coldiretti/Censis. Un profondo mutamento culturale che si è tradotto - sottolinea Coldiretti - anche nelle scelte relative al percorso scolastico. Negli ultimi sette anni, gli studenti italiani hanno preso d'assalto la facoltà di Agraria che fa registrare un aumento del 14,5% delle iscrizioni, in netta controtendenza nello stesso periodo al calo generale del 6,8% degli universitari che sono scesi costantemente negli anni fino ad arrivare ad appena 1,67 milioni nel 2017/18, secondo un'analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell'Anvur, l'Istituto nazionale deputato alla valutazione della ricerca scientifica e dell'università italiana. Il risultato è una accresciuta professionalità nelle campagne con le 55mila imprese agricole italiane condotte da under 35 che - sostiene la Coldiretti - hanno di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70 per cento delle imprese giovani opera in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l'agricoltura sociale per l'inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l'agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. Senza dimenticare l'impegno a difesa della biodiversità con il 25% degli agricoltori custodi che hanno salvato 311 prodotti e razze animali dal rischio di estinzione grazie ai sigilli di Campagna Amica che è under 35. 

 

immagine di repertorio

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Coldiretti, fondi a rischio per i Psr

 Rischiano di tornare nelle casse di Bruxelles finanziamenti europei per lo sviluppo rurale in grado di attivare finanziamenti pubblici per 120 milioni di euro, se non saranno spesi dalle Regioni entro il 31 dicembre 2018. E' la Coldiretti a lanciare l'allarme, sulla base del monitoraggio realizzato sui dati del Ministero delle politiche agricole, dal quale si evidenzia la necessità di un deciso colpo di acceleratore nell'attuazione dei programmi. Dallo stato dei Piani di sviluppo rurale aggiornato al 31 ottobre emerge che la spesa della programmazione 2014-2020 è stata del 23% del totale. Le Regioni Puglia, Abruzzo, Liguria, Marche e Friuli Venezia Giulia, sottolinea la Coldiretti, rischiano di perdere parte delle risorse impegnate per il 2015 secondo la regola dell'N+3, l'obbligo di spendere entro 3 anni dall'anno previsto d'impegno. Si tratta di finanziamenti per misure finalizzate all'ammodernamento delle imprese, ai progetti di filiera, al biologico, alla difesa della biodiversità, alla forestazione e all'insediamento dei giovani contenuti nei piani di sviluppo rurale (Psr). La classifica delle Regioni per quanto riguarda le spesa è guidata dalla Provincia di Bolzano (51%), seguita da Veneto a pari merito con la Provincia di Trento (39%), Calabria (30%), Sardegna (29%), Piemonte e Umbria (26%), Toscana ed Emilia (25%), Molise (24%), Valle d'Aosta e Sicilia (23%), Lombardia (20%), Lazio (19%), Campania (18%) e Basilicata (17%). Complessivamente sono stati spesi 4,7 miliardi di euro (2,3 miliardi di fondi comunitari Feasr). "Così come è non va, bisogna evitare di ridare i soldi a Bruxelles" afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel criticare l'attuale architettura dello Sviluppo rurale. "Il nostro Paese non è credibile se chiede altri soldi e poi non li spende".

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Inps, coi voucher cancellati crescono dell’80 per cento i lavori intermittenti

Nel 2017 il numero di lavoratori dipendenti intermittenti con almeno una giornata retribuita nell'anno è risultato pari a 534.698, l'80,9% in più rispetto al 2016 interrompendo un trend negativo iniziato nel 2013: è questo l'effetto più vistoso dell'annullamento dei voucher deciso dal Governo nel 2017 e della necessità delle imprese di ricorrere a strumenti contrattuali alternativi sostituiti, dal luglio scorso, ma solo per le imprese con meno di 6 dipendenti dai nuovi contratti di prestazione occasionale e registrato oggi dall'Inps nell'Osservatorio sui lavoratori dipendenti nel settore privato. A livello territoriale circa i due terzi dei lavoratori intermittenti lavorano nelle regioni del Nord. Nell'ultimo anno il Sud è la zona che presenta il maggior incremento rispetto al 2016 (+120,1%).Per quanto concerne la struttura per età emerge che, nel 2017, la classe di età modale è quella tra i 20 e i 24 anni con 138.251 (25,9% sul totale), mentre, rispetto al genere, i lavoratori maschi rappresentano il 47,8% della distribuzione. La retribuzione media annua è ammontata, sempre nel 2017, a 2.079 euro nel complesso. I lavoratori con la retribuzione media più elevata è quella tra 60 e 64 anni con 3.312 euro. Il numero medio di giornate retribuite è stata pari a 44 e anche in questo caso il numero cresce al crescere dell'età con un valore massimo di 58 giornate per i lavoratori tra i 60 e i 64 anni. 

In forte crescita sempre per effetto della cancellazione dei voucher, registra ancora l'Inps, il numero di lavoratori dipendenti in somministrazione con almeno una giornata retribuita nell'anno risultato pari a 778.007, pari al +25,2% sul 2016. In leggera flessione dello 0,5% però il salario medio annuo pari a 8.313 euro. Con riferimento alla qualifica il 74,3% è operaio (578.396 lavoratori ) contro il 24% degli impiegati e l'1,7% per le altre qualifiche. Per quel che riguarda il settore agricolo, invece, il numero di aziende che occupano operai agricoli dipendenti è passato da 186.424 dell'anno 2016 a 188.016 del 2017, registrando un lieve incremento pari a +0,9%, in controtendenza con il 2016, mentre dal 2012 al 2014 il numero di aziende è diminuito complessivamente di -3,9%. Il maggior incremento in percentuale si registra in Abruzzo con un +14,8%, mentre tra le regioni in controtendenza, si evidenziano il Trentino Alto Adige (-8,0%) e la Valle d'Aosta (-5,2%). Le regioni in cui si concentra il maggior numero di lavoratori sono la Puglia (17,4%), la Sicilia (14,4%) e la Calabria (10,8%). La classe d'età con maggior frequenza nel 2017 risulta essere quella '45-49 anni', in cui si trova il 12,6% dei lavoratori. Nelle classi d'età da 50 anni in poi si concentra il 32,0% dei lavoratori, il 22,1% hanno invece meno di 30 anni. Dal 2012 al 2017 la composizione per genere fa registrare un decremento della percentuale di donne sul totale dei lavoratori, dal 37,2% al 33,5%. Leggera crescita, infine, per i lavoratori agricoli autonomi che passa da 453.949 del 2016 a 454.285 del 2017, con un aumento di circa 340 lavoratori, pari a +0,1%. Tra le categorie l'unica in aumento risulta essere quella degli imprenditori agricoli professionali (IAP), che passa da 35.423 a 38.331, con un incremento pari a +8,2%.

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Black friday, gli italiani spenderanno 124 euro a testa

Gli italiani si preparano a spendere in media 124 euro a testa in occasione del Black Friday, la giornata degli sconti che quest'anno si terra' il 23 novembre. Lo afferma un sondaggio di eBay, che sottolinea come - anche grazie alle piattaforme online - il "venerdi' nero" possa essere un'opportunita' per le Pmi: il 60% degli italiani ritiene importante fare acquisti da piccole e medie imprese durante il Black Friday, per poterle sostenere. Piu' di 8 venditori eBay su 10 effettueranno promozioni il 23 novembre. Ad aspettarle ci sara' un pubblico eterogeneo di compratori, in cui spiccano i giovani: nella fascia tra i 16 e i 34 anni, il 61% ha dichiarato di aver gia' partecipato al Black Friday. Cosa si attendono le piccole e medie imprese? Aumentare il fatturato e' in cima alla lista degli obiettivi (74,6%). Non a caso, la grande maggioranza dei venditori (oltre il 63%) ritiene che il Black Friday avra' un impatto considerevole sul proprio fatturato, aspettandosi una crescita superiore al 10% rispetto a un giorno medio. L'altro obiettivo, indicato da 6 venditori su 10, e' attrarre nuovi clienti.

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In Italia 1,2 milioni di bambini e adolescenti vivono in povertà assoluta

In Italia 1,2 milioni di bambini e adolescenti vivono in povertà assoluta. Ma non sono solo le condizioni economiche del nucleo familiare a pesare sul loro futuro. L'ambiente in cui vivono ha un enorme impatto nel condizionare le loro opportunità di crescita e di futuro. E' l'aspetto principale messo in luce dal IX Atlante dell'infanzia a rischio 'Le periferie dei bambini' di Save the Children, l'Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita ai bambini e garantire loro un futuro, dedicato alle periferie educative in Italia, pubblicato per il terzo anno consecutivo Treccani e presentato oggi in anteprima. Pochi chilometri di distanza, tra una zona e l'altra, possono significare riscatto sociale o impossibilità di uscire dal circolo vizioso della povertà: la segregazione educativa allarga sempre di più la forbice delle disuguaglianze, in particolare nelle grandi città, dove vivono tantissimi bambini, ed è lì che bisogna intervenire con politiche coraggiose e risorse adeguate. All'interno di una stessa città, l'acquisizione delle competenze scolastiche da parte dei minori segna un divario sconcertante. A Napoli, i 15-52enni senza diploma di scuola secondaria di primo grado sono il 2% al Vomero e quasi il 20% a Scampia, a Palermo il 2,3% a Malaspina-Palagonia e il 23% a Palazzo Reale-Monte di Pietà, mentre nei quartieri benestanti a nord di Roma i laureati (più del 42%) sono 4 volte quelli delle periferie esterne o prossime al GRA nelle aree orientali della città (meno del 10%).

Ancora più forte la forbice a Milano, dove a Pagano e Magenta-San Vittore (51,2%) i laureati sono 7 volte quelli di Quarto Oggiaro (7,6%). Differenze sostanziali tra una zona e l'altra riguardano anche i NEET, ovvero i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano più, sono senza lavoro e non sono inseriti in alcun circuito di formazione: nel capoluogo lombardo, in zona Tortona, sono il 3,6%, meno di un terzo di quelli di Triulzo Superiore (14,1%), mentre a Genova sono 3,4% a Carignano e 15,9% a Ca Nuova, e a Roma 7,5% Palocco e 13,8% a Ostia Nord . Anche i dati tratti dai test INVALSI testimoniano il divario nell'apprendimento scolastico. A Napoli, ad esempio, una distanza siderale di 25 punti INVALSI divide i bambini dei quartieri più svantaggiati da quelli che abitano a Posillipo, a Palermo sono 21 quelli tra Pallavicino e Libertà, a Roma 17 tra Casal de' Pazzi e Medaglie d'Oro, e a Milano 15 punti dividono Quarto Oggiaro da Magenta-San Vittore . Allargando lo sguardo alle altre risorse educative essenziali per lo sviluppo dei bambini, scopriamo, ad esempio, che i minori che non hanno l'opportunità di navigare su Internet nel Mezzogiorno si concentrano nei capoluoghi delle grandi aree metropolitane (36,6%), e vivono spesso nelle famiglie con maggiori difficoltà economiche (38,8%), così come, nelle stesse zone, i bambini e adolescenti che non svolgono attività ricreative e culturali raggiungono il 77,1%

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